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Trento

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    Trento

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    - Info -

    Trento (/ˈtrɛnto/, Trènt in dialetto trentino, Trient in tedesco, Trent in ladino, Tria in cimbro, Trea't in mocheno) è un comune italiano di 117.285 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia autonoma e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol.

    Geografia fisica

    Territorio


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    Panorama della città con vista sul castello

    La città di Trento è situata nella valle del fiume Adige, a circa 150 km dalla sorgente del fiume, 55 km a sud di Bolzano e 100 km a nord di Verona, 200 km a nord di Rovigo ed a 250 km dalla sua foce.
    La città di Trento è collocata al centro di un'area urbana compresa longitudinalmente tra Mezzolombardo e Rovereto e che si estende ad est verso la Valsugana, fino al comune di Pergine.
    Trento presenta estreme diversità territoriali e di popolazione. La popolazione comunale non è concentrata solo in città, ma anche in numerosi centri sparsi o sobborghi, piuttosto diversi l'uno dall'altro e che conservano ancora una propria identità sia urbana, sia paesana, rurale o montana. La città antica conta 80 000 abitanti (ottobre 2004). L'agglomerato urbano con i comuni limitrofi arriva a 150.000 abitanti. Tra i sobborghi, quello più popoloso è Gardolo (a nord della città, 12.449 abitanti la circoscrizione). Quello meno popolato è Sardagna (1.106 abitanti). La maggioranza di essi è distribuita sul fondovalle dell'Adige o sulle colline a est della città, mentre il paesino di Sardagna è situato ad ovest su un piano roccioso a 560 metri di altitudine ed è collegato al fondovalle anche da una piccola funivia; i paesi del Bondone sono invece situati tra i 490 m s.l.m. di Vigolo Baselga e i 1.650 metri di Vason e fanno tutti parte della stessa circoscrizione comunale.
    La vastità della zona comunale fa derivare quindi una densità di popolazione non caratteristica di città compatte e a forte concentrazione di popolazione (736 ab./km² contro, per esempio, i 1.990 ab./km² di Bolzano).
    Trento mantiene un legame molto stretto con la montagna; a nord-ovest si trova la Paganella, a nord-est il monte Calisio, a est la Marzola, a sud-est la Vigolana e a ovest il Monte Bondone, chiamato anche l'"Alpe di Trento". Quest'ultimo, che in gran parte ricade nel territorio comunale, è raggiungibile in poco tempo dal centro cittadino tramite la strada provinciale.
    Presso la conca delle Viote del Bondone è possibile visitare il Centro di Ecologia Alpina e il giardino botanico, nonché iniziare l'escursione verso la Riserva Naturale Integrale delle Tre Cime del Bondone (Cornet, Dos d'Abramo e Cima Verde).
    La città di Trento è attraversata da diversi corsi d'acqua: il fiume Adige, che la percorre da nord a sud, e il torrente Fersina, che l'attraversa da est a sud-ovest per poi confluire nell'Adige, sono i maggiori. Parallelo all'Adige, scorre il canale chiamato "Adigetto". A sud della città scorre un altro piccolo corso d'acqua permanente, proveniente dalla collina di Povo, il Rio Salè, che confluisce nel Fersina poco prima che questo a sua volta confluisca nell'Adige; nonostante abbia argini adeguati ed un ampio letto rispetto alla portata normale, alcune volte ha invaso, alluvionandola, la zona circostante, detta "Bolghera" o anche "Gocciadoro".

    Clima

    A Trento è ubicata una stazione meteorologica. Secondo i dati medi del trentennio 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +1,6 °C, mentre quella del mese più caldo, luglio, è di +22,4 °C.
    Le precipitazioni medie annue superano i 900 mm, distribuite mediamente in 88 giorni, con un picco nella tarda primavera e in estate ed un minimo relativo invernale.
    La città fu tra le più colpite dalla Nevicata del Secolo del 1985 per i suoi 140 cm circa di neve.

    Le origini del nome

    Secondo la tradizione latina il toponimo Trento deriva da Tridentum (nome assegnato dai Romani) per via dei tre colli (Monte Verruca o Doss Trent, Dosso Sant'Agata e Dosso di San Rocco) che circondano la città.
    In realtà il nome è ben più vecchio e di origine retica. Il toponimo deriva infatti da trent, ovvero triforcazione (dovuta al letto irregolare del fiume Adige oppure ai tre corsi d'acqua, Adige, Fersina e Salè, che formano una triforcazione guardando la città da sud).

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    Aquila bronzea con l'iscrizione
    Nonostante tutto la tradizione latina ha sempre avuto la meglio, al punto che sul vecchio municipio si legge ancora l'iscrizione latina Montes argentum mihi dant nomenque Tridentum ("I monti mi danno l'argento e il nome di Trento"), dovuta a Fra Bartolomeo da Trento († 1251; ovviamente l'argento si riferisce alle miniere del monte Calisio che sovrasta la città a Nord-Est).

    Storia

    Dalle origini all'età romana

    Secondo alcune teorie, Trento (Tridentum) si sarebbe sviluppata su un precedente insediamento retico di fondovalle. È inoltre probabile la presenza di un antico castelliere retico sul Doss Trento, forse utilizzato anche dai Romani dopo la conquista, uno dei primi nuclei urbani della città. È ragionevole ritenere che la Valle dell'Adige, in quanto via di comunicazione nord-sud di primaria importanza, abbia favorito frequenti scambi culturali con le altre popolazioni pre-romane, come i Veneti, gli Etruschi e i Galli.
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    Lapide attribuita al 23 a.C. murata
    nella chiesa di Sant'Apollinare,
    con iscrizione che attesta
    l'esecuzione da parte
    di Marcus Appuleius di un'opera
    (non identificata)
    su comando dell'
    imperatore Augusto
    La conquista romana del Trentino avvenne nel corso del I secolo a.C. Trento, sorta già prima della conquista come accampamento militare romano (castrum), venne battezzata Tridentum ("città dei tre denti"), forse perché nei pressi della città sorgono proprio tre colli vagamente assomiglianti a tre denti (Doss Trento, Sant'Agata e San Rocco). La città divenne municipium tra il 50 e il 40 a.C.
    In periodo augusteo, con l'Impero impegnato in una serie di operazioni militari nell'arco alpino, il ruolo strategico della città crebbe. Trento si sviluppò a partire da una pianta quadrangolare, delimitata da un lato dal fiume Adige, dagli altri tre lati da mura e fossati, con torri quadrangolari e porte per l'accesso; la principale, Porta Veronensis, era gemina, con due torri circolari ai lati. Le vie cittadine si svilupparono in maniera ordinata, parallelamente all'impianto del cardo e del decumano secondo i principi dell'urbanistica romana. Tridentum era dotata di tutte le infrastrutture tipiche di un importante centro romano: erano presenti un foro, un anfiteatro, delle terme, un porto fluviale, un acquedotto proveniente dalle colline orientali per l'approvvigionamento idrico e una zona adibita alle sepolture all'esterno delle mura, oltre ad abitazioni (ville) e infrastrutture all'esterno della cinta muraria. Tridentum era inoltre un importante snodo viario, per la presenza nel suo territorio della Via Claudia Augusta (principale via militare verso il nord), nelle sue diramazioni della Claudia Augusta Padana e della via Claudia Augusta Altinate, che collegava la città con il Veneto passando per la Valsugana.
    Nonostante la difficile situazione politica venutasi a creare con la decadenza dell'Impero, Trento rimase anche nel IV e nel V secolo il centro economico, commerciale e militare della regione.

    Alto Medioevo

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    Castello del Buonconsiglio

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    Loggia del Castello.
    Attorno alla metà del IV secolo venne istituita la cattedra vescovile, affidata al primo vescovo di cui si conosce solo il nome, Giovino (Iovinus). L'istituzione della diocesi tridentina rappresentò un passaggio importante, perché la figura del vescovo cercò sempre di garantire alla città sicurezza e unità, nonostante le continue incursioni straniere. Il terzo vescovo di Trento, successore di Giovino e Abbondanzio, fu un patrizio romano, Vigilio. Egli cercò di accelerare l'evangelizzazione del Trentino, di stabilire solidi legami con l'esterno in particolare con Ambrogio e la Chiesa milanese, di cui Trento era inizialmente suffraganea. La figura di Vigilio rappresentò la prima grande guida della Chiesa tridentina (che nei secoli successivi assumerà su di sé anche i poteri laici) e morì in Val Rendena, divenendo patrono della città e oggetto di venerazione in tutto il territorio della regione.
    Nel VI secolo Trento venne occupata dai Goti, guidati da Teodorico. In una lettera, il re goto, secondo quanto riportato da Cassiodoro, invitò la città veneta di Feltre a collaborare con il municipio tridentino per la costruzione di un nuovo centro urbano, probabilmente da edificare nella Bassa Valsugana, che in realtà non venne costruito. Secondo alcuni storici, di questo episodio, risalente al 523-526, rimane traccia nella tradizione popolare cittadina, attraverso la disfida dei Ciusi e dei Gobj che si svolge ogni anno durante le feste vigiliane, nella quale i Ciusi (a rappresentare le genti feltrine) cercano di conquistare la polenta difesa dai Gobj (i trentini) e dalle strozzere, contadine armate. I nomi di Ciusi e Gobi hanno origini lontane e più precisamente da Chiusi (in Toscana) e Gabi (nel Lazio). La mascherata risale all'epoca di Teodorico re degli Ostrogoti quando un contenzioso tra i Feltrini e i Trentini sui confini territoriali si risolse in una guerra vinta dai trentini che per ricordare l'evento istituirono il carnevale. In tal modo i Ciusi dovrebbero ricordare i feltrini con una maschera a muso di cane.
    La città e l'intero territorio trentino furono conquistati dai Longobardi attorno al 568-569. In seguito i Franchi e i Baiuvari si impegnarono in continue incursioni e spedizioni militari nel territorio del Trentino-Alto Adige. Per cercare di preservare la città e di trovare un compromesso fra Longobardi e Franchi, il vescovo di Trento Agnello (577-591) si rese protagonista di una serie di iniziative di pace tra i popoli, impegnando anche finanziariamente la diocesi per il riscatto dei prigionieri fatti dai Franchi. A seguito di ciò si rafforzò la dominazione longobarda che organizzò un Ducato di frontiera con capitale a Trento e retto per primo dal duca Evino († 595). Con i Longobardi venne stabilita per la prima volta l'area di influenza sulla quale si estendeva il potere della città, il Tridentinum Territorium, che si estendeva fino a sud di Merano, compresa l'attuale città di Bolzano. Solo i territori più a nord dell'Alto Adige non erano soggetti all'autorità del duca di Trento e rimanevano in mano ai Franchi e ai Bavari. A Evino succedette Gaidoaldo che riuscì a espandere il ducato verso ovest, occupando l'intera Valsugana e le valli del Cismón. In seguito il Ducato di Trento perse la sua autonomia e divenne probabilmente un territorio dipendente direttamente dalla corona longobarda.
    Nel 982 Trento venne inglobata dagli Ottoni nel Sacro Romano Impero Germanico.

    Il Principato Vescovile di Trento

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    Mappa dell'XVIII secolo
    che mostra le mura
    della città e l'originario
    corso del fiume Adige
    Nel 1027 (o 1004) l'imperatore del Sacro Romano Impero Corrado II creò il Principato vescovile di Trento, istituzione che resistette assieme alla Contea del Tirolo (formatasi successivamente) fino al periodo napoleonico. Il principato era unito alla contea secondo la Foederatius Tyrolensis. Il territorio del Principato però non coincideva del tutto con quello dell'attuale provincia di Trento: alcune zone, specialmente quelle poste nell'attuale Alto Adige (Bozner Unterland), erano oggetto di disputa politica con i conti di Tirolo (che risiedevano nell'omonimo castello sopra l'attuale Merano), advocates e vassalli dello stesso vescovo, poi diventati Conti del Tirolo (anche in seguito al passaggio della contea agli Asburgo nel 1363). Altre parti orbitavano sulle venete (Primiero, Bassa Valsugana). Il Principato vescovile segnò la storia della città nell'ambito germanico per otto secoli, con maggiore o minore autonomia a seconda delle situazioni e dei personaggi, con il susseguirsi al suo vertice di 51 principi-vescovi, spesso scelti dal potere imperiale.
    La città fu intorno al 1200 un centro minerario (soprattutto argento, proveniente dal Monte Calisio) di discreta importanza, tanto che emanò il primo statuto minerario dell'arco alpino, dovuto al principe vescovo Federico Vanga. Nel 1407 Rodolfo Belenzani fu a capo di una rivolta dei cittadini, i quali insorsero contro l'oppressione del principe vescovo Giorgio di Liechtenstein e governarono Trento per un paio di anni. Trento divenne famosa a livello internazionale per il Concilio (1545-1563), col quale ebbe inizio la Controriforma. Il XVI secolo fu uno dei periodi di maggior splendore per il capoluogo trentino. A capo del Principato i cardinali Bernardo Clesio e Cristoforo Madruzzo, importanti figure di mecenati, trasformarono l'impianto urbanistico di Trento secondo i principi rinascimentali, ristrutturando e edificando nuovi edifici e chiese. La curvatura delle vie del centro (via S. Pietro, via Belenzani, via Oss Mazzurana, etc.) sarebbe stata studiata appositamente da Bernardo Clesio per offrire al forestiero un sorprendente effetto scenico. Il principato dovette più volte difendersi, oltre che dai tentativi di sopraffazione dei conti del Tirolo, anche dal successivo tentativo di espansionismo veneziano che culminò con la battaglia di Calliano, in cui il piccolo esercito trentino (circa 3 000 uomini) con l'appoggio di piccolissimi contingenti locali e di un piccolo contingente (800 uomini) dell'esercito imperiale, di presidio in Trento, inflissero una sonora e definitiva sconfitta al molte volte più numeroso esercito veneziano al comando di Roberto di San Severino, perito nella battaglia, facendone sterminio. Non miglior fortuna per i veneziani fu una specie di battaglia navale combattuta sul Lago di Garda nel tentativo di prendere alle spalle Riva del Garda, dominio del Principe vescovo di Trento, che i veneziani non erano riusciti a conquistare con numerosi attacchi navali dal lago di Garda.
    Per tutto il medioevo comunque la città conservò, grazie alla sua posizione geografica fortificata sulla via Nord-Sud (con ripetuti transiti e brevi soggiorni di re ed imperatori) ed alla fiera difesa della sua autonomia, un'importanza notevole sicuramente sproporzionata alla modestia del numero degli abitanti (meno di 10 000 per tutto il medioevo). All'inizio dell'evo moderno poi ebbe ancor maggiore notorietà internazionale per il Concilio che vi si celebrò e le cui risoluzioni rappresentarono per i quattro secoli successivi il baluardo della dottrina cattolica contro le eresie protestanti.

    XIX secolo

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    Monumento a Dante nei
    giardini pubblici.
    La statua venne eretta nel 1896,
    come simbolo dell'italianità
    della città e in contrapposizione
    alla statua del cantore medievale
    Walther von
    der Vogelweide
    a Bolzano.

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    Francesco Ranzi, Pianta
    di Trento Antica
    e Moderna, G.B. Monauni, 1869
    Il Principato Vescovile venne soppresso da Napoleone nel 1803. Dall'inizio dell'occupazione napoleonico-bavarese sino al 1809 patrioti trentino-tirolesi comandati da Andreas Hofer avevano combattuto contro l'esercito napoleonico una permanente guerriglia con una serie di scaramucce, senza mai ottenere il più volte promesso aiuto dell'esercito asburgico. Alla fine, in un'epica battaglia al Bergisel di Innsbruck, le truppe trentino-tirolesi di Hofer vennero sconfitte dai franco-bavaresi, mentre la figlia dell'imperatore d'Austria andava in sposa a Napoleone e Andreas Hofer veniva giustiziato a Mantova. Dopo l'era napoleonica, nel 1815 Trento e tutta la sua attuale provincia vennero inglobate nella Contea del Tirolo entro l'Impero Asburgico. Il Congresso di Vienna del 1815 sancisce il nuovo assetto territoriale. L'antico governo autonomo del Principato Vescovile, già abolito da Napoleone, non verrà ripristinato, pur mantenendo il vescovo di Trento il titolo di formale Principe e di "Sua Altezza"sino al 1953, quando il papa Pio XII abolì tutti i titoli nobiliari degli ecclesiastici.
    Durante tutto il XIX secolo Trento fu oggetto di trasformazioni di notevole rilevanza. Fra queste va ricordata la costruzione della Ferrovia del Brennero nel 1864, che collegava Venezia (allora sotto dominio asburgico) a Vienna (allora capitale dell'impero asburgico) passando per le città fortezza di Verona e di Trento, la ferrovia della Valsugana (fra Trento e Bassano) ad opera di una società privata austriaca con concessione dal 1899 al 1998 (ma incorporata alle Ferrovie dello Stato italiano nel 1919), e la ferrovia Trento Malè (tuttora formalmente privata e gestita sotto il controllo della provincia autonoma), ultimo residuo di altri tratti ferroviari che dall'inizio del XX secolo collegavano Trento con Riva del Garda (via Mori-Arco) e Predazzo (via Ora-Cavalese). Altri eventi rilevanti furono lo spostamento (allo scopo di meglio realizzare la ferrovia) verso la periferia Ovest del corso del fiume Adige dal suo secolare alveo che lambiva la città medievale, e la costruzione di palazzi di grande prestigio quali scuole pubbliche, caserme, il Palazzo di Giustizia composto da Tribunale e Carceri (architetto Karl Schaden), la Banca Austro-Ungarica (attuale sede della Banca d'Italia), l'Hotel Imperial (attuale sede della Provincia autonoma di Trento) e la stazione ferroviaria (demolita 50 anni dopo dal governo fascista).
    A partire dal 1870 si svilupparono a Trento movimenti e circoli politici irredentisti che cercavano di difendere l'italianità della città dai tentativi di germanizzazione portati dai settori più nazionalisti del Tirolo tedesco, come il movimento del Tiroler Volksbund (costituitosi a Vipiteno nel 1905). A questi si aggiunsero anche movimenti di difesa dell'italianità trentina, ma senza la volontà di staccare il Trentino dall'Impero austro-ungarico. Come esempio del clima improntato agli antagonismi nazionalisti di fine Ottocento, nel 1896 venne inaugurato a Trento un monumento al massimo poeta della lingua italiana, Dante Alighieri. A Bolzano venne eretto invece il Monumento a Walther von der Vogelweide, poeta medievale di lingua tedesca. Anche se negli ambienti irredentisti più radicali si auspicava il distacco del Trentino dal Tirolo e dall'Impero e la sua annessione al Regno d'Italia, la maggioranza della popolazione, soprattutto contadina, era fedele all'Impero asburgico, pur auspicando una maggiore autonomia territoriale rispetto al governo provinciale tirolese di Innsbruck. Come riportato nel resoconto dei colloqui da lui avuti a Roma nel 1915 con Sonnino, Ministro degli Esteri del regno d'Italia, Alcide De Gasperi, rappresentante dei cattolici trentini al parlamento imperiale di Vienna, convenne che la maggioranza dei Trentini non era favorevole ad un'annessione all'Italia.

    XX secolo

    Durante la prima guerra mondiale Trento fu dichiarata città fortezza (Fortezza di Trento) e divenne il caposaldo del fronte meridionale austro-ungarico. Più di 60 000 trentini, soldati di leva obbligatoria, combatterono nell'Imperial regio Esercito austro-ungarico, migliaia di soldati trentini (10.001 in tutta la provincia, di cui 1000 provenienti dalla città di Trento) caddero in battaglia nei reggimenti dei Tiroler Kaiserjäger (cacciatori imperiali tirolesi) e Kaiserschuetzen (Sìzzeri o Schützen), truppe alpine di difesa territoriale. Circa 700 giovani trentini si arruolarono invece volontari tra le file dell'esercito italiano.
    La città era coronata da una rete formidabile di forti difensivi che ancor oggi sono visibili ed in parte visitabili. Alla fine dell'anno 1915 la Fortezza di Trento divenne la sede del quartier generale austro-ungarico per il fronte meridionale. Nelle montagne circostanti si celava il più grande e più potente caposaldo del fronte, con la maggior parte del sistema difensivo scavato nella roccia. L'ideatore della Fortezza di Trento era il maggior generale Steinhardt.
    Il primo conflitto mondiale rappresentò per Trento, come per il resto della zona di confine, una tragedia di proporzioni immani, caratterizzata anche dall'evacuazione della maggior parte della popolazione civile. Per via dell'evacuazione, rimane un dubbio circa la spontaneità mostrata nelle fotografie della "popolazione in festa" che accolse l'arrivo delle truppe italiane il 4 novembre 1918.
    Recentemente uno storico tedesco, Volker Jeschkeit, studiando antichi diari del tempo, scoprì che furono gli inglesi a raggiungere per primi Trento, negoziando la resa della città con la guarnigione austo-ungarica già la mattina del 2 novembre 1918. Questo quando si legge nel diario del tenente inglese Mitch Williamson: "la divisione raggiunse la città di Trento, capitale del Tirolo meridionale, ma dopo averla circondata venne ordinato di mantenere la posizione e non entrare in città. Due giorni dopo l'esercito italiano marciava fra musica di bande e colori ed essi entrarono in città come «liberatori».
    Trento, congiuntamente al resto della contea principesca tirolese a sud dello spartiacque alpino passò all'Italia nel 1919, alla fine della prima guerra mondiale, annessione sancita dal Trattato di Saint Germain.

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    Il ponte San Lorenzo distrutto
    durante la strage
    della Portela nel 1943
    Durante il fascismo la città perse assieme all'intera provincia quell'autonomia che aveva goduto per secoli: nel 1923 il consiglio comunale fu sciolto dal governo di Roma dopo che il sindaco Giovanni Peterlongo, liberale eletto l'anno precedente, si dimise assieme al suo gruppo in seguito alle pressioni ricevute (Peterlongo fu quindi nominato commissario prefettizio, incarico che mantenne fino al 1926). Per l'ottenimento dell'autonomia amministrativa ed economica si dovrà aspettare fino alla fine del secondo conflitto mondiale (statuto della Regione autonoma Trentino-Alto Adige). Durante la seconda guerra mondiale Trento fu bombardata dagli alleati dal 2 settembre 1943 fino al 3 maggio 1945, per un totale di 80 incursioni che causarono circa 400 vittime e 1792 danneggiamenti di edifici. Durante il primo bombardamento si verificò la strage della Portela, dove vi furono circa 200 morti.
    La storia della città nel XX secolo coincise per lo più con quella della provincia e della regione.
    Con le modifiche statutarie del 1971 e con le relative norme di attuazione degli anni seguenti, l'autonomia venne notevolmente ampliata, ma la Regione venne in pratica smembrata con l'attribuzione di quasi tutti i poteri alle due province di Trento e di Bolzano, le uniche province autonome esistenti nel sistema amministrativo italiano, che riuscirono negli anni successivi ad ottenere importanti mezzi finanziari dallo Stato centrale.

    Aneddoti

    Presso via Torre Verde, quando l'Adige lambiva la zona, sorgeva l'antico porto commerciale della città da dove le merci provenienti dalla Lombardia e dal Veneto erano scambiate o vendute presso i mercati rionali. Le imbarcazioni da grande tonnellaggio, le tanse, impiegavano 3 giorni per raggiungere Venezia, mentre per il trasporto leggero erano utilizzate le zattere i cui marinai erano raggruppati nella corporazione dei Paroni de barca con sede nel medesimo luogo.
    Il quadrivio che si incunea tra v. S. Pietro, v. Manci e v. del Suffragio, cd. el canton, delimitava i quattro cantoni del centro città dove si teneva il mercato; in particolare venendo da v. S. Pietro si possono scorgere, al secondo e terzo piano dell'edificio prospiciente, degli sporti di legno cioè dei balconcini coperti, cd. gelosìe, dove gli abitanti potevano controllare cosa avveniva in strada senza essere visti a loro volta.
    In un confessionale in S.Maria Maggiore sarebbero incise un gruppo di sette cifre per indicare il disprezzo che Martin Lutero nutriva per il Presidente del Concilio: Maledetto Madruzzo Martino Mai Muterà Meglio Morire!
    Durante il Concilio, il cardinale Madruzzo decise di espellere temporaneamente tutti i poveri e i miserabili della città concentrandoli oltre l'Adige nell'attuale quartiere di Piedicastello. Quelli che vivevano di espedienti si facevano chiamare baroni del sol.
    Piazza Pasi, la vecchia piazza delle Opere dove si teneva il mercato delle verdure, nasconderebbe ancora il tesoro del barbaz seppellito da Brenno, secondo alcuni, il fondatore retico della città.
    Via delle Orne deriva il nome da un'unità di misura per liquidi, l'orna appunto, che corrispondeva a circa 64 litri ed era utilizzata dagli artigiani locali per la costruzione delle botti per il vino.
    Presso il vicolo dei Birri, vicino al Duomo, vi era la sede della polizia che aveva il compito di depositare le denunce al Palazzo del Pretorio. Il capo della polizia era il Bargello.
    In via Secondo da Trento, nei pressi di piazza di Centa, era frequentatissimo fino al 1958 (Legge Merlin) il bordello "alle bettine", all'epoca luogo malfamato.
    Al semaforo tra via Vanga e via Pozzo venendo dalla stazione, alle spalle della scuola privata di lingue, si trovava la Casa della Catena, di fattura medievale, detta così perché un tempo, una catena bloccava la navigazione notturna del fiume.
    Si chiama Man la zona situata tra Villazzano e l'Adige, che prende il nome dal latino manes in quanto si ritiene che fossero venerate le anime dei morti.

    Monumenti e luoghi d'interesse

    Architetture religiose

    Chiese

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    Cattedrale di San Vigilio
    e fontana del Nettuno
    La città vanta numerose chiese, con un'architettura che va dal periodo romanico all'epoca moderna. Le più importanti sono:
    • Cattedrale di San Vigilio - La cattedrale di San Vigilio è il Duomo di Trento situato in Piazza del Duomo. È la principale chiesa cittadina ed è stata edificata nel XIII secolo sull'area in cui era originariamente presente un'antica basilica dedicata a San Vigilio, da cui prende il nome e che è il Patrono della città. Questa antica basilica fu costruita fuori dalle mura perché fungeva da chiesa cimiteriale: vi furono infatti sepolti San Vigilio e i resti dei tre martiri Ananuensi Sisinnio, Martirio ed Alessandro. L'Imperatore austriaco Massimiliano I (autore del Landlibell tirolese) fu coronato nella cattedrale Imperatore del Sacro Impero il 4 febbraio 1508 dal Vescovo di Gurk Mattias Lang.
    Nella cattedrale sono sepolti la maggior parte dei vescovi di Trento, tra cui tutti i più recenti. Negli anni sessanta e settanta del XX secolo sono stati eseguite importanti ricerche archeologiche nel sottosuolo absidale della basilica, che hanno modificato in parte anche la distribuzione interna della zona absidale.

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    Chiesa di
    Santa Maria Maggiore

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    Piazza Duomo nella stagione invernale

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    Facciata della chiesa
    di San Lorenzo

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    Facciata della chiesa
    del Santissimo
    Sacramento
    • Chiesa di Santa Maria Maggiore – costruita nel XVI secolo da Antonio Medaglia per volontà del cardinale Bernardo Cles, in stile rinascimentale ma con riminescenze gotiche (stile clesiano). La facciata presenta un importante portale cinquecentesco, mentre all'interno è da notare una cantoria dello stesso secolo e le tele di Cignaroli e di Moroni. La chiesa ospitò il terzo periodo del Concilio di Trento (aprile 1562 - dicembre 1563). L'esterno è stato completamente ripulito e riportato allo stato originale nel 2007. Gli scavi archeologici hanno evidenziato che l'edificio sacro è stato costruito sopra tre chiese precedenti (tra le quali una è forse la S. Maria della Neve, menzionata nelle fonti scritte). La più antica delle tre, la ecclesia paleocristiana (V-VI secolo), fungeva da sede vescovile e da principale luogo di culto cittadino durante i primi secoli di vita del cristianesimo. Tale ecclesia, a sua volta, era stata costruita sopra un'area pubblica romana dove sorgeva, probabilmente, un complesso termale.
    • Chiesa dei Santi Pietro e Paolo - venne edificata nel XII secolo nei pressi di piazza dell'Anfiteatro su una preesistente cappella. La facciata neogotica venne rifatta su progetto di Pietro Estense Selvatico tra il 1848 e il 1850. È partita in tre campate ed è sormontata dalla statua di San Pietro. Piazza dell'Anfiteatro (la cui forma ricalca in parte l'ovale di un anfiteatro) prende il nome da un muro con gradoni scoperto presso una cantina del luogo che si ritiene sia il basamento dell'antico anfiteatro romano dove si svolgevano gli spettacoli pagani. Altri frammenti dell'anfiteatro romano possono essere visitati in un'area interna del Palazzo della Cassa di Risparmio in via Galilei.

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    La facciata della chiesa
    dedicata a Sant'Apollinare
    • Chiesa di Sant'Apollinare - eretta nel XIII secolo ai piedi del Doss Trento sulle rive dell'Adige presso l'antico borgo di Piedicastello. È dedicata al vescovo di Ravenna del V secolo e ciò fa presupporre origini molto più antiche. Si presenta come estremamente slanciata verso l'alto, con un tetto spiovente di gusto tipicamente nordico con copertura a scandole (piccole assi in legno). Nel 1183 il pontefice Lucio III decise che la vicina chiesa di San Lorenze prendesse in custodia questa chiesa: ecclesiam sancti Apollinaris cum capellis suis et pertinentiis.
    • Abbazia di San Lorenzo – costruzione risalente al XII secolo edificata dai Benedettini bergamaschi chiamati a Trento dal vescovo Altemanno. Particolarmente interessante la parte absidale realizzata in stile romanico e il presbiterio.
    • Chiesa dell'Annunziata - eretta tra il 1713 e il 1715, tra via Belenzani e piazza Duomo.
    • Chiesa di Santa Chiara - nonostante gli interventi medioevali e settecenteschi conserva il suo carattere romanico, ma con alcuni interventi pesanti barocchi (1629). In origine dedicata a San Michele Arcangelo, si trova nel borgo di Santa Croce. Le due fasi medioevale e settecentesca sono visibili sia all'esterno che all'interno, come nel campanile. Delle prime sono testimonianze i conci calcarei a vista, segno del timpano con oculi delle dimensioni laterali dell'edificio originario, le monofore oblunghe dei prospetti sud e nord giro inferiore e le bifore del campanile. La seconda fase la troviamo all'esterno nella sopraelevazione intonacata, nelle finestre a lunetta nel rosoncino del timpano. L'antico monastero delle Clarisse è stato oggetto di numerose ricostruzioni e ristrutturazioni, è un autorevole edificio seicentesco che conserva un tratto di chiostro e dei loggiati. Oggi è centro dei servizi Culturali Santa Chiara.
    • Cappella del Crocifisso - salita Manci verso Mesiano a ridosso della facoltà di Ingegneria.
    • Originale chiesa di Santa Chiara, a lato della chiesa di Santa Chiara, ora sede dell'aula magna delle Fondazione Bruno Kessler.
    • Chiesa di san Francesco Saverio (1711), su disegno di Andrea Pozzo, tempio barocco al termine di via R. Belenzani.
    • Chiesa di Santa Croce (chiesa dei Cappuccini, 1840 - 1842, ried. 1948) - con annesso convento dei frati Cappuccini. Nei pressi ombreggiano una magnolia secolare del 1880 su S. Michele, e un platano del 1825 su S. Croce.
    • Santuario della Madonna delle Laste - del 1618 di stile barocco. Il capitello con l'effigie della Madonna fu deturpato in maniera evidente da alcuni vandali, nonostante i ripetuti restauri. Alle Laste, così come a Luserna, si era soliti innalzare delle immagini sacre su delle colonne che adornavano le strade per allontanare gli untori di peste.
    • Chiesa della Santissima Trinità (1519) in via SS. Trinità a fianco al Liceo Classico Giovanni Prati, da questa chiesa partì la processione di apertura del Concilio ecumenico tridentino diretta al Duomo, alle ore 9:30 del 13 dicembre 1545.
    • Chiesa del Suffragio (1720-1726) - in stile barocco, in via del Suffragio. Ogni domenica ad ore 18:00 viene celebrata la Santa Messa in rito tridentino (Vetus Ordo - Messa in latino).
    • Chiesa di San Marco (1273, ried. 1660) con annesso convento, in piazzetta degli Agostiniani.
    • Chiesa dei Sette Dolori, già di san Francesco d'Assisi - con annesso convento delle Figlie della Carità (Canossiane), in piazza Venezia. Di origine duecentesca, dopo i numerosi interventi presenta ben poche tracce della sua storia più remota
    • Chiesa di Santa Margherita, costruita in epoca antica, ricostruita in forma neoclassica nel XVIII secolo.
    • Chiesetta in via San Giovanni Bosco - piccola chiesa sopra piazza Fiera, nei pressi della Curia Arcivescovile.
    • Chiesa dello Sposalizio di Maria - in via san Bernardino.
    • Chiesa del Sacro Cuore di Gesù - di carattere moderno, in viale Verona.
    • Chiesa di Sant'Anna - piccola chiesa del XV secolo a destra della chiesa di san Pietro.
    • Chiesa di Sant'Antonio da Padova - di carattere moderno nei pressi dell'ospedale Santa Chiara.
    • Chiesa del S.S. Sacramento - tra via santa Croce e corso III novembre, di fronte al parco santa Chiara e nei pressi della Chiesa di santa Chiara.
    • Chiesa di San Martino - di carattere moderno all'inizio di via Brennero.
    • Chiesa di San Giuseppe operaio (1958, arch. E. Ferrari), in via Vittorio Veneto 18.
    • Chiesa di San Bartolameo - a san Bartolameo.
    • Chiesa di Santo Stefano Protomartire - a Villazzano.
    • Santuario della Madonna della Grotta - a Villazzano.
    • Chiesa dei S.S. Martiri Anaunensi - ai Solteri.
    • Chiesa della Madonna della Pace.
    • Chiesa di Cristo Re (1941 - 1953, arch. Efrem Ferrari); contiene il grande crocifisso in legno di rovere, opera dello scultore meranese Umberto Volante.
    • Chiesa di Madonna Bianca.
    • Chiesa di San Pio X, in Via S. Pio X 34
    • Chiesa a San Carlo Borromeo.
    • Chiesa di San Rocco.
    • Chiesa dei Santi Cosma e Damiano.
    • Chiesa San Donato - a San Donà.
    • Chiesa di San Vito e Modesto - a san Vito.
    • Chiesa della Visitazione di Maria Ss. - a Gardolo.
    Altre chiese si trovano all'interno dei Seminari di Trento, ex Seminari e scuole private Cattoliche.

    Architetture civili

    Palazzi

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    Affreschi sulle case Cazuffi-
    Rella in Piazza del Duomo.

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    Palazzo delle Albere

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    Palazzo Thun

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    Palazzo Roccabruna

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    Palazzo Calepini

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    Palazzo Quetta-Alberti-Colico

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    Palazzo Geremia

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    Palazzo Larcher Fogazzaro

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    Palazzo Saracini Cresseri

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    Il Palazzo Vescovile in
    Piazza Fiera a Trento
    • Case Cazuffi-Rella - Gli affreschi delle due case sarebbero stati commissionati da Tommaso Cazuffi in occasione della visita nel 1535 di Ferdinando I d'Austria imperatore dei Romani.
    • Palazzo delle Albere - palazzo di stile rinascimentale, fu costruito intorno al 1550 per volere della famiglia Madruzzo, che resse il Principato di Trento per un secolo. Pur essendo una residenza di rappresentanza, esso presenta fortificazioni ed elementi architettonici di difesa, come le quattro torri angolari. Fu villa di campagna suburbana dei Principi-Vescovi, sino al completo abbandono dal secondo dopoguerra in poi. Dopo l'acquisto negli anni settanta del XX secolo da parte della Provincia autonoma di Trento, ospita oggi la sede di Trento del Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto - MART.
    • Palazzo Pretorio - situato in Piazza del Duomo, tra il Castelletto e la Torre Civica, fu l'antica e prima residenza vescovile (fino alla metà del XIII secolo). Orlato da una merlatura e decorato con bifore, accanto ad esso è stata costruita la Torre Civica. Ora ospita il Museo Diocesano Tridentino.
    • Palazzo Thun (attuale sede del municipio) – in via Belenzani 19, palazzo di rappresentanza della famiglia Thun, originaria della Val di Non, che riunì in un unico complesso una serie di edifici preesistenti nella metà del XV secolo. Ha subito una trasformazione notevole nel 1830, quando venne profondamente restaurato secondo il gusto neoclassico per volontà del conte Matteo Thun.
    • Palazzo Geremia – in via Belenzani 20, edificio costruito verso la fine del Quattrocento dallo stile rinascimentale all'esterno e tardo gotico negli ambienti interni. Ora è di proprietà del Comune e ospita l'ufficio del sindaco e manifestazioni culturali. Sulla facciata sono ritratti diversi personaggi quali Marco Curzio ritratto su un cavallo bianco (al primo piano a sinistra della quadrifora), Muzio Scevola (a destra della stessa quadrifora) e Curio Dentato. Al livello inferiore vi sono la ruota della fortuna e l'alabardiere.
    • Palazzo Sardagna – in via Calepina 14 palazzo di proprietà della Provincia autonoma di Trento, venne edificato nel Cinquecento e ristrutturato nel Settecento per volontà della famiglia Sardagna, il cui stemma familiare è dipinto nella volta dell'atrio. Ha ospitato dal 1982 al 2013 la sede del Museo tridentino di scienze naturali. Uno dei tre putti, che appaiono nella Sala Costantino, è stato ritratto con tonalità particolarmente scure, cd. angioletto negretto, che secondo la leggenda sarebbe il frutto di un miracolo verificatosi mentre l'autore, il vicentino Marcello Fogolino, dipingeva l'affresco.
    • Palazzo Lodron - costruito nel periodo del Concilio di Trento (attorno al 1570) da Ludovico Lodron, ospita un ciclo pittorico che si estende su tutte le sale più importanti dell'edificio. Sede del Tribunale Amministrativo Regionale di Trento.
    • Palazzo Salvadori – in via Manci 119, uno dei primi esempi di architettura civile rinascimentale a Trento. Venne costruito dal maestro lombardo Lucio Tosani, nel periodo clesiano a partire dal 1515. Attorno alla metà del XVIII secolo furono affissi due medaglioni in pietra sulla facciata per celebrare il martirio di S.Simonino di Trento, il bambino che si riteneva falsamente vittima di un rituale ebraico nella Pasqua del 1475. Questo episodio, forse il più negativo della storia della città, causò la cacciata della piccola comunità ebraica di Trento, che aveva nel palazzo la propria sinagoga i quali locali sono ancora visibili a livello semi-interrato lungo il vicolo al Vò con tanto di stele commemorativa. La cappella del Santo, invece, si trova presso il Palazzo Bortolazzi ed è attualmente occupato da una gioielleria.
    • Palazzo Galasso o Del Diavolo (Ca del Diaol)- sito in via Manci 99 e fatto costruire nel 1602 da un discendente della potente famiglia di banchieri Fugger; così chiamato, secondo la leggenda, citata anche da Goethe, a causa di una scommessa vinta dal Fugger contro Mefistofele. Nell'annessa cappella gentilizia dei Santi Martiri Anauniensi, il 9 gennaio 1837, re Ferdinando II delle Due Sicilie sposò l'arciduchessa Maria Teresa d'Asburgo-Teschen, le nozze furono celebrate dal vescovo Giovanni Nepomuceno de Tschiderer.
    • Palazzo Roccabruna – in via SS.Trinità 24, parte di un accorpamento di varie unità edilizie avvenuto a metà del XVI secolo, con cortile, salone affrescato e cappella affrescata dedicata a san Gerolamo. Nel medesimo edificio sorge al piano terra l'Enoteca Provinciale che ospita mostre e degustazioni di vini tipici locali.
    • Palazzo Calepini - il palazzo prende il nome dalla nobile famiglia che si insediò nel XV secolo.
    • Palazzo Ghelfi – in piazza Pasi 21, prende il nome dalla famiglia che nel corso del Quattrocento si insediò nella città di Trento.
    • Palazzo Cazuffi – in via Oss Mazzurana 45, sito nella contrada di San Benedetto è di origine rinascimentale. Della ricca decorazione pittorica che interessava l'intero palazzo rimane la parte superiore e la fascia marcapiano. Da non confondere con le Case Cazuffi di piazza Duomo.
    • Palazzo Balduini – in piazza Duomo 30, di origine medioevale è affrescata da un pittore "astrattista" ignoto. Ospita un'osteria tipica locale.
    • Casa Torre Mirana – in via Belenzani 21, una delle più antiche costruzioni del Sass, di origine medioevale è stata rimaneggiata nel Rinascimento dalla famiglia Mirana.
    • Palazzo Migazzi Ciani – in via Manci 158 il vasto edificio rinascimentale appartenne alla famiglia Migazzi di Cogolo in Val di Pejo. Ospita un cinema.
    • Palazzo Trautmannsdorf – in piazza Sanzio ad angolo con via Suffragio, si estende tra piazza Mostra e via Suffragio e si affaccia su piazza Raffaello Sanzio; assunse le sembianze attuali nel corso del Seicento per opera dei conti tirolesi Trautmannsdorf. Precedentemente apparteneva alla nobile famiglia Particella; dopo i conti passò ai baroni Salvadori.
    • Palazzo Alberti Quetta Colico – in via Belenzani 30, accanto a palazzo Geremia deriva dalla fusione di due nuclei edilizi precedenti, presenta una facciata affrescata a candelebra e affreschi che vanno dal periodo trecentesco a quello cinquecentesco.
    • Palazzo Civico - (o municipio vecchio) accanto a palazzo Alberti Quetta Colico, era l'antica sede del Magistrato consolare. Sul tetto sta scritto un motto (in latino) attribuito a S.Bartolomeo che, tradotto, suona più o meno così: el sass me gavè dà l'arzent e l'nom de Trent (la montagna ci ha rifornito di argento e del titolo di Trento).
    • Palazzo Consolati - in via S.Maria Maddalena 1 dove si riunivano i membri "dell'Accademia degli Accesi" per contendere il titolo di lezù (= intellettuali) a quelli degli Agiati di Rovereto.
    • Palazzo del Monte – in via Suffragio 93, costruito nel 1519 al "Cantone" (tra via Suffragio e via San Marco), è affrescata con le fatiche di Ercole e con uno stemma di Massimiliano I.
    • Palazzo della Filarmonica – in via Verdi 30, all'interno la sala per stagione concertistica della Società della Filarmonica.
    • Palazzo Firmian – in via Galilei 1, di origine rinascimentale; nel palazzo nacque Carlo G.Firmian, governatore della Lombardia (dal 1759), protettore di letterati e poeti e uno dei valorizzatori del giovane Mozart. Ora e sede della Cassa di Risparmio.
    • Palazzo Larcher Fogazzaro – in via Mazzini 10, edificio del tardo barocco trentino eretto dalla nobile famiglia Guarinoni. Il portale presenta due giganti che reggono il balcone sovrastante. Attiguo si può scorgere un frammento delle mura medievali, residuo dei lavori di rimozione lungo via Verdi.
    • Palazzo Pilati – in via Oss Mazzurana 38, presenta un interessante facciata gotica risalente al XV secolo.
    Palazzo Saracini Pedrotti – in via Manci 57, di gusto rinascimentale è stato sopraelevato nel 1862. Ora sede della S.A.T. (da non confondere con la S.O.S.A.T. avente sede in palazzo Bortolazzi).
    • Palazzo Tabarelli – in via Oss Mazzurana 65, costruito nel 1515 prende il nome da chi ne ordinò la costruzione. Anche detto "Palazzo dei Diamanti": così infatti lo battezzarono i Trentini, per la sua facciata rilucente di diamantini riflessi. Sulla facciata sono scolpiti 22 profili di personaggi storici locali (l'ultimo a destra al primo piano è Bernardo Clesio).
    • Palazzo Trentini – in via Manci 83, originariamente dei baroni Trentini, il palazzo fu costruito verso la metà del secolo XVIII, sede del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento.
    • Palazzo della Prepositura - a lato della chiesa di Santa Margherita, qui abitò Enea Silvio Piccolomini.
    • Palazzo della Provincia – in piazza Dante, sede della Presidenza e della Giunta della Provincia Autonoma di Trento. All'interno vi sono decorazioni di Fortunato Depero.
    • Palazzo ex collegio dei Gesuiti – in via Roma, acquistato nel Seicento dai Gesuiti è ora la sede della biblioteca comunale di Trento inglobando una vecchia sala cinematografica, tuttora visibile in via Torre Verde 28.
    • Palazzo A Prato – di origine cinquecentesca era la dimora dei baroni A Prato, demolito per fare posto al:
    • Palazzo delle Poste – (1929-1934) in piazza Vittoria, edificato nel periodo fascista ingloba la parte posteriore del Palazzo a Prato.
    • Palazzo Voltolini - in piazza Vittoria(lato nord), risalente al XVII secolo ora è sede del Genio Civile.
    Palazzo del Tribunale di Trento – in via San Francesco, costruito nel 1876 come "palazzo del Governo" austroungraico ospita attualmente il Palazzo di Giustizia, mentre le carceri giudiziarie sono state da poco trasferite in periferia.
    • Palazzo della facoltà di Sociologia – in via Verdi 32, dal 1962 sede della facoltà di sociologia e della biblioteca centrale delle facoltà umanistiche. Anteriormente (dal 1889 sino al 1961) ospitava una scuola elementare.
    • Palazzo Ranzi – in piazza S.Maria 31, costruita in stile neorinascimentale (lesene in granito rosa di Fiemme) sulla quale facciata sono state collocate una serie di busti marmorei rappresentanti 15 personaggi trentini: dal basso a sinistra: Andrea Pozzo (architetto gesuita), Francesco Oradini (scultore), Gianbattista Lampi (pittore), Francesco Guardi (pittore), Fede Galizia (pittrice), Bianca Laura Saibanti (poetessa roveretana), Niccolò Dorigatti (pittore), Andrea Rensi (pittore), Antonio Tita (naturalista), Aliprando Caprioli (incisore); al secondo piano da sinistra: Andrea dell'Aquila (pittore e scultore), Vincenzo Vicentini (pittore), Alessandro Vittoria (scultore), Vigilio Rubini (scultore) e Bernardo di Santagnese (religioso).
    • Palazzo Vescovile – nel lato est di piazza Fiera, costruito su progetto di Ignazio Liberi per la famiglia Ceschi, usufruendo di alcune strutture della seicentesca villa extraurbana dei Particella, poi Cannella, che a sua volta era sorta nel luogo delle due casupole cinquecentesche. Dalla residenza dei Particella, detta secondo leggenda, "La favorita", rimane il portale a larghe bugne bianche e rosse che serve il giardino. Dal 1921 è residenza arcivescovile e sede della Curia.
    • Ex Casa Littoria – in Largo Porta Nuova, edificata nel 1938, raffigura su una porzione della facciata un altorilievo di un uomo a petto nudo mentre indossa un mantello con una mano alzata, nell'altra impugna un fucile e una vanga, sopra il quale si erge un poggiolo con un falco scolpito sul parapetto. Verso la sommità del palazzo sono presenti due sostegni tra i quali si trovava un fascio.
    • Palazzo Nogarola-Guarenti – in via Oss Mazzurana 1 del XVI secolo ospita attualmente dei grandi magazzini. Al primo piano salta all'attenzione un grazioso sporto a due piani con tanto di poggiolo in ferro battuto.
    • Molino Vittoria – in via Verdi risalente al 1912, inizialmente adibito alla lavorazione dei cereali mutò frequentemente uso e destinazione. Ora è di proprietà dell'università di Trento che ne ha riservato alcuni locali ad uso biblioteca. La facciata sud presenta due interessanti statue dedicate a Cerere, dea dei cereali e delle messi (nell'angolo ovest), e Mercurio, dio delle merci e protettore dei commercianti (nell'angolo est).
    • Villa Tambosi - a Villazzano di Trento ora sede della sezione trentina del European Centre for Theoretical Studies in Nuclear Physics and Related Areas (ECT).
    • Mausoleo di Cesare Battisti sul Doss Trento - sulla collina (308 m) che si erge in riva destra dell'Adige è stato costruito il Mausoleo dedicato a Cesare Battisti: 16 colonne di marmo alte 14 metri su basamento circolare. Il Doss Trento ospita anche il Museo degli Alpini. Accanto sono presenti i resti di un'antica chiesa paleocristiana del IV secolo d.C.
    • Albergo Cavour, in piazza S.M.Maggiore 21, la facciata convessa domina la parte più suggestiva della piazza, costruito nel sec. XVI attualmente ospita la Birreria Rosa d'oro.
    • Ex Complesso degli Agostiniani (XVI sec.) in v. S.Marco, angolo v.S.Maria, ospitava l'omonimo ordine, attualmente è un parco pubblico.
    • Scuole Francesco Crispi - all'angolo tra piazza Fiera e via Don Bosco. Nate come Orfanotrofio, erano state commissionato attorno al 1860 all'architetto Angelo Milesi di Ortona dalla Civica Congregazione di Carità di Trento . Il progetto comportò la demolizione del preesistente Maso dei Leoni, la deviazione della roggia e la costruzione dell'edificio in allineamento con quelli che costituivano il limite meridionale di piazza Fiera. L'edificio è caratterizzato da una corte interna, da un porticato a pieno sesto e da un loggiato archivoltato a balaustre, entrambi tamponati allorché, verso la fine degli anni venti, il comune ottenne la struttura con lo scopo di adattarla ad edificio scolastico. Progetto e lavori di ristrutturazione furono eseguiti tra il 1927 e il '28. Una seconda ristrutturazione , durata diversi anni, é terminata nel 2014.
    Interessanti le numerose case affrescate di piazza Duomo e in altre vie delle città. Sono esempi dell'architettura residenziale trentina e ne costituiscono la maggior parte di abitazioni in centro, le case a schiera di tipo monocellulare, che si elevano, di solito, sino a 3 piani fuori terra. Priva di elementi decorativi di rilievo, conserva tuttora l'impianto tipico con l'androne e bottega al piano terra, corpo scale ligneo a due o più rampe e vani superiori prospicienti sulla via (soggiorno e zona notte, mentre cucina e latrina sono sistemate sul fondo).

    Fontane

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    Fontana del Nettuno
    Fontana del Nettuno - uno dei più importanti monumenti della città del XVIII secolo (venne eseguita tra il 1767 e il 1768 su progetto di Francesco Antonio Giongo), edificata nel periodo dell'Illuminismo per "salute e decoro della città". Nel cortile del palazzo municipale si trova la statua originale del Nettuno, quella scolpita da Stefano Salterio da Como: sulla cima della fontana, infatti, negli anni 1940, è stata posta una riproduzione bronzea.
    • Fontana dell'aquila - piccola fontana in piazza Duomo sormontata da un'aquila di pietra. Su quest'aquila è nata una leggenda.
    • Fontana di piazza delle Erbe - disegnata nel 1867 da Stefano Varner e da Tamanini, era originariamente collocata al centro nell'attigua piazza Alessandro Vittoria, da cui venne rimossa per erigere il monumento ad Alessandro Vittoria nel 1908. Sulla fontana è presente un putto bronzeo, opera di Andrea Malfatti, che medita alla sommità della colonna portante, con due getti laterali che versano acqua in vasche a forma di conchiglia. È anche detta "ostarìa dei dó castradi" (osteria dei due castrati) per via dei getti laterali a forma di ariete.
    • Fontana del Fauno Innamorato - fontana ottocentesca, detta anche del Bacchino, si può ammirare sul lato ovest di piazza Pasi che, nel bozzetto originale, doveva rappresentare la mitica figura di Narciso e che, invece, risultò un capriccio dello scultore trentino Andrea Malfatti il quale si era innamorato di Mariolina, una fanciulla che lavorava presso una sartoria nel palazzo attiguo. Lo sguardo del Fauno, infatti, intento nel versare l'acqua in un orcio, è rivolto verso una finestra di Casa Crivelli.[34]
    • Fontana dei due delfini, nella piazzetta antistante al parco S.Chiara, nei pressi dell'omonima chiesa.
    • Fontana sulla chiesa di san Marco, con la statua di s. Giovanni Nepomunceno, posta all'angolo della chiesa all'interno di una nicchia dall'incorniciatura classica.
    • Fontana del XX secolo dedicata ad Antonio Rosmini, all'angolo tra via Bartolomeo Malfatti e corso III novembre, con un busto opera di Livio De Gasperi del 1955.
    • Fontana-monumento del XX secolo dedicata a Luigi Negrelli, in piazza Dante. L'opera ricorda il progetto del Canale di Suez, realizzato appunto da Negrelli.
    • Fontana del 1957 nei giardini di piazza Venezia, opera dello scultore Antonio Berti, situata nella scalinata sul retro del monumento ad Alcide De Gasperi. È caratterizzata da un mosaico in cui compaiono gli stemmi dei capoluoghi italiani.
    • La città di Trento inoltre possiede altre fontane di minor interesse artistico. Tra queste vi sono la fontana di Port'Aquila, la fontana del parco davanti al tribunale, le 3 fontane nel parco di san Marco, la fontana in piazza Garzetti, dietro alla Torre del Massarello, la fontana in piazza santa Teresa Verzeri.

    Ponti

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    Torrente Fersina visto
    dal ponte dei Cavalleggeri
    Essendo Trento di origine romana e situata su un'importante via militare è lecito supporre l'esistenza di alcuni ponti che attraversavano il fiume Adige e il torrente Fersina, situato a sud della città da dove veniva la via militare. Si tenga tuttavia presente che il corso del torrente Fersina è nel luogo attuale solo dal XVI secolo, quando fu deviato perché più volte l'anno allagava il centro storico il corso essendo al centro dell'attuale piazza Fiera, subito fuori le mura, in posizione più elevata del centro storico. La cascata di Ponte Alto (realizzata per frenare la velocità delle acque) ed i poderosi argini allora costruiti a contenimento del corso attuale hanno evitato ogni successiva alluvione del Fersina, anche se qualche rara volta il torrente è arrivato a sfiorare gli argini. Qualche volta però la zona bassa della Bolghera è stata invasa dall'acqua del Rio Salè, che a sud del Fersina scorre quasi parallelo ad esso, sfociando poi nel Fersina subito prima che questo sfoci nell'Adige.
    Di questi ponti fino ad ora non è stata trovata traccia, né è dato sapere se fossero di muratura, di legno o costruiti con delle barche (nel caso dell'Adige, ricordando che nello spostamento del corso il percorso del fiume fu sensibilmente accorciato e quindi in precedenza l'acqua scorreva molto più lentamente ed il corso era più ampio).
    Stesse considerazioni si possono applicare ai ponti di origine medioevale. Antiche mappe della città riportono l'esistenza di un ponte, chiamato "ponte coperto", che attraversava l'Adige all'altezza di Torre Vanga per portare alla Chiesa di San Lorenzo e di un altro ponte situato sopra il Fersina. Quasi sicuramente questi ponti sorgevano dove un tempo sorgevano quelli romani, da quello sul Fersina (posto probabilmente davanti al Torrione di piazza Fiera) passava la strada che conduceva in città. Ovviamente il ponte fu ricreato al posto dell'attuale Ponte dei Cavalleggeri al momento dello spostamento del corso del Fersina, probabilmente in legno (ma non ve ne è memoria né certezza). Il "Ponte coperto" sull'Adige fu distrutto quando, per opera del governo austriaco, fu deviato il corso del fiume Adige per far posto alla ferrovia.Ora in città ci sono ponti più recenti.

    Sul Fersina:
    • Ponte Santa Barbara - all'inizio di via De Gasperi
    • Ponte dei Cavalleggeri - tra corso III novembre e viale Verona
    • Ponte dei Mille - sull'omonima via;
    • Ponte Vicenza - sull'omonima via;
    • Ponte Dame di Sion - presso l'Istituto Galilei;
    • Ponte Cornicchio - salita Manci verso Mesiano
    • Vecchio Ponte Lodovico - collegamento per Mesiano
    • Ponte Lodovico - lungo la strada che sale a Mesiano, vicino alla coeva rotatoria di San Donà, costruito negli anni 2000 a fianco del preesistente Vecchio Ponte Lodovico per rispondere alle cresciute esigenze di traffico.
    • Ponte Alto - piccolo e stretto ponte a est della città, sulla stradina che porta a Povo dall'ingresso della superstrada. La vicina cascata di Ponte Alto in realtà è un salto artificiale creato per ordine di Bernardo Clesio per sfogare le piene del Fersina.

    Sull'Adige:
    • Ponte dell'Autostrada - sull'Autostrada del Brennero a nord della città.
    • Ponte della Statale - sulla Strada Statale a nord della città
    • Ponte di San Giorgio - in città
    • Ponte di San Lorenzo - in città
    • Ponte di Ravina - sulla strada per il paese di Ravina
    • Ponte di San Nicolò - sulla Strada Statale a sud della città

    Architettura contemporanea

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    Aeroporto di Trento
    Aeroporto di Trento "G. Caproni" - nel sobborgo di Mattarello a 5 km a sud della città.
    • Boscolo Hotel – in via Alfieri 3 dal 1939 assolve le funzioni di albergo.
    • Casa del Balilla – in via Pozzo fin dal 1933 ospitava i locali della Gioventù Italiana del Littorio, demolita negli anni cinquanta in favore della Stazione Autocorriere.
    • Case IACP – anche conosciuto come "Complesso ai Muredei" sito nella via omonima, realizzato nel 1929 ad uso residenziale; è uno dei pochi esempi della città in stile deco.
    • Case per i mutilati e gli invalidi di guerra – in via Montello 30 costruite in stile deco nel 1927 per i reduci della Grande Guerra. Sull'angolo si scorge un'edicola ex voto.
    • Caserma "Gavino Pizzolato" intitolata alla memoria del Gen. Gavino Pizzolato, decorato di due Medaglie d'Argento al Valor Militare e di due Medaglie di Bronzo al Valor Militare, dell'Ordine Militare di Savoia e dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia, caduto in Nord Africa il 23 marzo 1943.
    • Centro sociale Bruno – accanto alla Stazione Trento-Malè, fin dal 1934 ospitava i locali della dogana, poi negli anni sessanta fu riattato in funzione di servizi sociali autogestiti.
    • Espansione della facoltà di Giurisprudenza - Mario Botta
    • Facoltà di Ingegneria a Mesiano - Giovanni Leo Salvotti de Bindis (1985-1995)
    • Galleria Garbari – tra via Manci e Piazza Italia fu realizzata nel 1924 in stile liberty.
    • Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale (1950) in piazza S.Maria angolo via S.Giovanni, ex Ente Nazionale di Scuole Italiane di Servizio Sociale. Ospita una biblioteca specializzata sull'assistenza sociale. Sulla facciata è visibile un rilievo di Luigi De Gasperi.

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    Il MuSe
    • MuSe – in corso del Lavoro e della Scienza 3, realizzato nel 2013 su progetto di Renzo Piano
    • Officina elettrica – in viale Trieste attualmente per diversi usi, fin dagli anni venti funzionava come centrale idroelettrica.
    • Padiglione del Turismo – tra via Alfieri e via Torre Verde, costruito nel 1940 in tempi da record per sostituire il precedente padiglione. Attualmente versa in stato di abbandono.
    • Padiglione Savoia – accanto a quello del Turismo, realizzata nel 1920 come ostello per accogliere i viaggiatori provenienti dalla stazione, in seguito fu adibita a pasticceria fino a tempi più recenti quando fu acquistata dalla SIT.
    • Palazzo del Governo – in C.so III novembre 11, prevista fin dal 1950 per le funzioni di Co.Re.Co., ospita attualmente il Commissariato di Polizia.
    • Palazzo della Regione – in via Gazzoletti 2, Adalberto Libera (1950-56)
    • Palazzo delle Poste - Angiolo Mazzoni (1929-1934)
    • Palazzo Salvotti (1960) ad uso residenziale sito in corso III novembre angolo con via Piave.
    Passaggio Dorigoni – collega via Suffragio con via Torre verde, realizzata nel 1910 in corrispondenza del vecchio Porteghet. Appena visibili degli affreschi che ritraggono Crono.
    • Seminario Maggiore – in c.so III novembre 46, ospita la facoltà di teologia e due biblioteche.
    • Stazione ferroviaria - Angiolo Mazzoni
    • Scuola elementare Raffaello Sanzio – nel piazzale omonimo, Adalberto Libera (1931-34)
    • Stazione delle autocorriere - a lato della stazione ferroviaria (1956).
    • Unità residenziale e chiesa parrocchiale a Madonna Bianca - Marcello Armani e Luciano Perini (anni settanta)

    Architetture militari

    Castelli


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    Il Castello del Buonconsiglio,
    per molti secoli residenza
    dei principi vescovi
    e uno dei simboli di Trento.
    Oltre ai castelli e torri dislocate
    nel territori comunale esistevano,
    e alcune esistono ancora,
    alcune caserme militari,
    tra cui la "Cesare Battisti",
    la "G. Pizzolato" e la "Chiesa".

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    Veduta notturna da Sardagna
    Castello del Buonconsiglio - Eretto nel Duecento, ha ospitato per cinque secoli i principi vescovi della città. La struttura più antica è rappresentata dal Castelvecchio (XIII secolo), poi riedificato. Accanto venne costruita per volontà di Bernardo Clesio il Magno Palazzo, decorato dal Romanino e Dosso Dossi, poi messo in comunicazione diretta con l'edificio antico tramite la Giunta Albertiana. Torre Aquila, orientata verso Aquileia, conserva un importante affresco del Gotico Internazionale, il Ciclo dei Mesi, forse attribuibili al maestro Venceslao di Boemia. Altre torri del castello sono Torre d'Augusto (il torrione principale, quello circolare) e torre del falco. Di fronte all'entrata principale del castello, al di là della strada, è inoltre presente un sarcofago di pietra. Secondo la leggenda, il Castello dell'Buonconsiglio prima si chiamava Malconsiglio a causa delle streghe che infestavano la Torre d'Augusto e che furono cacciate dopo il Concilio. Si sarebbero rifugiate, poi, in val di Sole presso S.Bernardo di Rabbi dove vivrebbero tuttora.

    Torri

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    Torre Vanga

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    Torre Verde
    Le famiglie nobili non esitavano a erigere una torre presso la propria abitazione in quanto è risaputo che ai piani alti le temperature sono più calde; in armonia con il nome della città, se ne possono contare trentatré:
    • Torre Civica - costruita prima dell'anno 1000 accanto a palazzo Pretorio dove, durante il periodo romano, sorgeva porta Veronensis. Originariamente rappresentava il mastio di palazzo Pretorio (più basso e tozzo rispetto all´attuale torre, la quale venne innalzata nel corso dei secoli). Su di essa è presente un grande orologio e all'interno si trova la campana della Renga, ovvero la campana che chiamava "all´Arengo", alle pubbliche assemblee e alle condanne a morte eseguite nella sottostante Piazza Duomo. Nella torre civica che sovrasta p.za Duomo si dice che una volta rintoccava una campanella per annunciare a Vigilio la prossima morte di Romedio, patrono noneso.
    • Torre Vanga - torre edificata nel 1210 dal Principe Vescovo Federico Vanga e un tempo lambita dal corso dell'Adige, aveva lo scopo di controllare l'accesso sulla collina del Doss Trento.
    • Torre Verde - eretta nel 1450, era anch'essa edificata sulle rive dell'antico corso del fiume, presso un'area portuale. Il letto dell'Adige fu deviato nel corso dell'Ottocento per fare posto alla costruzione della ferrovia.
    • Torre Tromba - risalente ai primi del Duecento, è stata edificata nei pressi del Duomo.
    • Torre Mozza - del XIII secolo, si trova in via Belenzani nelle immediate vicinanze di Torre Tromba.
    • Torrione Madruzziano (El Torion), o anche la Rotanda (poiché di forma circolare). Il torrione fu costruito nel XVI secolo, per ordine di Ludovico Madruzzo, era fornito di un corpo di guardia che vigilava sull'entrata meridionale della città (Porta Santa Croce), ormai abbattuta. Il Torrione è situato sul lato occidentale di Piazza Fiera, proprio di fronte al palazzo della Curia, che si trova sul lato orientale. Esso è fornito di un corpo di guardia che vigilava sull'accesso da sud alla città. Col tempo (Ottocento) venne trasformato per destinarlo a edificio commerciale (caffetteria) e successivamente destinato a negozi ed abitazioni. Oggi il piano terra è in stato di abbandono. La torre è coperta da un'alta cuspide conica (lanterna).
    • Torre del Massarello - di costruzione medioevale, era la sede degli arcidiaconi del capitolo della cattedrale al tempo del Concilio (da qua il probabile nome originario di Casa-torre arcidiaconale). Il nome attuale deriva da quello di Angelo Massarelli da San Sepolcro, segretario generale del Concilio di Trento, che vi abitò nel ventennio in cui si tenne l'assise. Questa torre è mozzata della parte superiore e si trova in via SS. Trinità.
    • Torre dei Gionghi - in località graffiano di Povo, sopra il parco di Gocciadoro. Solo questa torre rimane del Castello di Pietrapiana, il quale controllava la città di Trento dalla sua posizione collinare.
    • Torre Aquila - in via Cervara, inglobata nelle mura medievali
    • Torre Benassuti - nel vicolo omonimo, di origine romana
    • Casa torre Benetti-Mersi, in Largo Carducci ad angolo con via S.Pietro
    • Torre Consolati - in via Rosmini nei pressi delle rovine della Villa Romana
    • Torre dei Canopi - in Civezzano, quartiere periferico di Trento
    • Torre dei Rochi - in Ravina
    • Torre dell'Orco - in Ravina
    • Casa torre De Negri - in piazza Duomo (bar Portici) da non confondere con:
    • Casa torre De Negri-Rella - in via S.Pietro di fianco della Galleria dei Legionari
    • Torre del Deposito - Molino Vittoria, ex panificio municipale
    • Torre Franca - in Mattarello
    • Torre Moderna - in via degli Orti, 8
    • Torre Littoria - in piazza Venezia preso la ex Casa Littoria
    • Torre Maestranzi - in piazza Lodron
    • Campanile di S. Maria Assunta - Chiesa di S. Maria Maggiore
    • Campanile di S. Lorenzo - Tempio Civico
    • Campanile di S. Francesco Saverio - ex Casa delle Costede
    • Campanile del Duomo - prospiciente via Verdi
    • Campanile di S. Romedio - prospiciente via Garibaldi
    • Campanile di S. Apolinnare - Oltrecastello
    • Campanile di S. Pietro - piazza Anfiteatro
    • Campanile dei SS. Pietro e Andrea - Povo
    • Campanile di S. Croce - Chiesa omonima in c.so III novembre
    • Campanile di S. Marco - Chiesa omonima
    • Campanile dei SS. Filippo e Giacomo - Chiesa cimiteriale in Sardagna

    Mura e porte della Città Medioevale

    • Port'Aquila - nella parte orientale della città, inglobata durante i secoli dal castello.
    • Porta S. Margherita - porta secondaria nella parte occidentale della città, risparmiata, insieme a Port'Aquila, dall'abbattimento dell'Ottocento perché in posizione secondaria rispetto alle maggiori direttrici del traffico.
    • Mura di Piazza Fiera - uniche rimaste delle antiche mura duecentesche che circondavano la città, fatte erigere dal Vescovo Vanga sono sormontate da merli a coda di rondine. Da notare i resti della scala che portavano al passaggio di ronda. Sotto la piazza, nel parcheggio coperto, si può vedere un altro tratto di mura, infatti nel Medioevo il piano stradale era molto più basso di adesso, essendo il suolo dell'attuale piazza di Fiera innalzato dalla ghiaia continuamente ivi portata dalle alluvioni del Fersina che correva davanti alle mura ed i cui vecchi argini sono stati ritrovati nello scavo del parcheggio sotterraneo. Tratti di altri pezzi di mura si possono inoltre notare inglobate dalle case che si trovano lungo il perimetro delle stesse.

    Fortificazioni

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    Il forte Bus de Vela,
    presso Cadine, poco
    sopra a Trento.
    In provincia di Trento sono numerosi i forti e fortificazioni risalenti ai secoli XVII e XIX e comunque a prima della prima guerra mondiale costruiti dall'Impero austro-ungarico, alcuni sono in buono stato di conservazione, di altri sono visibili solo i resti. Delle molte fortificazioni trentine, alcune di queste costituivano il complesso fortificato Fortezza di Trento, in tedesco Festung Trient, che comprendeva:
    • Forte Bus de Vela - a Cadine lungo la strada che dalla Gardesana scende a Trento
    • Forte Doss di Sponde - sulle pendici del Monte Bondone
    • Forte Candriai - anch'esso alle pendici del Monte Bondone
    • Forte Mandolin - non più esistente, al suo posto la colonia elioterapica Alcide Degasperi
    • Forte Camponzin - sulla strada che da Sopramonte va Candriai
    • Forte Palon - sulla cima del monte Bondone a Trento
    • Forte delle Viote - sul monte Bondone a Trento
    • Batteria Romagnano - a Romagnano di Trento
    • Forte Romagnano - anche lui a Romagnano di Trento
    • Complesso fortificato di Mattarello - suddiviso nella Batteria Inferiore e la Batteria Superiore, oltre al forte. A Mattarello di Trento
    • Forte Doss Fornas - il forte è posizionato sul rilievo di sinistra della Valsorda, e presidiava l'ingresso a Trento da questa valle.
    • Forte Brusafer - il forte è posizionato sul rilievo di destra della Valsorda, e presidiava l'ingresso a Trento da questa valle.
    • Batteria Maranza - a controllo del sentiero che da Vigolo Vattaro portava alla Maranza
    • Blockhaus Maranza - Si tratta di una caserma difensiva a Maranza
    • Forte San Rocco - sul dosso di San Rocco a Trento sud
    • Forte Roncogno - sorge sulle pendici del monte Celva, di competenza di Trento
    • Forte Martignano - a Martignano di Trento
    • Forte Casara - sul versante settentrionale del Monte Calisio, Controlla la strada Civezzano-Monte Vaccino. Di Competenza di Trento
    • Fortificazione del Doss Trento - sul Doss Trento.
    • Forte Cimirlo - sorgeva su un colle dominante l'abitato di Roncogno, frazione di Pergine Valsugana, di competenza del comune di Pergine Valsugana.
    • Complesso fortificato di Civezzano: Tagliata Stradale Superiore e Inferiore, uno sbarramento ferroviario oltre al forte. Di competenza del comune di Civezzano.
    • Questi ultimi due complessi fortificati, anche se non sono di competenza del comune di Trento, sono stati menzionati per la loro posizione di confine.
    • Nel XX secolo a Trento sorgevano diverse caserme militari, di cui alcune di queste non si trova più traccia.
    Caserma "Cesare Battisti": edificata tra il 1800 e inizio Novecento dall'ingegnere Annibale Apollonio per le truppe austro-ungariche, aveva il nome di Caserma Madruzzo. Durante la grande guerra divenne ospedale militare. Dopo il conflitto subì alcune piccole modifiche e venne dedicata il 15 maggio 1939 a Cesare Battisti, ospitando il Battaglione Alpino “Trento” e il 62º Reggimento di fanteria “Sicilia” appartenente alla Divisione di fanteria motorizzata “Trento”. Durante il II conflitto mondiale divenne sede del Corpo di Polizia Trentina. Tornata nuovamente in mano degli italiani, divenne sede di diversi reparti:
    dal 1954 al 1974: I Reggimento genio e reparti dipendenti;
    dal 1964 al 1974: XIV Battaglione genio pionieri, I Compagnia teleferisti ed una compagnia mista del II Reggimento del genio di Bolzano;
    • dal 1975 al 1993: IV Battaglione del genio pionieri “Orta”;
    • dal 1993 al 1995: I Reggimento genio pionieri;
    • dal 1995: II Reggimento genio guastatori appartenente alla Brigata alpina "Julia".

    Altro

    Archi

    • Arco dei Tre Portoni - era l'accesso monumentale al viale alberato che conduceva alla residenza suburbana dei Madruzzo, il Palazzo delle Albere.
    Non si è a conoscenza invece di un arco di trionfo romano.

    Sarcofaghi

    • Sarcofago di pietra, di fronte all'ingresso del castello del Buonconsiglio
    • Sarcofaghi dei Vescovi di Trento: quasi tutti i vescovi di Trento dell'ultimo millennio sono sepolti entro la cattedrale del Duomo in sarcofaghi di pietra.

    Colonne

    • Colonna in Piazza Santa Maria Maggiore - eretta nel 1845 a ricordo delle celebrazioni per il terzo centenario dell'apertura del concilio.
    • Colonna nella Galleria Tirrena

    Statue monumentali e piccoli monumenti

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    Monumento a Dante con l'opera
    dell'artista Favaretto
    Monumento a Dante - in piazza Dante, eretto nel 1896 per sottolineare l'italianità della città in contrapposizione alla statua del cantore medievale Walther von der Vogelweide a Bolzano.
    Monumento ad Alcide De Gasperi - in piazza Venezia, eretto nel 1955 per commemorare lo statista trentino. Sul basamento del monumento sono scolpite la Giustizia, la Fede e la Diplomazia. Sul mosaico della fontanella, invece, appaiono gli stemmi delle principali città italiane. È suggestiva, durante l'inverno, l'immagine della scultura sul retro del monumento sotto coltri di neve quasi ad indicare il congelamento di qualsiasi sogno di grandezza della Patria.
    • Statua ad Alessandro Vittoria - nell'omonima piazza per commemorare lo scultore trentino.
    • Statua di San Vigilio - situata al centro di Piazza D'Arogno, fianco sud della Cattedrale.
    • Statua a San Camillo - di fronte all'omonimo ospedale, raffigura il santo mentre reca tra le mani un Gesù sofferente.
    • Statua a Santa Chiara - di fronte all'omonimo ospedale.
    • Busto a Martino Martini - in Corso III novembre.
    • Busto a Giosuè Carducci - in piazza Dante.
    • Busto di Cesare Battisti scultore Eraldo Fozzer - all'interno del mausoleo omonimo sito sul Doss Trento.
    • Busto a Giovanni Prati - in piazza Dante
    • Busto a Giacomo Bresadola - (micologo trentino) in piazza Dante.
    • Busto a Antonio Gazzoletti - in piazza Dante.
    • Busto a Luigi Negrelli - nella stazione dei treni.
    • Busto a mons. Enea Silvio Piccolomini - canonico di Trento divenuto poi papa Pio II, si trova in piazza Santa Teresa Verzeri
    • Stele a Guglielmo Ranzi - (ideatore del monumento a Dante), si trova in piazza Dante accanto al monumento che lui volle.
    • Monumento a Luigi Negrelli - in piazza Dante.
    • Monumento a Eusebio Francesco Chini - in piazza Dante.
    • Monumento alla famiglia - in piazza Dante, rappresenta la famiglia Giuliani (famiglia tipo 2007).
    • Monumento a Marco Pola - (poeta) in piazza Cesare Battisti, realizzato da Cesarina Seppi tit. Fiore lunare.
    • Monumento ai Caduti della resistenza in Albania - nel parco di fronte al Tribunale.
    • Monumento ai Caduti sul lavoro - nel parco di fronte al Tribunale.

    Siti archeologici

    Resti archeologici di Tridentum

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    Mappa del castrum
    romano di Trento
    Il geometra responsabile dei lavori di scavo delle fognature nel 1930 lasciò una serie di appunti circa continui ritrovamenti archeologici sotto le vie del centro storico, ma allora l'interesse era per la celere realizzazione delle opere ed i reperti furono costantemente violati per realizzare la fognatura; del resto erano passate prima, probabilmente a profondità inferiore, le reti di distribuzione del gas e dell'acqua potabile. In quegli stessi anni fu distrutto il quartiere centrale, fatto di piccole case e di stretti vicoli, e realizzati in pieno centro storico nuovi grandi edifici con al centro la nuova piazza, allora (e sino agli anni sessanta) denominata piazza Italia, e poi rinominata più volte. Il livello di pavimento del centro storico è salito nel corso del tempo per le ripetute alluvioni provenienti dal torrente Fersina (il cui corso sino alla deviazione del XVI secolo correva subito all'esterno delle mura attraversando l'attuale piazza Fiera) e dal Rio Saluga.

    Di grande interesse sono altri scavi più recenti:
    • Porta Veronensis - sotto la torre civica. Era l'ingresso monumentale alla città di Tridentum, era provvista di due fornici, uno pedonale e l'altro per i carri, con pianta rettangolare e cortile interno. La facciata esterna, caratterizzata da una lesena, era fiancheggiata da due torri poligonali con 16 lati. Oggi rimane solo la parte occidentale, infatti quella orientale è stata inglobata nelle fondamenta della torre civica. La facciata interna era decorata da una statua di cui rimane solo il basamento e da una fontana, si è certi inoltre dell'esistenza di un piano superiore della porta, come suggeriscono alcuni frammenti architettonici rinvenuti durante gli scavi; è invece solo ipotizzabile la presenza di un secondo piano. Caduta in rovina, semidistrutta e poi inglobata nella torre civica.
    • Spazio archeologico del S.A.S.S. - Sotto il teatro sociale. Si tratta di un intero isolato provvisto di resti di una cinta muraria, resti di una torre, una strada con impianto fognario, una domus con vari ambienti della casa (triclinio, cucina, latrina, atrio, cortile); inoltre sono presenti un hypocaustum e un mosaico.
    • Spazio archeologico sotto Palazzo Lodron - in questo spazio archeologico è presente una strada e resti di una torre, una casa con latrina e una bottega vinaria (capibile dall'impronta di 6 tini). Inoltre si può osservare un tratto ben conservato di cinta muraria.
    • Basilica Paleocristiana - sotto il Duomo. All'esterno della cinta urbica l'edificio rivestiva in origine il ruolo di basilica cimiteriale.
    • Villa Romana - in via Rosmini. Si tratta dei resti di una villa fuori dalla cinta muraria, molto interessante il mosaico presente all'interno della stessa.
    Inoltre sono visibili sulla sommità del Doss Trento i resti di una basilica paleocristiana.
    A Trento era presente anche un anfiteatro, infatti, sotto l'omonima piazzetta di Trento sono stati trovati frammenti di pavimentazione, mura e gradinate dello stesso, oltre al fatto che la posizione di una parte delle case della piazzetta ha la curvatura tipica dell'anfiteatro, essendo le case sorte sui resti del medesimo ed utilizzandone muri preesistenti e pietre. Pezzi di mura di cinta, torri, strade, abitazioni, sono stati trovati inoltre sotto numerosi edifici, strade e piazze di Trento.
    Recenti scavi sotto la chiesa di Santa Maria Maggiore stanno portando alla luce un'altra zona della città, infatti, qui era presente l'antica ecclesia che fungeva da cattedrale nei primi secoli del cristianesimo, si ipotizza che sia sorta sopra un antico tempio. Secondo l'urbanistica romana questo edificio sorgeva nella zona pubblica della città, quindi si pensa che in questo luogo era presente il foro di Tridentum. Sempre nel foro sorgevano altri edifici di carattere pubblico. Ulteriori scavi hanno inoltre portato alla luce una torre romana dietro il palazzo della facoltà di sociologia e una villa romana nel luogo dove sorgerà la nuova facoltà di lettere.
    A Trento forse sorgeva un tempio dedicato a Nettuno, visto il nome che aveva la città, e perché una leggenda racconta che il dio Nettuno, signore dei mari, risalì in tempi remoti il corso dei fiumi per espandere il proprio dominio sui territori alpini.
    La presenza di un arco di trionfo non è certa, anche se i Romani li costruivano per festeggiare le loro vittorie su un determinato territorio. Infatti non si sono avuti ritrovamenti archeologici in tal senso e non ci sono neppure documenti che ne proverebbero l'esistenza.

    Musei

    Trento vanta numerose strutture museali e diversi spazi espositivi.
    Presso gli ampi ambienti del Castello del Buonconsiglio sono state organizzate le collezioni artistiche provinciali. Importanti le sezioni di arte medievale e moderna (sale del Castelvecchio e del Magno Palazzo). Da segnalare inoltre i materiali archeologici ed etnografici e una raccolta numismatica, nonché le collezioni e le mostre temporanee organizzate ogni anno.
    • Il Palazzo delle Albere ospita la sezione trentina del Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART). Il museo vanta una vasta collezione permanente dell'Ottocento e dei primi del Novecento, fino alla prima guerra mondiale (dal romantico Francesco Hayez al futurista Boccioni) e organizza numerose esposizioni temporanee.
    • Il Museo della S.A.T., dedicato alla storia della Società degli Alpinisti Tridentini, è ubicato presso il primo piano del palazzo della SAT di via Manci. Raccoglie un'ampia collezione di foto, documenti e cimeli relativi alle montagne e alla storia dell'alpinismo del Trentino.
    • Dedicato alla storia (politica, economica, sociale) del Trentino dal XVIII secolo alla conclusione del secondo conflitto mondiale è il Museo Storico in Trento, che conserva un'ampia raccolta bibliografica e archivistica.
    • Il Museo diocesano tridentino ha sede in piazza Duomo, presso Palazzo Pretorio. Raccoglie il patrimonio di arte sacra dell'arcidiocesi di Trento e presenta una sezione dedicata al Concilio di Trento.
    • La collina del Doss Trento ospita il Museo Nazionale Storico degli Alpini, realizzato presso un ex polveriera austriaca. La struttura conserva foto, documenti, cimeli, oggetti personali relativi alla storia del Corpo degli Alpini.
    • Presso l'aeroporto di Trento a Mattarello è stato allestito il Museo "Gianni Caproni" aeronautica scienza e innovazione, dedicato all'ingegnere Caproni. Nel museo sono presenti una serie di velivoli costruiti tra il 1910 e il 1980, dei quali 9 unici al mondo.
    • L'importante Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas è un'ampia area archeologica che ha portato alla luce abitazioni, edifici pubblici e infrastrutture della Tridentum romana.

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    Ingresso del museo
    delle gallerie di Trento

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    Muse

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    Maestro Venceslao, Ciclo dei Mesi,
    Gennaio,
    Torre Aquila del
    Castello del Buonconsiglio,
    1400 circa, importante esempio
    di Gotico Internazionale.
    • Le gallerie di Piedicastello, recentemente riutilizzate come spazio museale dopo che la tangenziale è stata dirottata su di un altro tunnel. Qui vi sono due gallerie lunghe circa 300 metri, una bianca e una nera, che offrono sia al visitatore che all'espositore un ampio spazio espositivo.
    Infine, la Galleria civica di Trento, situata nella centrale via Belenzani, ospita mostre, eventi e convegni.
    • Il Museo tridentino di scienze naturali aveva sede in Palazzo Sardagna e presentava una serie di esposizioni sulle scienze naturali e sul paesaggio naturale, strutturate su uno spazio di 21 sale. In sostituzione di questo, dall'estate 2013 vi è un nuovo museo, il MuSe. Il palazzo che lo ospita è stato progettato dall'architetto italiano Renzo Piano. Il MuSe si trova immediatamente a sud dello storico Palazzo delle Albere, all'interno del quartiere residenziale Le Albere, anch'esso disegnato da Renzo Piano.

    Eventi

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    <b>Palazzo fieristico di Trento

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    Festival dell'economia
    Le manifestazioni più importanti, che coinvolgono il maggior numero di persone e che richiamano molti turisti sono:
    • Trentofiere - in questo palazzo vengono esposti degli stand relativi agli eventi organizzati da Trentofiere;
    • Trento FilmFestival - Festival cinematografico internazionale dedicato alla montagna;
    • Festival dell'economia - appuntamento annuale iniziato nel 2006 che prevede dibattiti ed incontri fra le personalità più importanti del mondo economico e politico a livello nazionale e internazionale;
    • Fiera di San Giuseppe - nella domenica più vicina al 19 marzo si svolge in città un mercato nel quale si vendono merci di ogni tipo: piante, mezzi agricoli, ecc;
    • Feste Vigiliane - nella settimana che comprende il 26 giugno, festa di San Vigilio, santo patrono della città;
    • Autunno trentino;
    • Mercatini di Natale;
    • Mercatino dei Gaudenti - mercatino dell'usato per privati cittadini a cadenza mensile, istituito nel 1998, si tiene in piazza Garzetti il 2º sabato del mese, agosto escluso;
    • Concorso internazionale per direttori d'orchestra Antonio Pedrotti;
    • Religion Today Film Festival Trento;
    • Palio delle contrade di Trento - prima settimana di settembre;
    • Esposizione internazionale di cactus e succulente - ultimo fine settimana di maggio;
    • Hai mai suonato un'opera d'arte?? - pianoforti decorati per le vie del centro storico.

    Persone legate a Trento
    • Antonio da Trento (prima metà del XVI secolo) – incisore e pittore
    • Matthias Gallas (1584–1647) – militare
    • Martino Martini (1614–1661) – gesuita, cartografo e storico della Cina
    • Francesco Felice Alberti di Enno (1701–1762) – principe vescovo di Trento dal 1758 al 1762
    • Conte Benedetto Giovanelli (1775–1846) – storico e politico
    • Antonio Mazzetti (1784–1841) – magistrato e letterato
    • Matteo Gottardi (1807–1863) – sacerdote ed educatore
    • Filippo Serafini (1831–1897) – giurista e senatore del Regno d'Italia
    • Paolo Oss Mazzurana (1833–1895) – industriale e politico
    • Luigi Brugnara (1845–1909) – avvocato e politico
    • Giacomo Bresadola (1847–1929) – micologo
    • Silvio Dorigoni (1847–1900) – alpinista e politico
    • Giovanni Peterlongo (1856–1941) – politico e dantista esperantista
    • Vittorio Zippel (1860–1937) – politico
    • Enrico Conci (1866–1960) – politico
    • Guido Larcher (1867–1959) – politico italiano
    • Cesare Battisti (1875–1916) – geografo, giornalista, politico socialista e martire dell'irredentismo italiano
    • Alcide De Gasperi (1881–1954) – politico
    • Fabio Filzi (1884–1916) – avvocato e martire dell'irredentismo trentino
    • Eduard Reut-Nicolussi (1888–1958) – politico, giurista, patriota
    • Italo Lunelli (1891–1960) – irredentista, eroe di guerra, politico e scrittore
    • Ferruccio Stefenelli (1898–1980) – irredentista, militare e diplomatico
    • Gigino Battisti (1901–1946) – politico
    • Antonio Pedrotti (1901–1975) – compositore, direttore d'orchestra e di coro
    • Giannantonio Manci (1901–1944) – imprenditore, antifascista e partigiano, eroe della Resistenza italiana
    • Tullio Odorizzi (1903–1991) – avvocato e politico
    • Laurence Feininger (1909–1976) – musicologo tedesco, vissuto a Trento per molti anni
    • Stefano Bonfanti (1910–2005) – letterato
    • Flaminio Piccoli (1915–2000) – giornalista e politico
    • Ginetta Calliari (1918–2001) – iniziatrice del Movimento dei Focolari in Brasile
    • Chiara Lubich (1920–2008) – fondatrice del Movimento dei Focolari
    • Aldo Bertoluzza (1920–2007) – storico
    • Franco Bertoldi (1920–2005) – docente, pubblicista, studioso di pedagogia e didattica
    • Giannantonio Prinetti Castelletti (1922–1944) – alpino e partigiano, medaglia d'oro al valore militare
    • Anna Proclemer (1923–2013) – attrice
    • Mariano Fracalossi (1923–2004) – pittore
    • Bruno Kessler (1924–1991) – avvocato e politico
    • Giovanna degli Avancini (1942) – critico d'arte e presidente regionale del FAI
    • Claudio Donati (1950–2008) – storico
    • Lillo Gullo (1952) – giornalista televisivo, poeta, scrittore
    • Franco Mezzena (1953) – violinista e direttore d'orchestra
    • Maria Concetta Mattei (1957) – giornalista televisiva
    • Francesca Neri (1964) – attrice
    • Agostino Carollo alias Spankox (1966) – compositore, cantante, produttore, artista e DJ
    • Stefano Cagol (1969) – artista contemporaneo
    • Adriana Volpe (1973) – modella, attrice e conduttrice televisiva
    • Daniele Groff (1973) – cantautore
    • Alessia Merz (1974) – attrice e modella
    • Francesca Mazzalai (1976) – modella, conduttrice televisiva, attrice italiana
    • Claudia Andreatti (1987) – Miss Italia 2006 e annunciatrice televisiva
    • Mario Cagol (noto con lo pseudonimo di Super Mario) – attore comico e cabarettista

    Edited by PatriziaTeresa - 20/3/2015, 16:16
     
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