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Mantova

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    Mantova

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    - Info -

    Mantova (Mantua in latino e Màntua in dialetto mantovano) è un comune italiano di 48.684 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia.

    Dal luglio 2008 la città d'arte lombarda con Sabbioneta, entrambe accomunate dall'eredità lasciata loro dai Gonzaga che ne hanno fatto tra i principali centri del Rinascimento italiano ed europeo, è stata inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. La città è stata colpita durante il terremoto del 2012, ma senza vittime.

    Geografia fisica

    Mantova si trova nella regione Lombardia, non lontano dal confine con le regioni Veneto ed Emilia-Romagna.

    Territorio

    Idrografia


    « Non molto ha corso, ch'el trova una lama,
    ne la qual si distende e la 'mpaluda »
    (Dante Alighieri, Inferno, canto XX, vv. 79-80)

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    Profilo di Mantova

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    Mantova: visione autunnale
    del lago
    Nel XII secolo l'architetto ed ingegnere idraulico Alberto Pitentino, su incarico del Comune di Mantova, organizzò un sistema di difesa della città curando la sistemazione del fiume Mincio in modo da circondare completamente il centro abitato con quattro specchi d'acqua, così da formare quattro laghi: Superiore, di Mezzo, Inferiore e Paiolo; Mantova, di fatto, era un'isola.
    Alla campagna si accedeva attraverso due ponti - il Ponte dei Mulini e il Ponte di San Giorgio - ancora esistenti.
    In età comunale venne tracciato il Rio, un canale che taglia in due la città, collegando il lago Inferiore a quello Superiore. Altre dighe e chiuse consentirono un'adeguata difesa dalle acque.
    Nel XVII secolo una forte inondazione diede inizio ad una rapida decadenza: il Mincio, trasportando i materiali solidi, trasformò i laghi in paludi malsane che condizionarono ogni ulteriore sviluppo; fu prosciugato, allora, il lago Paiolo a sud, in modo che la città restasse bagnata dall'acqua solo su tre lati - come una penisola - ed oggi ancora si presenta così.
    Sono, quindi, tre gli specchi d'acqua, non d'origine naturale, ricavati nell'ansa del fiume Mincio che danno a Mantova una caratteristica del tutto particolare, che ad alcuni sembra quasi magica in quanto compare come una città nata dall'acqua. Nel 1984 è stato istituito il Parco del Mincio di cui il territorio del Comune di Mantova fa parte.

    Flora e Fauna

    Flora e fauna del territorio ruotano inevitabilmente attorno all'imponente presenza a Mantova dei laghi e delle acque che la cingono.Sorprendentemente nei laghi mantovani sono presenti i fiori di loto (Nelumbo nucifera), originari del Sud Est asiatico. Dalle sponde del parco pubblico di Belfiore, sul lago Superiore, è ben visibile l'isola galleggiante dei fiori di loto con la spettacolare fioritura in luglio-agosto-settembre. La loro bellezza è indubbia ma dal punto di vista ambientale l'introduzione del fior di loto è stata un'operazione discutibile dato che si tratta di una specie aliena dotata di forte capacità infestante che fa sì che siano oggetto di massicci interventi periodici di sfalcio per preservare l'integrità dei laghi. La loro introduzione in Italia è opera nel 1914 dei padri Saveriani di Parma che decisero di utilizzare la fecola ottenuta dai rizomi a scopo alimentare, come da secoli facevano i cinesi. Anna Maria Pellegreffi, giovane laureata in Scienze Naturali si occupò del trapianto dei rizomi nel Lago Superiore di Mantova nel 1921. La farina non ebbe successo nella cucina mantovana ma il fiore colonizzò i laghi. Il paesaggio emozionante e surreale che la distesa di fiori di loto concorre a creare ha dato vita anche a una leggenda sulla loro nascita in territorio. Si racconta che un giovane viaggiando per l'oriente conobbe una ragazza dagli occhi a mandorla e con la pelle profumata come i petali del fior di loto. Venuta a Mantova, la povera ragazza, nello specchiarsi nel lago, vi cadde, perdendo la vita. Il ragazzo allora gettò dei semi del fiore nel lago in modo che, fiorendo ogni estate, potessero ricordare con il loro profumo e la loro delicata bellezza la sua sposa e sconfitto dal dolore si tolse la vita sparendo anch'egli nelle acque del lago.
    Oltre al re incontrastato del lago, è facile vedere le specie autoctone come la castagna d'acqua (Trapa natans), detta anche trigol, particolarmente sviluppata sul lago di Mezzo con i suoi frutti forma di piramide e commestibili, le isolette di ranuncolo d'acqua (Nuphar luteum) con i loro fiori di colore giallo dorato, che aprendosi solo in parte mantengono la particolare forma rotondeggiante e le ninfee bianche con uno splendido fiore profumato che forma raggruppamenti vegetali assieme alle altre ninfee ed erbe galleggianti (morso di rana, salvinia, Ceratophyllum demersum etc).
    Sul margine, assieme alle canne palustri, salici piangenti e cariceti (la famosa carésa utilizzata per impagliare sedie e confezionare cappelli e altri prodotti artigianali), cresce l'ibisco di palude, autoctono e molto raro, che si trova oltre che nelle Valli del Mincio solo in Toscana, Friuli e Veneto.
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    Fauna e flora acquatica lacustre.
    Ormai scomparsa in questi territori, come in quasi in tutta Italia, la scargia(Stratiotes aloides).Gli uccelli trovano nei canneti e nelle acque del territorio palustre il luogo ideale per deporre le uova e trovare cibo. È la fauna aviare quindi quella più rappresentativa della zona anche più limitrofa alla città.
    L'airone rosso, le gallinelle d'acqua, le folaghe con tipico piumaggio nero in contrasto con il bianco che si estende sulla regione frontale, e altri anseriformi utilizzano il lago per "fabbricare" nidi galleggianti al limitare del canneto sulla riva o su accumuli vegetali mai troppo a largo, l'airone cenerino invece, nidifica sugli alberi vicini ai numerosi corsi d'acqua per l'irrigazione che si ramificano per i campi della provincia, luoghi di nidificazione e di caccia anche delle poiane dei tarabusi e delle più "riservate" civette.
    La famiglia degli aironi presenti nelle acque del Parco del Mincio, oltre al rosso e al cenerino comprende anche le garzette, svassi, sgarze ciuffetto e le nitticore. Solitamente questi uccelli si osservavano solo nei mesi tra aprile e settembre perché sono specie migratorie, ma negli ultimi anni hanno preferito sostare anche d'inverno.
    Tra le canne si nascondono i nidi della cannaiola e del basettino. Ma le dolci acque del lago e delle paludi del Mincio e del Po sono popolate anche dal pesce gatto, tinca, carpa, persico, anguilla e luccio.
    È possibile navigare i laghi di Mantova, con crociere che permettono di vedere tutta la città dall'acqua. Unendo l'aspetto storico, artistico e architettonico alla natura di un'oasi naturale più unica che rara.
    Lepri, fagiani e volpi possono essere i protagonisti di qualche incontro notturno nelle campagne mantovane.
    Rimpinzate dalle generose mani dei visitatori anche anatre e cigni sono da annoverare tra le specie presenti in "suolo" virgiliano, popolando, ormai senza troppi timori della presenza umana, le sponde dei laghi e regalando un forse inatteso contatto con la natura al turista della città d'arte.

    Clima

    Essendo una città dell'entroterra del Nord Italia, risente del clima rigido invernale dove non sono infrequenti le nevicate. La vicinanza della città al fiume Po porta come conseguenza che, in tutti i periodi dell'anno, il clima sia caratterizzato da una forte umidità: d'inverno si manifesta con grande frequenza il fenomeno della nebbia. Insistendo in uno spazio chiuso, com'è la Pianura Padana, d'estate il clima è afoso e umido, con poca ventilazione. La minima storica si ebbe il 16 febbraio 1929 con 19 gradi sotto zero mentre la massima si registrò il 7 luglio 1957 con 38,2 gradi all'ombra. Negli inverni degli anni dal 1930 al 1955 era abbastanza usuale che i laghi attorno alla città gelassero, almeno in parte; dopo una gelata eccezionale nel rigidissimo inverno 1885, una nuova gelata completa della superficie lacustre, prolungatasi per più di una settimana, si ebbe nella prima quindicina di febbraio 2012.

    Origini del nome

    Il mito della fondazione della città è legato a doppio filo con la storia della profetessa Manto, che la tradizione greca vuole figlia dell'indovino tebano Tiresia. Le vicende narrate nel mito vedono una dicotomia di questo personaggio (come anche accadde per quello di Longino): fonti greche narrano che Manto, fuggita da Tebe, si fermò nell'attuale Turchia; altre invece descrivono il suo arrivo, dopo lungo errare, nel territorio, allora completamente palustre, che oggi ospita la città. In questo luogo creò un lago con le sue lacrime; secondo la leggenda queste acque avevano la magica proprietà di conferire capacità profetiche a chi le beveva. Manto avrebbe incontrato e sposato la divinità fluviale Tybris (il Tevere) re dei Toscani, e il loro figlio Ocno (detto anche Bianore) avrebbe fondato una città sulle sponde del fiume Mincio chiamandola, in onore della madre, Mantua. Questa versione mitica della fondazione della città di Mantova è riportata nell'Eneide di Virgilio. Secondo un'altra teoria, Mantova trae l'origine del suo nome da Manth, dio etrusco, signore dei morti del pantheon tirreno.
    Il mito della fondazione di Mantova trova spazio anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri nel XX Canto dell'Inferno, nel quale Dante stesso e la sua guida mantovana Virgilio incontrano gli indovini. Proprio indicando una di queste anime, Virgilio descrive i dintorni della città, il Lago di Garda ed il corso del Mincio che si tuffa nel Po a Governolo per affermare, riferendosi alla leggenda dell'indovina Manto:
    « Fer la città sovra quell'ossa morte; e per colei che 'l loco prima elesse, Mantüa l'appellar sanz'altra sorte »
    (Dante Alighieri, Divina Commedia-XX Canto dell'Inferno.)

    Storia


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    Blasonatura araldica
    dei Gonzaga
    successiva all'anno 1530.

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    I martiri di Belfiore
    condotti al patibolo
    I primi abitanti di Mantova furono gli Etruschi, ai quali seguirono i Celti. I romani provvidero alla loro cacciata iniziando opere di fortificazione. Durante questo periodo ebbe i natali il poeta Virgilio (70 a.C.-19 a.C.). Alla fine dell'impero romano, nel 475 circa, la città venne conquistata da Odoacre e poi da Teodorico, re dei Goti.
    Nell'anno 1000 iniziò su Mantova il dominio dei Canossa: Tedaldo di Canossa prima e la contessa Matilde ampliarono le loro proprietà e provvidero alla edificazione di chiese e conventi. Dopo la morte di Matilde nel 1115, seguirono frequenti scontri con le popolazioni confinanti veronesi, cremonesi e reggiani. Ezzelino da Romano nel 1246 conquistò la città col suo esercito ma dopo due mesi di battaglie venne sconfitto e cominciò per Mantova un'epoca di benessere. In questo periodo venne eretto il Palazzo del podestà e il Ponte dei Mulini e la città venne dotata di possenti mura.
    Nel 1276 iniziò l'ascesa di una delle famiglie più potenti del tempo, i Bonacolsi, che costruirono importanti palazzi merlati. Il 16 agosto 1328 venne ferito a morte l'ultimo dei Bonacolsi, Rinaldo detto "Passerino" ad opera di Luigi Gonzaga, spalleggiato dalla famiglia Della Scala di Verona, che ambiva ad impossessarsi della città.
    Iniziava così la plurisecolare dominazione della famiglia Gonzaga, che regnò su Mantova fino al 1707. Fu il periodo più importante di Mantova che divenne una delle città più in vista e uno dei massimi centri d'arte in Europa. Pisanello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Giulio Romano e Luca Fancelli lasciarono un'impronta indelebile nell'architettura della città.
    Mantova subì una guerra di successione e un saccheggio a opera dei lanzichenecchi, che nel 1630 diffusero la peste. Iniziò il lento declino di Mantova, accompagnato dal tramonto della signoria dei Gonzaga che, nel 1707, lasciò la città in mano agli austriaci. Seguì la dominazione francese e nuovamente austriaca nel 1815, quando Mantova divenne caposaldo del Quadrilatero, assieme a Peschiera, Verona e Legnago.
    Nel 1852 avvenne l'eccidio dei Martiri di Belfiore, che anticipò l'unità nazionale. Nel 1866 Mantova entrò a far parte dello Stato Italiano.

    Monumenti e luoghi d'interesse

    Architetture religiose


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    Duomo

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    Basilica di Sant'Andrea

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    Rotonda di San Lorenzo e
    Torre dell'orologio
    in Piazza delle Erbe

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    Tempio di San Sebastiano

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    Chiesa della Madonna del Terremoto

    • Cattedrale di San Pietro (Duomo), dedicato a San Pietro, l'attuale Duomo in stile romanico con aggiunte gotiche, fu costruito tra il 1395 e il 1401 dopo che un incendio, secoli prima, aveva distrutto un precedente tempio paleocristiano. Fu ristrutturato nel 1545 da Giulio Romano, che lasciò intatta la facciata ma modificò le forme, ispirandosi alle basiliche paleocristiane. L'attuale facciata, in marmo di Carrara, risale al 1761. Il fianco presenta inserti gotici come rosoni, cuspidi e pinnacoli, resti dell'antica facciata. All'interno si può ammirare il soffitto a cassettoni che sovrasta le tre navate: la principale è ornata di statue di sibille e profeti risalenti al Cinquecento. Sotto l'altare maggiore è conservato il corpo incorrotto di Sant'Anselmo da Baggio patrono della città. La Cattedrale, ubicata nella monumentale piazza Sordello, è la sede vescovile di Mantova.
    • Basilica di Sant'Andrea, progettata da Leon Battista Alberti, fu edificata a partire dal 1472 e conclusa 328 anni dopo con la costruzione della cupola su disegni di Filippo Juvarra. Nella cripta è custodita all'interno dei Sacri Vasi la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo portato a Mantova dal centurione romano Longino. In una delle cappelle è conservato il monumento funebre di Andrea Mantegna, sovrastato dall'effigie in bronzo del pittore della corte dei Gonzaga.
    • Basilica Palatina di Santa Barbara, chiesa della corte dei Gonzaga fu voluta dal duca Guglielmo che incaricò del progetto l'architetto mantovano Giovan Battista Bertani. Parte integrante del Palazzo Ducale, la edificazione della chiesa fu conclusa nel 1572.
    • Rotonda di San Lorenzo, è la chiesa più antica della città, costruita nell'XI secolo durante la dominazione dei Canossa. A pianta centrale rotonda, la Rotonda di San Lorenzo è posta ad un livello più basso di Piazza delle Erbe e conserva al suo interno un matroneo e tracce di affreschi di scuola bizantina risalenti ai secoli XI-XII. Nel corso dei secoli subì trasformazioni radicali; sconsacrata, divenne magazzino tanto che all'inizio del Novecento risultava inglobata in edifici successivi alla sua costruzione. Espropriati nel 1908, la rotonda di San Lorenzo fu restaurata e riaperta nel 1911 e infine riconsegnata alla sua destinazione religiosa originaria nel 1926.
    • Chiesa di San Sebastiano, iniziata nel 1460 da Luca Fancelli su progetto di Leon Battista Alberti, fu completata nel 1529. Sconsacrata nel XVIII secolo fu adibita a diversi usi fino al 1925 quando, dopo un discutibile restauro che ha aggiunto le due scalinate d'ingresso, è stata trasformata in famedio dei caduti mantovani di tutte le guerre.

    Altre Chiese
    • Chiesa di Sant'Apollonia - Via Benzoni 20
    • Chiesa di San Barnaba - Piazza Bazzani
    • Chiesa di Sant'Egidio - via Frattini
    • Chiesa di San Francesco - Piazza San Francesco d'Assisi 5
    • Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio - Via Trento 1
    • Chiesa di San Leonardo - Piazza San Leonardo
    • Chiesa della Madonna del Terremoto - Piazza Canossa
    • Chiesa di Santa Maria della Carità - Via Corridoni 33
    • Chiesa di Santa Maria del Gradaro - Via Gradaro
    • Chiesa di Santa Maria della Vittoria - Via Fernelli
    • Chiesa di San Martino - Via Pomponazzo
    • Chiesa di San Maurizio - Via Chiassi
    • Chiesa di Ognissanti - Corso Vittorio Emanuele
    • Chiesa di Sant'Orsola - Corso Vittorio Emanuele 53
    • Chiesa di Santa Paola - Piazza dei Mille
    • Chiesa dei Santi Simone e Giuda - Via Fernelli
    • Chiesa di Santo Spirito - Via Vittorino da Feltre
    • Chiesa di Santa Teresa - Via Mazzini
    • Chiesa di Santa Caterina - Corso Garibaldi
    • Chiesa di San San Giuseppe Artigiano - Via Indipendenza
    • Chiesa di Santa Maria degli Angeli - Via della Certosa (Borgo Angeli)
    • Chiesa di San Filippo Neri - Via Pasquale Miglioretti (Borgochiesanuova)
    • Sinagoga Norsa Torrazzo, fu trasferita e fedelmente ricostruita nella sua attuale ubicazione, quando fu decisa la demolizione del quartiere ebraico, tra il 1899 e il 1902.

    Edifici religiosi scomparsi
    • Chiesa di Santa Maria di Capo di Bove
    • Oratorio di Santa Maria del Melone


    Architetture civili
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    Palazzo del Capitano, primo nucleo d'epoca
    bonacolsiana di Palazzo Ducale

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    Palazzo Te: Sala dei Giganti

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    Palazzo Te

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    Palazzo Bonacolsi

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    Publio Virgilio Marone, Palazzo del Podestà

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    Casa di Rigoletto

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    Palazzo Canossa

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    Casa del Mercante

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    Palazzo Sordi

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    Palazzo Valenti Gonzaga
    • Palazzo Ducale, è forse più giusto parlare di città-palazzo, in quanto il complesso architettonico è costituito da numerosi edifici collegati tra loro da corridoi e gallerie, ed arricchito da cortili interni, alcuni pensili, e vasti giardini. La reggia dei Gonzaga, per estensione dei tetti, è la seconda in Europa superata unicamente dal Vaticano. Non appare improprio definire la reggia gonzaghesca come i Palazzi Ducali, stante l'abitudine di quasi ogni Duca di edificare una propria dimora che si andava aggregando a quanto precedentemente costruito. Già prima dell'avvento al potere dei Gonzaga erano stati edificati i primi nuclei del Palazzo, ma la storia del complesso si identifica soprattutto con quella della famiglia che governò la città fino al 1707. Tra le altre, celeberrima è la cosiddetta Camera degli Sposi (Camera picta) nel Castello di San Giorgio, parte della "città-palazzo", affrescata da Andrea Mantegna e dedicata a Ludovico III Gonzaga e a sua moglie Barbara di Brandeburgo. Diventata Mantova austriaca, le ristrutturazioni sono proseguite fino alla seconda metà del XVIII secolo per opera dei governatori inviati dall'Imperatore.
    • Palazzo Te, è opera di Giulio Romano che nel 1525 lo ideò su commissione del marchese Federico II Gonzaga che lo utilizzò per i suoi svaghi. Vi fece dimorare l'amante "ufficiale" Isabella Boschetti. Il "Palazzo dei lucidi inganni" sorgeva al centro di un'isola ricca di boschi e circondata dalle acque di un lago, ora prosciugato: misterioso, ricco di simboli e di miti che risaltano nelle sale stupendamente affrescate anche dallo stesso Giulio Romano, come la celeberrima Sala dei giganti e quella di Amore e Psiche e, non ultima, la sala dei cavalli che celebra le scuderie gonzaghesche all'epoca famose in tutta Europa.
    • Palazzo della Ragione, fu edificato quand'era podestà Guido da Correggio (1242), in epoca comunale, con funzioni pubbliche e allo scopo di consentire le assemblee e le adunanze cittadine. Al piano terreno il palazzo ospitava, come ora, numerose botteghe, mentre nell'ampio salone al piano superiore, si amministrava la giustizia. Sulle pareti di questo ambiente sono visibili i resti di affreschi medievali della fine del XII e del XIII secolo recentemente restaurati. A questo salone si accede tramite una ripida scala posta sotto la Torre dell'Orologio innalzata nel Quattrocento, epoca alla quale risalgono anche i portici che si affacciano su Piazza Erbe. Il Palazzo è ora adibito a sede espositiva ospitando mostre d'arte organizzate dal Comune di Mantova.
    • Palazzo di San Sebastiano, fu costruito tra il 1506 e il 1508 per volere del marchese Francesco II che lo abitò e vi morì nel 1519. Fu utilizzato dai Gonzaga per trent'anni e già nel 1536 abbandonato e spogliato dai successivi duchi. Nel salone principale del palazzo vi erano le nove tele del Mantegna raffiguranti I Trionfi di Cesare che furono vendute alla corona inglese ed oggi sono conservate ad Hampton Court. Subì molteplici trasformazioni fino al 1998 quando sono iniziati i restauri. Dal 2005 è adibito a Museo della Città. Nelle sale che conservano ancora tracce di affreschi del glorioso passato come la Camera del Crogiuolo, la Camera delle Frecce, la Camera del Sole e nella Loggia dei Marmi, sono esposti dipinti, statue, busti, fregi e altri reperti architettonici.
    • Palazzo Bonacolsi (Castiglioni), si trova in Piazza Sordello, fu edificato da Pinamonte dei Bonacolsi intorno al 1272 e riadattato da Luigi Gonzaga dopo la conquista del potere nel 1328. È stato l'antica dimora della famiglia Bonacolsi, che governò la città dal 1272 al 1328. Il palazzo è attualmente ancora dimora della famiglia dei conti Castiglioni, discendente da Baldassarre Castiglione, uomo politico e studioso del XVI secolo, autore de Il Cortegiano. Al piano terra l'originario portone dell'ingresso con grande arco sesto acuto bicolore e decorato con scudi con lo stemma dei Bonacolsi.
    • Palazzo del Podestà, detto anche "Palazzo del Broletto", fu costruito nel 1227, committente il bresciano Laudarengo Martinengo nominato podestà di Mantova. Unitamente alla torre civica rappresentò il centro amministrativo del comune di Mantova. Verso piazza Broletto fu collegato al palazzo degli ex Magazzini Generali con la costruzione dell'Arengario e al palazzo della Ragione sul lato affacciato su piazza Erbe. Sulla facciata è visibile una statua duecentesca raffigurante Virgilio in cattedra (la vècia in dialetto), con la berretta dottorale e le braccia poggiate al leggio che reca incisa l'iscrizione Virgilius Mantuanus poetarum clarissimus.
    Subì rifacimenti e modifiche architettoniche anche a causa dei numerosi incendi accaduti nel corso dei secoli. Dal 1462 fu sottoposto ad un'importante ristrutturazione a opera di Giovanni da Arezzo su incarico di Ludovico II Gonzaga. Dell'epoca e legata al gusto di Luca Fancelli, è la merlatura cieca posta a coronamento dell'edificio.
    Negli ultimi tre secoli è stato destinato a svariati usi tra cui anche quello di carcere. Negli attuali progetti del Comune di Mantova, il Palazzo verrà restaurato anche per ospitare la sede del Municipio, ritornando ad essere il centro amministrativo della città.
    • Palazzo D'Arco, fu costruito nel 1784 su un preesistente palazzo del XV secolo dall'architetto Antonio Colonna per la famiglia di origini trentine D'Arco. Caratterizzato dall'ampia facciata neoclassica ispirata all'arte del Palladio, il palazzo è sede museale per i tesori d'arte che contiene: tuttora arredato con i mobili della casata ospita importanti collezioni artistiche tra cui spiccano le tele settecentesche di Giuseppe Bazzani, una biblioteca di oltre seimila volumi e una collezione di strumenti scientifici. Nella Sala dello Zodiaco sono visibili affreschi (1520) attribuiti a Giovanni Maria Falconetto. Nel Palazzo vi si celebrò nel 1810 il processo a Andreas Hofer eroe dell'indipendenza tirolese contro la dominazione francese.
    • Piazza delle Erbe con Palazzo del Podestà, Palazzo della Ragione, Torre dell'Orologio e Rotonda di San Lorenzo
    • Casa del Mantegna, dimora del pittore Andrea Mantegna, sorse su un terreno donato dal marchese Ludovico Gonzaga che lo nominò pittore di corte nel 1457. È un edificio quadrato di mattoni rossi con al centro un cortile cilindrico spalancato su un tondo di cielo, riproposto nella celeberrima Camera degli sposi in Palazzo Ducale.
    • Casa di Rigoletto, Giuseppe Verdi ne musicò la storia e i mantovani gli diedero la residenza; verso la fine di Piazza Sordello si trova la casa del "Rigoletto", il buffone di corte Gonzaga.
    Il personaggio ha in realtà poco di mantovano, l'omonima opera di Verdi infatti venne tratta da un dramma di Victor Hugo e riadattata in territorio mantovano, trasformando il re di Francia nel duca di Mantova, e cambiando il nome del protagonista da Triboulet a Rigoletto. La struttura quattrocentesca accoglie la scultura del Rigoletto, opera di Aldo Falchi, sistemata nel piccolo cortile interno.

    Altri palazzi e dimore storiche

    Casa di Giulio Romano (via Carlo Poma 18).
    Fu Federico Gonzaga a convincere Giulio Pippi detto Giulio Romano a venire a Mantova. Abbisognando di una abitazione il Giulio Romano, nell'anno 1544, nell'allora Contrada Larga, si costruì la dimora che nonostante un intervento nell'Ottocento dell'arch. Paolo Pozzo, mantiene inalterato lo stile architettonico del Romano.

    Palazzo Canossa
    Il palazzo fu costruito nel Seicento su committenza dei marchesi Canossa, famiglia di antica stirpe proveniente da Verona. La facciata, in bugnato, richiama le soluzioni cinquecentesche di Giulio Romano ed è caratterizzata da un portale di marmo guardato a vista da due cani usciti dallo stemma di famiglia. Altro dettaglio di particolare valore architettonico è un monumentale scalone barocco che conduce al piano nobile del palazzo.

    Casa del mercato (piazza Marconi).
    L'edificio, presumibilmente corrispondente alla Domus Mercati, fu riedificato nel 1462 dall'architetto Luca Fancelli su committenza del marchese Ludovico Gonzaga. Durante i lavori di restauro (1997-2001), sono tornati alla luce importanti affreschi attribuiti alla scuola di Andrea Mantegna.

    Casa della Beata Osanna Andreasi (Via Frattini 9).
    Si tratta di un esempio unico di dimora mantovana costruita nel XV secolo, in stile fancelliano, dove vi visse la beata Osanna Andreasi componente di una illustre famiglia che fu partecipe della classe dirigente e culturale dello stato gonzaghesco.

    Casa del Mercante (angolo tra piazza Erbe e piazza Mantegna).
    È detta anche "Casa di Boniforte da Concorezzo", antico proprietario che la fece costruire nell'anno 1455. L'edificio è caratterizzato da una sorprendente facciata tutta in cotto con decorazioni di stile veneziano.

    Palazzo Colloredo (via Carlo Poma 11).
    Il palazzo noto anche come "palazzo Guerrieri-Gonzaga", fu acquistato da Giovanni Battista Guerrieri nel 1599 che ne affidò la ristrutturazione all'arch. Antonio Maria Viani. La facciata pre-barocca è caratterizzata e decorata da dodici erme realizzate in malta di calce con una finitura superficiale in marmorino alternanti figure maschili e femminili. Divenuto proprietà dei conti Colloredo con Carlo Ludovico Colloredo marito di Eleonora Gonzaga (1699-1779) della linea di Vescovato, il 30 marzo 1872 viene acquistato dal Comune e destinato a sede degli Uffici Giudiziari del Tribunale. Da allora divenne il "Palazzo di Giustizia" della città.

    Palazzo Sordi (via Pomponazzo 23).
    Fu il primo marchese del casato dei Sordi, Benedetto, a volere la costruzione del palazzo omonimo. Commissionò il progetto e il seguimento dei lavori, iniziati nel 1680, all'architetto fiammingo Frans Geffels, prefetto delle fabbriche gonzaghesche. Ne nacque uno dei rari esempi di barocco della città Virgiliana. Di particolare valore sopra il portale d'ingresso, un tondo con La Madonna col Bambino, altorilievo di Giovanni Battista Barberini, opera inserita in un facciata d'ordine dorico e ad intonaco e parzialmente a bugnato rustico ricca di altre decorazioni e bassorilievi in marmo e stucco. Il Palazzo è privato e quindi chiuso al pubblico.

    Palazzo Valenti Gonzaga (via Pietro Frattini 7).
    Residenza dei marchesi Valenti Gonzaga fin dal 1500, il palazzo fu oggetto di una radicale trasformazione nel XVII secolo, costituendo un impianto architettonico gigantesco, fastoso all'esterno, stupefacente il cortile interno riccamente decorato a stucco, e ricco d'affreschi e statue d'autore all'interno. Rappresenta da allora uno degli esempi più importanti di architettura e decorazioni del periodo barocco a Mantova. Come per altre opere di tale stile, l'autore fu l'architetto Frans Geffels (1625-1694). Recentemente restaurato, è adibito ad uffici.

    Palazzo Cavriani (Via Trento).
    Fu dal Quattrocento dimora della nobile famiglia Cavriani. Venne ricostruito nel 1756 dall'architetto Alfonso Torreggiani. L'esterno presenta una serie di finestre con robuste inferriate, mentre quelle del piano superiore hanno coperture triangolari e a semiluna. L'interno si apre con un ampio salone ricco di stucchi e affreschi di pittori mantovani tra i quali Giuseppe Bazzani e Francesco Maria Raineri.

    Ospedale Grande di San Leonardo (Piazza Virgiliana).
    Voluto da Ludovico III Gonzaga per pubblica assistenza e terminato intorno al 1470 per opera dell'architetto Luca Fancelli, nel 1797 fu trasformato in carcere e successivamente in caserma. Attualmente ospita uffici della Polizia di Stato.

    Palazzo dell'agricoltura (Piazza Martiri di Belfiore).
    Fu edificato nel 1926-27 come Palazzo dei Sindacati su progetto dell'ing. Carlo Finzi. Assunse l'attuale denominazione divenendo sede delle maggiori organizzazioni provinciali legate all'agricoltura come il Consorzio Agrario, la Federazione Coltivatori Diretti, la Federazione degli Agricoltori e l'Ispettorato Agrario.

    Palazzo della Banca d'Italia (Via Baldassare Castiglioni, 3).
    Fu edificato tra il 1914 e il 1923 su progetto dell'architetto Gaetano Moretti esponente del Liberty e dell'Eclettismo. Quest'ultimo stile si evidenzia nelle finiture e nelle decorazioni delle facciate che richiamano le architetture gotica, barocca, rinascimentale ed esotica. Costruito per ospitare la sede provinciale della Banca d'Italia, cessò tale funzione alla fine del 2008 con la chiusura della filiale di Mantova dell'Istituto d'emissione. Nel frattempo, il 29 gennaio 2007 il palazzo fu classificato d'interesse storico-artistico dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia.

    Casa del Bertani - (via Trieste 8)
    Fu dimora di Giovan Battista Bertani, architetto al servizio dei duchi Gonzaga, che tra il 1554 e il 1556 trasformò il preesistente edificio del 1300 di proprietà dei marchesi Striggi. Singolare fu l'idea di inserire nella facciata due lapidi con incisi testi di Vitruvio e due colonne ioniche, delle quali una segata a metà con incisioni e decorazioni che didatticamente riportano le regole desumibili dal trattato vitruviano, De architectura. Successivamente la proprietà della casa del Bertani cambiò numerose volte rivivendo una nuova breve stagione artistica quando negli anni cinquanta del XX secolo fu acquistata dal pittore mantovano Vindizio Nodari Pesenti.

    Casa del Rabbino - (via Giuseppe Bertani 54)
    Fu edificata negli anni intorno al 1680 dall'architetto fiammingo Frans Geffels, a Mantova come prefetto delle Fabbriche Gonzaghesche. Edificio di quattro piani, la facciata è caratterizzata da pannelli in stucco che raffigurano luoghi ed episodi biblici. Fu costruita all'interno del ghetto istituito alcuni decenni prima, accogliendo, come da tradizione, le famiglie dei capi religiosi della folta comunità ebraica mantovana.

    Palazzo dell'Accademia - (via Accademia)
    Su progetto di Giuseppe Piermarini del 1770, fu l'architetto Paolo Pozzo ad occuparsi, tra 1773 e 1775, dei lavori di ricostruzione del palazzo di origine medievale che era diventato prima sede dell'Accademia degli Invaghiti e poi della Reale Accademia di Scienze e Belle Lettere, attuale Accademia Nazionale Virgiliana. L'edificio di stile neoclassico include un tipico esempio di Barocco rappresentato dal teatro Scientifico dell’Accademia detto del Bibiena, dal nome dell’architetto Antonio Bibiena che lo costruì fra 1767 e 1769
    • Palazzo Acerbi - (piazza Sordello)
    • Cà degli Uberti - (piazza Sordello)
    • Palazzo Vescovile detto anche Palazzo Bianchi - (piazza Sordello)
    • Palazzo Andreani detto anche Palazzo della Camera di Commercio - (via Calvi)
    • Palazzo Arrivabene - Attribuito a Luca Fancelli - (via Arrivabene)
    • Palazzo del Capitano ora parte di Palazzo Ducale - (piazza Sordello)
    • Palazzo degli Studi (Mantova) - (via Ardigò)
    • Palazzo di San Cristoforo - (via Giulio Romano)
    • Palazzo Capilupi - (via Concezione)
    • Palazzetto dei conti Casali - (via Fratelli Bandiera)
    • Palazzo Cadenazzi-Risi - (via Cavour)
    • Palazzo Andreasi - (via Cavour)
    • Palazzo Valentini - (corso Vittorio Emanuele)
    • Palazzo Bonoris - (via Cavour)
    • Palazzo Cantoni-Marca - (via Chiassi)
    • Palazzo Benzoni - (via Mazzini)
    • Palazzo Biondi - (via Cavriani)
    • Palazzo Siliprandi - (via Arrivabene)
    • Palazzo Gonzaga di Vescovato - (via Principe Amedeo)
    • Casa de' Speziali - (via Chiassi)
    • Casa di Marco Antonio Antimaco - (via Porto)
    Pescherie, denominate anche Loggia di Giulio Romano, furono appunto progettate dal grande architetto del manierismo. L'opera, eseguita del 1536, consistette nella trasformazione del ponte medievale che attraversava il Rio con la costruzione di due porticati paralleli che furono destinati al commercio del pesce.

    Ponti

    Ponte dei Mulini

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    Ponte di San Giorgio
    Il ponte fu progettato dall'ingegnere Alberto Pitentino, costruito nel XII sec. allo scopo di regolare le acque del fiume Mincio ed evitarne l'impaludamento. Fu quindi creato artificialmente un dislivello di alcuni metri tra il lago Superiore e il lago di Mezzo, che dall'anno 1229 alimentò 12 mulini. L'antica costruzione medievale andò distrutta dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale.

    Ponte di San Giorgio
    Il ponte era incluso nel sistema militare difensivo unendo il borgo fortificato di San Giorgio con la corte dei Gonzaga. Dapprima in legno, fu edificato in muratura da Ludovico Gonzaga sul finire del XIV sec., così dividendo il lago di Mezzo dal lago Inferiore. Nel 1922 le arcate furono interrate e il ponte assunse la forma attuale.

    Teatri

    Teatro Bibiena (via Accademia 47)

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    Teatro Bibiena
    Il "Teatro Scientifico dell'Accademia", capolavoro di Antonio Bibiena (1697-1774) fu inaugurato il 3 dicembre 1769. Poche settimane dopo, il 16 gennaio 1770, ospitò un concerto del giovane Mozart, non ancora quattordicenne. L'austera facciata neoclassica, opera del Piermarini, sembra celare la fantasiosa espressione tardobarocca del teatro che tanto entusiasmo suscitò in Mozart padre. Nello stesso edificio ha sede l'Accademia Nazionale Virgiliana fondata nel 1768.

    Teatro Sociale (piazza Cavallotti)
    Il Teatro Sociale nacque per iniziativa di un gruppo di cittadini costituenti una società di novanta palchettisti. L'arch. Luigi Canonica fu incaricato di progettare un teatro di gusto neoclassico che dopo quattro anni di lavoro fu aperto al pubblico la sera del 26 dicembre 1822.

    Teatro di Corte dei Gonzaga (non più attivo dal 1896)
    L'area ora occupata dal Museo archeologico nazionale di Mantova era inclusa nel perimetro del Palazzo Ducale e a partire dal 1549, committente il cardinale Ercole Gonzaga e progettista l'architetto Giovan Battista Bertani, su quest'area sorse il primo teatro della Corte dei Gonzaga. Andato distrutto da un incendio fu ricostruito tra il 1591 e il 1592. Un terzo teatro progettato dall'arch. Antonio Maria Viani fu inaugurato nel 1608 con la rappresentazione della tragedia di Claudio Monteverdi L'Arianna. In epoca austriaca un quarto teatro, Nuovo Teatro Arciducale, fu inaugurato il 27 febbraio 1733. I primi disegni furono di Ferdinando Galli da Bibbiena e il lavoro fu portato a termine da un suo allievo, Andrea Galluzzi. Un quinto teatro, su disegno di Giuseppe Piermarini, ebbe la luce il 10 maggio 1783. Il Regio, così venne denominato nel corso del secolo XIX, a causa della concorrenza del nuovo Teatro Sociale venne abbandonato poco alla volta. Nel 1896 il Teatro Regio, venduto dal demanio, fu acquistato dal Comune di Mantova che lo trasformò radicalmente prima a mercato dei bozzoli, poi a mercato ortofrutticolo ed infine destinato alla funzione attuale di sede del Museo Archeologico Nazionale di Mantova.

    Torri civili

    Torre dell'Orologio

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    Torre del Palazzo del Podestà

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    Torre dell'Orologio
    La Torre, a pianta rettangolare, fu eretta nel 1472 su progetto di Luca Fancelli e l'orologio a funzionamento meccanico progettato da Bartolomeo Manfredi vi fu collocato l'anno successivo. Nella nicchia sottostante, ricavata nel 1639, è stata collocata una statua della Madonna Immacolata.

    Torre del Podestà
    La "Torre Civica" del Broletto (altro nome della torre) che si erge sulla piazza omonima, ha un'altezza di quasi 47 metri e dall'anno 1227 su iniziativa del podestà Laudarengo Martinengo, è parte integrante del maestoso Palazzo del Podestà. Sul lato verso piazza Broletto spicca l'arma del podestà Gabriello Ginori, del 1494.

    Torre degli Zuccaro
    La torre, alta 42 metri, fu edificata nella prima metà del XII secolo. Le prime testimonianze scritte sono del 1143. Sorge in via Enrico Tazzoli. Il nome gli deriva dalla famiglia che ne sarebbe stata proprietaria, anche se la fantasia popolare ha alimentato l'idea che il nome nascesse dalla presenza di zucchero immagazzinato nei pressi, infatti è detta "Tor dal Sücar" nel dialetto locale. Venne acquistata da Pinamonte dei Bonacolsi nel 1273 dalla famiglia dei Ripalta.

    Torre dei Gambulini
    La torre, alta 37 metri, sorge in via Ardigò. Da documentazione dell'epoca era già esistente nel 1200, derivando il nome dalla famiglia che la possedeva. Da questi ceduta alla famiglia Ripalta e poi ai da Oculo, nel 1289 divenne proprietà dei Gonzaga, non ancora sovrani di Mantova. L'edificio annesso alla torre divenne dimora saltuaria di Aloisio Gonzaga, signore di Castel Goffredo. Qui mori il 30 novembre 1526 il condottiero Giovanni dalle Bande Nere. Successivamente fu accorpata al collegio e al convento dei gesuiti e dal 1883 è parte del complesso dell'Archivio di Stato di Mantova.
    Negli ultimi tempi è stato lanciato il progetto di trasformare la torre in una terrazza panoramica che consenta la visione a 360 gradi del centro storico di Mantova.

    Torre degli Arrivabene
    La torre angolare sorge in via Arrivabene e venne eretta assieme all'omonimo palazzo di famiglia, attribuito a Luca Fancelli, nel 1481.

    Torre di San Domenico
    Sorge a fianco delle Pescherie di Giulio Romano ed è quanto resta della chiesa e del convento di San Domenico eretti in stile gotico nel 1466.

    Cartiera Burgo
    L'edificio fu progettato da Pier Luigi Nervi su commissione delle Cartiere Burgo e realizzato tra il 1961 e il 1964. L'obiettivo prioritario era quello di collocare in un unico ambiente lungo 250 metri, un'unica macchina a ciclo continuo per trasformare la pasta di legno in carta da giornale. La soluzione trovata da Nervi per la copertura ha fatto sì che la costruzione fosse denominata "fabbrica sospesa" in particolare per i quattro cavi d'acciaio sospesi a due telai di cemento armato alti 50 metri.
    Il 9 febbraio 2013 le macchine della cartiera Burgo si sono fermate segnando la fine della produzione di carta.

    Architetture militari

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    Castello di San Giorgio

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    Rocca di Sparafucile
    Castello di San Giorgio, maniero a difesa della città-fortezza di Mantova, venne edificato dal 1395 al 1406 da Bartolino da Novara su committenza di Francesco I Gonzaga sulle rovine della Chiesa di Santa Maria di Capo di Bove.
    Rocca di Sparafucile, eretta in epoca medievale, era parte delle fortificazioni orientali di Mantova, in particolare adibita alla difesa del ponte di San Giorgio, tanto da essere a lungo esclusivamente denominata Rocchetta di San Giorgio. La sua attuale denominazione si affermò successivamente all'ambientazione sulla "deserta sponda del Mincio", della osteria del sicario Sparafucile, luogo del tragico epilogo del Rigoletto, una delle più note opere di Giuseppe Verdi.
    Forte di Pietole, il Forte di Pietole, pur sorgendo oggigiorno nel comune di Borgo Virgilio, faceva parte del sistema difensivo della città di Mantova insieme al Castello di San Giorgio e al Forte di Belfiore. Fu costruito dai francesi nel 1808.

    Torri militari

    Torre della Gabbia

    La torre venne innalzata dai Bonacolsi negli ultimi decenni del sec. XIII acquisendo la denominazione attuale nel 1576 quando il duca Guglielmo Gonzaga fece costruire la grande gabbia in ferro con funzione di "carcere all'aperto" dove i condannati venivano esposti al pubblico ludibrio.

    Torre del Salaro o Torre dei Poltroni
    La torre, del XIII secolo, è adiacente alla Casa del Mercante di Piazza delle Erbe e si erge su piazza Andrea Mantegna. Veniva adibita a magazzino del sale.

    Torre di Sant'Alò o Torre Nuova
    La torre è una costruzione del 1370 sita in Piazza Arche, che faceva parte del sistema difensivo della città.
    Casa-Torre dei Bonacolsi. La torre, che sorge al termine di vicolo Bonacolsi, fa parte del Palazzo Bonacolsi, del XIII secolo.

    Porte

    Porta Giulia

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    Voltone di San Pietro
    Porta Giulia è l'unica attuale testimonianza delle fortificazioni d'epoca medievale e rinascimentale. Già esistente in epoca bonacolsiana, fu rifatta nell'anno 1549, probabilmente progettata da Giulio Romano. Deve il nome all'esistenza, all'epoca della sua prima edificazione, dell'attigua chiesa di Santa Giulia, successivamente andata distrutta.

    Voltone di San Pietro
    "Voltone di San Pietro" o "Porta di San Pietro", sino alla fine del XIII secolo, era una delle tre antiche porte che, inserita nella prima cinta muraria della città, chiudeva l'accesso a Piazza San Pietro (ora Piazza Sordello), centro della civitas vetus.

    Portali delle Aquile
    I due "Portali delle Aquile", muniti di cancellate, avevano la funzione di delimitare lo spazio paesistico circostante Palazzo Te. Il progetto dei portali e dell'area verde che contemplasse viale alberati da adibire al pubblico passeggio, fu affidato nel 1805 a Giovanni Antonio Antolini, Regio Architetto ed Ispettore dei Reali Palazzi di Mantova. Le aquile che sormontano i portali, furono disegnate dall'architetto bolognese e scolpite nel 1808 dal veronese Gaetano Muttoni. Nel 1990 i Portali delle Aquile furono restaurati su iniziativa del F.A.I. Fondo per l'Ambiente Italiano.

    Piazze

    • Piazza Sordello è l'antico fulcro della vita artistica e politica di Mantova, di dimensioni eccezionali (150 × 60 m) accoglie tra i principali edifici monumentali della città, come il Palazzo Ducale (Palazzo del Capitano e Domus Magna), il palazzo Acerbi sovrastato dalla Torre della Gabbia, il palazzo Bonacolsi (ora Castiglioni), la sede vescovile di palazzo Bianchi (dal nome della famiglia che lo edificò nel Settecento) e il Duomo. Una recente casuale scoperta archeologica (dicembre 2006) ha riportato alla luce i pavimenti a mosaico e i resti di una domus romana d'età imperiale attualmente visitabile all'interno di una struttura provvisoria.
    • Via Broletto, importante arteria viaria che collega Piazza delle Erbe a Piazza Sordello, passando sotto il Voltone di San Pietro.
    • Piazza Broletto, con l'ampliamento della città al di là del primitivo nucleo storico, verso l'anno 1190, fu creata Piazza Broletto che ancora oggi è attorniata da edifici del periodo comunale come il Palazzo del Massaro, l'Arengario e il Palazzo del Podestà, detto anche Palazzo del Broletto, con la Torre Comunale. Sulla facciata di quest'ultimo palazzo, spicca una statua duecentesca di scuola veronese raffigurante "Virgilio in cattedra", tradizionalmente chiamata nel dialetto locale "La Vecia" (la vecchia). Al centro della piazza dal 1894 è stata posta una fontana con vasca in marmo veronese e tre delfini posti verticalmente.

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    Piazza delle Erbe
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    Monumento a Virgilio-
    Piazza Virgiliana
    • Piazza delle Erbe, da sempre luogo di scambi commerciali, si apre a sud con la "Casa di Giovan Boniforte da Concorezzo" (o "Casa del Mercante") del 1455, continua con la romanica Rotonda di San Lorenzo, la Torre dell'Orologio, il Palazzo della Ragione e si chiude con Palazzo Broletto (o del Podestà) edificato nel XII secolo, che la separa e dà il nome all'adiacente piazza.
    • Piazza Canossa, sulla piazza si affacciano il seicentesco Palazzo Canossa, la Chiesa della Madonna del Terremoto e, sul terzo lato, un palazzo porticato del 1720. Dal Cinquecento ai giorni nostri la piazza cambiò nome diverse volte assumendo in sequenza le denominazioni di Plateola cum uno puteo (piazzetta col pozzo), "piazza alberriggia" e, nel XVII secolo, "piazza del fieno" quando con la costruzione di Palazzo Canossa si trasformò in modo definitivo.
    • Piazza Virgiliana, in origine esisteva il porto dell'"Ancona" con il tempo parzialmente interrato. Piazza Virgiliana fu voluta dal generale Sextius Alexandre François de Miollis, governatore durante l'occupazione francese, che indusse le autorità cittadine a trasformare lo spazio informe, spesso parzialmente sommerso dalle esondazione del lago di Mezzo, in una piazza adibita alle esercitazioni militari e a ospitare un monumento che ricordasse essere Mantova la patria di Virgilio. L'incarico fu dato all'architetto Paolo Pozzo. Furono colmati gli avvallamenti e demolite costruzione di scarso valore che cingevano lo spiazzo per consentire l'impianto di alberi, piante e arbusti. Il monumento inaugurato nel 1801, fu demolito nel 1919 per essere sostituito dall'attuale opera in marmo di Carrara, il cui progetto fu affidato all'architetto Luca Beltrami. L'inaugurazione avvenne nel 1927.

    Altre piazze
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    Piazza Castello
    • Piazza L.B. Alberti
    • Piazza Castello
    • Piazza Cavallotti
    • Piazza Concordia
    • Piazza d'Arco
    • Piazza dei Mille
    • Piazza Lega Lombarda anche Piazza Pallone
    • Piazza Mantegna
    • Piazza Marconi già Piazza Purgo
    • Piazza Paccagnini già Piazza Paradiso
    • Piazza Santa Barbara

    Eventi
    • Mantova Comics & Games (febbraio), salone del fumetto e del gioco, dal 2006 si tiene annualmente al PalaBam idealmente proseguendo Ludicamente, rassegna che fu ospitata per alcuni anni dal 2003 nelle piazze di Mantova, dedicata interamente al gioco non tecnologico.
    • Vespa Raduno Città di Mantova (maggio). Dal 1999 nel mese di maggio, ogni anno, il Vespa Club Mantova organizza nella splendida cornice di piazza Sordello il "Vespa Raduno città di Mantova", che ad ogni edizione coinvolge ben oltre 500 vespisti provenienti da tutta Italia e anche qualche vespista dall'Europa.(fonte Vespa Club Mantova)
    • Premio Arlecchino d'Oro (giugno), nato nel 1999 per iniziativa del "Centro Studi Mantova Capitale Europea dello Spettacolo" ora Fondazione, ha lo scopo di rendere omaggio a Tristano Martinelli, attore mantovano a cui si deve l'invenzione della maschera di Arlecchino. Inserito nel programma di una rassegna di teatro, musica e danza, il premio viene consegnato ad un artista del mondo dello spettacolo di valore e fama internazionale. Dal 2006 il premio è inserito nel Festival Teatro - Arlecchino d'Oro, che la Fondazione Mantova Capitale Europea dello Spettacolo organizza e dirige negli ultimi dieci giorni di giugno su mandato del Comune di Mantova.
    • Incontro Nazionale dei Madonnari (14 e 15 agosto) dal 1973, ogni anno nel piazzale del Santuario della Beata Vergine delle Grazie nel comune di Curtatone, decine di pittori, provenienti da tutto il mondo, dipingono coi gessetti sull'asfalto del piazzale del Santuario durante la Fiera di Ferragosto.
    • Festivaletteratura (settembre), dal 1997 organizza e ospita incontri con autori, reading, spettacoli, concerti, laboratori per adulti e bambini.
    • Segni d'infanzia (novembre), festival internazionale d'arte e teatro per l'infanzia. Nato nel 2006 da un'idea di Dario Moretti, Segni d'infanzia è un grande evento artistico rivolto al mondo dell'infanzia, con particolare attenzione ai bambini dai 18 mesi ai 12 anni. La direzione artistica ed organizzativa del festival, promosso dal Comune di Mantova, è di Teatro all'improvviso, compagnia professionale di Teatro per ragazzi.
    • Mantova Medievale: dal 2006 si ripete ogni anno, col sostegno del Comune, fra il mese di agosto e il mese di settembre, l'edizione di Mantova Medievale, una manifestazione organizzata da La Compagnia della Rosa a.d. 1403. Negli spazi adiacenti il lungolago Gonzaga e il prato antistante il Castello di San Giorgio viene allestito un villaggio medievale. Rievocatori provenienti da tutta Italia e da paesi europei tra cui Portogallo, Svizzera, Germania, Repubblica Ceca animano l’accampamento e mostrano i loro equipaggiamenti. Le attrazioni più attese sono il lancio della scure danese, il tiro con l’arco e i giochi di abilità medievali. A conclusione della manifestazione davanti al castello di San Giorgio viene inscenata la battaglia campale.
    • Mantova Musica Festival: per quattro edizioni dal 2004 fu organizzata, sulle orme del consolidato e più noto festival letterario mantovano, una rassegna di musica interessata alle nuove tendenze e frontiere: l'elettronica, il jazz e la musica contemporanea. Con spazi per dibattiti, presentazioni di libri, bande musicali, satira e l'incontro tra la musica e il teatro.
    • Mantova fu la prima città italiana ad avere la sua controparte fedele in Second Life. Riproduceva quanto più fedelmente possibile la Mantova reale, utilizzando misure, foto e disposizione degli edifici come dal vero. Operante su tre livelli, centro storico, Palazzo Te e Castello di San Giorgio, si estendeva su due Sim. Furono ricostruiti il museo Tazio Nuvolari, il Teatro Bibiena, la Basilica di S.Andrea. La Sim era teatro di eventi culturali e di aggregazione avendo la possibilità di proporre manifestazioni reali e virtuali.
    Mostre:
    • Nel 2002 presso le Fruttiere di Palazzo Te e a Palazzo Ducale è stata allestita la Celeste Galeria, Il museo dei Duchi di Mantova. 5 anni di studi scientifici, 60 studiosi coinvolti nelle ricerche, 519.000 visitatori, con una media giornaliera di 3923 biglietti per la mostra che ha riportato nella sua cornice ideale, da tutto il mondo, parte della prestigiosa e imponente collezione dei Gonzaga della seconda metà del Seicento.
    • Tra il settembre 2006 ed il gennaio 2007, la città - assieme a Verona e Padova - ha organizzato un percorso culturale sull'arte di Andrea Mantegna, in occasione del quinto centenario della morte, avvenuta proprio a Mantova. Già nel 1961 venne realizzata un'esposizione che meritò a Mantova l'appellativo di "Città del Mantegna". Per una mostra pittorica quello fu il primo grande evento di massa che portò nella città virgiliana più di 200 000 visitatori.

    Persone legate a Mantova
    Sono numerose e varie le personalità che a Mantova sono nate, hanno vissuto a lungo o comunque vi hanno operato significativamente ed hanno avuto rapporti significativi con la città.

    Architetti
    • Leon Battista Alberti, architetto e scrittore
    • Aldo Andreani, architetto
    • Giovan Battista Bertani, architetto
    • Giovan Maria Borsotto, architetto e capomastro
    • Luca Fancelli, architetto e scultore
    • Frans Geffels, architetto e pittore
    • Bernardino Ghisolfo, architetto
    • Alberto Pitentino, ingegnere
    • Paolo Pozzo, architetto
    • Giulio Romano, architetto e pittore
    • Martiri di Belfiore
    • Pier Fortunato Calvi, patriota
    • Bernardo Canal, patriota
    • Pietro Domenico Frattini, patriota
    • Bartolomeo Grazioli, sacerdote e patriota
    • Giovanni Grioli, sacerdote e patriota
    • Carlo Montanari, patriota
    • Carlo Poma, medico e patriota
    • Angelo Scarsellini, patriota
    • Tito Speri, patriota
    • Enrico Tazzoli, patriota e sacerdote
    • Giovanni Zambelli, patriota

    Matematici e fisici
    • Giovanni Ceva, matematico
    • Gino Fano, matematico
    • Giulio Vivanti, matematico
    • Carlo Castagnoli, fisico

    Militari
    • Giovanni dalle Bande Nere, condottiero

    Personalità della musica e dello spettacolo
    • Enzo Amadori, cantante, compositore e produttore discografico
    • Eleonora Baroni, musicista e cantante
    • Isa Bellini, cantante, attrice e doppiatrice
    • Antonio Bonazzi, violinista, direttore d'orchestra e compositore
    • Ettore Campogalliani, compositore, musicista e insegnante
    • Francesco Campogalliani, commediografo, attore e burattinaio
    • Gianni Dall'Aglio, batterista e percussionista
    • Enzo Dara, basso
    • Luciana Turina, cantante e attrice
    • Luca Bonaffini, cantautore e regista teatrale
    • Leone de' Sommi, drammaturgo
    • Giaches de Wert, compositore
    • Carlo Farina, violinista e compositore
    • Luigi Gatti, compositore
    • Jacquet da Mantova, nato Jacques Colebault e detto anche Jachet de Mantoue, compositore
    • Gorni Kramer, all'anagrafe Francesco Kramer Gorni, direttore d'orchestra, compositore
    • Anna Maestri, attrice cinematografica e attrice teatrale
    • Tristano Martinelli, attore teatrale ed acrobata
    • Claudio Monteverdi, compositore
    • Laura Peperara, cantante, arpista e danzatrice
    • Salamone Rossi, compositore e musicista
    • Giuseppe Scalarini, caricaturista e disegnatore
    • Alessandro Striggio, compositore
    • Achille Togliani, cantante e attore
    • Ismaele Voltolini, tenore

    Pittori e scultori
    • Pier Jacopo Alari Bonacolsi, scultore
    • Giuseppe Bazzani, pittore
    • Giuseppe Bottani, pittore
    • Giovanni Cadioli, pittore e architetto
    • Giovanni Canti, pittore
    • Lorenzo Costa, pittore
    • Carlo Dusi, pittore
    • Domenico Fetti, pittore
    • Luca Francesconi, artista
    • Lanfranco, pittore e scultore
    • Teodoro Ghisi, pittore
    • Fermo Ghisoni da Caravaggio, pittore
    • Lorenzo Leonbruno, pittore
    • Andrea Mantegna, pittore e incisore
    • Francesco Marcoleoni
    • Alfonso Monfardini, scultore e pittore
    • Sandro Negri, pittore
    • Pisanello (Antonio di Puccio Pisano), pittore
    • Francesco Maria Raineri, pittore
    • Giovanni Cristoforo Romano, scultore
    • Giulio Turcato, pittore

    Poeti in vernacolo
    • Teresa Buelloni

    Politici
    • Giambattista Abati, politico
    • Giovanni Arrivabene, patriota, politico ed economista
    • Giuseppe Bertani, sindacalista e politico
    • Ivanoe Bonomi, giornalista e politico
    • Alberto I Casalodi, nobile e politico
    • Alberto II Casalodi, nobile e politico
    • Luigi Castellazzo, patriota e politico
    • Massimo Chiaventi, politico
    • Matteo Colaninno, politico e imprenditore
    • Eugenio Dugoni, politico
    • Gilberto Govi, fisico, politico, patriota
    • Renato Sandri, politico
    • Bruno Tabacci, politico
    • Carlo Maria Vialardi di Villanova, diplomatico e politico

    Scrittori e giornalisti
    • Saverio Bettinelli, gesuita e scrittore
    • Auro Bulbarelli, giornalista
    • Baldassarre Castiglione, diplomatico e scrittore
    • Teofilo Folengo, poeta
    • Alessandro Gennari, psicologo e scrittore
    • Alessandro Luzio, giornalista, storico e archivista
    • Antonio Moresco, scrittore
    • Ippolito Nievo, scrittore e patriota
    • Antonio Possevino, gesuita, scrittore e diplomatico
    • Cesare Rimini, avvocato, giornalista e scrittore italiano
    • Daniele Protti, giornalista
    • Francesco Tarducci, scrittore e storico
    • Publio Virgilio Marone, poeta
    • Ina Tosi, scrittrice

    Studiosi di materie umanistiche
    • Marco Antonio Antimaco, umanista, letterato e traduttore
    • Roberto Ardigò, psicologo, filosofo e pedagogista
    • Umberto Artioli, storico e critico teatrale
    • Gino Baratta, critico d'arte e critico letterario
    • Francesco Bartoli, critico d'arte
    • Giorgio Bernardi Perini, latinista
    • Gianni Bosio, storico
    • Vittore Colorni, storico
    • Vittorino da Feltre, umanista ed educatore
    • Claudio Gallico, musicologo e direttore d'orchestra
    • Pietro Pomponazzi, filosofo e umanista
    • Azaria de' Rossi, storico
    • Carlo d'Arco, storico


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    Piazza Sordello, visuale da sud-ovest

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    Piazza delle Erbe con Palazzo del Podestà, Palazzo della Ragione, Torre dell'Orologio e Rotonda di San Lorenzo



    Edited by PatriziaTeresa - 10/3/2015, 14:17
     
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