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Nocera Inferiore

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  1. tagliatella86
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    Nocera Inferiore

    xyIEHZE

    - Info -

    Nocera Inferiore (IPA: [no'ʧera], Nucæra in dialetto locale) è un comune italiano di 45.868 abitanti della provincia di Salerno in Campania. È la città capofila dell'agro nocerino sarnese. La sua storia, fino al 1851, è comune con la confinante Nocera Superiore: le due città hanno infatti una comune origine ed hanno sempre fatto parte di un'unica comunità.

    Territorio

    La città sorge lungo la dorsale settentrionale dei Monti Lattari, presso la congiunzione della valle di Cava de' Tirreni, nella pianura ad est del Vesuvio, detta agro nocerino sarnese. È posta a 43 metri sul livello del mare. L'altitudine minore è di 18 m s.l.m., quella maggiore raggiunge i 1.075 m s.l.m. (sommità del Monte Albino), per una escursione altimetrica di 1057 m. Il grado di sismicità è medio (pericolosità sismica 2). La città risente delle scosse provocate dall'attività del Vesuvio, da cui dista circa 20 km. La città è fuori dalla "zona rossa", ma i venti dominanti che lambiscono la cima del vulcano hanno sempre trasportato in città lapilli e detriti.In passato è stata interessata più volte da eventi sismici che hanno avuto il loro epicentro in diverse zone del sud Italia. Il più violento è stato il Terremoto dell'Irpinia del 23 novembre 1980.L'assetto idrogeologico dell'area è fortemente instabile. Oltre ai fenomeni di alluvioni occasionali e ciclici (la storia ne ricorda diverse, anche funeste), il territorio è soggetto a frane. Precipitazioni di carattere eccezionale possono portare a colate di fango dalle conseguenze spesso mortali.L'ultimo fenomeno si verificò il 4 marzo 2005, quando una frana in località Santa Croce (verso il confine con Nocera Superiore) causò la morte di tre persone. In passato una frana di dimensioni minori interessò un tratto dell'A3, travolgendo alcune auto in transito causando un morto; eventi storici hanno coinvolto nel XIII secolo il convento di Santa Chiara e nel XVIII secolo il Santuario di Santa Maria dei Miracoli di Mont'Albino.

    Orografia

    La città sorge in una piccola valle, chiusa a sud dal Monte Albino, ultima propaggine dei Monti Lattari e a nord da una serie di rilievi collinari (Monti Picentini); a est il territorio è aperto verso Nocera Superiore e Cava de' Tirreni, mentre ad ovest la valle è chiusa parzialmente dalla collina di San Pantaleone, per poi aprirsi verso la piana del Sarno, il golfo di Napoli ed il Vesuvio. Le ultime propagini dei Monti Picentini, sono rappresentate dai rilievi collinari di Torricchio e della collina di Sant'Andrea (nota in passato come monte di San Francesco o collina del Parco).

    Idrografia

    La città è attraversata dai torrenti Cavaiola e Solofrana, che si uniscono in pieno centro formando l'alveo comune nocerino, che sfocia nel fiume Sarno, il quale corre per un piccolo tratto periferico del territorio cittadino. Sono presenti, inoltre, piccoli torrenti come la Matrognana, che scende da Mont'Albino (montagna che fa parte dei Monti Lattari), alcuni rivi che scorrono nelle zone delle starze, che sono soggetti a straripamenti frequenti nelle giornate di forti piogge, e il rio Santa Marina nella zona di Fiano (ai confini con Lavorate di Sarno). Presente anche un laghetto detto "Santo Mauro" (nella omonima zona della città), la cui portata è notevolmente ridotta rispetto al passato.

    Clima

    Il clima della città è mediterraneo, inserita nella zona climatica C. Un detto popolare dice che per capire che tempo farà bisogna "guardare verso Castellammare", cioè ad ovest: a causa dell'influenza che il Vesuvio esercita a livello di correnti, si crea intorno ad esso un vortice che convoglia i sistemi nuvolosi provenienti dal mare verso la valle del Sarno.Le temperature medie rilevate dalle due stazioni meteorologiche presenti in città non sono mai troppo basse in inverno ed estremamente elevate in estate, tuttavia le temperature percepite sono più estreme in quanto risentono dell'elevata umidità che la conformazione orografica del luogo fa stazionare in città. I venti, raramente i sono molto forti. Le precipitazioni sono rare (soprattutto nei mesi estivi), tuttavia stanno subendo un lieve incremento in questi ultimi anni.

    Le origini del nome

    Le vicendevoli leggende narrano di una principessa etrusca che sarebbe scappata dalla città natia per amore, e sarebbe venuta a morire in queste zone. In suo ricordo il padre avrebbe eretto una città che avrebbe perpetuato il suo ricordo, dandole il suo nome: Nuceria. Priva di fondamento è anche la leggenda della grande alluvione che spazzò via un intero bosco lasciando in piedi un solo albero di noce (dal latino nux, nucis - Nuceria), che tuttavia conserva la memoria delle alluvioni che certamente dovevano essere frequenti in una pianura fluviale.La verità circa l'origine del nome (e quella bellicosità delle popolazioni confinanti di cui sopra) è venuta dallo studio delle iscrizioni sulle monete della città (Nuceria aveva una propria zecca), vi si legge il primo nome della stessa: Nuvkrinum Alafaternum. Analizzando queste due parole i linguisti hanno scisso i termini in questo modo: nuv + krin -um alafartern -um: letteralmente: Nuova (=nuv) Rocca (=krin) degli Alfaterni.Il nome odierno, Nocera Inferiore, deriva dall'italianizzazione del toponimo Nuceria (anche se la /u/ è rimasta nell'accezione popolare e dialettale) e dalla posizione geografica della città che, nel 1806, nacque dalla frantumazione di Nocera de' Pagani, sancendo la nascita di cinque comuni, tra cui le due Nocera, differenziate a seconda dell'altezza sul livello del mare.

    Storia - Età Antica

    Le prime testimonianze relative ad una frequentazione della città risalgono al periodo noto come Bronzo Antico (2000-1800 a.C. circa).La nascita di Nuvkrinum Alafaternum, la "nuova città", (che rappresenta il nucleo della futura Nuceria Alfaterna che si sviluppa al di sotto del territorio comunale dell'odierna Nocera Superiore), è datata intorno al VI secolo a.C.

    L'alfabeto nucerino

    Durante gli scavi del teatro ellenistico-romano di Pareti, è emersa un'estesa necropoli. Il reperto più interessante è rappresentato da un'oinochoe (una brocca) in bucchero che presenta un'iscrizione, che, da destra verso sinistra, reca la scritta, traslitterata, Bruties esum (letteralmente: Sono di Bruto). L'iscrizione di Nocera potrebbe perdersi tra le centinaia di altre iscrizioni etrusche se non fosse per una particolare lettera, a forma di alberello, che non si è ancora riscontrata altrove. Ciò è bastato ai linguisti per farli parlare di un alfabeto nucerino.

    Le tufare

    La ricchezza della città, oltre che dalla fertilità dei suoli, arriva dalla peculiarità del suo sottosuolo, da cui si estrae il tufo grigio (la nocerite). Ottimo materiale da costruzione (a Pompei si parla di una "età del tufo" dal 200 all'80 a.C.). Un'ulteriore testimonianza del gran lavoro che doveva esserci nelle tufare della città (alcune delle quali si trovano nell'odierna zona di Fiano, le altre esistenti nella zona Pietraccetta-Piedimonte furono usate anche come ricoveri nel corso della Seconda guerra mondiale), ci viene dalla testimonianza di Senofonte Efesio (scrittore greco vissuto, stando al lessico Suda, tra il II e il III secolo d.C.), il quale nel suo romanzo "Racconti Efesi intorno ad Abracóme e Anzia", dopo varie peripezie, fa giungere il suo protagonista a Nuceria, in Campania, a lavorare nelle cave di pietra. Agricoltura e commercio resero, così, molto ricca la città, che durante il V-VI secolo fu a capo della Confederazione Sannitica Meridionale, comandando su città quali Pompei (che rimase suo porto fino praticamente al disastro del 79 d.C.), Stabiae e Sorrento.Durante le guerre sannitiche la città fu ostile ai romani, ma sconfitta non fu rasa al suolo. I nucerini rimasero d'ora in poi, sempre fedeli a Roma.Dopo la rovina annibalica la città batté moneta.Divenuta municipium Nuceria Alfaterna fu iscritta alla tribù Menenia. In epoca triumvirale (42 a.C.) l'appellativo Alfaterna fu sostituito da Costantia, dando, così, alla città il nome di Nuceria Costantia. Nuceria nel 57 d.C. fu dedotta colonia romana da Nerone. Si trattò di un duro colpo per la vicina Pompei, la quale dovette probabilmente perdere parte del suo territorio agricolo in favore della nuova colonia. La circostanza dovette essere uno dei motivi scatenanti della famosa rissa avvenuta all'anfiteatro di Pompei del 59 d.C. ricordata da Tacito

    L'eruzione del 79

    Nuceria fu interessata certamente dal catastrofico terremoto testimoniato a Pompei nel 62 d.C. Tuttavia l'eruzione del 79 dovette provocare in città più che altro panico, e non furono i suoi effetti immediati a dare dei problemi, ma i suoi effetti a lungo termine, come l'impoverimento della fertilità proverbiale dei suoi suoli e la scomparsa del vicino porto. Non cedettero neanche alle lusinghe e all'esercito di Annibale, che rase al suolo la città. Alla fine della seconda guerra punica i romani, mentre i superstiti dei nucerini erano ospitati nella vicina Avella, ricostruirono la città più grande e più bella di prima.

    Medioevo

    Dopo la caduta dell'impero romano d'occidente, la città finì in mano bizantina. Dovette trattarsi di un periodo di lenta ripresa per la città, come testimonia la costruzione, nel VI secolo d.C., dello splendido battistero paleocristiano di Nocera Superiore.
    Nella campagna nocerina fu sconfitto l'esercito gotico e morì il loro re Teia nella Battaglia dei Monti Lattari durante la Guerra gotica.Dopo l'arrivo dei Longobardi (603) il sempre ambito territorio continuava ad esercitare il suo fascino e i duchi longobardi se lo dovettero contendere molto. Numerosi folii testimoniano le transazioni commerciali che avvenivano sotto il patronato dei notai, nella divisione delle fertili terre.Le mura perdono la loro funzione difensiva (nella frazione Pareti le crepe della fortificazione vengono sfruttate dai fornai). Il sito della città comincia a spopolarsi. Le popolazioni dell'epoca cercano luoghi più sicuri. Alcuni scappano verso la Costiera Amalfitana (rimpinguando i nuclei abitati di Amalfi, Maiori e Positano), altri si rifugiano attorno alla Collina del Parco, in un posto ben difeso, dando vita al primo nucleo della futura Nocera Inferiore.Durante l'VIII secolo la città, seppur frammentata, conserva parte del territorio da lei governato in epoca romana. La Contea di Nocera si estende per quasi tutta l'area dell'attuale Agro Nocerino Sarnese, da Angri fino a Siano, passando per Roccapiemonte e Castel San Giorgio.La città propriamente detta comprendeva, in quest'epoca, vari casali, tra cui i più popolosi e importanti erano il Borgo, posto alle pendici della collina del Parco, San Matteo (con la chiesa del X secolo, più volte restaurata), lungo la direttrice viaria antica Nocera-Stabia (l'attuale corso Vittorio Emanuele, principale strada cittadina nell'Ottocento, dove sono stati rinvenuti resti della via e di un tempio di età romana) e il Vescovado, sede della cattedra vescovile, ai piedi del Monte Albino.Nel corso del XIII secolo la città è nota nei codici dell'Abbazia di Cava col nome di Nuceria Christianorum o Kristianorum. Tale appellativo servì per distinguerla dalla Nuceria, civitas Saracenorum de Apulia citata da Salimbene de Adam, nella sua Chronica, attuale città di Lucera, presso la quale Federico II instaurò una colonia saracena.Il nucleo abitativo si è allargato e comprende le attuali Pagani (che deriva il suo nome dal pagus, un quartiere suburbano della Nuceria romana che aveva almeno un pago: Barbatianus), Sant'Egidio del Monte Albino e Corbara. La città fu attaccata e presa nel 1096 dalle truppe di Ruggero II di Sicilia. Furono, così, i Normanni a prendere possesso del borgo. Venne da loro ingrandito il castello sulla collina del parco, con la realizzazione della torre normanna, e molti conventi sorsero alle pendici della collina: il complesso delle monache di clausura di Sant'Anna, ed il convento francescano di Sant'Antonio.All'incirca all'anno 1000 risale anche uno splendido esempio di insediamento rupestre di età medievale: la chiesetta di Sant'Angelo in Grotta.Secondo alcuni vi sarebbe nato Hugo de Payens, uno dei fondatori dei cavalieri Templari. Fu, poi, Feudo dei Filangieri, dei Latro, degli Zurlo.

    Età moderna

    Alla metà del XVI secolo il Generale Giovan Battista Castaldo, dopo aver partecipato al Sacco di Roma, porta in città un quadro di Raffaello: la Madonna d'Alba, che resterà a Nocera per alcuni anni, custodita presso la chiesa di Santa Maria dei Miracoli in Montalbino. Cresce in questi anni a Nocera il poeta napoletano Jacopo Sannazzaro. La città vive un momento di splendore con i Carrafa, che all'inizio del ‘500, cominciarono a costruirsi in città un grandioso palazzo ducale, decorato da splendidi giardini all'italiana. Accanto al palazzo fu realizzata la chiesa rinascimentale del Corpo di Cristo e il convento francescano di Sant'Andrea , con i frati cappuccini. Nel 1647, sull'onda lunga della rivolta di Masaniello a Napoli, l'insediamento ducale fu distrutto. Persa la connotazione originaria, il palazzo, per volere del re di Napoli Carlo III divenne, alla metà del ‘700, sede di uno dei più imponenti contingenti militari del regno, "il Gran Quartiere" (la "caserma rossa").In concomitanza con il ripristino della perduta diocesi cominciarono i lavori per la costruzione della nuova sede vescovile: la cattedrale di San Marco (meglio conosciuta come San Prisco) al Vescovado (che si vantò di possedere le reliquie del profeta biblico Giona trasportate in città, secondo una tradizione, da Uguccione Dei Pagani nel 1105 al ritorno dalla prima crociata).Alla cattedra che fu di San Prisco si alternarono i fratelli comensi Benedetto Giovio e Paolo Giovio.La città conserva un numero straordinario di opere della rinomata (soprattutto all'estero) famiglia di pittori del XVII-XVIII secolo. Angelo Solimena, Francesco Solimena e Orazio Solimena hanno vissuto ed operato in città, in Italia ed all'estero. Questa straordinaria famiglia di artisti si è contraddistinta non solo nel campo della pittura, ma anche in quello dell'architettura. È di Francesco Solimena il disegno dello splendido campanile del Vescovado, che fa anche da arco d'ingresso al sagrato della cattedrale. Importanti loro opere si trovano nelle chiese di Sant'Anna, San Matteo e nella Cattedrale (dove, nella volta di una delle cupole, è raffigurato il Paradiso). In questo secolo tutto il quartiere del Vescovado subisce un'intensa opera di riqualificazione urbana, con la realizzazione del palazzo vescovile, del palazzo De Francesco e del Seminario Vescovile.

    Il XIX secolo

    Da una città cinque comuni

    Nel 1806, la riforma amministrativa di Giuseppe Bonaparte spezzò per sempre l'unità del territorio, e da Nocera de' Pagani nacquero i Comuni di Nocera San Matteo, Nocera Corpo, Pagani, Sant'Egidio del Monte Albino e Corbara. Le due Nocera si riunirono nel 1834, poi nel 1851 scissero definitivamente nei comuni di Nocera Inferiore e di Nocera Superiore. Nocera fu divisa per le pressioni di alcuni latifondisti napoletani, che poterono, grazie alle nuovi entità comunali, sottrarre delle terre al demanio. Più volte il consiglio comunale di Nocera Superiore tentò di riunirsi a Nocera, ma senza fortuna. Attualmente la città è composta da sei Quartieri: Piedimonte - Pietraccetta, Merichi - Cicalesi, quartiere Storico, quartiere Capocasale, quartiere Metropolitano e Casolla - Grotti.Dal 1811 al 1860 è stato capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Salerno del Regno delle Due Sicilie.Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia è stato capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Salerno.

    La storica stazione ferroviaria

    Il 18 maggio 1844 fu inaugurata la stazione ferroviaria. Quello che era stato il primo tratto italiano (il percorso Napoli-Portici) fu ampliato fino alla città di Nocera, la quale ebbe il "privilegio" di possedere una delle prime stazioni italiane, oltre che un collegamento veloce e sicuro con la capitale partenopea. Nocera dispone oggi anche di una seconda stazione ferroviaria, Nocera Mercato, molto piccola e scarsamente utilizzata.

    Il XX secolo

    Gli inizi del nuovo secolo furono ferventi per la città di Nocera Inferiore: l'importante caserma, la stazione ferroviaria, il liceo classico (il "Gian Battista Vico" che, fondato nel 1865, rappresenta uno dei più antichi istituti del mezzogiorno), rappresentarono elementi fondamentali per il suo sviluppo.Dal 1861 al 1927 Nocera fu capoluogo di mandamento, nel Circondario di Salerno.Gli istituti di cura mentale fecero di Nocera un campo privilegiato per le scoperte in campo psichiatrico di Marco Levi Bianchini. L'istituto (oggi sede dell'ASL SA 1) dispone di una ricca biblioteca storica sull'argomento. A Nocera Levi Bianchini tradusse per la prima volta in Italia le opere di Sigmund Freud. L'ospedale psichiatrico "Vittorio Emanuele II" fu istituito nel 1883 sfruttando i locali dell'ex convento degli olivetani, ed ospitò malati provenienti dalle provincie di: Salerno, Avellino, Foggia, Bari, Campobasso, Cosenza.Erano presenti, inoltre, un ospedale civile (il Santa Elisabetta, in via Libroia) e un Ospedale militare (adicente alla piazza d'armi, in viale San Francesco).Nel 1910 la voglia di sport diede modo a Carlo Cattapani di fondare, il 1º febbraio, l'Associazione Giovanile Nocerina.Lo sfruttamento delle risorse delle sue fertili terre fecero fiorire l'industria conserviera. La città, già attiva industrialmente per via della famiglia Wenner, fondatrice delle MCM (industrie cotoniere meridionali), s'arricchì di "cento ciminiere" dovute alle fabbriche dedite alla trasformazione dei prodotti conservieri (su tutti il celeberrimo pomodoro San Marzano). Il benessere che ne conseguì fu notevole, ma tuttavia poco duraturo: la classe imprenditoriale si dimostrò immatura a reggere la sopraggiunta ricchezza.Sono gli anni in cui comincia lo scempio edilizio della città, oggi sotto gli occhi di tutti.La città disponeva al tempo di cinque cinema (di cui due teatro) che ospitavano le più importanti riviste nazionali (famosa l'esibizione di Totò).In epoca fascista viene costruita una nuova sede per il Liceo Classico. L'imponente edificio viene realizzato a forma di "M" per compiacere Mussolini.Viene realizzata una nuova caserma (che prenderà il posto della "Caserma rossa"): la Libroia, attualmente sede del 45º Battaglione trasmissioni "Vulture".

    Oggi

    Martoriata dalla criminalità negli anni settanta, e dal sacco edilizio degli anni sessanta-settanta, oggi la città sta lentamente riprendendo il fervore culturale che l'ha caratterizzata negli decenni scorsi.La città è sede di numerosi uffici e banche. Di un "Reparto territoriale" dei Carabinieri, un Commissariato della Polizia di Stato e Guardia di Finanza (questi ultimi due ospitati negli edifici della Cittadella Giudiziaria), inoltre un Tribunale e una Procura della Repubblica.È allocata a Nocera anche l'ex ASL Salerno 1, erede della vecchia USL 50 della Regione Campania, con il moderno ed efficiente Ospedale Umberto I.In città si svolgono importanti manifestazioni di carattere regionale (Tesori e sapori dell'antica Nuceria) e nazionale (Jazz in Parco). È saltata agli onori della cronaca per il costruendo teatro all'aperto, firmato dall'architetto portoghese Eduardo Souto de Moura.

    Le denominazioni assunte nella storia

    • Sconosciuta la denominazione che diedero alla città gli etruschi, che risiedettero in essa dalla fondazione fino alla fine del V secolo a.C.;
    • Durante la fase sannitica, fino al 216 a.C., la città fu nota come: Nuvkrinum Alafaternum;
    • Entrata in orbita romana, fino al 42 a.C. la città si chiamò Nuceria Alfaterna;
    • Dalla deduzione della colonia, fino al V secolo, la città si chiamò Nuceria Costantia;
    • Nell'Alto medioevo, fino al 1266 (dominazioni di goti, longobardi, normanni, angioini, francesi) l'insediamento fu noto col nome di: Civitas Nuceriae;
    • Nel XIV secolo (Regno di Napoli, fino al 1435, durante le dominazioni di aragonesi, spagnoli) la città fu nota come: Nuceria Christianorum, per distinguerla dalla Nuceria Saracenorum o Nuceria de Apulia (oggi Lucera in Puglia);
    • Dalla fine del XV secolo, fino al 1806 (attraversando le vicende storiche del Regno di Napoli, fino al 1806 austriaci, spagnoli, francesi Repubblica napoletana, Regno delle Due Sicilie), insieme ad altri quattro odierni comuni la città era nota come Nuceria Paganorum;
    • Nocera Corpo e Nocera San Matteo , fu una breve denominazione che interessò le due Nocera fino alla riunificazione provvisoria del 1834 (Regno delle Due Sicilie);
    • Nocera Inferiore e Nocera Superiore, è la denominazione ufficiale dal 1851 ad oggi (Regno delle Due Sicilie, Regno d'Italia, Repubblica Italiana).

    Cosa c'è da vedere a Nocera Inferiore
    • Chiesa di Sant'Angelo in Grotta (X secolo), realizzato col titolo di Prioria tra il 1080 e il 1086, nacque come ospizio del monastero della Trinità di Cava.
    • Chiesa di San Matteo (X secolo), è una delle chiese più antiche della città e ne rappresenta la chiesa madre della città.
    • Chiesa e Convento di San Giovanni in Parco (XI secolo), l'ex convento, oramai diroccato, è stato il primo rifugio per gli ammalati della città. Ne è in corso un restauro completo.
    • Chiesa e Convento di Sant'Anna (XIII secolo), l'austero convento è uno scrigno d'arte: conserva cicli pittorici che vanno dal XIII secolo al XVIII secolo.
    • Chiesa e Convento di Sant'Antonio (XIII secolo), uno dei principali conventi francescani della regione. Ospita una pinacoteca, il museo archeologico provinciale e una ricca biblioteca.
    • Chiesa e Convento di Santa Chiara (XIII secolo), il convento di clausura si colloca nel limite occidentale della città e rappresenta il biglietto da visita per chi proviene dalla Strada Statale 18.
    • Palazzo vescovile (XVI secolo), alle spalle della cattedrale, chiude a meridione il complesso monumentale del quartiere del Vescovado.
    • Curia diocesana (XVI secolo), è uno dei palazzi architettonicamente più interessanti della città. Oggi è sede della Curia vescovile.
    • Chiesa e Convento di Sant'Andrea (XVI secolo), sorge a mezz'altezza sulla collina del Parco e domina la città con la sua mole sin dal 1563.
    • Chiesa del Corpo di Cristo (XVI secolo), un piccolo gioiello rinascimentale.
    • Santuario di Santa Maria dei Miracoli (XVI secolo), rappresenta luogo sacro per i nocerini, meta di pellegrinaggio nel caratteristico martedì di pasquetta della città.
    • Chiesa di San Bartolomeo (XVIII secolo), la chiesa, nel quartiere Piedimonte-Pietraccetta, ospita oggi l'effige della Madonna dei Miracoli di Mont'Albino, traslata dall'originario convento dopo una frana.
    • Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe (XX secolo), ubicata nella località di Montalbino, è un esempio di architettura contemporanea.
    • Cappella di San Rocco (XIX secolo), realizzata tra il 1886 e il 1888 è ubicata nel Casale del Pozzo.
    • Palazzo Lanzara, ex Castelrodrigo (XVII secolo), tra il liceo classico ed il palazzo comunale si passeggia affiancando questa grande struttura tardo seicentesca. Interessanti il portale e le finestre su che danno su piazza Cianciullo. Caratteristica la Cappella di Santa Sofia (con epigrafe in alfabeto greco), del XIX secolo.
    • Palazzo e Torre Guerritore Broya (XIX secolo), il piccolo edificio turrito, ormai simbolo della città, impreziosisce il centro cittadino con la sua mole ottocentesca.
    • Palazzo De Francesco (XVIII secolo), insieme al prospiciente seminario , costituisce l'accesso monumentale al viale che conduce alla Cattedrale, nel quartiere Vescovado. Il palazzo, impreziosito dalla piccola cappella di famiglia, è caratterizzato da un ampio portale e da una loggia porticata che si affaccia sul cortile interno. Il primo piano è decorato da affreschi dal tema architettonico.
    • Palazzo Comunale (XIX secolo), la sede municipale nocerina è il centro geografico e amministrativo della città.
    • Palazzo del Liceo Classico (XX secolo), da sempre il polo più prestigioso per gli studi dei cittadini, l'edificio è noto anche nella storia del cinema per essere stato citato da Ettore Scola nel suo C'eravamo tanto amati.
    • Palazzo Gabola (XX secolo), l'elegante struttura si colloca quasi di fronte al palazzo comunale. Suggestive le colonne che ne circondano il portone.
    • Galleria Maiorino (XX secolo), in via Matteotti, non lontana dal palazzo comunale, rappresenta una elegante piazza coperta. Realizzata all'inizio degli anni ottanta dall'architetto Nicola Pagliara, è stata costruita sul sito del dismesso cinema "Modernissimo". È sede di negozi ed uffici.
    • Galleria del Corso (XX secolo), di recente realizzazione, collega piazza del Corso con via Garibaldi. Caratterizzata dai portici a volta che la circondano, ha ampio ingresso scenografico nella parte orientale.
    • Palazzo Piccolomini d'Aragona (XX secolo), in via Lucarelli, nei pressi del Liceo Giambattista Vico. Costruito in stile Liberty nel 1927, è caratterizzato da una torretta recante lo stemma familiare. I provvedimenti seguiti alla riqualificazione della linea ferroviaria ridussero notevolmente le dimensioni del giardino che circonda il plesso.
    • Caserma Libroia (XX secolo) Edificata nell'area della ex piazza d'armi la struttura, costruita secondo canoni militari moderni, è sede del 45º battaglione trasmissioni "Vulture".

    Edited by PatriziaTeresa - 20/6/2015, 19:25
     
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