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Regione: Toscana

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    Toscana

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    - Info -

    « ... colline di Toscana, coi loro celebri poderi, le ville, i paesi che sono quasi città, nella più commovente campagna che esista. »
    (Fernand Braudel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II)

    La Toscana è una regione italiana a statuto ordinario di 3 704 152 abitanti, situata nell'Italia centrale,con capoluogo Firenze.

    Confina a nord-ovest con la Liguria, a nord con l'Emilia-Romagna, a est con le Marche e l'Umbria, a sud con il Lazio. Ad ovest, i suoi 397 km di coste continentali sono bagnati dal Mar Ligure nel tratto centro-settentrionale tra Carrara (foce del torrente Parmignola, confine con la Liguria) e il Golfo di Baratti;il Mar Tirreno bagna invece il tratto costiero meridionale tra il promontorio di Piombino e la foce del Chiarone, che segna il confine con il Lazio.

    Il capoluogo regionale è Firenze, la città più popolosa (377 207 abitanti), nonché principale fulcro storico, artistico ed economico-amministrativo; le altre città capoluogo di provincia sono: Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pistoia, Prato e Siena.
    La Toscana amministra anche le isole dell'Arcipelago Toscano, oltre ad una piccola exclave situata entro i confini dell'Emilia-Romagna, in cui sono situate alcune frazioni del comune di Badia Tedalda.Il nome è antichissimo e deriva dall'etnonimo usato dai Latini per definire la terra abitata dagli Etruschi: "Etruria", trasformata poi in "Tuscia" e poi in "Toscana". Anche i confini della odierna Toscana corrispondono in linea di massima a quelli dell'Etruria antica, che comprendevano anche parti delle attuali regioni Lazio e Umbria, fino al Tevere.
    Fino al 1861 è stata un'entità indipendente, nota con il nome di Granducato di Toscana. Da allora ha fatto parte del Regno di Sardegna, del Regno d'Italia ed oggi della Repubblica Italiana.In epoca granducale aveva anche un inno, composto dal fiorentino Egisto Mosell ed intitolato La Leopolda.La festa regionale, istituita nel 2001, ricorre il 30 novembre, nel ricordo del suddetto giorno del 1786 in cui fu abolita la pena di morte nel Granducato di Toscana.


    Geografia

    Il territorio toscano è per la maggior parte collinare (66,5%); comprende alcune pianure (circa l'8,4% del territorio) e importanti massicci montuosi (il 25,1% della regione).
    • Monti principali: Monte Prado 2054 m, Monte Giovo 1991 m, Monte Rondinaio 1964 m, Monte Pisanino 1946 m, Alpe Tre Potenze 1940 m.
    • Valichi e passi montani principali: Passo dell'Abetone 1388 m, Passo della Pradarena 1579 m, Passo delle Radici 1529 m, Passo del Cerreto 1261 m, Passo de La Calla 1298 m, Passo dei Mandrioli 1173 m, Passo della Cisa 1045 m.
    • Vulcani: Monte Amiata 1738 m, Monte Castello 445 m (Isola di Capraia).
    • Deserti: Deserto di Accona circa 150 km².
    • Fiumi principali: Arno 241 km, Ombrone 161 km, Serchio 111 km, Cecina 73 km, Magra 70 km, Sieve 62 km.
    • Laghi principali: Lago di Bilancino (invaso artificiale) 5,0 km², Lago di Chiusi 3,9 km², Lago di San Casciano circa 2,0 km², Lago di Montepulciano 1,9 km².
    • Lagune e laghi costieri principali: Laguna di Orbetello 26,2 km², Padule della Diaccia Botrona 12,78 km², Lago di Massaciuccoli 6,9 km², Lago di Burano 1,4 km².
    • Paludi interne: Padule di Fucecchio circa 18 km².
    • Piccole zone umide: Laghetto Traversari di Camaldoli, Metaleto, Asqua, La Lama, Pozza del Cervo, Fonte del Porcareccio, Prato al Fiume, Lago di Porta.
    • Coste: 633 km totali (397 km continentali e 230 km insulari).
    • Mari: Mar Ligure, Mar Tirreno.
    • Isole principali: Isola d'Elba 223,5 km², Isola del Giglio 21,2 km², Isola di Capraia 19,3 km², Isola di Montecristo 10,4 km², Isola di Pianosa 10,3 km².

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    Paesaggio tipico

    Rilievi e colline

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    Serra Pistoiese nella
    Montagna pistoiese,
    nell'Appennino
    Tosco-Emiliano

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    Le Balze di Volterra,
    tra la Val di Cecina
    e la Valdera

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    Scorcio della Val d'Orcia,
    nel Senese
    Sia a nord che a est la Toscana è circondata dagli Appennini ma il territorio è prevalentemente collinare. La vetta più alta della regione è il monte Prado (2.054 m), nell'appennino Tosco-Emiliano in Garfagnana, sul confine con l'Emilia-Romagna.
    Nella regione si trovano altri rilievi montuosi degni di nota al di fuori della dorsale appenninica: le Alpi Apuane a nord-ovest, il Monte Pisano tra Pisa e Lucca, la Montagna pistoiese a nord di Pistoia, i Monti della Calvana a nord di Prato, i Monti del Chianti tra le province di Siena e Arezzo. In provincia d'Arezzo il Pratomagno divide il Casentino dal Valdarno, sempre in provincia d'Arezzo a nord-est l'Alpe di Catenaia è divisa dagli Appennini dal corso del Tevere, le Colline Metallifere a sud-ovest tra le province di Livorno, Pisa, Siena e Grosseto e i massicci del Monte Amiata e del Monte Cetona a sud-est, il monte Falterona, dove nasce il fiume Arno e il monte Fumaiolo dove nasce il Tevere.
    Tra i sistemi collinari, nella parte centrale della regione ritroviamo, da ovest a est, le Colline livornesi, le Colline pisane, le Balze di Volterra, il Montalbano, le colline del Chianti e i rilievi collinari della Valtiberina. L'area meridionale della regione si caratterizza ad ovest per le Colline Metallifere, le colline della Val di Merse, le Crete Senesi, i rilievi collinari della Valle dell'Ombrone, le Colline dell'Albegna e del Fiora, l'Area del Tufo e i rilievi collinari della Val d'Orcia e della Val di Chiana.

    Pianure

    In Toscana si trovano aree pianeggianti sia lungo la fascia costiera che nell'entroterra.Il litorale comprende le pianure della Versilia, l'ultimo tratto del Valdarno Inferiore che si apre nella Piana di Pisa e la Maremma la pianura più estesa, mentre nell'entroterra la pianura principale è il Valdarno che si sviluppa da est ad ovest lungo il corso dell'omonimo fiume, comprendendo le città di Arezzo, Firenze e Pisa. Altre pianure dell'interno sono la Piana di Firenze-Prato-Pistoia in continuità del medio Valdarno, la Piana di Lucca, la Valdinievole, la Valdera, la Valdelsa, la Val di Chiana, la Val di Cecina, la Val di Cornia, la Val di Pecora, la Val d'Orcia, la Valdisieve, la Valle dell'Ombrone, la Val di Bisenzio, la Valdambra e la Valle del Serchio.

    Coste e isole

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    Torre Mozza, sulla costa di Piombino

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    Viareggio, Versilia

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    La costa dell'Argentario
    La Toscana, bagnata dal Mar Ligure nella parte centro-settentrionale e dal Mar Tirreno in quella meridionale, si caratterizza per un litorale continentale molto diversificato nelle sue caratteristiche. Nel complesso, le coste continentali si presentano basse e sabbiose, fatta eccezione per alcuni promontori che si elevano tra Livorno e Vada, a nord di Piombino, tra Scarlino, Punta Ala e Castiglione della Pescaia, tra Marina di Alberese e Talamone, all'Argentario e ad Ansedonia.
    L'Arcipelago Toscano è costituito da sette isole principali e da alcuni isolotti minori, molti dei quali sono semplici secche o scogli affioranti, in gran parte tutelati dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. L'isola principale è l'Isola d'Elba, bagnata a nord dal Mar Ligure, a est dal Canale di Piombino, a sud dal Mar Tirreno e a ovest dal Canale di Corsica: l'isola presenta un'alternanza di coste basse e sabbiose e coste più alte e frastagliate dove si aprono suggestive calette. A nord dell'Isola d'Elba si trovano l'Isola di Capraia, nel Canale di Corsica, e l'Isola di Gorgona nel Mar Ligure, entrambe con coste frastagliate. A sud dell'Isola d'Elba si trovano l'Isola di Pianosa, completamente pianeggiante e con leggere ondulazioni, con coste sia sabbiose che scogliose, l'Isola di Montecristo con coste alte e frastagliate fatta eccezione per la zona dell'approdo, l'Isola del Giglio con coste prevalentemente alte e rocciose, fatta eccezione per alcune calette e per la Spiaggia del Campese, l'Isola di Giannutri con coste scogliose pur presentando un territorio caratterizzato soltanto da ondulazioni e dislivelli leggerissimi.
    Tra le isole minori, le secche e gli scogli affioranti, vi sono le isole di Cerboli, di Palmaiola, le Formiche di Grosseto, la Formica di Burano, lo Scoglio d'Affrica o Formica di Montecristo, le Secche della Meloria e le Secche di Vada.

    Clima
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    Classificazione climatica
    secondo Thornthwaite
    ██ A (perumido) Im > 100
    ██ B3-B4 (umido) 80 < Im < 100
    ██ B1-B2 (umido) 20 < Im < 80
    ██ C2 (subumido) 0 < Im < 20
    ██ C1 (subarido) −33,3 < Im < 0
    ██ D (semiarido) Im < −33,3


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    Tipica giornata con cielo sereno
    sulla spiaggia di
    Marina di Alberese
    Dal punto di vista climatico, la Toscana presenta caratteristiche diverse da zona a zona.Le temperature medie annue, che registrano i valori più elevati attorno ai 16 °C lungo la costa maremmana, tendono a diminuire man mano che si procede verso l'interno e verso nord; nelle pianure e nelle vallate interne (medio Valdarno e Val di Chiana) si raggiungono i valori massimi estivi, che spesso si avvicinano e toccano i 40 °C e si contrappongono a minime invernali piuttosto rigide, talvolta anche di alcuni gradi sotto zero.Le precipitazioni risultano molto abbondanti a ridosso dei rilievi appenninici lungo l'asse ovest-est tra la Versilia e il Casentino, con valori massimi oltre i 2000 mm annui sulle vette più alte delle Alpi Apuane e dell'Appennino Tosco-Emiliano; al contrario, lungo la fascia costiera della Maremma grossetana, soprattutto nella zona dell'Argentario, si raggiungono faticosamente i 500 mm annui di media. Molto penalizzate dal punto di vista pluviometrico risultano anche le Crete Senesi e alcune zone della Val d'Orcia e della Val di Chiana dove i valori medi annui si aggirano tra i 600 e i 700 mm.
    Le nevicate, frequenti nella stagione invernale su tutti i rilievi appenninici e sulla parte sommitale del Monte Amiata, possono raggiungere anche le zone collinari limitrofe ma non è impossibile che la neve giunga anche in pianura e più raramente sulle coste centro-settentrionali, mentre risultano essere episodi davvero unici lungo la costa della Maremma grossetana.
    L'eliofania (durata del soleggiamento) risulta essere molto rilevante lungo la fascia costiera della provincia di Grosseto, dove raggiunge valori prossimi ai massimi assoluti dell'intero territorio nazionale italiano, con una media annuale di oltre 7 ore giornaliere (valore minimo in dicembre con una media di circa 4 ore al giorno e valori massimi superiori alle 11 ore giornaliere in giugno e luglio).

    Stazioni meteorologiche

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    Carta delle stazioni
    meteorologiche ufficiali
    in Toscana
    ██ Aeronautica Militare
    ██ ENAV
    In Toscana sono ubicate 14 stazioni meteorologiche ufficiali contrassegnate da codice WMO e ICAO in conformità alle norme dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale: 13 di esse sono gestite dall'Aeronautica Militare, una di esse dall'ENAV. Tutte le altre stazioni presenti nel territorio regionale, invece, fanno principalmente riferimento al Servizio Idrologico Regionale della Toscana; vi sono anche stazioni di altri enti, tra le quali quelle del Consorzio LaMMA, oltre a quelle di altri enti pubblici o privati.
    Storicamente merita un'apposita menzione la stazione meteorologica di Firenze Monastero degli Angeli, una delle prime stazioni istituite a livello mondiale, che iniziò ad effettuare le osservazioni meteorologiche e le registrazioni termometriche in scala fiorentina di 50° a partire dal 1654 nell'ambito della rete meteorologica granducale istituita da Ferdinando II de' Medici ed operativa in quell'epoca a livello europeo.

    Da nord a sud, di seguito sono riportate le varie stazioni meteorologiche ufficiali presenti nella regione:
    • Passo della Cisa
    • Rifredo Mugello
    • Passo Porretta
    • Firenze Peretola
    • Pisa San Giusto
    • Arezzo Molin Bianco
    • Gorgona
    • Volterra
    • Siena Poggio al Vento (dismessa)
    • Stazione meteorologica di Siena Ampugnano (dismessa)
    • Stazione meteorologica di Piombino (dismessa)
    • Radicofani
    • Grosseto Aeroporto
    • Elba-Monte Calamita
    • Pianosa (dismessa)
    • Monte Argentario

    Aree naturali protette

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    L'Oasi di Focognano nella
    piana fiorentina presso
    Campi Bisenzio
    Le aree naturali protette coprono quasi il 10% del territorio regionale, per una superficie totale di 227.000 ettari. Ne fanno parte tre parchi nazionali, di cui uno, il Parco nazionale Arcipelago Toscano, ricade interamente in Toscana mentre gli altri due sono condivisi con l'Emilia-Romagna (Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano). Vi sono poi 3 parchi regionali, 2 parchi provinciali, 36 riserve naturali statali, 37 riserve naturali provinciali e 52 A. N.P. I.L. (Aree Naturali Protette di Interesse Locale). Nell'ambito della rete Natura 2000 sono stati inoltre proposti 123 Siti di interesse comunitario (SIC) e 30 Zone di protezione speciale (ZPS).

    Geologia

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    Veduta di Monteriggioni

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    Il Monte Pisanino
    sulle Alpi Apuane

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    Capo d'Enfola all'
    Isola d'Elba
    La regione è attraversata sul lato settentrionale e su quello orientale dalla catena appenninica che si è formata per l'avvicinamento e la collisione della placca euro-asiatica a nord con la placca africano-adriatica a sud.
    Le unità strutturali derivanti, appartenenti in origine al margine continentale africano-adriatico, sono incluse in due gruppi principali, il Dominio Umbro-Marchigiano (flysch arenaceo-marnoso) e il Dominio Toscano, quest'ultimo suddiviso in una successione metamorfica sottostante (metarenarie, metacalcari, dolomie, gruppi triassici e tardo-paleozoici, basamento ercinico) e in una successione non metamorfica soprastante (flysch arenacei esterni ed interni, argilliti, marne, calcari e dolomie). La successione non metamorfica soprastante è caratterizzata a sua volta da due unità strutturali minori, la Falda Toscana e l'Unità Cervarola Falterona, con le cui estensioni rocciose costituiscono l'ossatura della dorsale appenninica toscana.
    Sopra il Domino Toscano si trova il Dominio Subligure di transizione (arenarie e argilliti) dove vi è stato il sovrascorrimento di rocce del Dominio Ligure-Piemontese, suddiviso a sua volta nelle complesse unità strutturali del Dominio Ligure esterno (flysch a elmintoidi, arenarie, argilliti, brecce poligeniche), Dominio Ligure interno con successione oceanica non metamorfica (flysch arenacei, argilliti, radiolariti, ofioliti) e successione oceanica metamorfica (calescisti, ofioliti).
    Con la diminuzione e la cessazione dei sovrascorrimenti durante l'orogenesi appenninica, si formarono bacini di sedimentazione con Depositi Epiliguri (marne e calcareniti).
    Nelle fasi più recenti si verificarono invasioni marine dei margini meno elevati della catena, denominate successioni dei bacini neoautoctoni e mai coinvolte nei fenomeni di sovrascorrimento tra domini e unità strutturali; in seguito si formarono bacini subsidenti all'interno della catena favorevoli ai futuri ambienti fluvio-lacustri.
    Contemporaneamente si verificarono anche intrusioni magmatiche subvulcaniche acide (Isola d'Elba, Isola del Giglio e Isola di Montecristo) e manifestazioni vulcaniche piroclastiche effusive (Isola di Capraia, Monte Amiata e Area del Tufo).
    Le oscillazioni eustatiche e le ulteriori fasi di assestamento della catena hanno portato i livelli di fiumi e laghi ai valori attuali; i depositi alluvionali completano e chiudono la storia geologica della regione.

    Demografia

    La Toscana conta più di tre milioni e mezzo di abitanti che rappresentano circa il 6% della popolazione italiana, con una densità di circa 163 abitanti per km² che risulta inferiore rispetto alla media nazionale.
    Poco più del 10% della popolazione toscana risiede nel capoluogo regionale e circa un terzo del totale regionale nell'area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia che si sviluppa senza soluzioni di continuità nella corrispondente conca intermontana. Altre zone densamente popolate sono, in ordine decrescente, l'area pisana e il Valdarno inferiore, l'area livornese, la fascia costiera della provincia di Massa e Carrara e della Versilia, la Valdinievole e la Piana di Lucca ed infine la zona del Valdarno superiore tra Arezzo e Firenze.
    Al contrario, l'intera area appenninica (dalla Lunigiana e Garfagnana fino al Casentino), la Maremma grossetana, le Colline Metallifere, il Monte Amiata e la zona a sud di Siena comprendente la Val d'Orcia e le Crete senesi con il Deserto di Accona risultano essere i territori con la minore densità abitativa.

    Storia

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    Leonardo da Vinci
    La storia della Toscana abbraccia un lunghissimo periodo di tempo, che spazia dalla preistoria ai giorni nostri, risultando fondamentale dal Medioevo in poi per la nascita della lingua italiana.
    Le prime tracce certe della presenza umana risalgono al II millennio a.C., grazie al rinvenimento di resti di villaggi su palafitte risalenti all'età del bronzo e quella del ferro, venuti alla luce in varie zone della regione. Tra il X e l'VIII secolo a.C., l'età del ferro trova la sua massima espressione nella civiltà villanoviana.
    Verso il IX secolo a.C. appaiono le prime testimonianze della presenza, in tutto il territorio dell'Italia Centrale, della popolazione etrusca. I Rasna o Rasenna, come secondo la maggior parte degli storici si chiamavano tra loro, dominarono il territorio per molti secoli, ed è da essi, che l'attuale regione prese il nome di Etruria. Il culmine dello splendore della civiltà etrusca fu raggiunto attorno al VI secolo a.C., con possedimenti che andavano dalla zona settentrionale della Pianura Padana alla Campania: furono costruite strade, tra le quali si sono ben conservate le Vie Cave (tra Sovana, Pitigliano e Sorano), realizzarono un maestoso complesso sacro termale in località il Bagnone a Sasso Pisano, vennero bonificate alcune paludi ed edificate importanti città toscane, come Pisa (secondo la leggenda - ed è ancora da considerarsi tale - fondata dal popolo greco dei Pisani, e quindi città e porto greco, naturalizzato etrusco), Arezzo, Chiusi, Volterra, Populonia, Vetulonia e Roselle, oltre all'ultima importante scoperta, ancora anonima, sorta in prossimità di Prato. II livello di civiltà raggiunto da questo grande popolo è testimoniato dalle interessanti similitudini - inconsuete per il Mediterraneo del tempo- tra i diritti degli uomini e quelli delle donne e ponendo fondamentali basi per l'urbanistica romana.
    Nel III secolo a.C. gli Etruschi furono sconfitti dalla potenza militare di Roma e, dopo un primo periodo di prosperità, dovuto allo sviluppo dell'artigianato, dell'estrazione e della lavorazione del ferro, dei commerci, tutta la regione decadde economicamente, culturalmente e socialmente. I Romani, che si insediarono presso le preesistenti località etrusche, fondarono anche nuove città come Fiesole, Florentia e Cosa, attualmente una delle meglio conservate con le mura, il foro, l'acropoli e il capitolium, sorto originariamente come Tempio di Giove, oltre ad avere una propria monetazione.
    Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente la regione passò attraverso le dominazioni ostrogota e bizantina, prima di divenire oggetto di conquista da parte dei Longobardi (569), che la eressero a ducato con sede a Lucca (Ducato di Tuscia). Con la caduta dei Longobardi per opera di Carlo Magno, il ducato divenne contea e successivamente marchesato di Lucca (Marca di Tuscia). Nell'XI secolo il Marchesato passò agli Attoni, grandi feudatari Canossiani, che possedevano anche Modena, Reggio Emilia e Mantova. A quella famiglia apparteneva la famosa Contessa Matilde di Canossa, nel cui castello avvenne l'incontro fra il papa Gregorio VII e l'imperatore di Germania, Enrico IV. Proprio in questo periodo iniziò a svilupparsi in tutta la regione il fenomeno dell'incastellamento.
    Nell'XI secolo Pisa divenne la città più potente e importante della Toscana, con l'estensione del dominio della Repubblica Marinara a quasi tutta la Toscana tirrenica, alle isole dell'Arcipelago Toscano e alla Sardegna e Corsica. A sud è presente il dominio degli Aldobrandeschi, importante casata di origine longobarda, che controllava la parte meridionale delle attuali province di Livorno e Siena, oltre all'intera provincia di Grosseto, al territorio del monte Amiata, fino all'Alto Lazio, entrando spesso in conflitto con il Papato, fino all'emergere della città di Siena, che più tardi entrerà in competizione con Firenze.
    Attorno al XII secolo inizia il periodo dei liberi Comuni, e Pistoia diventa il primo comune in Italia, con lo Statuto dei consoli del Comune di Pistoia. Nascono le prime forme di democrazia partecipativa e le associazioni di arti e mestieri, che fecero della Toscana un irripetibile esempio di autonomia culturale, sociale ed economica.
    Tra la fioritura delle varie città toscane si vede la città di Lucca divenire un centro molto ricco e prosperoso grazie alla produzione tessile ed al commercio della seta, oltre che ad essere un importante meta nella Via Francigena. Fra le città della regione si impone ben presto, per motivi culturali ed economici ma anche militari, il Comune di Firenze.

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    Cosimo I de' Medici,
    Granduca di Toscana
    Grazie a numerosi letterati e artisti, tra il Trecento e il Quattrocento la Toscana, ed in particolare la città di Firenze, diedero un determinante contributo al Rinascimento Italiano. Divenuta entità politicamente autonoma a partire dal XII secolo la Toscana si frammentò anch'essa in una miriade di stati tra i quali la Repubblica di Firenze e la Repubblica di Siena erano le più importanti. La fioritura dei commerci portò in alcune città della regione alla nascita delle banche (Firenze e Siena in primis). L'unificazione toscana sotto un'unica città iniziò con la politica espansionistica fiorentina già nel XIV secolo, quando la repubblica iniziò a fagocitare i territori toscani in successione, frenata solamente dalla repubblica di Siena, che a sua volta annetteva quasi tutti i territori della Maremma e del monte Amiata, e dalla Repubblica di Lucca. Durante il XV secolo salì al potere la famiglia Medici che, come le maggiori famiglie fiorentine, si era arricchita con le banche ed aveva ottenuto rilevanza politica nelle istituzioni repubblicane a partire dalla metà del Quattrocento, con Cosimo il Vecchio. A partire da Lorenzo il Magnifico il potere mediceo si consolidò (a parte due interruzioni repubblicane dal 1498 al 1502 e dal 1512 al 1530), e Cosimo de' Medici ottenne il titolo prima di Duca di Toscana, poi nel 1569 quello di Granduca di Toscana. In questo momento tutta l'area toscana, eccetto Lucca che rimase una repubblica autonoma, Piombino che costituiva un principato a sé stante, e l'area di Orbetello e Monte Argentario collocata nello Stato dei Presidii, era sotto la signoria fiorentina essendo caduta la repubblica di Siena nel 1555 nelle mani degli ispano-fiorentini che dal 1557 ne ebbero la sovranità.
    La famiglia Medici continuò a regnare sopra la Toscana ininterrottamente fino al 1737. L'ultimo granduca della famiglia fu Gian Gastone de' Medici che non ebbe eredi, mentre l'ultima della famiglia, Anna Maria Luisa, elettrice Palatina, si occupò del Granducato dalla morte del fratello e riuscì grazie alla sua lungimiranza a fare sì che l'immenso patrimonio artistico che era nei secoli divenuto patrimonio della famiglia non potesse essere portato via da Firenze nemmeno dai futuri regnanti che il Granducato avrebbe avuto.
    Il Granducato di Toscana, alla morte di Gian Gastone, passò alla famiglia dei Lorena, in particolare a Francesco Stefano di Lorena, già marito di Maria Teresa d'Asburgo, imperatrice d'Austria. Egli non mise mai piedi né in Toscana né a Firenze, e ne lasciò l'amministrazione al figlio Pietro Leopoldo. La più importante innovazione voluta dai Lorena, proprio grazie a Pietro Leopoldo, fu l'abolizione (per 4 anni, fino al 1790 quando fu ripristinata) della pena di morte nel Granducato di Toscana, per l'epoca una innovazione di non poco rilievo. Il provvedimento entrò in vigore il 30 novembre 1786 e, prendendo spunto da questo, è stata istituita in tempi recenti la Festa della Toscana, che si tiene ogni anno nel giorno di tale anniversario.
    L'unica interruzione alla sovranità lorenense fu la parentesi napoleonica che durò fino al 1814, quando sul serenissimo trono granducale fu restaurato Ferdinando III figlio di Pietro Leopoldo. Lucca e Piombino invece riuscirono a mantenere una certa autonomia col governo di Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, durante il Principato di Lucca.
    Napoleone portò in Italia, e quindi anche in Toscana, che fu annessa alla Francia, l´idea moderna di "nazione" (concetto nato con la rivoluzione industriale). Anche per reazione al nazionalismo francese, infatti, si ebbe anche in Toscana la nascita del pensiero nazionalista, che inventò l´idea di una "nazione italiana" che aveva nella Toscana il suo centro motore: i "grandi toscani" divennero "grandi italiani" e Dante, Petrarca, Boccaccio, ma anche Niccolò Machiavelli e Galileo Galilei, vennero "arruolati" come simboli di una "Italia" da far "rinascere" a nuova vita, insieme a tutti i suoi valori di "libertà" comunale, creatività e indipendenza.
    Fu così che la Toscana divenne uno dei centri più importanti del movimento indipendentista e risorgimentale italiano. Coscienti della peculiarità, per non dire superiorità, della loro patria, i leader del movimento risorgimentale toscano si impegnarono a fondo per l'indipendenza dell´Italia.
    Lo stesso ultimo granduca regnante, Leopoldo II di Toscana, e l´ultimo primo ministro toscano, Bettino Ricasoli, furono, in tempi e modalità diversi, convinti che nell'Unità d´Italia, la Toscana avrebbe potuto meglio mantenere e sviluppare la propria identità etnica, usando un termine più moderno.
    Insomma, la Toscana, che aveva una sua etnia ben definita dai tempi antichi (basti vedere la storia del nome, che non è un latinismo - come "Italia", che non era un italianismo, altrimenti sarebbe stato "Itaglia" - ma lo sviluppo dell´etnonimo antichissimo di Etruria), preferì "investire" nel progetto "italianista" così che nel XIX secolo darà in dote al giovanissimo Regno d'Italia il suo immenso patrimonio culturale ed ideale, e per alcuni anni anche la capitale.
    L'ultimo Granduca della Toscana fu il figlio di Ferdinando, Leopoldo II, che regnò fino all'ingresso del territorio toscano nel nascente stato unitario italiano. Il periodo lorenense fu per la Toscana un periodo illuminato, a partire dal governo di Pietro Leopoldo (che riformò l'ordinamento giudiziario), fino all'ultimo granduca che ottenne risultati molto positivi, con la costruzione delle prime ferrovie, la creazione del catasto e la bonifica della Maremma.
    Dopo le rivoluzioni del 1848-1849, il ritorno di Leopoldo venne tuttavia supportato da una guarnigione austriaca che gli alienò le simpatie popolari. Nel 1859, quando la Toscana stava per entrare nel regno dell'Italia del Nord, non si oppose in maniera tenace alla sua destituzione, ma partì da Firenze lasciandola pacificamente nelle mani dei rivoluzionari. La curiosa espressione usata nell'occasione, dato che era iniziata la rivolta alle cinque del mattino, fu che alle sei dello stesso mattino, quando il granduca partì da Firenze, la rivoluzione se ne andò a fare colazione. Il passaggio dal Granducato di Toscana allo Stato Unitario Italiano fu frutto di un'incruenta rivoluzione.
    Nel 1847 la Toscana è completamente unificata con l'entrata del Ducato di Lucca nel Granducato di Toscana a non molti anni dall'Unificazione col Regno d'Italia.
    Nei giorni 11-12 marzo 1860 fu celebrato un plebiscito, che confermò l'unione della Toscana alla monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II. I risultati del voto furono proclamati a Firenze il 15 marzo 1860 da Enrico Poggi, uno dei ministri del Governo Provvisorio Toscano. La Toscana fu così annessa al Regno di Sardegna e quindi al nascente Regno d'Italia.

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    Targa commemorativa plebiscito
    marzo 1860 annessione Toscana
    al Regno d'Italia
    (a Campiglia Marittima)
    L´unione al Piemonte era vista dalla classe dirigente moderata toscana (con a capo personalità di spicco come Bettino Ricasoli e Gino Capponi) come la via migliore per valorizzare le peculiarità toscane, le libertà cittadine, preservare il potere delle aristocrazie dall´invadenza modernizzatrice dei sovrani lorenesi. L´idea, infatti, dei moderati toscani era quella di costituire una specie di federazione con le altre terre italiane. Non è un caso quindi che nei primi anni di Unità, in Toscana ci fu un forte movimento federalista e autonomista che unì tutti coloro che - dai cattolici, ai garibaldini, agli ex-mazziniani, dai codini e legittimisti ai democratici, dai cattolici agli autonomisti - si opponevano al centralismo amministrativo piemontese e auspicavano un assetto federale dello Stato. Tale partito (tra i cui esponenti si ricordano Giuseppe Montanelli, l'allievo di Carlo Cattaneo, Alberto Mario, Luigi Castellazzo, Giuseppe Mazzoni, Clemente Busi, Eugenio Alberi, Padre Bausa O.P., Luigi Alberti, Giuseppe Corsi, l'arcivescovo di Pisa Cosimo Corsi, ecc.) rappresentò la più importante alternativa al partito moderato-liberale del governo unitario (tra i cui esponenti c'era Bettino Ricasoli), ed ebbe alcune riviste di un certo prestigio come La Nuova Europa (federalista-democratico), La Patria e Firenze (federalista-cattolici).
    La storia della Toscana si identifica, da questo momento, con quella dello Stato Italiano, di cui fa parte, pur conservando una sua specificità che la distingue da tutte le altre regioni.
    In attesa del trasferimento della capitale a Roma, cosa che avvenne dopo la conquista savoiarda della città nel 1870, Firenze ospitò il governo della nazione per cinque anni. Nel contesto degli avvenimenti contestativi post-unificazione è stata inserita dagli storici l'avventura mistico-rivoluzionaria di David Lazzaretti, un predicatore che riuscì a muovere le folle della zona del monte Amiata e della Toscana meridionale in nome di una alternativa religiosa e sociale, a fronte non tanto dei nuovi assetti nazionali, ma soprattutto della fragilità sociale di quel territorio e del declino dei costumi del clero romano. Per aver organizzato una processione su Arcidosso, in cui le istituzione e la borghesia di allora paventavano assalti alla proprietà privata come prodotto di un socialismo che allora era solo agli albori, venne ucciso dalla forza pubblica nel 1878.
    Durante la Resistenza la Toscana fu teatro di una feroce e violenta guerra tra le brigate partigiane, appoggiate da buona parte della popolazione (da sempre impegnata nelle lotte sindacali e antifasciste) e l'esercito tedesco appoggiato dalle squadre fasciste. Stragi come Sant'Anna di Stazzema ricordano quanto sia stato grande il contributo dei Toscani alla Guerra di Liberazione e quanto sangue sia stato versato senza batter ciglio, pur di liberare il territorio dall'occupazione nazista.

    Centri artistici

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    Il centro storico di Cortona

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    L'imponente facciata di
    Palazzo Pitti a Firenze

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    Il Castello di Piombino

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    Piazza del Duomo
    a Pietrasanta

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    Chiesa di Santa Maria
    della Spina sul
    Lungarno a Pisa

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    Il centro storico
    di Serravalle Pistoiese

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    Centro per l'arte contemporanea
    Luigi Pecci di Prato, uno dei più
    importanti d'Italia e d'Europa
    La Toscana è universalmente nota per la sua grandissima ricchezza di monumenti e opere d'arte: celebri in tutto il mondo sono le città di Firenze, Pisa, Siena e Lucca, e meno note ma non per questo "seconde" ai centri sopra citati quanto a ricchezza monumentale sono i centri di Arezzo, Carrara, Pistoia e Prato; infine, praticamente "inedite" al turismo seppur caratterizzate da monumenti di pregio sono le città di Livorno, Grosseto e Massa.
    Non da meno sono i moltissimi centri minori, alcuni dei quali vere e proprie città storiche perfettamente conservate, custodi di opere d'arte di inestimabile valore come:
    Provincia di Arezzo
    • Cortona: testimonianze di epoca etrusca, monumenti medievali, rinascimentali e barocchi
    • Lucignano: borgo medievale ancora interamente cinto da mura, monumenti medievali e rinascimentali
    • Sansepolcro: monumenti di epoca medievale e rinascimentale, casa di Piero della Francesca
    • Castiglion Fiorentino: borgo medievale e annessa cinta muraria, testimonianze di epoca etrusca, nella frazione di Montecchio Vesponi castello medievale
    • Poppi: castello dei Conti Guidi
    Provincia di Firenze
    • Fiesole: testimonianze etrusco-romane, monumenti di epoca medievale e rinascimentale
    • Certaldo: centro storico di origine medievale
    Provincia di Grosseto
    • Massa Marittima: monumenti di epoca medievale e rinascimentale
    • Orbetello: testimonianze etrusco-romane e monumenti di epoca medievale, tardorinascimentale e barocca
    • Pitigliano: testimonianze preistoriche ed etrusche, monumenti medievali, rinsacimentali e barocchi
    • Roselle: antica città etrusca
    • Sorano: testimonianze preistoriche ed etrusche, monumenti medievali e rinascimentali
    • Sovana: testimonianze preistoriche ed etrusche, monumenti medievali e rinascimentali
    Provincia di Livorno
    • Bolgheri: monumenti medievali, tardobarocchi e neomedievali
    • Campiglia Marittima: testimonianze etrusche, centro storico medievale
    • Piombino: monumenti medievali e tardorinascimentali
    • Populonia: testimonianze etrusche, monumenti medievali
    • Suvereto: borgo medievale
    Provincia di Lucca
    • Barga: testimonianze preistoriche, monumenti medievali e barocchi
    • Castelnuovo di Garfagnana: centro storico di origini medievali
    • Castiglione di Garfagnana: centro storico di origini medievali
    • Pietrasanta: monumenti medievali, rinascimentali e moderni, nella capitale internazionale della scultura, dove vivono numerosi artisti contemporanei
    • Viareggio: capitale del Liberty
    • Villa Basilica: monumenti medievali
    Provincia di Massa e Carrara
    • Aulla: importante crocevia tra le vie di comunicazione che conducono ai passi della Cisa e del Cerreto
    • Fivizzano: pregevole centro medievale e barocco
    • Fosdinovo: centro medievale
    • Pontremoli: centro preistorico, romano con impianto medievale e pregevoli monumenti barocchi
    Provincia di Pisa
    • Calci: certosa monumentale e musei
    • Lari: Castello medievale e artigianato
    • Peccioli: monumenti medievali e musei
    • San Giuliano Terme: parco termale e ville rinascimentali
    • San Miniato: monumenti medievali e musei
    • Sasso Pisano: Parco delle fumarole (manifestazioni geotermiche), scavi etruschi e romani il Bagnone, monumenti medievali, sorgenti termali
    • Vicopisano: monumenti medievali e rinascimentali
    • Volterra: testimonianze preistoriche ed etrusco-romane, monumenti medievali e rinascimentali
    Provincia di Pistoia
    • Pescia: monumenti medievali, rinascimentali e barocchi
    • Quarrata: Villa medicea La Magia
    • Montecatini Terme: terme e palazzi in stile liberty, la parte antica Montecatini Alto è un'ottima testimonianza di borgo medievale
    • Larciano: antico borgo murato del Montalbano
    • Collodi: borgo medievale, paese natale di Carlo Collodi, autore di Pinocchio.Pregevole la Villa Garzoni in stile barocco
    • Serravalle Pistoiese: centro medievale
    • Montevettolini: paese medievale, villa medicea
    Provincia di Prato
    • Carmignano: Villa medicea di artimino
    • Carmignano: Necropoli etrusca di Prato Rosello
    • Carmignano: Tomba etrusca di Boschetti
    • Carmignano: Tumulo di Montefortini
    • Poggio a Caiano: Villa Medicea di Poggio a Caiano
    Provincia di Siena
    • San Gimignano: patrimonio dell'Unesco, è un piccolo centro "cristallizzato" nell'edilizia duecentesca, con quattordici torri medievali che svettano tutt'oggi e un notevole corredo artistico (affreschi, chiese monumentali, opere d'arte) che testimonia il suo passato di luogo d'incontro tra la tradizione senese e fiorentina
    • Pienza: altro patrimonio dell'Umanità, è una delle pochissime "città ideali" rinascimentali d'Europa
    • Colle di Val d'Elsa: centro storico medievale molto ben conservato, monumenti rinascimentali e testimonianze paleocristiane ed etrusco-romane
    • Montepulciano: monumenti medievali, rinascimentali e barocchi
    • Montalcino: centro storico medievale
    • Chiusi: testimonianze etrusco-romane, monumenti paleocristiani e medievali
    • Monteriggioni: borgo medievale dalla straordinaria cinta muraria citata da Dante

    Storia dell'arte toscana

    Epoca preistorica e etrusca

    La zona di Pontremoli (e la vicina Luni) furono il cuore dell'antichissima civiltà delle Statue stele, nel III millennio a.C. Numerosi sono anche i ritrovamenti della civiltà villanoviana.
    L'Etruria fu il cuore della civiltà etrusca e comprendeva quasi l'intero territorio della Toscana attuale. Delle ricche e fiorenti città etrusche meridionali restano oggi straordinari reperti soprattutto nella zone della Maremma, del litorale livornese, dell'entroterra senese e grossetano. Di eccezionale importanza sono le necropoli etrusche degne di nota, come Sovana, Vetulonia e Populonia. Anche nella Toscana settentrionale esistevano numerosi insediamenti, ma più isolati. Tra questi Pisa, con il Tumulo del Principe etrusco, Sasso Pisano, Fiesole, Volterra, Cortona, Carmignano (Prato) con le tombe etrusche di Montefortini, di Boschetti, e la necropoli di Prato Rosello. Recente è la scoperta di una città etrusca a Gonfienti, presso Prato, probabilmente il principale centro di scambio fino alla fine del V secolo a.C. con l'area padana.
    Tra i più importanti reperti etruschi rinvenuti, il Disco di Magliano è stato di fondamentale importanza per la codifica della lingua etrusca.

    Epoca romana

    In epoca romana venne fondata Florentia e prosperarono numerose città, come Pisa, Pistoia, Arezzo, Volterra, Fiesole e Roselle. Tra gli scavi di epoca romana particolare importanza ha quello della colonia di Cosa, una delle meglio conservate risalente ai primi anni della Repubblica.

    Arte paleocristiana

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    Michelangelo, la Pietà.
    Firenze, Museo dell'Opera
    del Duomo
    A partire dalla tarda antichità la Toscana visse una sorta di "eclisse", un lungo periodo di cui ci sono rimaste scarsissime tracce artistiche, anche perché sistematicamente demolite nei secoli successivi. Per questo le poche architetture superstiti hanno un valore straordinario come il Duomo di Chiusi o la cripta della chiesa di San Baronto. La città più importante a quell'epoca era Lucca, attraversata dalla via Francigena, ma i resti paleocristiani o altomedievali sono anche qui rari, a parte un inestimabile patrimonio librario antichissimo.

    Medioevo
    Nel Medioevo in molti comuni toscani vennero realizzate grandiose piazze con cattedrali, basiliche ed imponenti palazzi pubblici e vie con pregevoli edifici privati. La prima città a godere di questo straordinario sviluppo fu la repubblica marinara di Pisa, seguita a ruota da Lucca, Firenze, Prato e Siena. Il romanico pisano ha lasciato straordinarie cattedrali, influenzando molte altre zone del Mediterraneo. Nelle aree rurali si svilupparono caratteristici borghi, castelli e fortificazioni e vennero costruite numerose pievi e abbazie.
    A partire dal XIII secolo anche la scultura riscoprì una dimensione monumentale, con maestri come Nicola Pisano, Giovanni Pisano e Arnolfo di Cambio. Alla fine del secolo la pittura sembrava arretrata di un divario incolmabile rispetto alle altre forme d'arte, ancora ancorata alla tradizione bizantina. Pian piano i maestri pisani e lucchesi si allontanarono dai modelli orientali, ma fu con Cimabue e soprattutto con Giotto che la pittura fece passi da gigante, riscoprendo valori ormai tramontati da secoli come lo spazio reale, il realismo, la narrazione, la creatività: a partire da questa rivoluzione trovò una nuova strada tutta l'arte occidentale.
    Il gotico venne recepito con alterne vicende in Toscana: se a Siena nacque una scuola aggiornatissima ai modelli cortesi transalpini, con maestri come Duccio di Boninsegna, i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti e Simone Martini, a Firenze pesò più un retaggio classicista, che da lì a pochi anni sarebbe fiorito nel Rinascimento.

    Rinascimento

    Il Rinascimento si sviluppò a partire da Firenze e dalla Toscana, diffondendosi successivamente anche nel resto d'Italia e d'Europa; inteso come recupero dei modelli classici, iniziò con un rinnovato interesse dei grandi come Petrarca e Boccaccio.
    In seguito si diffuse anche alle arti visive, recuperando una linea "classica" che ha attraversato il romanico e che ha impedito l'affermarsi pieno del gotico. Mentre Filippo Brunelleschi "scopriva" le regole della prospettiva matematica, pittori come Masaccio proponevano figure vivide come non mai, straziate dal sentimento e dal volume reale dei corpi. In architettura si semplificò alla ricerca di forme "pure", solenni e razionali, dimostrando come l'ingegno umano potesse creare anche opere inverosimili, come la mastodontica cupola di Santa Maria del Fiore. Iniziò una rivoluzione stimolata dal mecenatismo di una classe di mercanti e banchieri dotata di grande cultura e di ingentissimi mezzi economici. Botticelli, Piero della Francesca, Donatello, Lorenzo Ghiberti, sono solo alcuni dei "geni" toscani del XV secolo.
    In quest'epoca vennero realizzate grandi opere caratterizzate da elementi stilistici completamente innovativi, come le basiliche di San Lorenzo e di Santo Spirito a Firenze, la Cattedrale e Palazzo Piccolomini a Pienza, la chiesa di san Biagio a Montepulciano.
    Il culmine si raggiunse tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, con i più grandi maestri di sempre a Firenze: Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio (che pure era marchigiano, ma lavorò anche in Toscana in quegli anni)
    Mentre il Rinascimento si avviava a forme sempre più complesse, gli sconvolgimenti fiorentini legati a Savonarola e alla cacciata dei Medici produssero una battuta di arresto che sconvolse il mondo dell'arte: mentre alcuni artisti vivevano una profonda crisi, altri cercavano fortuna in nuove città, diffondendo le conquiste del Rinascimento in tutta Europa: Leonardo a Milano e in Francia; Michelangelo a Roma; Jacopo Sansovino a Venezia, eccetera.

    Manierismo

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    Palazzo della Carovana a Pisa
    L'impatto dei grandissimi maestri del Rinascimento produsse nella generazione successiva uno stimolo all'imitazione, che si tradusse poi, nei migliori artisti, nella ricerca di qualcosa di "diverso", che prescindesse ormai la realtà astraendola in qualcosa di più originale, complesso e capriccioso. Se da una parte l'arte della nuova corte granducale produceva opere belle ma un po' convenzionali (si pensi agli artisti della cerchia di Giorgio Vasari), dall'altro nascevano le prime irrequietudini, le prime "avanguardie", con artisti originalissimi (e spesso incompresi) come Benvenuto Cellini, Jacopo Pontormo e Rosso Fiorentino.
    La scena architettonica subiva invece un continuo sviluppo, con grandi cantieri in tutta la regione spinti dalla volontà del Granduca di manifestare la propria potenza e la propria supremazia politica: a Firenze l'antico centro della politica repubblicana veniva stravolto dalla ristrutturazione di Palazzo Vecchio e dalla costruzione degli Uffizi; a Pisa nasceva piazza dei Cavalieri per l'ordine di Santo Stefano, a Livorno nasceva una nuova città portuale dotata di aggiornatissime fortificazioni. Il potere si manifestava anche attraverso altre opere, come la rete delle ville medicee, completata dall'estro di Bernardo Buontalenti.

    Porta San Pietro a Lucca

    L'unica zona a restare indipendente fu Lucca, che sebbene vedesse la sua importanza ridimensionata rispetto al Medioevo, costruì uno dei più belli e meglio conservati sistemi di fortificazione dell'epoca, proprio nella paura di un attacco degli invadenti fiorentini. Le mura di Lucca risultano ancora oggi una delle meglio conservate cerchie murarie e trovano un esempio simile, seppur a perimetro ridotto, nelle mura di Grosseto che furono completamente ristrutturate nella seconda metà del Cinquecento su progetto di Baldassarre Lanci.

    Barocco

    La tradizione rinascimentale e manierista fiorentina e toscana, glorificata da opere come Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori di Giorgio Vasari (il primo trattato di storia dell'arte dai tempi di Pausania), impedì di fatto il radicarsi delle estrosità del barocco romano per quasi tutto il XVII secolo.
    La Toscana non fu immune al barocco, che fu invece caratterizzato dalla misura e dalla sobrietà, e una certa tradizione di storici dell'arte ne sminuì l'importanza fino a tutta la metà del XX secolo. Oggetto quindi di una recente riscoperta, l'arte toscana tra Sei e Settecento, raggiunse alcuni vertici nei capolavori sfarzosi come la Cappella dei Principi a Firenze o come le ville lucchesi, ma fu importante anche l'arricchirsi del tessuto urbano di un po' tutte le città di opere minori rispondenti al nuovo gusto scenografico, che entrarono a far parte nell'immagine della regione. Si ricorda l'arte della dinastia dei Nasini, che da Castel del Piano, sul Monte Amiata, estesero la loro produzione, più finalizzata alla devozione che non alla fastosità, in numerosi centri del grossetano e del senese.

    Settecento e Ottocento

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    Giovanni Fattori, Bestiame al pascolo
    Nel Settecento, in architettura prosegue la costruzione di impianti sobri ed equilibrati di gusto barocco, anche se numerose sono le ristrutturazioni di edifici già esistenti, come la facciata della chiesa di San Marco a Firenze. La seconda metà del secolo volge verso temi più marcatamente neoclassici: Gaspare Paoletti sarà capostipite di una serie di architetti attivi nel granducato fino agli anni quaranta dell'Ottocento, quali Luigi de Cambray Digny e Pasquale Poccianti. Accanto agli imponenti restauri per Palazzo Pitti e la Villa di Poggio Imperiale si registra la costruzione di edifici monumentali come il Cisternone di Livorno. Nel neogotico emerge il nome di Alessandro Gherardesca.
    Nella scultura, la prima metà del Settecento è caratterizzata ad esempio dall'opera di Giovanni Battista Foggini; successivamente, col neoclassicismo, si affermano soprattutto i nomi di Lorenzo Bartolini e del senese Giovanni Duprè, che svilupparono i modelli offerti da Canova, cercando una mediazione tra "verismo" e "purismo". La pittura offre i suoi spunti più interessanti nell'Ottocento, con le opere di scuola macchiaiola di Giovanni Fattori e altri, che anticiparono le inquietudini coloristiche dell'impressionismo francese.

    Novecento

    Nel Novecento la Toscana ebbe un'importante stagione Liberty, con alcuni vertici in luoghi a forte sviluppo urbanistico come Grosseto, Bagni di Lucca, Montecatini Terme, Viareggio, Castiglioncello e Marina di Pisa.
    Più diffusa su tutto il territorio regionale fu l'architettura razionalista, con alcuni capolavori a livello internazionale come la stazione di Firenze Santa Maria Novella o lo stadio Artemio Franchi di Pier Luigi Nervi.
    Nel dopoguerra si imposero in architettura i nomi di alcuni architetti di fama internazionale, come Italo Gamberini, Leonardo Savioli, Leonardo Ricci, ma fu soprattutto Giovanni Michelucci, a imporre uno stile in chiave moderna, funzionale, dall'estetica asciutta ma anche emozionante e riconoscibile. Opere come la chiesa dell'Autostrada del Sole sono tra le realizzazioni più significative del secolo in Toscana, declinata in innumerevoli imitazioni e omaggi.Tra i pittori vanno ricordati Amedeo Modigliani (morto nel 1920), Ottone Rosai e Giuseppe Viviani.

    Patrimoni dell'umanità UNESCO

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    Monumenti di Piazza
    dei Miracoli a Pisa
    L'Italia è la nazione che al mondo può vantare il maggior numero di siti iscritti nella lista del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. In Italia è la Toscana la regione italiana, dopo la Lombardia (che però ne condivide quattro su nove con altre regioni italiane e nazioni straniere) a vantarne, al 2013, il maggior numero: ben sette, e tutti esclusivamente all'interno del territorio toscano.

    I siti sono:
    • Centro storico di Firenze, 1982
    • Piazza del Duomo, Pisa, 1987
    • Centro storico di San Gimignano, 1990
    • Centro storico di Siena, 1995
    • Centro storico della città di Pienza, 1996
    • Val d'Orcia, 2004
    • Ville medicee, 2013

    Case rurali

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    La Fattoria granducale di Alberese
    La campagna toscana è nota nel mondo per i caratteristici insediamenti rurali sparsi, legati a poderi mezzadrili, che in passato assicuravano lavoro per tutto l'anno agricolo a tutti coloro che vi abitavano.
    In epoca medievale, alcuni agglomerati rurali furono i precursori di piccoli borghi, che si sono ben conservati fino ai giorni nostri, epoca in cui hanno conosciuto un'ulteriore valorizzazione. Tali esempi si ritrovano principalmente nelle aree pianeggianti e collinari interne della Toscana centro-settentrionale.
    Tra il periodo rinascimentale e quello barocco, sorsero numerose fattorie fortificate, dette grange, soprattutto nelle zone centro-meridionali della regione, presso le quali veniva costruita l'immancabile cappella padronale.
    Dal Settecento in poi, la bonifica della Maremma e, più in generale, delle pianure costiere diede un ulteriore impulso allo sviluppo di case rurali, soprattutto in prossimità delle aree costiere centro-meridionali, ove vi era l'esigenza di rendere coltivabili le nuove terre strappate alle preesistenti aree paludose: anche in questo caso venivano spesso costruite piccole cappelle presso le fattorie e le case coloniche, dove i sacerdoti delle parrocchie di competenza si recavano periodicamente a celebrare le funzioni religiose.
    Le case coloniche, molto spesso isolate, costituiscono pertanto uno degli elementi che contraddistinguono il paesaggio toscano, come ad esempio quello della val d'Orcia, reso dolce e suggestivo dai famosi filari di cipresso.
    La casa rurale presenta generalmente costruzioni in muratura, molto spesso su due piani, con il tetto rivestito dai tipici laterizi toscani. In base alle funzioni svolte, le case rurali possono presentarsi con un unico fabbricato che in passato comprendeva sia l'abitazione al piano superiore che il rustico al pian terreno (tipologia residenziale), oppure con un edificio principale adibito ad abitazione e una o più strutture distaccate adibite a rustici ed annessi vari (tipologia aziendale).
    Ogni zona della Toscana si caratterizza per le proprie varianti tipiche, come l'aretina, senese, fiorentina, lucchese, pistoiese, pisana e maremmana. Le diverse varianti residenziali presentano comunque il fabbricato generalmente di pianta rettangolare, talvolta con scala esterna che conduceva all'abitazione principale del piano superiore.

    Ville e dimore medicee

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    Villa La Petraia,
    Firenze
    « Ma se chieggio
    Di Lappeggio
    La bevanda porporina
    Si dia fondo alla cantina »

    (Giovan Battista Fagiuoli, Rime Piacevoli)

    Le ville medicee sono dei complessi architettonici rurali venuti in possesso in vari modi alla famiglia Medici tra il XV ed il XVII secolo nei dintorni di Firenze, Prato e nel resto della Toscana. Oltre che luoghi di piacere e svago, le ville rappresentavano la dimora periferica sul territorio amministrato dai Medici, oltre al centro delle attività economiche agricole dell'area in cui si trovavano. Per ville medicee si intendono convenzionalmente quelle edificate dai Medici.
    Le prime ville medicee sono quelle di aspetto fortificato nel Mugello, zona della quale erano originari i Medici; nei secoli successivi vennero costruite molte altre dimore sparse un po' su tutto il territorio del Granducato. Il sistema delle ville medicee costituisce un vero e proprio microcosmo attorno al quale si svolgevano i rituali della corte; le dimore esprimono al massimo l'alto livello di architettura rinascimentale e barocca raggiunto in Toscana, permettendo confronti sull'evoluzione degli stili, differenziandole notevolmente dalle più "semplici" case rurali toscane.
    Con l'estinzione della casata medicea, tutte le proprietà passarono ai Lorena nel corso del Settecento.

    Letteratura

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    Statua di Dante, Galleria
    degli Uffizi a Firenze

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    Teatro alla Pergola,
    Firenze
    « Dolce paese, onde portai conforme
    l'abito fiero e lo sdegnoso canto
    e il petto ov'odio e amor mai non s'addorme,
    pur ti rivedo, e il cuor mi balza in tanto.
    Ben riconosco in te le usate forme
    con gli occhi incerti tra il sorriso e il pianto,
    e in quelle seguo dei miei sogni l'orme
    erranti dietro il giovanile incanto. »

    (Giosuè Carducci, Traversando la maremma toscana)

    La Toscana ha dato i natali, nel corso dei secoli, a numerosi esponenti di spicco della letteratura italiana.
    In epoca medievale Guido Cavalcanti, Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi e Cino da Pistoia contribuirono al diffondersi del Dolce Stil Novo, che conobbe una notevole evoluzione grazie a Dante Alighieri, autore di opere in lingua latina e volgare, tra le quali spicca certamente la Divina Commedia. Le traduzioni duecentesche di Andrea da Grosseto, tra le quali spiccano quelle dei Trattati di Albertano da Brescia, diedero un notevole contributo allo sviluppo e alla diffusione della lingua volgare anche in campo letterario. Un'attenzione a parte meritano le opere del senese Cecco Angiolieri che, a cavallo tra il Duecento e il Trecento, compose opere in apparente contraddizione al Dolce Stil Novo, rispetto ai cui canoni apparivano più materiali e terrene.
    L'umanesimo nacque a Firenze nel XIV secolo grazie a letterati e studiosi come Francesco Petrarca, Convenevole da Prato, Giovanni Boccaccio, Zanobi da Strada, Coluccio Salutati.
    In epoca rinascimentale, furono fondamentali i contributi conferiti da Niccolò Machiavelli e da Francesco Guicciardini, che scrissero numerose opere a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento.
    Tra l'Ottocento e il Novecento sono significative le opere di Giosuè Carducci, Giuseppe Ungaretti, Curzio Malaparte, Mario Luzi, Carlo Cassola, Luciano Bianciardi.

    Teatri
    La Toscana ha avuto una storia molto collegata al Teatro, che ha reso possibile la costruzione di moltissimi teatri, alcuni dei quali già presenti in epoca romana (Roselle, Fiesole e Volterra).

    Edited by PatriziaTeresa - 28/6/2015, 19:33
     
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