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San Vito Chietino

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    San Vito Chietino

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    - Info -

    San Vito Chietino è un comune italiano di 5.394 abitanti della provincia di Chieti in Abruzzo.

    Basato prevalentemente sul turismo, il paese fa parte della Costa dei trabocchi, ed è stata Bandiera Blu d'Europa dal 2010 al 2014. Le spiagge più premiate sono Molo Sud e Calata Turchino. Di notevole bellezza sono anche le spiagge di Rocco Mancini, Valle Grotte (quest'ultima condivisa anche da Rocca San Giovanni), e spiagge minori. Il paese è stato descritto da Gabriele d'Annunzio nel suo libro Trionfo della morte per bocca dei protagonisti, che affittano una villetta sull'odierno "eremo dannunziano".Il comune ha una frazione sottostante, località marittima di turismo, chiamata San Vito Marina.

    Geografia

    San Vito Chietino è collocata su una collina rocciosa che si allunga fino al mare, da cui si può osservare l'ampio orizzonte che va dalla Maiella al Gran Sasso, fino a Vasto; paesaggio aperto sul mare Adriatico, da cui si possono vedere diversi trabocchi, che occupano tutta la costa da Fossacesia fino a Casalbordino.
    Il paese comprende anche la frazione collinare Sant'Apollinare, che gode di una veduta delle zone rurali, coltivate prevalentemente con viti e ulivi, ed una frazione marina che si estende lungo la Costa dei trabocchi e include nel proprio territorio il fiume Feltrino, chiamata appunto San Vito Marina o Marina di San Vito.

    Storia

    Le prime notizie sul paese di San Vito Chietino risalgono all'epoca romana quando già esisteva un porto frentano presso il torrente Feltrino; in seguito il porto venne utilizzato dai romani per i collegamenti oltre l'Adriatico ma ebbe anche importanza per le navi cargo. Successivamente, nell'XI secolo il litorale visse un periodo di declino ed il porto venne abbandonato. Nei secoli seguenti il porto venne man mano ricoperto di pietre e detriti fluviali. Il borgo, invece, continuava a crescere già dal periodo paleocristiano, quando venne costruita una chiesa in onore di San Vito Martire. Nel Medioevo venne edificato un castello detto "Castellalto" di cui non si hanno notizie precedenti l'anno 1000. Il nome del castello venne successivamente mutato da Castellalto col nome del borgo che l'attorniava. Un documento del 1385 attesta che la proprietà del porto e del porto di Gualdum fu dell'Abbazia di San Giovanni in Venere.
    Nel XIV secolo gli abitanti del feudo di Sanctum Vitum si schierarono dalla parte del papa Urbano VI: il castello venne depredato dai gregari dell'antipapa Clemente VII comandati da Ugone degli Orsini, indi l'abate di San Giovanni in Venere (Fossacesia) chiese aiuto all'esercito di Anxanum (l'odierna Lanciano) che riuscì a portare la situazione a proprio vantaggio, facendosi dare in enfiteusi perpetua il feudo, pagando un canone di sessanta carlini d'argento all'abbazia di San Giovanni in Venere. Il comune di Lanciano, in seguito, vedendo nel porto di San Vito Chietino una buona economia, decise di conquistare la zona; gli abitanti della città marittima commerciale di Ortona si iniziarono allora a preoccupare: temendo di perdere la loro supremazia sul mare. Così Ladislao, l'allora re del Regno di Napoli, fece revocare l'autorizzazione a Lanciano di ristrutturare il porto; facendo però ciò, egli fece nascere un periodo di lotte tra Lanciano ed Ortona. Nel 1427 San Giovanni da Capestrano portò una pace provvisoria stabilendo il confeudo del paese, ma con la morte di Ladislao e con le successive lotte per la sua successione, Lanciano ne approfittò per ristrutturare il porto; ma, così facendo, Lanciano entrò in guerra aperta con Ortona, che assoldò un pirata incaricato di demolire il nuovo porto di San Vito, e depredò le case del borgo incutendo nella zona un periodo di terrore. Lanciano tuttavia mantenne intatto il feudo di San Vito Chietino. Durante il periodo aragonese (XVI secolo), il porto di San Vito era ancora usato per le fiere di Lanciano ed era adoperato per il commercio marittimo. Il documento che attesta il periodo di pace tra Lanciano ed Ortona si trova ora presso la Biblioteca comunale di Lanciano. Con la decadenza delle fiere lancianesi, anche il porto di San Vito decadde nuovamente, e Lanciano decise di vendere il porto col relativo feudo di San Vito Chietino a Sancio Lopez nel 1528. Negli anni seguenti il feudo passò di signoria in signoria: tra cui i Caracciolo, famiglia di cui Ferdinando Caracciolo, duca di Castel di Sangro fu l'ultimo feudatario di San Vito Chietino. Durante il Risorgimento il comune fu contraddistinto per una lotta anti-borbonica. Il 3 febbraio 1916, durante la prima guerra mondiale, una squadra austro-ungarica formata dall'incrociatore corazzato SMS Sankt Georg, da tre cacciatorpediniere e due torpediniere, bombardò Ortona e San Vito Chietino; l'azione distruttiva venne fortunosamente interrotta dall'intervento di un treno armato della Regia Marina munito di pezzi da 152/40 che con la sua controbatteria costrinse le navi ad interrompere l'azione; una lapide sul Colle del belvedere ricorda l'avvenimento. In un casolare detto l'eremo dannunziano soggiornò a lungo Gabriele D'Annunzio.
    Dal canto suo, la piccola comunità Sant'Apollinare dipese sempre dal capoluogo comunale: dal 1886 al 1889 l'ufficio di stato civile fu unificato con quello di San Vito Stessa. Nel 1870 la sezione di stato civile di Sant'Apollinare venne distaccata.

    Monumenti e luoghi d'interesse

    Chiese

    • Chiesa di San Rocco
    • Chiesa di San Gabriele dell'Addolorata
    • Chiesa di San Francesco da Paola
    • Chiesa della Madonna delle Grazie
    • Chiesa dell'Immacolata Concezione
    • Chiesa della Madonna delle Vigne
    • Chiesa della Madonna del Porto


    Edifici civili
    • Eremo dannunziano - Eremo delle Portelle
    • Palazzo Tosti
    • Palazzo Renzetti
    • Palazzo D'Onofrio
    • Palazzo Altobelli

    Mura e siti archeologici
    • Cinta muraria

    Altri monumenti e luoghi d'interesse
    • Fonte Grande
    • Fonte Cupa
    • Trabocco del Turchino
    • La grotta delle Farfalle
    • La sorgente di Pagliarone e Fontamara

    Il Promontorio Dannunziano e Il trionfo della morte
    San Vito è famosa nel campo letterario per essere stata l'ambientazione del romanzo Trionfo della morte.
    Il promontorio dannunziano è costituito da una falesia che si affaccia sul mare, posto nella costa dei Trabocchi nella località delle Portelle. Sotto tale promontorio vi è il.trabocco Turchino descritto dal poeta nel romanzo, mentre la villetta acquistata da D'Annunzio nell'89, dove vi stette con Barbara Leoni, si trova su un colle secondario.
    Il promontorio è provvisto anche di un piccolo centro di documentazione sulla flora e fauna marina abruzzese.
    La storia della vicenda del romanzo si sposta da Guardiagrele a san Vito quando il.protagonista Giorgio Aurispa desidera concedersi del riposo con l'amante Ippolita, dedicandosi alla letteratura e allo studio del superuomo di Nietzsche. Giorgio inizialmente è affascinato dalla natura, e anche dalle usanze abruzzesi, ma poi ne resta sconvolto perché sono piene di superstizioni contro le streghe, che ad esempio dissanguano i bambini. Il terrore per Giorgio esplode quando lui e Ippolita si recano in pellegrinaggio a Casalbordino nel Santuario della Madonna dei Miracoli, dove una massa di infermiere e malati si flagella macabramente davanti la statua della Vergine. Tale esperienza fu vissuta anche dallo stesso D'Annunzio con la Leoni. Giorgio non reggerà all'interrogazione natura-morte-popolo, e si suicida con l'amante.

    Cittadini e ospiti illustri
    • Garibaldo Bucco (San Vito Chietino, 1861), scrittore, autore de "I giardini dannunziani", redattore de "Il Messaggero" e collaboratore nella stesura del Vocabolario dei Sinonimi del Tommaseo.
    • Carlo Altobelli, (San Vito Chietino, 1857 - Napoli, 1917), avvocato e uomo politico. Principale accusatore di Giolitti nello scaldalo della "Banca Romana".
    • Gabriele D'Annunzio, (Pescara, 12 marzo 1863 - Gardone Riviera, 1º marzo 1938), poeta, ospite illustre di San Vito Chietino, dove ha scritto diverse opere tra le quali anche Il trionfo della morte. Vissuto per un periodo di tempo su di un promontorio, ora ribattezzato eremo dannunziano.
    • Leandro Verì, (San Vito Chietino, 1903 - Savona, 1938), carabiniere e medaglia d'oro al valor militare
    • Andrea Borga (San Vito Chietino, 19 marzo 1838 - 28 agosto 1954). Filosofo e politico.
    • Adelfio Renzetti (Philadelphia, 27 settembre 1913 - ...). Nato da famiglia originaria di San Vito Chietino fu pittore e decoratore. Nel 1920 giunge a • San Vito. Nel 1930 si arruola come volontario per la Marina. Durante la leva militare si diploma al liceo di Palermo. Alla fine degli anni quaranta apri uno studio di fotografia.
    • Vito Piccinino, per i compaesani Vitucc, ex Sindaco ed esponente del PSDI che si è prodigato per la crescita e lo sviluppo del Paese.
     
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