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Vicenza

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    Vicenza

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    - Info -

    Vicenza(Vicensa in veneto locale) è un comune italiano di 113.352 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Veneto.

    È il quarto comune della regione per popolazione e il quinto più densamente popolato.Il capoluogo berico è meta di turismo culturale con flussi da ogni parte d'Italia ed internazionali, in virtù del suo essere soprannominata "la città del Palladio" - dal nome dell'architetto che qui realizzò numerosi edifici nel tardo rinascimento. Proprio perché la città costituisce una realizzazione artistica eccezionale per i numerosi contributi architettonici di Andrea Palladio, Vicenza è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
    La città è, inoltre, tra i più importanti centri industriali ed economici italiani, cuore di una provincia costellata di piccole e medie imprese il cui tessuto produttivo registra da anni il terzo posto in Italia per fatturato nelle esportazioni, trainate soprattutto dal settore metalmeccanico, tessile e orafo: quest'ultimo raggiunge nel capoluogo berico oltre un terzo del totale delle esportazioni di oreficeria, facendo di Vicenza la capitale italiana della lavorazione dell'oro.

    Geografia fisica

    Territorio

    Il territorio comunale di Vicenza si estende per circa 80 km², tra la parte settentrionale dei Colli Berici e la parte orientale dei Lessini.
    La città presenta una parte meridionale pianeggiante posta ad una quota di 26 m s.l m. (zona di Borgo Casale), la parte del centro storico che si sviluppa tra i 33-40 m s.l.m., tra le anse dei principali fiumi Bacchiglione, Retrone ed Astichello ed infine una parte collinare (appartenente al Sistema delle dorsali Settentrionali dei Colli Berici) con un'altezza massima di 183 m s.l.m. (corrispondente al Monte Bella Guardia).
    Il territorio comunale comprende non solo il nucleo urbano, che si è notevolmente espanso nel corso del Novecento, ma anche delle zone di campagna in periferia e la zona di Monte Berico, che domina la città dall'alto.

    Sismologia

    Per quanto riguarda la sismicità, il capoluogo berico è stato classificato con rischio sismico di grado 3 su 4 ovvero a rischio sismico basso (Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003).[12]

    Idrografia

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    L'alluvione del novembre 2010
    in una strada del centro storico
    Il nucleo storico della città sorge alla confluenza del fiume Bacchiglione con il suo affluente Retrone. Altri corsi d'acqua toccano Vicenza: il fiume Astichello (che provenendo da nord-est si getta nel Bacchiglione), il fiume Tesina (che lambisce la città ad est) e il torrente Orolo (che discende da nord e si getta anch'esso nel Bacchiglione).
    Durante il Medioevo questi corsi d'acqua hanno avuto un'influenza decisiva sulla storia, la difesa e lo sviluppo della città.
    Oltre ai fiumi, Vicenza e la zona a nord della città è molto ricca anche di acqua di falda e di risorgiva, tant'è che, da secoli, la città di Padova e parte della sua provincia prelevano l'acqua dal vicentino e, attraverso l'acquedotto sito nella zona di Novoledo di Villaverla, la portano nel territorio patavino.
    Purtroppo, a causa della notevole urbanizzazione del dopoguerra, molti fossati e canali di scolo sono stati chiusi o tombinati e larghe aree di terreni una volta agricoli si sono trasformate in zone industriali, finendo per convogliare il deflusso delle acque che dalle montagne vicentine giungono in pianura, solo sui fiumi principali.
    Proprio perché si trova nel punto d'incontro di fiumi (Bacchiglione e Retrone in primis) la città di Vicenza viene considerata una zona a rischio idrogeologico; nel passato è stata infatti colpita da diverse alluvioni: particolarmente rilevanti quelle del settembre 1882 e del 4 novembre 1966. Tra il primo e il 2 novembre 2010 la città è stata colpita da una nuova alluvione che ha sommerso il 20% della superficie comunale provocando gravi danni e due vittime.
    In data 11 novembre 2012 Vicenza ha rischiato una seconda alluvione, a distanza di soli due anni da quella del 2010. Il livello del Bacchiglione al Ponte degli Angeli ha toccato i 6,05 metri, andando quindi ben oltre il livello di guardia (tanto che, per la prima volta, sono state attivate le sirene di allarme esondazione installate dal comune su alcuni campanili della città), poi l'ondata di piena è diminuita. I danni sono comunque stati ingenti in alcune zone della città, ampiamente allagate (2,3 km² di territorio allagato su 80,54 km² di territorio comunale) dall'acqua esondata in alcuni punti e da quella uscita a forte pressione dalle condutture fognarie. L’unica struttura in grado di evitare in un futuro ulteriori danni da alluvione ai Comuni di Vicenza e Caldogno - Comune che si è trovato in una situazione analoga - è la realizzazione del bacino di laminazione, previsto da due anni.

    Clima

    Vicenza ha un clima semicontinentale con inverni piuttosto freddi e umidi, le estati sono invece calde e afose. Effetti positivi hanno le colline e le montagne che, molto spesso, riescono a bloccare le perturbazioni. Mediamente la durata del giorno è di dodici ore e sedici minuti, con punta minima a dicembre (otto ore e quarantanove minuti) e massima a giugno (quindici ore e quaranta minuti).
    Le precipitazioni medie annue si attestano a 1.060 mm, mediamente distribuite in 88 giorni di pioggia, con minimo relativo in inverno, picco massimo in autunno e massimo secondario in primavera per gli accumuli. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 74,6 % con minimi di 70 % a luglio e ad agosto e massimo di 81 % a dicembre; mediamente si contano 59 giorni di nebbia all'anno.

    Toponimo

    Pare che il primo nome dato dai Veneti alla città sia stato Berga, nome ricordato anche nel primo teatro romano costruito in città che si chiamava appunto Teatro Berga. Certa è, invece, la denominazione assunta in epoca romana: Vicetia o Vincentia o ancora Vicentia. Il nome è attestato dapprima nella forma dell'etnico Veicetinos in un'iscrizione del 135 a. C., poi come Vicetia in Plinio il Vecchio (Naturalis Historia III, 130; III, 132) e in Tacito (Historiae, III, 8). Nel Secolo XI si arriva a Vicencia fino all'odierna Vicenza. L'origine del nome può essere fatta risalire al latino vincens (vincente) o al greco Oniketia (terra dei Veneti). Strabone la chiama anche Ucetia mentre Claudio Eliano la cita col nome di Bitetia. Il toponimo è certamente una formazione venetica, derivata dall'indoeuropeo weik- (da cui il greco οἶkος e il latino vicus) con il suffisso -et attestato anche nel nome dei Veneti. La base weik- designa l'unità sociale superiore alla famiglia ed il villaggio.

    Storia

    « Un luogo benedetto dal cielo, uno di quei nidi preparati dalla natura per la nascita dell'arte italiana. »
    (Louis Courajod, storico dell'arte francese, fondatore dell'École du Louvre)

    Dalle origini all'epoca medievale

    Gli studiosi sono concordi nel ritenere che il primo insediamento, alla confluenza dei fiumi Astico (poi Bacchiglione) e Retrone, sia originato da popolazioni paleovenete che in precedenza vivevano sui Colli Berici e nella valle del Lago di Fimon, almeno a partire dal VI secolo a.C.Mai asserviti dai popoli circostanti, di cui pure subirono l'influenza culturale, nel II secolo a.C. entrarono nell'orbita di Roma e ottennero la cittadinanza romana nel 49 a.C.
    Completamente ridisegnata in quegli anni nel suo impianto urbanistico, ancora molto evidente, e dotata delle prime mura, durante il primo periodo imperiale, la città prosperò: lo attestano i resti del Teatro Berga, dei ponti (demoliti ma documentati a fine Ottocento), dell'acquedotto in frazione Lobbia, del Foro sotto Palazzo Trissino e di domus patrizie sotto la piazza del Duomo, con un criptoportico romano ben conservato, scoperto dopo i bombardamenti avvenuti nella città durante la Seconda guerra mondiale.
    Il cristianesimo si è diffuso in Vicenza probabilmente verso la fine del III secolo. Alla fine del IV o agli inizi del V secolo risale la costruzione sia di una basilica fuori dalle mura, dedicata ai santi Felice e Fortunato, sia di una chiesa cittadina che diverrà poi la cattedrale.
    Non sembra che in epoca tardo-antica la città sia stata devastata da invasioni barbariche (da Paolo Diacono viene citato solo un saccheggio da parte degli Unni).
    Il Museo naturalistico e archeologico di Santa Corona e il Museo diocesano di Vicenza conservano importanti reperti risalenti alle origini della città.
    Nel 568 fu occupata dai Longobardi (secondo Paolo Diacono fu occupata dallo stesso Alboino) e subito eretta a sede ducale. Durante i circa tre secoli del periodo longobardo e del successivo periodo carolingio Vicenza rivestì un ruolo regionale di un certo rilievo e nel 589 ebbe il suo primo vescovo, Oronzio.
    Durante il Medioevo a Vicenza trovarono sede molti benedettini che si occuparono, tra l'altro, della bonifica del territorio. La città in origine sorgeva infatti su un terreno acquitrinoso e subito a nord confinava con un lago che andò progressivamente prosciugandosi durante l'epoca medievale. La presenza di due corsi d'acqua (gli attuali Bacchiglione e Retrone) e la scarsa elevazione del terreno favorirono il verificarsi di frequenti alluvioni fino ad epoche recenti.
    Nel 1184 dei sicari al soldo dei grandi feudatari assassinarono sulla piazza del Duomo il vescovo Giovanni Cacciafronte, che venne poi beatificato da papa Gregorio XVI. Dopo essere stata sotto il controllo di Ezzelino II il Monaco nel 1211, la città finì sotto l'egida degli scaligeri, cui si deve la costruzione delle mura trecentesche, la trasformazione in torre del campanile della basilica dei SS. Felice e Fortunato e il conio dell'unica moneta cittadina, l'aquilino d'argento.

    La sudditanza alla Serenissima ed il Rinascimento vicentino

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    La città di Vicenza agli
    inizi del XVII secolo
    Dal 1404 al 1797, donando nel 1414 le chiavi della città a Venezia (come fecero altre città venete e lombarde) entrò a far parte della Repubblica Serenissima Veneta con la sua capitale o dominante Venezia. Seguirono quattro secoli di pace e benessere, in cui le arti raggiunsero livelli eccelsi e l'economia prosperò. Il 12 giugno 1486 gli ebrei furono espulsi da Vicenza e, per sopperire alle richieste di prestiti di denaro, fu istituito contemporaneamente il Monte di Pietà.
    Il Cinquecento fu il secolo del grande architetto tardo-rinascimentale Andrea Palladio. Giunto giovane a Vicenza dalla nativa Padova, preso a cuore dal mecenate vicentino Gian Giorgio Trissino che lo fece studiare, Palladio si rivelò come una delle personalità più influenti nella storia dell'architettura occidentale. Le numerose famiglie nobili vicentine (i Porto, i Valmarana, i Thiene, i Trissino solo per citarne alcune) commissionarono a Palladio numerosi palazzi in città nonché altrettante ville che ridisegnarono completamente la scenografia vicentina. Tra le opere principali la Basilica Palladiana nella centrale Piazza dei Signori, il Teatro Olimpico, Palazzo Chiericati e Villa Capra detta la Rotonda posta appena fuori dall'abitato. La tradizione palladiana venne continuata da Vincenzo Scamozzi e da altri architetti fino al XVIII secolo.
    Sono poche in città le testimonianze del Barocco: tra queste va segnalata la Chiesa di Santa Maria in Araceli, progettata dall'architetto Guarino Guarini, nei cui altari erano collocati dipinti di Giambattista Tiepolo e del Piazzetta, e la Basilica di Monte Berico.

    Età contemporanea

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    Gli austriaci conquistano Vicenza
    Con l'arrivo dei francesi nel 1797 e la caduta della Repubblica di Venezia, nel Veneto si assistette ad un cambio epocale. Il sistema politico basato sull'oligarchia del patriziato veneziano era considerato talmente superato che, quando il Congresso di Vienna restaurò l'ordine precedente, neppure prese in considerazione la rinascita della Serenissima. Dopo pochi mesi di occupazione (dall'aprile 1797 al gennaio 1798) a Vicenza e nel Veneto, in base agli accordi del Trattato di Campoformio, ai francesi subentrarono gli austriaci, che abrogarono molte delle decisioni prese dalla Municipalità provvisoria e riportarono in vigore la situazione precedente all'invasione napoleonica. I francesi ritornarono nuovamente in città per pochi mesi tra il 1800 e il 1801, ma la Pace di Luneville ridiede Vicenza e il Veneto agli austriaci. Il 4 novembre 1805, per la terza volta, in seguito alla pace di Presburgo che ridiede il Veneto, l'Istria e la Dalmazia alla Francia, le armate di Napoleone rientrarono in Vicenza, che venne annessa al Regno d'Italia - parte dell'Impero francese - e vi rimase fino al novembre 1813.
    Sconfitto Napoleone nella battaglia di Lipsia, il 5 novembre 1813 gli austriaci rientrarono a Vicenza e questa volta vi si insediarono stabilmente. L'occupazione fu ratificata dal Congresso di Vienna e nel 1816 tutta la regione - e con essa Vicenza - fu inclusa nel nuovo stato, il Regno Lombardo-Veneto, facente parte dell'Impero austriaco.
    Nel 1848 scoppiò in tutta Europa una serie di moti rivoluzionari. Da marzo le rivolte divamparono anche nel Lombardo Veneto, dove insorsero Milano e Venezia. Il 23 maggio, il feldmaresciallo Josef Radetzky attaccò Vicenza per reprimere l'insurrezione che erano iniziate anche nel territorio berico. I volontari vicentini e le truppe pontificie giunte in loro soccorso, guidati dal comandante Giovanni Durando, riuscirono a bloccare gli austriaci facendoli ritirare a Verona. La notizia dell'eroica impresa fece il giro delle città insorte. Il 10 giugno Radetzky attaccò nuovamente la città con 30.000 soldati e 50 cannoni. La sproporzione era enorme (a difendere la città erano in 11.000 tra volontari e soldati con due soli cannoni) e gli austriaci riuscirono a posizionare i cannoni su Monte Berico, minacciando il bombardamento della città: Vicenza era ormai indifendibile. Radetzky però rimase impressionato dal coraggio e dalla caparbietà dei difensori berici e venne accordata loro la resa con l'onore delle armi, consentendo ai combattenti di lasciare la città senza essere presi prigionieri.
    Con la Terza guerra di indipendenza del 1866 le truppe austriache abbandonarono la città e il mattino entrarono quelle italiane del generale Cialdini.
    Nello stesso ottobre il Re Vittorio Emanuele II, giunse a Vicenza per consegnare la prima Medaglia d'Oro al Valor Militare per l'eroismo dimostrato dai patrioti nel difendere la città.

    La seconda guerra mondiale

    Durante la prima guerra mondiale le montagne della provincia di Vicenza furono uno dei maggiori fronti di ostilità di tutto il conflitto. Dopo la guerra fu creato il grande piazzale davanti alla Basilica di Monte Berico, con al centro la bandiera italiana. Dal balcone è possibile vedere, grazie ad appositi segnali infissi nella pietra, tutti luoghi dove si svolsero le principali battaglie del conflitto.
    La seconda guerra mondiale colpì anche la città, che fu gravemente danneggiata dai bombardamenti alleati. Iniziati la notte di Natale del 1943 i bombardamenti proseguiranno fino alla primavera del 1945.
    Il 2 aprile del 1944 vengono distrutti il Teatro Verdi, il Teatro Eretenio (considerato una piccola Fenice) e l'Auditorium Canneti. Viene miracolosamente salvato il Teatro Olimpico, che sorge a pochi passi dall'Auditorium.
    Tra il 17 e il 18 novembre 1944 gli alleati decidono di colpire l'Aeroporto di Vicenza. L'uso delle bombe a spillo si ripercuote però sul popoloso quartiere di San Bortolo, all'interno del quale sorge anche l'omonimo ospedale. I morti saranno più di 500 solo in quelle giornate.
    Il 28 febbraio 1945 è la volta della zona della stazione e di Campo Marzo (già colpito il 4 gennaio) che da parco si trasforma in autentico cratere lunare.
    Il 18 marzo 1945 una bomba colpisce la Basilica Palladiana, uno dei monumenti simbolo della città. La cupola a carena di nave rovesciata collassa, la Torre Bissara viene mozzata e solo grazie al veloce intervento dei cittadini si riesce ad evitare che l'incendio che scoppia all'interno della Basilica la distrugga completamente.
    Dopo 53 incursioni aeree e 30 bombardamenti, gli americani entrano a Vicenza il 28 aprile 1945. È la fine delle ostilità.
    I danni economici subiti dall'economia vicentina ammontarono ad 8 miliardi di lire (circa 170 milioni di euro attualizzati). Solo le aziende municipali AIM contarono danni per 90 000 euro attualizzati. Edifici come i teatri Verdi ed Eretenio furono ridotti a macerie e non vennero più ricostruiti.

    Dal secondo dopoguerra

    Nel dopoguerra a partire dagli anni cinquanta un forte sviluppo economico ed industriale ne ha fatto una delle città più ricche d'Italia.
    Già nel 1946 si inaugura la Fiera Campionaria nei nuovi padiglioni della Fiera di Vicenza ai Giardini Salvi, vengono ristrutturati gli edifici pubblici, costruite nuove struttura per la città, nascono nuovi quartieri residenziali, nel 1964 viene aperto il tratto berico dell'Autostrada A4. Negli anni settanta inizia a concretizzarsi la nuova Zona Industriale Ovest con la nuova sede della Fiera. Vicenza diventa la capitale mondiale per la lavorazione dell'oro, la terza provincia italiana per esportazioni.
    Nel 1994 la città si afferma ufficialmente anche come polo culturale, diventando città patrimonio mondiale dell'umanità.
    Nel 1995 riceve la seconda medaglia d'oro al valore militare da parte del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per le sofferenze patite durante la seconda guerra mondiale.
    Il 29 aprile 2001 quasi 80.000 vicentini vengono fatti evacuare per permettere il disinnesco di un ordigno bellico di 1.500 kg rinvenuto durante alcuni lavori al cimitero maggiore.
    Nel novembre 2010 parte della città viene allagata dall'esondazione dei fiumi Bacchiglione e Retrone.
    Nel novembre del 2013 viene rinvenuto un altro ordigno bellico di 1.800 Kg all'ex Aeroporto "Dal Molin". Circa 30.000 vicentini e persone di comuni confinanti di Caldogno e Costabissara vengono fatti evacuare per il disinnesco della bomba avvenuto il 25 aprile 2014 dagli specialisti del 2º reggimento genio guastatori, di base a Trento.


    Vicenza , bellissima città

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    Scrisse di Vicenza Gabriele D'Annunzio:
    « Vicenza, Andrea Palladio nelle Terme
    e negli Archi di Roma imperiale
    apprese la Grandezza. E fosti eguale
    della Madre per lui tu figlia inerme!
    Bartolomeo Montagna il viril germe
    d'Andrea Mantegna in te fece vitale.
    La romana virtù si spazia e sale
    per le linee tue semplici e ferme.
    Veggo, di là dalle tue mute sorti,
    per i palladiani colonnati
    passare il grande spirito dell'Urbe
    e, nel Teatro Olimpico, in coorti
    i vasti versi astati e clipeati
    del Tragedo cozzar contra le turbe.
    Vicenza la Bella, la mia divina, la mia città diletta »

    (VICENZA, Gabriele D'Annunzio, 1926)

    Monumenti e luoghi di interesse

    Alcune delle principali chiese storiche di Vicenza:

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    La cattedrale di Vicenza

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    Basilica Santuario di Monte Berico

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    Basilica dei Santi Felice e Fortunato
    • Cattedrale di Santa Maria Annunciata, costruita in più fasi, cupola e portale laterale settentrionale sono di Andrea Palladio che, molto probabilmente, redige un disegno complessivo, che tuttavia viene messo in esecuzione in due fasi: dal 1558 al 1559 si imposta il cornicione sopra le finestre e si realizza il tamburo, e dal 1564 al gennaio 1566 si pone in opera la cupola. La caratteristica forma della lanterna, astratta e priva di decorazione, viene replicata sulla sommità delle cupole di San Giorgio Maggiore a Venezia, in elaborazione negli stessi anni, ed è presente anche in alcune ricostruzioni palladiane di templi antichi a pianta centrale, come il Mausoleo di Romolo sulla via Appia.
    • Basilica Santuario della Madonna di Monte Berico, realizzato in due tempi, prima nel 1428, poi concluso nel 1703 da Carlo Borella, è costituito da due chiese risalenti a due epoche diverse: la prima di stile gotico, la seconda una basilica in stile classico e barocco. All'interno del convento annesso è visibile il dipinto La cena di San Gregorio Magno di Paolo Veronese. Il campanile, del 1826, fu disegnato da Antonio Piovene. La costruzione commemora le due apparizioni della Madonna ad una pia donna vicentina, Vincenza Pasini, che abitava in un paesello della provincia, e la liberazione della città da una terribile pestilenza. Il campanile ospita 15 in Si2, le più antiche del 1821.
    • Basilica dei Santi Felice e Fortunato, nacque nel IV secolo in ambito cimiteriale e fu maestosamente ampliata nel V secolo per ospitare le reliquie dei martiri cui è dedicata; dopo la distruzione della città e della chiesa stessa da parte degli ungari nel IX secolo, fu ricostruita nel X secolo per volere del vescovo Rodolfo e con il contributo dell'imperatore Ottone II. È una basilica paleocristiana inizialmente rettangolare, poi raddoppiata e divisa in tre navate. I benedettini, a seguito delle invasioni ungare, edificarono un nuovo battistero e l'abside semicircolare, aggiungendo il campanile e il rosone, nonché una sequenza di archetti ciechi e una croce bizantina in facciata. Durante l'epoca barocca l'aspetto della chiesa fu profondamente modificato, arricchendola di altari e decorazioni, poi rimosse in un restauro novecentesco che ha riportato l'edificio all'aspetto precedente. A fianco della basilica vi è una piccola esposizione museale, inaugurata negli anni duemila, con testimonianze archeologiche provenienti dalla chiesa e dalla vicina necropoli romana. La torre, un tempo di difesa, ora ad uso di torre campanaria ospita 10 campane in Sol bemolle maggiore. La quarta è del 1707 fusa dal celebre Antonio Maria de Maria.
    • Chiesa Tempio di Santa Corona, eretta nel Duecento per volontà del beato Bartolomeo da Breganze, vescovo di Vicenza, per conservare una delle spine della corona di Cristo, è una delle più antiche e importanti della città e vi è collocata la Cappella Valmarana progetta da Palladio, che fu sepolto nella stessa chiesa. La chiesa ha subito nel 2012 un importante restauro.
    • Chiesa di San Vincenzo, la chiesa dedicata a San Vincenzo di Saragozza - compatrono di Vicenza, assieme alla Madonna di Monte Berico - affaccia su Piazza dei Signori, di fronte alla Basilica Palladiana, interrompendo l’uniforme tessitura del Palazzo del Monte di Pietà. La facciata fu eretta tra il 1614 ed il 1617 su disegno degli architetti Paolo e Pietro Borini; essa presenta due logge a tre archi, in stile corinzio e composito: le logge sono sormontate da un coronamento che mostra il Cristo compianto da angeli, di Giambattista Albanese, a cui si devono anche le cinque statue del fastigio (i santi Vincenzo, Carpoforo, Leonzio, Felice e Fortunato). Dietro la loggia si trova l'antica chiesetta del 1387, disassata rispetto al palazzo che l'ha inglobata, con l’altare rivolto ad oriente. L’interno della chiesa, modificato nel 1499 e nel Settecento da Francesco Muttoni, fu restaurato negli anni venti del Novecento. Da notare: l’arca trecentesca di Simone Sarego; il pregevole altar maggiore, rococò opera di Bernardo Tabacco e l’altare della Pietà, capolavoro marmoreo giovanile di Orazio Marinali (1689). Entro il portico, dalle volte a crociera, nella parete di fondo, stele di marmo rosso (Giovanni Antonio Grazioli, 1583) con incise le misure ufficiali lineari della Magnifica Comunità vicentina.
    • Chiesa di San Lorenzo, costruita dai minoriti alla fine del XIII secolo, in stile gotico nella sua versione lombardo-padana del Duecento. Si colloca nella centrale piazza San Lorenzo, lungo corso Fogazzaro ed è officiata dai francescani conventuali. Interessanti le 10 campane in Do fuse da Cavadini e Colbachini suonate regolarmente a corda.
    • Chiesa di Santa Maria Nova, edificata alla fine del Cinquecento, rappresenta l'unica architettura religiosa progettata e costruita da Palladio nella città, a parte la cappella Valmarana e i limitati interventi nella cattedrale.
    • Chiesa di Santa Maria dei Servi, situata in piazza Biade, una piccola piazza attigua a piazza dei Signori, la sua costruzione fu iniziata ai primi del Quattrocento dall'ordine dei Servi di Maria. Il portale della chiesa venne eseguito dalla bottega presso cui lavorava Andrea Palladio all'inizio della propria carriera e costituirebbe una delle sue primissime opere.
    • Chiesa di Santa Maria in Araceli, costruita nel Seicento in stile barocco su di un precedente convento, ha dato il nome all'omonimo quartiere di Vicenza ed è attribuita all'architetto Guarino Guarini. Ha una pianta centrale.
    • Chiesa di San Marco in San Girolamo, costruita in forme barocche nel Settecento dai Carmelitani Scalzi su una precedente chiesa e convento dei Gesuati, era dedicata a San Girolamo e Santa Teresa d'Avila. L'attribuzione del progetto è incerta, ma nell'interno è evidente l'influenza dello stile di Giorgio Massari. Dopo l'abolizione napoleonica degli ordini religiosi e dei relativi conventi, divenne nel 1810 la chiesa di San Marco, una delle più antiche parrocchie della città. Contiene numerose opere di artisti veneti del primo Settecento, tra cui alcuni capolavori. La sagrestia conserva il mobilio originale dell'epoca. Sede della scuola campanaria che tutela e salvaguardia il suono delle campane della città.
    • Chiesa di San Giorgio in Gogna, si tratta di una delle più antiche chiese della città, sicuramente anteriore all'anno 1000. Come tutte le chiese del tempo, la facciata è di stile romanico. I muri perimetrali, costituiti da agglomerati di materiali diversi (mattoni, pietra, marmi recuperati da altri edifici) sono una dimostrazione dell'origine chiaramente artigianale della costruzione, il che si può notare specialmente nell'abside poligonale. È stata restaurata dalla diocesi nel 2011.
    • Abbazia di Sant'Agostino, costruita su edifici precedenti, nel XIV secolo, è situata alla periferia occidentale della città, dove dà il nome alla parrocchia e alla frazione omonime. La chiesa abbaziale fu riedificata in stile romanico durante il dominio di Cangrande della Scala tra il 1322 e il 1357.[30][31] La chiesa presenta una ricca decorazione. All'interno un grande polittico del 1404 di Battista da Vicenza; nella volta della cappella maggiore i simboli degli Evangelisti alternati ai Dottori della Chiesa, tra i quali Agostino: ai loro piedi, angeli e figure allegoriche tra cui la Mansuetudine e la Speranza. Nella chiave di volta è il Cristo in gloria fra gli angeli.
    • Chiesa di San Rocco, piccola e preziosa chiesa rinascimentale quasi addossata alle mura scaligere, costruita nel 1485 a seguito di una pestilenza nel luogo dove già sorgeva un oratorio o un’edicola sacra dedicata a San Rocco, protettore degli appestati. L’architettura rinascimentale, non in uso all'epoca negli edifici sacri vicentini, rimanda a Lorenzo da Bologna (anche se l'edificio fu completato da altri). Verso il 1530 la chiesa venne prolungata verso oriente e fu edificata una nuova facciata. Alcuni anni dopo la chiesa fu costruito il convento annesso, nel quale si susseguirono i Canonici regolari di San Giorgio in Alga (congregazione sorta a Venezia alla fine del XIV secolo), detti Celestini dal colore dell'abito, dal 1486 al 1668; le Carmelitane di Santa Teresa, dette Teresine, quindi - dopo le soppressioni napoleoniche di inizio Ottocento - l'Ospedale degli Esposti, dove venivano raccolti i neonati di nascita illegittima, o affetti da handicap psicofisici o appartenenti a famiglie troppo povere per mantenerli (la ruota, restaurata, è tuttora visibile). L'ex monastero, dotato di un suggestivo chiostro, è sede di varie attività socio-culturali.
    • Oratorio di San Nicola da Tolentino, finito nel 1678 su commissione dell'omonima confraternita, è una cappella che ospita un ciclo di tele incentrate sulla vita del Santo, tra i massimi vertici del misurato barocco vicentino.
    • Oratorio del Gonfalone, fu edificato tra il 1594 e il 1596 dalla confraternita omonima, probabile prosecuzione dell'antica Fratalea S. Mariae de domo, devota alla Vergine e legata alla vicina cattedrale. La facciata è suddivisa da quattro paraste corinzie, sormontate da un timpano triangolare dove sono collocati due angeli che sorreggono lo stemma della confraternita, mentre a coronamento vi sono tre statue con al centro quella della Vergine. L'interno è a navata unica. Colpito da un bombardamento angloamericano nella seconda guerra mondiale, l'oratorio subì lo stesso destino del Duomo, cioè quello di essere in buona parte distrutto e ricostruito. Rimangono l'altare maggiore e frammenti della pregevole decorazione a stucco, mentre sono andati perduti i dipinti originali (un ciclo di tele sulla glorificazione della Vergine realizzato sotto la direzione di Alessandro Maganza e a cui collaborarono il figlio Giambattista, Andrea Vicentino, Palma il Giovane e Porfirio Moretti), che sono stati sostituiti da altre tele provenienti dalla cattedrale di Giovanni Battista Zelotti, Albanese, Giovanni Battista Maganza il Giovane.
    • Oratorio delle Zitelle, raro esempio di edificio sacro a pianta ottagonale in città, è situato di fronte alla chiesa di Santa Caterina. Costruito attorno al 1647, è attribuito ad Antonio Pizzocaro ed era destinato alla Pia Casa Santa Maria delle Vergini (fondata nel 1604 per opera del predicatore cappuccino Michelangelo da Venezia), detto "delle zitelle", che accoglieva ed educava le giovani prive di fonti di sussistenza. Al contrario dello spoglio esterno, lo spazio interno è riccamente decorato. È articolato in tre cappelle: quella dell'altare maggiore, dedicata alla Vergine Maria, e le laterali, in onore di Santa Cecilia e Sant'Antonio, a destra, e Sant'Orsola, a sinistra; la copertura è a cupola, con larghe lesene «piegate, sulle quali si impostano i costoloni, del pari piegati, che s'innalzano con andamento veloce a creare la trama ogivale della cupola e quindi a suddividerla in otto spicchi» (Cevese). L'oratorio ospita un ciclo di dipinti sei-settecenteschi dedicato alle Storie della Santa Vergine, tra cui vi sono opere di importanti pittori veneti: di Francesco Maffei Il riposo durante la fuga in Egitto, L'Assunta, La visitazione, La crocifissione; a Giulio Carpioni sono attribuiti l'affresco nella chiave di volta e quattro tele, tra cui L'annunciazione e L'adorazione dei Magi; di Costantino Pasqualotto due dipinti databili 1740; opera del più modesto pittore provinciale Fortunio Parmigiano la Nascita di Maria. L'edificio, di proprietà dell'IPAB, è in corso restauro nel 2013.

    Architetture civili

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    Basilica Palladiana

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    Teatro Olimpico

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    Palazzo Chiericati

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    Loggia del Capitanio

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    Palazzo Barbaran Da Porto

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    La Rotonda

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    Villa Valmarana "Ai Nani"
    • Basilica Palladiana, riedificata a partire dal 1549 da Andrea Palladio, è il più celebre edificio pubblico. Affacciato su Piazza dei Signori, costituiva già nel Medioevo il fulcro di attività non solo politiche (consiglio cittadino, tribunale) ma anche economiche. All'edificio originario, realizzato in forme gotiche, Palladio aggiunse le sue logge classicheggianti in pietra bianca, risolvendo i difficili problemi statici e adottando, grazie all'uso della serliana, un ingegnoso stratagemma per nascondere le differenti distanze tra i pilastri ereditate dai precedenti cantieri. L'ambiziosa copertura a carena di nave rovesciata, ricoperta da lastre di rame, in parte sollevata da grandi archivolti e risalente a metà Quattrocento, fu danneggiata durante un bombardamento nella seconda guerra mondiale e ricostruita; è stata oggetto di un sofisticato restauro iniziato nel 2007 e concluso nel 2012. Nel 2014 è stata dichiarata monumento nazionale. A fianco della Basilica svetta la Torre Bissara, edificata a partire dal XII secolo, tuttora uno degli edifici più alti di Vicenza con i suoi 82 m. Ospita 5 campane in tonalità di Mi.
    • Teatro Olimpico, iniziato nel 1580 quale ultimo progetto di Palladio e finito dall'allievo Vincenzo Scamozzi, è il primo esempio di teatro stabile coperto dell'epoca moderna. Fu ultimato postumo limitatamente alla cavea completa di loggia e al proscenio. Scamozzi disegnò le scene lignee, di grande effetto per il loro illusionismo prospettico e la cura del dettaglio, che si possono tuttora ammirare. Fu inaugurato il 3 marzo 1585 con la rappresentazione dell'Edipo re di Sofocle ed è tuttora utilizzato. Le scene, realizzate appositamente per quella rappresentazione, raffigurano le sette vie della città di Tebe e sfruttano la tecnica della prospettiva accelerata per far apparire lo spazio molto più lungo di quanto effettivamente sia (pochi metri). Il teatro, con la grande parete del proscenio, le molte statue e decorazioni, fu realizzato in legno e stucco e venne costruito su commissione dell'Accademia Olimpica all'interno di una fortezza medioevale in disuso (il Palazzo del Territorio, già utilizzato come prigione e come polveriera).
    • Palazzo Barbaran Da Porto, la fastosa residenza per il nobile vicentino Montano Barbarano è il solo grande palazzo di città che Andrea Palladio riuscì a realizzare integralmente. Si trova in contrà Porti ed è stato realizzato fra il 1570 e il 1575. È attualmente la sede del Palladio Museum e del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio (CISA).
    • Palazzo del Capitanio (Loggia del Capitaniato), opera tarda di Andrea Palladio, si affaccia sulla centrale Piazza dei Signori, proprio di fronte alla Basilica Palladiana. Al piano nobile vi si riunisce il consiglio comunale cittadino. Il palazzo fu progettato nel 1565 e costruito dal 1571 al 1572 come residenza per il rappresentante della Repubblica di Venezia in città. Venne decorato da Lorenzo Rubini; all'interno nove dipinti di Giovanni Antonio Fasolo. La struttura è basata su un ordine composito gigante. Al piano terra vi è una grande loggia, coperta da ampie volte, che sorregge un piano nobile dotato di un grande salone, la Sala Bernarda, arricchita da affreschi del Cinquecento provenienti da una delle ville dei Porto. La facciata del palazzo è alternata da quattro semicolonne giganti, in mattoni a faccia vista, che giungono fin sotto la balaustra dell'attico, e tre grandi archi. Le decorazioni sono realizzate in pietra d'Istria e soprattutto stucchi. Le colonne erano pensate da Palladio per essere ricoperte da un intonaco bianco, giocando con il contrasto dei mattoni rossi privi d'intonacatura sul bianco degli stucchi. Sulla facciata principale delle decorazioni rappresentano la personificazione dei fiumi. Il prospetto laterale su contrà Monte, lavorato su modello degli archi di trionfo romani, è ornata da bassorilievi in stucco e da due statue allegoriche collocate negli intercolumni, a ricordare la vittoria della flotta ispano-veneziana contro gli ottomani nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), a cui contribuirono i vicentini. La loggia a piano terra, recintata da un'alta cancellata in ferro battuto, armonioso spazio caratterizzato da nicchie e colonne, ospita alcune lapidi in ricordo dei caduti delle guerre.
    • Palazzo Chiericati, il grande palazzo sito in piazza Matteotti, sede della pinacoteca civica, fu costruito tra il 1550 e il 1680 su disegno del Palladio come residenza privata nobiliare. È costituito da un corpo centrale con due ali simmetriche leggermente arretrate, dotate di grandi logge al livello del piano nobile. L'armonica facciata è strutturata in due ordini sovrapposti, soluzione fino ad allora mai utilizzata per una residenza privata di città, con un coronamento di statue. Ubicata laddove un tempo confluivano il Bacchiglione e il Retrone, l'architetto la rialzò per evitare esondazioni. Sul fregio della loggia inferiore si alternano metope, triglifi e bucrani.
    • Palazzo Leoni Montanari, sito in contrà Santa Corona, del 1678 e completato nella prima metà del Settecento, è un edificio barocco eretto laddove i Leoni Montanari già possedevano i propri stabili, accogliendo sale per la filatura della seta, decorato con affreschi da Paolo Pagani con episodi della mitologia greco-romana. Nel XVIII secolo subì una rivisitazione in stile neoclassico. Ospita attualmente un museo privato (di proprietà del gruppo bancario Intesa Sanpaolo) in cui sono esposti alcuni capolavori della pittura veneta e una collezione di icone russe.
    • Palazzo Porto (detto anche Porto Festa), sito in Contrà Porti, è uno dei due palazzi progettati in città da Palladio per la famiglia dei Porto (l'altro è Palazzo Porto in piazza Castello); commissionato dal nobile Iseppo da Porto, appena sposatosi (1544 circa), l'edificio vide una fase piuttosto lunga di progettazione e una ancor più lunga - e travagliata - nella sua realizzazione, rimasta in parte incompiuta.
    • Palazzo Porto in piazza Castello (Palazzo Porto Breganze), si trova in piazza Castello, è un palazzo nobiliare progettato nel 1571 circa per Alessandro Porto, attribuito ad Andrea Palladio e rimasto incompiuto. La sezione di palazzo è l'evidente testimonianza dell'esito sfortunato di un cantiere palladiano. Alla sinistra del frammento è chiaramente visibile la vecchia casa quattrocentesca della famiglia Porto, che era destinata ad essere progressivamente demolita con l'avanzare del cantiere del nuovo palazzo, cosa che evidentemente non avvenne.
    • Casa Pigafetta, edificata nel 1440, fu dimora di Antonio Pigafetta, che la rielaborò nel 1481 fino ad assumere le sembianze attuali. È un raro esempio di gotico fiorito, con singolari partiture decorative incentrate sul motivo a torciglione. Le porte laterali sono trilobate, in arabesco. Il portale rinascimentale è affiancato da un motto che allude allo stemma di famiglia.
    • Palazzo Pojana, sito in corso Palladio; nasce dall'unione di due unità edilizie separate dalla stradella Do Rode (Due Ruote), probabilmente realizzata nel 1566 a seguito di una richiesta di Vincenzo Pojana al Comune di Vicenza nel 1561. Viene attribuito a Palladio, che lo avrebbe progettato nel 1540 circa, ed è inserito nell'elenco dei 23 monumenti palladiani della città che fa parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
    • Palazzo Trissino (Trissino Baston, noto anche come Palazzo Trissino al Corso) è un edificio situato lungo Corso Palladio a Vicenza e dal 1901 è la sede principale del Comune di Vicenza. Il palazzo fu progettato nel 1588 da Vincenzo Scamozzi (allievo di Andrea Palladio) e venne edificato per il conte Galeazzo Trissino tra il 1592 ed il 1667. Fu poi completato da Antonio Pizzocaro e successivamente ampliato nel Settecento da Ottone Calderari. La costruzione si caratterizza per la presenza di elementi classici nel prospetto sul Corso e si articola intorno al quadrato del cortile centrale.
    • Palazzo Valmarana, sito in corso Fogazzaro, la facciata di palazzo Valmarana è una delle realizzazioni palladiane più straordinarie e insieme singolari. Per la prima volta in un palazzo, un ordine gigante abbraccia l'intero sviluppo verticale dell'edificio: si tratta di una soluzione che prende origine dalle sperimentazioni palladiane sui prospetti di edifici religiosi. Sulla facciata di palazzo Valmarana appare evidente la stratificazione di due sistemi: l'ordine gigante delle sei paraste composite si sovrappone all'ordine minore di paraste corinzie, in modo tanto più evidente ai margini dove la mancanza della parasta finale rivela il sistema sottostante, che sostiene il bassorilievo di un soldato con le insegne Valmarana.
    • Ca' d'Oro (palazzo Caldogno da Schio), affacciato lungo Corso Palladio, il palazzo fu eretto nel Trecento in stile tardogotico. Il piano terreno fu risistemato da Lorenzo da Bologna, autore del ricco portale; l'atrio e l'interno furono ristrutturati sul finire del Settecento. Nell'atrio e nel cortile si può ammirare un piccolo lapidario raccolto dal conte Giovanni Da Schio nell'Ottocento, con anfore, epigrafi, pietre miliari e un sarcofago del V secolo.
    • Villa Almerico Capra detta la Rotonda, costruita da Andrea Palladio a partire dal 1566 circa a ridosso della città, è un'innovativa villa suburbana originariamente intesa per funzioni di rappresentanza, ma anche come tranquillo rifugio di meditazione e studio. È uno dei primissimi esempi dell'applicazione di una pianta centrale ad un edificio privato. Consiste di un edificio quadrato, completamente simmetrico ed inscrivibile in un cerchio perfetto. Ognuna delle quattro facciate identiche è dotata di un avancorpo con loggia da cui si accede alla sala centrale, circolare, sormontata da una cupola (conclusa da Scamozzi). Anche nell'apparato decorativo sono inseriti elementi formali destinati a suggerire un senso di sacralità. Sita sopra la cima tondeggiante di un piccolo colle accanto a Monte Berico, la sua pianta è ruotata di 45 gradi rispetto ai punti cardinali per consentire ad ogni stanza un'analoga esposizione solare.
    Villa Trissino, sita in viale Cricoli è una villa veneta appartenuta all'umanista Giangiorgio Trissino e tradizionalmente legata alla figura dall'architetto Andrea Palladio (benché non progettata da quest'ultimo). La tradizione vuole che proprio qui, nella seconda metà degli anni 1530, il nobile G. Trissino (1478-1550) incontri il giovane scalpellino Andrea di Pietro impegnato nel cantiere della villa. Intuendone in qualche modo le potenzialità e il talento, Trissino ne cura la formazione, lo introduce all'aristocrazia vicentina e, nel giro di pochi anni, lo trasforma in un architetto cui impone l'aulico nome di Palladio.
    • Villa Valmarana "Ai Nani", situata alle pendici di Monte Berico. Proprietà della famiglia nobiliare dei Valmarana, è ancora in parte abitata dalla famiglia. Il suo soprannome è dovuto alle sculture in pietra rappresentanti dei nani, un tempo sparsi nel parco, allineati sul muro di cinta. La villa si trova a poche centinaia di metri dalla Rotonda di Palladio e ospita due cicli di affreschi tiepoleschi.
    • Arco delle Scalette, è un arco celebrativo situato in piazzale Fraccon e costruito nel 1595, il cui progetto è stato attribuito a Palladio (1576 circa). Segna l'inizio di uno dei percorsi di salita al Santuario della Madonna di Monte Berico (sorto ai primi del Quattrocento), quello costituito appunto dalle Scalette, 192 gradini suddivisi in rampe e che rappresentava l'unico punto di accesso dalla città al santuario prima della realizzazione, a metà Settecento, dei portici di Francesco Muttoni.

    Architetture militari

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    Le mura scaligere in viale Mazzini
    Le principali architetture militari della città risalgono al periodo di dominazione scaligera (fine Trecento) e, nonostante buona parte delle fortificazioni sia stata inglobata, nel corso dei secoli, in nuove strutture, viale Mazzini conserva tuttora le mura medioevali che sono oggetto di un sofisticato restauro.
    Oltre alle mura, la maggiore testimonianza di architetture militari si ha con le porte che fungevano da accesso al centro storico:
    Porta Santa Croce, uno dei più importanti resti ancora intatti delle antiche fortificazioni, è l'ultima ad essere costruita dagli scaligeri (venne eretta nel 1385). Da questa porta partono le mura scaligere di viale Mazzini. La porta ha ancora una funzione di ingresso al centro storico (si accede a corso Fogazzaro). Date le precarie condizioni, nel 2012 è stata oggetto di importanti lavori di restauro conservativo.
    • Porta Nova, costruita nel 1381 da Antonio della Scala per difendere ulteriormente il complesso fortificato della Rocchetta (dove si trovavano armi e munizioni per la città). Nel 1848 accanto a questa porta vennero combattute feroci battaglie per la difesa della città dagli austriaci. La porta è stata abbattuta nel 1926, in occasione della visita di Benito Mussolini. Nelle vicinanze è stato aperto un varco nelle antiche mura a cui viene dato il nome di Porta Nova, ma che nulla ha a che spartire con la porta originaria.
    • Porta Castello, la porta più vicina al centro (entrando ci si trova in piazza Castello) e di principale ingresso alla città per chi proviene da ovest, rappresentava il passaggio attraverso le strutture del castello scaligero, da cui trae il nome. Sorge a poca distanza dalla più antica porta Feliciana che venne chiusa e sostituita dall'attuale la quale fa parte, assieme alla possente Torre di piazza Castello, di un complesso fortificato voluto ancora dagli Ezzelini.
    • Porton del Luzo, in origine casa torre della famiglia Lucii risalente all'XI secolo, il Porton del Luzzo appartiene allo stesso periodo della prima cerchia medioevale ed è considerato una delle porte più antiche di Vicenza. Chiusa nel XIII secolo, venne riaperta nella metà del XVI secolo. Più volte rimaneggiata e restaurata con i materiali di scavo ricavati dal vicino teatro romano di Berga, è caratterizzata da una merlatura anch'essa rifatta.
    • Porta Santa Lucia, edificata nel 1369, porta all'omonimo borgo. È caratterizzata da un bassorilievo con il Leone di San Marco che è stato scalpellato alla caduta della Repubblica di Venezia e da una lapide che ricorda i nomi dei vicentini morti durante la battaglia contro gli austriaci del maggio-giugno 1848. Nel 2012 la via che conduce alla porta è stata oggetto di lavori al sistema fognario della zona a seguito dell'alluvione del 2010.
    • Porta San Bortolo, porta costruita in epoca veneziana (precisamente nel 1455), più che per scopo difensivo, era la barriera per il dazio. Testimone anch'essa dei combattimenti del 1848 è sopravvissuta al feroce bombardamento del 18 novembre 1944 che colpì duramente il quartiere di San Bortolo (allora il più popoloso della città). La porta è stata ristrutturata dal gruppo alpini del quartiere tra il 1993-1994 e negli stessi anni il comune riorganizzò la viabilità attorno alla porta (che sorge in uno degli incroci della circonvallazione interna, vicino all'ingresso storico dell'ospedale San Bortolo). La porta è diventata un monumento inserito all'interno di una rotatoria e non ha più la funzione di permettere il passaggio sotto ad essa.

    Altro

    Le piazze

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    Piazza dei Signori

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    Piazzetta Palladio

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    Piazza San Lorenzo
    • Piazza dei Signori, è la piazza principale della città, cuore pulsante del governo cittadino prima come foro romano della città, poi, nel Medioevo e Rinascimento, con il Palazzo della Ragione (noto come Basilica Palladiana) dove veniva amministrata la giustizia e la Loggia del Capitanio, sede del rappresentante della Repubblica di Venezia. Nella piazza - di forma rettangolare - si collocano anche la Torre Bissara, la torre civica (con i suoi 82 mt. uno dei più alti edifici del capoluogo), il Palazzo del Monte di Pietà con la Chiesa di San Vincenzo (dedicata al compatrono della città) e le due colonne, una con il Leone di San Marco e l'altra con la statua del Redentore.
    • Piazzetta Palladio, piccola piazza verso il lato occidentale della Basilica, anticamente nota come piazzetta della Rua (dal nome della macchina in legno portata a braccia attraverso le vie del centro storico durante la processione del Corpus Domini). Il nome attuale è dovuto invece alla presenza di una statua dedicata ad Andrea Palladio opera ottocentesca dello scultore Vincenzo Gajassi.
    • Piazza delle Erbe, situata ad un livello più basso di Piazza dei Signori, è così chiamata perché è stata per lungo tempo sede del mercato ortofrutticolo e floreale. La piazza (dominata dal lato meridionale della Basilica), ospita anche una torre duecentesca che in passato era usata come prigione e luogo di tortura (vi fu imprigionato anche Silvio Pellico) chiamata, per questo, Torre del Girone o del Tormento. La torre è unita alla Basilica Palladiana da un arco, detto degli Zavatteri, risalente al 1494 e così chiamato perché sotto di esso si teneva un tempo il mercato delle scarpe e delle ciabatte (zavate nella lingua del tempo).
    • Piazza Biade, posta sul lato orientale della Basilica, si chiama così perché fin dal 1262 vi si teneva il mercato dei cereali e delle sementi. In fondo ad essa, sulla sinistra si trova la Chiesa di Santa Maria in Foro, detta dei Servi perché la sua costruzione fu iniziata all'inizio del Quattrocento dall'ordine dei Servi di Maria. La piazza ospita uffici comunali e alcuni assessorati in un edificio costruito dopo la seconda guerra mondiale. Dopo diverse polemiche per l'utilizzo della piazza come parcheggio per auto comunali, la piazza è stata pedonalizzata.
    • Piazza delle Poste, in realtà una via (contrà Garibaldi) secondo lo stradario civico, è conosciuta localmente come piazza delle Poste per la presenza della sede del principale ufficio postale; l'edificio è uno dei maggiori esempi di architettura razionalista italiana in città. La piazza ospita una fontana (la Fontana dei Bambini) del 1984, con sculture in bronzo di Nereo Quagliato. Si tratta di uno dei poli della movida serale della città vista la presenza di numerosi locali per il "rito dello spritz".
    • Piazza Duomo, vi trova sede il palazzo vescovile con il Museo diocesano e la cattedrale cittadina. Sulla sinistra, staccato dalla Cattedrale, si trova il campanile romanico del Duomo, mentre sul lato meridionale della piazza è collocato l'accesso al Criptoportico romano, il principale monumento archeologico cittadino, riscoperto nel 1954 a 6 metri dal livello stradale, testimonianza di una domus romana del I secolo. Al centro della piazza nel 1880 fu eretta una statua a Vittorio Emanuele II, ad opera di Augusto Benvenuti.

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    Piazza Matteotti, verso
    il portale del
    Teatro Olimpico
    • Piazza Matteotti, chiamata in passato piazza dell'Isola (perché era una piccola isola circondata dalle acque del fiume Bacchiglione, che talvolta la invadevano) e in seguito piazza Vittorio Emanuele, è dominata da Palazzo Chiericati (sede della Pinacoteca civica) e dall'ingresso al Teatro Olimpico, entrambi capolavori palladiani.
    • Piazzetta Santo Stefano, caratterizzata dalla presenza di due palazzi nobiliari, Palazzo Sesso Zen Fontana del XIV secolo e Palazzo Negri de Salvi del XV, e soprattutto dalla facciata della chiesa di Santo Stefano, una delle antiche sette cappelle cittadine, ridisegnata alla fine del Seicento.
    • Piazza San Lorenzo, ospita l'ottocentesco monumento al poeta vicentino Giacomo Zanella e il barocco Palazzo Repeta (già sede provinciale della Banca d'Italia), costruito tra il 1701 e il 1711, tra le prime opere di Francesco Muttoni. La Chiesa di San Lorenzo, che sorge sul lato opposto, è assieme a quella di Santa Corona uno degli esempi più rappresentativi del gotico sacro in città; fu costruita dai frati francescani minori nel XIII secolo. La piazza (riqualificata negli anni duemila con l'arretramento della statua e la costruzione di una fontana a raso terra con giochi d'acqua) ha segnato e continua a segnare le giornate di molti giovani vicentini che l'attraversano per recarsi ai vicini licei Pigafetta e Lioy. Fino a qualche anno fa era famosa per essere la piazza "nera" della città, punto d'incontro per molti giovani di destra sul modello di Piazza San Babila a Milano.
    • Piazza Castello, diametralmente opposta a piazza Matteotti, ospita diversi palazzi palladiani come Palazzo Porto Breganze, Palazzo Thiene Bonin Longare, sede della Confindustria di Vicenza, Palazzo Piovini e il torrione medioevale di Porta Castello. La piazza ospita inoltre una statua di Giuseppe Garibaldi realizzata da Ettore Ferrari nel 1887.
    • Piazzale della Vittoria, grande piazzale panoramico situato sulla cima del colle di Monte Berico, a poca distanza dalla città, permette di godere di una vista panoramica della città, con le montagne sullo sfondo, teatro delle battaglie della prima guerra mondiale. Particolarmente gremito durante le celebrazioni al Santuario della Madonna di Monte Berico, patrona della città e durante le sere d'estate, è la meta delle passeggiate lungo i portici di viale X giugno, nonché sede di numerosi concerti.

    Ponti storici

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    Ponte San Paolo

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    Ponte Furo
    • Ponte Pusterla, al quale si accede da contrà San Marco o da Contrà Vittorio Veneto. Il nome pusterla sembra riferirsi a una piccola porta di passaggio. È una struttura a tre archi in origine fabbricata in legno, sostituito poi nel 1231 con la pietra. Qui si trovava una delle originarie porte di ingresso alla città, divenuta poi di secondaria importanza dopo l'avanzamento della cinta muraria e abbattuta nel 1820 per facilitare i collegamenti con il centro. Restaurato nel 1444 e ancora nel 1640, il ponte fu allargato nel 1928 per esigenze di traffico. Vi scorre il fiume Bacchiglione. Il ponte, danneggiato dall'alluvione del 1º novembre 2010 è stato oggetto di una radicale ristrutturazione tra il 2010 e il 2011, che ne ha alzato anche il piano stradale.
    • Ponte degli Angeli, sorge nelle vicinanze di Piazza Matteotti, deve il suo nome odierno all'antica chiesetta di Santa Maria degli Angeli (non più esistente) che era stata ricavata dal torrione di protezione dell'importante Ponte di San Pietro. Palladio, tra il 1555 ed 1560 ne aveva predisposto un progetto di restauro. Alcuni secoli dopo, nel 1889, il manufatto fu completamente demolito perché ritenuto di ostacolo allo scorrere del fiume Bacchiglione e sostituito con una struttura in ferro, che collegò le due sponde fino al secondo dopoguerra, quando il ponte fu rifatto in cemento armato con una struttura più adatta a sopportare il crescente traffico veicolare.
    • Ponte Furo, una delle più suggestive immagini di Vicenza si può ammirare proprio da questo ponte: il fiume Retrone che si snoda attraverso gli edifici e sullo sfondo la Basilica Palladiana affiancata dalla Torre cittadina è infatti uno degli scorci più belli della città. Il ponte sorge nei pressi del punto in cui la roggia Seriola confluiva nel Retrone dove, un tempo, esisteva la Barriera Eretenia, uno degli ingressi daziari attraverso la cinta che delimitava la città.
    • Ponte delle Barche, sorge nel quartiere centrale delle Barche ed è il più antico dei ponti vicentini, con tre archi sostenuti da pilastri a grossi blocchi di pietra. La struttura, presenta delle arcate molto basse, tali per cui in caso di forti piogge il Retrone arriva a superare gli archi allagando il ponte.
    • Ponte San Michele, costruito nel Seicento sul modello dei ponti veneziani. Il nome deriva dal convento e dalla chiesa romanico-gotica di San Michele, il primo ricco di arte ed eretto nel duecento dai frati agostiniani, parzialmente demolito nel secolo scorso per dare nuovi spazi alla città, la seconda distrutta invece in epoca napoleonica. È attraversabile solo da pedoni.
    • Ponte San Paolo, che da piazza delle Erbe porta all'omonima contrà. Era situato sull'asse principale che in epoca romana attraversava la città da nord a sud. Dopo una piena del fiume, sono emersi alcuni scivoli di carico e scarico usati dalla imbarcazioni che risalivano il Retrone e trasportavano le merci fin sotto il Ponte stesso, attiguo alla zona in cui si svolge il mercato cittadino; storicamente, sembra che questi scivoli risalgano all'epoca medioevale e che abbiano avuto grande importanza per Vicenza, dove il trasporto mercantile fluviale era molto in uso fino al Settecento.
    • Ponte Novo, in origine Ponte delle Convertite per la sua vicinanza ad un monastero in cui venivano accolte giovani donne desiderose di avvicinarsi alla vita religiosa, il Ponte Novo è stato demolito e ricostruito negli anni duemila. Collega la parte nord della città con la zona di Corso Fogazzaro. Fino ad alcuni decenni or sono, quando le acque del fiume erano balneabili, i giovani vicentini usavano tuffarsi da questo ponte per un bagno.

    Vie centrali

    • Corso Palladio, è la strada cuore di Vicenza, la via dei negozi, sempre affollata per le ormai note Vasche in Corso. Il tracciato della strada si è mantenuto pressoché inalterato fin dall'epoca romana, quando fungeva da decumano massimo della Vicetia di allora, a sua volta impostato sulla consolare Via Postumia. Si estende per circa settecento metri, da Piazza Castello a Piazza Matteotti, da Ovest a Est, e rappresenta una vera e propria galleria di chiese e di palazzi prestigiosi che vi si affacciano, in parte firmati dal Palladio. È totalmente pedonalizzato, come buona parte delle vie limitrofe.
    • Corso Fogazzaro, ricalca il tracciato di uno dei cardini minori della città romana e taglia il settore nord-occidentale del centro storico a partire dall'incrocio con corso Palladio. Lungo 630 metri (fino alla porta Santa Croce), il corso è intitolato ad Antonio Fogazzaro, uno dei più celebri scrittori vicentini, autore di romanzi come Malombra, Piccolo mondo antico e Piccolo mondo moderno, nei quali viene descritta la società provinciale a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento.
    • Contrà Porti, Cardo Massimo della città in epoca romana, la via fu uno degli assi da cui partì il rinnovamento edilizio del XV secolo e sul quale si innestarono anche gli interventi palladiani. Lungo la strada si trovano molti palazzi della famiglia Da Porto (da cui la via trae il nome) come Palazzo Iseppo Da Porto (che ospita, all'interno, ambienti affrescati da Giambattista Tiepolo) e Palazzo Porto Colleoni. Sempre opera del Palladio è il maestoso Palazzo Barbaran Da Porto, del 1569, sede del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, (CISA) che fronteggia l'ala quattrocentesca di Palazzo Thiene.

    Cimiteri

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    La chiesa del Cimitero Monumentale
    Nel comune di Vicenza, oltre al Cimitero Maggiore - costruito a partire dal 1815 e diviso in più settori - che ospita anche il famedio dei cittadini illustri
    Sono attivi altri sei cimiteri, a suo tempo appartenenti a paesi contermini ora divenuti frazioni della città; sono quelli di:
    • Maddelene
    • Polegge
    • Bertesina
    • Casale
    • Settecà
    • Longara
    Non più utilizzato è invece lo storico Cimitero acattolico di viale Fratelli Bandiera, che tuttavia rimane aperto come area verde.

    Aree verdi in città

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    Parco del Retrone
    Oltre ai classici parchetti di quartiere in città esistono numerose aree verdi, alcune storiche (Campo Marzo e Giardini Salvi) altre di recente istituzione (Parco del Retrone, Parco Fornaci). Tutti i parchi, le aiuole e le piante di Vicenza sono curate da Valore Città AMCPS. I parchi più importanti della città sono:
    • Campo Marzo, è la più grande area verde della città, la più antica ad essere di proprietà comunale ed una delle poche ad essere priva di limitazione degli orari d'accesso (il parco è privo di recinzioni). Sorge alle pendici di Monte Berico, a ridosso della stazione ferroviaria. Diviso in due settori da viale Roma, questo parco presenta, nella parte ovest, una serie di vialetti che cingono alcune statue (una ad Antonio Pigafetta, una ad Antonio Fogazzaro) e il grande parco giochi di via dell'Ippodromo, e dalla parte est il caratteristico viale Dalmazia (completamente riqualificato in anni recenti) dove, a settembre, vengono collocate le giostre per la festa della Santa Patrona.
    • Giardini Salvi, questo piccolo giardino (aperto dal 1909) adiacente alle mura di piazza Castello, in pieno centro, presenta una ricca vegetazione, un andamento sinuoso dei suoi viali, che si snodano tra fontane e statue, costeggiando la roggia Seriola. Importanti sono la presenza della loggia del Longhena e della loggia Valmarana, la seconda opera in stile palladiano. Da alcuni anni, nei Giardini, si tengono i mercatini natalizi. Oggetto di una radicale riqualificazione tra il 2008 e il 2009, il giardino presenta anche un percorso adatto ai disabili, nonché un roseto da collezione.
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    La zona centrale di
    Parco Querini con
    al centro il tempietto
    • Parco Querini, altro grande polmone verde del capoluogo (120.000 m²), situato tra il centro storico e l'ospedale San Bortolo, è caratterizzato da vasti prati, da un esteso boschetto e da un suggestivo viale alberato (fiancheggiato da statue di stile classico), che porta ad un tempietto monoptero adagiato su un'isoletta artificiale circondata da un fossato. Divenuto di proprietà comunale nel 1971, è il parco per eccellenza dove fare jogging, vista anche la presenza di un percorso vita. Nel 2010 un settore del parco è stato arricchito di una serie di strumenti ludico-scientifici adatti a far capire la rifrazione, l'energia cinetica ed altri fenomeni fisici.
    • Parco del Retrone, si tratta di un parco che si estende lungo il fiume Retrone, nel quartiere dei Ferrovieri, terzo parco per estensione (40.000 m²). Ricco di giovani alberi (il parco è stato istituito nel 1997), cespugli fioriti e spazi per lo sport (pallavolo, calcio e canoa), è gestito dalla Legambiente, che annualmente vi organizza Festambiente.

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    Oasi naturalistica
    degli stagni di Casale
    • Oasi naturalistica degli stagni di Casale "Alberto Carta", istituita nel 1998 nell'omonima frazione a sud del capoluogo, è costituita da circa 30 ettari di invasi acquitrinosi, utilizzati (fino ad alcuni decenni fa) per lo sfruttamento dei sedimenti argillosi. Terminata l'attività di escavazione, l'area si è popolata di animali e piante tipiche delle zone ricche d'acqua. L'Oasi (gestita e protetta dal WWF) si presenta come una delle poche zone umide naturali della pianura vicentina.
    • Parco di Villa Guiccioli, si trova nei pressi del Museo del Risorgimento e della Resistenza e occupa la sommità del colle Ambellicopoli con un'estensione di circa quattro ettari. È ricco di piante appartenenti sia alla flora locale che a specie esotiche tra cui la Zelcova, censita tra gli alberi monumentali della provincia di Vicenza.
    • Parco Fornaci. ultimo parco istituito in città (l'inaugurazione è avvenuta nell'estate del 2007), ha un'estensione di 35.000 m² e si colloca nella zona di viale Crispi, in un'area che ha richiesto un intervento di bonifica ambientale dopo la demolizione delle vecchie Fornaci Lampertico. Il parco è dotato di un centinaio di piante, di un laghetto, tre fontane con giochi d'acqua, strutture ricreative come un campo da bocce, un percorso vita ed una pista da skateboard, la seconda più grande d'Italia, di 25 metri per lato.

    Musei

    Vicenza è una città ricca di musei: sono otto i principali, tre dei quali di proprietà comunale, i rimanenti della diocesi, di fondazioni bancarie e altre istituzioni private.
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    Sala dello zodiaco
    (Pinacoteca Civica
    di Palazzo
    Chiericati)

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    Ingresso delle Gallerie
    di Palazzo Leoni
    Montanari
    • Pinacoteca civica di Palazzo Chiericati, è il più antico museo della città. Inaugurato il 18 agosto 1855, ospita ora le collezioni di pittura e scultura, il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe e il Gabinetto Numismatico. Un nucleo importante di dipinti è costituito dalle pale d'altare di Bartolomeo Montagna, Bonconsiglio, Cima da Conegliano, Speranza e Marcello Fogolino, cui si aggiunge un gruppo di opere di carattere civile, Jacopo Bassano, Francesco Maffei, Giulio Carpioni. Grazie a donazioni gentilizie nell'Ottocento, la Pinacoteca si è arricchita di capolavori di Tintoretto, Antoon van Dyck, Sebastiano e Marco Ricci, Luca Giordano, Giambattista Tiepolo, Giovanni Battista Piazzetta e i 33 disegni di Palladio. A queste opere vanno aggiunte quelle del lascito di Neri Pozza (costituito da sculture e incisioni dello stesso artista e dalla sua collezione d’arte contemporanea, con opere di Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Virgilio Guidi, Osvaldo Licini, Ottone Rosai, Gino Severini, Emilio Vedova, Mario Mafai, Arturo Martini e Pablo Picasso). Inoltre, nel 2012, la pinacoteca è stata arricchita del lascito del marchese Giuseppe Roi che consiste in una collezione costituita da un centinaio tra dipinti, sculture e incisioni di artisti quali Édouard Manet, Camille Pisarro, Pablo Picasso, John Sargent, Medardo Rosso, Boldini, Pisanello, Garofalo, Canaletto e Giambattista Tiepolo.
    • Museo naturalistico e archeologico di Santa Corona, inaugurato nel settembre 1991, è allestito nei due chiostri del monastero domenicano che affiancano la chiesa di Santa Corona in pieno centro storico. All'interno il percorso espositivo è diviso in due sezioni: quella naturalistica che illustra la morfologia del territorio vicentino con la sua flora e la sua fauna e la sezione archeologica con reperti che vanno dal paleolitico all'epoca longobarda.
    • Museo del risorgimento e della resistenza, sorge sul colle Ambellicopoli presso la villa Guiccioli, poco dopo il Santuario di Monte Berico. Il museo raccoglie le memorie di eventi e di personaggi che appartengono alla storia d'Italia e che furono protagonisti nelle vicende storiche della città. I documenti e i cimeli delle raccolte portano infatti la testimonianza degli avvenimenti vicentini, nazionali ed in qualche caso europei come le vicende belliche che vanno dalla prima campagna d'Italia di Napoleone nel 1796 alla fine della seconda guerra mondiale e alla lotta di liberazione (1945).
    • Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, sede espositiva di banca Intesa Sanpaolo, è stato inaugurato nel 1999 ed ospita un'importante collezione di oltre 400 icone russe e opere del Settecento veneziano. Annualmente, presso il laboratorio interno di restauro, viene riportata all'originario splendore una o più opere d'arte che vengono presentate nella rassegna Restituzioni in maggio.
    • Palladio Museum, collocato presso Palazzo Barbaran Da Porto, sede del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio (CISA), l'allestimento è stato inaugurato il 4 ottobre 2012. All' interno sono esposti i modelli lignei e i calchi realizzati in occasione delle mostre palladiane degli anni settanta, modelli computerizzati animati, multimedia, archivi storico-documentari su Palladio e sul restauro. Al tempo stesso il • Museo Palladiano produce un calendario organico di mostre dedicate all'architettura.
    Museo di Palazzo Thiene, ospitato presso l'omonimo palazzo, sede storica della Banca Popolare di Vicenza, conserva una pinacoteca con dipinti dal XV al XIX secolo, un nucleo di trecento incisioni settecentesche uscite dai torchi della stamperia dei Remondini di Bassano, una parte dedicata alla ceramica e una alla scultura.
    • Museo diocesano, inaugurato nel 2005, è situato nei saloni del Palazzo vescovile e mostra le testimonianze della presenza cristiana a Vicenza, risalente all'epoca romana, oltre ad ospitare collezioni di oreficeria sacra, pittura, arte religiosa ed etnografia.
    • Museo del Gioiello . Situato su due livelli all'interno dell'edificio della Basilica Palladiana, si compone di nove sale tematiche più uno spazio per esposizione temporanee. Vi è esposta la ricostruzione del Gioiello di Vicenza e una selezione della produzione orafa che ha in Vicenza una delle capitali mondiali. È stato istituito dalla Fiera di Vicenza con il patrocinio del Comune e aperto dal 24 dicembre 2014.
    • Museo del Seminario vescovile. Si compone di cinque sale di circa 90 mq ciascuna, adibite in origine a laboratori didattici, con scaffalature e vetrine espositive ottocentesche che ospitano strumenti scientifici e reperti zoologici, botanici ed etnologici raccolti dal 1600 al 1900. Aperto su prenotazione, per gruppi scolastici.
    • Area archeologica della strada romana sottostante le sacrestie della Cattedrale. Un'area di circa 900 mq. comprendente, su strati sovrapposti, resti di abitazioni romane del tempo di Augusto e una sequenza di edifici destinati al culto nel corso dei secoli: una domus ecclesiae del IV secolo, una chiesa paleocristiana del V con lacerti di mosaico, una romanica dell'XI secolo e una chiesa gotica del XIII.

    Teatri principali
    Vicenza è una città con una lunga tradizione che la lega al teatro. Essa ha avuto in passato parecchie strutture.
    I principali teatri sono:
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    Teatro Olimpico
    • Teatro Olimpico, opera progettata da Andrea Palladio nel 1580 su volere dell'Accademia Olimpica (un circolo culturale rinascimentale tuttora attivo), è considerato il primo teatro stabile coperto al mondo dell'epoca moderna e conserva intatte le sue scene lignee. A metà strada tra monumento (è infatti parte delle strutture vicentine patrimonio dell'umanità UNESCO) e teatro in attività, l'Olimpico è sede soprattutto di spettacoli classici e concerti. La stagione teatrale e concertistica è particolare in quanto, per preservare le delicatissime strutture lignee, non è presente un impianto di climatizzazione e riscaldamento e questo porta a fissare gli spettacoli solo tra marzo ed ottobre.
    • Teatro comunale Città di Vicenza, una moderna struttura collocata in viale Mazzini progettata da Gino Valle ed inaugurata nel 2007; la sua inaugurazione arriva dopo 60 anni e 36 diversi studi e progetti che dovevano, nell'immediata ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, ridare alla città almeno uno dei due teatri distrutti dai bombardamenti. Presenta al suo interno due sale ed un cartellone che spazia dalla lirica, alla prosa, alla musica ed al balletto. È gestito da un'apposita Fondazione.
    • Teatro Astra, situato presso il quartiere Barche, è stato realizzato tra il 1934 e il 1936 nel complesso della ex sede della G.I.L.. È gestito dal 1986 in convenzione tra comune e il teatro stabile di innovazione "La Piccionaia I Carrara"; ospita l'attività di produzione di diversi nuclei artistici, un calendario di spettacoli di teatro contemporaneo e per le giovani generazioni, una serie di progetti di formazione e ricerca in collaborazione con le vicine sedi di InformaGiovani e Giovani Artisti Italiani.
    • Teatro Spazio Bixio, si tratta di una particolare struttura inaugurata nel 2005 che presenta le caratteristiche tipiche dei piccoli teatri metropolitani di avanguardia. La programmazione spazia dagli spettacoli contemporanei, ai monologhi, al cabaret e alle letture poetiche. La programmazione e la gestione avviene in collaborazione tra comune e TheamaTeatro.
    • Teatro San Marco, situato in centro storico, è soprattutto sede di spettacoli di compagnie di teatro amatoriale, a cui dedica un festival nazionale, La Maschera d'Oro.
    Auditorium Canneti, situato dietro il Teatro Olimpico, è sede di numerosi concerti. È stata l'unica struttura teatrale che, pur bombardata, si è riusciti a ricostruire dopo la seconda guerra mondiale.

    Teatri non più esistenti
    • Teatro delle Grazie, Teatro d'opera attivo nel XVIII secolo. Durante i suoi anni di attività era il più grande teatro vicentino, nonché palcoscenico "alla moda" di riferimento della città.
    • Venne completamente distrutto da un incendio nella notte del 24 settembre 1783.
    • Teatro Eretenio, costruito sul finire del Settecento, dopo la distruzione del delle Grazie diventò il nuovo teatro di punta della città.
    • Venne distrutto il 2 aprile 1944 dai bombardamenti alleati.
    • Teatro Verdi, realizzato nel 1886, era il teatro popolare della città.
    • Anch'esso venne distrutto il 2 aprile 1944 dalle bombe angloamericane.

    Eventi
    • Città di Vicenza: granfondo ciclistica sui Colli Berici con partenza e arrivo in città (aprile).
    • Vicenza Jazz - New Conversations: festival internazionale di musica jazz che anima la città nel mese di maggio.
    • Festival Biblico: un'occasione per incontrare o ri-scoprire le sacre Scritture con conferenze e vari eventi per le vie della città e non solo (fine maggio).
    • Festambiente Vicenza, manifestazione promossa da Legambiente sugli stili di vita alternativi ed ecocompatibili presso il Parco del Retrone a fine giugno, è la seconda edizione più importante d'Italia per affluenza.
    • Settimane Musicali al Teatro Olimpico: Festival di musica da camera e opere che si tiene a giugno al Teatro Olimpico
    • Vicenza Estatefest: concerti, film all'aperto e spettacoli teatrali da giugno ad agosto.
    • Festa della Musica: si svolge il 21 giugno in occasione della Giornata Europea della Musica. Per tutta la sera musica, teatro, danza e arte animano diversi angoli della città come piazze, strade, palazzi, gallerie d'arte, chiese e locali pubblici, il tutto condito da musei, teatri e negozi aperti.
    • Gehtorock: festival rock che si svolge nel quartiere di Laghetto
    • Ferrock: festival rock che si svolge nel quartiere dei Ferrovieri
    • Riviera Folk Festival: rassegna di gruppi emergenti che si svolge nel quartiere della Riviera Berica
    • Nettarock: festival rock che si svolge nel quartiere di Anconetta
    • Spiorock: festival rock che si svolge nel quartiere di San Pio X
    • Luci e suoni sotto le mura: evento che si tiene l'ultimo lunedì di luglio. Chiuso al traffico viale Mazzini (che costeggia le mura scaligere) e fino a tarda ora spettacoli e musica.
    • Festa dei Oto: la tradizionale festa in onore della Madonna di Monte Berico che si tiene l'8 settembre
    • Settembre vicentino: serie di eventi che si svolgono in concomitanza con le celebrazioni per la patrona:
    • Luna Park a Campo Marzo: da fine agosto e per tutto settembre il parco cittadino ospita le giostre.
    • Giro della Rua: storico giro della Rua per le vie del centro che si svolge il primo sabato di settembre. In concomitanza negozi e musei aperti fino a mezzanotte
    • Notte di musica e magia lungo i portici di Monte Berico: manifestazione che si svolge il primo lunedì di settembre e che si svolge lungo i portici di Monte Berico con esibizione di artisti lungo viale X giugno e cantanti sul palco di piazzale della Vittoria. La festa termina con i fuochi d'artificio sparati dal colle.
    • StraVicenza Midnight: versione notturna della gara podistica primaverile con partenza ed arrivo in piazza Castello. Anche in questo caso negozi e musei sono aperti fino a tardi.
    • CioccolandoVi: una 3-4 giorni di esposizione e vendita dei migliori cioccolati che si svolge per le vie del centro storico a fine ottobre. Anche in questa occasione, il sabato, le bancarelle, i negozi e tutti i musei rimangono aperti fino a tardi.
    • Rally "Città del Palladio": gara automobilistica che parte e arriva in città in novembre.
    • Buone Feste, Vicenza: manifestazioni per tutto l'Avvento che prendono il via con l'accensione dell'albero e delle luminarie in tutta Vicenza. L'ultimo sabato prima di Natale vede l'appuntamento di "Corri Babbo Natale, corri!" corsa non competitiva dove partecipano atleti e non, tutti rigorosamente vestiti da babbo natale.

    Persone legate a Vicenza
    Sono numerose le personalità significative che a Vicenza sono nate, hanno vissuto a lungo oppure hanno operato significativamente e quindi stabilito dei saldi rapporti con la città.

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    Veduta panoramica di Vicenza dal Piazzale della Vittoria di Monte Berico



    Edited by PatriziaTeresa - 17/3/2015, 19:53
     
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