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Crecchio

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    Crecchio

    rCgITOM

    - Info -

    Crecchio è un comune italiano di 2.926 abitanti della provincia di Chieti in Abruzzo. Il paese conserva l'aspetto di un piccolo borgo medievale dominato dal castello ducale.

    Geografia fisica

    Territorio

    Il comune di Crecchio è compreso all'interno della zona collinare che si estende dalla costa adriatica fino al limite della fascia pedemontana della Maiella. Nella parte nord-occidentale il territorio è solcato dal fiume Arielli e dal torrente Rifago che, nel loro corso, hanno delimitato ed isolato il colle su cui sorge il centro storico[3]. Nella parte orientale il terreno digrada dolcemente verso la valle del Moro. Non mancano alcune aree pianeggianti, in particolare in prossimità della Strada Provinciale (ex SS 538) “Marrucina” (località Pietra Lata, Casone e Macchie), nelle zone di Fonte Roberto e Ciaò (comprese tra Villa Mascitti e Casino Vezzani), nei dintorni di Villa Tucci (Padule, Pozzo e Capo Lemare) ed a S. Maria Cardetola. La pendenza diminuisce progressivamente da SW a NE. L'altimetria varia da un minimo di 86 m s.l.m., misurata nella valle dell'Arielli in località Piano di Morrecine (nella parte settentrionale del Comune), ad un massimo di 276 m s.l.m., registrato nei pressi della vecchia stazione ferroviaria (al confine con il comune di Arielli). La casa comunale è situata a 209 m s.l.m..
    La quasi totalità del territorio comunale presenta strati di ciottolame poligenico con lenti di sabbie giallastre e argille grigio-verdognole, originari del Pleistocene Marino. Lungo le valli dell'Arielli e del torrente S. Giorgio sono presenti ghiaie, sabbie, limi torrentizi e fluviali risalenti all'Olocene. La valle del Moro è caratterizzata da depositi di sabbie e arenarie giallastre di origine Pleistocenica; diffusi risultano detriti di falda, coperture detritico-colluviali del Pleistocene medio superiore – Olocene, depositi alluvionali e deltizi attuali. Il territorio, nella sua parte centrale e sud-orientale, è inoltre attraversato da alcuni terrazzi morfologici che separano le zone sabbiose da quelle di materiale più grossolano.

    Idrografia

    La strada provinciale Marrucina divide per la sua intera lunghezza il territorio comunale in due aree idrografiche differenti: una parte settentrionale appartenente al Bacino dell'Arielli (14,10 km²) ed una parte meridionale inclusa nel Bacino del Moro (3,39 km²)[7]. Una striscia sottile, al confine con il comune di Ortona, appartiene invece al bacino del Fosso Riccio (1,87 km²). I principali corsi d'acqua che attraversano il territorio del comune sono:
    Fiume Arielli: nasce a circa 390 m s.l.m. poco a monte dall'abitato di Malverno (comune di Orsogna). L'asta principale ha una lunghezza di poco più di 18 km sfociando nel mare Adriatico a sud della stazione di Tollo. Il bacino si estende per 41 km² ed è compreso tra quello del Foro a Nord e quello del Moro a Sud. In prossimità del centro storico di Crecchio la valle diviene stretta e profonda, con una notevole copertura boschiva. Per un breve tratto funge da confine tra Crecchio e Canosa Sannita.
    Fiume Moro: nasce a 5 km a nord dell'abitato di Orsogna a quota 590 m s.l.m. e presenta una lunghezza di circa 23 km. Rimane compreso tra i bacini dell'Arielli a nord e del Feltrino a sud e si sviluppa in un'area complessiva 73 km². Rappresenta il confine tra Crecchio e Frisa.
    Torrente Rifago : nasce vicino Arielli a 304 m s.l.m. e, dopo un tratto circa 5 km, confluisce nell'Arielli (140 m s.l.m.) poco a più a nord di Crecchio. La valle presenta una folta vegetazione nei pressi del colle di Crecchio.
    Torrente S. Giorgio: scorre interamente in territorio comunale. Nasce nei pressi della stazione di Crecchio a 274 m s.l.m. e, dopo aver ricevuto il contributo di alcuni fossi, si immette nell'Arielli in località Parco dei Mulini (148 m s.l.m.). Ha una lunghezza di poco superiore ai 5 km.
    Torrente S. Onofrio: nasce in località Portone (221 m s.l.m.), al confine tra Crecchio e Canosa Sannita. Dopo aver percorso quasi 6 km si unisce all'Arielli nei pressi della località Collesecco (68 m s.l.m.), nel comune di Tollo. Il torrente segnala il confine tra Crecchio e i comuni di Canosa e Tollo.

    Flora e fauna locali

    Il territorio, intensamente coltivato, presenta una copertura boschiva varia e frammentata; in particolare i luoghi in cui la vegetazione appare più rigogliosa, sono i valloni scavati dai torrenti locali, e formanti il sistema, tipico della collina abruzzese, delle cosiddette “valli a pettine”. In queste zone dove affiorano strati di travertino, predominano specie vegetali riparie quali il carpino nero, l'orniello, il nocciolo ed in particolare l'alloro. Vicino ai corsi d'acqua, dove è facilmente avvistabile il granchio di fiume, sono diffuse varie specie di salice e di pioppo. Ai margini della macchia mediterranea è possibile notare alcune specie che afferiscono alle garighe come l'ampelodesmo e i cisti, mentre nelle zone meno asciutte è presente la canna di Plinio. Rilevante è anche la presenza della robinia che, inizialmente introdotta dall'uomo, si è poi diffusa spontaneamente. Sui colli la vegetazione è costituita soprattutto dalla roverella, a cui si accompagno sorbi, aceri, olmi, carpini e lecci. Tra i lembi boschivi è facile imbattersi nel ciclamino primaverile, la primula, il garofano, la campanula e l'anemone dell'Appennino; rara invece è la presenza dell'orchidea selvatica. I nuclei forestali rappresentano anche un importantissimo rifugio ed habitat per molte specie faunistiche. Tra l'avifauna si segnala la presenza di due specie di rapaci: la poiana e lo sparviero; comuni sono anche lo scricciolo, il merlo, il picchio rosso e verde; è facile imbattersi in cinciallegre, fringuelli, tordi, usignoli, upupe, tortore e cuculi. Tra i mammiferi è possibile trovare i classici abitanti del sottobosco: la faina, il tasso, la donnola, la volpe e puzzola, insieme ad altri piccoli roditori del bosco.

    Clima

    La presenza del massiccio della Maiella arresta parzialmente i venti occidentali, umidi e temperati dall'atlantico; di conseguenza il territorio è particolarmente soggetto ai venti orientali, compresi quelli continentali provenienti da NNE freschi e asciutti (accompagnati talvolta da notevoli precipitazioni nevose) e quelli marini provenienti da SSE molto caldi ed a elevato contenuto di umidità. Il clima di Crecchio può essere pertanto considerato come temperato mediterraneo, con inverni spesso rigidi ed estati abbastanza calde. Le precipitazioni sono concentrate soprattutto in primavera ed in autunno.

    Storia

    La tradizione vuole che in antichità gli abitanti di Crecchio fossero stanziati nella frazione di S. Maria Cardetola, a poca distanza dall'attuale centro abitato. Sporadici ritrovamenti, fra cui quello di una dea madre riferibile al paleolitico superiore, frammenti di ossidiana e selci lavorate, confermano la presenza dell'uomo sulle colline di Crecchio fin dall'epoca preistorica. I rinvenimenti di fondi di capanne dell'età del ferro, attestano inoltre una discreta produzione ceramica intorno al IX secolo a.C.
    Nel 1846 lo studioso e archeologo lancianese A. Carabba, rinvenne a S. Maria in Cardetola, un'epigrafe italica del VI secolo a.C.(conservata nel Museo Nazionale di Napoli) nella quale – secondo recenti interpretazioni – vi è il primo riferimento a Crecchio, chiamato in epoca arcaica Ok(r)ikam; il ritrovamento di alcuni corredi funerari di origine Frentana fanno ipotizzare che il paese sia stato una loro roccaforte a guardia del confine con i Marrucini o dei tratturi che passavano nelle vicinanze. Divenuto municipio romano, il nome si trasformò in Ocriculum, e l'intero territorio fu diviso in grandi ville rustiche (aziende agricole) vocate alla coltivazione di cereali, vite ed ulivi. Le attuali frazioni e contrade sono ubicate proprio in prossimità di quelle ville. Degli antichi insediamenti rimangono oggi solo i resti della Villa di Vassarella-Casino Vezzani, riportata alla luce durante gli scavi eseguiti tra il 1988 e il 1991 dalla Soprintendenza Archeologica d'Abruzzo, in collaborazione con l'Archeoclub d'Italia di Crecchio. Le ville rimasero attive fino al VI-VII secolo d.C. esportando vino ed olio grazie al vicino porto di Ortona. Dopo le devastazioni della guerra greco-gotica (535-553 d.C.), molti villaggi furono abbandonati e gli abitanti si insediarono nel colle ove sorge l'attuale centro storico. In un'epoca di invasioni e scorrerie esso era il luogo meglio difendibile, grazie alle due profonde vallate dell'Arielli e del Rifago. Secondo la tradizione il sito ospitava già all'epoca un tempio pagano (il sito di S. Maria da Piedi) ed un fortilizio romano.
    L'abitato cadde in mano longobarda probabilmente intorno alla fine del VII secolo d.C. e seguì le vicende storiche del Ducato di Spoleto, passando prima nelle mani dei Franchi e poi in quelle dei Normanni. Nell'XI secolo il nuovo insediamento era ancora privo di cinta muraria: lo conferma la bolla di Papa Nicola II, del 1059, dove ci si riferisce ad una "Plebem Occrecle", senza però la qualifica di Castellum. Durante la dominazione normanna venne migliorato l'apparato difensivo del borgo con la costruzione di mura, lungo le quali si aprivano due grandi porte, dette Da Capo (ingresso meridionale vicino al Castello) e Da Piedi (nella parte nord-orientale del paese), quest'ultima ancora oggi visibile. Nel 1189-92 Guglielmo Monaco, appartenente alla nobile famiglia Monaco di Crecchio, partecipò alla terza crociata.
    Agli inizi del XII secolo fu eretta l'imponente Torre dell'Ulivo e, intorno ad essa, nel corso degli anni successivi si formò l'intero castello. La torre faceva parte di un complesso e ramificato sistema di postazioni di avvistamento che dal mare toccava tutti i centri dell'entroterra e vigilava sulle terribili incursioni dei pirati ungari e saraceni. Nel 1279 il feudo di Crecchio venne incluso nella “Rassegna dei feudatari d'Abruzzo” voluta da Carlo I d'Angiò: da quest'ultima emerge che il feudo con il castello era sotto la giurisdizione di Guglielmo Morello. Tale feudo chiamato “di un Milite” era formato oltre che da Crecchio, anche da Arielli con il suo castello (completamente distrutto agli inizi del Novecento), Castel di Mucchia e metà del feudo di Pizzo Inferiore (nel comune di Ortona). Nel XIV secolo il borgo si arricchì di alcuni palazzi tra i quali emerge il Palazzo Monaco, dotato di torre signorile.
    Nel 1406 Crecchio era feudo di Napoleone degli Orsini conte di Manoppello e Guardiagrele. Questi, ribellatosi alla corte di Napoli, venne privato del feudo che fu devoluto alla comunità di Lanciano dal re Ladislao. Il 23 agosto 1406 Giovanni Di Masio, mastrogiurato di Lanciano, entrava nella "rocca e nella Torre di Ocrecchio". Il possesso da parte di Lanciano rappresentava per Crecchio l'opportunità di vendere agevolmente il grano che si produceva nel territorio, dato che Lanciano, con le sue fiere, era un punto di passaggio importante per i mercanti di ritorno da Venezia. Nel 1627 Crecchio passò a Giovanni Bonanni dell'Aquila che nel 1633 lo vendette ad Andrea Brancaccio di Napoli. In occasione di tale vendita fu chiamato a stimare il valore del feudo un certo Scipione Paternò “tabulario napolitano”, che dà un'immagine molto nitida del borgo nel Seicento:« Per distanza di miglia cinque in circa detta città di Lanciano possiede un altro Castello chiamato Crecchio di fuochi 150 quale giace in uno spino di monte dolce et fruttato posto fra dui profondi valloni detti Lariella et lo Rofare, ambe dui irrigati d'acque, uno delli quali corre per ordinario et tiene magior forza per essere acqua viva, et proprio quello della Riella del quale parlando riferisco a V.S. che nel suo corso sono posti sette molini per fila con proportionata distanza […]. Et tornando nel corpo di detta terra ricordo a V.S. come si dignò vedere che il suo sito è piano, et in quello s'entra per dui porte, uno detta de Capo et l'altra de Piedi per le quali intrando si discorre et camina per diverse strade tutta la sua abitazione, et da ogni sua parte si gode vista di marina quale accompagnata con il sito et sua vista di montagna, si rende d'aria perfetta come si va confinando dalli molti vecchi e lor salute, fecondità di donne e vivacità di fanciulli, et benché questa terra sia posta nella estremità di questo monte, et se ne sta ben guardata et sicura per essere cinta da dui valloni alti e profondi conforme si è detto, non cesorno con ciò li primi loro habitatori restringere loro casamenta con muraglie le quali al presente parte sono erte et parte dirute.
    Il territorio di questa terra è parte piano et parte collinoso et costoso, il qual confina con il territorio de Ariella, Canosa, Tollo, Urtona la Villa Callara et il fiume Moro dividente il territorio di Frisa quale circuito di territorio così descritto sarà da miglia nove in circa dentro il quale si comprendono territorij seminatorj, erbaggi, vigne, boschi, oliveti, cannittera, orti di verdumi et altri frutti dal quale si percepiscono buona qualità di grani, orgi, legumi, vini, egli, lini […]. Li habitanti di questa terra sono al generale homini rustici foresi et fatigatori, quali si esercitano nella cultura et governo di territori alieni et propij […]. Le donne habitatrici si trattengono in filare et tessere tela et in tempo di sugna et vendemmia si conducono di fuori a travagliar la loro vita secondo le stagioni et tempi. Contiguo essa terra da un tiro di balestra è una fonte d'acqua perfetta con conserva di fabbrica dove si piglia l'acqua per bere, ma ad uso del lavare vanno nel vallone. Si regge et governa questa predetta terra da dui sindaci et uno mastrogiurato dalli quali unitamente si tien conto del buon governo et amministrazione della terra […]. Et in mezzo la terra predetta è la piazza pubblica in mezzo alla quale è fondata la chiesa matrice sotto il nome di Santo Salvatore dove sono dui preti inclusivi con l'arciprete […]. Vi è di più un'altra chiesa detta "Santa Maria di Piedi" iusta li mura di essa terra dove si celebra et vive con elemosine. »

    (Scipione Paternò, 1633)
    La famiglia Brancaccio mantenne il possesso di Crecchio fino al 1702. Il 15 ottobre 1705 il feudo fu acquistato da Gaetano Antonio D'Ambrosio, principe di Marzano. La vendita risultò però non valida ed il feudo venne quindi assegnato a Vincenzo Frascone, nominato marchese di Crecchio. I D'Ambrosio ritornarono in possesso del feudo l'11 agosto 1734, mantenendolo fino al 1785, quando passò ai De Riseis, duchi di Bovino e baroni di Crecchio. Quest'ultimi conservarono i beni ad esso legati fino al 15 novembre del 1958. Negli anni 1870-1879 fu realizzata la nuova strada provinciale per Canosa ed abbattuta la porta da Capo con il resto della cinta muraria.

    Un'appassionata descrizione del paese viene fornita da Don Ermenegildo Blasioli, reverendo parroco di Crecchio, che nella novena di S. Elisabetta protettrice di Crecchio, datata 1901, così scriveva:« Chi guarda la regione Abruzzese Teatina in quel leggero declivio, che dalla maestosa Majella si distende al mare, rimane estatico, rimirandolo frastagliato da poggi e colline, ricoperto di rigogliosi vigneti, di verdeggianti ulivi, di alberi fruttiferi di ogni specie; con fiumicelli e rivi che, solcando questa terra de' Frentani, formando pittoresche ombrose valli, onde nell'estasi della contemplazione lo spettatore esclama Oh! panorama stupendo o terra fortunata, ove Iddio ha prodigato i beni della natura! Nel mezzo di questo declivio tra il monte e il mare, sul limite di una collina, costeggiata da due ruscelli, il Rifago ad oriente e l'Arielli a ponente, sorge un piccolo, ma delizioso paese a nome Crecchio, in latino Oppidum Ocreclii, ed anticamente chiamato col nomignolo Granaio di Lanciano. La vetustà del paese è attestata da alcune lastre di pietra sugli architravi delle porte, con iscrizioni e con le date degli anni 863, 1110 e 1263. Sono notevole di menzione; il campanile della Chiesa Parrocchiale di San Salvatore di stile del XVI secolo, ed il palazzo del Barone De Riseis con torri merlate di stile medievale. Nelle colline circostanti si scorgono ruderi di abitazioni distrutte dall'invasione dei barbari, restando piccolo avanzo di tante rovine questo paese, che un tempo era ben fortificato con cinta di muri. »
    (Don Ermenegildo Blasioli, 1901)
    Il 9 settembre 1943, Crecchio ed il castello furono scenario di importanti eventi della storia d'Italia: nel loro trasferimento verso Brindisi, sostarono nel castello il re Vittorio Emanuele III, la Regina, il principe Umberto, Badoglio e l'intero Stato Maggiore. Qui si decisero le sorti della Monarchia Sabauda. Il principe Umberto era già stato altre volte ospite dei duchi De Riseis, a Crecchio, negli anni 1926, 1928 e nel 1932 con Maria Josè. Dall'inverno del 1943 all'estate del 1944, Crecchio, trovandosi sulla linea Gustav, subì le devastazioni dei bombardamenti: la Chiesa di San Rocco all'ingresso del paese fu rasa al suolo (e mai più ricostruita), il castello e la Torre dell'Ulivo gravemente danneggiati, la facciata settecentesca della chiesa di San Salvatore semidistrutta così come molte abitazioni. Il Dopoguerra rappresentò per il centro storico il periodo dell'abbandono, il comune passò dai 3.765 abitanti del 1951 ai 3.139 del 1971. Il castello, in rovina, venne trasformato in falegnameria e le ricostruzioni di quel tempo e gli interventi edilizi furono devastanti. La situazione cominciò a cambiare nel 1976, quando iniziarono i lavori per il suo restauro. Negli anni Ottanta e Novanta l'Archeoclub intraprese una vera e propria campagna di riscoperta del patrimonio antico del paese, anche grazie a interventi di restauro di molti edifici, restituiti alla loro fisionomia medievale. Dal 1995 il Castello ospita il Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale, contribuendo alla vocazione turistica del paese.

    Monumenti e luoghi di interesse

    Architetture religiose

    • Chiesa di Santa Maria da Piedi (detta anche di Sant'Antonio)
    • Chiesa del Santissimo Salvatore
    • Santuario di Santa Elisabetta

    Nel territorio comunale sono presenti altre chiese, ubicate nelle varie frazioni:
    • Chiesa di San Giuseppe
    • Chiesa della Madonna dei Sette Dolori
    • Chiesa di Sant'Antonio da Padova
    • Chiesa di San Rocco

    Architetture civili
    • Palazzo Monaco
    • Ponte del XIII secolo
    • Porta da Piedi
    • Mulini della valle dell'Arielli

    Architetture militari
    • Castello Ducale di Crecchio.

    Siti archeologici
    • Resti della villa romana in località Vassarella

    Persone legate a Crecchio
    • Francesco Paolo Bruni, (Crecchio, 1818 - Centurano di Caserta, 1886), medico e docente di Patologia Generale all'Università di Napoli
    • Alessandro Cantoli, (Crecchio, 1812 - Bovino, 1884), vescovo di Bovino
     
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