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Memorie - Nei versi di Ibico, l’inviolato giardino di ninfe che fu Rhegion

Storia

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  1. Isabel
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    Memorie - Nei versi di Ibico, l’inviolato giardino di ninfe che fu Rhegion

    - Fonte -
    di Anna Foti


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    E’ il filosofo e drammaturgo tedesco dell’Ottocento, Johann Christoph Friedrich von Schiller, a ricordare in una sua poesia “Die Kraniche des Ibykus” (o Ibycus) - “Le gru di Ibico” - Ibico di Reggio, il più illustre rappresentante della scuola Lirica Corale della Magna Grecia, una delle più significative voci dei Pitagorici reggini. I due versi finali di questa poesia di Schiller sono impressi su una targa posta sul corso Vittorio Emanuele III (via Marina Alta) all’incrocio con via Lemos, proprio a Reggio Calabria, antica Rhegion. La targa, che recita "So wandert'er, an leichtem Stabe, aus Rhegium, des Gottes voll" ("Così cominciò a vagare, su un leggero bastone, fuori da Reggio, colmo di Dio" – traduzione di Alessia Luccisano), richiama la seconda parte della vita del poeta greco antico che, dalla Rhegion che gli diede i natali nel VI secolo a.C. e dove raggiunse il suo massimo splendore, in età adulta si trasferì in Grecia, nella Samo di Policrate, da cui invece fuggì Pitagora.

    Dalla Magna Grecia alla Grecia, dunque, dove andò incontro ad una morte di cui, secondo varie fonti, uno stormo di gru fu testimone e vendicatore. Ibico nacque nell’antica Rhegion da una famiglia aristocratica. Suo padre era il legislatore, anch’egli della scuola pitagorica, Fitio. Fu allievo della scuola poetica di Stesicoro, annoverato dagli alessandrini tra i nove poeti eccelsi della Lirica greca, frequentò, dopo il trasferimento in Grecia, la corte dove entrò in contatto con il poeta Anacreonte. Si narra che le sue opere fossero raccolte in sette libri custoditi presso la biblioteca di Alessandria d’Egitto, la più grande e ricca biblioteca del mondo antico e polo culturale ellenistico di eccellenza. Andò distrutta per l’ultima volta per mano degli arabi nel 642 d.C.. In suo ricordo oggi sorge la moderna Bibliotheca Alexandrina.

    “Maxime vero omnium flagrasse amore Rheginum Ibycum apparet ex scriptis” (« Il Reggino Ibico tra tutti il più infiammato d'amore. E vediamo che gli amori di tutti costoro sono sensuali »), così Cicerone nelle Tuscolane (IV, 71) apprezzò Ibico come poeta tra i più ardenti d'amore in tutta la Magna Grecia. Delle sue opere, per la maggior parte di contenuto eroico (encomi) o sentimentale - erotico, ispirate all’amore per la natura fanciullezza e la bellezza maschili, oggi resta molto poco, prevalentemente frammenti e testimonianze curate dal filologo e classicista reggino Franco Mosino, custoditi presso svariate biblioteche reggine e calabresi*. Un epigramma dell’antologia Palatina, per alcuni attribuibile alla poetessa locrese Nosside, riferisce che ad Ibico venne dedicato un cenotafio. E vi è lo stesso Franco Mosino tra coloro che hanno sostenuto che il cenotafio in onore di Ibico, morto e sepolto in Grecia ma nato a Rhegion, sarebbe stato eretto a Reggio e che sul sepolcro avrebbe trovato posto il Kouros, rinvenuto in occasione di un’operazione di Polizia tributaria e poi esposto presso il Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.

    Con Toagene (o Teagene), il primo omerista della storia e l’editore dell’Iliade, e con Glauco, il cui prestigio si deve all’opera "Intorno agli antichi musici e poeti" pervenuta nei secoli successivi in frammenti, Ibico fu illuminante testimonianza di eccellenza di Lirica Corale, coniugando poesia, musica e canto. A lui, secondo alcuni, si deve anche l’invenzione di uno strumento musicale di forma triangolare, il cosiddetto Ibicino. Un aneddoto su cui non vi è certezza, ma che viene ricordato anche dallo scrittore greco antico, Ateneo di Naucrati, ne I sapienti a banchetto (IV, 175 d-e): « Ma quest'ultimo strumento (la Lira fenicia, o sambuca) Neanthes di Cizico, nel libro primo dei suoi Annali, dice che fu ideato da Ibico, il famoso poeta di Reggio; così come Anacreonte inventò il 'barbiton' (strumento dalle molte corde)».

    La musica e l’amore cantati da Ibico hanno ispirato la stele a lui dedicata, composta da una massiccia lastra di marmo travertino alta 4 metri, situata nei pressi di Piazza Indipendenza a Reggio. Un’opera dello scultore cittanovese Michele Guerrisi posta su base di pietra baltica, sulla quale si leggono i versi che la primavera di Rhegion ha ispirato nel poeta e davanti viene ritratta la Musa che suona la lira.

    Non manca anche per Ibico uno spesso velo si mistero sulla sua vita contaminata da storia antica, leggenda e mitologia. Innamoratosi dell’ateniese Nereide promessa in sposa al ricco Euforione ma anch’ella innamorata di Ibico, dopo essere riuscito con la complicità della giovane ad annullare le nozze, recandosi ad Atene per sposarla, incurante dei cattivi auspici dell’oracolo Anfiarao che lo aveva guarito da un male agli occhi, si smarrì in aperta campagna. Fu qui che dei ladroni lo trucidarono ed è in questo drammatico momento che si innesta anche la leggenda dello stormo di Gru, invocato da Ibico in punto di morte, per testimoniare quanto stava accadendo. Grazie ad esso i responsabili sarebbero stati arrestati e condannati. Della sua morte parla Plutarco nel De Garrulitate (XIV) « Ferito a morte dai ladri nei pressi di Corinto, il poeta in punto di morte vide uno stormo di gru e le pregò di vendicare la sua morte. I ladri nel frattempo giunsero a Corinto e, poco dopo seduti nel teatro, videro le gru sopra le loro teste. Uno di loro, sorpreso, esclamò: "Guardate, i vendicatori di Ibico!", così la gente capì cosa era successo accusando gli autori del delitto ».

    Le stesse gru del titolo della poesia di Schiller che, al cospetto dello Stretto e della Sicilia (dove il drammaturgo tedesco avrebbe ambientato nel 1803 la tragedia intitolata “La sposa di Messina”), consacra all’immortalità i vibranti versi di Ibico ed i tempi fervidi dell’antica Rhegion in cui ha vissuto.

    *Biblioteca 'Paolo Ruffo' Scido, Biblioteca Comunale Topa D. Palmi , Biblioteca Comunale De Nava Reggio Calabria, Biblioteca Civica Cosenza, Comunale San Giovanni in Fiore, Biblioteca Comunale Crotone, Biblioteca Comunale Locri, Biblioteca Comunale di Polistena, Biblioteca comunale di Curinga, Biblioteca del Liceo Class. Morelli Vibo Val. Comunale De Nobili Catanzaro, Biblioteca Comunale Lamezia Terme, Biblioteca Comunale Vibo Val, Biblioteca Caldora Castrovillari, Biblioteca Comunale Corigliano, Biblioteca Comunale Cinquefrondi, Biblioteca Comunale Taurianova, Biblioteca Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria, l’Istituto della Biblioteca Calabrese.

    Edited by Isabel - 15/10/2014, 15:24
     
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