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Memorie - Treni maledetti: il disastro ferroviario di Crotone

16 novembre 1989

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  1. Isabel
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    Memorie - Treni maledetti: il disastro ferroviario di Crotone

    di Damiano Praticò - Sette giorni. Erano passati solo sette giorni dalla caduta del Muro di Berlino. L’orrore compiuto dal regime dittatoriale sovietico era ormai al tramonto. Il mondo stava voltando pagina.

    A Crotone, però, dopo solo sette maledettissimi giorni, l’orrore si plasmò sotto altra forma: lamiere d’acciaio conficcate nei corpi.

    Era il 16 novembre 1989 quando due treni locali, pieni zeppi di studenti, lavoratori e pendolari, si scontrarono frontalmente sul monobinario Reggio Calabria-Taranto alla periferia di Crotone. Dodici morti – nove donne, tre uomini – 32 feriti. Il treno Reggio Calabria-Taranto si andò a schiantare frontalmente contro un trenino che, pochi minuti prima, era partito dalla stazione di Crotone. L’incidente si verificò alle 13.20 – orario di punta – alle porte della città.

    Il sistema elettronico di controllo del traffico centralizzato non era attivo. L’elaboratore elettronico era disconnesso – spiegarono i tecnici ad un cronista di Repubblica – così da rendere necessario il ricorso al sistema tradizionale di messaggi via telefono e segnali luminosi. “Ho notato che qualcosa non andava” – raccontò a Repubblica il capotreno Salvatore Calabretta, il quale si trovava sul secondo vagone del treno locale che, da qualche minuto, aveva lasciato, previa autorizzazione, la stazione di Isola Capo Rizzuto – “tuttavia, dal centro di Sibari mi hanno detto di proseguire tranquillo”.

    L’impatto fu inevitabile. Antonio Rotiroti, uno dei macchinisti, si lanciò dal treno in corsa, salvandosi. Quando il treno locale arrivò al punto d’impatto, toccava ormai i 100 km orari, nonostante fosse partito pochi minuti prima dalla stazione di Crotone. Da sud, ad alta velocità, arrivava il Reggio-Taranto. Entrambi pieni di pendolari, gente comune, studenti e lavoratori. Non ci fu nemmeno il tempo di azionare i freni di emergenza. Il Reggio-Taranto, forte delle sue 52 tonnellate e, di conseguenza, con maggior forza d’urto, fece deragliare il trenino locale piegandolo su una scarpata. Undici vittime su dodici vennero estratte proprio dal trenino. “E' stato tremendo, mi sono trovato scaraventato nel corridoio e intorno a me la gente urlava e invocava aiuto” – raccontò a Repubblica Giovanni Geremicca, capotecnico superiore delle Ferrovie. “Le porte sono rimaste bloccate, chi ha potuto ha cercato scampo lanciandosi dai finestrini, anche perchè il locomotore si è incendiato e le fiamme rischiavano di propagarsi alle altre vetture. Il capotecnico è sceso. Da un telefono che si trova sulla linea ferroviaria, collegato con il centro operativo di Sibari, ha dato l'allarme al dirigente centrale”.

    I Vigili del Fuoco accorsero da Crotone e da Catanzaro. Furono loro, naturalmente, ad eseguire il compito più infausto: estrarre i corpi delle vittime dai rottami delle lamiere. Il pesante locomotore del treno Reggio-Taranto, nell’impatto, si accartocciò come un foglio. Uno dei macchinisti morì subito.

    Pertusola e Montedison – il cuore pulsante dell’intera industria calabrese – inviarono sul posto un’autogru.

    Le salme furono allineate sui prati ai margini della ferrovia. Molti automobilisti – dato che la SS 106 scorre in modo parallelo alla ferrovia – udito lo schianto, bloccarono le loro auto per poter fornire i primi soccorsi, spostando le lamiere contorte a mani nude.

    Mirella Cavallo, giovane insegnante di Siderno, fu la prima vittima ad essere estratta. Da tre anni viaggiava in auto da Siderno, provincia di Reggio, fino a Cirò, città in cui lavorava. Duecento chilometri al giorno. Il 16 novembre 1989 prese il treno per la prima volta: la trovarono con le gambe fuori dalle lamiere ed il busto incastrato tra i rottami.

    All’ospedale di Crotone, il San Giovanni di Dio, i morti furono allineati nel piccolo obitorio. L’identificazione fu davvero difficile.

    Il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga testimoniò il proprio cordoglio ai familiari delle vittime attraverso il Prefetto di Catanzaro, Domenico Salazar.

    Al 23esimo anniversario della tragedia, la Piazza della Stazione di Crotone è stata intitolata “Piazza 16 novembre 1989”, in ricordo delle dodici vittime del disastro ferroviario.

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    Edited by Isabel - 4/11/2014, 18:38
     
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