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Prato

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    Prato

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    - Info -

    Prato è un comune italiano di 191.268 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana.

    È la seconda città della Toscana e la terza dell'Italia Centrale. Fino al 1992, anno della costituzione dell'omonima provincia, è stato il comune non capoluogo di provincia più popoloso d'Italia.
    La piana pratese fu abitata fin dall'epoca etrusca, ma la nascita della città vera e propria si fa risalire, generalmente, al X secolo, quando si hanno notizie di due centri abitati contigui ma distinti, Borgo al Cornio e Castrum Prati, che si fusero durante il secolo successivo.
    Nell'economia pratese la produzione tessile ha sempre svolto un ruolo di primissimo piano fin dall'epoca medievale, come testimoniano i documenti del famoso mercante Francesco Datini, ma è nell'Ottocento che Prato vide un impetuoso sviluppo industriale, tanto da essere definita "la Manchester della Toscana". Ma dietro questo aspetto predominante (Prato è a tutt'oggi una delle capitali tessili europee), la città vanta attrattive storico-artistiche di grande rilievo con un itinerario culturale che dal Medioevo arriva all'Avanguardia.

    Geografia fisica

    Territorio

    Prato è una città della Toscana centrale che si estende per circa 100 km² all'altitudine di 61 metri s.l.m. presso il suo centro storico, al centro della piana di Firenze-Prato-Pistoia. È posta ai piedi del Monte della Retaia (768 metri s.l.m.), ultima cima sud-occidentale della Calvana. L'altitudine minima, di 32 metri s.l.m., si registra in corrispondenza delle Cascine di Tavola, mentre l'altitudine massima di 818 metri s.l.m. è sulla vetta del Monte Cantagrilli, rilievo sud-orientale della Calvana che segna il confine col territorio comunale di Calenzano.
    A livello idrografico la città è attraversata dal fiume Bisenzio, affluente dell'Arno, che attraversa longitudinalmente il territorio comunale da Santa Lucia fino a Mezzana, costeggiando le mura di Prato presso Porta Mercatale. Il territorio comunale è attraversato nella parte occidentale anche dal torrente Bardena, che dal Monteferrato scende verso Figline di Prato, Maliseti, Galciana, Casale e Iolo, dove prosegue con la denominazione di Fosso di Iolo, e dal torrente Calice ai confini con la provincia di Pistoia, entrambi affluenti dell'Ombrone Pistoiese: quest'ultimo corso d'acqua segna invece il confine comunale meridionale, dove a livello amministrativo separa Prato dai comuni di Carmignano e di Poggio a Caiano. Altro corso d'acqua da segnalare è Rio Buti, le cui sorgenti sui monti della Calvana danno origine a un breve corso d'acqua, che scende ripido, alimentando lungo il suo corso anche una serie di cascate, per poi gettarsi nel Bisenzio nella parte settentrionale della città.
    L'area urbana e gran parte del territorio comunale si estendono nell'area pianeggiante compresa tra il corso del Bisenzio a nord e dell'Ombrone Pistoiese a sud, parte centrale integrante della conca intra appenninica che, da Firenze, si estende in direzione nord-ovest fin oltre la città di Pistoia. La piana è solcata da corsi d'acqua minori e canali che affluiscono verso i due fiumi principali; mentre quelli periferici hanno generalmente un'origine propria, quelli semicentrali, dette gore, costituiscono un sistema di canalizzazione artificiale che, distintamente, riforniva in passato di acqua le varie zone della città e ne raccoglieva le acque reflue per il filtraggio.
    Il territorio comunale è classificato in area sismica (zona 2 nel 2003 e zona 3S dalle medesime caratteristiche nel 2006) e parte di esso fu sede dell'epicentro del terremoto della Valle del Bisenzio del 26 giugno 1899, che raggiunse la magnitudo 5,09 della Scala Richter ed il VII grado della Scala Mercalli. Una scossa di intensità simile si verificò anche durante il terremoto del Mugello del 29 giugno 1919, che però ebbe l'epicentro a relativa distanza.

    Clima

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    Neve e ghiaccio a Prato
    nel febbraio 2012
    Il clima della città è caratterizzato da inverni piuttosto freddi e moderatamente secchi, con minima assoluta di −13,8 °C il 10 e 11 gennaio 1985, ed estati calde e talvolta afose, con massima assoluta di 41,0 °C il 7 luglio 1952 (la serie storica è stata esaminata a partire dal 1932 con dati mancanti in alcuni anni della seconda guerra mondiale). Di recente installazione, la stazione meteorologica di Prato San Niccolò, attiva dal 1996 all'interno di un giardino privato a ridosso delle mura e gestita dall'Istituto Geofisico Toscano, detiene invece il record cittadino di massima assoluta con +41,8 °C registrati il 5 agosto 2003.
    Le precipitazioni in città sono di circa 950 mm medi annui e si concentrano prevalentemente in autunno e presentano un massimo secondario in primavera; l'estate risulta la stagione mediamente più siccitosa.
    Rispetto alla vicina Firenze ed all'area urbana della città di Prato, la stazione meteorologica di Galceti presenta maggiori caratteristiche di ruralità, essendo situata a 110 metri s.l.m. sulle prime propaggini collinari alla periferia nord-occidentale della città. I dati rilevati, a differenza di quelli del capoluogo toscano, non risentono pertanto dell'effetto isola di calore nella stagione estiva, mentre risulta meno incidente l'effetto albedo susseguente ad eventuali nevicate nella stagione invernale, sia per l'ubicazione della stazione stessa che per la ventilazione tendenzialmente maggiore; i valori estremi di quest'ultima stazione sono invece rappresentati dai −12,2 °C registrati dalla stazione meccanica l'11 gennaio 1985 e dai 40,4 °C registrati dalla stazione automatica il 5 agosto 2003 (nella stessa giornata la stazione meccanica raggiunse i 39,7 °C): la serie storica della stazione di Galceti ha avuto inizio però soltanto a partire dal 1971. Le precipitazioni di Galceti fanno registrare un valore più elevato (997,5 mm annui) rispetto al dato cittadino, pur presentando un analogo andamento per gli accumuli mensili e stagionali.
    Le nevicate a Galceti risultano superiori per accumulo medio, per durata media del manto nevoso e per numero medio di giorni di neve rispetto a quello che si verifica nel resto della città, dove la zona mediamente meno nevosa risulta essere la periferia sud-orientale di Mezzana. Le configurazioni migliori per avere nevicate con accumuli diffusi su tutta la città sono i sovrascorrimenti umidi dopo un precedente raffreddamento molto intenso (esempi più recente il 3 marzo 2005 e il 17 dicembre 2010, oppure l'ingresso di aria artica dalla valle del Rodano con ciclogenesi sul Mar Ligure in successiva evoluzione verso l'alto Adriatico, purché sia associata a termiche stabilmente al di sotto dei -5 °C a 850 hPa durante la fase perturbata (esempi più recenti il 28 dicembre 2005 e il 18 dicembre 2009). Ottime nevicate negli ultimi decenni si sono verificate anche l'8 gennaio 1985, il 16 marzo 1987 e il 6 e 7 febbraio 1991, grazie all'interazione tra flusso umido nei bassi strati e aria gelida in quota. Talvolta possono verificarsi situazioni al limite, con accumuli nevosi nella parte occidentale e settentrionale della città e contemporanee nevicate senza accumulo o addirittura piogge nella parte sud-orientale della città, come è avvenuto ad esempio il 12 e 13 gennaio 1987, il 9 febbraio 1999 e il 29 gennaio 2004.

    Storia

    Preistoria e storia antica

    Alcuni ritrovamenti testimoniano che il territorio collinare circostante Prato risultava già abitato sin dal Paleolitico. In località Galceti, a ridosso delle prime colline a nord è stata rinvenuta una "stazione" musteriana risalente al 35.000 anni fa dove, per la tipologia dei reperti rinvenuti, si può supporre con sicurezza come l'area fosse già destinata ad un'ampia produzione ed esportazione di utensili in diaspro, facilmente reperibile sulla collina. Anche nell'attuale centro storico sono documentati rinvenimenti sporadici di utensili del neolitico e dell'età del bronzo, mentre sull'altro versante collinare (monti della Calvana) sono evidenti alcune strutture architettoniche civili e funerarie (tra cui anche un sepolcreto andato distrutto negli anni cinquanta) attribuite ai liguri o a popolazioni autoctone dell'età del bronzo. La piana pratese venne successivamente abitata dagli Etruschi, come testimoniato dai recenti ritrovamenti archeologici nell'area, destinati a riscrivere la storia di questi luoghi.

    La città etrusca di Gonfienti

    Grande scalpore ha suscitato la notizia, nel 1997, del ritrovamento dei resti di una città etrusca (fino ad allora sconosciuta) nell'area di Gonfienti, a ridosso del comune di Campi Bisenzio: fino a quel momento si pensava che prima dell'epoca romana il territorio della piana non fosse stato antropizzato e che prima del Medioevo non esistesse nessun insediamento stabile nella zona. Gli scavi hanno dimostrato che la città, i cui reperti risalgono al VI secolo a.C., non era affatto piccola, e vi era praticata già a quell'epoca la tessitura e la filatura.Recentemente è stata avanzata l'ipotesi (basandosi su alcuni toponimi della zona) che questa possa essere la mitica Camars (divenuta poi Clusium in epoca romana), patria del re Porsenna. In effetti la città aveva assi viari ben pianificati (indicanti quindi una presenza costante nel territorio di genti etrusche), con una strada di oltre dieci metri di larghezza e un'estensione notevole (sono circa 30 gli ettari sottoposti a vincolo dalla soprintendenza). All'interno di essa è stata rinvenuta una "domus" di circa 1440 m² (la più grande dell'Italia antica, prima della Roma Imperiale), sviluppata sul modello delle ville pompeiane (ma di alcuni secoli precedente) con una rete di canali idrici ancora in parte funzionanti e un'eccezionale quantità di ceramiche greche a figure rosse e nere, su cui spicca una kilix attribuita a uno dei più importanti artisti greci del V secolo, Douris e delle pregevoli antefisse a figure femminili. Indizi sull'esistenza in loco di una città etrusca erano già stati ipotizzati nel corso del XVIII secolo, quando vennero raccolti svariati reperti di quell'epoca (tra cui il cosiddetto "offerente" esposto al "British Museum"), suggerendo per essa il nome di "Bisenzia", una mitica città etrusca scomparsa secoli fa e citata da locali letterati rinascimentali.
    La città, anche se intuibile solo parzialmente per la rapida urbanizzazione nella sua area, era quasi certamente collegata commercialmente a Misa-Marzabotto al fine di favorire gli scambi attraverso l'Appennino, lungo la direttrice che collegava le città di Spina e Pisa nel corso del VI-V secolo a.C. fino a decadere quasi improvvisamente al termine del V secolo a.C., per circostanze ancora non chiare. A seguito della sua scomparsa non si hanno tracce documentarie ma possiamo ipotizzare con buona probabilità che gli stessi abitanti abbiano provveduto a spostarsi in aree più protette, dove la difesa da attacchi esterni (i celti dal nord) sarebbe stata maggiormente garantita. In effetti la città, che non disponeva di mura, si sviluppò partendo da un progetto di pianificazione che sembrerebbe anticipare la struttura delle città ippodamee, fattore reso possibile per la stabilità che si era venuta a creare nell'Etruria Settentrionale nell'arco temporale che separa la battaglia contro i greci focesi (540 a.C.) e la conquista di Veio (396 a.C.) da parte di Roma, ed il conseguente spostamento verso nord del tradizionale baricentro etrusco dell'area meridionale della Toscana. Le aree in questione potevano essere state Artimino, Fiesole e, anche se parzialmente perché più lontana, ma sulla stessa direttrice geografica, Volterra, che nel secolo successivo ampliarono o costruirono la loro cerchia muraria a seguito di un'imponente sviluppo demografico.
    Infine la piana fu abitata dai Romani (vi passava la via Cassia, nel tratto che collegava Firenze con Pistoia, sulla via per Luni). Gli storici hanno collocato nei pressi dell'antica città etrusca la mansione "Ad Solaria" della antica Via Cassia, e riportata nella celebre Tavola Peutingeriana. Il territorio dove sorge oggi Prato però era destinato alla centuriazione estesa tra Agliana e Badia a Settimo (ricalcante una precedente, di epoca etrusca) e probabilmente non ad insediamenti urbani, anche se occasionalmente sono state rinvenute nell'area di Prato, tracce di quell'epoca: episodi rinvenimenti di strutture murarie e lapidee, sepolture, frammenti ceramici e lapidei, in particolare nell'area della Cattedrale, per la quale si è ipotizzato l'esistenza di un edificio d'uso sacro.

    Storia medievale

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    Il Castello dell'Imperatore

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    Statua di Datini davanti
    al Palazzo Pretorio
    Nell'Alto Medioevo la piana vede il degrado delle strutture di regimentazione delle acque realizzate con la centuriazione romana, ed alcune parti di essa, presumibilmente nell'area a sud si impaludirono. La zona di Prato fu interessata dalla presenza dei Bizantini e successivamente occupata dai Longobardi la cui presenza è documentata soprattutto nelle aree collinari e pedemontane.

    La contea di Prato
    La storia della città vera e propria è testimoniata a partire dal X secolo, quando si hanno notizie dei due centri abitati contigui ma distinti: quello più antico di Borgo al Cornio sorto nei pressi della pieve di Santo Stefano (corrispondente a quattro strade incrociate a scacchiera appena a sud dell'attuale Piazza del Duomo) e quello più piccolo di Castrum Prati sorto in relazione alla residenza fortificata degli Alberti (corrispondente all'area ad Ovest dell'attuale Castello dell'Imperatore e dove si trova il nome di una chiesa intitolata a S. Maria in castello). Questi due nuclei urbani si fusero nel corso dell'XI secolo ed i signori del Castrum Prati, gli Alberti, ottennero l'investitura imperiale di "conti di Prato". Nello stesso periodo venne consolidata l'opera di bonifica della Piana e la costruzione del sistema idrico, che regolava il corso del fiume Bisenzio (grazie alla pescaia detta Cavalciotto, presso Santa Lucia, tuttora esistente), e ne incanalava le acque in una fitta rete di gore, che servivano per far funzionare le gualchiere, cioè gli opifici tessili.

    Il libero comune

    Dopo l'assedio del 1107 da parte delle truppe di Matilde di Canossa, i conti Alberti si ritirarono nei propri castelli della Val di Bisenzio e l'abitato cominciò a costituirsi come libero Comune. Si tratta di un esempio piuttosto raro di comune indipendente sorto in un centro urbano che non costituiva una diocesi; per questo Prato per secoli non fu mai definita "civitas", ma solo "terra". Fu certamente uno tra i primissimi comuni italiani a darsi uno Statuto, redatto già a metà del XIII secolo. Per due secoli Prato conobbe una forte espansione urbana (vennero quasi raggiunti i 15000 abitanti), dovuta alla fiorente industria della lana e alla forte devozione verso una reliquia appena giunta: la Sacra Cintola. L'urbanizzazione è testimoniata dalla necessità di costruire due nuove cerchie di mura, una intorno alla metà del XII secolo e l'altra a partire dal 1300. Un episodio del 1312 vide acutizzarsi la rivalità con la vicina Pistoia, quando il canonico pistoiese Giovanni di Ser Landetto, soprannominato 'Musciattino', compì un tentativo di furto della Sacra Cintola. Nel 1326, per sottrarsi alle mire espansionistiche di Firenze e alle proprie lotte interne tra le famiglie più possidenti per il controllo amministrativo, la città si sottomise alla Signoria di Roberto d'Angiò, re di Napoli. Il 23 febbraio 1351 Giovanna d'Angiò vendette la città a Firenze per 17.500 fiorini d'oro, e a quest'ultima città rimase legata fino ai giorni nostri.

    Storia moderna

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    La Fontana del Bacchino

    Nonostante la perdita della libertà, Prato continuò a svilupparsi nei secoli seguenti, seguendo le sorti di Firenze, prima sotto la dinastia dei Medici, quindi con la Repubblica Fiorentina dal 1494. A causa di questo, l'esercito della Lega Santa (creata fra il Papa Giulio II e gli Spagnoli) cinse d'assedio sotto il comando di Raimondo de Cardona, conquistò e devastò Prato il 29 agosto 1512. Tale saccheggio (noto come Sacco di Prato e ricordato anche dal Machiavelli nel celebre Il Principe) provocò un altissimo tributo di vite, segnando profondamente non solo la vita della città, ma anche l'inizio del declino, che durò per circa due secoli.
    Nel 1653 Prato ottenne finalmente il tanto ambito status di Città e di Diocesi (quest'ultima era limitata soltanto all'interno delle mura cittadine e con il Vescovo in comunione con Pistoia). Tale titolo diede un nuovo sviluppo all'economia e all'urbanizzazione locale: per l'occasione venne fatta realizzare la Fontana del Bacchino da Ferdinando Tacca.Nel XVIII secolo, con la salita dei Lorena alla guida del Granducato di Toscana, la città venne abbellita e conobbe anche un notevole sviluppo culturale, che veniva promosso dagli stessi granduchi.

    Storia contemporanea

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    Veduta aerea
    del centro
    cittadino negli
    anni sessanta
    Dopo l'Unità d'Italia si ebbe una fortissima industrializzazione (soprattutto nel settore tessile) e cominciò un'incredibile crescita demografica, che fece uscire la città dalla cerchia delle mura trecentesche e la portò ad inglobare pian piano i borghi circostanti, con la popolazione cittadina passata dai 50.000 abitanti del 1901 agli oltre 180.000 del 2001.
    Per descrivere l'industria tessile della città, lo storico Emanuele Repetti nell'Ottocento definì Prato "la Manchester della Toscana". Inoltre, la concentrazione di opifici tessili era così elevata che Prato divenne famosa come la città dalle cento ciminiere. Nel secondo dopoguerra, quando il progresso tecnologico rese obsoleti i vecchi opifici, le grandi ciminiere in mattoni sparirono, tranne alcune che sono tuttora in piedi in quanto reperti di archeologia industriale, come quella della Cimatoria Campolmi.
    Ma l'incremento demografico, ed economico più imponente fu nel secondo dopoguerra quando, negli anni sessanta e settanta, una consistente immigrazione proveniente da tutte le regioni meridionali farà raddoppiare la popolazione residente, fornendo manodopera alla sempre più vitale industria tessile.
    Nel 1949 le frazioni di Vaiano e Sofignano vennero distaccate e costituite in comune autonomo, con denominazione Vaiano.
    Parallelamente allo sviluppo economico e demografico, la città ebbe una nuova grande crescita urbanistica lungo varie direttrici. Una crescita particolarmente disordinata che darà vita e innumerevoli commistioni tra piccole attività produttive ed edifici residenziali secondo un modello tipico della città in cui anche dal punto di vista economico prevalsero aziende produttive piccole e piccolissime con rapporti di lavoro basati sull'affidamento a terzi delle singole lavorazioni del ciclo produttivo. In tale disordine urbanistico innumerevoli edifici furono costruiti abusivamente, anche dopo l'entrata in vigore del piano regolatore. Tale abusivismo, rappresentò un fenomeno nuovo e rilevante per una città del centro-nord e non si limitò a piccole costruzioni ma riguardò anche grandi condomini e addirittura due interi quartieri, "il Cantiere" ed "il Guado", abitati prevalentemente da immigrati dell'Italia meridionale.
    La città è stata meta a partire dagli anni anni novanta, di una nuova e molto consistente ondata migratoria, questa volta da paesi extracomunitari ed in particolare dalla Cina.
    Fino al 1992 Prato, come tutti gli altri comuni della sua provincia, faceva parte della provincia di Firenze. Quell'anno furono istituite 8 nuove province in Italia, tra cui quella di Prato, al fine di meglio amministrare un territorio in crescita continua di abitanti.
    Oltre ad affrancarsi dal controllo politico di Firenze, Prato era ormai già affrancata anche da quello religioso di Pistoia con la conquista di una diocesi autonoma alcuni decenni prima (1954). Tali rivalità con queste due città sopravvivono ancora oggi.
    A partire dagli anni novanta la città presenta i primi segnali di una decrescita industriale che al momento sembra inarrestabile.

    Stragi partigiane

    Durante la Seconda guerra mondiale, a partire dal 5 settembre 1944, la città fu teatro e vittima di violenze e rappresaglie, ad opera dei partigiani, nel Castello dell'Imperatore.

    Monumenti e luoghi di interesse

    Prato vanta molteplici monumenti di grande interesse storico ed artistico. Molti edifici, soprattutto quelli medievali, sono caratterizzati dall'uso di materiali reperiti localmente. In particolare sono stati usati spesso due tipi di marmi, di diverso colore, che hanno dato luogo ad una bicromia negli edifici ecclesiastici, caratteristica tra le più rilevanti del Romanico non solo locale, ma anche di quello definito "pisano-lucchese" sia in Toscana che in Sardegna, ad Amalfi e in Puglia. Le pietre che sono usate sono:
    • La Pietra alberese della Retaia (bianco)
    • Il Serpentino del Monteferrato (verde)

    Architetture religiose

    Nel centro storico

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    Filippo Lippi, Le Esequie
    di Santo Stefano,
    Cappella Maggiore
    del Duomo di Prato

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    Filippo Lippi, Presentazione
    al Tempio,con San Filippo
    Benizi,San Pellegrino
    Laziosi e altri Santi,
    Chiesa dello
    Spirito Santo
    • Duomo, dedicato a santo Stefano: la chiesa, a tre navate, è costruita in marmo bianco e verde. Risale molto probabilmente al VI secolo. È uno degli esempi più importanti dell'architettura religiosa tra il XII secolo e il XV secolo nella regione, con un elegante passaggio al suo interno tra le ampie arcate romanico-lombarde e lo slancio del gotico nel transetto, progettato molto probabilmente dal celebre Giovanni Pisano, che al suo interno realizzerà un crocifisso ligneo e il suo ultimo capolavoro, la Madonna della Cintola, nel 1317. Vi è conservata la reliquia della sacra Cintola. Le opere più importanti sono il pulpito esterno (costruito da Michelozzo e decorato da Donatello), il pulpito interno di Mino da Fiesole e Antonio Rossellino del 1472, la Madonna dell'Ulivo, unica opera realizzata insieme dai celebri fratelli Da Maiano, Giovanni, Benedetto e Giuliano. Nel transetto invece vi sono gli affreschi di Filippo Lippi (nella Cappella Maggiore), una delle massime espressioni del Rinascimento italiano, gli affreschi di Paolo Uccello (nella Cappella dell'Assunta), e di Agnolo Gaddi (nella Cappella della sacra Cintola), all'interno di una cancellata bronzea realizzata da alcuni dei più importanti orafi del XV secolo.
    • Chiesa di Sant'Agostino
    • Monastero di San Vincenzo
    • Chiesa di San Domenico
    • Chiesa di San Fabiano
    • Chiesa di San Francesco
    • Monastero e chiesa di San Niccolò
    • Chiesa dello Spirito Santo

    Fuori le mura
    • Chiesa di San Pietro a Iolo
    • Chiesa di Sant'Andrea a Iolo
    • Chiesa di Santa Cristina a Pimonte
    • Chiesa di san Giorgio a Colonica
    • Chiesa di san Lorenzo a Pizzidimonte
    • Chiesa della Madonna dell'Ulivo
    • Chiesa di San Pietro a Grignano
    • Pieve di Santa Maria a Filettole

    Santuari mariani
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    Santa Maria delle Carceri
    Nella città esistono quattro chiese sorte in seguito a degli eventi miracolosi, legati a quattro immagini raffiguranti la Madonna. Due chiese si trovano nel centro storico (S.Maria delle Carceri e S. Maria del Giglio), le altre due sorsero all'esterno della città.
    • Chiesa di Santa Maria delle Carceri: basilica rinascimentale con pianta a croce greca, opera di Giuliano da Sangallo. All'interno si trovano decorazioni in maiolica di Andrea della Robbia e vetrate su disegno di Domenico Ghirlandaio.
    • Chiesa di Santa Maria del Giglio: santuario ricostruito nel 1680, conserva un imponente altare in scagliola su disegno di Giovan Battista Balatri, completato nel 1705 da una tela di Pier Dandini con Dio Padre e santi.
    • Chiesa di Santa Maria della Pietà: chiesa edificata tra il 1617 e il 1619.
    • Santuario della Madonna del Soccorso: santuario costruito nel XVI secolo su progetto di Alfonso Parigi il vecchio.

    Architetture civili

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    Il Palazzo Pretorio

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    Il Convitto Cicognini
    • Palazzo Pretorio: nel Medioevo era la sede del Podestà. Nacque nel XIII dalla fusione di tre edifici preesistenti. Nel Cinquecento venne aggiunto l'attuale coronamento merlato ed il campanile a vela. Vi ha sede il Museo Civico riaperto al pubblico nel 2013.
    • Palazzo Comunale: palazzo porticato di aspetto neoclassico, prospiciente Palazzo Pretorio. È l'attuale sede del Comune.
    • Palazzo Datini
    • Collegio Cicognini
    • Torri gemelle di via Garibaldi
    • Palazzo Vai: è uno degli edifici più grandi del centro storico della città, è oggi sede del Palazzo delle Professioni e della Monash University.
    • Palazzo Banci Buonamici
    • Palazzo degli Alberti
    • Palazzo Buonamici Nencini
    • Case Nuove in piazza Mercatale
    • Villa Il Palco
    • Orfanotrofio Magnolfi
    • Villa delle Sacca
    • Teatro Metastasio
    • Teatro Politeama
    • Teatro Fabbricone
    • Cantieri culturali ex Macelli-Officina Giovani
    • Teatro La Baracca (Casale)
    • Villa Martini (Mezzana)

    Architetture civili del Novecento
    • Casa del Littorio
    • Cementificio Marchino
    • Istituto Bancario San Paolo
    • Lanificio Figli di Michelangelo Calamai
    • Museo di Arte Contemporanea Luigi Pecci
    • Pubblica Assistenza L'Avvenire
    • Sede INAIL
    • Stazione ferroviaria di Prato Centrale

    Architetture militari
    • Castello dell'Imperatore e Cassero: castello svevo, voluto dall'imperatore Federico II, a pianta quadrata, con otto torri (sei a base quadrata e due pentagonali). Oggi consiste delle sole mura esterne, in alberese.
    Mura di Prato

    Altro

    Sculture monumentali

    • Ferdinando Tacca, Fontana del Bacchino (1659 - 1665), piazza del Comune
    • Antonio Garella, Monumento a Francesco Datini, piazza del Comune
    • Oreste Chilleri, Monumento a Gaetano Magnolfi, piazza della Pietà
    • Alessandro Lazzerini, Monumento a Giuseppe Mazzoni, piazza del Duomo
    • Antonio Maraini, Monumento ai Caduti di Prato, Piazza delle Carceri.
    • Henry Moore, Forma squadrata con taglio (1974)
    • Giò Pomodoro, Isla Nigra. A Pablo Neruda (1975 - 1976), Giardini Via Carlo Marx.
    • Luciano Minguzzi, Ippolito (1978), presso chiesa della Sacra Famiglia
    • Emilio Greco, Dormitio Virginis (1982 - 1984), Duomo, Cappella del Sacro Cingolo
    • Mauro Staccioli, Scultura Prato (1988), Giardino del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
    • Anne e Patrick Poirer, Exegi monumentum aere perennius (Poirer)|Exegi monumentum aere perennius (1988), Giardino del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
    • Ben Jakober e Jannick Vu, Mazzocchio (1994)
    • Sol Le Witt, Irregular Tower (1997), Giardino del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
    • Ignazio Fresu, Il Viandante e la sua Ombra (2011), Scalinata piazza dell'Università - stazione ferroviaria Prato Porta al Serraglio

    Aree naturali

    • Centro di Scienze Naturali
    • Cascine di Tavola
    • Area naturale protetta di interesse locale della Calvana
    • Lago della Calvana

    Musei

    • Museo di Palazzo Pretorio
    • Palazzo Comunale
    • Museo dell'Opera del Duomo
    • Museo di Pittura Murale
    • Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci
    • Museo del Tessuto
    • Galleria di Palazzo degli Alberti
    • Museo della Deportazione (a Figline)
    • Museo del Centro di Scienze Naturali
    • Museo di Scienze Planetarie

    Teatro

    Il Metastasio, stabile della Toscana, oggi diretto da Paolo Magelli, viene inaugurato nel 1830. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il teatro rimase chiuso per ristrutturazione. La rinascita si deve al sindaco Roberto Giovannini che riportò il teatro allo splendore di un tempo. Il 22 ottobre del 1964 il Metastasio fu inaugurato con Il Trovatore di Verdi. Da quel momento il teatro è diventato un punto di riferimento originale e determinante nel panorama italiano e internazionale. Altri teatri sono il Fabbricone, il Fabbrichino ed il teatro Politeama Pratese.

    Eventi

    Corteggio Storico

    A Prato si celebra l'8 settembre, giorno della natività della Madonna. Per rendere omaggio alla Sacra Cintola, ogni anno si svolge il Corteggio Storico, cioè la sfilata in costume lungo le vie del centro, a cui partecipano gli armati di Città, il Corpo dei Valletti Comunali e altre centinaia di figuranti provenienti da varie città d'Italia. La processione termina in Piazza del Duomo, dove si ha l'evento più solenne della giornata: l'ostensione del Sacro Cingolo.
    Il programma della festa è arricchito da varie esibizioni che si tengono per tutta la giornata in vari punti del centro storico, come, ad esempio l'esibizione degli sbandieratori, la gara di tiro con l'arco, il mercato medievale con rievocazioni degli antichi mestieri e tradizioni, gli spettacoli musicali, i fuochi d'artificio.

    Palla Grossa

    Il Gioco della Palla Grossa è tornata ad essere disputata a Prato in Piazza Mercatale nel settembre 2012, dopo quasi trent'anni di assenza. Quattro i Rioni che si sfidano: i Rossi (Santa Trinita), i Gialli (Santo Stefano), gli Azzurri (Santa Maria) e i Verdi (San Marco). Vincitori dell'edizione 2012 il rione dei verdi (San Marco).

    Contemporanea festival

    Contemporanea festival è un festival internazionale di teatro che si svolge a Prato dal 1999. La manifestazione ha luogo alla fine maggio e presenta importanti artisti della scena teatrale contemporanea nazionale ed internazionale.

    PratoEstate

    Tutte le estati, in città, nelle principali piazze ed al Castello dell'Imperatore hanno luogo eventi come concerti, spettacoli teatrali, cinema all'aperto. La rassegna ha inizio a giugno e termina a settembre.

    Persone legate a Prato

    Medioevo e Rinascimento
    • Niccolò Alberti, vescovo di Ostia e cardinale (Prato 1250 - 1331).
    • Compagnetto da Prato, poeta della scuola siciliana.
    Convenevole da Prato, letterato e insegnante di Francesco Petrarca.
    • Francesco Datini, mercante, riformatore ed inventore dell'attuale sistema di cambiali e filiali, lasciò un ricchissimo archivio, nato e vissuto a Prato (1335 - 16 agosto 1410). Creatore e finanziatore del primo orfanotrofio (Ospedale degli Innocenti).
    • Paolo dell'Abbaco, Matematico (inventore dell'equazione algebrica), Poeta e Astronomo (riformatore dell'astrolabio).
    • Baccio della Porta, detto Fra Bartolomeo, pittore, nato a Savignano di Prato il 28 marzo 1472, vi si fece frate nel 1500 nel convento di San Domenico.
    • Brunetto Latini, letterato ed insegnante di retorica. Lo fu per Dante Alighieri che lo cita nella sua Commedia.
    • Andrea di Giusto, pittore, dal 1445 collaborò con Paolo Uccello negli affreschi del Duomo.
    • Agnolo Firenzuola, letterato (Firenze 28 settembre 1493, Prato 28 giugno 1543)
    • Filippo Lippi, pittore, dipinse gli affreschi della cappella Maggiore di Santo Stefano (1452-1465). Vi dipinse anche la Madonna del Ceppo per l'Opera pia fondata da Francesco Datini, le Esequie di san Gerolamo per il preposto Geminiano Inghirami e gli affreschi, oggi perduti, sulle vele della volta sopra la sua tomba dello stesso Inghirami nella chiesa di San Francesco.
    • Filippino Lippi, pittore, figlio di Filippo Lippi (Prato 1457 - 1504. Per la città natale nel 1493 eseguì l'Apparizione di Cristo alla Madonna, forse in origine destinata alla chiesa di San Francesco; nel 1498 il Tabernacolo del canto del Mercatale e nel 1503, per il Comune, una Madonna con Bambino e santi Battista e Stefano.
    • Biagio Pesciolini, polifonista, (1534-1611)
    • Giovanni da Prato, arcivescovo dell'Aquila e vescovo di Tebe († 1515)

    Età moderna
    • Angiolo Badiani
    • Amadio Baldanzi (erudito, 1705 - 1789)
    • Lorenzo Bartolini, scultore neoclassico, nato a Savignano, presso Prato, il 7 gennaio 1777.
    • Giuseppe Becherini, musicista e letterato, nato e deceduto a Prato
    • Sem Benelli, scrittore e drammaturgo italiano, nativo di Prato
    • Carlo Livi, medico, fisiologo e psichiatra italiano (Prato, 8 settembre 1823 – Livorno, 4 giugno 1877)
    • Gaetano Bresci, anarchico e uccisore di Umberto I, nato nella frazione di Coiano.
    • Oreste Chilleri, scultore (Prato, 1872 - 1926).
    • Piero Cironi, patriota (Prato 1819 - 1862)
    • Santa Caterina de' Ricci, santa cattolica e monaca domenicana, badessa presso il convento di San Vincenzo a Prato (1547-1590).
    • Girolamo di Pace, "Ufficiale dei fiumi" autore, nel 1558, del "Discorso di fiumi, fossi, laghi ecc." in cui riesce a mettere a fuoco le cause delle sempre più frequenti alluvioni, individuate nella cattiva manutenzione, nel degrado della montagna e nell’incremento ciclico della piovosità. Gli stata dedicata una via a Grignano
    • Alessandro Franchi (pittore, 1838-1913)
    • Antonio Garella, scultore ferrarese, autore di opere per Prato
    • Sabatino Gori il Liccio citato da Curzio Malaparte ne I Maledetti Toscani
    • Cesare Guasti, erudito e archivista
    • Gaetano Magnolfi, industriale e filantropo (Prato 1786 - 1867)
    • Antonio Martini, arcivescovo di Firenze e biblista (Prato 1720 - 1809).
    • Filippo Mazzei (intellettuale, 1730 - 1816), fu uno dei creatori della Costituzione degli Stati Uniti d'America. Considerato padre della nazione.
    • Giovan Battista Mazzoni (1789 - 1867) (inventore di macchinari tessili), a lui si deve se il tessile esiste a Prato
    • Giuseppe Mazzoni, patriota, triumviro di Toscana, (1808 - 1880)
    • Armando Meoni, giornalista e scrittore (Prato 1894 - 1984)
    • Giuseppe Merzario, patriota, educatore, parlamentare brianzolo, rettore e preside del Convitto nazionale statale Francesco Cicognini
    • Guido Nincheri, vetratista attivo a Montréal, (Prato 1885 - 1973)
    • Ermolao Rubieri, scrittore, politico e poeta
    • Ferdinando Tacca (scultore, 1619 - 1686)
    • Giuseppe Valentini, architetto (Prato 1752 - 1833)
    • Domenico Zipoli è stato un gesuita, missionario e compositore italiano 1688–1726

    XX secolo
    • Agostino Ammannati (Calenzano, 1906 - 1987), insegnante di lettere e allestitore teatrale al liceo classico Cicognini, collaboratore di don Lorenzo Milani.
    • Enrico Befani, imprenditore
    • Luciano Bettarini, musicista, compositore (1914-1997)
    • Gaetano Bresci (1869-1901), anarchico, autore dell'uccisione del re Umberto I
    • Giulio Bresci, ciclista
    • Francesca Bertini, attrice
    • Rinaldo Frank Burattin (1909 - 1997), pittore
    • Clara Calamai Prato, (1909 - 1998), attrice cinematografica.
    • Mario Cappelli, scultore.
    • Roberto Castellani (Prato, 1926 - 2004), testimone della Shoah
    • Alighiero Ceri (Prato, 1890-1986), giornalista e promotore della Provincia di Prato
    • Franco Ciatti (Prato, 1941 - 1986), Astrofisico
    • Enrico Coveri (1952 - 1990), stilista
    • Piero De Bernardi (1926 – 2010), sceneggiatore.
    • Sarah Ferrati (Prato, 1909 - 1982), attrice teatrale
    • Marco Limberti, regista
    • Curzio Malaparte, scrittore, polemista politico e giornalista (Prato 1898 - 1957).
    • Giuseppe Marchini (Prato, 1907 - 1983), storico dell'arte
    • Rocco Montana (Prato, 1929 - Parma, 1967), cantante musica leggera finalista al festival di Sanremo 1962
    • Sem Parigi, (Prato, 1915 - 2005), pittore
    • Saverio Seracini, compositore e direttore d'orchestra
    • Leonetto Tintori (Prato, 1908 - 2000), pittore e restauratore
    • Arrigo del Rigo (Prato, 1908 - 1932), pittore
    • Madre Cecilia Vannucchi, priora e preside conservatorio S. Niccolò durante la shoa
    • Padre Luca Vannucci missionario in India e fondatore della cattedrale di Bombay
    • Alberto Casella, (Prato, 1906 - 1957), regista e commediografo
    • Ameglio Nunziati, (Carmignano 1918 - Prato 1991), industriale

    Contemporanei
    • Kang Bachini, attore ed artista marziale italiano.
    • Giulia Bartolini, pallanotista, campione d'Italia e d'Europa nel 2007-2008 con l'Orizzonte Catania.
    • Lando Bartolini, tenore, nato a Casale, frazione di Prato.
    • Roberto Benigni, attore e comico, cresciuto a Vergaio, frazione di Prato. Vincitore di due premi Oscar.
    • Mario Bertini, ex calciatore
    • Franco Bitossi ex ciclista degli anni sessanta e settanta nato a Carmignano
    • Lorenzo Branchetti, attore e conduttore televisivo, nato a Prato il 14 gennaio 1981.
    • Luca Calvani, attore
    • Athina Cenci, attrice greca di nascita ma pratese d'adozione.
    • Jury Chechi, ginnasta e campione olimpico, nato a Prato l'11 ottobre del 1969.
    • Marco Cocci, attore e musicista
    • Elio De Luca, pittore, cresciuto a Prato.
    • Pietro De Maria, pianista, primo pianista italiano ad aver eseguito pubblicamente l’integrale delle opere di Chopin, nato a Venezia ma residente a Prato (1967)
    • Alessandro Diamanti, calciatore, nato a Prato il 2 maggio 1983, cresciuto nella frazione di Coiano.
    • Antonella Fattori, attrice
    • Ignazio Fresu (Cagliari, 1957) scultore italiano, vive a Prato.
    • Roberto Gabbiani (Prato, 1947) direttore di coro e di orchestra italiano.
    • Riccardo Galardini (Prato 1956) musicista e direttore d'orchestra
    • Franco Godi, musicista e produttore discografico, cresciuto a Prato.
    • Mario Guarducci, pittore e scrittore italiano.
    • Marco Limberti, regista, cresciuto a Prato.
    • Antonio Livi, storico della filosofia e filosofo di impostazione cattolica
    • Fiorenzo Magni (1920 - 2012), ciclista, nato a Vaiano il 7 dicembre 1920
    • Claudio Martini, politico, sindaco di Prato dal 1988 al 1995 e presidente della Regione Toscana dal 2000 al 2010.
    • Mario Masini, politico, scrittore, poeta, pittore, iconografo, già impiegato presso il locale Tribunale, nato a Firenze il 31 maggio 1941.
    • Edoardo Nesi, scrittore e regista, vincitore del Premio Strega 2011.
    • Novello Novelli, attore e cabarettista 1930, pratese onorario
    • Francesco Nuti, regista e attore, nato a Narnali, frazione di Prato, il 17 maggio del 1955.
    • Giorgio Panariello, attore e comico, nato a Firenze, vive a Prato.
    • Pamela Camassa showgirl, modella e attrice, nata a Prato.
    • Paolo Rossi, ex calciatore, campione del mondo nel 1982, nato a Prato nella frazione di Santa Lucia il 23 settembre 1956.
    • Lorenzo Sbolgi, giornalista, oggi direttore di Radio Insieme, vincitore di numerosi premi nazionali di giornalismo.
    • Gastone Simoni, ex vescovo di Prato, nato a Castelfranco di Sopra.
    • Nicola Stefanini, ex arbitro di calcio della Serie A dal 2005 al 2010 in cui ha totalizzato 31 presenze. Appartiene alla sezione AIA di Prato
    • Stefano Tempesti, pallanotista, portiere e capitano del "Settebello" campione del mondo 2011, più volte campione d'Italia e d'Europa con la Pro Recco.
    • Ighli Vannucchi, calciatore
    • Giovanni Veronesi, sceneggiatore e regista, nato a Prato nel 1962
    • Sandro Veronesi (Firenze, 1959) scrittore italiano, vive a Prato.
    • Christian Vieri, ex calciatore, di origine pratese da parte paterna, ha vissuto a Prato dal ritorno dall'Australia, quando aveva 15 anni, fino al "salto" nel calcio professionistico.
    • Roberto Vieri, ex calciatore di Samp e Fiorentina; detto Bob, è padre di Christian.
    • Pamela Villoresi, attrice
    • Kinkaleri, compagnia di teatro e danza nata nel 1995
    • Laura Torrisi, nata a Catania, ma cresciuta in Toscana, per la precisione pratese d'adozione 1979
    • Maurizio Merluzzo, doppiatore

    Edited by PatriziaTeresa - 28/6/2015, 19:34
     
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