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Bisceglie

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    Bisceglie

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    - Info -

    Bisceglie è un comune italiano di 55.517 abitanti della provincia di Barletta-Andria-Trani, in Puglia. La città è stata insignita del riconoscimento Bandiera Blu nel 2001 e per le spiagge di Scalette e Salsello nel 2003, 2005 e 2006. È il quarto comune della provincia per numero di residenti ed il quattordicesimo della regione. È un importante centro agricolo, con industrie manifatturiere.

    Geografia fisica

    Territorio

    La città si affaccia sul mare Adriatico per uno sviluppo del litorale di circa 7.5 km, fra i comuni di Trani, a nord, e Molfetta, a sud.
    Il territorio comunale, prevalentemente pianeggiante, scivola verso il mare solcato da diverse lame, nelle quali il microclima è particolarmente favorevole alla proliferazione di flora e fauna. Il territorio comunale si spinge per alcuni chilometri verso i centri di Corato, Ruvo di Puglia e Terlizzi, incontrando così i primi pendii delle Murge.
    L'altimetria è compresa fra 0 e 160 metri di altitudine sul livello del mare. La città si estende prevalentemente in una fascia compresa fra il tratto costiero e la linea ferroviaria Bologna - Lecce, con alcune propaggini che vanno oltre la strada ferrata (quartiere di Sant'Andrea, zona artigianale, zona industriale). Il nucleo più antico della città, un tempo limitato da due lame che convergevano verso il bacino portuale, sorge su una porzione di territorio predominante rispetto alle aree successivamente urbanizzate.

    Clima

    La città è caratterizzata da un clima mediterraneo con inverni miti continentali ed estati calde e asciutte. Le escursioni termiche sono contenute dall'azione mitigatrice dell'Adriatico. Essendo una città costiera, l'umidità relativa si mantiene molto elevata in tutto l'anno, oscillando mediamente tra il 70% e 90%. Tuttavia, la città nei mesi invernali è spesso influenzata dalle correnti fredde di provenienza nord-orientale, che sporadicamente determinano precipitazioni a carattere nevoso. Le piogge, concentrate nei mesi invernali, sono caratterizzate da un regime estremamente variabile.


    Storia

    Origini della città

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    Il Dolmen della Chianca
    nell'agro di Bisceglie
    Il territorio di Bisceglie fu abitato sin da epoche remote.Nel paleolitico le grotte presenti nel territorio furono abitate da una popolazione di stirpe mediterranea. Ne dimostrano la presenza e l'attività umana le numerose pietre scheggiate (armi e utensili), i resti di animali di specie estinte (leone cavernicolo, orso delle caverne, buoi e cavalli primigeni), i resti di animali di specie remote (rinoceronte, iena, cervo) ed il femore umano curvo attribuibile all'uomo di Neanderthal rinvenuto nella grotta di Santa Croce e attualmente conservato nel museo archeologico nazionale di Taranto.
    Nella grotta dello zembro[11], invece, furono ritrovati alcuni resti di ceramica del periodo neolitico.
    Nell'età del bronzo vennero costruiti nell'agro di Bisceglie, dalle primitive genti che qui vi abitavano, imponenti sepolcri - altari denominati dolmen. I più interessanti per qualità sono: il dolmen della Chianca (dal termine dialettale chienghe, lastrone di pietra), il dolmen di Albarosa e il dolmen della masseria Frisari.

    Le origini del nome

    Sull'origine del nome di Bisceglie le ipotesi più accreditate sono due. La prima sostiene che il nome derivi dal dialetto Viscile o Vescegghie che a loro volta trovano la radice nell'antica voce Visciju (querciola). Il querciolo è la quercia di Palestina, una specie che si sviluppa sia come albero che come arbusto. Tale quercia, che in Italia è solo presente in Puglia, Basilicata e Sicilia, in passato era particolarmente abbondante nella zona di Bisceglie.[12]
    L'altra ipotesi fa risalire il nome al latino vigiliae[13], sentinella, nelle forme antiche Vigilas, Vigilarum civitatis, Vigilie, Vigilia e Biscilia. Questa ipotesi è stata ed è sostenuta da chi ritiene che in epoca romana esistessero nel territorio dei posti di controllo e di guardia sulla via Traiana, o ci fossero delle postazioni di guardia con torri e vedette lungo la costa, per difendere una vasta area dalle eventuali invasioni di pirati.

    Periodo greco-romano

    Quando la parte centrale della Puglia venne occupata dai Peucezi, secondo ipotesi non sostenute da sufficienti prove archeologiche, l'area del pulo di Molfetta e la contrada di Navarino, nel territorio di Bisceglie, furono sede di coloni greci che avrebbero lasciato le loro terre natìe di Pylos e Nabàrinon in Grecia, da cui sarebbero derivati i toponimi.[14] Nel III secolo successivo alla guerra di Pirro, il territorio cadde sotto il dominio di Roma, e pur solcato da nuove strade continuò ad essere una zona di transito e un locus di scarsa importanza. A tal proposito è utile ricordare la presenza di una pietra miliare di epoca romana disposta nei giardini di piazza Vittorio Emanuele II in prossimità della strada nazionale.

    Alto medbioevo

    Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente l'agro biscegliese era caratterizzato dalla presenza di piccoli grumi di case circondate da alti muri e spesso contigue a tempietti religiosi. Di questi caseggiati, detti casali, vengono annoverati per importanza storica il casale di Giano risalente all'età romana, il casale di Cirignano, il casale di Pacciano, il casale di Sagina, ed il casale di Zappino.
    Dai primi anni del VII secolo e fino all'800 il territorio biscegliese rimase sotto il Gastaldato Longobardo di Canosa.
    Verso il 700 il casale di Giano, antico luogo di culto pagano, divenne sede di un ricco monastero; mentre nel 789 alcune case del casale di Pacciano furono cedute al celebre monastero di Santa Sofia. In questo contesto vi era un luogo, lungo la costa, aspro e denso di vegetazione, che costituiva un buon riparo per le imbarcazioni, e che fu denominato dagli abitanti Vescègghie, dal nome delle querce selvatiche diffuse tutt'intorno. Questo luogo fu il naturale sbocco al mare di quei contadini che lentamente si avviarono ad una modesta attività marinaresca. Sorse così un piccolo borgo marinaro denominato Vescègghie, coevo alla costituzione di altri borghi di origine longobarda come Giovinazzo sulla costa Adriatica e Terlizzi, nell'entroterra.
    Dall'800 il territorio venne assoggettato al gastaldato longobardo di Trani, in quel periodo fiorente città adriatica. Successivamente, per circa un trentennio, la terra di Bari fu tenuta dai Saraceni, per poi passare ai Longobardi ed ai Bizantini.

    Il periodo normanno-svevo e angioino

    Il culto dei tre Santi protettori

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    Un'icona dei
    tre Santi Protettori
    Secondo la tradizione riportata da Amando, vescovo di Bisceglie, al tempo dell'imperatore Traiano due nobili cavalieri romani, Sergio e Pantaleone, furono conquistati dalle parole di Mauro di Betlemme, un vescovo che predicava il cristianesimo. Essendosi convertiti alla nuova fede furono arrestati e condannati a morte il 27 luglio del 117. Dopo il martirio, i resti furono trasportati nell'agro di Bisceglie in contrada Sagina, dove una vedova cristiana, Tecla de Fabiis, li compose in una tomba che aveva fatto costruire. Lentamente il culto dei tre Santi protettori cominciò a diffondersi nel nascente borgo marinaro di Bisceglie. Il 9 giugno del 1167, sotto il vescovo Amando, le sacre reliquie dei tre martiri vennero trasportate all'interno della cinta muraria di Bisceglie, e custodite inizialmente nella chiesa di San Fortunato, nei pressi del castello. Successivamente le ossa furono trasportate nella chiesa di San Bartolomeo e, infine, il 30 luglio del 1167 vennero trasportate nella cattedrale di Bisceglie. Qui, furono collocate in tre urne di pietra sotto tre altari, nella cripta costruita appositamente.
    Verso l'anno 1000 sbarcarono sulla costa adriatica i Normanni. Nel 1042 Roberto il Guiscardo assegnò Trani ed il suo circondario al suo vassallo Pietro di Trani, che divenne conte di Trani e ne rimase possessore fino al 1060. Egli, sotto le richieste di protezione delle genti dei casali, avviò i lavori di costruzione a difesa di alcune case che si erano addensate in prossimità del mare. Nel 1060 il nucleo più antico della città, cinto da mura, venne dotato di una imponente torre di guardia detta torre maestra.
    In quest'epoca venne introdotto il culto dei Santi Mauro, Sergio e Pantaleone che divennero i nuovi protettori di Bisceglie. Nel 1063 venne istituita da Papa Alessandro II la cattedra vescovile di Bisceglie. In quel periodo furono avviati i lavori per la costruzione della cattedrale.
    Nel 1071 Roberto il Guiscardo riassegnò Bisceglie a Pietro II conte di Trani.
    Nel 1167 Il vescovo Amando ordinò la traslazione delle sacre reliquie, custodite fino ad allora in un sepolcro nel casale di Sagina, nelle mura cittadine dove erano stati ultimati i lavori della costruenda cattedrale. Tra le attività del nascente insediamento urbano fu importante quella marinaresca in proficui commerci con la costa dalmata e albanese, e con le isole dell'Egeo e con l'isola di Cipro.
    Successivamente, l'imperatore Federico II di Svevia ordinò la costruzione di un castello contiguo alla torre maestra. Inoltre, gli svevi munirono l'intero territorio di torri di guardia. Alcuni esemplari sopravvissuti sono rintracciabili nella torre Gavetino, nella torre di Sant'Antonio e nella torre di Zappino. Sotto gli Angioini Bisceglie entrò nel feudo dei conti di Montfort. Nel 1324 passò ad Amelio del Balzo e successivamente, nel 1326, a Roberto d'Angiò figlio del re Carlo II di Napoli e di Filippo suo fratello. Nonostante il periodo di vivacità commerciale con i porti dell'Adriatico e non solo, la nascente città si trovò al centro di intricate e sanguinose lotte che dilaniarono la Puglia sotto Giovanna I.
    Nel 1360 Giacomo del Balzo divenne conte di Bisceglie. Nel periodo compreso fra il 1381 e il 1405 fu conte di Bisceglie Raimondo Orsini Del Balzo.
    Nel settembre del 1384 il pretendente al trono Luigi I d'Angiò, fratello del re di Francia, e Carlo di Durazzo si scontrarono con una lunga guerriglia e nella notte del 13 settembre i durazzesi varcarono le mura e saccheggiarono Bisceglie. In questa circostanza Luigi I d'Angiò venne ferito e morì dopo qualche giorno, il 20 settembre.
    Dal 1405 al 1414 tenne la contea il re Ladislao I di Napoli, che venne affidata per meriti militari a Lorenzo Cotignola. In questo periodo la regina Giovanna II di Napoli concesse a Bisceglie alcuni privilegi, tra i quali la facoltà di armare galee nel proprio arsenale.

    Età moderna e contemporanea

    Lucrezia Borgia duchessa di Bisceglie

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    Lucrezia Borgia in un dipinto
    di Dosso Dossi

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    Bisceglie, assetto urbano nel 1650.
    In grigio il Castello,
    in arancio gli edifici religiosi,
    in marrone scuro il fossato
    Il 21 luglio 1498 Lucrezia Borgia sposò in Vaticano Alfonso d'Aragona, duca di Bisceglie e principe di Salerno, figlio illegittimo di Alfonso II di Napoli, con l'appellativo di "bellissimo ragazzo".
    Anche queste nozze saranno brevi per Lucrezia, come quelle precedenti, e finiranno tragicamente per l'uomo da lei amato. Cesare Borgia, fratello di Lucrezia, rifiutato da Carlotta d'Aragona, diventa cugino del re di Francia sposando Charlotte d'Albret, impegnandosi ad aiutare il monarca a riconquistare il regno di Napoli. Tutto questo francesismo allarma Alfonso che si rifugia dai suoi parenti, abbandonando Lucrezia incinta e col cuore infranto. A questo punto, il Papa per tirarle su il morale le affida l'incarico di governatrice di Spoleto. Il 19 settembre del 1499 Alfonso, spinto da suo padre che non vuole dare dispiaceri al papa, raggiunge Lucrezia ed insieme tornano a Roma. In novembre la duchessa di Bisceglie partorisce un maschio di nome Rodrigo. Il 15 luglio del 1500 Alfonso viene ferito gravemente a seguito di un agguato. Il mandante fu Cesare, probabilmente desideroso di perdere la parentela spagnola. Nonostante la gravità delle ferite Alfonso guarisce con gioia di Lucrezia. Cesare, scontento di come sono andati i fatti, pronuncerà: ciò che non è stato compiuto a pranzo, può essere benissimo fatto a cena. Alfonso viene ucciso dal sicario di Cesare, un tale Michelotto Corella, il 18 agosto del 1500 nella stanza di Lucrezia, che con un pretesto era stata fatta allontanare. La spiegazione ufficiale è che al duca di Bisceglie gli si è rotta la testa a seguito di una brutta caduta mentre era ancora in convalescenza. Il ducato venne messo nelle mani del piccolo Rodrigo affiancato da un tutore, mentre sua madre diventava governatrice di Nepi, e prossima a divenire duchessa di Ferrara.
    Nell'anno 1442 la crisi politica interna al regno di Napoli consentì ad Alfonso V d'Aragona di conquistare il potere, dopo aver cacciato gli angioini dal regno.
    Passata agli aragonesi, Bisceglie divenne feudo di Giovanni Antonio del Balzo, che non mancò ad una rapida congiura contro il re facendo leva su Giovanni d'Angiò, duca di Calabria. Questi rinunciò alla scalata e firmò la pace con Ferdinando I di Napoli il 13 ottobre 1462. Con la "pace di Bisceglie" furono confermati con gli stessi titoli i privilegi a tutte le città ed i castelli che Giovanni Antonio del Balzo possedeva prima della guerra, purché egli restasse fedele al sovrano.
    Dopo il 1485 il feudo biscegliese passò, sotto il titolo di marchesato, a Federico d'Aragona, futuro re di Napoli.
    In questo periodo, dopo il saccheggio di Otranto e le numerose minacce dei turchi, si rese necessario abbattere la vecchia cinta muraria normanna e sostituirla con una più moderna. Alla fine del secolo la città si presentava adeguatamente fortificata e idonea a sostenere la guerra moderna con le armi da fuoco.
    Il 20 maggio del 1498 in Vaticano venne data lettura delle tavole nuziali per il matrimonio fra Lucrezia Borgia, figlia del Papa Alessandro VI, e Alfonso d'Aragona, nipote di Federico re di Napoli. Alfonso d'Aragona portò in dote Bisceglie che, unita a Corato, costituì il ducato di Bisceglie e Corato. Un mese dopo ebbe luogo il matrimonio a Roma che ebbe vita breve e funesta. Dal matrimonio nacque Rodrigo d'Aragona che, dopo l'assassinio di suo padre, fu insignito dell'appellativo di duca di Bisceglie e Sermoneta e signore di Corato.


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    Veduta di Bisceglie eseguita
    dal Des Prez nel 1783
    Dopo la prematura morte di Rodrigo, nel 1513 Bisceglie, versando al re di Napoli 13000 ducati, si riscattò. Il re concesse la facoltà di armare galee e di difendersi con proprie milizie, già antico privilegio della cittadina. Ottenuti tali privilegi il borgo ed il suo territorio prosperarono per molti anni finché il principe Filiberto di Chalons, viceré di Napoli, non affidò il feudo al nobile spagnolo Luigi Ram.
    Nel 1532 i deputati locali ottennero da Carlo V d'Asburgo il riconoscimento di Bisceglie a città demaniale. A seguito delle continue controversie tra il Comune e il Vescovo, nel 1569 vennero consegnati al Comune i "capitoli municipali" (ordinamenti amministrativi) che dureranno ininterrottamente fino all'ottobre del 1806. Le attività economiche erano vivaci, i commerci si svolgevano via mare e via terra con i paesi interni della Puglia, della Basilicata e con il beneventano. Si importava ferro, legno, lana e cuoio. Si esportava frutta, ortaggi, mandorle e soprattutto olio d'oliva. Due erano le fiere che si svolgevano durante l'anno: una a gennaio in occasione di Sant'Antonio abate, primo protettore di Bisceglie, l'altra a luglio alla festa dei tre Santi protettori Mauro, Sergio e Pantaleone. Verso la fine del Seicento la vita cittadina fu influenzata dalla presenza del vescovo Pompeo Sarnelli che occupò la cattedra biscegliese dal 1692 al 1724.
    La guerra di successione spagnola portò gli austriaci nel regno di Napoli, dal 1714 al 1738.
    Successivamente, con il governo dei Borboni di Spagna, che durò ininterrottamente dal 1738 al 1860 (eccetto il brevissimo periodo napoleonico), la città che contava quasi 6000 abitanti, venne assoggettata ad una pressione fiscale gravosa ed insostenibile. Positivo si rivelò l'intervento dei Borboni rispetto alla risistemazione del porto, ai traffici marittimi ed all'igiene nella città, flagellata in questo periodo dalla peste. L'economia cittadina si basava su: agricoltura, pesca e commercio dei prodotti del suolo.
    Quando nel 1799 le truppe napoleoniche invasero il Regno di Napoli, Bisceglie aprì le porte ai francesi inneggiando alla libertà. Dopo l'occupazione di Bisceglie da parte dei francesi, in città si sparse la voce di un imminente sbarco di navi russe e turche per contrastare l'avanzata dei soldati napoleonici; tuttavia la minaccia risultò infondata anche se in città si ammassarono truppe francesi e italiane. Dopo alcuni giorni, 1400 russi sbarcarono nel porto di Bisceglie e la occuparono riconsegnandola ai Borboni.

    Dall'Unità d'Italia ai giorni nostri

    Il periodo pre-unitario si rivelò interessante sul piano dell'economia derivante dai traffici marittimi. I mercanti biscegliesi avevano stabilito solide relazioni commerciali con i porti della Dalmazia, dell'Egeo e del mar Nero. Sin dal 1860 si stabilì a Kerč', in Crimea, una piccola comunità di biscegliesi che vivevano di commerci transfrontalieri.
    Nel 1864 l'apertura del tronco ferroviario Foggia-Barletta-Bari diede grande impulso all'economia locale e il 9 novembre del 1872 fu inaugurato il Teatro Garibaldi dopo dieci anni di lavori, e ben presto il teatro divenne il centro della vita mondana biscegliese.
    La tradizione liberale risorgimentale si tradusse a Bisceglie in una vivace vita politica, dalla quale emerse il sindaco Giulio Frisari, capo della sinistra democratica parlamentare pugliese e della "Società Operaia di Mutuo Soccorso"; non mancarono in questo periodo vivaci scontri verbali e violenti scontri fisici.
    Allo scoppio della prima guerra mondiale numerosi giovani biscegliesi partirono per il fronte e a fine guerra furono 430 i caduti (con numerosi feriti e mutilati). Il 2 agosto 1916 Bisceglie conobbe da vicino la guerra, infatti alcune cannonate navali austriache causarono diversi danni materiali ma nessuna vittima; tuttavia ancora oggi è possibile riconoscere sulla facciata di palazzo Albrizio (accanto a palazzo Ammazzalorsa, di fronte al porto) un segno di una cannonata austriaca risalente proprio a quell'evento. Durante la guerra si distinse il generale d'artiglieria, originario di Bisceglie, Beniamino Simone.
    Il 5 ottobre 1924 fu inaugurato in piazza Vittorio Emanuele II un obelisco per commemorare i caduti biscegliesi nel primo conflitto mondiale.
    Nel 1920, a seguito delle adesioni alla politica fascista, fu aperta una sezione del fascio nel palazzo Logoluso.
    Nell'inverno 1940-1941, durante il conflitto italo-greco, Benito Mussolini fissò la sua residenza a Bisceglie nella Villa Angelica mentre il quartier generale alloggiò nella Villa Ciardi.
    Nel 1943 i tedeschi precipitosamente si ritirarono da tutto il sud Italia e poco dopo Bisceglie fu occupata dagli anglo-americani. Il travagliato passaggio dal fascismo alla repubblica trovò in Vincenzo Calace uno dei maggiori politici antifascisti e sostenitori della democrazia. Al termine della seconda guerra mondiale si contarono circa 300 caduti biscegliesi, molti invalidi e anche alcuni dispersi.
    Le prime elezioni comunali del secondo dopoguerra, che registrarono il maggiore suffragio, alla Democrazia Cristiana, segnarono il successo personale del sindaco Umberto Paternostro, che guidò la città nella ripresa dalla paralisi prodotta dalla guerra. Questo periodo fu caratterizzato da una considerevole e significativa attività nel settore delle opere pubbliche.
    Tra gli anni cinquanta e sessanta Bisceglie conobbe una fervida attività economica, alimentata dall'agricoltura, dalla pesca, e da un fiorente commercio di prodotti ortofrutticoli in Italia e all'estero. La vita cittadina fu anche caratterizzata da una vivace attività culturale.
    Attualmente l'economia biscegliese si fonda soprattutto sulla piccola industria manifatturiera (in particolar modo nel settore tessile delle confezioni, dei frantoi oleari e dell'industria per la lavorazione della pietra), sul commercio e sull'agricoltura. Significative risultano le produzioni agricole delle olive per la produzione di olio di oliva, dell'uva da tavola, e della tipica ciliegia biscegliese.

    Monumenti e luoghi di interesse
    • Dolmen della Chianca
    • Torre Maestra
    • Museo Civico archeologico
    • Cattedrale San Pietro Fontana
    • Palazzo Tupputi
    • Concattedrale di San Pietro Apostolo
    • Chiesa di Sant'Adoeno
    • Chiesa di San Matteo
    • Chiesa di San Nicolò
    • Chiesa di Santa Margherita
    • Chiesa di San Lorenzo
    • Chiesa di San Domenico
    • Chiesa del Salvatore o del Santissimo
    • Palazzo San Domenico
    • Il Teatro Garibaldi
    • Il "Palazzuolo"
    • Il castello e la torre maestra
    • Le mura difensive
    • Grotta di Santa Croce
    • Museo Diocesano di Bisceglie
    • Museo Etnografico "Francesco Prelorenzo"
    • Museo Civico Archeologico "Francesco Saverio Maiellaro"
    • Museo Civico del Mare

    Eventi
    • Festa patronale dei Santi Mauro, Sergio e Pantaleone agosto
    • Festa di Santa Maria Addolorata settembre
    • Fiere campestri e rionali aprile
    • Sagra delle Grotte di Santa Croce agosto
    • Presepio vivente dicembre
    • Carnevale febbraio
    • Oliamoci Bene novembre

    Persone legate a Bisceglie
    • Francesco Maria Amoruso, senatore della Repubblica
    • Francesco Angarano, calciatore
    • Francesco Boccia, deputato al Parlamento italiano
    • Lucrezia Borgia, duchessa di Bisceglie
    • Francesco Bruni, vescovo
    • Vincenzo Calace, politico e antifascista
    • Gaetano Caputi, direttore generale consob
    • Mario Cosmai, giornalista, storico e linguista
    • Sergio Cosmai, direttore di alcune case circondariali vittima di un agguato ad opera della 'ndrangheta
    • Mauro Cozzoli, sacerdote
    • Luigi I d'Angiò, re della dinastia d'Angiò
    • Alfonso d'Aragona, duca di Bisceglie
    • Rodrigo d'Aragona, duca di Bisceglie
    • Luca De Ceglia, giornalista e scrittore
    • Leonardo De Mango, pittore
    • Giacomo del Balzo, conte di Bisceglie
    • Raimondo Orsini Del Balzo, conte di Bisceglie
    • Donato Maria Dell'Olio, cardinale della Chiesa cattolica
    • Tonio Dell'Olio, sacerdote
    • Elena Di Liddo, nuotatrice
    • Giuseppe Di Molfetta, giornalista, direttore del Nuovo Palazzuolo, storico locale e linguista
    • Rossana Doll, pseudonimo di Rossana Di Pierro, è una pornostar italiana.
    • Lorenzo Ferrante, calciatore
    • Cesare Fracanzano, pittore
    • Giulio Frisari, senatore del Regno d'Italia
    • Mauro Giuliani, compositore di chitarra classica e violoncellista
    • Roberto il Guiscardo, condottiero normanno
    • Enzo Jannacci, cantautore
    • Jakob Philipp Hackert, pittore che ha dipinto il porto di Bisceglie
    • Gino Lo Russo Toma, tenore
    • Erica Mou, cantautrice
    • Riccardo Monterisi, poeta
    • Sergio Nigri, flautista
    • Giuseppe Pasquale, atleta, presidente della F.G.C. I, produttore cinematografico
    • Pietro di Trani, nobile italiano
    • Pietro II conte di Trani, nobile italiano
    • Pasquale Preziosa, capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare
    • Giovanni Ricchiuti, arcivescovo cattolico
    • Pompeo Sarnelli, vescovo e letterato
    • Sergio Silvestris, ex europarlamentare
    • Francesco Spina, sindaco di Bisceglie e presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani
    • Ottavio Tupputi, patriota e carbonaro
    • Pasquale Uva, sacerdote
    • Mauro, Sergio e Pantaleone, Tre Santi Protettori della Città
    • Marcello Veneziani, giornalista e scrittore
    • Gaetano Veneziano, compositore e maestro di cappella presso la Corte borbonica a Napoli

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    Panoramica del porto con il centro storico



    Edited by PatriziaTeresa - 15/1/2016, 14:50
     
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