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Grotte di Santo Stefano in Aspromonte

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    Tutte le grotte di Santo Stefano in Aspromonte



    La Grotta – Cupola di San Silvestro

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    - Fonte - Fonte -

    Procedendo per un lungo e spettacolare percorso nella valle del Passo delle Due Fiumare (Mitta e Chialica) si giunge alla Grotta di San Silvestro, avvolta in una fitta vegetazione. Siamo tra Santo Stefano e Gambarie, nel cuore dell'Aspromonte più puro ed incontaminato. Si tratta di una cavità che nel XII secolo circa fu riadattata ad abside dai monaci basiliani che popolarono le selve del massiccio. Secondo la leggenda la grotta ospitò anche Papa Silvestro, eremita in Aspromonte prima di essere richiamato a Roma dall'imperatore Costantino che, attratto dalla fama di santità di cui godeva il pontefice, volle consultarlo per poter guarire dalla lebbra.

    Storia

    Silvestro fu Papa tra il 314 e il 335 d.C. Silvestro, oggi Santo, era un eremita che viveva in Aspromonte, in un locale molto sperduto all’interno di una Valle Aspromontana con vicino un grosso fiume naviabile. Si narra che Silvestro vescovo di Roma (314-335 d.C.) ,per fuggire le persecuzioni dei cristiani ordinate dall’imperatore Costantino ( 306-337 d.C.) si sia rifugiato in una grotta negli anfratti dell’ Aspromonte e probabilmente nelle vicinanze della confluenza di due fiumare. L’imperatore Costantino fu però colpito dalla lebbra ed i medici più preparati dell’impero non riuscirono a curarlo per ben 12 anni, quando, per tre notti consecutivamente, fece sempre lo stesso sogno: due persone interamente vestite di bianco gli dicevano che l’avrebbe potuto guarire soltanto l’acqua di Papa Silvestro. Allora Costantino mandò un generale a trovare Silvestro,e quando il generale arrivò in Aspromonte e trovò Silvestro, quest’ultimo pensò di esser stato scoperto e che sarebbe stato ucciso, allora chiese al generale di poter celebrare l’ultima messa. Prima, però, andarono in un campo lì vicino a seminare le rape. Tornati nella Grotta di Silvestro, durante la messa, nel momento dell’elevazione, la croce di ferro che era dietro l’altare, si è sospesa nel vuoto e s’è illuminata, emanando luce. Il generale rimase colpito da questo particolare e rimase ancor più colpito quando, dopo la celebrazione eucaristica, Silvestro gli disse di andare a raccogliere le carote (come potevano mai esser cresciute in così poco tempo?) eppure c’erano le carote, e questo passa alla storia come “il miracolo delle rape”. A quel punto i due si incamminarono verso Roma, e Silvestro portò con sé la croce di ferro, che poi arrivato in una località di campagna nel cuore dell’Aspromonte, sotterrò nel terreno. In quel luogo giurò che se non sarebbe stato ucciso, avrebbe fondato un santuario proprio lì, ritrovando la croce di ferro. Arrivato a Roma, rimase sorpreso dal racconto di Costantino e gli disse che le due figure vestite di bianco erano gli angeli Pietro e Paolo, e parlando dell’acqua si Silvestro si riferivano all’acqua battesimale: allora Costantino si battezzò, si convertì al cristianesimo e guarì dalla lebbra. A quel punto donò a Silvestro Roma, donò al Papa il potere di Roma ed in quel momento nacque il potere temporale della Chiesa, e lui andò in oriente, a Bisanzio, spostando lì la sede dell’Impero. Intanto un toro dell’Aspromonte con le sue corna trovò la croce di ferro di Silvestro, ed i contadini del luogo fondarono lì il santuario di Polsi, che in greco significa “elevazione della croce”, ed i tori nella zona divennero sacri, per questo si parla di “mucche sacre”. Solo successivamente, per altre vicissitudini, a Polsi fu venerata la Madonna della Montagna, ma la Croce di Ferro è ancora lì attualmente a Polsi, visitabile da tutti.

    Edited by Allodola_Diaz - 19/10/2014, 09:20
     
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