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Rimini

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    Rimini

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    - Info -

    Rimini (Rémin, Rémni o Rémne in romagnolo, Ariminum in latino) è un comune italiano di 147.393 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Emilia-Romagna.

    Rimini è il principale, nonché più popoloso, centro della Riviera romagnola e la seconda città per numero di abitanti (dopo Ravenna) di tutta la Romagna. Località di soggiorno estivo di fama internazionale, si estende per 15 km lungo la costa del mare Adriatico con hotel, locali notturni, attrezzature balneari e impianti sportivi. Lo sviluppo del turismo, avviato nel 1843 con la fondazione del primo Stabilimento balneare, si affermò definitivamente nel secolo successivo, perdendo l'originaria connotazione aristocratica e mondana e trasformandosi in fenomeno di massa.
    Rimini non è però solo un luogo di villeggiatura della Riviera romagnola, ma anche una città di livello storico-culturale non indifferente (anche se quest'aspetto viene solitamente posto in secondo piano rispetto a quello più famoso di capitale della vita notturna e mondana). Colonia fondata infatti dai Romani nel 268 a.C., per tutto il periodo della loro dominazione è stata un fondamentale nodo di comunicazione fra il nord e il sud della penisola, e sul suo suolo gli imperatori romani eressero monumenti quali l'Arco d'Augusto, il Ponte di Tiberio e l'Anfiteatro; mentre durante il primo Rinascimento, sotto i Malatesta, la sua corte è stata una delle più vivaci dell'epoca, ospitando artisti del calibro di Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Roberto Valturio, Matteo de' Pasti e producendo opere quali il Tempio Malatestiano. Nell'Ottocento è stata poi una delle città più attive sul fronte rivoluzionario, ospitando molti dei moti volti all'unificazione, mentre durante la seconda guerra mondiale la città fu teatro di duri scontri e aspri bombardamenti, ma anche di una fiera resistenza partigiana, che le valse l'onore di una medaglia d'oro al valore civile.
    Favorita dalla posizione geografica e dall'attrezzatura ricettiva, si è affermata come uno dei maggiori poli fieristici e congressuali d'Europa, sede di manifestazioni e convegni di grande rilievo.

    Geografia fisica

    Territorio


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    Veduta panoramica della spiaggia di Rimini, dominata sullo sfondo dalle colline romagnole e dal promontorio di Gabicce

    Rimini è situata a 44°03’00’’ di latitudine N e 12°34’00’’ di longitudine E, sul mare Adriatico, all’estremità sud-orientale dell’Emilia-Romagna, a breve distanza dal Montefeltro e dalle Marche. Il territorio comunale si estende per 135,71 km² e confina con Bellaria-Igea Marina, San Mauro Pascoli e Santarcangelo di Romagna a NO, Verucchio e Serravalle a SO, Coriano a S e Riccione a SE. Rimini occupa una posizione storicamente strategica, all’estremo vertice meridionale della pianura Padana, nel punto di congiunzione tra l’Italia settentrionale e l’Italia centrale.
    È circondata a sud-ovest da basse e verdi colline, ai cui piedi si stende la città: Covignano (153 m), Vergiano (81 m), S. Martino Monte l’Abbate (57 m) e S. Lorenzo in Correggiano (60 m), coltivate a vigneti, oliveti e frutteti e dominate da ville signorili. Queste lievi ondulazioni, costituite in prevalenza da formazioni argillose e sabbiose, raccordano gradualmente gli ambiti di pianura, originati dai depositi fluviali del Marecchia e dell’Ausa, i due principali fiumi del riminese, a una serie di poggi più elevati che salgono verso l’Appennino romagnolo. Il fiume Marecchia scorre attraverso la sua valle e la pianura entro un letto ghiaioso molto ampio e, dopo aver ricevuto le acque del torrente Ausa, sfocia nell’Adriatico attraverso un deviatore tra S. Giuliano Mare e Rivabella, mentre il corso fluviale originario è utilizzato nel suo tratto a mare come porto-canale. Il Marecchia, normalmente povero d’acqua, era soggetto a periodiche piene in grado di provocare spaventose inondazioni alla sua foce, dove il suo letto si restringeva in una strozzatura preceduta da numerose anse, e per questa ragione fu deviato a nord della città. Il torrente Ausa, che costituì per secoli il limite orientale di Rimini, venne allo stesso modo deviato nel secondo dopoguerra e il suo letto fu colmato e trasformato in parco urbano.
    La fascia costiera, costituita da depositi marini recenti, è orlata da una spiaggia di sabbia finissima, lunga 15 km e larga fino a 200 metri, interrotta soltanto dalle foci dei corsi d’acqua e digradante molto lentamente verso il mare. Lungo il litorale corre un cordone sabbioso, o “falesia morta”, formato da fenomeni di ingressione marina verificatisi intorno al 4.000 a.C. e sfruttato dai Romani per l’impostazione del primo porto cittadino. Un tratto del cordone è conservato a nord di Rimini, tra Rivabella e Bellaria-Igea Marina, arretrato di circa 1300 metri rispetto alla linea di costa.
    Il territorio riminese, per la sua posizione geografica e per i suoi caratteri climatici, è situato al confine tra la zona fitoclimatica mediterranea e la zona centroeuropea, e rappresenta quindi un ambiente di transizione di grande valore naturalistico. La flora del riminese è tradizionalmente compresa nella zona fitoclimatica del Lauretum, al punto di incontro tra la fascia mediterranea del leccio, che qui raggiunge il suo estremo settentrionale lungo la costa adriatica, la fascia sub-mediterranea calda dei querceti caducifogli di roverella e la fascia temperata della farnia, del carpino e del frassino.

    Clima

    Rimini ha un clima temperato caldo, stabilmente umido, con estate molto calda (classificazione Köppen-Geiger Cfa), con caratteristiche di transizione al clima mediterraneo (Csa). Secondo la classificazione di Rivas-Martínez, rientra nella fascia a clima temperato sub-mediterraneo.
    Il clima è mite, a ridotta escursione termica diurna, grazie all’influsso del mare Adriatico, con brezze di mare costanti tra la primavera e l’autunno, e relativamente poco piovoso per la parziale protezione dell’Appennino romagnolo al passaggio delle perturbazioni oceaniche. Rimini presenta le temperature medie autunnali e invernali più alte e le temperature minime medie annuali più alte in Emilia-Romagna.
    La temperatura media annuale, per il periodo 1971-2000, è di 13,4°C; il mese più freddo è gennaio, con una temperatura media di 4,0°C, quello più caldo è luglio, con una temperatura media di 23,1°C. La temperatura più alta registrata dalla stazione meteorologica di Rimini-Miramare, situata presso l’aeroporto, è di 38,9°C (agosto 2000), quella più bassa è di -17,2°C (gennaio 1985). Le temperature estreme registrate dalla stazione meteorologica di Rimini Lido, interna all’area urbana, sono di 37,9°C (agosto 1988) e di -10,1°C (gennaio 1985).
    Le precipitazioni sono contenute (655 mm annui) e distribuite regolarmente durante il corso dell’anno, con valori massimi in ottobre (75 mm) e minimi in gennaio e in luglio (42 e 43 mm). In primavera, autunno e inverno le precipitazioni sono portate prevalentemente dal passaggio di perturbazioni oceaniche o dalla formazione di cicloni mediterranei, mentre in estate sono più frequentemente di tipo convettivo, con temporali che giungono sulla costa dall’Appennino o dalla pianura Padana.
    L’umidità è molto elevata tutto l’anno, con un minimo del 72% in giugno e in luglio e un massimo dell’84% in novembre e dicembre. I venti prevalenti provengono da O (Ponente), seguiti da quelli da S (Ostro), E (Levante) e NE (Grecale). Il vento da SO, noto come libeccio o garbino, è un vento di caduta appenninico eccezionalmente caldo e secco che precede l’arrivo di depressioni atlantiche, portando temperature molto elevate in ogni stagione. L’insolazione media, per il periodo 1961-1990, è di oltre 2.040 ore di sole all’anno.

    Storia

    Le origini e l'età romana

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    Il porto di Rimini nel mosaico
    delle barche dalla domus
    di Palazzo Diotallevi
    (Rimini, Museo della Città)
    Le prime tracce dell'insediamento umano nel territorio riminese risalgono al Paleolitico inferiore (oltre 800.000 anni fa). Il popolamento fu favorito già in epoca antica dalla posizione geografica e dalle caratteristiche morfologiche dell'area: colli ricchi di sorgenti idriche, allo sbocco dell'ampia valle del Marecchia (agevole via di comunicazione con l'alta valle Tiberina attraverso il valico di Viamaggio) e in prossimità del mare, che offriva buone possibilità di approdo alla foce del fiume.
    L'arrivo dei Celti (390 a.C.) portò rapidamente alla decadenza e all'abbandono di numerosi insediamenti umbro-etruschi e contemporaneamente favorì lo sviluppo dei centri costieri di Ravenna e Rimini. Le tribù gallo-celtiche mantennero per quasi un secolo il controllo del territorio, fino alla battaglia di Sentino (295 a.C.), nella quale la coalizione di Galli, Umbri, Etruschi e Sanniti fu sconfitta dai Romani, che aprirono la strada alla colonizzazione della Gallia Cisalpina.
    Nel 268 a.C., alla foce del fiume Ariminus (oggi Marecchia), in una zona del Piceno già abitata in precedenza dagli Etruschi, dagli Umbri, dai Greci, dai Piceni e dai Galli, i Romani "fondarono" la colonia di diritto latino di Ariminum. Lo statuto di colonia latina, conferito solitamente alle città fondate allo scopo di controllare e difendere nuovi territori, conferiva ad Ariminum il ruolo di stato autonomo, legato a Roma da trattati che ne regolamentavano il commercio, la difesa e i rapporti esteri.

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    Il Ponte di Tiberio,
    punto di partenza
    della Via Emilia
    Ariminum era snodo di importanti vie di comunicazione tra il Nord e il Centro Italia[24]: la Via Flaminia (220 a.C.), proveniente da Roma, la Via Emilia (187 a.C.), diretta a Piacenza, e la Via Popilia-Annia (132 a.C.), che collegava la città a Ravenna, Adria, Padova, Altinum e Aquileia.
    Durante l'ultimo secolo dell'età repubblicana la città fu coinvolta nelle guerre civili, rimanendo sempre fedele al popolo romano e a Caio Mario. Per questa sua secolare fedeltà a Roma, ad Ariminum furono riconosciuti nel 90 a.C. la cittadinanza romana e il rango di primo municipio cispadano. Nel 49 a.C., dopo il passaggio del Rubicone (che segnava l'inizio del territorio urbano di Roma, il Pomerium, e di cui è tuttora incerta l'identificazione), Giulio Cesare rivolse un discorso alle proprie legioni nel Foro di Rimini, pronunciando la celebre frase «Alea iacta est» (il dado è tratto).
    Nella prima età imperiale Rimini godette di un lungo periodo di prosperità e rinnovamento urbano, e fu oggetto delle attenzioni degli imperatori Augusto, Tiberio e Adriano,che promossero la costruzione di grandi opere pubbliche e monumenti, quali l'Arco d'Augusto, il Ponte di Tiberio, il teatro e l'anfiteatro. Un generale riassetto interessò la rete dell'acquedotto, il sistema delle fognature e le strade cittadine, che furono lastricate e rialzate in alcuni tratti.
    Dal III secolo d.C., ormai perduto quel ruolo diretto nella storia d'Italia che la città aveva raggiunto all'epoca di Augusto, Ariminum fu soggetta a un progressivo declino e a trasformazioni sociali e culturali, tra cui la diffusione di culti orientali, dovuti ai rapporti commerciali e alla presenza di numerosi funzionari e mercanti stranieri. Le prime invasioni barbariche, affrontate con la costruzione di una nuova cinta muraria in età aureliana, portarono a un'inesorabile decadenza e ad un arresto dell'espansione urbana.
    Rimini, già sede vescovile dal 313, ospitò nel 359 un concilio di oltre 300 vescovi occidentali a difesa dell'ortodossia cattolica contro l'arianesimo, religione professata da molti popoli germanici che avevano invaso l'Italia. Secondo la tradizione il primo vescovo riminese fu San Gaudenzio, giunto da Efeso e ucciso per mano degli ariani nel 360.

    Il Medioevo

    In epoca tardo antica Rimini fu coinvolta nelle vicende della guerra greco-gotica, che ne decimò la popolazione e portò ad un progressivo abbandono di alcune aree interne alla cinta muraria. Nel 538 la città venne assediata dalle truppe del goto Vitige, intenzionato a farne un presidio militare per la difesa di Ravenna, fu occupata dai Goti nel 549 e infine conquistata dal generale bizantino Narsete.
    Sotto la dominazione bizantina fu costituita la Pentapoli marittima, composta dalle città di Rimini, Pesaro, Fano, Senigallia e Ancona. Il territorio della Pentapoli, insieme a quello dell'Esarcato, fu donato alla Chiesa nel 756 dal re dei Franchi, Pipino.
    La città divenne un libero comune nel corso del XII secolo, durante il periodo delle lotte per le investiture tra Chiesa e Impero. Nel XIII secolo iniziò un periodo di intensa attività urbanistica ed edilizia. Il centro del potere civile divenne la Piazza del Comune (l'attuale piazza Cavour), dove furono edificati il Palazzo dell'Arengo e il Palazzo del Podestà. L'antico Foro per secoli ospitò il mercato e, successivamente, tornei e giostre equestri.
    Le più potenti famiglie nobiliari riminesi, i guelfi Gambacerri e i ghibellini Parcitadi, si contesero il potere civile per tutto il XIII secolo. Dopo una prima fase in cui la città sposò la causa ghibellina, Rimini divenne guelfa, grazie all'avvento della famiglia dei Malatesta da Verucchio, il cui capostipite fu Malatesta il Vecchio, detto anche il Mastin Vecchio e ricordato nella Divina Commedia di Dante.

    La signoria malatestiana

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    Piero della Francesca,
    Ritratto di Sigismondo
    Pandolfo Malatesta
    (Parigi, Louvre)
    I Malatesta assunsero la preminenza tra i guelfi riminesi nel 1248, dopo la rotta subita a Parma dall'imperatore Federico II di Svevia. Malatesta il Vecchio riportò gli esiliati Gambacerri al governo della città, divenendo una figura molto popolare e di prestigio.
    Nel 1295 Rimini, sconfitti definitivamente i Parcitadi, fu conquistata dai Malatesta, che ne fecero la capitale della signoria. Per circa due secoli la città ebbe l'egemonia su un vasto territorio, che superò i confini geografici della Romagna, estendendosi fino a Sansepolcro (1370-1430), Sestino e Senigallia.
    Alla morte di Malatestino (1317), Pandolfo Malatesta divenne signore di Rimini; dopo la sua morte la città passò nelle mani di Ferrantino, mentre ai figli Galeotto e Malatesta “guastafamiglia” spettarono i territori marchigiani. Nel 1343, dopo un lungo periodo di dissidi e lotte intestine tra i membri della famiglia, a Rimini salirono al potere gli stessi Galeotto e Malatesta[34]. Il dominio su Rimini passò prima nelle mani di Galeotto I (1364) e poi di Carlo (1385), che si distinse per capacità politiche e diplomatiche.
    Sigismondo Pandolfo Malatesta, salito al potere nel 1432, fu uno spregiudicato capitano di ventura e allo stesso tempo grande mecenate. Sigismondo militò prima al soldo pontificio contro i Visconti, poi a fianco di Francesco Sforza contro il Papa, con la lega tra Firenze e Venezia, con i Senesi e infine contro Pio II. Si assicurò prestigio dinastico attraverso accorte sistemazioni matrimoniali, sposando Ginevra d'Este (morta nel 1440), Polissena Sforza e, nel 1456, Isotta degli Atti, e volle dare lustro al proprio nome con la costruzione del Tempio Malatestiano e di Castel Sismondo. Nel 1463 Sigismondo fu sconfitto dalle truppe pontificie guidate da Federico da Montefeltro, duca di Urbino e suo acerrimo rivale.
    Alla morte di Sigismondo (1468) iniziò un periodo di lotte dinastiche tra i figli Sallustio e Roberto, detto “il Magnifico”. Valente condottiero e abile diplomatico, Roberto fu escluso dal governo della città per volere dello stesso Sigismondo, ma riuscì a impadronirsi di Rimini, venendo accusato della morte dei fratelli e della matrigna Isotta. Pandolfo IV, ostile alla nobiltà locale (che lo soprannominò “Pandolfaccio”), e il figlio Sigismondo II furono gli ultimi signori della casata malatestiana, ormai giunta a un definitivo declino, prima dell'annessione allo Stato della Chiesa.

    Rimini nello Stato Pontificio

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    Veduta di Rimini, incisione
    di Georg Braun (1572)
    Nel 1509, dopo la caduta dei Malatesta e il breve periodo di dominazione veneziana, ebbe inizio il governo pontificio della città, che divenne parte per quasi trecento anni della Legazione di Ravenna. Dal punto di vista territoriale e politico Rimini non era più capitale di uno stato autonomo, quanto piuttosto una città marginale dello stato pontificio.
    La città fu duramente provata dal passaggio dell'esercito imperiale di Carlo V nel 1531 e dal transito delle truppe francesi nel 1577, che razziarono il territorio. A ciò si aggiunsero frequenti inondazioni provocate dalle piene del Marecchia, gravi epidemie e carestie, che colpirono periodicamente la città e le campagne.
    Nel 1672 la città fu scossa da un violento terremoto, che provocò il crollo parziale di abitazioni e di alcuni edifici pubblici, tra cui il palazzo comunale, la cattedrale, la chiesa dei Teatini e quella di San Francesco di Paola.
    Il XVIII secolo fu caratterizzato da una grande vivacità della vita cittadina, da un rinnovamento del tessuto edilizio e da una generale ripresa economica, nonostante il ripetersi di alluvioni, passaggi di eserciti e terremoti, che tornarono a colpire la città nel dicembre 1786, provocando danni ingenti a numerosi edifici pubblici e privati. In misura maggiore rispetto al secolo precedente, nel Settecento Rimini si distinse nell'ambito degli studi scientifici e letterari con l'opera degli scienziati Giovanni Bianchi, Giovanni Antonio Battarra e Michele Rosa, del cardinale e storico Giuseppe Garampi e del poeta Aurelio Bertola.

    Il XIX secolo

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    Mauro Cesare Trebbi,
    La Battaglia delle Celle
    (Faenza, Museo del Risorgimento
    e dell'Età Contemporanea)
    Dopo l'ingresso a Rimini di Napoleone Bonaparte, avvenuto nel febbraio 1797, la città fu annessa alla Repubblica cispadana prima e, dal 27 luglio dello stesso anno, alla Repubblica cisalpina. A Rimini fu conferito – anche se per breve tempo – il titolo di capitale del Dipartimento del Rubicone, qualifica che mantenne fino all'unificazione dei due dipartimenti romagnoli, avvenuta nel 1798.
    A Rimini il 30 marzo 1815, giunto dal Regno di Napoli, Gioacchino Murat lanciò il Proclama di Rimini, attraverso il quale esortò gli italiani a combattere uniti per la costituzione del Regno d'Italia.
    Nel 1831 le truppe austriache calarono in Romagna per reprimere l'insurrezione scoppiata nello Stato pontificio che aveva portato alla creazione del governo delle Province unite da parte delle legazioni di Ravenna, Forlì, Bologna e Ferrara. Alle porte della città, in località Celle, duemila volontari combatterono una battaglia contro gli austriaci; lo scontro, ricordato da Giuseppe Mazzini nel suo scritto “Una notte di Rimini”, si concluse con la restituzione del territorio romagnolo allo Stato pontificio.
    Il 30 luglio 1843 fu inaugurato il primo “Stabilimento privilegiato dei Bagni Marittimi”, sul modello delle già affermate località balneari francesi e mitteleuropee.
    L'annessione al Regno di Sardegna avvenne il 5 febbraio 1860, quando il Consiglio comunale di Rimini votò il provvedimento con due soli voti contrari; l'esito fu confermato dalla volontà popolare l'11 marzo dello stesso anno. L'anno seguente Rimini fu raggiunta dalla ferrovia Bologna-Ancona (1861). La strada ferrata, posta a mare della città, nella prospettiva di un futuro sviluppo del porto, consentì più agevoli collegamenti con il resto d'Italia, contribuendo in modo decisivo al grande sviluppo dell'economia turistica.
    Dopo l'annessione al Regno d'Italia Rimini continuò ad essere al centro di avvenimenti politici di grande importanza. Nel 1872 la città ospitò la conferenza che sancì la nascita dell'anarchismo e la contestuale divisione degli anarchici di Mikhail Bakunin dai seguaci di Karl Marx; due anni più tardi, nel 1874, a Villa Ruffi, alla storica riunione tra anarchici e repubblicani, furono arrestati Aurelio Saffi e Alessandro Fortis, con l'accusa di cospirazione insurrezionale. Nell'agosto 1881 Andrea Costa fondò a Rimini il Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna.

    Il XX secolo

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    Operazioni militari
    sulla Linea Gotica (1944)
    Il 24 maggio 1915, nel giorno seguente alla dichiarazione di guerra dell'Italia all'Austria-Ungheria, e il 18 giugno dello stesso anno, Rimini subì bombardamenti navali austriaci, che provocarono ingenti danni ma nessuna vittima. Nel dicembre 1915 e nei primi mesi del 1916 la città subì le prime incursioni aeree nemiche, ad opera di bombardieri austriaci decollati da Pola ed aventi come obiettivo le officine ferroviarie. La difficile situazione creata dalle ostilità del primo conflitto mondiale ebbe gravi ripercussioni sull'economia cittadina, a causa della chiusura della stagione dei bagni. Nel 1916 un forte terremoto danneggiò seriamente palazzi storici, chiese e monumenti, tra cui la chiesa di Sant'Agostino, il palazzo comunale e il Teatro Vittorio Emanuele II.
    Nel 1922 Riccione, all'epoca frazione del comune di Rimini, che si era sviluppata velocemente come località balneare, divenne comune a sé stante. Con il regime fascista il turismo d'élite fu soppiantato dalla nascita del turismo di massa, con la costruzione di numerosi alberghi, pensioni e villini, e l'apertura di colonie marine nelle frazioni periferiche; la città storica fu invece interessata dagli interventi di risanamento del Borgo San Giuliano (1931) e di isolamento dell'Arco d'Augusto (1938). Nello stesso periodo furono costruite opere di grande importanza per il futuro assetto urbano, tra cui il deviatore del Marecchia (1931), il lungomare (a partire dal 1935) e l'aeroporto di Rimini-Miramare (1938). Nel 1939 l'aeroporto divenne sede di un reparto dell'aeronautica militare e scalo della linea aerea Roma-Venezia.
    Durante la seconda guerra mondiale, tra il 1º novembre 1943 e il settembre 1944 nel corso dell'Operazione Olive, il cui scopo era di sfondare la Linea Gotica, su Rimini furono effettuate 11.510 missioni aeree, di cui 486 nella sola giornata del 18 settembre, e furono distrutti o danneggiati 754 mezzi corazzati.Secondo una stima tedesca, alla fine della battaglia più dell'80% di Rimini era stata rasa al suolo e migliaia di civili perirono negli scontri e nei bombardamenti. I riminesi abbandonarono la città, ormai quasi completamente distrutta, per rifugiarsi nelle campagne circostanti e nella vicina Repubblica di San Marino, dichiaratasi neutrale e quindi ritenuta sicura. Tra il 25 agosto e il 30 settembre 1944 le forze tedesche, comandate dal generale Traugott Herr, e le forze alleate (Regno Unito, Canada, Nuova Zelanda e Grecia), guidate dal generale Harold Alexander, si scontrarono presso Rimini, nelle vicinanze della Linea Gotica, combattendo una delle più sanguinose battaglie di tutta la Campagna d'Italia. Rimini fu liberata il 22 settembre.
    Il secondo dopoguerra fu caratterizzato da una rapida ricostruzione e da un'enorme crescita del settore turistico. Rimini, divenuta una delle più importanti località turistiche d'Italia e d'Europa, conobbe un forte incremento demografico: i circa 77 000 abitanti del 1951 diventarono oltre 100000 nel 1963 per effetto del movimento migratorio dall'entroterra, nonostante la fondazione del nuovo comune di Bellaria-Igea Marina (1956). Nel 1992 Rimini divenne capoluogo dell'omonima provincia, ottenendo l'autonomia amministrativa dalla Provincia di Forlì.

    Monumenti e luoghi d'interesse

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    Il Ponte di Tiberio e
    la Chiesa dei Servi
    Rimini possiede un patrimonio storico-artistico di grande rilievo, che comprende chiese e conventi, ville e palazzi gentilizi, fortificazioni, siti archeologici, strade e piazze di interesse storico e artistico. Questa ricchezza è il risultato del succedersi di 22 secoli di storia, attraverso varie civiltà e dominazioni: dai Romani, all’Impero bizantino, all’importante ruolo di libero comune e di capitale malatestiana, fino alle dominazioni veneziana e pontificia. Rimini fu una porta storica verso l’oriente e il sud del Mediterraneo, grazie alla sua posizione geografica e all’importanza del porto, e punto di incontro tra le culture dell’Italia settentrionale e quelle dell’Italia centrale.
    Rimini è ricca di monumenti di ogni epoca, con importantissimi esempi di architettura della civiltà romana, quali l’Arco d’Augusto, il Ponte di Tiberio, l’Anfiteatro e la Domus del Chirurgo, del Medioevo, quali il palazzo dell’Arengo, la chiesa di S. Agostino e Castel Sismondo, e del Rinascimento, con il Tempio Malatestiano, capolavoro di Leon Battista Alberti. La città, con i suoi borghi e la marina, conserva inoltre un vasto patrimonio architettonico del periodo barocco, neoclassico e liberty, comprendente chiese, palazzi, ville signorili, edifici storici della marineria, hotel e villini d’epoca, testimonianze del suo ruolo di centro culturale, politico, commerciale e, dalla metà dell’Ottocento, di rinomata località balneare.
    La città ha mantenuto per secoli l’assetto romano, con il tracciato regolare dei suoi isolati, custodendo allo stesso tempo i grandi monumenti romani che ne dimostravano le origini antiche. Rimini è sempre stata caratterizzata dal vivere la contemporaneità facendo rivivere insieme il suo passato: le trasformazioni medievali, le grandi opere di rinnovamento urbano dei Malatesta, i terremoti, le soppressioni degli ordini conventuali ne hanno determinato un’evoluzione continua, leggibile nella stratificazione di testimonianze storiche. I bombardamenti della seconda guerra mondiale distrussero la città, compromettendo gravemente il patrimonio monumentale e l’integrità del centro storico, che è stato ricostruito e restaurato per valorizzarne gli spazi e i numerosi, pregevoli edifici.

    Architetture religiose

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    Il Tempio Malatestiano

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    L'interno della chiesa
    del Suffragio

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    La chiesa di Sant'Agostino

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    L'interno della
    chiesa di
    Santa Rita

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    La chiesa di San Giuliano
    Rimini possiede numerose chiese di interesse storico e artistico, conventi e santuari, arricchiti da pregevoli opere d’arte, che testimoniano l’evoluzione dell’architettura e dell’arte attraverso i secoli.
    In età romana la città aveva numerosi templi, dedicati a diverse divinità, dei quali non restano testimonianze significative, ad eccezione delle tracce di un antico tempio romano, rinvenute nella pieve di S. Lorenzo in Monte, sul colle di Covignano.
    La città, situata alla confluenza di strade consolari di grande traffico, con un porto importante in collegamento con l’Oriente, accolse molto presto la religione cristiana. Le prime testimonianze monumentali del Cristianesimo, tra cui la cattedrale di S. Colomba e la basilica di S. Gaudenzo, furono modificate nel corso dei secoli e distrutte nel periodo napoleonico.
    Nel Medioevo sorsero i grandi conventi e le chiese di numerosi ordini religiosi, quali i Benedettini, gli Agostiniani, i Domenicani, i Francescani, i Carmelitani e i Serviti e la città si arricchì di santuari, oratori, celle e tempietti, alcuni dei quali costruiti a ricordo di eventi miracolosi. Tra gli edifici religiosi più importanti costruiti in epoca medievale si ricordano S. Agostino, S. Francesco, S. Giuliano, S. Giovanni Battista, la chiesa dei Servi e la chiesa di S. Domenico, non più esistente.
    La chiesa gotica di S. Francesco, già utilizzata come luogo di sepoltura dalla famiglia Malatesta, fu interamente trasformata nella prima metà del XV secolo da Sigismondo Pandolfo Malatesta nel Tempio Malatestiano, monumentale mausoleo del signore di Rimini, su progetto di Leon Battista Alberti.
    Sui colli che circondano la città si trovano la chiesa di S. Fortunato, la chiesa della Madonna delle Grazie e la pieve di S. Lorenzo in Monte, di origini medievali e trasformate più volte nel corso dei secoli.
    Nel Cinquecento furono costruiti la chiesa della Madonna della Colonnella e il Tempietto di S. Antonio da Padova. Nello stesso secolo furono rinnovate le chiese di S. Rita e di S. Giuliano.
    La città ebbe tra il XIV e il XVI secolo una fiorente comunità ebraica, che costruì tre sinagoghe, delle quali non rimane alcuna traccia. La più antica sinagoga è attestata già dal 1486, in Piazza Cavour; una seconda fu costruita nella contrada di S. Colomba e una terza, detta “Sinagoga magna”, in via Cairoli.
    Nel Settecento ordini e confraternite promossero il rinnovamento di tutti i principali edifici religiosi: sorse la chiesa del Suffragio e vennero trasformate, in forme grandiose ed eleganti, le chiese di S. Agostino, S. Giovanni Battista, S. Bernardino e la chiesa dei Servi. Gli interni furono decorati da opere di artisti riminesi ed emiliani quali Guido Cagnacci, il Guercino, Vittorio Maria Bigari e Antonio Trentanove. La chiesa di S. Colomba fu cattedrale fino al 1798: il titolo fu prima trasferito alla chiesa di S. Agostino e, nel 1809, al Tempio Malatestiano. Il patrimonio architettonico religioso fu profondamente segnato dalla soppressione degli ordini voluta da Napoleone e dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, che inflissero danni gravissimi.

    Architetture civili

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    L'Arco d'Augusto

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    Il Ponte di Tiberio

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    Palazzo Garampi

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    Palazzo dell'Arengo

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    La Fontana della Pigna
    Le architetture civili di Rimini comprendono numerosi edifici (palazzi, teatri, hotel storici, ville, villini) e altri monumenti (fontane, ponti, archi) che testimoniano la storia della città attraverso i secoli.
    • L’Arco d’Augusto e il Ponte di Tiberio, monumenti di età romana imperiale, sono da almeno mille anni i simboli di Rimini, ammirati e celebrati, inclusi nello stemma civico fin dal X secolo e assunti a modello per l’architettura del Rinascimento. L'Arco d’Augusto, il più antico arco romano superstite e simbolo di Rimini, fu costruito nel 27 a.C. in onore dell'imperatore Augusto per celebrare il restauro delle più importanti strade consolari italiane. Il Ponte di Tiberio, imponente costruzione a cinque arcate, fu costruito sotto Augusto a partire dal 14 d.C. e terminato nel 21 d.C. da Tiberio.
    • I palazzi dell’Arengo e del Podestà, in Piazza Cavour, furono costruiti rispettivamente nel 1204 e nel 1334 in stile gotico. Il grande complesso monumentale, sede del potere civile, delle assemblee cittadine e dell’amministrazione della giustizia fin dal Medioevo, fu trasformato nei secoli successivi e riportato alle forme originarie con lunghi restauri compiuti tra il 1919 e il 1925.
    • I palazzi nobiliari, caratterizzati da un classicismo composto e solenne, furono in gran parte costruiti tra il XVI e il XVIII secolo dai più importanti casati riminesi. Tra i più importanti figurano Palazzo Garampi, sede del Municipio in Piazza Cavour, Palazzo Gambalunga, sede della Biblioteca Gambalunghiana, Palazzo Buonadrata, sede della Cassa di Risparmio, Palazzo Cima, Palazzo Diotallevi, Palazzo Giovannini, Palazzo Massani, Palazzo Ricciardelli, Palazzo Ripa, Palazzo Zavagli.
    Al XIX secolo risale Palazzo Ghetti, mentre del 1914 è il Palazzo della Cassa di Risparmio, costruito in Piazza Ferrari come sede di rappresentanza della storica banca riminese.
    Sul colle di Covignano e sugli altri poggi che circondano la città sorgono splendide ville signorili, sede di possedimenti agricoli e residenze di rappresentanza, immerse nel verde di vigneti, oliveti e giardini formali di lecci e cipressi, tra cui Villa Des Vergers, Villa Mattioli, Villa Alvarado, Villa Bianchini, Villa Cantelli, Villa il Castellaccio e Castello Miramare.
    • Per molti secoli l’unica fontana monumentale della città, di fondamentale importanza in quanto fonte di approvvigionamento idrico, fu la Fontana della Pigna, in Piazza Cavour, affiancata dal “fontanone” dei cavalli nella stessa piazza. Nel 1928 fu costruita la Fontana dei Quattro Cavalli a Marina Centro, a ornamento dei giardini del Kursaal.
    • L’antica pescheria e il faro, edifici storici della marineria, risalenti alla metà del Settecento, testimoniano la vitalità economica, imprenditoriale e marittima della città, che fu per lungo tempo uno dei principali porti pescherecci e commerciali dell’Adriatico.
    • Per la sua tradizione di località turistica, tra le più antiche in Italia, la città possiede inoltre numerosi esempi di architetture balneari, quali hotel, stabilimenti balneari e villini, tra cui il Grand Hotel, le palazzine Roma e Milano, i villini Solinas, Baldini, Recordati e Cacciaguerra.

    Architetture militari

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    Castel Sismondo

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    Le mura malatestiane
    del borgo S. Giuliano
    Il patrimonio storico di architetture militari di Rimini riassume l’immagine e la struttura stessa della città dall’antichità romana fino al primo Quattrocento, documentandone i caratteri fondanti, l’evoluzione e gli eventi storici.
    Le mura, con i suoi torrioni e le sue porte, e il castello costituirono per secoli un sistema difensivo importante per la vita cittadina sotto molteplici aspetti: protezione dai pericoli esterni, elemento essenziale dell’assetto urbanistico e controllo sui commerci con il territorio circostante.
    Rimini ebbe una cinta muraria fin dalla sua fondazione (268 a.C.); nel III secolo d.C fu costruito un nuovo sistema fortificato che rimase operativo per molto tempo, fino al Medioevo, quando nuove esigenze militari richiesero l’edificazione di una nuova cerchia fortificata, voluta dall'imperatore Federico II.
    La cinta muraria malatestiana fu costruita in fasi differenti tra la metà del XIV e l’inizio del XV secolo, a difesa della città e del borgo San Giuliano, seguendo un tracciato leggermente esterno rispetto alle precedenti mura di età repubblicana e federiciana. Le mura del borgo S. Giuliano furono edificate per volere di Galeotto I Malatesta nel 1359, mentre la cinta muraria della città fu costruita nel 1426 da Carlo Malatesta.
    Castel Sismondo, voluto da Sigismondo Pandolfo Malatesta come residenza signorile e fortezza al tempo stesso, coronava il sistema difensivo malatestiano connettendosi alla cinta muraria cittadina.
    Al mutare delle tecniche militari e delle condizioni politiche, tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, quasi tutte le porte cittadine furono abbattute e sostituite da barriere daziarie; ulteriori distruzioni avvennero nel Novecento, quando l’espansione urbana varcò l’antico e ormai obsoleto limite delle mura.

    Altro

    Rimini presenta una struttura urbana di origine romana, composta da piazze e strade più volte trasformate nel tempo, che testimoniano la sua evoluzione attraverso i secoli. Piazza Cavour, centro della vita cittadina dal Medioevo, e piazza Tre Martiri, l’antico foro romano, sono le due piazze principali di Rimini, punti di ritrovo e d’incontro, nei quali si svolgono tradizionalmente cerimonie, mostre e mercati. Tra le grandi piazze della città figurano inoltre piazza Malatesta, anticamente unita a piazza Cavour, sulla quale prospettavano la cattedrale e il castello, e piazza Ferrari, realizzata nell’Ottocento con un importante rinnovamento urbanistico. Le principali strade storiche sono il corso d’Augusto, l’antico decumano massimo, che collega l’ Arco d’Augusto al Ponte di Tiberio attraversando le piazze principali, e via Garibaldi, l’antico cardo massimo, che collega Porta Montanara alla stazione ferroviaria. Un carattere distintivo della vecchia Rimini è dato da numerose piazzette, che compongono angoli particolarmente suggestivi: le piazzette Gregorio da Rimini o “delle poveracce”, S. Bernardino, Ducale, Zavagli e dei Servi nel centro storico, e le piazzette S. Giuliano, Pozzetto, Ortaggi, Gabena, Padella e Pirinela nel borgo S. Giuliano. Le strade e le piazze di Rimini sono ornate da monumenti, sculture, colonne e iscrizioni di diverse epoche, tra cui quelli dedicati a Giulio Cesare, Paolo V e ai caduti della Grande Guerra.

    Piazze

    Piazza Cavour

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    Piazza Cavour

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    Piazza Tre Martiri

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    Corso d'Augusto
    Piazza Cavour è il centro politico ed economico della città fin dall’inizio del XIII secolo, quando acquistò importanza con la costruzione del palazzo dell’Arengo. Nel XVI secolo la piazza assunse il nome di “piazza del Comune” o “della fontana” e subì importanti modifiche: l’antico palazzo comunale fu ampliato e unito al nuovo palazzo Garampi, in un unico grande complesso monumentale, mentre l’isolato di S. Silvestro, che chiudeva la piazza verso il corso d’Augusto, fu completamente demolito. Tra il 1615 e il 1620 sul lato occidentale della piazza fu costruito il Granaio pubblico, detto anche “edificio dell’abbondanza” o dei “Forni”, sostituito alla metà dell’Ottocento dal teatro comunale. Sulla piazza prospettano i palazzi comunali (Garampi, dell’Arengo e del Podestà), il Teatro Amintore Galli e la Pescheria; al centro sorgono la Fontana della Pigna e il monumento a Paolo V.

    Piazza Tre Martiri
    E’ la più importante piazza della città insieme a piazza Cavour. Si trova sul luogo dell’antico foro romano, posto all’incrocio tra il cardine e il decumano massimo. Nel Medioevo, nota come “piazza delle Erbe”, era sede del mercato, delle beccherie e di tornei cavallereschi. Subì modifiche nel XVI secolo sul lato occidentale, che assunse l’attuale configurazione ellittica a portici, e nel 1921, quando furono ampliate le vie IV Novembre e Garibaldi e demolito l’Arco dei Magnani. La denominazione “Tre Martiri”, che succedette nel secondo dopoguerra ai precedenti toponimi “piazza Maggiore” e “piazza Giulio Cesare”, ricorda l’uccisione di tre giovani partigiani avvenuta qui il 16 agosto 1944. Sul lato orientale della piazza prospettano la Torre dell’Orologio, la colonna di Giulio Cesare, la moderna chiesa di S. Antonio di Padova e il cinquecentesco Tempietto di S. Antonio da Padova.

    Piazza Ferrari
    La piazza fu creata nel 1888 con la demolizione dell’isolato di S. Tommaso o del Cuor di Gesù, su progetto di Luigi Urbani, con l’intenzione di farne un luogo salubre per abbondanza d’aria, di luce e di verde[85]. Vi prospettano il neorinascimentale palazzo della Cassa di Risparmio, il palazzo Agolanti-Pedrocca e la settecentesca chiesa del Suffragio. Nei giardini della piazza sorgono il grande complesso archeologico della Domus del Chirurgo e il Monumento ai Caduti della Grande Guerra.

    Strade

    Corso d’Augusto

    Il corso è storicamente la strada principale di Rimini ed ha come termini l’Arco d’Augusto e il ponte di Tiberio. In età romana era il decumano massimo; nel Cinquecento era chiamato per la sua importanza “Strada Maestra”. Sul corso si affacciano caffè, negozi, grandi magazzini, palazzi nobiliari e sedi di rappresentanza delle principali istituzioni pubbliche e private della città.

    Via Garibaldi

    Era il cardo massimo della città romana. Fu il più antico collegamento tra il porto e l’entroterra, e la principale strada cittadina fino all’apertura delle grandi vie consolari, avvenuta tra il II e il III secolo a.C. Fino all’Ottocento fu chiamata "Via dei Magnani” ed era caratterizzata da negozi, botteghe di fabbri e attività artigianali in stretta connessione con il territorio rurale.

    Colonne

    Colonna di Giulio Cesare

    È un cippo rinascimentale posto sul lato orientale di Piazza Tre Martiri. Fu eretto nel 1555 per celebrare l’allocuzione che qui Giulio Cesare rivolse ai soldati della XIII legione dopo il passaggio del Rubicone. Sopra alla colonna, fino alla seconda guerra mondiale, era posto il “petrone” sul quale Cesare salì per pronunciare il suo discorso, del quale oggi non v’è più traccia.

    Monumenti scultorei

    Monumento a Paolo V

    Il monumento a Paolo V, posto al centro di Piazza Cavour dal 1614, fu realizzato da Sebastiano Sebastiani su disegno di Nicolò Cordieri come atto di riconoscenza della città a papa Paolo V Borghese. In epoca napoleonica la figura del pontefice venne trasformata in quella di S. Gaudenzo, patrono della città, nel timore che il monumento potesse essere abbattuto dai francesi e la statua fusa per ricavarne armi e cannoni; nel 1938 fu riportata alle forme originarie. La statua in bronzo, collocata su un alto basamento marmoreo, raffigura il pontefice seduto su un trono ornato da rilievi ed elementi decorativi, con le chiavi nella mano sinistra e quella destra alzata nel segno della benedizione.
    Monumento ai Caduti della Grande Guerra
    Costruito nel 1926 in piazza Ferrari in onore dei caduti della prima guerra mondiale, è opera di Bernardino Boifava.

    Siti archeologici

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    L'anfiteatro romano

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    La domus del Chirurgo
    Rimini possiede il più grande patrimonio archeologico dell’Emilia-Romagna, eredità del suo lungo passato e del suo ruolo di importante nodo stradale, centro economico e punto di riferimento per il territorio.
    La ricchezza di ritrovamenti si deve all’opera di Luigi Tonini, il più illustre storico riminese, e ai numerosi scavi effettuati nella seconda metà del Novecento, che hanno prodotto una disponibilità documentaria molto ampia sulla storia e sulla struttura della città romana, sull’architettura, l’arte, i culti religiosi, l’economia e molteplici aspetti della vita quotidiana dei suoi abitanti.
    I rinvenimenti includono le rovine del monumentale anfiteatro, numerose domus di età repubblicana e imperiale, resti della sede stradale, necropoli sorte lungo le vie consolari e impianti produttivi. I siti archeologici di tre domus, grandi abitazioni signorili che riflettono nei loro caratteri architettonici e decorativi il contatto con la cultura greca e il diffondersi della filosofia dell’“otium”, sono stati conservati in loco: la domus del Chirurgo, la domus di palazzo Massani e la domus della Camera di Commercio. Il complesso dei siti archeologici riminesi include inoltre gli scavi archeologici dell’ex Consorzio Agrario e del convento di S. Giuliano, la Colonna miliare del Terzo Miglio a Miramare e il Ponte romano di S. Vito.

    Aree naturali

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    Il Parco Giovanni Paolo II
    • Rimini ha un ampio sistema di verde pubblico, con 1,3 milioni di mq di parchi e giardini in ambito urbano (9,4 mq/ab) e un totale di 3,2 milioni di mq di aree verdi nell’intero territorio comunale, inclusi parchi fluviali, impianti sportivi e aree naturalistiche.
    • Il sistema del verde comprende una serie di grandi parchi urbani, creati lungo l’antico corso del fiume Marecchia e del torrente Ausa, parchi e giardini di quartiere, viali alberati e verde d’arredo.
    • I principali parchi cittadini sono il parco XXV Aprile, il parco Giovanni Paolo II, il Parco Alcide Cervi, il Parco Fabbri, il Parco della Ghirlandetta, il Parco Federico Fellini, il Parco Sandro Pertini, a Marebello, e il Parco Giovanni Briolini, a S. Giuliano Mare.

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    Il Parco Alcide Cervi
    • Il complesso arboreo presente nel territorio riminese comprende circa 42.000 alberi, appartenenti a 190 diverse specie, in prevalenza tigli, platani, aceri, pioppi, pini e querce. Nel comune di Rimini sono presenti 23 grandi esemplari arborei tutelati come alberi monumentali per la loro età e il loro valore naturalistico, tra cui il platano di piazza Malatesta, la roverella del parco Giovanni Paolo II, i cipressi di S. Agostino, l’olmo di viale Vespucci e i tigli di S. Fortunato.
    • La rete ciclabile cittadina si articola nel verde dei parchi e lungo i viali più importanti, collegando i principali monumenti, le attrazioni turistiche, le spiagge e i luoghi di ritrovo e offrendo opportunità a diverse categorie di utenti, dagli spostamenti urbani, alla mountain bike, al cicloturismo. La rete urbana è connessa, attraverso il parco XXV Aprile, al percorso ciclabile che collega Rimini a Saiano lungo il corso fluviale del Marecchia.

    Musei

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    Museo della Città,
    Sezione archeologica
    • Il Museo della Città, principale istituzione museale di Rimini, fu inaugurato come Galleria Archeologica al piano terra di Palazzo Gambalunga nel 1872 dallo storico riminese Luigi Tonini, assai attivo nella ricerca e nello studio del patrimonio archeologico locale, che da secoli d'altronde rivestiva uno spiccato interesse nella cultura cittadina data la grandiosità dei monumenti e delle rovine che l'età romana aveva qui lasciato. La galleria fu il primo museo della città e fu concepita come raccolta di antichità etrusche e romane rinvenute a Rimini e nelle campagne circostanti.
    Nel 1923 il museo fu ordinato nelle sale del convento di San Francesco e nel 1938 fu ampliato con una sezione di arte medievale. I materiali furono sottratti alle distruzioni belliche con il trasferimento tra il 1940 e il 1943 di gran parte dei reperti in due distinti rifugi a Spadarolo e Novafeltria. Nel 1964 le raccolte furono trasferite a Palazzo Visconti e infine, nel 1990, nel grande Collegio dei Gesuiti, progettato dall'architetto bolognese Alfonso Torregiani e ultimato nel 1749.

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    Il Lapidario romano,
    esposto nel cortile
    interno del
    Museo della Città

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    Museo della Città,
    Sala del Giudizio
    Universale
    Nella sezione archeologica sono esposti corredi delle necropoli villanoviane di Verucchio e Covignano, frammenti architettonici, sculture, mosaici, ceramiche, monete di età repubblicana e imperiale e il singolare corredo medico dalla domus del chirurgo. Nella raccolta del lapidario romano, ordinato nella corte del convento, figurano monumenti funerari, epigrafi e miliari.
    La sezione di arte medievale e moderna comprende raccolte di pittura, scultura, ceramica e oggetti d'arte di scuola romagnola (Giovanni da Rimini, Giuliano da Rimini, Guido Cagnacci), emiliana (Guercino, Vittorio Maria Bigari), toscana (Domenico Ghirlandaio, Agostino di Duccio) e veneta (Giovanni Bellini) dal XIV al XIX secolo. • Il museo organizza esposizioni temporanee e promuove attività di ricerca, studio e restauro del patrimonio storico e artistico cittadino.
    • Il Museo Fellini, dedicato all'omonimo regista riminese, ospita esposizioni temporanee di documenti, disegni, scenografie e costumi relativi alla produzione cinematografica di Federico Fellini.
    • Il Museo degli Sguardi, allestito nella settecentesca Villa Alvarado, sul colle di Covignano, fu istituito nel 2005 con l'acquisizione dei reperti del Museo delle culture extraeuropee “Dinz Rialto” , fondato a Rimini nel 1972 dall'omonimo esploratore padovano, delle raccolte del Museo Missionario Francescano delle Grazie e di collezioni private. Il museo conta oltre 3.000 pezzi provenienti da Cina, Oceania, Africa e America precolombiana: dipinti, sculture, oggetti d'uso, totem, maschere, strumenti musicali e tessuti illustrano i modi in cui il mondo occidentale ha guardato storicamente alle culture di questi paesi.
    • Il Museo della Piccola pesca e della Marineria, a Viserbella, documenta la storia della marineria riminese attraverso una raccolta di imbarcazioni, attrezzi per la pesca, modelli, fotografie e un'ampia collezione di conchiglie, provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo.
    • Nel comune di Rimini sono presenti due musei privati: il Museo dell'Aviazione a Sant'Aquilina, al confine con la Repubblica di San Marino, e il Museo Nazionale del Motociclo, in località Casalecchio.

    Eventi
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    Il Palacongressi di Rimini
    Manifestazioni ed eventi di primo piano si tengono a Rimini in ogni periodo dell'anno.
    • Rimini Fiera è la media company fieristica della città e del territorio di Rimini. Rimini Fiera presidia quattro distretti economici (Travel & Tourism, Technology & Enviroment, Entertainment & Leisure e Hotel & Food Industry) con manifestazioni ad alta specializzazione (35 tra annuali e biennali, 11 delle quali con la qualifica di internazionale e per la maggior parte organizzate direttamente).
    • Sede di congressi nazionali e internazionali, la città ospita il Meeting per l'amicizia fra i popoli e le Giornate internazionali di studio “Pio Manzù”, nell'ambito dei quali si tengono interventi, mostre e incontri su temi di attualità, società e politica.
    • Durante tutto l'anno sono in programma rassegne musicali – la più nota delle quali è la Sagra Musicale Malatestiana –, concerti, eventi sportivi (Paganello), culturali (Festival del mondo antico, Festival Internazionale di Pianoforte “Città di Rimini”) e mondani, tra cui particolare rilievo ha la Notte Rosa, che si festeggia in contemporanea lungo l'intera costa dell'Emilia-Romagna.
    • Tra il 1954 e il 1956 la città fu sede delle finali del concorso di bellezza Miss Italia, che videro l'elezione di Eugenia Bonino nel 1954, Brunella Tocci nel 1955 e Nives Zegna nel 1956.

    Persone legate a Rimini
    Numerose sono le persone celebri nate e vissute a Rimini, o legate alla città, che si sono distinte in ambito scientifico, artistico, culturale, letterario, musicale, teologico, politico e sportivo[151]. Tra i riminesi più illustri si ricordano San Gaudenzio (circa 280-360), vescovo di Rimini, lo storico Roberto Valturio (1405-1475), il condottiero e signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta (1417-1468), il cardinale Michelangelo Tonti (1566-1622), il giureconsulto Alessandro Gambalunga (1554-1619), il medico, anatomista e letterato Giovanni Bianchi (1693-1775), il naturalista Giovanni Antonio Battarra (1714-1789), il cardinale e diplomatico Giuseppe Garampi (1725-1792), il poeta e scrittore Aurelio de' Giorgi Bertola (1753-1789), lo storico Luigi Tonini (1807-1874), il regista di fama mondiale Federico Fellini (1920-1993), il motociclista Renzo Pasolini (1938-1973), il giornalista Sergio Zavoli, lo storico dell’arte Antonio Paolucci, il cestista Carlton Myers. Sono inoltre legati alla città Giulio Cesare, che secondo la tradizione qui arringò le sue truppe prima della marcia su Roma, Giotto, Piero della Francesca, Alfredo Panzini e Giovanni Pascoli.

    Edited by PatriziaTeresa - 28/6/2015, 19:20
     
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