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Mimmo Calopresti

Regista

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  1. Isabel
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    Storie di calabresi lontani da casa - Mimmo Calopresti

    calopresti_mimmo

    Fonte - Strill.it
    di Damiano Praticò

    Quando il cinema è sinonimo di verità, emerge subito il nome di Mimmo Calopresti. Nato il 4 gennaio 1955 a Polistena, provincia di Reggio Calabria, prima di iniziare la sua attività di regista, lavorò presso l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio.

    Il suo esordio dietro la macchina da presa avvenne nel 1985 con il documentario “A proposito di sbavature”, a cui seguono altri cortometraggi come “Alla Fiat era così”, del 1990, serie di interviste fra gli operai della Mirafiori durante il periodo dell’Autunno Caldo. Torino cominciò, da subito, ad essere la città privilegiata per fare da cornice al suo lavoro cinematografico. Qui, infatti, egli ambientò il suo primo lungometraggio nel 1995: “La seconda volta”, opera coraggiosissima che affronta senza fronzoli il tema del terrorismo. Nanni Moretti fu il produttore ed interprete della pellicola la quale riscosse da subito un grande successo essendo, tra l’altro, in concorso al Festival di Cannes del 1996.

    Con “La parola amore esiste” (1998), interpretato da Fabrizio Bentivoglio e Valeria Bruni Tedeschi, si riconfermò come uno dei più sensibili, convincenti e originali registi italiani, capaci di imporsi anche all'estero, in occasione di importanti Festival internazionali come Monaco, Madrid, Stoccarda, Barcellona, Montbeliard, oltre che Cannes. Il suo cinema rappresenta personaggi in continuo conflitto con sé stessi e con i propri disagi personali, consapevoli, tuttavia, di dover scegliere, magari anche non centrando la giusta strada all’interno del proprio percorso di vita.

    Nello stesso anno di “La parola amore esiste”, Calopresti girò il corto “Un uomo solo: incontro con Riccardo Freda”, intervista di 45 minuti al grande cineasta italiano. Per il suo terzo film, ritornò a Torino per raccontare la crisi di un uomo solo e, apparentemente, in pace con il mondo: “Preferisco il rumore del mare”, titolo ripreso da un verso di Dino Campana – “fabbricare, fabbricare, fabbricare, preferisco il rumore del mare” – uscito nel 2000. In esso, il protagonista, interpretato da Silvio Orlando, è un sacerdote impegnato in una comunità di recupero. Valeria Bruni Tedeschi – sua musa ispiratrice – non interpretò, per la prima volta, il principale ruolo femminile.

    Nel 2005, Calopresti realizzò il documentario “Volevo solo vivere”, riportando in immagini la testimonianza di nove sopravvissuti all’Olocausto. L’anno precedente era stato membro della giuria al Festival di Venezia.

    Il suo ultimo film è datato 2007: “L’abbuffata”, di cui ha curato soggetto e regia.
     
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