Semplicemente Passioni forum

Regione: Veneto

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Vice-Admin
    Posts
    77,646
    Reputation
    +287
    Location
    Gozzano NOVARA

    Status
    Anonymous

    Veneto

    lYZ3Xp6

    - Info -

    Il Veneto (Vèneto /'vɛːneto/ in veneto, Venit in friulano, Veneto in ladino, Venetien in tedesco, Benečija in sloveno) è una regione italiana a statuto ordinario di 4.928.092 abitanti situata nell'Italia nord-orientale

    Capitale storica e capoluogo amministrativo è Venezia. Confina a nord con il Trentino-Alto Adige e l'Austria, a sud con l'Emilia-Romagna, ad ovest con la Lombardia, a est con il Friuli-Venezia Giulia, e a sud-est con il Mar Adriatico. Insieme al Trentino-Alto Adige e al Friuli-Venezia Giulia il Veneto costituisce la macroarea del Triveneto o delle Tre Venezie.
    Per oltre un millennio indipendente nell'ambito della Repubblica Veneta, dopo una breve parentesi austriaca e francese (1797-1814), e quindi nominalmente autonomo per alcuni decenni come Regno Lombardo-Veneto sotto l'Impero austriaco, nel 1866, secondo i termini dell'accordo di pace che fece seguito alla Guerra austro-prussiana, il Veneto venne assegnato alla Francia che lo cedette al Regno d'Italia. Ancora oggi, oltre all'italiano, la maggioranza dei veneti, parla veneto, oltre ad emiliano, friulano, ladino, bavarese e cimbro in alcuni comuni.

    Bandiera, stemma e inno regionale

    MV7XPVd
    Il leone di San Marco in un quadro del Carpaccio
    La bandiera del Veneto, adottata con la legge regionale n. 56 del 20 maggio 1975, sintetizza nei simboli, colori e foggia diversi millenni di storia veneta.
    L'elemento principale della bandiera e dello stemma è il leone marciano, che è stato per diversi secoli simbolo della Repubblica veneta. San Marco venne adottato come santo patrono della città e dello Stato, sostituendo il greco san Todaro nell’828, in seguito alla traslazione a Venezia da Alessandria d'Egitto del corpo dell'evangelista ad opera di due mercanti, Rustego da Torcello e Bon da Malamocco. A partire da questa data si prese a raffigurare il santo in figura umana negli stemmi e nei gonfaloni pubblici. La prima raffigurazione accertata del leone alato di san Marco risale al 1261, quando con la caduta dell'Impero latino Venezia strinse maggiori rapporti con l'Egitto, terra il cui sultano, Baybars, innalzava un leone andante (cioè visto di fianco) quale stemma. In quest'epoca la raffigurazione preminente era quella del leone in moleca (o moeca, ossia visto di fronte con le ali a fargli corona). Va inoltre ricordato che fin dai primi secoli dopo Cristo il leone era associato alla figura dell’evangelista Marco. A partire dal XV secolo si iniziò poi a esporre gonfaloni nei quali campeggiava il classico leone marciano passante con libro e spada. Nella stessa epoca tale iconografia venne in generale adottata quale simbolo dello Stato.
    I colori prevalenti nella bandiera sono l’azzurro ed il rosso. Il primo è stato associato fin dall’epoca classica al popolo dei veneti, forse dal colore dei fiori di lino che costituiva una delle colture principali della Venetia, tanto che il termine venetus era sinonimo in latino di azzurro. Successivamente l’azzurro è stato adottato come colore ufficiale della Repubblica veneta, tanto che lo stemma dello stato era costituito da un leone marciano d’oro (in moleca) in campo azzurro. L’uso del campo rosso sui gonfaloni di san Marco iniziò probabilmente ad imporsi su vascelli veneti per facilitarne l’identificazione in mare oltre che come richiamo ai colori dell’impero bizantino, cui Venezia (Venetia, Βενετία in greco bizantino) rimase formalmente legata per secoli.
    La regione Veneto non ha adottato un inno ufficiale, ma in molte manifestazioni a favore dell'identità veneta viene eseguito l'inno "'Na bandiera, 'na lengua, 'na storia" tratto dal "Juditha Triumphans" di Vivaldi[8][9].
    A causa dell'annessione al regno d'italia, per lungo tempo è stata terra di povertà ed emigrazione. Dal dopo guerra, a seguito di un notevole sviluppo industriale, è oggi una delle regioni più ricche d'Europa. Grazie al suo patrimonio paesaggistico, storico, artistico ed architettonico è, con oltre 15,7 milioni di visitatori e 63,4 milioni di presenze turistiche all'anno, la regione più visitata d'Italia.

    Geografia

    Il Veneto è una regione che comprende al suo interno molteplici forme del paesaggio naturale: dalla fascia costiera affacciata sull'Adriatico alla pianura uniforme e monotona, che poi si innalza nei dodici rilievi dei Colli Euganei e dei Monti Berici. Con una superficie di 18.390 km², il Veneto costituisce l'ottava regione italiana per superficie. Il punto più a settentrione è Cima Vanscùro (al confine con l'Austria) e il punto più meridionale è costituito dalla Punta di Bacucco. Il suo territorio è morfologicamente molto vario, con una prevalenza di pianura (56,4%), ma anche estese zone montuose (29,1%) e, in minor misura, collinari (14,5%). L'unitarietà del territorio veneto può essere individuata nella pianura e nelle montagne che la delimitano a nord, alimentandola con numerosi fiumi che scendono nel mare Adriatico tra la foce del Tagliamento e il delta del Po. I confini terrestri vengono individuati da elementi naturali di tipo idrografico (Po, Tagliamento, Livenza), ma anche di tipo orografico (come ad esempio i contrafforti a nord dell'altopiano di Asiago, o il monte Baldo). Un altro elemento geografico caratterizzante il territorio veneto è il bacino idrografico del Piave, interamente racchiuso entro i confini della regione. La vetta più alta della regione è la Marmolada (3343 m) situata in Provincia di Belluno.

    Confini

    Si affaccia a est sul Mar Adriatico (Golfo di Venezia), confina a nord con l'Austria ed è delimitata a nord-est dal Friuli-Venezia Giulia, a ovest con la Lombardia, a nord-ovest dal Trentino-Alto Adige e a sud dall'Emilia-Romagna.

    Clima

    Dal clima freddo delle Dolomiti arriviamo a quello mite della costa adriatica, il Veneto riassume in una superficie di poco superiore ai 18.000 km² le temperature dell'Europa.
    Il clima del Veneto è di tipo sub-continentale, ma con l'agente mitigante del mare e la catena delle Alpi a proteggerlo dai venti del nord, si presenta complessivamente temperato.
    Tra le zone climatiche principali troviamo: la regione alpina, caratterizzata da estati fresche e temperature rigide in inverno con frequenti nevicate, la fascia collinare e parte di quella pianeggiante dove il clima è più mite, la maggior parte della pianura dove invece il clima è di tipo più continentale (inverni relativamente freddi e umidi, estati calde e afose).
    Il lago di Garda fa caso a sé: grazie ad un clima assai mite, lo si può apprezzare in tutti i mesi dell'anno, ed ha anche caratteristiche subtropicali.

    Storia

    Preistoria e storia antica

    Ge2h9AC
    Il territorio occupato dai Veneti
    Abitato già nella preistoria, dapprima insediamento degli Euganei, fu in epoca protostorica occupato dal popolo dei Veneti, secondo la leggenda classica originari della Troade e della Paflagonia in Anatolia. Da insediamenti venetici traggono la loro origine molte importanti città della regione, quali Padova, Concordia, Oderzo (fra gli insediamenti attestati in epoca più antica, IX-VIII secolo a.C.), Este, Treviso, Belluno, Altino, Vicenza e probabilmente Verona ed Adria.
    La provenienza anatolica dei Veneti adriatici non è accettata da tutti gli autori antichi ed è ancor oggi oggetto di discussione. Le fonti antiche tramandano l'esistenza di popolazioni chiamate Veneti dalla Bretagna, alla Spagna e alla Lusazia, fra Germania e Polonia,i romani chiamavano il lago di Costanza in Svizzera lacu Venetico, all'Epiro in Grecia, all'Anatolia e a questi popoli sarebbero collegati diversi toponimi (ad es. la Vindelicia, regione corrispondente all'attuale Baviera, Vindebona - l'attuale Vienna) e i nomi attribuiti a popoli di origine slava in diverse lingue europee. Secondo alcuni studiosi[senza fonte] queste popolazioni testimonierebbero l'esistenza di un'unica civiltà indoeuropea che si sarebbe estesa dal Baltico all'Adriatico, e sarebbero riconducibili alla cultura dei campi di urne.
    Il processo di romanizzazione della Venetia è avvenuto in maniera graduale: Veneti e Romani furono infatti alleati a partire dal III secolo a.C.: nel 225-222 a.C. Veneti e Cenomani strinsero un'alleanza militare con Roma contro gli Insubri, i Boi e i Gesati, fornendo secondo Polibio un contingente di 20.000 uomini. I Galli vennero sconfitti nella battaglia di Clastidium nel 222.
    Nel 181 a.C. la dedizione della colonia latina di Aquileia, sorta al limite del territorio dei Veneti, rafforzò ulteriormente i tradizionali rapporti di collaborazione con i Romani e dopo la guerra sociale nell'89 a.C. diverse città venete ottennero lo ius Latii. Nel 49 a.C. le popolazioni del territorio ottennero da Giulio Cesare la piena cittadinanza romana.

    TAfX1GQ
    La Regio X Venetia et Histria
    In epoca augustea il territorio venne inserito nella Regio X Venetia et Histria, che ebbe come centro principale Aquileia. Sotto Diocleziano divenne provincia Venetiae et Histriae estendendo i propri limiti fino al fiume Adda.
    La cristianizzazione della regione ebbe luogo a partire da Aquileia, dove il Cristianesimo era giunto probabilmente per mare. Secondo la tradizione fu San Marco evangelista a fondare la chiesa di Aquileia. Egli avrebbe inoltre inviato il greco Prosdocimo ad evangelizzare Padova, Asolo, Vicenza, Treviso, Altino ed Este. All'evangelizzazione di Verona avrebbe contribuito una comunità cristiana proveniente dall'Africa romana; africano è anche San Zeno, patrono della città.

    Storia medievale

    Le invasioni barbariche e la caduta dell'Impero d'Occidente

    Le prime infiltrazioni di tribù germaniche nel territorio della regione ebbero luogo già nel 168-169 d.C. con il saccheggio di Oderzo ad opera dei Quadi e dei Marcomanni. Fu tuttavia a partire dal V secolo che le incursioni si fecero ripetute e più devastanti, con gli Unni, gli Eruli, infine con gli Ostrogoti di Teodorico, che stabilirono il loro regno sul Veneto e sull'Italia nel 493.
    Ciò nonostante, il quadro regionale restava ancora sostanzialmente unitario; lingua, scrittura, istituzioni, tecniche agricole e manifatturiere, pur indebolite, sopravvissero all'impatto di questa ondata barbarica.

    Bizantini e Longobardi

    La dominazione gota terminò brutalmente a metà del VI secolo a seguito dell'invasione delle armate bizantine guidate dei generali Narsete e Belisario.
    Poco dopo, nel 568 d.C., però ebbe luogo la formidabile e devastante invasione dei Longobardi, che portò alla sottrazione al dominio imperiale di buona parte dell'Italia settentrionale. Fu in quella fase che in Veneto venne a crearsi una separazione tra la zona continentale, sotto il dominio longobardo, e quella costiera, ancora dipendente dall'Impero bizantino. Contemporaneamente, lo scisma dei Tre Capitoli provocava un'ulteriore frattura anche in campo religioso, destinata a durare per tutto il secolo successivo.
    Le terre venete appartenenti al nuovo regno longobardo vennero divise tra i ducati, di Vicenza, Verona e Ceneda. Il tessuto sociale della Terraferma conobbe un rapido declino; una certa continuità della vita cittadina fu garantita dai vescovi, divenuti riferimenti autorevoli in campo morale, culturale e sociale. La zona bizantina venne invece dapprima unita nel 580 ai superstiti territori settentrionali nel costituire l'eparchia Annonaria, per essere poi resa nel 584 provincia autonoma dipendente dall'Esarcato d'Italia col nome di Venetia maritima. Dall'entroterra le autorità politiche e religiose romano-venete, assieme a parte delle popolazioni, trovarono rifugio nei principali centri lagunari, in particolare Grado, Caorle, Eraclea, Torcello, Malamocco, Rialto, Olivolo, Chioggia, Cavarzere, oltre alle oggi scomparse Ammiana e Costanziaco. Queste isole, che già da un secolo avevano iniziato a svilupparsi, andarono quindi a costituire, nel 697, durante il regno dell'imperatore Leonzio, il ducato di Venezia.
    A definire la separazione anche formale fra i due mondi (seppur una forte osmosi continuò sempre ad esistere) occorse la definizione dei confini (terminatio) fra il Ducatus Venetiarum e il Regnum Langobardorum, siglato dal re Liutprando e dal primo doge Paulicio Anafesto. Il territorio lagunare assunse sempre maggiori caratteri di indipendenza dal potere centrale bizantino, fino a che, con la conquista longobarda di Ravenna nel 751, la dipendenza politica da Bisanzio divenne poco più che formale. Nel frattempo la sede del Dux venne trasferita da Eraclea ai margini della Terraferma nella meno accessibile Metamauco/Malamocco.

    La nascita di Venezia e la Marca Veronese

    Alla fine dell'VIII secolo il regno longobardo venne travolto dai Franchi di Carlo Magno, incoronato imperatore del Sacro Romano Impero nella notte di Natale dell'800. Il figlio di questi, Pipino, tentò anche la conquista dei territori costieri, ma, respinto, dovette riconoscere anche formalmente l'indipendenza del Ducato veneto nel trattato dell'811 con l'Impero Bizantino. All'interno di quella federazione di centri e territori lagunari, da Grado a Loreo, nota come Dogado, si affermò Venezia, imponente organismo urbano sviluppatosi attorno al polo mercantile di Rialto, in cui nell'812 venne trasferita da Malamocco, distrutta da Pipino, la capitale.
    Anche dal punto di vista religioso fu sancita nell'827 una divisione fra il mondo del Veneto continentale e della Venezia marittima: i vescovi della terraferma continuarono ad essere sottoposti alla sede metropolita di Aquileia, mentre il fitto reticolo di nuove sedi diocesane sorte nella laguna riconobbe come referente il patriarca di Grado.

    YeLEf8V
    I territori della Marca di Verona
    e della Repubblica di Venezia
    nell'anno Mille
    I problemi dinastici in seno all'impero franco e le terribili aggressioni degli Ungari nel 900 provocarono un vuoto di poteri ed una dilagante conflittualità che afflissero il Veneto continentale fino alla metà del X secolo. L'autorità imperiale venne infine ristabilita da Ottone I: egli aggregò nel 962 un vasto territorio dell'Italia nord-orientale al ducato di Baviera e successivamente, nel 976 al ducato di Carinzia. L'organismo che ne derivò, aventi finalità di cerniera fra Germania e Italia, fu chiamato, dal nome della sua principale città, Marca di Verona. Da questa si staccarono nel 1027 il territorio della diocesi di Trento, che si organizzò in principato ecclesiastico e il Friuli nel 1077, che iniziò una sua autonoma parabola storica sotto l'autorità dei Patriarchi di Aquileia. I legami fra la Marca Veronese e l'Impero vennero rafforzati dalla presenza nel territorio di diverse dinastie feudali di origine germanica: tra le più famose, destinate a giocare un ruolo importante nei secoli successivi, gli Estensi, i da Romano, i Caminesi, i Carraresi.

    Dal XII al XIII secolo - Comuni, Signorie e ascesa del Ducato di Venezia

    A partire dai primi decenni dopo il Mille, si assistette in tutto il Veneto ad un decollo economico e ad una ripresa della vita sociale nelle città principali, che iniziarono ad esercitare un controllo egemonico sul loro contado.
    Dalla fine del X secolo, poi, Venezia iniziò la sua espansione marittima nell'Adriatico, del quale prese a configurarsi come potenza egemone fino a farlo diventare il Golfo di Venezia, e ad accrescere enormemente i propri privilegi e commerci in Oriente.
    Contemporaneamente allo sviluppo economico, nella Marca Veronese (che a partire dal 1200 cominciò ad essere identificata col nome di Marca Trevisana), si assistette ad un indebolimento del sistema feudale, caratterizzato dalla progressiva emersione dei liberi comuni: fra i più importanti Verona (1136), Padova (1138), Treviso e Vicenza.
    La Terraferma divenne un territorio sempre meno soggetto all'effettivo controllo degli imperatori tedeschi.
    Il Ducecento fu contraddistinto dall'espansione del potere veneziano in tutto il Mediterraneo orientale, culminato con la Quarta Crociata e la creazione nel 1205 dell'Impero latino d'Oriente, nel quale a Venezia era garantito il dominio sulla quarta parte e mezza dell'impero di Romània. Lo Stato da Mar giunse a includere, oltre ai territori dell'Istria e della Dalmazia, le isole Ionie, Creta, Cipro, e tutta una serie di basi e piazzeforti nel Peloponneso, nell'Egeo e in Anatolia. Nonostante il mare fosse la fonte primaria della propria ricchezza, Venezia non perse mai interesse per l'entroterra: essa mantenne forti legami in particolare con il Trevigiano e il Padovano, appoggiò la Lega Veronese e aderì alla Lega Lombarda poi, assurgendo ad un prestigiosissimo ruolo di mediatrice (e al contempo di terza forza) fra papa Alessandro III e l'imperatore Federico Barbarossa, con la riconciliazione celebrata in San Marco nel 1177 (Pace di Venezia).
    Nel Duecento si assistette in tutta la terraferma alla trasformazione dei liberi comuni in potenti signorie in lotta tra loro per l'egemonia regionale. La prima ad emergere fu la signoria di Ezzelino III da Romano, che riuscì a conquistare gran parte del Veneto centro-settentrionale. Treviso cadde in mano ai da Camino, a Verona si imposero nel 1262 i signori della Scala, divenendo la capitale di un potente stato, che al suo culmine valicò l'Appennino, giungendo fino a Lucca.

    I secoli XIV e XV e il dominio veneziano

    edeo4qn
    La signoria degli
    Scaligeri nel 1336,
    alla sua massima espansione
    Nonostante Venezia avesse nel mare il centro dei propri interessi economici, essa mantenne sempre vivi i legami col proprio entroterra, esercitando una forte attrazione sulle tormentate città della Marca Trevigiana. Già nel 1291 Motta di Livenza passò alla Repubblica, primo territorio di Terraferma a darsi al governo di Venezia. Fu tuttavia a partire dal XIV secolo che la Serenissima iniziò ad intervenire in maniera sempre più decisa nella politica regionale, soprattutto per impedire che il potente stato Carrarese ne minacciasse le vie di comunicazione terrestri e fluviali. Nel 1318, infatti, Padova aveva perduta la propria libertà comunale, divenendo signoria dei da Carrara, che presto entrarono in conflitto con Venezia e con Verona.
    Il potere e l'influenza crescente della Repubblica suscitarono le gelosie dei suoi vicini, che costituirono nel 1379 una formidabile coalizione che riuniva i Carraresi, il Duca d'Austria, il Re d'Ungheria, il Patriarcato di Aquileia e Genova, scatenando contro Venezia quella che sarebbe passata alla storia come la Guerra di Chioggia e conclusa nel 1381 con la vittoria sul mare contro Genova e la perdita di Treviso per terra (ottenuta nel 1339), ceduta al Duca d'Austria.
    La minaccia incombente dei Carraresi, a cui si era aggiunto lo stato visconteo, impadronitosi fra il 1387 e il 1390 di gran parte del Veneto, non venne comunque meno.
    Dapprima la Repubblica reagì con decisioni alle mire di Francesco Novello da Carrara, riprendendosi Treviso nel 1388 e quindi in rapida successione praticamente tutte le terre della marca trevigiana: il 28 aprile 1404, il Senato Veneto accetta la dedizione di Vicenza, pochi giorni dopo fu la volta di Cologna (7 maggio), di Belluno (il 18 maggio), Bassano (10 giugno), Feltre (15 giugno), e quindi dall'Altopiano dei Sette Comuni il 20 febbraio 1405 e di Verona il 22 giugno. Infine il 22 novembre cadde anche Padova e gli ultimi Carraresi finirono la loro esistenza in prigionia.
    L'unità del Veneto era praticamente ricomposta. Per queste terre, oltre alla fine dei conflitti e alla instaurazione di un governo stabile e rispettato, le dedizioni alla Serenissima significarono, di solito, la concessione di particolari statuti di autonomia che garantivano, in cambio dell'atto di soggezione a Venezia e dell'accettazione di governatori inviati dal Senato Veneto, il mantenimento di gran parte degli istituti e delle leggi pre-esistenti: lo Stato da Tera nasceva, di fatto, come sorta di stato federale ante litteram.
    Nel corso del Cinquecento, la Repubblica di Venezia espanse ulteriormente i propri possedimenti, includendo nel 1420 il Cadore e il Friuli, seguiti nel 1428 da Brescia, Bergamo e Crema e conquistando il Polesine, già occupato nel 1405 e definitivamente strappato al duca di Ferrara nel 1484.

    Storia moderna

    Dal XVI al XVIII secolo: la Pax Veneta

    Nella seconda metà del Quattrocento e agli inizi del Cinquecento, Venezia continuò la sua politica espansionistica, portando il Leone di San Marco in Romagna, Trentino meridionale, a Gorizia, Trieste e finanche in Puglia. Alla vigilia della guerra del 1509, la Repubblica Veneta, fra Stato da Mar e Stato da Tera, costituiva un impero plurietnico abitato da veneti, lombardi, friulani, istriani, romagnoli, dalmati, croati, albanesi, pugliesi, greci e ciprioti, ed era di fatto uno dei più potenti stati d'Europa.
    UUx06EC
    La terraferma veneta nel 1796
    Tanta grandezza non poteva non suscitare le invidie dei numerosi vicini: nel 1508, in seguito alla sconfitta ad opera dei veneti dell'imperatore d'Austria che perse Trieste e Gorizia, si formò, sotto l'impulso di Papa Giulio II, cui Venezia aveva tolto le città della Romagna, un'amplissima coalizione anti-veneziana, nota come Lega di Cambrai, che dichiarò guerra alla Repubblica. Venezia reagì in maniera coraggiosa, quasi spavalda, mobilitando l'esercito e mettendovi a capo il valoroso Bartolomeo d'Alviano. Il 14 maggio 1509 ad Agnadello nel cremasco, le truppe venete sono sbaragliate dall'esercito francese di Luigi XII: in pochi giorni gran parte dello Stato da Tera è occupato dal nemico, solo Treviso e il Friuli resistono, fedeli alla Serenissima. Nonostante la situazione disperata, la reazione della Repubblica veneta fu determinata, il popolo e il patriziato di Venezia si strinsero attorno al doge preparando la rivincita; nella Terraferma, benché i nobili, in gran parte legati all'Impero, voltassero le spalle alla Dominante, schierandosi con i collegati, il popolo dimostrò un attaccamento viscerale a San Marco, preferendo, secondo Machiavelli che pure aborriva la Repubblica, morir marcheschi piuttosto che cedere al nemico. Grazie alla propria abilità diplomatica, che seppe sfruttare e attizzare le contrapposizioni nel campo dei collegati, e alle vittorie militari dell'esercito riorganizzato (tra queste, memorabile quella di Marignano, in cui la cavalleria veneta, venuta in soccorso alle fanterie francesi, consentì a Francesco I di conseguire una vittoria storica sulle temibili falangi svizzere), la Serenissima riconquistò praticamente tutta la Terraferma, ritornando sui confini di fine Quattrocento. Tra le terre venete, perduto fu solo l'Ampezzano, che rimase austriaco fino al 1918.
    Finito il lungo periodo bellico, nel 1530 iniziò per tutto il Veneto un lungo periodo di pace e di sviluppo che si protrasse, senza significative interruzioni, per quasi tre secoli fino a 1797.
    Al declino dei commerci e dell'impero marittimo della Serenissima iniziato nel Cinquecento, si accompagnò una crescente attenzione del patriziato per la proprietà fondiaria di terraferma, riducendo progressivamente il dinamismo del ceto dirigente e portando sempre più verso la stagnazione sociale e politica della Repubblica.
    Se nel Seicento Venezia fu ancora in grado di combattere ferocemente contro i Turchi per difendere gli ultimi possedimenti marittimi e di promuovere una parziale riorganizzazione dell'esercito di terra, giungendo ad una più definitiva sistemazione dei contesi confini con l'Austria, il Settecento segnò il definitivo tramonto del modello politico che per un millennio aveva retto le sorti dello Stato. Incapace di rinnovarsi e di individuare obiettivi politici precisi, la nobiltà portò lo Stato a rinchiudersi in un ostentata neutralità ed in un ferreo mantenimento delle strutture tradizionali che non lo salvarono però dal terremoto europeo scatenato dalla Rivoluzione Francese.

    Storia contemporanea

    L'arrivo di Napoleone e la dominazione austriaca

    XeWZCTs
    Il Veneto sotto il dominio
    austriaco nel 1803

    Bm8S5bt
    Il Regno d'Italia napoleonico
    (1805-1814)
    Alla fine del XVIII secolo fermenti rivoluzionari e borghesi percorrevano anche la Repubblica veneta, mentre dalle Alpi irrompevano le truppe di Napoleone Bonaparte, disceso nella campagna d'Italia.
    Venezia rifiutò di schierarsi, dichiarando la propria neutralità e al contempo rifiutando di mobilitare le truppe a difesa dei propri territori. Il Veneto divenne campo di battaglia tra gli opposti schieramenti. La Terraferma venne infine occupata dalle truppe francesi, cui venne permesso di entrare nelle città, generando un'impossibile convivenza con le truppe di Venezia e le popolazioni venete.
    La situazione esplosiva così creata deflagrò con le Pasque Veronesi, una sanguinosa e spontanea ribellione contro la presenza francese che fornì a Napoleone il pretesto per rovesciare il governo aristocratico. Nell'inutile tentativo di evitare l'inevitabile Venezia smobilitò le truppe, ritirandosi nel Dogado, ma sotto la minaccia d'invasione della stessa Venezia, il 12 maggio 1797 il Maggior Consiglio decretò la fine della Serenissima Repubblica cedendo i poteri alla Municipalità democratica.
    Seguirono una serie di saccheggi e di violenze da parte dei francesi, desiderosi di ottenere dalle terre venete il massimo bottino possibile e al contempo di fornire il minor vantaggio possibile all'Austria, cui quelle terre erano destinate sin dal preliminare di pace poi formalizzato col trattato di Campoformio.
    Subita una breve interruzione in corrispondenza della nuova invasione francese, che portò alla costituzione di un effimero Regno d'Italia (1805-1814), il dominio austriaco venne quindi ristabilito con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto.
    Il sessantennio di dominazione asburgica venne però caratterizzato dai moti risorgimentali, culminati con le ribellioni di Vicenza, Padova, Treviso e la costituzione a Venezia della Repubblica di San Marco nel 1848. Mentre Verona diveniva uno dei capisaldi del Quadrilatero austriaco, i moti rivoluzionari nelle città dell'entroterra vennero ad uno ad uno repressi dall'armata imperiale. Venezia, invece, favorita dal proprio isolamento lagunare resistette, anche se stretta d'assedio. Nonostante l'auspicata unione al Regno di Sardegna, i rovesci militari subiti dall'esercito piemontese durante la prima guerra di indipendenza lasciarono isolata la Repubblica marciana, che, nonostante l'eroica resistenza contro le truppe di Radetzky, dovette infine capitolare il 24 agosto 1849.
    Al termine della seconda guerra di indipendenza, nel 1859, gli austriaci tenevano ancora il Veneto: giunto alle porte di Verona, infatti, l'esercito franco-piemontese venne arrestato dalla firma dell'armistizio di Villafranca da parte di Napoleone III.

    L'annessione al Regno d'Italia

    o8pwvWi
    La situazione alla vigilia della
    terza guerra di indipendenza
    L'annessione del Veneto al Regno d'Italia avvenne nel 1866 dopo la terza guerra di indipendenza. Nonostante l'Italia risultasse sconfitta dall'esercito Austro-Veneto per terra a Custoza e per mare a Lissa, la vittoria prussiana nella Battaglia di Sadowa portò ad accordi di pace fra le principali potenze europee che prevedevano la cessione del Veneto non all'Italia, paese da cui non si considerava sconfitta, ma alla Francia, nell'intesa che Napoleone III lo avrebbe consegnato a Vittorio Emanuele previa organizzazione di un plebiscito.
    Il trattato di pace di Vienna firmato il 3 ottobre 1866 disponeva testualmente che la cessione del Veneto (con Mantova e Udine) al Regno d'Italia dovesse aversi sotto riserva del consenso delle popolazioni debitamente consultate.
    Napoleone III procedette all'organizzazione di un plebiscito, in ottemperanza al trattato di pace, tuttavia fu soggetto a forti pressione dei Savoia, affinché cedesse anzitempo le fortezze ed il controllo militare della regione in anticipo sull'esito del plebiscito ed anche alla stessa organizzazione del plebiscito. Il conte di Gramont, cui fu affidato provvisoriamente il territorio del Veneto attuale, più Mantova e il Friuli, cercò di rispettare l'impegno. Le pressioni indussero tuttavia Napoleone III a consegnare le fortezze e a lasciar occupare il Veneto alle truppe del Regno. Il plebiscito fu pertanto organizzato per il 21 ottobre 1866: il risultato fu di 646.789 sì, 69 no, 567 voti nulli. Molti anni dopo, in certi ambiti neoindipendentisti veneti, la regolarità del plebiscito venne messa in dubbio.
    Dalla fine dell'Ottocento ebbe luogo un'intensa emigrazione di veneti all'estero a causa dell'estrema povertà della regione. Gli abitanti del Veneto si spostarono particolarmente verso Australia, Argentina, Uruguay e Brasile.

    La Grande Guerra

    Il 24 maggio 1915 l'Italia entrò nel primo conflitto mondiale (primo colpo di cannone sparato dal Forte Verena) a fianco delle potenze dell'Intesa con l'obbiettivo di sottrarre all'Impero austro-ungarico la Venezia-Giulia, con Trieste e Gorizia, l'Istria e Fiume. Il Veneto divenne pertanto la retrovia del lunghissimo fronte esteso dalle Piccole Dolomiti alle Dolomiti, alla Carnia e all'altopiano carsico. Treviso divenne sede dell'Intendenza del Regio Esercito, mentre a Padova si stabilirono vari Comandi Superiori, compreso quello della 3ª Armata, numerosi reparti logistici ed il principale ospedale militare del fronte.
    Il collasso del fronte nella notte del 24 ottobre 1917, durante la battaglia di Caporetto, trasformò di colpo il territorio veneto nel cuore del nuovo fronte. Sotto la minaccia dell'accerchiamento e della sconfitta totale, l'esercito tentò un ripiegamento in breve trasformatosi in rotta. La via che minacciava i capoluoghi veneti si presentava completamente spalancata per l'imperial-regio esercito austro-ungarico. Nel disperato tentativo di difendere Venezia e la sua preziosa base navale, l'esercito italiano tentò di riorganizzarsi prima sulla Livenza, quindi si attestò sul Piave, dove si impegnò in una lunga battaglia di resistenza.
    I territori a nord del fronte rimasero quindi in mano austriaca sino al 1918 e alla vittoria finale nella battaglia di Vittorio Veneto.La prima guerra mondiale lasciò sul territorio gravissimi danni. Interi paesi vennero cancellati lungo la linea del Piave, così come in montagna (Asiago venne completamente rasa al suolo) mentre le campagne risultavano incolte e spopolate.
    L'enorme povertà lasciata dalle macerie della guerra favorì una massiccia emigrazione, diretta in massima parte verso i paesi dell'America latina e altre regioni d'Italia.

    La seconda guerra mondiale

    La seconda guerra mondiale apportò nuove distruzioni. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 il territorio venne occupato dalle truppe germaniche. Verona divenne una delle capitali della RSI, con l'insediamento di importanti comandi militari e di alcuni ministeri. In questo periodo enormi distruzioni vennero causate dei bombardamenti aerei (particolarmente feroce quello che colpì e rase al suolo gran parte di Treviso). E altri massicci bombardamenti su Padova e Verona e in particolare Vicenza, anche questa quasi rasa al suolo. Enormi distruzioni patì in particolare poi il polo industriale di Marghera, ripetutamente colpito dai bombardamenti alleati.
    Il territorio veneto divenne quindi terreno delle azioni di guerriglia durante la Resistenza partigiana. Con la resa incondizionata dell'occupante tedesco il 29 aprile 1945 il Veneto venne infine liberato dal nazi-fascismo.

    Dal secondo dopoguerra ad oggi

    Il 2 giugno 1946 massiccia fu la partecipazione della popolazione veneta al referendum che sancì il passaggio dalla monarchia alla repubblica. Con l'entrata in vigore il 1º gennaio 1948 della Costituzione della Repubblica Italiana, nella nuova organizzazione dello Stato venne prevista la creazione del Veneto come regione a statuto ordinario.
    Nel dopoguerra, riprese l'emigrazione che interessò America, Europa ed altre regioni del nord Italia.
    Si stima in circa 3.300.000 le persone emigrate negli anni dal 1876 al 1976 dal Veneto, di fatto la regione italiana a maggior emigrazione in tale periodo (seconda è la Campania, con 2.500.000).
    Durante gli anni cinquanta l'attività industriale di Porto Marghera iniziò a riprendersi dalle devastazioni portate dal conflitto, riprendendo a crescere, fino a raggiungere la massima espansione negli anni sessanta, quando il polo industriale divenne uno dei più importanti d'Europa.
    A partire dagli anni sessanta, si è verificata in Veneto una massiccia proliferazione di piccole e medie imprese, che accelerarono lo sviluppo economico, rendendo la regione una delle più produttive e prospere d'Italia e del continente. Al contempo, con la crescita economica, il Veneto è divenuto terra d'immigrazione.

    Turismo

    La vocazione turistica del Veneto, che è la regione più visitata d'Italia[40], è confermata dai quasi 15 milioni di arrivi nel 2010 e dagli oltre 60 milioni di presenze. I settori turistici possono essere suddivisi nei seguenti ambiti: Città d'arte, Mare, Montagna, Terme, Lago. Le città d'arte hanno registrato, relativamente all'anno 2010, 7,2 milioni di arrivi e 16,2 milioni di presenze, mentre il comprensorio balneare ha registrato 3,6 milioni di arrivi e 25,8 milioni di presenze. Gli arrivi turistici totali nel 2010 sono stati di 5.609.809 italiani e 8.973.933 stranieri.

    Città d'arte

    I capoluoghi di provincia rappresentano quelle che un tempo erano le città per eccellenza del territorio veneto, i nodi centrali dei percorsi toccati dalle strade romane, fortezze e baluardi contro le invasioni nemiche, sedi di famiglie nobiliari e importanti casati, centri di cultura e di dinamismo commerciale poi. Anche oggi queste città fanno del Veneto una realtà policentrica, in continuità con la storia di questa regione.
    Venezia
    Capoluogo storico del territorio veneto, importante per la sua architettura, per la sua cultura, è tra le città più visitate al mondo, prima in Italia con 50 milioni di presenze annue. Tra i suoi monumenti vanno ricordati il campanile di San Marco, la basilica di San Marco, il Palazzo ducale, le tre chiese progettate da Andrea Palladio (San Giorgio, Zitelle, Redentore), le Gallerie dell'Accademia (che ospitano un percorso artistico dedicato ai pittori veneti), le chiese di Santa Maria Gloriosa dei Frari e di Santi Giovanni e Paolo, il ponte di Rialto. Oltre ai monumenti e alle gallerie d'arte, Venezia ospita fondazioni culturali tra cui l'Ateneo veneto e l'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti; è sede di una biennale d'arte, di fondazioni per il teatro, e fondazioni culturali come la Fondazione Giorgio Cini, che sviluppa attività culturali e di ricerca storica per valorizzare la città e la sua conoscenza. Dal 1987 è catalogata come Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
    Verona
    Quarta città turistica d'Italia,è importante storicamente in quanto crocevia di strade romane, collegava la pianura padana con il nord Europa, grazie alla via che transitava per il Brennero, facendo di Verona incrocio tra arte nordica e italica. Tra i suoi monumenti più importanti c'è senz'altro l'Arena di Verona, il Castelvecchio, la Basilica di San Zeno, il Duomo, la chiesa di Santa Anastasia, il ponte di Castel Vecchio, il ponte Pietra, il balcone attribuito a Romeo e Giulietta dalla tradizione, le varie piazze del centro storico. Sul piano culturale vanno ricordate le rassegne teatrali al Teatro Romano e il Festival Lirico che si tiene ogni anno all'Arena. Per quanto concerne i musei, importante la pinacoteca di arte veneta presente al museo civico di Castelvecchio. Anche Verona è, dal 2000, un Patrimonio dell'umanità UNESCO.
    Padova
    Città già rilevante in epoca romana, è sede di un'importantissima università e accolse Antonio di Padova durante l'ultima parte della sua vita. Tra i monumenti più importanti: la basilica di Sant'Antonio da Padova, Prato della Valle, il Palazzo della Ragione, Palazzo del Bo, la Cappella degli Scrovegni, il Duomo di Padova, la chiesa di Santa Sofia, i musei civici e la chiesa degli Eremitani.
    Vicenza
    Città importante per la fisionomia che le ha attribuito Andrea Palladio, è famosa per Corso Palladio (dove molti dei palazzi sono opera dell'architetto stesso), la Basilica Palladiana, il Teatro Olimpico, Palazzo Chiericati, il Santuario della Madonna di Monte Berico che domina la città dal colle di Monte Berico. Importanti le mostre dedicate al Palladio all'interno della città e nelle immediate campagne circostanti, presso le ville da egli stesso progettate. Grazie ai capolavori dell'architetto anche Vicenza nel 1994 è stata dichiarata città Patrimonio dell'umanità UNESCO.
    Treviso
    Città già importante in epoca romana, si affermò durante il Medioevo come sede vescovile, comune e quindi signoria. Molti l'hanno paragonata a Venezia per la fitta rete di canali che ne caratterizza il suggestivo centro. Tra i monumenti di maggiore interesse, da ricordare la chiesa gotica di San Nicolò, il Palazzo dei Trecento, la Loggia dei Cavalieri, il Duomo, la cinta muraria, la chiesa di San Francesco. È anche sede di numerosi musei e della Ca' dei Carraresi, sede espositiva che ospita rinomate mostre d'arte.
    Belluno
    Città interessante oltre che per la sua collocazione geografica anche per l'impianto urbano, ha ospitato importanti artisti come Andrea Brustolon, Sebastiano Ricci e Giovanni De Min. Tra i punti importanti culturalmente il Duomo, i palazzi che si affacciano su piazza Duomo tra cui il palazzo dei Rettori, le porte cittadine, ancora conservate, la chiesa di San Pietro, la gotica chiesa di Santo Stefano, Via Mezzaterra e le vie caratteristiche di borgo Piave.

    Città murate


    Cittadella

    gaOlS86
    Montagnana

    UvzyKv4
    Noale

    WYYXrJ9
    Este

    LO8mIcA
    Bassano del Grappa

    fCcOrki
    Marostica
    Da un punto di vista urbanistico, importante è la testimonianza delle città murate nel territorio veneto, che contraddistinguono un'epoca storica segnata da esigenze difensive. Alcune di queste città, hanno anche un importante valore artistico, come Castelfranco Veneto, nella quale si possono trovare la casa natale del Giorgione e alcune sue opere nel Duomo.

    Provincia di Belluno
    • Feltre
    Provincia di Padova
    • Padova
    • Cittadella
    • Este
    • Monselice
    • Montagnana
    Provincia di Treviso
    • Asolo
    • Castelfranco Veneto
    • Conegliano
    • Oderzo
    • Treviso
    • Vittorio Veneto
    Provincia di Venezia
    • Noale
    • Mestre
    • Portogruaro (Sono rimaste solo tre torri)
    Provincia di Verona
    • Cologna Veneta
    • Lazise
    • Peschiera del Garda
    • Soave
    • Verona
    Provincia di Vicenza
    • Bassano del Grappa
    • Marostica
    • Vicenza

    Altre città interessanti

    Portogruaro

    Oltre alle città capoluogo, vi sono altre città di minori dimensioni ma con una presenza di arte e cultura non meno importanti. Vanno ricordate:
    Adria
    Arquà Petrarca

    Cittadina adagiata sui Colli Euganei, in posizione panoramica, ospita la tomba del Petrarca e la casa dove il poeta visse alcuni anni della sua vita.
    Bassano del Grappa
    Famosa per il Ponte degli Alpini progettato da Palladio sul fiume Brenta; è importante per i fatti relativi alla prima guerra mondiale e per alcuni episodi relativi alla seconda. Inoltre, artisticamente ospita opere del Bassano e di altri pittori veneti. Per quanto concerne l'artigianato va ricordata la produzione di ceramiche.
    Chioggia
    Numerose sono le chiese presenti nel territorio. Fra queste la chiesa di Sant'Andrea, risalente al Settecento, ha al suo fianco una torre in stile romanico - detta Torre dell'Orologio - risalente all'XI-XII secolo e, un tempo, torre di difesa e di avvistamento militare. Possiede al suo interno l'orologio da torre più antico del mondo.
    Este
    Già abitata nell'età del ferro, diventò colonia romana. Reperti di questi periodi sono conservati nel Museo Nazionale Atestino. Principali monumenti e luoghi d'interesse sono il Castello Carrarese, il Duomo di Santa Tecla con la splendida pala d'altare del Tiepolo, la Torre Civica (detta Torre dell'Orologio) e la chiesa di Santa Maria delle Grazie.
    Feltre
    Antica sede vescovile, ricca di palazzi affrescati ed opere artistiche antiche e moderne. Vi si trovano un pregevole Museo Civico, la Galleria d'Arte Moderna "Carlo Rizzarda", il Museo Diocesano d'Arte Sacra, il complesso della Cattedrale di San Pietro Apostolo con l'area archeologica ipogea, la Basilica Santuario dei Santi Vittore e Corona, il Teatro de La Sena, opera di Giannantonio Selva e Tranquillo Orsi, primo palcoscenico del Goldoni.
    Pieve di Cadore
    Città che diede i natali al pittore Tiziano, possiede la casa dove lo stesso nacque e che ora è divenuta un museo. Importanti le presenze di palazzi nel centro storico, in particolare quello della Magnifica Comunità di Cadore.
    Piove di Sacco
    Città al centro dell'area sud-orientale della Provincia di Padova, che da esso prende il nome di Saccisica. I portici caratterizzano il centro storico, costellato da edifici di pregio tra cui il palazzo Municipale progettato dall’architetto Jappelli e il palazzo Gradenigo.
    Portogruaro Schio
    Situata all'imbocco della Val Leogra e attorniata dall'anfiteatro formato dalle "Piccole Dolomiti" la città, già definita "Manchester d'Italia" grazie al grande sviluppo dell'industria laniera nel XIX secolo, propone ai visitatori la scoperta di un vastissimo patrimonio di storia industriale grazie al museo all'aperto di archeologia industriale oltre a notevoli risorse naturali come ad esempio il monte Summano considerato un patrimonio floristico unico in Europa (7.5% dell'intera flora europea, il 15% di quella italiana e più del 30% di quella veneta).
    Marostica
    Città murata, ha due castelli. Il castello inferiore si trova in pianura e di fronte ad esso si trova Piazza degli Scacchi, teatro della famosa Partita a Scacchi. Il castello superiore si trova in collina ed è collegata alla parte pianeggiante della città dalle mura.
    Asolo
    Città nella quale vissero molti importanti personaggi storici quali Caterina Cornaro e Eleonora Duse. Caratteristici sono la rocca del XII secolo e il Castello di Caterina Cornaro.
    Possagno
    Paesino natale di Antonio Canova. È ancora oggi visitabile la casa dell'artista adibita a museo. Notevole anche il Tempio Canovian

    Ville

    mLNG2Uc
    Villa Contarini

    bsgcZ1Z
    Villa Badoer

    zBtmld2
    Villa Pojana
    Oltre alle numerose ville palladiane, di cui 24 inserite tra i beni protetti dall'UNESCO, vi sono numerose altre ville sparse su tutto il territorio veneto. Tali ville, costruite dal XV secolo al XVIII secolo, oggi sono inserite in un network che coinvolge istituzioni pubbliche, tour operator e fondazioni per la salvaguardia delle ville stesse, in modo da rendere agevole la visita da parte del turista.
    Le 24 ville palladiane del Veneto riportate nell'elenco dell'UNESCO:
    • Villa Almerico Capra, detta La Rotonda (Vicenza)
    • Villa Gazzotti Grimani (Vicenza località Bertesina)
    • Villa Angarano, conosciuta anche come Villa Bianchi Michiel (Bassano del Grappa VI)
    • Villa Cappello (Cartigliano, Provincia di Vicenza)
    • Villa Caldogno (Caldogno VI)
    • Villa Canossa Grezzano frazione di Mozzecane VR
    • Villa Chiericati (Vancimuglio di Grumolo delle Abbadesse VI)
    • Villa Dionisi (Cerea loc. Cà del Lago)
    • Villa Forni Cerato (Montecchio Precalcino VI)
    • Villa Godi (Lonedo di Lugo di Vicenza VI)
    • Villa Pisani (Bagnolo di Lonigo VI)
    • Villa Pojana (Poiana Maggiore VI)
    • Villa Saraceno (Agugliaro VI)
    • Villa Thiene (Quinto Vicentino VI)
    • Villa Trissino (Meledo di Sarego VI)
    • Villa Trissino (Vicenza, località Cricoli)
    • Villa Valmarana (Lisiera di Bolzano Vicentino VI)
    • Villa Valmarana (Vigardolo di Monticello Conte Otto VI)
    • Villa Piovene (Lugo di Vicenza VI)
    • Villa Badoer, detta La Badoera (Fratta Polesine RO)
    • Villa Barbaro (Maser TV)
    • Villa Emo (Vedelago TV)
    • Villa Zeno (Cessalto TV)
    • Villa Foscari, detta La Malcontenta (Mira VE)
    • Villa Pisani (Montagnana PD)
    • Villa Cornaro (Piombino Dese PD)
    • Villa Serego (Santa Sofia di Pedemonte di San Pietro in Cariano, in VR)
    Di queste Villa Trissino a Cricoli non è attualmente attribuita al Palladio dalla critica, ma solo legata tradizionalmente al suo nome.

    Laghi
    I laghi più importanti sono:
    • Lago di Garda (condiviso con la Lombardia)
    • Lago di Santa Croce
    • Lago di Fimon
    • Lago di Misurina
    • Lago di Centro Cadore
    • Lago del Corlo
    • Lago di Alleghe

    Fiumi

    NlRjOrr
    Adige in Verona

    CdhCH3V
    Eracleamare
    I fiumi principali che attraversano il Veneto sono:
    • Po (primo fiume d'Italia per lunghezza)
    • Adige
    • Piave
    • Brenta
    • Sile
    • Livenza
    • Tagliamento

    Mare
    Le località di mare che la Regione del Veneto promuove a livello turistico sono:
    • Bibione
    • Caorle
    • Cavallino-Treporti
    • Eracleamare
    • Lido di Venezia
    • Jesolo
    • Rosolina
    • Chioggia
    • Sottomarina

    Montagna
    cLqvdGB
    Le Dolomiti e il Lago di Misurina

    48AKpT7
    Piana di Marcesina
    Le montagne del Veneto attraggono turisti sia durante il periodo invernale che durante quello estivo. Tra i comprensori in cui si divide la montagna veneta si ricordano i seguenti:
    • Dolomiti
    • Altopiano dei Sette Comuni
    • Lessinia
    • Piccole Dolomiti
    • Cansiglio
    • Monte Grappa
    • Recoaro Mille
    • Monte Baldo
    • Tonezza del Cimone
    • Alpago
    • Agordino
    • Cadore
    • Comelico
    • Ampezzano
    • Monti Berici
    Le presenze turistiche nel comprensorio montano hanno conosciuto un calo sia come presenze che come arrivi, dal 1997 al 2010. I mesi più frequentati sono quelli estivi con cifre che superano il 1.500.000 presenze durante il mese di agosto negli anni dal 2007 al 2010.

    Terme
    La stazione termale più importante è senza dubbio quella delle Terme Euganee vicino a Padova, dislocate tra i vari paesi dei Colli Euganei (Abano Terme, Montegrotto Terme, Galzignano Terme e Battaglia Terme). Da menzionare anche le terme di Recoaro Terme sulle montagne vicentine e Caldiero nel veronese.

    Eventi
    • Casera durante la festa del Pan e Vin a Cinto Caomaggiore
    • Festa del Redentore: si svolge la terza domenica di luglio a Venezia con spettacoli pirotecnici e processioni fino alla Chiesa del Redentore, costruita come voto cittadino per la fine della peste del 1575-1756. Anche in tutto l'entroterra la gente si ritrova alla sera per mangiare all'aperto ed assistere agli spettacoli pirotecnici organizzati nei vari paesi.
    • Madonna della Salute: si celebra il 21 novembre a ricordo della fine della lunga pestilenza che decimò la popolazione veneziana fra il 1630 e il 1631. Un ponte di barche viene approntato per l'occasione, mentre la popolazione si reca in processione presso la Basilica di Santa Maria della Salute, aperta per l'occasione fino a sera tarda.
    • Carnevale di Venezia: festa di antichissima tradizione, prevede una nutrita serie di spettacoli di vario tipo in città, sia nei teatri che all'aperto per tutto il periodo carnevalesco. Un tempo durava dall'Epifania fino al mercoledì delle Ceneri: oggi il periodo è limitato ai sei giorni che vanno da giovedì grasso al martedì grasso successivo.
    • Regata delle Antiche Repubbliche Marinare: si svolge ogni anno in un giorno compreso tra la fine di maggio e l'inizio di luglio, ed è ospitata a rotazione da Amalfi, Pisa, Genova e Venezia.
    • Festa della Sensa: si svolge a Venezia a partire dall'anno 1000, il giorno dell'Ascensione. Prevede una serie di manifestazioni, fra le quali un corteo storico di barche che di fronte alla Chiesa di San Nicolò del Lido di Venezia celebra la cerimonia dello Sposalizio del Mare.
    • Festa di Sant'Antonio da Padova: si svolge il 13 giugno, e prevede una processione per le vie del centro di Padova.
    • Brusa vecia: si svolge la sera dell'Epifania e prevede l'incendio di un fantoccio raffigurante la Befana e simboleggia il buttarsi alle spalle le cose vecchie per essere pronti ad accogliere il nuovo anno.
    • Festa del Panevin: si svolge nei giorni vicini all'Epifania, e prevede dei falò in piazza o nei cortili delle case di campagna, attorno ai quali ci si trova per mangiare la pinza (dolce veneto) e vin brulé. La sua origine è antichissima e pare risalga a riti protostorici. Attualmente è ancora molto diffusa e sentita.
    • Regata Storica: si svolge la prima domenica di settembre a Venezia e coinvolge la cittadinanza in una gara di voga alla veneta accompagnata da sfilate in barche storiche.
    • Partita a scacchi di Marostica: la partita a scacchi di Marostica[38] si svolge nella piazza sotto il castello di Marostica che ricorda una scacchiera e rievoca una partita che, secondo la tradizione odierna, si sarebbe svolta verso l'anno 1454 tra due nobili giovani.
    • Vendri gnocolar: si svolge l'ultimo venerdì del Carnevale di Verona, ed è caratterizzata dalla maschera del papà del gnoco, la più antica maschera veronese.
    • Bati marso o bruxa marso: festa popolare che avviene ai primi di marzo in quello che un tempo era il capodanno veneto. In questi giorni si bruciano dei falò per risvegliare la natura e alcuni bambini girano per il paese e la campagna facendo rumori con pentole o utensili di lavoro. Tali riti sopravvivono soprattutto nella fascia pedemontana da Verona e Vicenza fino a Treviso.

    Eventi culturali
    • Biennale di Venezia: ente no-profit di promozione artistica che si divide nei settori musica, architettura, danza, cinema (di cui la mostra del cinema è una produzione) e teatro.
    • Festival lirico areniano: si tiene ogni estate all'Arena di Verona, dove vengono allestite le opere liriche più famose.
    • Veneto Jazz Festival: festival di danza e musica jazz che si svolge nei luoghi più suggestivi della regione, soprattutto nella pedemontana (Bassano del Grappa, Marostica, ecc.).
    • Operaestate Festival Veneto: festival di spettacolo dal vivo che si tiene a Bassano del Grappa nei mesi estivi annualmente.
    • Incontri asolani - Festival internazionale di musica da camera: rassegna di musica da camera di richiamo internazionale, ha luogo nei luoghi suggestivi di Asolo.
    • Palio di Noale: rievocazione storica della durata di tre giorni (a fine giugno) del Palio disputato a Noale nel 1347 sotto la Signoria dei Tempesta; consiste in una festa medievale con una corsa pedestre tra i rappresentanti delle sette contrade della città.
    • Veneto Film Festival: rete di festival cinematografici che hanno luogo nella regione, tra cui:
    • Lago Film Fest: si tiene presso il lago di Revine, e riguarda il mondo dell'immagine, allargando il concetto di cinema, per mezzo di proiezioni, dibattiti, incontri e cene.
    • Circuito Off: si tiene nell'isola di San Servolo a Venezia, ed ospita cortometraggi di giovani registi emergenti a livello internazionale.
    • Euganea Film Festival: si tiene a Monselice e nei Colli Euganei, ed è dedicato ai cortometraggi e ai documentari.
    • Film Festival della Lessinia: si tiene in Lessinia, dedicato esclusivamente a tutto ciò che riguarda la montagna.
    • Gallio festival del cinema italiano: festival di opere prime italiane; si tiene a Gallio, sull'altopiano di Asiago.
    • Premio Campiello (Venezia): premio letterario
    • Mostra internazionale dell'illustrazione per l'infanzia di Sarmede: mostra che si svolge ogni anno e che raccoglie illustrazioni per l'infanzia provenienti da tutto il mondo.
    • Cortina InConTra: è una serie di incontri che avvengono a Cortina d'Ampezzo, dove alcuni ospiti illustri dibattono di cultura, attualità, politica e società. Molti i politici che vi prendono parte, facendo di questo evento uno dei più seguiti durante i mesi estivi.
    • Rassegna internazionale di canto corale di Mel, in provincia di Belluno è un festival suddiviso in tre serate in cui si esibiscono tra la fine di giugno e l'inizio di luglio cori polifonici provenienti da tutto il mondo.
    • Vivavoce: festival internazionale di musica a cappella; si tiene principalmente in teatri e chiese di Treviso e Castelfranco Veneto.
    • Festival nazionale dei sosia d'Italia: festival nazionale di musica e spettacolo live di sosia di personaggi famosi nazionali ed internazionali; si tiene principalmente a Bibione.
    • Estate teatrale veronese: rappresentazioni teatrali principalmente al teatro Romano di Verona, dove viene messo in scena soprattutto Shakespeare.

    Edited by PatriziaTeresa - 17/3/2015, 12:24
     
    .
0 replies since 15/3/2015, 18:31   16 views
  Share  
.