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Memorie - Un luogo per la “pubblica lettura”: la storia della biblioteca De Nava di Reggio Calabria

Storia

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  1. Isabel
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    Memorie - Un luogo per la “pubblica lettura”: la storia della biblioteca De Nava di Reggio Calabria

    - Fonte -
    di Anna Foti


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    Un tempo Regia Biblioteca Ferdinandiana, istituita con regio decreto il 31 marzo 1818 da Ferdinando di Borbone, l’attuale Biblioteca comunale ‘Pietro De Nava di Reggio Calabria è tra le più antiche istituzioni culturali calabresi. Il primo centro di “pubblica lettura” reggino ebbe come prima sede i locali della Curia e come primo direttore, in realtà il primo bibliotecario reggino, il canonico Damaso Pugliatti.I primi libri a costituirne il patrimonio furono quelli provenienti dalla settecentesca biblioteca privata dell’abate Antonio Spizzicagigli e dalla collezione personale dell’Arcivescovo Alessandro Tommasini.Si avvicendarono nel tempo direttori, inizialmente religiosi con l’intermezzo del latinista Diego Vitrioli, e sedi. Dopo la direzione del sacerdote Lorenzo Lofaro, terminata la parentesi religiosa, a cavallo tra i due secoli fu nominato lo storico Cesare Morisani, dopo il quale la biblioteca venne trasferita nella chiesa di San Gregorio Magno, un tempo dei Gesuiti. Dopo il sisma del 1908 i volumi trovarono ospitalità presso la caserma dei Pompieri e successivamente presso la scuola Normale femminile (l’attuale istituto Magistrale ”Tommaso Gulli”) e solo nel 1928, sotto la guida del giornalista Luigi Aliquò Lenzi, cui succedettero personalità del calibro dell’economista Attilio Da Empoli e del poeta in vernacolo Nicola Giunta, la biblioteca comunale di Reggio venne trasferita nei locali che oggi conosciamo come Villetta De Nava, ossia la villetta liberty edificata nel 1917 e donata, unitamente ad un patrimonio librario di 4200 volumi, alla città nel 1923 da Giuseppe De Nava, più volte ministro del periodo giolittiano.Questa sede sarebbe divenuta ben presto inadeguata per i 40 mila volumi accumulatisi, a prevalente indirizzo umanistico, che vennero poi trasferiti nell’edificio attiguo alla villetta, ossia la sede attuale, ufficiale dal 1958.Oggi la villetta De Nava rappresenta il prezioso tassello antico del presidio bibliotecario ed ospita la memoria illustre del territorio di cui è testimonianza culturale. Essa, nel tempo restaurata, ospita infatti al suo ingresso il Fondo delle Cinquecentine (Sala Morisani) ed alcune donazioni di Giuseppe De Nava esposte nella sala a destra a lui stesso intitolata. Poi ancora a destra la sala Corrado Alvaro, con lo scrittoio dell’autore e giornalista di San Luca in provincia di Reggio Calabria ed i volumi da lui donati, e di fronte la sala Gennaro Giuffrè, intitolata al bibliofilo reggino che donò anche i mobili del suo studio.In particolare nella collezione Gioffrè spicca l’imponente Divina Commedia illustrata da Amos Nattini, artista formatosi a Genova e negli ambienti parigini, che illustrò i volumi rilegati in pelle dell’edizione celebrativa del sesto centenario della prima edizione delle tre cantiche di Dante Alighieri (1321 – 1921). Dell’opera esistono al mondo 1000 copie. Quella donata da Gennaro Giuffrè, ed esposta presso la biblioteca De Nava, è la numero 445.Il documento più antico custodito presso la biblioteca risale al 25 novembre 1285 ma spicca nel patrimonio librario il pregevole Fondo Pergamenaceo, comprendente 147 pergamene: capitoli, lettere, privilegi concessi dai vari sovrani, diplomi di laurea e bolle pontificie. La sezione Manoscritti e Libri Antichi comprende 14 Incunaboli, 582 Cinquecentine , 974 tomi del ‘600 e 3.793 del ‘700, 45 manoscritti tra cui spiccano il De Rebus Rheginis, la prima storia completa della città di Reggio divisa in XXI libri di Giannangelo Spagnolio, le prove di nobiltà del cavaliere Gerosolimitano Frà Gaetano Supppa, la storia dei Cappuccini in Calabria narrata da Enrico Nava . Tra i manoscritti antichi anche la copia del codice purpureo di Rossano Calabro e tra gli incunaboli il primo libro in lingua Ebraica stampato e pubblicato con data certa (proprio e Reggio Calabria il 18 febbraio 1475), ossia il Commentarius in Pentateuchum del rabbino ed esegeta francese di origini ebraiche Rashi (Rabbin Salomon ben Isaac).Alla sezione Calabria ed al fondo Sandicchi si unirono nel tempo le donazioni, oltre che di Corrado Alvaro, Giuseppe De Nava e Gennaro Giuffrè, quelle degli storici Domenico De Giorgio e Vittorio Visalli, del dottore Domenico Iaria, del pubblicista Vincenzo Mezzatesta, dell’onorevole Antonio Priolo, del giornalista Vincenzo Morello (Rastignac), dell’economista Attilio Da Empoli. Complessivamente il patrimonio bibliografico conta oggi oltre 116.000 opere di narrativa, scienze, filosofia, storia, e quello emerografico 424 raccolte di quotidiani attuali ed antichi.Insomma, un patrimonio tutto da scoprire e da sfogliare.

    Edited by Isabel - 15/10/2014, 15:32
     
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