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Chieti

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    Chieti

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    - Info -

    Chieti è un comune italiano di 52.218 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Abruzzo. Gli abitanti di Chieti si chiamano teatini dall'antico nome latino e greco della città, Theate o Thegeàte, Θεάτη o Θηγεάτη in greco.La città di Chieti è sede, insieme a Pescara, dell'Università Gabriele D'Annunzio: nel campus di Chieti hanno sede otto facoltà, il Rettorato e la Direzione Generale.

    Geografia

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    Il colle su cui sorge Chieti
    Chieti si trova nella parte centro-orientale dell'Abruzzo, a 330 metri sul livello del mare, su un colle che divide le acque del bacino del fiume Aterno-Pescara (a nord) da quelle del fiume Alento (a sud).
    La città gode di una favorevole posizione geografica, sia perché vicina alla riviera adriatica ed alle masse montuose della Majella e del Gran Sasso con i relativi ed immaginabili paesaggi (è detta "il terrazzo d'Abruzzo" e "la città aerea"), sia perché è servita dalle principali reti di trasporto del versante adriatico del Centro Italia.La città è costituita da due nuclei principali, Chieti Alta e Chieti Scalo.
    Chieti Alta è il nucleo più antico della città e comprende il centro storico che, situato sul colle, ospita numerosi resti ed edifici in vari stili che raccontano delle molte fasi storiche attraversate del capoluogo teatino.
    Chieti Scalo è invece la parte nuova e maggiormente commerciale della città. Adagiata nella vallata a nord della collina ed estesa fino all'argine destro del fiume Aterno-Pescara, si è sviluppata seguendo prevalentemente il percorso dell'antica Via Tiburtina Valeria (che nel tratto urbano viene ridenominata e suddivisa in Via Aterno, Viale Abruzzo, Viale Benedetto Croce e Viale Unità d'Italia) e della ferrovia che l'attraversa. Proprio grazie al notevole sviluppo di questa parte della città negli ultimi decenni, ad oggi Chieti è bene integrata con tutti i comuni circostanti. Chieti, soprattutto nella zona Scalo, è popolata anche da numerosi studenti universitari che frequentano il Campus dell'Università Gabriele d'Annunzio.

    Clima

    Il clima è tipicamente mediterraneo, e beneficia degli influssi di origine marina (distanza dal mare meno di 20 km), ma al contempo risente dell'influenza della Majella, da cui dista circa 25 – 30 km. Le temperature non sono né eccessivamente elevate, né troppo rigide, e le escursioni termiche tra il giorno e la notte si presentano decisamente contenute, come solo in alcune località abruzzesi della costa.
    Nel mese di gennaio (quello più freddo) si ha in media una temperatura di 6-7 °C, con le minime di 4-5 °C e le massime di 9-10 °C. In inverno può a volte accadere che con correnti da SO Chieti si ritrovi sotto condizioni di favonio (o foehn), capaci di provocare un repentino aumento della temperatura, che può arrivare persino a sfiorare i 25 °C, e una diminuzione dell'umidità relativa. Dall'analisi di numerosi dati, reperiti presso gli uffici del Comune, le temperature minime notturne invernali hanno fatto registrare dei valori notevolmente alti, che sono forse pari solo a quelli del promontorio di Vasto: infatti non risulta che la minima assoluta abbia mai toccato i -10 °C, mentre nel circostante territorio si è potuti giungere a punte di -10 °C e oltre. In inverno la neve può cadere abbondante per l'arrivo delle perturbazioni dall'Est europeo: infatti a causa di correnti da NE Chieti risente sia dello stau, che provoca precipitazioni generalmente deboli, più intense se accompagnate da una depressione, sia del burian siberiano. Ma la frequenza inizia a diminuire: l'ultimo episodio degno di nota rimane l'eccezionale nevicata del gennaio-febbraio 2005, ma solo un paio d'anni più tardi, nel 2007, la neve non si è vista per niente, nemmeno nella parte più alta della città, e anche se ciò costituisce un evento isolato, negli ultimi due inverni ha fatto la sua comparsa in un breve periodo nell'arco di un'intera stagione, nel dicembre 2007 e nel febbraio 2009.
    Nel mese più caldo (luglio) la temperatura minima si aggira sui 20-21 °C, mentre la massima sui 30-31 °C, specie a Chieti Scalo, e come sempre più frequentemente sta accadendo, per l'influenza dell'anticiclone nordafricano, può succedere che di notte il termometro non vada al di sotto dei 20-22 °C, mentre di giorno si possono raggiungere valori massimi anche di 35-36 °C, valori esasperati anche dalla forte umidità che di solito li accompagna.

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    Chieti minacciata
    dalla pioggia
    Le precipitazioni sono decisamente abbondanti se raffrontate con quelle di altre aree dell'Abruzzo adriatico (sui 600–700 mm annui) grazie alla buona esposizione del rilievo alle perturbazioni, prevalentemente N-occidentali e N-orientali e concentrate soprattutto nell'autunno e nell'inverno. Tuttavia a differenza di molte città del Nord-Europa le piogge sono distribuite in meno giorni (all'incirca sugli 80-100 giorni all'anno), questo significa che molto spesso si verificano dei temporali di eccezionale vigore, non infrequentemente accompagnati da grandine o fulmini. Una certa secchezza e scarsità di precipitazioni si può riscontrare in estate, in cui il bel tempo è interrotto solo a lunghi intervalli da piogge e temporali, soprattutto pomeridiani, causati da depressioni cicloniche che dal nordatlantico valicano le Alpi, sfaldando il regime dominante di alta pressione. Verso la seconda metà di agosto fanno la loro comparsa le prime precipitazioni significative, e i picchi massimi annuali di precipitazioni si registrano fra ottobre e novembre.
    Il vento è spesso intenso, ma al contempo mitiga le temperature estive. A causa della sua peculiare posizione collinare Chieti è una città tra le più ventose d'Italia, i venti sono frequenti soprattutto in inverno, durante il quale sono freddi (siberiani) e portano neve e gelo, ed in primavera, durante la quale portano la particolare brezza collinare.
    I valori di umidità diurni non sono di solito elevati, anche se, specie in luglio e agosto, si hanno lunghi periodi assai afosi, dovuti principalmente all'anticiclone nordafricano e alla vicinanza al mare.

    Storia

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    Foto di Porta
    Pescara nel 1921.

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    Il centro di Chieti in
    una foto del 1920.

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    Caserma
    Francesco Spinucci.
    Per analizzare la storia di Chieti bisogna andare molto indietro nel tempo: Chieti infatti è fra le più antiche città d'Italia.Le sue origini storiche si confondono con la mitologia; una leggenda racconta che l'odierna Chieti fu fondata nel 1181 a.C. dall'eroe Achille, che la chiamò Teate in onore di sua madre. Anche se si tratta solo di una leggenda, l'eroe omerico è rappresentato nello stemma del Comune su di un cavallo rampante, mentre regge una lancia ed uno scudo su cui è raffigurata una croce bianca su campo rosso con quattro chiavi, che rappresentano le quattro porte d'ingresso della Chieti medievale (Porta Sant'Anna, Porta Santa Maria, Porta Napoli e Porta Pescara).
    Altre leggende sulle origini di Chieti narrano che venne fondata dai Pelasgi in onore della ninfa Teti (in greco Thètis, Θετις).
    Secondo lo scrittore Girolamo Nicolino la nascita di Chieti risale al 1.181 a.C. Stando allo storico greco Strabone, la città fu fondata dagli Arcadi e inizialmente denominata Tegeate (in greco Θηγεατη).
    L'attuale Chieti, chiamata dai romani Teate Marrucinorum, fu subito riconosciuta da questi come la Capitale del bellicoso popolo dei Marrucini, che si distinsero per i duri combattimenti contro Roma conclusi nel 304 a.C. con un trattato di pace chiesto dai Marrucini ed altri alleati italici. Da quel momento i Marrucini divennero fedeli alleati dei Romani, offrendo loro appoggio militare in numerose ed importanti battaglie (contro Pirro, contro i Galli Cisalpini, contro Perseo di Macedonia, contro Annibale ed Asdrubale).
    Teate partecipò alla Guerra sociale per il riconoscimento della cittadinanza romana a tutti gli italici e dove perse la vita, sconfitto da Gaio Mario, il condottiero marrucino Erio Asinio. Roma vinse la Guerra Sociale ma concesse la cittadinanza a tutti i popoli italici. Nel 91 a.C. Chieti entrò definitivamente nell'orbita romana: fu eretta a Municipio e urbanizzata, secondo i canoni romani, diventando il principale centro economico della regione arrivando a contare oltre 60.000 abitanti, una popolazione considerevole per l'epoca. Fu arricchita delle strutture proprie dei Municipi romani con un foro, un teatro da cinquemila posti e circa ottanta metri di diametro avente come sfondo il monte Gran Sasso d'Italia (visibili tuttora resti di un pezzo di cavea), un anfiteatro di medie dimensioni (60x40 metri) da quattromila posti (restaurato, utilizzabile), un acquedotto con relative canalizzazioni anche sotterranee e le terme, strutture ancora parzialmente visibili in vari stati di conservazione e dotate di cisterna sotterranea a nove ambienti di grande capacità e ottimamente conservata.
    A seguito del crollo dell'Impero romano, Chieti fu distrutta dalle ondate barbariche di Visigoti ed Eruli, ma tornò ad avere un ruolo predominante sotto la dominazione dei Longobardi che la fecero Gastaldato di dominio regio, finché non fu distrutta da Pipino e rimase per due secoli alle dipendenze del Ducato di Benevento.
    In seguito, sotto il controllo dei Conti Normanni, la città si risollevò e continuò a far valere il proprio ruolo di preminenza anche sotto la dominazione sveva.
    Teate nel 1094 venne proclamata da Roberto il Guiscardo la Città Capitale degli Abruzzi e subito consegnata a suo nipote Drogone. Nell’ottobre del 1097 Papa Urbano II fu ospite di Teate e vi predicò la crociata spronando i crociati alla conquista di Gerusalemme ed alla liberazione del Santo Sepolcro dal dominio musulmano. L’emblema più antico di Teate, cioè lo scudo con la croce, come quello della famiglia Valignani, deriva appunto dalla consistente partecipazione alle crociate. Nel 1227 Federico II* confermò al vescovo Bartolomeo il privilegio in perpetuo delle varie donazioni di possedimenti precedentemente concesse nel 1195 da suo padre Enrico VI* alla Chiesa Teatina, dell’ampio territorio fluviale e boscoso intorno a Sambuceto, la decima del ponte e del porto di Aterno, il castello di Montesilvano e la villa di Spoltore. Così la città rimase fedele all’impero anche con Manfredi – che vi dimorò nel Natale del 1255 – e con Corradino di Svevia, legato da fraterna amicizia con il condottiero Simone da Chieti, pure se alla morte di Federico II* papa Innocenzo IV la colmò di benefici per cercare di trarla a sé.Con gli Angioini e soprattutto con gli Aragonesi, conobbe un ulteriore periodo di grande sviluppo e fu posta a capo di tutti gli Abruzzi con diritto di battere moneta propria. La titulatio di Città Regia e capoluogo degli Abruzzi, concessa nel 1443 da Re Alfonso V d'Aragona, appare ancora sullo stemma della Città, e recita: Theate Regia Metropolis utriusque Aprutinae Provinciae Princeps (Chieti città regia e capoluogo di entrambe e province degli Abruzzi)


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    Portale della Cattedrale
    di San Giustino
    Nel 1539 nacque a Chieti Alessandro Valignano, il gesuita Padre Visitatore e coordinatore di tutte missioni cristiane in estremo oriente, evangelizzatore in India e, soprattutto, Giappone, ideatore dei criteri di "Inculturazione" ed "Adattamento", basilari per il futuro ecumenismo. Fu maestro di Matteo Ricci che lui destinò alla Cina, fondatore della prima università dell'estremo oriente, (il "Collegio di San Paolo" in Macao) e riuscì a sviluppare e gestire commercialmente il porto di Macao finanziando con i relativi proventi le missioni in tutta l'Asia. È stato recentemente rivalutato come uno dei più grandi missionari cristiani.
    Nel Seicento Chieti assunse la conformazione urbanistica che fondamentalmente ancora oggi la contraddistingue e che fu favorita dal potere ecclesiastico che in epoca di Controriforma si prodigò nella costruzione di imponenti edifici, tra cui il Palazzo del Seminario Diocesano, che si aggiunsero ad altre importanti opere erette principalmente il secolo prima (Torre Arcivescovile, ammodernamento della Cattedrale di San Giustino).
    Nel 1656, a seguito di una grave epidemia di peste, la città vide ridurre drasticamente i cittadini eletti del Parlamento teatino, i quali avevano il compito di eleggere il Camerlengo e i Magistrati, che erano i principali addetti alla pubblica amministrazione.
    Nella seconda metà del XVIII secolo tornò a svilupparsi un certo dinamismo, soprattutto culturale, che portò all'istituzione di scuole ed accademie (in questo periodo lo storico e poeta Federico Valignani fonda la nota Colonia Tegea) con conseguente incremento dello sviluppo del patrimonio artistico.
    Nell'Ottocento ebbe inizio l'occupazione francese e nonostante il popolo teatino avesse espresso posizioni antifrancesi, nel 1806 i francesi costituiscono la città in piazzaforte, arricchendola di nuove strutture amministrative.
    Nel periodo risorgimentale molti teatini si distinsero per il loro contributo alla lotta per l'unificazione, infine, nel 1860, la città accolse in modo trionfale il re Vittorio Emanuele II proclamando la sua annessione al Regno d'Italia.
    Presso la Corte d'Assise di Chieti, tra il 16 ed il 24 marzo del 1926 si tenne il processo Matteotti in cui vennero giudicati gli esecutori materiali dell'omicidio del politico socialista Giacomo Matteotti avvenuto il 10 giugno del 1924. È universalmente ritenuto che tale processo fu fortemente condizionato dalle pressioni politiche fasciste al fine di minimizzare le condanne ed evitare di risalire ai mandanti.
    Nel 1940, dal 13 giugno al 10 novembre, l’edificio dell’asilo infantile Principessa di Piemonte, venne trasformato in Campo di Concentramento di Chieti. Il campo ospitò fino a 29 internati (prevalentemente francesi, inglesi ed ebrei), che dopo la chiusura vennero trasferiti nei campi di Montechiarugolo, Casoli e Manfredonia.
    Nel corso della seconda guerra mondiale Chieti, similmente ad altre città come Parigi, Roma, Firenze e Belgrado, fu considerata città aperta, grazie soprattutto alle richieste dell'arcivescovo di Chieti-Vasto Giuseppe Venturi contestuali alla perdita di importanza strategico-militare del sito, con la parte più calda del fronte spostata sull'asse tirrenico.
    La notte tra il 9 ed il 10 settembre del 1943 presso palazzo Mezzanotte, di fronte la cattedrale di San Giustino, pernottarono il capo del Governo gen. Pietro Badoglio, lo Stato Maggiore delle Forze Armate oltre a nobili in fuga da Roma insieme ai reali (che però trascorsero la notte nel castello di Crecchio di proprietà dei Duchi di Bovino). Salvo il gen. Badoglio partito nottetempo per Pescara e lì imbarcatosi, tutti gli altri, famiglia reale compresa, si diressero il giorno successivo verso il porto di Ortona per imbarcarsi alla volta della Puglia.
    Nell'epoca moderna a Chieti si è registrata un'importante evoluzione urbana che si è avuta in particolare nella parte bassa della città, la cui crescita industriale ha collocato Chieti tra le realtà economiche più importanti dell'Abruzzo.

    Monumenti e luoghi di interesse

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    Corso Marrucino e cupola
    di San Francesco al Corso.

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    Veduta della
    Cattedrale
    di San Giustino

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    Il campanile
    di San Domenico
    La via principale della città è il Corso Marrucino, che va da piazza Trento e Trieste (comunemente conosciuta anche come piazza Trinità), costeggia piazza Gian Battista Vico, attraversa piazza Gian Gabriele Valignani e termina su Via Arniense, nel cuore del centro storico del capoluogo teatino. Il palazzo del Municipio si trova in piazza San Giustino (un tempo intitolata a Vittorio Emanuele II), mentre il palazzo della Provincia si trova lungo Corso Marrucino. Attualmente la sede municipale è situata su Corso Marrucino nei pressi di piazza Valignani, all'interno dell'ex sede della Banca d'Italia - chiusa nel 2009: la nuova sistemazione si è resa necessaria in seguito ai danni riportati dalla sede storica municipale, in piazza San Giustino, per il sisma aquilano del 6 aprile 2009.

    Architetture religiose

    • Cattedrale di San Giustino
    • Oratorio del Sacro Monte dei Morti
    • San Francesco al Corso
    • Santa Chiara
    • San Domenico
    • Santa Maria Calvona
    • Sant'Anna
    • Sacro Cuore
    • San Giovanni Battista
    • Sant'Agostino
    • Sant'Agata
    • Santissima Trinità
    • San Camillo de Lellis
    • Santa Maria de Civitellis
    • Sant'Antonio Abate
    • Santa Lucia
    • Sant'Eufemia
    • Madonna delle Piane
    • San Martino vescovo
    • Santa Maria del Tricalle
    • Santa Maria de Cryptis
    • Santa Maria degli Angeli

    Architetture civili

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    Palazzo Fasoli

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    Palazzo della Banca d'Italia

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    Palazzo della
    Cassa di Risparmio

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    Palazzo della
    Camera di Commercio

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    Palazzo OND

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    Palazzo Majo

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    Palazzo del Tribunale

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    Esedra della Pescheria

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    Teatro Marrucino
    Palazzo Fasoli
    Situato in largo Gian Battista Vico, fu rimaneggiato negli anni trenta e conserva dell'antica struttura i balconi del piano nobile. Questi ultimi, dalle decorazioni in pietra come anche per il portale, sono caratterizzati dalle capricciose cimase in stile rococò che li sormontano. Il resto del prospetto è interamente intonacato nella tonalità del rosso pompeiano.

    Palazzo della Banca d'Italia
    La sua facciata curvilinea si affaccia su piazza Valignani, sul luogo in cui in passato era presente il palazzo gentilizio dell'omonima famiglia di Vacri. La sua edificazione fu imposta nel 1913 a causa del cedimento di un pilastro delle sottostanti cisterne sotterranee romane.

    Palazzo della Cassa di Risparmio
    Dalla piccola facciata di gusto classico, fu progettato per accogliere una sede istituzionale in seguito all'unità d'Italia e presenta un finto pronao corinzio del XX secolo.

    Palazzo della Camera di Commercio
    Dapprima palazzetto delle Corporazioni, risale agli anni trenta ed è ispirato ai palazzi comunali del medioevo italiano, in particolare per la presenza di una torre al centro del propetto principale. Il progetto dell'architetto Camillo Guerra consisteva in un edificio eclettico, che attingeva dal rinascimento romano per quanto concerne le finestre del secondo piano, dall'abbazia di San Clemente a Casauria per il portico del pian terreno e dal palazzo della Santissima Annunziata di Sulmona per le finestre del primo piano. Caratteristici sono anche gli elementi decorativi che rimandano al regime fascista, come l'aquila imperiale poggiante su una testa di Mercurio, dio del commercio. Il cornicione è sorretto da beccatelli sotto il quale trovano collocazione ceramiche policrome sulle professioni praticate nella regione.

    Palazzo OND
    Esempio di architettura fascista, progettato anch'esso da Camillo Guerra, venne edificato come sede dell'Opera nazionale del dopolavoro e voleva celebrare il regime con i suoi lineamenti emblematici, grazie ai fasci che svettano in altezza dall'edificio. Conservò le sue funzioni originarie anche nel dopoguerra, ospitando per anni il cinema Enal, poi Gardencine, sale da biliardo, una scuola materna ed una palestra, prima di essere destinato a sede del museo di storia delle scienze biomediche dell'Università Gabriele D'Annunzio.

    Palazzo Majo (o de' Mayo)
    Con la sua mole, l'edificio si impone su corso Marrucino. Il primo nucleo del complesso risale al XVI secolo. In seguito la famiglia di banchieri Costanzo condusse nel XVIII secolo una massiccia opera di rimaneggiamento. Con i marchesi Majo vi fu un grande restauro, nell'ultimo decennio del XVIII secolo, conferendo all'edificio un forte richiamo verso le ville napoletane di questo periodo. L'ultimo restauro, tra fine novecento e primi del duemila, è opera dell'ultima proprietaria, la Fondazione CariChieti, che ha destinato il palazzo, oltre che a propri uffici, a museo e centro culturale. Il fianco destro del palazzo è punteggiato da una lunga serie di finestre intervallate da lesene e dispiegate su due livelli, mentre sulla piazzetta Martiri per la libertà è presente un monumentale portale in pietra del Settecento, anche se la rosa in ferro battuto che sovrasta il portone e che reca il monogramma dei Majo è successiva. Il prospetto principale è preceduto da un cortile, sul cui cornicione sono disposti dei busti marmorei. Caratteristica peculiare del palazzo è l'altana con i tetti a pagoda, memore del gusto esotico settecentesco, così come singolare è l'anemometro a forma di cicogna posta sul tetto centrale.

    Palazzo del Tribunale
    Affacciata alla piazza principale della città, piazza San Giustino, il tribunale è stato storicamente situato vicino alla cattedrale e al municipio a simboleggiare i massimi poteri cittadini. Anticamente sede della Regia Udienza, a fine ottocento cambiò il suo aspetto architettonico e assunse le attuali connotazioni neo gotiche. Negli anni ottanta del XX secolo la struttura fu ampliata, a discapito della vicina porta a tre archi che dovette cedere il posto. Il portico del piano terra si interrompe al centro, dove il balcone centrale origina un avancorpo con arco a sesto acuto cinto da una balaustra lapidea.

    Palazzo Toppi
    Situato nel rione Trivigliano, è dominato da una torre trecentesca con merlatura, tra i pochi esempi di architettura medievale a Chieti e unico esempio rimasto di torre costruita per difendere un palazzo nobiliare, oltre a quella del palazzo arcivescovile. In seguito a un incendio subito a seguito dei tumulti cittadini del 1647, fu quasi completamente ricostruito agli albori del Settecento. Il palazzo si sviluppa su Porta Pescara e conserva un ampio portale a bugnato liscio, che conduce ad una scalinata monumentale. La facciata è stata ristrutturata nel XIX secolo per ospitare al piano terra locali commerciali. Il portale d'ingresso da via dei Tintori è l'unico elemento superstite della struttura rinascimentale antecedente il 1647. Le sue bugne sono tagliate a punta di diamante e ornate da incisioni con motivi floreali. Sulla volta ribassata dell'androne campeggia uno stemma dei baroni Toppi affrescato. Lo scalone è a doppia rampa, con colonne doriche e stucchi plastici monocromi del XVIII secolo.

    Palazzo Martinetti Bianchi
    Si affaccia su via de Lollis e fu eretto dai padri gesuiti. Con la soppressione della Compagnia di Gesù il palazzo passò prima alla famiglia Franchi, poi ai marchesi Martinetti Bianchi. L'accesso presenta un fornice estremamente alto, ed è il portale più ampio tra palazzi teatini. Può inoltre vantare delle monumentali ante in legno e una rosta sempre dello stesso materiale che reca il monogramma in rilievo dell'ultima famiglia possidente. La facciata è scandita da due ordini di balconi e finestre disposte in modo regolare. Nell'androne è presente una guardiola per il controllo dell'accesso, mentre il soffitto reca l'arma della famiglia, che come attesta il biscione visconteo era di origine lombarda. Attorno al cortile si articola su tre lati un porticato. L'appartamento di rappresentanza del palazzo, con decori tardo-settecenteschi, fu commissionato al pittore Giacinto Diano dai Franchi, nel 1796. Le scene che l'artista napoletano realizzò riguardano la mitologia e in particolare la favola di Psiche accolta da Giove nell'Olimpo. Attualmente ospita il museo d'arte Barbella.

    Palazzo De Pasquale
    Situato nel rione Trivigliano, fu la residenza dei conti Siciliani d'Alaneto. Venne costituito dall'accorpamento nel XVIII secolo di più edifici acquistati nel tempo. Le finestre possiedono semplici cornici in stucco nel primo piano, mentre le cornici delle finestre e balconi del secondo piano sono riccamente decorate. Gli ambienti entro cui sono contenute le rampe dello scalone sono coperti da volte a crociera a cupola emisferica, sostenute da colonne ioniche. Prima di essere destinato a uffici comunali e di aziende municipalizzate, è stato sede della facoltà di Farmacia dell'università di Chieti e Pescara.

    Esedra della Pescheria
    Con la sua forma a ventaglio, l'esedra della Pescheria ricorda un mercato di età classica. Gli ambienti destinati ai venditori di pesce e carne sono preceduti da un colonnato dorico. Il soprannome lu ricchiappe è dovuto al fatto che in passato in questa piazzetta aveva termine la corsa dei Barberi, un antico palio a cui prendevano parte cavalli senza fantino, che vi giungevano dopo aver percorso a galoppo, in salita, via padre Alessandro Valignani e via Arniense.(da ciò il locale proverbio dialettale "lu cavalle 'bbone s' ved' a lu ricchiappe" in quanto lo spettatore del palio poteva identificare cavallo e/o proprietario vincenti solo conoscendo l'addetto al recupero dell'animale).

    Palazzo De Sanctis-Ricciardone
    Fu generato da un accorpamento nella seconda metà del XVIII secolo di più case precedenti e presenta una cappella annessa. L'appartamento nobile si snoda attorno ad una scalinata monumentale a doppia rampa con pianta ellittica e sovrastata da un cupolino e accoglie attualmente il Circolo degli Amici.

    Palazzo Zambra
    Con le sue linee barocche è frutto di una ristrutturazione del secondo Settecento operata dalla famiglia Zambra, mercanti provenienti della Lombardia. È caratterizzato da una bicromia rosso e gialla e da un portale in pietra a tutto sesto entro una cornice in stucco mistilinea ed è delimitato agli angoli da paraste arrotondate. La peculiarità del portale di questo palazzo, rispetto agli altri della città, è che insieme con la finestra e il balcone che lo sormontano costituiscono un unico corpo aggettante. Oggigiorno è sede della Sovrintendenza archeologica degli Abruzzi.

    Palazzo Lepri
    Posto a ridosso della chiesa della Santissima Trinità, era la villa suburbana degli omonimi marchesi, ma in origine la proprietà fu della famiglia Humani, a cui si deve l'erezione del vicino luogo di culto. Il principale elemento dell'edificio è l'alta terrazza che si affaccia lungo via Vernia, testimonianza della natura di questo palazzo come villa fuori città, mentre l'interno venne decorato nel XVIII secolo su commissione dei Monaco La Valletta, che riacquistarono la struttura dagli Humani. Gli affreschi del salone principale sarebbero riconducibili al pittore teatino del XIX secolo Raffaele Del Ponte.

    Musei

    Chieti ospita ad oggi cinque musei. Il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo “Villa Frigerj” espone il celebre "Guerriero di Capestrano", la stele di Guardiagrele, il torso di Rapino, il cippo di Penna S. Andrea, l’Ercole Curino, il gigantesco Ercole seduto proveniente dal tempio di Alba Fucens, i dischi di Alfedena, la collezione numismatica.
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    Il Guerriero di Capestrano,
    conservato nel
    Museo archeologico
    nazionale d'Abruzzo
    di Chieti
    • Il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo “La Civitella” espone i reperti relativi alla terra dei Marrucini, la dea di Rapino, i materiali che illustrano la storia dell’archeologia teatina, le fasi precedenti la strutturazione della città romana, materiali di Chieti del III – II sec. a.C. relativi ai due poli religiosi della città, l’acropoli con i suoi due frontoni policromi e il santuario centrale (i Tempietti), il cane Cerbero, un frammento di architrave con epigrafe del monumento funerario di Lusius Storax rappresentante i due momenti della giornata (investitura e combattimento) dei gladiatori.
    • Il Museo d’Arte “Costantino Barbella” raccoglie statue e statuette in terracotta di Costantino Barbella, tavole e dipinti murali di grandi dimensioni attribuiti ad Antonio da Atri, ad Andrea Delitio, al Maestro di Offida, a Francesco da Montereale e al Maestro dei Polittici Crivelleschi, quadri di Michetti, di Palizzi, di Federico Spoltore, di Basilio Cascella, una collezione di quadri contemporanei di Mirò, di Mensa, di De Chirico, ceramica del cinquecento di Castelli firmate Orazio Pompei e Francesco Grue.
    • Il Museo Universitario di Storia delle Scienze Biomediche, oltre a due dinosauri, espone una collezione di oltre 30 scheletri originali di scimmie della sezione di antropologia, mummie umane, calchi di fossili di “uomo”, crani, mandibole e denti, fossili originali di conchiglie giganti, uova giganti fossilizzati, una mostra di esiti fossilizzati di varie patologie su ossa e tessuti ecc. Questi ultimi due musei sono inseriti nella rete museale regionale.
    • Museo Palazzo de' Mayo della Fondazione della Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti (proprietaria del museo), centro multiculturale, colleziona opere di Sughi, Galliani, Vernizzi, proseguendo con opere di artisti dell'Ottocento abruzzese e non solo, Michetti, Cascella, Celommi, Barbella, Fattori, Dalbono, Gioli ecc. Tra le quali spicca il monumentale, perché è grande, capolavoro, perché conosciutissimo, "La Figlia di Jorio" di Francesco Paolo Michetti, prima versione - olio - tramonto. e quindi di altri pittori ed anche scultori contemporanei internazionali quali Sassu, Cremonini, Modica, Bonichi, Guccione, Bergomi, Savinio, Bodini, Vangi, Calabria, Vespignani, Quetglas, Mensa, Carrol, Ortega ecc. Presente anche una collezione di argenti datati da fine seicento in poi provenienti da Inghilterra, Russia, Paesi Bassi, Francia, Austria, Italia, Germania e Danimarca. Nel Palazzo de' Mayo sono presenti anche mostre temporanee, biblioteche tematiche nonché Istituti culturali su Manzoni e Padre Alessandro Valignano.
    Quanto prima a Chieti verrà aperto anche il Museo Diocesano; esso ospiterà sculture medievali in legno e in pietra, arredi sacri ed ecclesiastici tra cui calici, paramenti religiosi, libri, pergamene e messali.

    Chieti sotterranea

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    Il Museo archeologico
    nazionale d'Abruzzo

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    L'anfiteatro romano
    alla Civitella

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    Rovine del teatro romano
    presso il centro storico
    La città di Chieti vanta, oltre ai numerosi resti dell'antica civiltà romana, un'intera città sotterranea che fu l'antica Theate, situata proprio sotto l'attuale centro storico. Per motivi non noti, le rovine non sono visitabili fatta eccezione per alcune rare occasioni (come ad esempio i Giochi del Mediterraneo del 2009) durante le quali è stato possibile visionarne solo una minima parte.

    Villa Comunale

    Nella villa fatta costruire dal Barone Frigerj e venduta nel 1864 al Comune di Chieti hanno trovato sede il Museo archeologico nazionale d'Abruzzo, nello stabile neoclassico, mentre l'enorme giardino è diventato il principale parco pubblico di Chieti, ricco di alberi secolari, fontane, terrazzamenti panoramici sulla città e verso il monte Majella.
    Composta da più livelli terrazzati, la parte più a monte, vicino il museo, è composta da giardino all'italiana da un lato ed una piccola foresta dall'altro; nel terrazzamento intermedio giardino all'italiana ed una fontana monumentale, a valle le passeggiate tra il verde ed i laghetti illuminati, con camminamenti e ponti di pietra, ed una piccola penisola per mini spettacoli circondati dall'acqua. Al centro il piazzale Mazzini con la fontana monumentale e gli archetti con panchine che fanno mostra di fronte all'ingresso principale. Lungo il viale si trova il Monumento ai Caduti della Guerra 1915-18 realizzato dallo scultore Pietro Canonica ed inaugurato il 19 giugno 1924. La villa è adiacente ad altre due grandi zone verdi, recintate, l'area dell'ex ospedale militare e quella del Pontificio Seminario Regionale San Pio X. La Villa comunale di Chieti è stata insignita del riconoscimento di "Meraviglia Italiana" dal Forum Nazionale dei Giovani, partner della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della European Youth Forum e dell'Agenzia nazionale per i giovani.

    Teatro Marrucino

    Fu inaugurato nel 1818 col nome di Real Teatro San Ferdinando in onore dell'allora sovrano delle Due Sicilie Ferdinando I di Borbone, pochi giorni dopo la prima rappresentazione fu La Cenerentola di Giovacchino Rossini.
    Fu costruito sul sito della sconsacrata chiesa gesuita di Sant'Ignazio con l'opposizione della Chiesa che rivendicava la proprietà dello stabile, il contenzioso continuò durante i lavori, li interruppe anche e si risolsero definitivamente nel 1854, trentasei anni dopo l'inaugurazione.
    Dopo l'Unità d'Italia il nome cambiò in quello attuale che richiama le origini della città. Nel 1870 il teatro fu arricchito di un quarto ordine di palchi ed un loggione sopraelevando il fabbricato. Si riuscì ad aumentare i posti di platea ed i palchi di proscenio. Con gli stessi lavori si abbellirono gli interni con stucchi e dorature, vennero posizionati i Paggi, sculture di Costantino Barbella e si acquistò un nuovo sipario. Il teatro vide all'opera molti grandi artisti della prosa, della commedia e del bel canto dell'Ottocento e del novecento, da Eleonora Duse alla soprano De Giuli Borsi, dalle sorelle Irma ed Emma Gramatica a Maria Caniglia, da Totò a Katia Ricciarelli, da Vittorio Gassman, Turi Ferro e Carmelo Bene a Mario Del Monaco e Giuseppe Di Stefano, per citarne solo alcuni. Gabriele D'Annunzio vi rappresentò la prima abruzzese de La figlia di Iorio con lui stesso presente al proscenio. Le cronache riportano che D'Annunzio fu chiamato dal pubblico sul palcoscenico un totale di ventitré volte.
    Dopo la chiusura del teatro per la seconda Guerra Mondiale e, molti anni dopo, il ripristino e la ristrutturazione, l'inaugurazione della riapertura, nel 1972, avvenne con una stagione lirica che presentava artisti del calibro di Anna Moffo, Renato Cioni, Virginia Zeani e Nicola Rossi-Lemeni.
    Dopo la lunga gestione del soprintendente Mario Zuccarini, il successore, Aurelio Bigi, con la carica di Commissario Straordinario ha creato il Marrucino teatro di produzione, cioè dotato di una sua propria orchestra, coro, scuole di canto, di recitazione, di ballo, di scenografia e costumi ecc. in modo da potere realizzare spettacoli ricorrendo ad artisti e personale interni al teatro; Con il cambio gestione, per vari motivi, molte di queste attività di produzione teatrale sono state ridimensionate o non sono state più attivate.
    Dal 2012 il direttore artistico del Teatro Marrucino è il Maestro Ettore Pellegrino, che riveste tale incarico anche nell'Istituzione Sinfonica Abruzzese.
    Il Teatro Marrucino, teatro d'opera, uno dei 62 teatri lirici Italiani, teatro lirico d'Abruzzo e uno dei 29 Teatri di Tradizione in Italia (Federmusica-ATIT), collabora dal 2010 con l'Istituzione Sinfonica Abruzzese, una delle 13 Istituzioni Concertistico-Orchestrali italiane (Federmusica-ICO), costituendo in tal modo il principale distretto di produzione musicale in Abruzzo.

    Persone legate a Chieti

    Origini Teatine

    • Paola e Chiara Iezzi (Paola & Chiara), cantanti.
    • Daniele Toto, (Roma, 10 ottobre 1972), politico e imprenditore italiano

    Sono nati a Chieti
    • Filippo Antonelli Agomeri, (Chieti, 1978), calciatore.
    • Erio Asinio, (Chieti, I secolo a.C.), condottiero Marrucino.
    • Gaio Asinio Pollione, (Chieti, 76 a.C. - 4), uomo politico, oratore, storico, poeta e critico letterario; fu console e poi proconsole dell'Impero Romano.
    • Alessia Barela, (Chieti, 1974), attrice.
    • Costantino Barbella, (Chieti, 1852 - Roma, 1925), scultore.
    • Giovanni Fortunato Bianchini, (Chieti, 1719 - Padova, 1779), medico.
    • Lidia Broccolino, (Chieti, 1958), attrice.
    • Ezio Buzzelli, (Chieti, 1951), campione italiano salto triplo 1972 e 1974.
    • Lucio Camarra, (Chieti, 1596 - Roma, 1656), giureconsulto e storico.
    • Gianluca Capitano, (Chieti, 1971), ciclista e campione del mondo su pista.
    • Claudio Capone, (Chieti, 1965), cestista.
    • Umberto Cesari, (Chieti, 1920 - 1992), pianista, jazzista.
    • Giovanni Chiarini, (Chieti, 1849 - Cialla, nel Ghera, 1879), esploratore.
    • Giovanni Consorte, (Chieti, 1948), manager.
    • Beniamino D'Andrea, (Chieti, 1827 - 1910), medico patriota.
    • Giovanni D'Andrea, (Chieti, 1829 - 1920), chimico garibaldino.
    • Nicola De Laurentiis, (Chieti, 1783 - 1832), pittore.
    • Romualdo De Sterlich, (Chieti, 1712 - 1788), economista.
    • Pasquale De Virgilii, (Chieti, 1810 - Trani, 1876), scrittore e patriota.
    • Saverio Del Giudice, (Chieti, 1684 - 1764), storico e poeta.
    • Raffaele Del Ponte, (Chieti, 1813 - 1872), pittore e scenografo.
    • Arturo Di Donato, (Chieti, 27 gennaio 1880 - 5 febbraio 1932), pittore.
    • Severino Di Giovanni, (Chieti, 1901 - Argentina, 1931), tipografo anarchico.
    • Piero Di Iorio, (Chieti, 1947 - Chieti, 1999), attore.
    • Giulia Di Quilio, (Chieti, 14 novembre 1980), modella e attrice.
    • Camillo Di Sciullo, (Chieti, 1853, 1935), anarchico.
    • Donatello D'Orazio, (Chieti, 5 agosto 1896 - Roseto degli Abruzzi (TE), 19 ottobre 1986), giornalista e scrittore.
    • Fabrizia D'Ottavio, (Chieti, 1985), atleta di ginnastica ritmica.
    • Giuseppe Nicola Durini, (Chieti, 1765 – Napoli, 1845), politico ed economista.
    • Raffaele Ferrara, (Chieti, 1814 - Roma, 1883), pittore.
    • Grazia Galante, (Chieti, 1963), etoile e coreografa
    • Ferdinando Galiani, (Chieti, 1728 - Napoli, 1787), economista e scrittore.
    • Francesco Ghiretti, (Chieti, 1916 – Padova, 2002), fisiologo e biologo.
    • Illuminato da Chieti, (Chieti, prima metà del XIII secolo - Assisi 1282)
    • Alessandro Leombroni, (Chieti, 1950 – Torrevecchia Teatina, 2004), cestista.
    • Lorenzo Leporati, (Chieti, 1966), poeta.
    • Anton Giulio Majano, (Chieti, 1909 - Milano, 1994), regista e sceneggiatore.
    • Francesca Mambro, (Chieti, 25 aprile 1959), ex terrorista.
    • Stefano Mancinelli, (Chieti, 1983), cestista.
    • Giuseppe Marcantonio, (Chieti, 2 novembre 1901), artigiano e patriota.
    • Sergio Marchionne, (Chieti, 1952), amministratore delegato di FCA - Fiat Chrysler Automobiles e presidente della Ferrari.
    • Giovanna Massimetti, (Chieti, 1954), regista.
    • Giuseppe Maria Mazzetti, (Chieti, 1778 - Napoli, 1850), prelato.
    • Giuseppe Mezzanotte, (Chieti, 1855, 1935), scrittore.
    • Raffaele Mezzanotte, (Chieti, 1823 – 1879), politico, senatore e ministro del regno d'Italia.
    • Luciano Miani, (Chieti, 14 febbraio 1956), calciatore, poi allenatore di calcio.
    • Renato Minore, (Chieti, 1944), giornalista, scrittore e poeta.
    • Gaspare Monaco La Valletta, (Chieti, 1819 – Chieti, 1881) politico e senatore.
    • Antonio Nolli, (Chieti, 1754 - Tollo, 1830), patriota e Ministro delle Finanze nel governo di Gioacchino Murat.
    • Luciano Odorisio, (Chieti, 1942), regista cinematografico e sceneggiatore.
    • Adalberto Orsatti, (Chieti, 1937 – Padova 2005), matematico.
    • Ramiro Ortiz, (Chieti, 1879- Padova, 1946), filologo romanzo e linguista.
    • Giovanni Pace, (Chieti, 1933), uomo politico, già parlamentare e presidente della Regione Abruzzo.
    • Tony Pancella, (Chieti, 1959), jazzista pianista e compositore.
    • Ettore Paratore, (Chieti, 1907 - Roma, 2000), latinista.
    • Augusto Pierantoni, (Chieti, 1840 - Roma, 1911), giurista e patriota.
    • Amedeo Pomilio, (Chieti, 1967), pallanuotista, campione olimpico Barcellona-1992.
    • Ottorino Pomilio, (Chieti, 1887 - Roma, 1957), ingegnere, pilota, imprenditore.
    • Umberto Pomilio, (Chieti, 1890 - Francavilla al Mare, 1964), chimico e inventore.
    • Isabella Quarantotti, (Chieti, 1921 – Roma, 2005), scrittrice e drammaturga.
    • Enrico Rebeggiani, (Chieti, 1915 – Ivanowka (Ucraina), 1942), militare medaglia d'oro.
    • Filippo Rega, (Chieti, 1761 - Napoli, 1833), glittico.
    • Umberto Ricci, (Chieti, 1879 - Il Cairo, 1946), economista.
    • Ercole Rocchetti, (Chieti, 1905 - Roma 1989, giurista e politico.
    • Federico Salomone, (Chieti, 1825 - Napoli, 1884), patriota.
    • Arianna Secondini, (Chieti, 1967), giornalista di RaiSport.
    • Francesco Sciucchi, (Chieti, 1908 - 1943), medico martire della Resistenza.
    • Saverio Selecchy, (Saverio Sallecchia, Chieti 1708 - 1788), musicista, compositore.
    • Simone da Chieti, (Chieti, XIII secolo), condottiero; visse sotto Federico II che, riconoscendone il valore e la capacità nelle armi, si valse di lui in non poche imprese.
    • Lusius Storax, (Chieti, I secolo), magistrato, Sacerdote "Seviro augustale".
    • Lanfranco Tenaglia, (Chieti, 1961), parlamentare, magistrato.
    • Donato Teodoro, (Chieti, 1698? – 1779), pittore.
    • Luigia Tincani, (Chieti, 1889 – Roma, 1976), religiosa e pedagogista.
    • Niccolò Toppi, (Chieti, 1607 - Napoli, 1681), storico.
    • Carlo Toto, (Chieti, 1944), imprenditore
    • Giacomo Vaccari (Chieti, 1931-1963), regista televisivo
    • Padre Alessandro Valignano, (Chieti, 1539 - Macao, Cina, 1606), missionario, visitatore gesuita, tra i primi evangelizzatori dell'estremo oriente.
    • Federico Valignani, (Chieti, 1700 - Torrevecchia Teatina, 1754), letterato.
    • Enrico Venti, (Chieti, 1978), produttore, attore e comico (Anche noto come Ivo Avido)
    • Nicoletto Vernia, (Chieti, 1420 - Vicenza, 1499), filosofo.
    • Vittorio Visini, (Chieti, 1945), marciatore.
    • Alessandro Vivenza, (Chieti, 1869 – Perugia, 1937), agronomo e docente universitario.
    • Lucio Zappacosta, (Chieti, 2 marzo 1951), politico.
    • Pierluigi Zappacosta, (Chieti), imprenditore, già presidente e Amministratore Delegato della Logitech.
    • Vincenzo Zecca, (Chieti, 1832 - 1915), scrittore e archeologo.
    • Mario Zuccarini, (Chieti, 1920 - Chieti, 1996), giornalista, bibliotecario e sovrintendente del Teatro Marrucino.

    Hanno vissuto a Chieti
    • Corrado Alvaro giornalista e poeta.
    • Antonio Angelillo, calciatore e allenatore di calcio argentino, oriundo italiano.
    • Renzo Arbore, cantante, regista, attore e showman. È cittadino onorario.
    • Ernesto Aurini, pittore, fotografo, disegnatore e caricaturista.
    • Guglielmo Aurini, scrittore e critico d'arte italiano.
    • Francesco Auriti, magistrato e senatore del Regno d'Italia.
    • Francesco Saverio Bassi, XXX arcivescovo di Chieti.
    • Giorgio Benvenuto, politico e sindacalista.
    • Gastone Boni, allenatore di calcio.
    • Franco Bomprezzi, giornalista e scrittore.
    • Giulio Borrelli, giornalista.
    • Salvatore Caporaso, poeta e militare.
    • Card. Loris Francesco Capovilla, arcivescovo cattolico e segretario di Papa Giovanni XXIII.
    • Alessandro Cecchi Paone, giornalista e conduttore televisivo.
    • Enrico Chiesa, calciatore italiano.
    • Rocco Cocchia, in religione Rocco da Cesinali, arcivescovo cattolico.
    • Donato Cocco, giudice, patriota e deputato.
    • Salvatore Correnti, matematico.
    • Mario Cotellessa, padre costituente, alto Commissario per l'igiene e la sanità pubblica.
    • Ottavio de Cesaris, (Penne, 1922 - Chieti, 1990), prete, musicista.
    • Andrea De Litio, pittore italiano del Rinascimento
    • Luigi Maria de Marinis, vescovo.
    • Angelo Camillo De Meis, patriota, filosofo e politico.
    • Giulio De Petra, archeologo.
    • Ado Guido Di Mauro, politico.
    • Ada Dondini, attrice cinematografica e attrice teatrale.
    • Bruno Forte, arcivescovo cattolico e teologo.
    • Ernesto Giammarco, linguista e dialettologo.
    • Antonio Giammarinaro, detto Tony, allenatore di calcio.
    • Gianni Grana, scrittore.
    • Fabio Grosso, calciatore.
    • Ettore Janni, giornalista, scrittore e politico italiano, direttore del Corriere della Sera.
    • Giovanni Legnini, politico.
    • Marcello Macchia, meglio noto come "Maccio Capatonda", regista e attore comico.
    • Vincenzo Marcellusi, poeta.
    • Filippo Masci, docente universitario e Senatore del regno italiano.
    • Card. Edoardo Menichelli, arcivescovo cattolico.
    • Eugenio Michitelli, architetto, ingegnere.
    • Camillo Mezzanotte, politico e senatore del Regno d'Italia nella XVIII legislatura.
    • Raffaele Monaco La Valletta, cardinale.
    • Nicola Monterisi, arcivescovo cattolico.
    • Edvige Mussolini, sorella minore di Benito Mussolini.
    • Silvino Olivieri, patriota.
    • Alfredo Paglione, gallerista e mecenate.
    • Papa Paolo IV, nato Giovanni Pietro Carafa, 223º papa della Chiesa cattolica romana.
    • Silvestro Petrini, patriota e imprenditore.
    • Francesco Saverio Petroni, politico e studioso.
    • Giuseppe Salvatore Pianell, generale e politico.
    • Ambrosio Piazza architetto e scultore.
    • Renato Pirocchi, pilota F1.
    • Pompilio Maria Pirrotti, santo dalla Chiesa cattolica.
    • Fabio Quagliarella, calciatore.
    • Giovanna Rapattoni, conosciuta come Giò Giò, attrice e doppiatrice.
    • Gennaro Ravizza, giurista e storico.
    • Scipione Rebiba, cardinale arcivescovo e grande inquisitore.
    • Sergio Rendine, compositore.
    • Domenico Rosati, detto Tom, allenatore di calcio.
    • Camillo Rossi, attore, regista, scultore, scenografo teatrale e marionettista.
    • Fulco Luigi Ruffo-Scilla, cardinale.
    • Mafalda di Savoia, secondogenita del re d'Italia Vittorio Emanuele III.
    • Edoardo Scarfoglio, poeta, giornalista e scrittore.
    • Giovan Battista Spinelli, pittore.
    • Marsilio Torelli, conte di Montechiarugolo.
    • Leonardo Vecchiet, medico e professore.
    • Giuseppe Venturi, arcivescovo cattolico, fece dichiarare Chieti "città aperta" dal comando tedesco durante la seconda guerra mondiale.
    • Francesco Verlengia, bibliotecario.
    • Filandro Vicentini, medico e letterato.
    • Settimio Zimarino, religioso e compositore.

    Edited by PatriziaTeresa - 6/6/2015, 12:05
     
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