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Ronchi dei Legionari

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    Ronchi dei Legionari

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    - Info -

    Ronchi dei Legionari è un comune italiano di 12.147 abitanti della provincia di Gorizia in Friuli-Venezia Giulia.Nel territorio comunale si trova l'aeroporto del Friuli-Venezia Giulia.

    Geografia fisica

    La città è uno dei comuni collocati nella zona dialettale della Bisiacaria, ed è situata fra il Carso e l'Adriatico, a breve distanza dalla città di Monfalcone, con la quale forma un'unica agglomerazione urbana, pur mantenendo la sua autonomia sotto tutti i profili.
    Rappresentato nelle carte IGM al 25.000: 40A-III-NO / 40A-IV-SO

    Clima

    Il clima della città è di tipo subcontinentale, con inverni freddi, ma non rigidi (temperatura media di gennaio, 3,5 °C) ed estati non eccessivamente calde, temperate dalla vicinanza del mare (23,5 °C circa di media nel mese di luglio). La temperatura media annua è di poco inferiore ai 14 °C. Nel territorio comunale è ubicata la stazione meteorologica di Ronchi dei Legionari, ufficialmente riconosciuta dell'organizzazione meteorologica mondiale.

    Storia

    Le origini del nome sono documentate fin dal 1229 nella forma Ronches (pl. friulano di Ronco, terreno coltivato). Fino al 1925 si chiamava Ronchi di Monfalcone. Deve il suo nome attuale ai legionari di Gabriele d'Annunzio, che proprio da qui partirono, il 12 settembre 1919 (marcia di Ronchi), dando il via all'impresa di Fiume.

    Origini

    Sede di un insediamento già in epoca pre-romana, come attesta la necropoli scoperta accanto all’aeroporto, il suo territorio fu colonizzato dai Romani che qui si stabilirono verso il II secolo a.C. La sua importanza come crocevia, vi transitava la via Gemina, e come luogo strategico per la difesa dell'entroterra aquileiese, è confermata dai numerosi reperti archeologici ritrovati. La città è citata per la prima volta nella donazione del 967 d.C. dell'imperatore Ottone I a favore del Patriarca di Aquileia, sotto la cui giurisdizione rimarrà fino al 1420. Per la sua collocazione è esposta, nel corso dei secoli, alle devastanti incursioni delle popolazioni dell'est, ungari nel X secolo e turchi nel XV secolo. Passata tra i domini della Serenissima, tra i secoli XVI e XVII la città è duramente provata dalle contese fra la Repubblica di Venezia e gli Asburgo: la Guerra Gradiscana, cominciata nel 1615 in terra "bisiaca", comporta l'incendio devastante di Selz e Ronchi.

    Nell'impero austro-ungarico

    Dopo una breve parentesi francese (1797), a seguito del trattato di Campoformio Ronchi entrò a far parte dell'impero austriaco. Dal 1805 (pace di Presburgo) il territorio venne aggregato al Regno d'Italia napoleonico fino al 1807. Dal 1809 al 1813 fece parte delle Province Illiriche istituite da Napoleone Bonaparte a seguito della pace di Vienna, per tornare all'Austria alla caduta dell'imperatore francese. Nel 1850 Ronchi divenne comune autonomo assorbendo i nuclei abitati di Vermegliano, Selz e Soleschiano con decreto imperiale. A Ronchi fu arrestato il 16 settembre 1882 Guglielmo Oberdan.
    Il 7 agosto del 1912 il Comune venne elevato al rango di "borgata" con decreto di Francesco Giuseppe.
    Nel maggio del 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Impero austro-ungarico e gran parte della popolazione di Ronchi e del Carso monfalconese (zone situate sulla linea del fronte e nelle immediate vicinanze) fu evacuata e trasferita nel campo profughi di Wagna in Stiria. I ronchesi poterono rientrare un po' alla volta nelle loro case solo dopo la disfatta di Caporetto nell'autunno del 1917.

    Nel Regno d'Italia

    In seguito alla vittoria italiana nella prima guerra mondiale e al successivo trattato di Rapallo, Ronchi entrò a far parte del Regno d'Italia con il nome di Ronchi di Monfalcone. Il comune face parte della provincia di Trieste dal 1923 al 1947. Nella notte fra l'11 e il 12 settembre 1919 da Ronchi partirono i legionari guidati da Gabriele D'Annunzio per l'impresa fiumana: da questo evento derivò l'attuale nome della località.
    Durante il ventennio fascista Ronchi e in generale il Monfalconese, area di forte insediamento operaio, costituirono importanti nuclei di resistenza politica clandestina al fascismo. In queste zone la resistenza armata si sviluppò già a partire dal 1942, come supporto alle unità partigiane slovene formatesi in seguito all'invasione italiana della Jugoslavia dell'aprile del 1941. La popolazione di Ronchi partecipò massicciamente alla Resistenza: dei 175 ronchesi caduti nel corso della seconda guerra mondiale, 147 erano partigiani. Dal 10 settembre 1943 alla liberazione Ronchi fece parte del Litorale adriatico, ma già l'8 settembre, all'avvicinarsi delle truppe tedesche, molti operai dei cantieri monfalconesi, ancora in tuta da lavoro ma armati, iniziarono a confluire a Cave di Selz, una frazione di Ronchi, per organizzare la difesa del territorio dall'invasione tedesca. I convenuti decisero di passare all'azione costituendosi in una brigata partigiana che battezzarono Brigata Proletaria. Ad essi si unirono anche alcuni ufficiali e soldati dell'ormai dissolto Regio Esercito italiano. Da Selz i partigiani raggiunsero Gorizia, dove si scontrarono coi tedeschi nella prima importante battaglia combattuta dalla resistenza italiana in Italia settentrionale. Il 16 settembre 1943, il Fronte di Liberazione del Popolo Sloveno (Osvobodilna Fronta) proclamò l'annessione del Litorale alla Slovenia: all'interno di questo territorio era compresa anche Ronchi dei Legionari, che quindi secondo gli sloveni da quel giorno entrava a far parte della Repubblica Slovena all'interno della nuova Jugoslavia socialista di Tito. L'annessione venne sancita anche dall'Consiglio antifascista di liberazione popolare della Jugoslavia (AVNOJ) il 30 novembre 1943, nel corso della sua seconda riunione plenaria tenutasi a Jajce dal 21 al 29 novembre 1943.

    Dal dopoguerra a oggi

    Il 1º maggio 1945 le truppe neozelandesi entrarono a Ronchi dove si incontrarono coi partigiani Jugoslavi del IX Korpus. Il 12 giugno, in seguito agli accordi tra Tito e Alexander, Ronchi passò sotto l'aministrazione alleata.
    Fra il 9 marzo e il 5 aprile del 1946 una commissione interalleata - insediatasi a Trieste il giorno 7 - visitò la Venezia Giulia per stabilire quale dovesse essere la futura appartenenza statuale delle città e delle provincie contese tra Italia e Jugoslavia: anche Ronchi dei Legionari faceva parte del territorio reclamato dagli jugoslavi. La visita della commissione fu accolta nella regione da manifestazioni a sostegno dell'italianità a cui si contrapposero manifestazioni a favore della Jugoslavia, con violenti scontri tra le due parti. Il 22 marzo un imponente corteo filoitaliano di oltre 20.000 persone si snodò lungo le vie di Pola, con alla testa i partigiani italiani della città e un cospicuo numero di bandiere rosse: la manifestazione venne bollata come «fascista» dal quotidiano polesano filojugoslavo in lingua italiana «Il nostro giornale». A Gorizia il 26 e 27 marzo a circa 20.000 filoitaliani si contrapposero alcune migliaia di filojugoslavi, per lo più provenienti dai sobborghi. Negli stessi giorni, oltre centocinquantamila triestini scesero in piazza per manifestare a favore dell'Italia: ci furono scontri con i manifestanti filojugoslavi - in parte operai dei cantieri di Monfalcone - che causarono diversi feriti. A stento la polizia alleata riuscì a frenare i disordini con delle cariche di cavalleria e l'uso di idranti, operando decine di arresti.
    Nel settembre 1947, con il trattato di Parigi e la definizione del confine italo-jugoslavo, gran parte del territorio della provincia di Gorizia passò alla Jugoslavia, mentre Ronchi, che fino al 1947 faceva parte della provincia di Trieste, restò in Italia e fu inserita nella provincia di Gorizia.
    Ronchi dei Legionari fu una delle località interessate dal cosiddetto esodo dei cantierini monfalconesi. Circa 2.500 operai dei cantieri fra il 1946 e il 1948 scelsero di trasferirsi in Jugoslavia con l'obiettivo di contribuire all'edificazione di una società socialista. La gran parte di essi fuggirà dal paese a seguito della rottura fra Tito e Stalin, che porterà i cantierini a parteggiare in assoluta prevalenza per il secondo e - di conseguenza - a subire la persecuzione del regime jugoslavo.


    Turismo

    È molto frequenta per lavoro, grazie alle sue attività produttive e in particolare agli insediamenti industriali, che consentono un notevole assorbimento di manodopera. I rapporti col resto della regione e soprattutto con il circondario, cui la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto, sono piuttosto rilevanti e si intensificano per via della presenza dell’aeroporto internazionale.

    Eventi
    • Ogni anno verso fine maggio si tiene la Sagra del Gal nel rione di Selz.
    • Durante il mese di agosto la Pro Loco organizza il tradizionale Agosto Ronchese.
    • Durante l'estate si svolgono gli "Incontri d'estate in biblioteca" presso la biblioteca comunale "Sandro Pertini".
    • Ad ottobre va in scena la manifestazione "100%­Ronchi" curata da Ronchi Live.
    • Da ottobre a dicembre la biblioteca comunale propone all'auditorium "Incontri da ascoltare e da sfogliare"
    • A dicembre si sviluppa la manifestazione "Ronchi Natale".
    • Il rione di Vermegliano celebra il 26 dicembre il proprio patrono Santo Stefano con varie manifestazioni, tra le quali, a mezzogiorno, la tradizionale "cantada" e l'apertura di simpatici chioschi in case e cortili di privati residenti.
    • Tradizionale, il giorno precedente all'Epifania, l'accensione dei fuochi epifanici, detti seime.

    Persone legate a Ronchi dei Legionari
    • Leonardo Brumati, sacerdote e naturalista
    • Gabriele D'Annunzio, scrittore
    • Silvio Domini, poeta e storico
    • Fratelli Fontanot, partigiani nella Seconda guerra mondiale
    • Rodolfo Kubik, musicista
     
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