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Ovaro

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    Ovaro

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    - Info -

    Ovaro è un comune italiano di 2.063 abitanti della provincia di Udine in Friuli-Venezia Giulia, fa parte del club dei borghi autentici d'Italia.

    Geografia fisica

    Il paese è posto a 525 m s.l.m. (casa comunale) in Val Degano (detta anche "Canale di Gorto") di cui è il centro principale, nella regione alpina della Carnia. Sorge in una soleggiata conca fra i gruppi montuosi del Col Gentile (2.076 m) a ovest e dell'Arvenis (1.968 m) a est, mentre lontano a nord domina la valle il monte Volaia (2.55a m). Il comune si estende per 57,88 km² e la sua altitudine varia dai 456 m del punto più basso ai 1.450 del punto più alto; l'escursione altimetrica è quindi di 996 m.

    Storia

    Antichità

    Rinvenimenti sporadici rivelano una presenza umana in epoca preistorica ed è stata rinvenuta (frazione di Agrons) un’iscrizione in caratteri nord etruschi risalente al VI-V secolo a.C. A popolazioni celtiche sembrano risalire numerosi macrotoponimi della zona di Ovaro, tra cui il nome della vallata, Guart (it. Gorto), che indicherebbe un luogo chiuso o protetto. Quando i Romani sconfissero i Galli Carni che abitavano la zona, il territorio di Ovaro, come tutta la Carnia, entrò a far parte dei domini romani. In età tardo-antica il popolamento della zona si rivela molto fitto, probabilmente anche a causa di una migrazione delle popolazioni celtiche romanizzate della pianura friulana e del Norico che, come attestato da fonti storiche , abbandonarono le proprie terre alla ricerca di zone più sicure.
    A tale periodo sono ascrivibili sia numerose piccole necropoli della zona, sia il complesso liturgico paleocristiano di San Martino: recenti scavi archeologici nei pressi della chiesetta medioevale di San Martino hanno messo in luce l’esistenza di un edificio extraurbano a pianta basilicale di grandi dimensioni (400 m2 circa) del IV secolo d.C. e di un battistero ottagonale antistante la basilica. Il complesso presenta le caratteristiche dell’architettura sacra aquileiese-alpina (vasca battesimale esagonale, banco presbiterale, martyrion, triplice abside). Il complesso liturgico venne distrutto e abbandonato nel corso dell'alto medioevo e la sede della pieve sarebbe quindi stata trasferita sul più sicuro colle in prossimità della frazione di Agrons.

    Medioevo

    La zona di Ovaro seguì le vicende storiche del resto del Friuli, caratterizzate dalla presenza prima dei Longobardi e quindi dei Franchi. Dopo l’anno 1000 Ovaro si trovava sotto il dominio temporale e spirituale del Patriarcato di Aquileia, feudatario del Sacro Romano Impero. Sotto i patriarchi di Aquileia si andò affermando la famiglia dei de Luincis, furono "gesmani”, ovvero feudatari ministeriali, della chiesa di Aquileia. Noto in particolare è Ermanno da Luincis, giustiziato nel 1351 in quanto implicato nell’assassinio del patriarca Bertrando di San Genesio. A seguito della repressione della fronda nobiliare che aveva portato all’uccisione di Bertrando, le truppe patriarcali distrussero probabilmente anche i castelli di Luincis ed Agrons. Situazione sociale ed economica ed organizzazione religiosa in epoca medioevale
    Il tessuto sociale di epoca medioevale sembra tuttavia essere stato costituito da uomini liberi, che si dedicavano all’agricoltura ed all’artigianato. Le terre erano principalmente di proprietà dei comuni rustici, o in mano a piccoli proprietari o enti ecclesiastici locali. L'organizzazione del culto ruotava attorno alla pieve di Gorto, il cui territorio comprendeva il bacino del torrente Degano e dei suoi affluenti. Titolare della Pieve era l’abate di Moggio, che delegava la cura d’anime a tre sacerdoti (uno dei quali officiava nella pieve, l’altro in San Vigilio di Ovaro ed il terzo in San Giorgio di Comegliàns). Nel corso del tardo medioevo dalla pieve si andarono staccando varie parrocchie, a partire da quelle geograficamente più lontane.

    Età moderna

    Nel 1420 insieme al resto del Friuli, Ovaro passò alla Repubblica di Venezia, che mantenne inalterato lo statuto di autonomia di cui godeva la Carnia in epoca patriarcale. Come il resto della Carnia, infatti, la zona di Ovaro venne coinvolta solo marginalmente nelle vicende della Repubblica di Venezia. L'evento più rilevante dei secoli in questione fu il terremoto che colpì la zona di Ovaro il 28 luglio del 1700. A seguito del sisma, si rese necessaria un’opera di ricostruzione, in particolare quella della pieve di Gorto.

    Sviluppo economico e sociale e organizzazione amministrativa e religiosa in età moderna

    Le famiglie della zona andarono affiancando all’attività agricola attività di tipo artigianale e commerciale (commercio ambulante, soprattutto di spezie e mercerie, tessitura), dando luogo a flussi migratori stagionali, i commercianti (cramârs) verso le terre dell’Impero, i tessitori verso l’Istria interna. Le rimesse economiche di tali categorie, assieme al periodo di relativa tranquillità politica garantito dalla Repubblica di Venezia, consentirono un periodo di relativa prosperità economica per la zona di Ovaro, come del resto per la Carnia intera.

    Età contemporanea

    Ovaro fece parte della Repubblica di Venezia fino al 1797, quando passò all'impero asburgico insieme al resto del Veneto e del Friuli, come sancito dal trattato di Campoformio. In seguito alla terza guerra di indipendenza nel 1866 entrò a far parte del regno d'Italia. Durante la prima guerra mondiale furono ben 97 le donne ovaresi impegnate come portatrici carniche, che compiendo immani fatiche rifornivano di viveri e munizioni i soldati italiani sul vicino fronte Nel 1917, dopo la disfatta di Caporetto, fu per un periodo nuovamente occupato dalla truppe austro-ungariche. Nell’ambito della guerra di resistenza nel 1944 fu sede delle truppe cosacche, alleati dei nazifascisti. fino al maggio del 1945. Il 2 maggio le truppe cosacche in ritirata, essendo state attaccate dai partigiani, uccisero per rappresaglia 22 civili tra cui il parroco di Ovaro, don Pietro Cortiula. Dal punto di vista amministrativo i piccoli comuni preesistenti vennero progressivamente accorpati prima nei due comuni di Ovaro (riva sinistra del Degano) e di Mione (riva destra del Degano), successivamente riuniti in uno solo). Il progressivo aumento demografico era stato accompagnato da una crescente pressione sociale in direzione della privatizzazione delle terre comuni, oggi quasi del tutto scomparse. L'antico regime sopravvive nelle frazioni di Ovasta e Liariis (dove sussistono del “beni frazionali”) e ad Agrons, dove i discendenti delle antiche famiglie del paese sono comproprietari privati di alcuni boschi. Da un'economia mista di tipo agricolo-commerciale o agricolo-artigianale, si passò nel corso del XIX secolo ad un'economia mista agricolo-operaia, sempre caratterizzata dall'emigrazione stagionale, in particolar modo verso l'Europa centrale, dove gli ovaresi si dedicavano soprattutto all'edilizia. Nel corso del XX secolo si registrò anche un'emigrazione permanente diretta in America, Svizzera, Francia, Belgio, Un parziale freno al fenomeno si ebbe in occasione dell'apertura della cartiera ad Ovaro e della miniera di carbone. La chiusura della miniera di carbone, nell'immediato secondo dopoguerra, rappresentò un momento di crisi evidente dell'economia locale. In ogni caso l'emigrazione andò rallentando negli anni sessanta, tanto che negli anni settanta si poteva dire esaurita. L'organizzazione religiosa venne rivoluzionata in seguito alle riforme del periodo napoleonico: le confraternite locali scomparvero o videro grandemente ridotto il loro ruolo economico. Fu abolito il giuspatronato popolare per l'elezione dei sacerdoti e il territorio si divise nelle parrocchie della pieve di Gorto, di Ovaro, Muina, Mione, Liariis e Ovasta.

    Monumenti e luoghi d'interesse

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    Chiesa della Santissima Trinità

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    Pieve di Santa Maria di Gorto
    • La Pieve di Gorto, situata su un poggio a nord della frazione di Agrons, citata per la prima volta nel 1119, ma erede di un complesso del IV secolo. L'aspetto odierno della Pieve, dopo vari terremoti e incendi, è settecentesco.
    • Palazzo Micoli Toscano, nella frazione di Mione, realizzato dall'architetto pordenonese Giovanni Battista Bassi nel 1836 per conto della famiglia Micoli-Toscano; è oggi noto come La casa delle cento finestre e gode di una splendida posizione panoramica sulla sottostante vallata. È riconoscibile fin da lontano per la sua forma cubica, il suo tetto verde e le sue, appunto, cento finestre.
    • Casa De Corte, ad Ovasta, tipico esempio di architettura carnica risalente al XVII secolo.
    • Molino, in località Baûs, tra Ovaro e Comeglians. Si tratta di un vecchio mulino ancora in funzione. Vi si può assistere alla macina del granoturco.
    • Miniera di Cludinico, nella frazione di Cludinico, grazie a visite guidate si può riscoprire l'ex-miniera di carbone situata sotto Cludinico.

    Itinerari
    Itinerario dettagliato delle ascensioni con partenza dal comune di Ovaro:
    • Al monte Avedrugno m 1.533, ore 4. Da Mione, si scende ad attraversare il torrente Miozza, quindi si risale (ore 2.30) agli Stàvoli Laudi m 940, da dove per prati e boschi, verso Sud Ovest, si raggiunge la cima.
    • Al monte Zoncolan m 1.740, ore 4. Dalla casera Pozôf, per il crinale erboso, si sale verso Est; dalla cima, dove si trova la stazione superiore della funivia che sale da Ravascletto, si gode un panorama sulle valli del Degano, Pesarina e sull'alta valle del Bût.
    • Al monte Tamai m 1.970, ore 4.30. Si sale a Lenzone, quindi per carreggiabile (ore 3) alla Malga Arvenùtis m 1.515. Dopo circa 6 km, in località Forchianon, si trovano delle sorgenti di acqua oligominerale. Tenendosi alti si giunge (ore 4) alla forcella m 1.840 tra il monte Arvenis a Sud e il monte Tamai a Nord, che si raggiunge a sinistra per pascoli.
    • Al monte Arvènis m 1.968, ore 4.30. Dopo la Malga Arvenùtis, prendere la mulattiera a destra che sale alla Malga di Clàupa m 1.646, poi per un costone alla vetta. Si può raggiungere in breve la forcella m 1.840 che divide l'Arvènis dal Tamai.

    Architettura tipica

    La casa tipica di Ovaro, ma del Canale di Gorto in generale, è una costruzione rettangolare, in muratura, senza sovrastrutture in legno, a due o tre piani, con scala interna preferibilmente in legno. La particolarità delle abitazioni gortane sta però nel tetto: si tratta di tetti a due spioventi molto inclinati (per far scivolare la neve che d'inverno cade copiosa), coperti a scandole a lisca di pesce che possono essere rosse o più raramente verdi. A volte nei lati più corti della casa si trovano altri due spioventi più piccoli mozzi.
    Tra le famiglie ovaresi che si distinsero in epoca moderna, si possono portare come esempio i De Corte di Ovasta (che erano specializzati nel commercio nelle terre interne dell’Impero, in particolare ad Edemburgo) ed i Rovis di Agrons (che avevano raggiunto un notevole benessere grazie all’attività artigianale sviluppata a Gimino, nell’Istria imperiale). Accanto a queste si possono ricordare anche gli Spinotti di Muina, i Crosilla-Micoli di Mione e i Lupieri di Luint. L'importanza assunta dalle attività commerciali ed artigianali si accompagnava ad un crescente ricorso ai prestiti, erogati da singoli privati oppure dalle confraternite locali. Per aggirare il divieto di usura imposto dalla chiesa cattolica, i prestiti venivano dissimulati mediante l’artificio giuridico del contratto di livello, che presupponeva una sorta di ipoteca su un bene mobile. Di conseguenza aumentò l’importanza della proprietà fondiaria e, di conseguenza, il prezzo delle terre, che restò in Carnia più elevato rispetto alla ben più fertile pianura friulana. Le terre di proprietà collettiva dei comuni erano soprattutto i boschi, i pascoli ed i prati, situati nella zona più lontana dai centri abitati ("pertinenze"), mentre quelle nella zona più vicina ai centri abitati (tavella) erano, invece, di proprietà dei privati. Sconosciuto era, nella zona di Ovaro, il latifondo (con la parziale eccezione della famiglia Spinotti di Muina che aveva cercato di ampliare le sue proprietà). Il comune era, all’epoca, proprietario delle terre comuni dei villaggi e disponeva anche di poteri in materia di opere pubbliche (era responsabile del mantenimento della viabilità, cui si provvedeva mediante corvée). In generale ad ogni villaggio corrispondeva un comune. Nella zona di Ovaro i comuni erano tredici, corrispondenti alle attuali frazioni di Muina, Agrons e Cella, Mione, Luint, Luincis, Ovasta, Entrampo, Clavais, Liariis, Lenzone, Chialina, Ovaro, Cludinico. Il comune era retto dalla "vicìnia", l'assembrlea dei rappresentanti delle famiglie, a cui prendevano parte in teoria i capofamiglia: in realtà la prolungata assenza degli uomini, che migravano stagionalmente per dedicarsi alle attività commerciali o artigianali, faceva sì che il ruolo fosse svolto spesso dalle donne. La vicìnia prendeva tutte le decisioni di competenza del comune ed eleggeva i membri della "banca", il governo locale, costituito da un "merìga", o sindaco, affiancato da due "giurati", che aveva compiti esecutivi e di rappresentanza del comune verso l'esterno.

    Tradizioni e folclore
    In diverse frazioni di Ovaro si celebra il trai das cidulas: un rito che coniste nel lancio di rotelle di legno infuocate da parte dei giovani del paese. Il lancio avviene normalmente da un'altura vicina al centro abitato. Al lancio delle cidulas si accompagna la declamazione di una raganiza (frase ritmata) dedicata a ogni ragazzo celibe e ad ogni ragazza nubile del paese. La data di tale rito varia da frazione a frazione. A Muina si celebra la vigilia dell'epifania, ad Agrons la vigilia di Santa Fosca (13 febbraio), a Cella la vigilia di San Sebastiano, a Mione la vigilia di Sant'Antonio (17 gennaio), a Luincis l'ultimo giorno dell'anno e a Ovaro il 31 di gennaio. Un'altra tradizione popolare è la questua dei bambini (in friulano lâ a sops), che si effettua il 31 dicembre. Il 6 gennaio in alcune frazioni (come Ovasta), vi è la questua dei tre Re.
    Il comune vanta la presenza di ben tre gruppi corali e un gruppo bandistico, il coro “Chei di Guart”, il coro “Rosas di Mont”, il coro alpino “monte Arvenis” e il “Corpo bandistico Val di Gorto”.
     
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