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Tutte le chiese di Staiti

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  1. Isabel
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    Tutte le chiese di Staiti




    Tempio di Santa Maria di Tridetti

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    Monumento Nazionale

    - Fonte -
    Testo a cura di: B&B Galati, Brancaleone (RC)

    Poco prima di arrivare all'abitato di Staiti, percorrendo la Comunale da Brancaleone, s'incontra un cartello turistico che indica la direzione per Tridetti. Le absidi della piccola Chiesa s'intravedono tra le distese di ulivi già dalla strada. Al turista, l'edificio dichiarato Monumento Nazionale e datato XI secolo, si presenta dal lato posteriore. La facciata principale è rivolta verso la montagna (denominata del conte Ruggero) coperta da elici e querce. Più a valle lo sguardo si perde tra i filari di agrumi e la macchia colorata degli oleandri. Questa località e conosciuta con il nome di “badia” (badia-abbazia) perché si pensa che in origine vi fosse annesso un cenobio brasiliano, poi andato distrutto. Nel suo insieme la Chiesa presenta un'architettura in cui convergono una serie di elementi di diversa derivazione: greche, l'arco a sesto acuto che divide la navata del presbiterio, le finte colonne ai lati dell'abside, le due porte laterali destinate all'ingesso dei fedeli separati per sesso, la mancanza di sculture; arabe, la forma acuta dell'arco trionfale; bizantine, la decorazione con laterizi.

    La fondazione e la leggenda

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    Sulla data della sua fondazione sono state formulate varie ipotesi. Una leggenda racconta che un tempo sulla stessa area sorgeva un piccolo tempio. Edificato dai Lo Cresi Zefhiri nel V-VI secolo a.C., elevato per ringraziare il Dio Nettuno per averli salvati da una tempesta. Secondo il racconto la sua statua era stata coperta da un prezioso mantello gemmato, poi trafugato da Annibale, durante la sua permanenza sulla costa Ionica calabrese, per punire i Lo Cresi, alleati di Roma. A suffragare l'ipotesi di un preesistente tempio dedicato al dio Nettuno fu il ritrovamento, nei pressi dell'attuale chiesa, di una moneta recante l'immaggine di Nettuno col tridente e la leggenda greca Pose-Jeno che si spiega col nostro “come ti salvo”. Partendo dal presupposto che un tempio doveva preesistere, i basiliani se ne impossessarono tra il VII e VIII, trasformandolo in una Chiesa greca in onore della Madonna del Tridente (chiara allusione alla divinità del mare), poi divenuto Tridetti. Secondo una diversa interpretazione etimologica, invece, la parola potrebbe derivare dal greco tridactilon (tre dita) per indicare il Bambino benedicente in braccio alla Vergine. L'unico documento pervenuto sulla chiesa risale al 1060. Ritratta di un privilegio con cui il Conte Ruggiero d'Altavilla dispose l'assegnazione di parte delle rendite della badia al Capitolo di Bova dal quale la stessa dipendeva. Gli studiosi ritengono che per procedere a un operazione del genere non soltanto il monastero brasiliano dovesse esistere prima del Mille, ma a quella data doveva aver raggiunto già una certa importanza. Paolo Orsi, archeologo sovrintendente alle antichità e alle belle arti della Calabria, che scoprì la struttura nel 1912, ne fissa l'origine al XI secolo, accettando l'ipotesi di un piccolo tempio preesistente.




    Chiesa di S. Anna

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    Posta quasi all'inizio del paese, questa piccola Chiesa a unica navata, risale al XIX secolo. Sulla facciata principale spicca un grande rosone a raggiera. Sopra, sul timpano sormontato dalla Croce, la scritta Sant' Anna. All'interno dietro l'altare è custodita la statua della patrona.




    Chiesa di Santa Maria della Vittoria

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    Di architettura barocca fu costruita nel 1612 e successivamente restaurata nel 1969. Intitolata a S. Maria della Vittoria in ricordo della battaglia di Lepanto (7 ottobre del 1571) che fu un'immane battaglia navale combattuta tra 564 navi, con l'ausilio di 2565 cannoni. I turchi sconfitti ebbero 35.000 morti, i cristiani 5.000; tra essi i calabresi, che si batterono come leoni, ebbero 600 caduti. Il giubilo per la vittoria fu immenso in tutti i paesi che si erano battuti contro i turchi e furono costruiti monasteri e chiese dedicati a questo evento. Anche gli statesi dovevano convivere con le continue incursioni bizantine e quella vittoria, che attribuivano all'intercessione della Madonna, poteva rappresentare un passo avanti verso la liberazione. Costruita in posizione panoramica, ha una struttura imponente a tre navate. Nel 1699, sul portale, è stata posta una lapide scritta in latino su cui si legge: “La Vergine vittoriosa ai tuoi abitanti, o Staiti, concederà armi tali da vincere anche i dardi neri di Satana…” Nella parte posteriore, leggermente spostato rispetto all'asse centrale dell'edificio, svetta il caratteristico campanile. Tra le opere presenti: una statua della Vergine con Bambino, in marmo bianco di Carrara, attribuita alla scuola del Gagini e datata 1572.

    Edited by Isabel - 30/10/2014, 00:04
     
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