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Montecopiolo

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    Montecopiolo

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    - Info -

    Montecopiolo è un comune italiano di 1.214 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche la cui sede municipale si trova nella frazione di Villagrande che sorge alle pendici del Monte Copiolo (da "monte a piccola cupola" o "Mons Copiolae" ovvero monte sede di una piccola guarnigione), sede dell'antico castello. Il municipio si trova a Villagrande poiché il castello è disabitato dal XVII secolo. I ruderi della fortificazione che danno nome al comune, dal 2002, sono divenuti area archeologica.

    Geografia fisica

    Montecopiolo appartiene sia geograficamente che storicamente al Montefeltro ed è situato nel primo tratto, quello più montano, del corso del fiume Conca le cui sorgenti si trovano proprio all'interno di questo comune.
    È il comune più elevato di tutto il Montefeltro arrivando a superare i 1.400 mt di altitudine sulla sommità del Monte Carpegna, questa caratteristica naturale fa sì che da molti punti del suo territorio si goda di una magnifica vista, con un susseguirsi di scorci e panorami mozzafiato, sui territori delle province di Rimini, di Forlì-Cesena e di Pesaro-Urbino e su quelli della vicina Repubblica di San Marino.
    All'interno del territorio comunale si estende il Parco naturale regionale del Sasso Simone e Simoncello che attrae molti escursionisti in particolare nella stagione estiva, e il Monte Carpegna. Sia su quest'ultimo che a Villagrande, data la notevole altitudine, sono presenti importanti impianti sciistici.

    Il Comune

    Montecopiolo è un cosiddetto comune sparso, non esiste oggi una frazione all'interno del comune con questo nome, poiché il nome deriva dall'antico castello sorto sull'omonimo monte, oggi spopolato.Lo spopolamento del castello è andato via via ad incrementare numerose frazioni sorte alle pendici del Monte Copiolo (chiamato oggi, spesso ed erroneamente, "Monte Roccaccia") tra cui quelle storiche sono Cà Moneta, Ca' Bellino, Monterotto, Cavalcanese (quest'ultima prende il nome proprio dal conte Cavalca di Montefeltro, feudatario del castello nel XIII secolo) e Villagrande (oggi sede del municipio), Nel territorio sorgono anche le importanti frazioni di Monteboaggine (che aveva un forte castello) e Pugliano, rinomata per la sua millenaria fiera del bestiame.
    Conseguenza della rovina e dell'abbandono del castello è che oggi, spesso, anche nella cartellonistica stradale si trovano indicazioni per "Villagrande" (sede del municipio) ma non per "Montecopiolo" (denominazione del comune derivante dal suo castello), concorrendo ad alimentare una confusione geografica notevole per questo piccolo comune dalle grandi vocazioni turistiche.
    Una peculiare caratteristica che rende attraente la frazione di Villagrande è che essa è naturalmente racchiusa tra il Monte Montone (1104 m), il Monte Copiolo e il Monte Palazzolo e al viaggiatore attento che vi giunge si mostra un po' come una perla in una conchiglia.
    Pugliano, la frazione più vicina al confine con San Leo, è nota perché ogni anno, tutti i lunedì del mese di settembre, vi si tiene la tradizionale fiera del bestiame e del commercio le cui origini, ormai millenarie, si perdono nel medioevo.
    Monterotto, è un paesino che domina la sottostante vallata del fiume Conca e gode di una spettacolare vista che va dal Monte Eremo a sud-ovest fino, in lontananza, al Monte Titano di San Marino a nord-est passando per il Monte della Faggiola a sud. Monterotto deve il suo nome alla curiosa forma del piccolo monticello alle cui pendici sorge l'abitato (dal latino Mons rotae che tradotto significa "monte a forma di ruota" o "a forma circolare") ed in effetti il monticello, anche se è comunemente conosciuto con il nome de "il Poggio", ha anche un altro nome che avvalora in pieno questa tesi, "Pian della Ruota". Il villaggio è attestato come presente già nel medioevo.
    Monteboaggine, frazione che si trova alle pendici del Monte Eremo, dal canto suo testimonia con il proprio nome - buoi e boaggine hanno la stessa radice - come in quei territori fosse in uso l'antichissima pratica dell'alpeggio mediante la quale contadini (lavoratori agricoli dipendenti di altri e quindi non proprietari) e agricoltori (proprietari agricoli in proprio che spesso, ma non sempre, avevano alle proprie dipendenze contadini dipendenti) della zona ogni anno, sul finire della primavera e sino all'autunno inoltrato, conducevano il proprio bestiame nei pascoli comunali di alta quota dove le mandrie vivevano allo stato brado per tutti i mesi estivi per poi essere ricondotte nelle stalle poco prima del periodo invernale quando ormai il clima rigido e le nevicate imminenti (e abbondanti a queste altitudini) non permettevano oltre di lasciare gli animali all'aperto; la stessa cosa avveniva in altre parti del comune più a valle poco lontano dalle frazioni di Monterotto, Petorno e Cà Valcanese.
    Altra curiosità, la particolare posizione di Montecopiolo al confine fra tre diverse Regioni (Toscana, Marche, Romagna) si rispecchia anche nei diversi dialetti parlati all’interno del comune, con influenze che tendono quasi al toscano per poi gradualmente passare all’alto-marchigiano e poi decisamente al romagnolo a mano a mano che partendo da ovest ci si diriga verso nord-est.

    Le sorgenti del fiume Conca

    Il fiume Conca nasce sul versante di Montecopiolo del Monte Carpegna, a circa 1400 m di altitudine in località Bocca della Conca. Il fiume Conca discende ripidamente dalla sorgente, dando vita a numerose cascatelle, le più pittoresca si trova nei pressi dell'abitato di Ponte Conca. Dopo avere attraversato il comune di Montecopiolo, toccando le frazioni Cisterna, Ville, Monteboaggine e Ponte Conca, attraversa i comuni pesaresi di Montecerignone, il territorio comunale di Monte Grimano Terme fino a raggiungere la piana di Mercatino Conca da dove il suo letto si allarga e il suo corso rallenta.
    Il fiume poi attraversa Fratte di Sassofeltrio, dopodiché entra in provincia di Rimini, toccando Taverna, Morciano di Romagna, San Clemente, Pianventena, per riversarsi, presso Portoverde, nel mare Adriatico. Oggi la portata del fiume Conca è notevolmente ridotta, a causa soprattutto della captazione dell'acqua per uso umano; in passato invece numerosi erano i mulini ad acqua che alimentava lungo il suo percorso. Uno di questi mulini, vecchio di secoli, si trova nel comune di Montecopiolo ed è stato recentemente restaurato dagli attuali proprietari.
    La tradizione vuole anche che i romani utilizzassero il fiume Conca per far giungere il legname, tagliato sul monte Carpegna, al cantiere navale che avevano nei pressi di Cattolica.

    Flora e fauna

    A Montecopiolo sono stati reintrodotti sul Monte Montone alcune specie di abeti e pini, ora molto diffusi in queste terre. In precedenza erano presenti querce e faggi, infatti il Monte Montone e soprattutto ricoperto dalla faggeta e la presenza di faggi che in questo luogo sono di notevoli dimensioni, rende il sottobosco tipicamente pulito. Boschi con esemplari alborei così imponenti e facilmente raggiungibili essendo a ridosso dell'abitato, sono tutt'altro che comuni lungo la penisola. Su queste montagne possiamo trovare dalla rosa canina al giglio selvatico (in queste terre è di colore arancione).
    Per quanto riguarda la fauna l'animale più comune è il daino, introdotto dall'uomo, all'interno del Parco comunale Monte Montone. Altri animali sono: cinghiali, lepri, caprioli, volpi, faine, poiane, falchi. Negli ultimi anni sono stati avvistati alcuni lupi, con precisione 4: un maschio, una femmina e due cuccioli. In precedenza si credevano estinti.

    Faggeta di Pianacquadio

    Il bosco di Pianacquadio è l'ultimo lembo importante di quell'immensa faggeta che un tempo ricopriva la sommità del Monte Carpegna. Si tratta di un bosco unico nell'Italia Centrale costituito oltre che da faggi plurisecolari anche da esemplari di acero montano, di acero riccio, di acero napoletano, di acero campestre, di tiglio e di sorbo montano. Nello strato arbustivo si possono osservare la fusaggine montana, il maggiociondolo alpino, il nocciolo, il biancospino, il ciliegio volpino. Il 27 dicembre 1989 due piloti dell'Aeronautica Militare appartenenti al 5º stormo di Rimini, precipitarono qui con il loro aereo. Un Cippo ricorda la loro morte.

    Il Lago Del Duca, di Villagrande, e la leggenda di San Francesco

    Il lago di Montecopiolo era anticamente chiamato il "Lago Del Duca" poiché era diretta pertinenza dei duchi di Urbino come riserva di pesca e tale è rimasta sino al 1631. Ai piedi dell'imponente Monte Palazzolo si estende il laghetto di origine glaciale di 7.000 m². Nel laghetto, di proprietà privata e situato all'interno di una struttura ricettiva, vivono diversi tipi di pesci, dalle carpe ai pesci gatto ai carassi.
    La leggenda dice che quando San Francesco si ritrovò a passare nei pressi del lago di Villagrande desiderò ardentemente di fondarvi un convento. C'era tutto ciò che incantava il poverello di Assisi: l'acqua pura e gorgogliante di montagna, il bosco del Monte Palazzolo pieno di canti, la pace e il silenzio. Il progettò non poté realizzarsi perché, dice la leggenda, i suoi fraticelli si erano già impegnati per costruire il conventino di Sant'Igne nel comune di San Leo. San Francesco allora lascio a questi luoghi una benedizione speciale, che mai il terremoto li avrebbe toccati e che avrebbero avuto lustro perenne. Una leggenda, certo, ma in tanti secoli mai una volta la terra ha tremato a Montecopiolo.

    La leggenda di San Donnino

    Nella vetta del Monte Montone (1100 m s.l.m.), con più precisione nell'imboccatura del sentiero che porta ad essa, nel Medioevo, si trovava, secondo la tradizione, la medievale chiesa di San Donnino letteralmente smontata dai montecopiolesi tra il Settecento e l'Ottocento poiché fatiscente. Gli arredi sacri di questo edificio furono spostati all'interno della chiesa di San Michele Arcangelo e poi in quella della Madonna della Misericordia, nel capoluogo.
    Narra la tradizione che nelle notti buie e tempestose, nel valico che si distende dal Monte Roccaccia al Monte Montone, si veda la figura di San Donnino, con in mano una statua, un arredo della chiesa, tornare sul luogo dove sorgeva l'edificio. Sempre secondo la leggenda, terminata la tempesta, presso le Coste di San Donnino, sul Monte Montone, si ritroverebbe l'arredo sacro scomparso dalla chiesa di Villagrande.

    Storia

    • 1140: Secondo la tradizione storica, la famiglia Carpegna, alla quale erano soggetti alcuni castelli nel Montefeltro, tra cui quello di Monte Copiolo, giunge ad una divisione dei propri possedimenti. Al conte Antonio Carpegna viene assegnato il castrum Montis Cupioli: da Antonio, capostipite, discende la famiglia dei conti di Montefeltro.
    • 1150: A questa data risale il primo documento a noi pervenuto sul Castello.
    • 1228: Viene fondato il monastero femminile di Castelbegni, nella curtis del castello appartenente ai Conti di Montefeltro.
    • 1253: Atto divisionale del conte Cavalca di Montefeltro: la famiglia Montefeltro, nella prima metà del XIII secolo, si divide in ramo guelfo (fedele al papa) e ramo ghibellino (fedele all'imperatore). A quest'ultimo appartiene il castello di Monte Copiolo come principale possedimento. Il conte Cavalca di Montefeltro, castellano di Monte Copiolo, alla morte del fratello Montefeltrano II, promuove nel castello copiolese una divisione di beni tra sé e i suoi nipoti.
    • 1328: L'imperatore Ludovico IV il Bavaro concede il castello di Monte Copiolo al conte Speranza di Montefeltro.
    • 1341: In un atto redatto da un legato papale si afferma che il castello di Monte Copiolo è tenuto more tirannico (cioè usurpato con la forza) dai conti Nolfo e Galasso da Montefeltro e che nei giorni della compilazione del documento i due sono in esercito proprio sopra il suddetto castello e lo controllano personalmente, mentre tengono occupata la città vescovile di San Leo.
    • 1355: Il Montefeltro ritorna sotto la giurisdizione dello Stato Pontificio.
    • 1360: In un decreto di Giovanni De Levalossis, podestà di Montefeltro, viene affermato che il castello di Monte Copiolo gode di indipendenza comunale ed amministrativa. Il Podestà cita in giudizio i comuni di Pietrarubbia, San Leo, San Marino e Monte Copiolo colpevoli di favorire la tirannide ed il dominio dei Montefeltro e di non sottomettersi al controllo pontificio.
    • 1365: Anche il castello di Monte Copiolo entra nei territori soggetti al pontefice. Nella Descriptio provinciæ Romandiolæ (1371) il legato pontificio cardinale Anglico de Grimoard così descrive il castello di Monte Copiolo: "… è posto sopra un sasso fortissimo ed altissimo e possiede una rocca fortissima, alla cui custodia è posto un capitano con dodici paghe, per le quali riceve dalla Camera Apostolica 30 fiorini ogni mese. Il castello è composto da sessanta fuochi". La rocca è uno dei centri più forti e muniti dell'intero Montefeltro.
    • 1376: Antonio II da Montefeltro, nipote di Nolfo, prende con la forza il Comune di Montefeltro, cacciando i legati pontifici. Il castello di Monte Copiolo torna nelle mani dei conti di Montefeltro.
    • 1380: Imperversa la lotta tra le famiglie Montefeltro, signori di Urbino, e Malatesta signori di Rimini. In un atto di tregua tra le due famiglie, il castello di Monte Copiolo è ricordato tra quelli appartenenti ad Antonio II da Montefeltro.
    • 1384: Il conte Antonio promulga, davanti alla chiesa di Santa Croce di Monte Cerignone, i nuovi statuti del Montefeltro.
    • 1389: Papa Bonifacio IX conferma al ghibellino Antonio da Montefeltro il possesso del castello di Monte Copiolo.
    Seconda metà del XIV secolo: la lotta contro la famiglia Malatesti diviene ancora più aspra. Il castello di Monte Copiolo resta sempre saldamente nelle mani della famiglia Montefeltro partecipando, in prima linea, alla difesa della contea.
    • 1404: Guidantonio da Montefeltro (figlio del conte Antonio) diviene nuovo conte di Urbino e dopo di lui, il figlio Oddantonio.
    • 1437: In una credenziale spedita ai magistrati ed al popolo sammarinese, i copiolesi esortano i “vicini” a ben guardarsi dai comuni nemici della pianura. Il riferimento ai Malatesti è palese.
    • 1440: In una missiva, redatta a Montecerignone, Guido Paolo degli Acomanducci (podestà e commissario feretrano) ordina al castellano di Monte Copiolo, a quelli di Valle Sant'Anastasio e Monte Maggio, di tenersi pronti per inviare aiuti militari a San Marino.
    • 1441: Il giovane conte Federico da Montefeltro scala la rupe di San Leo e ne conquista il forte strappandolo ai Malatesti. Il 23 ottobre, dalla rocca di Monte Copiolo, dove aveva posto la guarnigione per assediare San Leo, scrive una missiva indirizzata ai capitani della Repubblica di San Marino, per rendere nota la conquista.
    • 1444: Morte del duca Oddantonio di Montefeltro, fratello di Federico, per mano dei cittadini di Urbino. Federico diviene nuovo signore di Urbino.
    • 1447: Papa Niccolò V conferma a Federico il possesso del castello di Monte Copiolo.
    • 1448: Sigismondo Pandolfo Malatesta assedia il castello di Monte Copiolo. L'attacco non riesce, infatti neppure le porte cittadine vengono forzate. Per rappresaglia l'intera curtis del castello viene posta a soqquadro con inaudita ferocia.
    • 1455: Alessandro Gambacorta, capitano della rocca di Monte Copiolo e maestro d'arme del duca Federico, esce dalla rocca di Monte Copiolo con molti soldati e tende un'imboscata alle truppe malatestiane in fuga da Carpegna e Pietrarubbia, inseguite dal duca Federico e dal capitano Piccinino.
    • 1482: Muore il duca Federico di Montefeltro, gli succede il figlio Guidobaldo.
    • 1502: Cesare Borgia (figlio di papa Alessandro VI), detto il Valentino, giunge alle porte di Urbino. Il duca Guidobaldo abbandona la città e tenta la fuga verso San Leo, ma la strada è sbarrata: da Verucchio a Pietracuta sono presenti milizie del Borgia. Guidobaldo perde l'orientamento. Il capitano Dionigi Agatoni de' Maschi, capitano della rocca di Monte Copiolo, gli dirige incontro alcuni uomini copiolesi e lo conduce sano e salvo nella fortezza di Monte Copiolo.
    • 1503: A Monte Copiolo si organizza una sollevazione armata contro il duca Valentino, che si propaga poi a tutti i restanti centri del Montefeltro.
    • 1516: Papa Leone X de' Medici (succeduto a Papa Giulio II della Rovere) scomunica e priva del feudo urbinate Francesco Maria I Della Rovere (figlio adottivo del duca Guidobaldo di Montefeltro), il Montefeltro viene assegnato a Lorenzino de' Medici.
    • 1517: Francesco Maria capitola ed abbandona lo Stato.
    • 1519: Lorenzino muore prematuramente; il ducato ritorna sotto lo Stato Pontificio.
    • 1521: Alla morte di papa Leone X, Francesco Maria parte alla riconquista del ducato. Il duca in persona guida i propri uomini a riprendere le rocche di San Leo e Maiolo. Tiene un forte esercito nel castello di Monte Copiolo.
    • 1522: Furiosa si scatena la controffensiva medicea. Il duca Francesco Maria si trova nella rocca di Monte Copiolo con il grosso della guarnigione, pronto a sferrare l'attacco decisivo a San Leo. Dà ordine agli uomini del castello di Frontino di Massa di arrestare le truppe toscane, ma questi non riescono nell'impresa. Il duca è costretto a ripiegare verso Montecerignone e poi verso Sassocorvaro. Le truppe di Giovanni de' Medici, quasi 15.000 uomini, devastano tutto ciò che trovano sul loro cammino, abbattendo le due rocche di Pennabilli (22 gennaio 1522) e danno il paese alle fiamme, incendiando Carpegna e Castellaccia, saccheggiando i castelli di Pietrarubbia, Montecerignone, Monteboaggine e, secondo la tradizione storica, anche Monte Copiolo. Il castello di Monte Copiolo però, secondo l'odierna lettura archeologica, non viene distrutto né abbandonato e le sue strutture non subiscono traumi. Ha inizio soltanto un fenomeno di spopolamento del paese, in favore di piccoli borghi sorti alle pendici del monte.
    Ancora in pieno Seicento il castello è abitato da alcune famiglie e servito da due chiese.
    • Durante il XVIII secolo si ha il completo abbandono dell'antica area del castello.
    • Alle soglie del XX secolo il castello, sebbene fortemente lesionato, è ancora visibile sulla vetta del monte.
    Tra le due guerre mondiali e nell'ultimo dopoguerra le rovine vengono spogliate per edificare case alle pendici del monte. Si perde la memoria visiva delle strutture del castello.

    Toponimo

    Il nome di Montecopiolo deriverebbe da "Mons Copioe" cioè monte dell'abbondanza, riferendosi alla quantità di selvaggina ed alla ricchezza di acque presenti nel territorio comunale. Il toponimo potrebbe anche essere associato a "Mons Copiolus" ossia a monte a forma di cupola (il monte oggi chiamato Roccaccia, su cui sorgeva il castello) viene uguagliato ad una cupola.

    Monumenti e luoghi d'interesse
    • Castello di Monte Copiolo sull'omonimo monte.
    • Chiesa di San Michele Arcangelo
    • Chiesa della Madonna della Misericordia
    • Santuario della Madonna del Faggio
    • Monte Montone
    • Monte Carpegna
    • Chiesa di San Vicinio
    • Chiesa della Madonna di Pugliano
    • Chiesa di San Giovanni Battista
    • Villaggio di Santa Rita, meta turistica estiva di villeggianti, situato vicino al capoluogo comunale.
    • Villaggio del Lago, anch'esso meta turistica estiva di villeggianti, situato nei pressi di Villagrande.
    • Ruderi torre di Monteboaggine, situata nei pressi della frazione le Ville di Monteboaggine.
     
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