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Mario La Cava

Scrittore italiano

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  1. Isabel
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    Storie di calabresi lontani da casa - Mario La Cava

    Mario_La_Cava

    Fonte - Strill.it

    Mario La Cava, nato a Bovalino l'11 settembre 1908, rimase sempre fedele alla sua terra d'origine, svolgendo per un cinquantennio l’attività di intellettuale coerente e leale, stimato dalla gente comune ed apprezzato dagli addetti ai lavori. Possedeva una cultura umanistica, acquisita negli anni di formazione tra Reggio Calabria, Roma e Siena, a contatto con i salotti letterari in voga intorno agli anni Trenta. Ridotto al silenzio dalla censura del regime fascista, spesso trascurato dai mass-media durante la prima Repubblica, Mario La Cava trascorse la sua vita lontano dal mondo industrializzato delle metropoli per meglio meditare sulle ripercussioni sociali e morali che le scelte politiche ed economiche delle varie classi dirigenti hanno avuto sul destino del nostro Mezzogiorno. La Cava non fu mai schiavo di alcun ideologismo e si impegnò strenuamente per la difesa dei diritti civili e la libertà di pensiero. La sua produzione letteraria è feconda e la sua opera più emblematica sono i 'Caratteri', che contengono accenti lirici e satirici in quadri di vita miniaturizzati. Prendendo a modello i classici greci, l’autore si cala attentamente nella quotidianità contemporanea e ne ricava ritratti e bozzetti dei più svariati tipi di umanità. La Cava concepisce l’idea del romanzo inteso come un susseguirsi di eventi che stravolgono la vita dei protagonisti. Sul finire degli anni cinquanta, compone il romanzo 'Vita di Stefano'. Vi si narra la storia di un giovane sognatore senza lavoro e senza futuro in un’epoca in cui la miseria regna sovrana e il regime impone l’educazione al fucile. I temi sociali sono sempre presenti nei romanzi di La Cava, come testimoniano 'I fatti di Casignana', romanzo improntato sul dramma delle lotte contadine nella Calabria del 1922, in cui il popolo ricopre il ruolo di co-protagonista. La febbrile attività giornalistica trova riscontro nella voluminosa raccolta di articoli apparsi sulle più diffuse testate italiane del Nord e del Centro-Sud, dal «Mondo» al «Corriere della Sera», da «l’Unità» alla «Gazzetta del Mezzogiorno». In questi scritti, La Cava è appassionato nel difendere la causa dei deboli, irriducibile nella ricerca della verità, eroico nell’attaccare le forme più subdole dell’ipocrisia.

    Inno all’innocenza possono essere definite le delicate pagine del libretto 'Colloqui con Antonuzza', in cui il candore di un’anima infantile si espande all’interno di un contesto sociale convenzionale. Protagonista de 'Le memorie del vecchio maresciallo' è invece l’intero paese di Orsa, di cui un lucido novantenne narra fatti e misfatti con ironica partecipazione ed altera epicità. Impressioni ed emozioni durante lo svolgimento del processo al nazista Eichmann sono impresse nel libro 'Viaggio in Israele', da cui emergono amore per la giustizia ed acume psicologico. Nel 2008, in omaggio al centenario della sua nascita, appaiono postume due opere significative del suo percorso culturale, 'La Repubblica Cisalpina' e 'I racconti di Bovalino'. La storia della Repubblica Cisalpina nasce come tesi di laurea in giurisprudenza e s’incentra su argomenti giuridici, ma l’attenzione dell’autore è catturata da altre tematiche, quali il problema dell’unità d’Italia e il concetto di libertà nello Stato moderno. I Racconti rappresentano, invece, l’album del suo paese natale depositario di segni archetipici, di cui sono intrisi i sogni di riscatto degli esseri umani. L’opera è pervasa dal sentimento tragico della vita e dà voce agli umili della terra.

    Voce agli umili: questo è ciò che volle dare La Cava - spentosi a Bovalino il 16 novembre 1988 - col suo esempio di scrittura.
     
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