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Erto e Casso

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    Erto e Casso

    8THJ2yv

    - Info -

    « Erto,/ niente in tutto/ case annerite dal fumo/ camicie intrise di sudore/ dirupi insanguinati/ pendii senza cuore/ Un ramo/ una manciata di fieno/ Sole che va/ Luna che viene/ Niente in tutto/ grandi nevicate/ rupi senza frutto/ ma quanto calore/ quanto amore/ di occhi che luccicano/ di labbra rosse fuoco./ Erto/ dove esiste/ un altro luogo/ come te? »

    Erto e Casso è un comune italiano di 385 abitanti della provincia di Pordenone in Friuli-Venezia Giulia.

    Geografia

    Erto e Casso, situato nella Valle del Vajont al confine con la provincia di Belluno, è il comune più occidentale della regione Friuli-Venezia Giulia. La valle del Vajont, in cui si trova Erto e Casso, è comunque separata dalla Valcellina dal Passo di Sant'Osvaldo (827 m). Il paese è situato al confine sudoccidentale del sistema dolomitico "Dolomiti Friulane e d'Oltre Piave" Patrimonio naturale UNESCO.

    Storia

    L'esistenza di Erto è documentata da resti di età romana e da un atto di donazione di Sesto al Reghena risalente all'VIII secolo, mentre l'origine di Casso, più recente, è attestata nel secolo XI. Tra i due abitati permangono anche notevoli differenze linguistiche: a Erto si parla un dialetto intermedio tra il ladino dolomitico e il friulano, mentre a Casso un dialetto veneto bellunese, simile al veneto arcaico. Anche dal punto di vista ecclesiastico i due abitati sono separati: Erto fa parte della diocesi di Concordia-Pordenone, mentre Casso è in diocesi di Belluno-Feltre.
    Alla fine degli anni cinquanta la comunità era profondamente legata all'economia agricola tradizionale, integrata con il piccolo commercio ambulante. A cavallo tra gli anni '50 e '60, la SADE realizzò il progetto di utilizzo della valle del Vajont come bacino artificiale. Venne, quindi, innalzata nella forra del Colombèr una diga a doppia curvatura di 265 metri di altezza. Nel 1960, in occasione dell'inizio del primo invaso di collaudo, si verificarono due frane: di conseguenza, venne disposto il monitoraggio del versante instabile, dell'estensione di 200 ettari. Il serbatoio venne nuovamente collaudato effettuando un secondo riempimento nel 1962 e un terzo nell'anno successivo. Nonostante l'imminenza della frana non vennero adottate misure adeguate di protezione degli abitati.
    La notte del 9 ottobre 1963, dal vicino Monte Toc, situato di fronte alle frazioni di Erto e Casso, si staccò una parte della montagna che finì nel sottostante bacino idrico delimitato dalla diga del Vajont. Le onde che ne scaturirono distrussero completamente le borgate di Fraseign, Spesse, Pineda, Prada, Marzana e San Martino e parte dei due capoluoghi. Questo tragico episodio, le cui vittime a Erto e Casso furono 347, è noto come disastro del Vajont.
    La vicenda, che causò circa duemila morti per il conseguente allagamento della valle di Longarone, è stata portata in teatro ed in televisione con un monologo, scritto dall'attore Marco Paolini in collaborazione con Gabriele Vacis, dal titolo Il racconto del Vajont, e rievocata per il cinema dal film del 2001 Vajont di Renzo Martinelli.
    Il comune, per la sua architettura peculiare, è stato dichiarato nel 1976 monumento nazionale e, pertanto, vincolato con la Legge 1089/39.
    Negli ultimi anni, da un accordo con l'Istituto Nazionale della Montagna, si sta anche sviluppando il progetto "EcoMuseo Vajont: continuità di vita", ideato per sostenere lo sviluppo del territorio e valorizzare il centro storico.

    Monumenti e luoghi d'interesse

    Architetture religiose
    • Parrocchiale di San Bartolomeo, custodisce al suo interno un bel crocifisso ligneo (risalente al 1690) del "Michelangelo del legno", Andrea Brustolon.

    Architetture civili e musei
    • Diga del Vajont: alta 262 metri, tra le dighe più alte del mondo e la più alta d'Italia, è simbolo della catastrofe dovuta da errori, imperizie, negligenze ed imprudenze umane. Inoltre è divenuta, a seguito dei luoghi del cuore - luoghi italiani da non dimenticare, indetto dal Fondo Ambiente Italiano nel 2014 il 3º luogo del cuore del Friuli Venezia Giulia e 133º classificato sul piano nazionale.
    • Case a torre: tipiche dell'architettura montana di Erto e Casso, costituiscono una delle peculiarità dell'architettura spontanea del paese montano.
    • Centro visite di Erto "Uno spazio alla memoria": racconta con immagini e dettagliate descrizioni la tragedia che colpì la valle il 9 ottobre del 1963.
    • Dolomiticontemporanee - Centro sperimentale per la cultura della montagna - Nuovo spazio di Casso: "un motore territoriale che opera, attraverso le arti visive, alla produzione di immagini rinnovative, nel contesto, spesso declinato in modo acritico e stereotipo, delle Dolomiti-Unesco."

    Luoghi naturali
    • Frana del Monte Toc
    • Palestra di roccia
    • I libri di San Daniele del Monte Borgà

    Eventi
    • Sacra Rappresentazione della Passione, la sera di ogni venerdì santo ("Veindre Seint") anima l'intero paese e costituisce una delle più importanti manifestazioni folcoristiche di Pasqua dell'Italia nord orientale.
    • Festa dei Santi Gervasio e Protasio, patroni di Casso (21 e 22 giugno).

    Persone legate a Erto e Casso
    • Mauro Corona (1950), alpinista, scrittore e scultore
    • Sante Della Putta (1911-2011), scrittore e giornalista de L'Unità e Corriere della Sera.
     
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0 replies since 9/7/2015, 15:37   8 views
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