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Rovigo

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    Rovigo

    UMdSxoi

    - Info -

    Rovigo ([roˈviːɡo], toponimo invariato in veneto) è un comune italiano di 50.590 abitanti capoluogo della provincia omonima nel Veneto.

    Geografia fisica

    Il comune di Rovigo si estende tra l'Adige a nord e il Canalbianco a sud, ad eccezione della frazione di Fenil del Turco che è situata tra il Canalbianco e lo scolo Zucca; si trova a circa 41 km dalla costa del mare Adriatico.
    Il territorio è estremamente pianeggiante e l'altitudine varia tra i 5 e gli 8 metri sul livello del mare. È attraversato dall'Adigetto e da numerosi canali artificiali che servono sia per la bonifica idraulica che per l'irrigazione. Tra questi il Ceresolo, il Rezzinella, il Valdentro, l'Adigetto, il Canalbianco, il Pontecchio, lo Zucca segnano, in alcuni tratti, i confini del comune; il Collettore Padano Polesano attraversa la frazione di Fenil del Turco.
    Il terreno è molto fertile e adatto in particolare alla coltivazione del mais e di prodotti orticoli di qualità. Sul Canalbianco si apre l'interporto di Rovigo, diventato operativo nel 1998.
    Il comune di Rovigo confina (in senso orario): a nord con i comuni di Barbona, Vescovana, Boara Pisani e Anguillara Veneta; a est con i comuni di San Martino di Venezze, Villadose e Ceregnano; a sud con i comuni di Crespino, Pontecchio Polesine e Bosaro; a ovest con i comuni di Arquà Polesine, Costa di Rovigo, Villanova del Ghebbo e Lusia.

    Clima

    Abbozzo Veneto

    Questa sezione sugli argomenti climatologia e Veneto è solo un abbozzo. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
    Il comune di Rovigo si trova nella zona climatica "E" (tra 2101 e 3000 GG) e nella zona sismica "4" (sismicità molto bassa).

    Le origini del nome

    Citato per la prima volta nell'838 come Rodigo e poi come Rudi e Ruuigo, il toponimo sembra essere in relazione con il nome personale germanico Hrodico. Secondo gli eruditi del passato, esso deriverebbe invece dal greco rhodon "rosa" (nell'Orlando furioso Ludovico Ariosto descrive la città come «la terra il cui produr di rose / le dié piacevol nome in greche voci»), il che lo ricollega alla leggenda che vorrebbe il Polesine colonizzato da un gruppo di Achei capitanati da Diomede. La tradizione ha valso a Rovigo il titolo di "Città delle rose".

    Storia

    Pochissimi sono i reperti storici giunti fino a noi dall'antichità, ma sicure sono le frequentazioni in zona di antichi Veneti, e più tardi dei Romani. Il primo documento storico sicuramente attendibile sulla città è dunque quello del 24 aprile 838, dove Rovigo viene definita in latino villa que nuncupatur Rodigo, ossia "borgo [rurale] detto Rodigo". Nel 920 il vescovo di Adria Paolo Cattaneo fece costruire una fortificazione in questo borgo per trasferirvi temporaneamente la sede vescovile al riparo dalle scorrerie ungare. Questa prima fortificazione è completata nel 954.

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    Antica mappa di Rovigo
    Gli Estensi erano presenti a Rovigo già nel 1117 e furono presumibilmente loro a promuovere l'ampliamento della fortificazione nel XII secolo, quando l'abitato di Rovigo si estendeva già su entrambi i lati dell'Adigetto, che all'epoca era un vero e proprio fiume. Il maschio del castello, oggi conosciuto come torre Donà, alto 66 metri è una delle più alte torri medievali italiane, quasi sicuramente fu la più alta torre in muratura della sua epoca. Il dominio estense su Rovigo fu ufficializzato dal Sacro Romano Imperatore Enrico VI nel 1194, che ne nominò conte Azzo VI; a parte brevi parentesi, Rovigo rimase estense per quasi tre secoli.
    Il XV secolo fu tormentato per Rovigo e tutto il Polesine, conteso dalla Repubblica di Venezia che cominciava in quel periodo ad espandersi verso la terraferma. Durante i fatti della Guerra del sale, i Veneziani entrarono definitivamente a Rovigo nel 1482, e a parte la parentesi della Lega di Cambrai (1508 – 1511) ne mantennero il dominio per circa tre secoli. Per imprimere l'impronta della repubblica, fu costruita in piazza Maggiore (l'attuale piazza Vittorio Emanuele II) la torre civica in cui fu trasferita la campana che aveva suonato nel maschio del castello; nel 1519 fu costruita anche la colonna con il Leone di San Marco.
    Alla fine del XVI secolo la Serenissima celebrò il proprio dominio edificando su progetto del bassanese Francesco Zamberlan il tempio della Beata Vergine del Soccorso, noto col nome di Rotonda, il cui interno è decorato con tele di elevato valore artistico e allegorico, raffiguranti i podestà veneziani che governarono su Rovigo fino agli anni 1660.
    Durante il XVIII secolo fu ampliato il duomo la cui facciata rimase incompiuta; l'edilizia privata produsse piccoli capolavori come il palazzo Roncale e il palazzo Angeli. In questo periodo il borgo S. Bortolo cominciò ad assumere una sua identità di quartiere fuori porta. Rovigo conservò la sua pianta pentagonale circondata dalle mura e attraversata dall'Adigetto (che nei secoli perse progressivamente di importanza).
    All'inizio del XIX secolo, in seguito alla caduta della Repubblica di Venezia e all'instaurarsi della dominazione francese, Rovigo conobbe un rinnovato impulso sociale e culturale alla crescita e allo sviluppo. In piazza Maggiore si trovò finalmente il posto per una sede di prestigio all'Accademia dei Concordi. Venne demolita la storica chiesa di Santa Giustina e al suo posto nacque la piazza minore ora intitolata a Giuseppe Garibaldi; affacciandosi su questo nuovo spazio pubblico nacquero in seguito, durante la dominazione austriaca, il teatro Sociale e il palazzo della borsa commerciale. Vennero abbattute quattro delle sei porte di accesso alla città e le fosse furono trasformate in passeggi pubblici per promuovere lo sviluppo della città all'esterno delle mura estensi.
    L'economia era ancora prevalentemente basata su agricoltura e allevamento; il cavallo polesano divenne famoso in tutta Europa come la migliore razza di cavalli per il traino di carrozze. L'annessione al Regno d'Italia diede la spinta definitiva allo sviluppo; nel 1866 la città risentì favorevolmente della costruzione della linea ferroviaria Padova-Rovigo, subito prolungata verso Ferrara.
    Nel 1927 il territorio del comune fu allargato, inglobando i territori fino a quel momento autonomi di Boara Polesine, Buso Sarzano, Sant'Apollinare con Selva, Borsea, Grignano di Polesine e Concadirame. Inoltre, la costituzione del quartiere della Commenda e del nuovo centro sanatoriale favorirono lo sviluppo della città a nord, mentre a sud-ovest la località Tassina ormai diventava un quartiere periferico della città.
    Nel 1938 il corso dell'Adigetto, ormai ridotto a un corso d'acqua di scarsa importanza, fu deviato a ovest; il progetto era quello di creare al suo posto una grandiosa via di celebrazione in stile fascista. Il progetto fu realizzato solo parzialmente, interrotto dalla seconda guerra mondiale; tra gli edifici costruiti, spiccano per imponenza e stile di realizzazione il palazzo delle poste e il palazzo INA. Il castello nel dopoguerra venne trasformato in giardino pubblico; il gruppo delle "due torri" sopravvissute nella cittadella diventò così uno dei simboli della città.
    A partire dagli anni 1950 e 1960, Rovigo ha avuto un notevole sviluppo, sia come tradizionale mercato agricolo, sia come centro industriale, favorito dall'inserimento del Polesine nelle zone ad economia depressa; furono costituiti la nuova parrocchia e quartiere di San Pio X per l'espansione della città a ovest, fu costruita la chiesa della Commenda e il quartiere fu ampliato ulteriormente a est; nel territorio a sud-est compreso tra l'abitato e la frazione di Borsea si è sviluppata una organica zona industriale, che ora ha uno sbocco naturale sul porto appena realizzato sul Canalbianco.
    A partire dagli anni 1980 è iniziato il recupero del patrimonio urbanistico e architettonico del centro cittadino. In tempi recentissimi si sono sviluppati il nuovo polo ospedaliero a est e la zona commerciale a nord della città, dove si sono stabilite anche le sedi della Fiera e dell'Università. Si sta infine completando in questi anni il recupero urbanistico dell'ex ghetto ebraico, iniziato negli anni 1930.
    Grazie ai benefici della categorizzazione in zona depressa durante gli ultimi due decenni del XX secolo ha beneficiato di una positiva spinta economica che ha sradicato il capoluogo e parte della provincia dalla dipendenza dall'economia agricola. Un buon numero di industrie manifatturiere si sono sviluppate nella zona industriale della città.

    Monumenti e luoghi di interesse

    Architetture religiose

    Gli edifici religiosi siti nel territorio municipale sono prettamente luoghi di culto della religione cristiano cattolica con qualche eccezione, tuttavia quelli edificati a questo scopo ed attualmente esistenti risalgono, nelle costruzioni più antiche, al XII secolo pur se ampiamente rimaneggiati ed ampliati. Per l'amministrazione religiosa Rovigo si divide in due il vicariati, detti zona urbana e zona suburbana, il primo che incorpora le parrocchie di Santo Stefano, Cuore Immacolato di Maria, Santa Maria Madre di Dio, San Bartolomeo, San Pio X, Sant'Antonio, San Francesco e Santa Rita, il secondo quello che riunisce le parrocchie di Boara, Borsea, Buso, Concadirame, Fenil del Turco, Granzette, Grignano, Mardimago, Roverdicrè, Sarzano, Sant'Apollinare. Tutte queste sono costituite da chiese, oratori e cappelle, questi ultimi sia aperti al pubblico culto che privati. Alcune di queste, nate come chiese parrocchiali, sono state declassate ad oratori quando la loro funzione venne sostituita da strutture più capienti, alcune sono state chiuse e sono in rovina, altre chiuse e sconsacrate, tuttavia recuperate per preservare la loro importanza storico-culturale. Altre sono scomparse, distrutte dagli eventi o smantellate per lasciare posto ad altri edifici. Di seguito si elencano gli edifici religiosi siti nel tessuto urbano e nelle frazioni del territorio comunale.

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    Tempio della Beata Vergine
    del Soccorso, detto la Rotonda

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    Chiesa di San Pio X
    • Duomo
    • Chiesa di Sant'Antonio di Padova (XX secolo). Edificata nel tardo ventesimo secolo per sostituire il precedente edificio degli anni cinquanta è uno degli edifici religiosi più recenti.
    • Chiesa di Sant'Antonio Abate detta di San Domenico. Consacrata nel 1543 e più volte restaurata nei secoli. • Meritano attenzione alcune sculture del Sei-Settecento come il busto di Sant’Antonio Abate e le statuine di San Paolo e San Sebastiano. Opera dell'Adorazione Eucaristica. Via X luglio.
    • Chiesa di Santa Maria delle Rose (XX secolo). Edificata nel tardo ventesimo secolo è uno degli edifici religiosi più recenti, parrocchiale creata per soddisfare le esigenze dei credenti del quartiere Commenda Est realizzato nel periodo.
    • Chiesa dei Santi Francesco e Giustina
    • Chiesa di San Bartolomeo, comunemente chiamata di San Bortolo.
    • Monastero degli Olivetani
    • Chiesa della Beata Vergine Addolorata delle Servite (XX secolo), parte del centro mariano "Beata Vergine Addolorata" retto dalle Suore Serve di Maria Riparatrici.
    • Tempio della Beata Vergine del Soccorso detto "la Rotonda"
    • Chiesa di Santa Maria dei Sabbioni
    • Chiesa di San Pio X (XX secolo). L'edificio in stile moderno, progettato dall'architetto Antonio Canato, venne edificato negli anni sessanta e consacrata durante funzione solenne il 16 novembre 1968 dal Vescovo Ausiliare Mons. Rosina.
    • Oratorio della Beata Vergine di Pompei, detto "Chiesetta delle fosse" (XIX secolo) è un piccolo edificio sacro sito sul crocevia che unisce Via Nazario Sauro e Via Gorizia (in precedenza chiamate Strada delle Fosse), Via Piave, Via Fiume e Via Domenico Piva, sorto all'inizio del XX secolo ed all'inizio degli anni duemila fatto oggetto di un restauro conservativo. Pur non possedendo opere artistiche pregevoli la sua collocazione e la sua semplice architettura ne fanno una delle mete, oltre dei devoti, anche della curiosità dei turisti.
    • Oratorio della Santissima Concezione detto "Chiesa del Cristo"
    • Santuario della Madonna Pellegrina detto "Chiesa della Commenda"

    Architetture civili
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    Palazzina Minelli.
    • Casa Rosetta Ferrari
    • Palazzina Minelli (detta anche Palazzina gotica). Fatta erigere dal tipografo Antonio Minelli è caratterizzata dalla facciata in stile neogotico impreziosita da elementi circolari in cotto raffiguranti alcuni dei membri della famiglia Minelli.
    • Palazzetto Veronese
    • Palazzo Angeli
    • Palazzo Camerini
    • Palazzo Campanari
    • Palazzo Casalini a Porta Sant'Agostino
    • Palazzo Casalini al Duomo
    • Palazzo già Vescovile
    • Palazzo Gobbati
    • Palazzo INA (XX secolo)
    • Palazzo Manfredini al Duomo
    • Palazzo Oliva
    • Palazzo Paoli
    • Palazzo Patella-Montalti (XVIII secolo). Sito nel Corso del Popolo ma originariamente affacciato sull'Adigetto, fu nel tempo caserma dell'Imperial Regia Gendarmeria dell'Impero austriaco, quindi seminario, sede di enti pubblici e di scuole superiori tra le quali l'Istituto Tecnico per Geometri e che ne è attualmente la sede.
    • Palazzo Ravenna
    • Palazzo Roncale
    • Palazzo Roverella (XV secolo). Commissionato dal cardinale Bartolomeo Roverella rimase parzialmente incompiuto a causa della morte del committente. Si affaccia sulla Piazza Vittorio Emanuele II, già Piazza Maggiore.
    • Palazzo Salvadego-Sgarzi
    • Palazzo Silvestri
    • Palazzo Venezze
    • Villa Tracanella
    • Palazzo delle Poste e Telegrafi (XX secolo), progetto di Roberto Narducci

    Architetture militari
    • Castello, nucleo originario della città medioevale. Posizionato sull'attuale Corso del Popolo, originariamente sull'Adigetto, conserva parte dell'originaria struttura tra cui gran parte delle mura perimetrali e le due torri, simbolo della città:
    • Torre Mozza o Torre Grimani
    • Torre Donà, edificata successivamente.
    • Mura cittadine. Benché le mura siano quasi totalmente scomparse alla vista, per il degrado del tempo e per essere state riutilizzate come materiale edile, se ne trova traccia nel tessuto cittadino come elemento di numerose abitazioni che le inglobarono nei secoli e nella conformazione ancora visibile del centro storico. Delle originarie porte d'accesso ed elementi difensivi rimangono solamente:
    • Porta San Bortolo, una delle due porte rimaste della città.
    • Porta di Sant'Agostino, seconda delle porte cittadine rimaste, ampiamente ristrutturata.
    • Torre Pighin
    • Palazzina del Corpo di Guardia, affacciata alla Piazza maggiore, attualmente Piazza Vittorio Emanuele II, e sede del distaccamento cittadino dell'esercito austriaco.

    Altro
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    Monumento a
    Domenico Piva,
    presso la
    Gran Guardia, Rovigo.

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    Monumento equestre
    a Garibaldi.

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    Monumento a Vittorio
    Emanuele II

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    Fontana della
    Riconoscenza

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    Palazzo delle Poste e
    Telegrafi di
    Roberto Narducci
    • Colonna di San Marco (1519) Innalzata in onore della Repubblica Veneta dopo la lega di Cambrai, sulla sommità un leone di S.Marco (1881) di Augusto Sanavio. L'originale fu abbattuto dai francesi nel 1797.
    • Monumento a Vittorio Emanuele II (1881) di Giulio Monteverde
    • Monumento a Giuseppe Garibaldi di Ettore Ferrari
    • Monumento al garibaldino Domenico Piva di Augusto Sanavio
    • Monumento a Cesare Battisti (1917) di Virgilio Milani
    • Fontana della Riconoscenza di Virgilio Milani
    • Monumento all'esploratore Giovanni Miani (1917) di Virgilio Milani
    • Monumento a Giacomo Matteotti (1978) di Augusto Murer

    Teatri
    • Teatro Sociale
    • Teatro Don Bosco
    • Teatro Duomo
    • Teatro San Bortolo
    • Teatro Studio

    Eventi
    • Festival Opera Prima – Martino Ferrari
    • Fiera d'ottobre
    • Mostra di pittura a palazzo Roverella
    • Ande, bali e cante
    • Festival Deltablues
    • Festival Teatro delle Regioni
    • RO-Woodstock – festival dell'arte giovanile
    • Festival del cabaret Riso fa buon sangue
    • Fiumi di Libri - Fiera della piccola e media editoria

    Persone legate a Rovigo

    Architetti, pittori e scultori

    Luigi Boscolo, incisore
    Antonio Minelli, tipografo
    Sante Baseggio, architetto
    Francesco Xanto Avelli, ceramista
    Giovanni Biasin, pittore e decoratore
    Vittorio Biasin, pittore, decoratore, pubblicista e fotografo
    Mario Cavaglieri, pittore
    Riccardo Cessi, pittore e insegnante
    Edoardo Chendi, pittore,
    Leone Cimpellin, disegnatore di fumetti
    Raffaello Giovanelli, pittore e insegnante di origine urbinate
    Giuseppe Milani, scultore
    Virgilio Milani, scultore
    Gino Pinelli, pittore e incisore di origine trevigiana
    Eugenio Piva, disegnatore e architetto
    Angelo Prudenziato, pittore e incisore
    Pio Pullini, pittore marchigiano, a Rovigo nel periodo 1923 - 1931
    Orlando Veronese, architetto e urbanista
    Giorgio Wenter Marini, architetto e illustratore roveretano di stile Secessione
    Cesare Zancanaro, scultore
    Gisella Zanella Breseghello, pittrice
    Mattia Bortoloni, pittore

    Giornalisti, insegnanti e scrittori
    • Francesco Berlan, patriota, educatore e preside liceale
    • Francesco Brusoni, poeta e umanista
    • Gianantonio Cibotto, scrittore
    • Cesare Cimegotto, studioso e insegnante di lettere classiche
    • Erminia Fuà Fusinato, poetessa
    • Vittorio Gottardi, letterato trevigiano, educatore, militante socialista
    • Bruno Migliorini, linguista, esperantista, filologo, presidente dell'Accademia della Crusca dal 1949 al 1963
    • Gaetano Oliva, classicista, insegnante del Liceo Classico Celio, preside e provveditore agli studi
    • Vittorio Piva, giornalista e militante socialista
    • Ulisse Poggi, insegnante e letterato
    • Pasquale Cordenons, insegnante del Liceo Classico Celio e scienziato, pioniere dell'aeronautica
    • Giovanni Ferdinando Rubini, insegnante di matematica al Liceo Classico Celio, giornalista, massone
    • Emma Tettoni, insegnante di pedagogia e scrittrice, allieva di Carducci
    • Diego Valeri, poeta, scrittore e critico letterario, fu docente di lettere al Liceo Classico Celio
    • Ferruccio Viola, ingegnere, insegnante
    • Emilio Zanella, insegnante, pubblicista, politico e amministratore locale socialista
    • Livio Rizzi, poeta
    • Adolfo Rossi, giornalista, scrittore e diplomatico

    Politici
    • Antonio Bisaglia, politico
    • Giovanni Battista Bononi, politico e amministratore provinciale
    • Alberto Brigo, politico, Presidente dell'amministrazione provinciale per due legislature (1993 - 1999)
    • Alessandro Casalini, industriale, politico, deputato, senatore
    • Giovanni Battista Casalini, giornalista, politico, amministratore pubblico
    • Umberto Merlin, politico, senatore
    • Cesare Parenzo, avvocato, garibaldino, deputato progressista, senatore
    • Nicola Badaloni, medico, politico e parlamentare socialista
    • Amos Bernini, combattente garibaldino, parlamentare, primo sindaco eletto di Rovigo
    • Carlo Cibotto, politico
    • Alfredo De Polzer, politico
    • Federico Manfredini, politico
    • Giacomo Matteotti, militante socialista, deputato, vittima del fascismo
    • Tullio Gaetano Minelli
    • Ercoliano Monesi, politico e parlamentare socialista
    • Gino Piva, pubblicista, militante politico
    • Italo Pozzato, avvocato, politico, deputato
    • Giacomo Levi-Civita, patriota e politico
    • Domenico Piva, patriota e militare
    • Giuseppe Romanato, politico, deputato, presidente Accademia dei Concordi

    Altro
    • Ferdinando Zago-Crovato (Rovigo, 10 gennaio 1825 - Cagliari, 1º febbraio 1861) garibaldino partecipante alla spedizione dei Mille
    • Domenico Angeli, filantropo
    • Carlo Bagno, attore
    • Marco Levi Bianchini, psichiatra
    • Leandro Campanari, violinista, direttore d'orchestra e compositore; nato a Rovigo
    • Daniele Demartini, giocatore di basket
    • Paola Bordon, giocatrice di basket
    • Gianni Fenzi, attore
    • Giovanni Miani, esploratore
    • Enrico d'Oncieu de Chaffardon, militare
    • Dria Paola, attrice italiana
    • Ludovico Ricchieri, umanista, noto anche come Celio Rodigino
    • Katia Ricciarelli, cantante lirica
    • Natalino Balasso, comico, attore
    • Elena Rizzieri, cantante lirica
    • Carolina Cristofori Piva, moglie di Domenico Piva e in rapporto epistolare con Giosuè Carducci
    • Tito Poggi, agronomo
    • Carla Liliana Martini, ex internata campi di concentramento
    • Antonio Rossaro, sacerdote trentino e militante irredentista
    • Bartolomeo Roverella, cardinale
    • Maria Bolognesi, beata
    • Nair (Silvia Viscardini), musicista e cantante
    • Casey (Marco Cavallaro), musicista THEE S.T

    Edited by PatriziaTeresa - 17/3/2015, 13:54
     
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