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Musei di Catanzaro

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    Musei di Catanzaro


    Museo provinciale"Villa Margherita"

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    Il Museo Provinciale di Catanzaro è un’importante istituzione culturale fondata nel 1863, su sollecitazione dell’allora prefetto Colucci, e venne inaugurato il 4 maggio 1879, così come si rileva dal verbale di inaugurazione sottoscritto dall’avv. Antonio Jannoni, il prof. Domenico Marincola Pistoia, l’avv. Luigi Menichini e l’avv. Antonio Serravalle. Come si desume da molti atti e anche da alcune tavole del progetto di sistemazione del largo Tribunali, i locali che ospitarono in origine il neo ente museale sono gli stessi oggi occupati dall’Archivio di Stato, ai vecchi Tribunali, situati all’epoca nel complesso conventuale dei PP. Domenicani in Piazza del Rosario. Il museo nasce grazie ad una delibera del 12 novembre 1863, la quale veniva assunta dall’allora Consiglio generale della provincia di Catanzaro, che istituiva una commissione di Antichità e di Belle Arti con l’incarico di «seguire da vicino gli scavi nelle zone archeologiche di raccogliere notizie sulla storia e sulle belle arti, da ricercare i possessori di anticaglie proponendo l’acquisto dei pezzi interessanti» e che divenne nel 1876 “Commissione conservatrice di Monumenti e oggetti di Arte e Antichità”. L’organo di tutela provvedeva a recuperare una ricca documentazione di Arte e Antichità, prima accolta nel Regio Liceo e poi, dal 4 maggio 1879, nel museo di Largo Tribunali, così come attestato da un documento, un tempo esposto all’interno della struttura di Villa Margherita, che ne documenta il trasferimento. Al fine di raggiungere tali scopi fu stanziata l’elevatissima cifra, per i tempi, di mille lire annue, tale da permettere alla Commissione conservatrice di monumenti e di antichità l’inizio del proprio lavoro, che si incentrò particolarmente sulla raccolta di monete. La collezione numismatica appare notevolmente cospicua e, sebbene depredata nell’ottocento di alcune importanti monete d’oro (causa questa che causò, nel 1887, il trasferimento della sede espositiva nell’attuale allogata in Villa Regina Margherita), si compone del seguente numero di pezzi: 3677 monete di rame, 1419 di argento, 82 quelle d’oro 580 quelle di biglione per un totale di 5758 monete. A queste si aggiunsero 88 esemplari per la maggior parte di Siracusa, donate dal Prefetto della Provincia comm. Giuseppe Colucci; 303 esemplari in rame, 61 in argento, 3 in oro oltre a sei piombi, donate dal sig. Nicolino Mazza di Borgia; 68 medaglioni medievali e moderni di rame da 3 di argento, da 7 decorazioni diverse e da ulteriori 63 piombi, non meglio specificati. Questo il quadro ottocentesco che negli anni successivi andò arricchendosi fino a valutare la collezione complessiva, tra monete antiche e moderne, in oltre 8000 pezzi. Il museo accolse inoltre anche importanti reperti archeologici costituiti da circa mille pezzi, riguardanti il periodo del ferro e del bronzo, dell’età greca e di quella romana e paleocristiana. Oggi l’antica sede del Museo Provinciale, un tempo parte integrante del complesso monastico trecentesco delle Clarisse, è stata ristrutturata e nelle due sale sono state allocate le collezioni che fanno riferimento al patrimonio numismatico e archeologico. La sala “A” apre il percorso espositivo con tre vetrine che riassumono le prime fasi di vita del “Museo della Villa” e in cui è stata ricostruita la prima esposizione che raccoglieva materiali di varia provenienza, non solo archeologici, in un periodo intercorso tra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento. Tra questi “reperti”, molti falsi dell’epoca tra cui una statuetta in bronzo di Atena promachos, un askòs a vernice nera con decorazione a rilievo, un rython a testa d’ariete, uno skyphos in argilla nera a cui sono accostati un piatto in maiolica con stemma di casa Savoia datato 1883 e alcuni oggetti in legno e terracotta che documentano l’interesse del Museo verso le grandi esplorazioni della fine del secolo XIX. A questi reperti si affiancano quelli provenienti da Catanzaro e da Tiriolo di notevole importanza per la storia del territorio tra cui è documentato un bassorilevo in calcare raffigurante un santo proveniente da Gagliano e databile al XIII secolo, una lapide frammentaria in marmo iscritta e la famosa bractea in lamina d’oro raffigurante l’Adorazione dei Magi e proveniente da Tiriolo. Ai piedi del grande arco in laterizio sono poste, nella collocazione originale dell’esposizione ottocentesca, due basi marmoree di statue di età romana ed entrambe rinvenute e provenienti da Crotone. La prima, esposta a sinistra, è un’iscrizione in onore di Futia Lolliana, la seconda posta di fronte, fu eretta in onore di un illustre personaggio della città di Crotone: Lucius Lollius Marcianus. La sala accoglie, al centro, gli espositori numismatici che ospitano la notevole collezione numismatica in cui è possibile osservare nelle vetrine a leggio – dalla n. 4 alla n. 13 – monete della Magna Grecia, monete della Sicilia, monete dei Brettii, monete delle città greche e brettie della Calabria (Caulonia, Consentia, Crotone, Hipponion – Valentia, Locri Epizefiri, Medma, Noukia, Petelia, Reggio, Terina), monete romane, monete bizantine, monete normanne e sveve, e moderne. La sala “B” offre un vasto panorama sulle collezioni archeologiche che documentano, dall’età preistorica a quella tardo-antica, le ricerche archeologiche nell’allora Provincia di Catanzaro dalle quali emergono la collezione di Giuseppe Foderaro di oggetti preistorici di provenienza da varie realtà calabresi e che è costituita da circa 800 pezzi, i ritrovamenti di Crichi, Tiriolo, Scolacium, Petelia e di alcuni reperti provenienti dal territorio di Catanzaro tra i quali sono da ricordare alcuni bolli laterizi e il gruppo di brocchette tardo antiche (VI-VII secolo d. C.) e cinque bolli di piombo databili fra il VI e il XII secolo; quest’ultimi erano utilizzati per sigillare documenti ufficiali e recano, oltre al nome del funzionario preposto e della carica da lui ricoperta, l’invocazione alla Vergine e i Santi. Chiudono il percorso espositivo della sala tre teste marmoree di provenienza sconosciuta e i due esemplari in bronzo del cosiddetto Cavaliere di Petelia, frammento di una statua equestre rinvenuta negli ultimi decenni dell’800 nella località Pianete di Strangoli ed attribuita al ricco latifondista locale Manio Megonio Leone (II sec. d.C.), e del bellissimo Elmo di Tiriolo degli ultimi decenni del IV secolo a. C.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 12:11
     
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    Casa della Memoria

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    La Casa della Memoria si pone come obiettivo la divulgazione e la promozione dell'arte contemporanea, in particolar modo dell'esperienza artistica dell'artista calabrese Mimmo Rotella, che qui, nell'atèlier di moda della madre, ha mosso i primi passi, accostato i primi colori e affinato la sensibilità che lo ha portato ad essere un'icona dei movimenti d'Avanguardia in Italia. All'interno della casa, concepita, per volontà dell'artista, come una luogo sacro, come una chiesa, rigorosa e bianca, si trovano opere che ripercorrono la carriera di Rotella, foto, cimeli e una fornita biblioteca specializzata, oltre ad un maxi schermo, destinato alla didattica, affinchè la Casa della Memoria possa diventare un punto di riferimento per lo studio dell'esperienza artistica contemporanea.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 12:12
     
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    Museo delle Carrozze

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    Una delle mete piu' frequentate di Catanzaro, unica nel suo genere in tutta l'Italia del Sud. Da Catanzaro centro si va verso il quartiere Siano e da li', seguendo la segnaletica, si prende la strada sterrata sulla destra. Qualche centinaio di metri e si entra nella proprieta' del barone De Paula, appassionato da sempre di cavalli e carrozze. Qui, in un ampio edificio in stile medioevale, e' ospitata la collezione di 25 carrozze d'epoca perfettamente restaurate, quasi tutte inglesi. Un posto di rilievo hanno quelle della famiglia Volpicelli, ma il pezzo forte e' il calesse di Rossella O'Hara, usato nel film «Via col vento». Situato all'interno di una azienda agricola, il museo raccoglie 25 carrozze d'epoca di proprietà del barone De Paola.Tra queste, si segnalano una cabriolet a capote mobile, un carro da parata del '600 e la famosa carrozza di fine '800, utilizzata nel film Via col vento. Sono esposti inoltre attrezzi della civiltà contadina e un pianoforte in radica d'ulivo della fine dell'800.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 12:13
     
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    Museo d'arte moderna e contemporanea (M.A.R.C.A.)

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    Il Museo Provinciale di Catanzaro veniva inaugurato nel 1879 ed aveva, come molte istituzioni museali contemporanee, un' impronta di carattere "antiquariale" con una prevalenza di materiale archeologico ed una limitata collezione di opere pittoriche. Queste si sarebbero nel tempo incrementate grazie, anche, alla partecipazione della Provincia di catanzaro in qualità di azionista della Società Promotrice di Belle Arti Napoletana. Al nucleo originario appartengono alcune opere provenienti dagli enti ecclesiastici soppressi quali la Madonna degli angeli di Antonello de Saliba e, probabilmente, anche la Madonna in gloria di Battistello Caracciolo oltre ad un consistente patrimonio archeologico e numismatico, oggi confluito nel museo civico archeologico di Villa Trieste. Nel secondo dopoguerra (1963) viene acquistata una consistente raccolta di ben 38 dipinti del cortalese Andrea Cefaly e nel 1966 vengono acquisiti ben 34 calchi in gesso dello scultore Francesco Jerace. L' attuale esposizione museale inaugurata nel 2008 risulta suddivisa in tre ambienti e consiste di un notevole patrimonio di opere databili tra il 500 e il '900, cui si aggiungono quelle della Fondazione Rotella che prende nome da uno dei più grandi maestri del secolo appena trascorso, il catanzarese Mimmo Rotella. Altra esposizione temporanea è quella degli artisti Perina e Vele con 20 opere (sculture, installazioni, disegni e progetti) ed una serie di nuovi lavori del 2008 proposti in anteprima. Con l’intento di collegare il linguaggio artistico contemporaneo con le tradizioni legate ai luoghi catanzaresi, il museo ha ospitato anche 15 scatti inediti della fotografa Paola De Pietri (ritratti e paesaggi di Catanzaro e dintorni); due installazioni site - specific di Flavio Favelli, autore del bar del museo Mambo; sculture in gesso, bronzo e resina di Davide Rivalta raffiguranti alcuni tra gli animali dipinti nelle tele realizzate da paesaggisti ottocenteschi e custodite nella Pinacoteca e Gipsoteca.

    Informazioni sede

    Il Museo è ubicato nei locali di un antico palazzo che, prima degli interventi di restauro (mirati appunto a rimettere completamente a nuovo la sede per accogliere il suddetto museo), ospitava un istituto per sordomuti ed una tipografia. Il palazzo è situato nel centro storico di Catanzaro ed è organizzato su tre livelli. L’edificio è circondato da giardino e cortile mentre un grande terrazzo regala l’affaccio sul panorama cittadino.

    Sale espositive

    Al pianterreno sono state allestite la Pinacoteca e Gipsoteca della Provincia con circa 120 opere tra dipinti e sculture. Al primo piano si trovano la collezione permanente Rotella e le sale dedicate a mostre temporanee. Il seminterrato ospita il centro polivalente di cultura contemporanea.

    Idoneità sale

    Sale buone, ben illuminate, opere corredate da didascalie.



    Edited by Simona s - 15/8/2013, 16:59
     
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    Museo Archeologico Provinciale

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    messina14

    Il Museo Provinciale di Catanzaro è un’importante istituzione culturale fondata nel 1863, su sollecitazione dell’allora prefetto Colucci, e venne inaugurato il 4 maggio 1879, così come si rileva dal verbale di inaugurazione sottoscritto dall’avv. Antonio Jannoni, il prof. Domenico Marincola Pistoia, l’avv. Luigi Menichini e l’avv. Antonio Serravalle. Come si desume da molti atti e anche da alcune tavole del progetto di sistemazione del largo Tribunali, i locali che ospitarono in origine il neo ente museale sono gli stessi oggi occupati dall’Archivio di Stato, ai vecchi Tribunali, situati all’epoca nel complesso conventuale dei PP. Domenicani in Piazza del Rosario. Il museo nasce grazie ad una delibera del 12 novembre 1863, la quale veniva assunta dall’allora Consiglio generale della provincia di Catanzaro, che istituiva una commissione di Antichità e di Belle Arti con l’incarico di «seguire da vicino gli scavi nelle zone archeologiche di raccogliere notizie sulla storia e sulle belle arti, da ricercare i possessori di anticaglie proponendo l’acquisto dei pezzi interessanti» e che divenne nel 1876 “Commissione conservatrice di Monumenti e oggetti di Arte e Antichità”. L’organo di tutela provvedeva a recuperare una ricca documentazione di Arte e Antichità, prima accolta nel Regio Liceo e poi, dal 4 maggio 1879, nel museo di Largo Tribunali, così come attestato da un documento, un tempo esposto all’interno della struttura di Villa Margherita, che ne documenta il trasferimento. Al fine di raggiungere tali scopi fu stanziata l’elevatissima cifra, per i tempi, di mille lire annue, tale da permettere alla Commissione conservatrice di monumenti e di antichità l’inizio del proprio lavoro, che si incentrò particolarmente sulla raccolta di monete. La collezione numismatica appare notevolmente cospicua e, sebbene depredata nell’ottocento di alcune importanti monete d’oro (causa questa che causò, nel 1887, il trasferimento della sede espositiva nell’attuale allogata in Villa Regina Margherita), si compone del seguente numero di pezzi: 3677 monete di rame, 1419 di argento, 82 quelle d’oro 580 quelle di biglione per un totale di 5758 monete. A queste si aggiunsero 88 esemplari per la maggior parte di Siracusa, donate dal Prefetto della Provincia comm. Giuseppe Colucci; 303 esemplari in rame, 61 in argento, 3 in oro oltre a sei piombi, donate dal sig. Nicolino Mazza di Borgia; 68 medaglioni medievali e moderni di rame da 3 di argento, da 7 decorazioni diverse e da ulteriori 63 piombi, non meglio specificati. Questo il quadro ottocentesco che negli anni successivi andò arricchendosi fino a valutare la collezione complessiva, tra monete antiche e moderne, in oltre 8000 pezzi. Il museo accolse inoltre anche importanti reperti archeologici costituiti da circa mille pezzi, riguardanti il periodo del ferro e del bronzo, dell’età greca e di quella romana e paleocristiana. Oggi l’antica sede del Museo Provinciale, un tempo parte integrante del complesso monastico trecentesco delle Clarisse, è stata ristrutturata e nelle due sale sono state allocate le collezioni che fanno riferimento al patrimonio numismatico e archeologico. La sala “A” apre il percorso espositivo con tre vetrine che riassumono le prime fasi di vita del “Museo della Villa” e in cui è stata ricostruita la prima esposizione che raccoglieva materiali di varia provenienza, non solo archeologici, in un periodo intercorso tra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento. Tra questi “reperti”, molti falsi dell’epoca tra cui una statuetta in bronzo di Atena promachos, un askòs a vernice nera con decorazione a rilievo, un rython a testa d’ariete, uno skyphos in argilla nera a cui sono accostati un piatto in maiolica con stemma di casa Savoia datato 1883 e alcuni oggetti in legno e terracotta che documentano l’interesse del Museo verso le grandi esplorazioni della fine del secolo XIX. A questi reperti si affiancano quelli provenienti da Catanzaro e da Tiriolo di notevole importanza per la storia del territorio tra cui è documentato un bassorilevo in calcare raffigurante un santo proveniente da Gagliano e databile al XIII secolo, una lapide frammentaria in marmo iscritta e la famosa bractea in lamina d’oro raffigurante l’Adorazione dei Magi e proveniente da Tiriolo. Ai piedi del grande arco in laterizio sono poste, nella collocazione originale dell’esposizione ottocentesca, due basi marmoree di statue di età romana ed entrambe rinvenute e provenienti da Crotone. La prima, esposta a sinistra, è un’iscrizione in onore di Futia Lolliana, la seconda posta di fronte, fu eretta in onore di un illustre personaggio della città di Crotone: Lucius Lollius Marcianus. La sala accoglie, al centro, gli espositori numismatici che ospitano la notevole collezione numismatica in cui è possibile osservare nelle vetrine a leggio – dalla n. 4 alla n. 13 – monete della Magna Grecia, monete della Sicilia, monete dei Brettii, monete delle città greche e brettie della Calabria (Caulonia, Consentia, Crotone, Hipponion – Valentia, Locri Epizefiri, Medma, Noukia, Petelia, Reggio, Terina), monete romane, monete bizantine, monete normanne e sveve, e moderne. La sala “B” offre un vasto panorama sulle collezioni archeologiche che documentano, dall’età preistorica a quella tardo-antica, le ricerche archeologiche nell’allora Provincia di Catanzaro dalle quali emergono la collezione di Giuseppe Foderaro di oggetti preistorici di provenienza da varie realtà calabresi e che è costituita da circa 800 pezzi, i ritrovamenti di Crichi, Tiriolo, Scolacium, Petelia e di alcuni reperti provenienti dal territorio di Catanzaro tra i quali sono da ricordare alcuni bolli laterizi e il gruppo di brocchette tardo antiche (VI-VII secolo d. C.) e cinque bolli di piombo databili fra il VI e il XII secolo; quest’ultimi erano utilizzati per sigillare documenti ufficiali e recano, oltre al nome del funzionario preposto e della carica da lui ricoperta, l’invocazione alla Vergine e i Santi. Chiudono il percorso espositivo della sala tre teste marmoree di provenienza sconosciuta e i due esemplari in bronzo del cosiddetto Cavaliere di Petelia, frammento di una statua equestre rinvenuta negli ultimi decenni dell’800 nella località Pianete di Strangoli ed attribuita al ricco latifondista locale Manio Megonio Leone (II sec. d.C.), e del bellissimo Elmo di Tiriolo degli ultimi decenni del IV secolo a. C.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 17:00
     
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    Museo Risorgimentale

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    Il Museo è allestito nella Caserma Florestano Pepe e documenta le vicende del Risorgimento italiano, delle Guerre d'Africa e di Spagna, attraverso l'esposizione di uniformi, fotografie, cimeli, armi, documenti di vario genere. Una curiosità è la stampa del Generale borbonico Vito, governatore delle Calabrie, che nel 1815 presiedette all'esecuzione di Gioacchino Murat a Pizzo Calabro.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 17:01
     
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    Museo diocesano di Arte Sacra

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    museodiocesanoartesacra

    Costituito nel 1997 e ospitato nel Palazzo Vescovile, il museo raccoglie ostensori, calici, pianete, candelabri, paramenti sacri, dipinti, sculture lignee e opere marmoree databili a partire dal XVIII secolo e provenienti da alcune chiese del territorio catanzarese. Parte di questo materiale apparteneva al tesoro della Cattedrale e all'Arcidiocesi di Catanzaro. Tra i dipinti, in gran parte opera di artisti meridionali, si segnalano La Pentecoste di Domenico Leto (XVIII sec.), una Madonna col Bambino (XVIII sec.), l'Incoronazione della Vergine nella Gloria dei Santi di Biagio di Vico (XVIII sec.), San Nicola Vescovo di Mattia Preti (1613-1699) e una Madonna delle Grazie (XVIII sec.). Tra i paramenti sacri: un Piviale rosso a lamina d'oro del Settecento, di manifattura catanzarese.Tra gli argenti: un Ostensorio (1782), una Croce Professionale (XVIII sec.), un Baldacchino del Santissimo.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 17:02
     
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    Gipsoteca F. Jerace

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    Ha sede nel Palazzo dell'Amministrazione Provinciale. Raccoglie trenta opere su gesso ed alcune in marmo dello scultore Francesco Jerace, donate all'Amministrazione Provinciale da una delle figlie dello scultore, Donna Rosa, con atto datato 7.12.1 966. L'artista (nato a Polistena nel 1857, morto a Napoli nel 1937) ha frequentato l'Accademia di Belle Arti a Napoli. Le sue opere, esposte nei maggiori Musei italiani e all'estero, lo hanno reso artista di fama mondiale e, con lui, la sua terra di origine. Salvatore Santagata in un suo saggio ricorda la prima opera commissionata (aveva venti anni) per il monumento funerario della scrittrice Mery Sommerville e le altre volute da Pedro II, imperatore del Brasile, dai Lord Spencer e Lamb e dalla famiglia Tolstoi di Odessa, in un crescendo artistico eclatante e con il genuino successo della critica. In Italia sue opere sono a Napoli, Aversa, Campobasso, Bergamo e a Torino. La Gipsoteca racconta documentalmente il fecondo iter estetico di Jerace che a Catanzaro è anche presente nella Villa Comunale dove ha eretto in collaborazione (con il fratello Vincenzo) il Monumento in onore di Francesco Fiorentino e dove trovano collocazione anche cinque busti marmorei scolpiti per rendere omaggio a personaggi benemeriti della città. L'impressione che scaturisce dalla valutazione delle sue opere è soprattutto quella di una vita umana ed artistica netta e forte. Il suo esito è un modellato naturalista con venature classicheggianti. Nell'aula consiliare della Provincia è possibile ammirare un grande pannello a mosaico di Ugo Ortona suggestiva sintesi della storia della Calabria Media. Nei saloni di rappresentanza opere di Andrea Cefaly e di Lorenzo Albino.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 17:03
     
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    Museo storico Militare “Brigata Catanzaro” MUSMI

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    In molti si chiederanno cosa possa aver spinto l’amministrazione provinciale a profondere tanti sforzi per realizzare un museo storico militare. Di certo nessuna nostalgia e tantomeno un atteggiamento di indulgenza per i protagonisti dei tanti eventi bellici che hanno caratterizzato il periodo compreso tra gli ultimi due secoli. Il MUSMI, così abbiamo voluto chiamare il nostro museo, nasce dalla volontà di lasciare aperta una finestra sul passato. Sugli eventi lontani e romantici dell’epoca napoleonica e risorgimentale, e su quelli più recenti e terribili delle due guerre mondiali. Una visita al museo è così l’occasione per rivivere, attraverso immagini cimeli, armi e divise, centocinquant’anni di storia. Affascinanti le corazze, ricchi i cimieri e rilucenti le sciabole del periodo napoleonico. Ancora intrise di eroismo e ideali le divise del Risorgimento. Forse per via del periodo più recente, un sentimento di tenerezza e commozione ci pervade invece vedendo le giacche consunte, le armi obsolete, l’equipaggiamento che oggi ci appare quasi primitivo, di soldati e ufficiali della prima e seconda guerra mondiale. Dunque un’esposizione di grande interesse per studiosi e appassionati di storia e un’importante occasione didattica per i nostri giovani all’interno di uno scenario di grande suggestione, il Parco della Biodiversità Mediterranea, un’area verde divenuta in meno di tre anni il simbolo della città e della sua voglia di cambiare. Una vegetazione rigogliosa che si estende per oltre 60 ettari, fa da cornice alle tante attività dedicate allo svago e a proposte culturali di grande respiro. Un bel teatro all’aperto, una preziosa collezione di scultura contemporanea di qualità internazionale e, appunto, il nuovo museo storico provinciale, accrescono e completano un parco che merita di essere annoverato tra i più belli di tutto il paese.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 17:04
     
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    Museo degli Strumenti e della Musica Popolare Calabrese

    item2r

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    La più grande collezione di strumenti tradizionali, tutti funzionanti, nelle loro varietà dal Pollino all'Aspromonte. Oltre 60 pezzi disposti in un percorso espositivo che è anche un viaggio all'interno della musica popolare calabrese, della sua straordinaria ricchezza di stili, di feste, di suonatori. Con un ricco corredo iconografico e scientifico, e con personale qualificato per visite guidate, percorsi didattici, dimostrazioni.



    Edited by Simona s - 15/8/2013, 17:05
     
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    Museo Tolone Azzariti

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    Si tratta di una collezione privata di oggetti di epoca pre-ellenica (dall'VIII secolo a. C. a ritroso), iniziata nel 1972 da Tolone Azzariti. La raccolta comprende otto epigrafi su tavola delle dimensioni di 25-30 x 80 cm di probabile lingua italiota, sculture, sessanta armi in pietra del periodo litico, frammenti di ossidiana e resti di ominidi, oltre a cinque urne cinerarie di pietra e di creta, più una di rilevante importanza perchè risulta essere l'unica rivestita di piombo.



    Edited by Simona s - 15/8/2013, 17:06
     
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    Museo Parrocchiale "Mons. Francesco Maiolo"

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    montauro

    Il museo sito nei locali della PARROCCHIA S.GIOVANNI BATTISTA (Piazza Malta), occupa cinque vani che si susseguono secondo un unico itinerario. I primi due vani ospitano strumenti di lavoro della realta' contadina ed artigiana, oltre ad oggettistica di uso domestico del secolo scorso. Gli altri tre vani sono dedicati all'esposizione di paramenti, suppellettili ed arredamenti di arte sacra, alcuni risalenti al 1700 ed al 1800, di particolare valore artistico. I materiali provengono da ritrovamenti nei locali ecclesiastici e da donazioni della cittadinanza. Di particolare rilevanza una statua della MADONNA ADDOLORATA, risalente al 1700; un VESTITO NOBILIARE MULIEBRE del sec. XIX, con ricami dorati in oro; una raccolta di antiche IMMAGINETTE SACRE; SUPPELLETTILI sacre in argento ed ottone; un frontale in pezzo unico di marmo del TABERNACOLO con intarsi in pietra vere di Gimigliano, risalente al 1700; un'ACQUASANTIERA con base in pietra verde di Gimigliano, risalente al 1700; la c.d. PIETRA SACRA, che veniva posta al centro della mensa dell'altare e contenente le reliquie dei santi martiri; COSTUMI TRADIZIONALI GIZZEROTI nelle tre versioni di signorina, sposata e vedova; una MACINA in pietra di uso domestico; un MATTONE di creta e paglia; COPERTE di ginestra; OGGETTI in pietra calcarea. Il museo documenta l'ambiente e la cultura del passato, quando la giornata era segnata dai tempi e dai ritmi scanditi dalla chiesa del paese, in una dimensione che faceva della vita di ognuno una vera e propria simbiosi tra quotidianita' e fede. I locali sono attigui alla Chiesa di S. Giovanni Battista - protettore di Gizzeria - costruita probabilmente nel 1500 e rifatta, dopo il terremoto del 1638. Sull'altare centrale figuralo stemma dei Cavalieri di Malta. La Chiesa ospita 2 affreschi del Grillo, raffiguranti la Salome', la nascita e la decollazione di Giovanni Battista; un quadro mal dipinto attribuibile al Maratta raffigurante la decollazione del Battista; ed una statua di San Giovanni Battista del 1700. Nelle vicinanze, di fronte piazza dei Martiri, sorge la chiesa della SS. Annunziata, di epoca settecentesca, restaurata negli anni '80. Da vedere una SCULTURA LIGNEA probabilmente del 1700, raffigurante l'Annunciazione. In via Albania si stagliano i ruderi del Monastero di S. Maria delle Grazie. La costruzione visibile e' da far risalire al 1500.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 17:07
     
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    Museo del Borgo Amato

    download5d

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    Il museo, nato per iniziativa del maestro Francesco Scerbo, collezionista ed amante delle cose antiche, è in prevalenza costituito da attrezzi tipici di tradizione locale.



    Edited by Simona s - 15/8/2013, 17:10
     
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    Museo dell'Arte della Seta

    nJCY1

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    Tra il XIV e il XVII secolo Catanzaro divenne famosa per la lavorazione della seta.All'interno della Scuola media 'G. Mazzini' è stato allestito un piccolo museo - visitabile a richiesta - che documenta l'attività tessile, attraverso l'esposizione di telai, pettini, aspi, spolinatrici pannelli descrittivi delle varie fasi di lavorazione della seta e di una macchina bucatrice capace di riprodurre sul cartone i disegni che poi venivano trasferiti sul damasco. Il Museo conserva anche lettere commerciali e documenti, che testimoniano la vivace attività economica della città.



    Edited by Simona s - 15/8/2013, 17:11
     
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