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Strongoli

Provincia di Crotone

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  1. Isabel
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    Strongoli

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    Strongoli è un comune di 6.221 abitanti della provincia di Crotone. Fu sede vescovile fino al 1818.

    Geografia

    - Fonte -

    Strongoli, anticamente Petelia, è un centro del Crotonese che sorge su di un colle a pochi chilometri dal Mar Ionio a 355 m s.l.m., lungo la cui costa si sviluppa la Marina per circa sette chilometri, motivo di richiamo per i tanti turisti che giungono da ogni parte del mondo soprattutto nel periodo estivo. Verso sud il Neto separa il suo territorio da quello di Crotone: la foce di questo fiume è stata dichiarata Parco Regionale come oasi di protezione di fauna e selvaggina, essendo importante scalo per la specie migratoria. Il paese abbraccia una superficie di 84,5 Kmq, mentre il numero attuale dei suoi abitanti è 6.340. Il suo territorio, che confina con i comuni di Crotone, Rocca di Neto, Casabona, S. Nicola dell’Alto e Melissa, è abbastanza fertile e produttivo: l’agricoltura, infatti, costituisce la base della sua economia. Tra le colture primeggiano quelle mediterranee dei cereali, della vite e dell’ulivo. Sia il centro abitato sia la campagna sono ricchi di resti archeologici che ci documentano pienamente il contatto con la Grecità prima e con la Romanità dopo.

    Storia

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    - Fonte -

    La tradizione letteraria mitologica vuole Filottete ecista di Petelia. Egli era “famoso arciere tessalo, figlio di Peante e di Demonassa e compagno di Eracle. Avendo mancato al giuramento fatto all’eroe di non rivelare il luogo dove avrebbe deposto il corpo di lui e le famose frecce avvelenate col sangue dell’Idra di Lerna, fu ferito ad un piede da una di queste frecce, e, dolorante per l’inguaribile piaga, fu abbandonato nell’isola di Lemno dai Greci che andavano a Troia. Nel decimo anno dell’assedio, avendo l’oracolo predetto che Troia non sarebbe stata vinta senza le frecce di Eracle, che erano in possesso di Filottete, Ulisse e Diomede andarono a prendere costui nell’isola dove languiva, e lo condussero a Troia. Ivi Filottete fu curato da Macaone, ispirato da Apollo, e, guarito, uccise Paride, con ciò agevolando la presa della città. Reduce da Troia, fu scacciato dalla sua patria, Melibea, in seguito ad una insurrezione, e venuto in Italia, nel Bruzio, vi fondò Petelia” (Cinti 1998). L’eroe tessalo, dunque, reduce dall’impresa bellica che i Greci condussero contro i Troiani, avrebbe colonizzato il litorale ionico che si estende dal fiume Neto al promontorio di Punta Alice. Sia Licofrone di Calcide sia lo Pseudo-Aristotele ci indicano i luoghi dell’Occidente che avrebbero conosciuto il Melibeo, quali Crimisa nei pressi del fiume Esaro e Macalla situata a 120 stadi da Crotone. Ma è Strabone, geografo di età augustea, a cui si uniscono Virgilio, Silio Italico, Servio e Solino, ad attribuire la fondazione mitica di Petelia a Filottete. Se la mitologia e le fonti letterarie rimandano alla fine del II millennio a.C., l’archeologia ci consente di documentare la vita nel territorio di Petelia anche in epoca più remota. Per quanto concerne l’età preistorica, sporadici sono i documenti della cultura materiale. Nel territorio sono stati rinvenuti schegge di ossidiana ed una punta di freccia di selce attribuibili al Neolitico Medio e frammenti di ceramica d’impasto della media età del Bronzo (XVI-XIV sec. a. C.). Maggiori sono i rinvenimenti inquadrabili nell’età del Ferro (IX-VIII sec. a.C.) che ci fanno ipotizzare la presenza di comunità protourbane sul pianoro di Strongoli e sul tavolato delle Murgie. Il processo di colonizzazione storica, avviato nel Sud dell’Italia a partire dall’VIII sec. a.C. con la fondazione di Pitecusa nell’isola di Ischia (circa 770 a.C.) da parte degli Euboici, investe anche il territorio dell’attuale Calabria. E’ dall’Acaia nel Peloponneso che si dipartono i coloni che fondano lungo la costa ionica Crotone e Sibari intorno al 710 a.C., Metaponto nel 690-680 a.C. e Kaulonia nel 675-650 a.C. Il contatto con il mondo greco nel territorio di Strongoli è documentato da alcuni rinvenimenti di fattura ellenica. Infatti, dal pianoro di Murgie, presunta Macalla, provengono un aryballos corinzio sferico databile all’ultimo quarto del VII sec. a.C., che presenta sul corpo un uccello a corpo umano, ed un alabastron, anch’esso di fabbrica corinzia, databile al primo terzo del VI sec. a.C. con un grifone alato, animale fantastico tipico della ceramica greca di età orientalizzante. Durante l’età arcaica la vita a Murgie continua: a questo periodo, infatti, sono da attribuire materiali votivi che fanno ritenere il luogo sede di culti di tradizione greca. E’ da questa località che proviene il corpo di una statuetta di Nike in corsa con himation, databile all’ultimo quarto del VI sec. a.C. Dopo la distruzione di Sibari, avvenuta nel 510 a.C. ad opera di Crotone, il territorio di Strongoli è sotto l’influenza della città di Pitagora che giunge da Samo alla fine del VI sec. a.C. Per questa età si hanno solo rinvenimenti sporadici. Un tesoretto monetale, databile agli inizi del V sec. a.C. e rinventuto in località Serra Frasso, attesta i contatti con Kaulonia, Crotone, Metaponto, Taranto e Poseidonia. La dottrina del filosofo di Samo diventa nella Grecia d’Occidente un movimento di pensiero e si traduce in una esperienza politica e religiosa che ha lo scopo di trovare il cammino razionale che conduce alla salvezza mediante la purificazione spirituale. Al Pitagorismo è legata un’altra dottrina, l’Orfismo che trova molti proseliti in Magna Grecia ed anche a Petelia, ove nel 1836 in un sepolcro è stata rinvenuta una laminetta aurea con iscrizione greca, la quale era affissa con una catenella al cadavere del defunto. Questo il suo contenuto: “Sono figlio della terra e di Urano stellato, la mia stirpe è dunque celeste…ardo di sete e muoio: datemi, presto, la fredda acqua che scorre impetuosa dal lago di Mnemosine” (Maddoli 1996). La laminetta, che insieme a quelle che provengono da Thurii ed Hipponion sono convenzionalmente designate come “orfiche”, aveva la funzione di vademecum per il defunto nell’aldilà che poteva così ottenere mediante la sua condizione di mystes una situazione privilegiata di beatitudine ed evitare, dunque, i dolorosi cicli delle reincarnazioni. Nel frattempo le popolazioni italiche tendono sempre più ad espandersi a svantaggio delle colonie greche della costa: tra la metà e la fine del V sec. a.C. Capua, Cuma, Neapolis e Poseidonia in Campania sono conquistate dai Sanniti. In Calabria all’inizio del IV sec. a.C. si assiste all’avanzata dei Lucani, popolazione del ceppo sannitico, i quali eleggono Petelia loro metropoli. Successivamente con la conquista di Taranto (272 a.C.) ad opera dei Romani viene avviato il processo di romanizzazione nel Meridione ed inizia una nuova fase storica per la Calabria e, dunque, per Petelia. Per quanto concerne il III sec. a.C. lo storico Livio ricorda di questo centro nel Bruzio la fedeltà filoromana e la strenua resistenza durante il conflitto annibalico tra il 216 ed il 215 a.C. Se per l’età repubblicana (II-I sec. a.C.) scarse sono la testimonianze archeologiche, esse aumentano per l’età successiva: dal territorio di Strongoli, infatti, provengono vari documenti epigrafici della prima età imperiale. Per quanto concerne il I-II sec. d. C. nel Bruttium lo sfruttamento delle risorse del territorio si svolge grazie a piccoli gruppi insediativi, mentre la divisione in proprietà del territorio si concentra in latifondi ed in villae con a capo ciascuna il proprio dominus. Il territorio viene sfruttato nelle sue produzioni più naturali, tranne alcune culture specializzate come le viti aminee attorno a Petelia, di cui si parla nel testamento iscritto su una delle basi marmoree di Manio Megonio Leone. La tarda età imperiale vede nel territorio petelino la continuità di ville rustiche di età precedente, nuclei agricolo-residenziali che tendono a scomparire nel corso del VII sec. d. C. in seguito alle incursioni delle popolazioni barbariche.


    Petelia, l'antica Strongoli

    - Fonte -

    Petelia è una antica città del Bruzio, regione antica con cui i Romani identificavano la parte meridionale della attuale Calabria. Alcuni studiosi la identificano con l'odierna Strongoli.

    « Queste terre d'Italia e questa riva / vèr noi vòlta e vicina ai liti nostri, / è tutta da' nimici e da' malvagi / Greci abitata e cólta: e però lunge / fuggì da loro. I Locri di Narizia / qui si posaro; e qui ne' Salentini / i suoi Cretesi Idomeneo condusse; / qui Filottete il melibeo campione / la piccioletta sua Petilia eresse. »
    (Virgilio - Eneide, libro III. Traduzione di Annibal Caro)

    La storia della città

    Con la scomparsa di Macalla (non si sa per certo il motivo) i superstiti risalendo il picco del colle (ove oggi si ritiene sorga Strongoli) avrebbero trovato rifugio dopo le vicende di Annibale. Strabone (storico di Amasia vissuto al tempo di Augusto) ci informa che la città, secondo il mito fondata da Filottete, fu capitale dei Lucani e che fu fortificata per condurre gli attacchi contro Thourioi. La composizione etnica era indigena, ma documenti epigrafici del V secolo a.C. attestano che la comunità era legata a Crotone. La parte più importante della storia di Petelia è il patto di amicizia con Roma durante le lotte dei Romani contro i Cartaginesi. Quando nel 264 a.C. ebbero inizio le guerre puniche, Petelia rimase fedele a Roma. Con la sconfitta di Canne (216 a.C.) l’esercito romano venne dimezzato ed Annibale, dopo aver conquistato gran parte della penisola e dopo aver lasciato a Capua una guarnigione di 700 uomini, si dirisse alla conquista dell’Italia meridionale ed in particolare del Bruttium. Molte città si schierarono co i Cartaginesi; solo Petelia ebbe l’ardire ed il coraggio di opporsi alle truppe puniche per ben undici mesi. Quando, alla fine i cartaginesi si apprestavano ad entrare nella città, ormai ridotta allo stremo, i Petelini gridarono dall’alto delle loro mura il disprezzo all’ineluttabile disfatta col famoso grido, riportato dal poeta latino Valerio Massimo: «Itaque Hannibali non Peteliam, sed fidei Petelinae sepulcrum capere contigit» («Così ad Annibale toccò prendere non Petelia, ma il sepolcro della fedeltà petelina»). Questa grande prova valse a Petelia l’appellativo di seconda Sagunto (città della Spagna anch’essa fedele a Roma). L’autore latino Silio Italico con molta ammirazione scrive: «Fumabat versis incensa Petelia tectis, infelix fidei miseraeque secunda Sagunto» («Fumava Petelia incendiata con i tetti riversi, una seconda Sagunto infelice per la fedeltà compassionevole»). Durante gli undici mesi di assedio, una piccola delegazione di petilini si recò a alla curia romana per chiedere aiuto, ottennendo un netto rifiuto in quanto gli eserciti romani erano impegnati su altri campi di battaglia. I Romani, ben consapevoli delle difficoltà che Petelia avrebbe dovuto fronteggiare, lasciarono libertà di arrendersi alle truppe nemiche, ma Petelia a costo dell’enorme sacrificio si oppose al nemico e riuscì a frenarlo per undici mesi, al contrario città potenti come Crotone che si erano subito arrese. Dopo la distruzione Petelia venne affidata ai Bruzi. Sotto le mura della città morirà anche il console Marcello (la tomba potrebbe trovarsi nei pressi di Strongoli in località Battaglia; nel tardo 1900 vi sono trovati avanzi di un cadavere con l’elsa di una spada, un anello e due vasi crematoi). Nel frattempo le truppe romane riacquistarono le loro forze e tutte le città perdute furono riscattate ad opera di Publio Sempronio Tubitano. Ormai la guerra stava per arrivare all’epilogo ed Annibale fu richiamato in patria, ma in attesa del vento favorevole per salpare, fu assalito e molti suoi Numidi rimasero uccisi sulle spiagge di Crotone. Circa 1000 Petilini furono riportati nella loro patria dai romani. Dichiarata quindi Petelia “libera e federata” (si governava con magistrati e leggi proprie) Roma le concesse il diritto di battere moneta. Fu un grande privilegio quello di coniare monete in bronzo, con tipi e legenda greci uniformati (diritto concesso a pochi); mantenne questi privilegi fino all’89 a.C. quando in seguito alla legge Plautia-Papira cambiò condizione divenendo municipio e fu classificata nella gens Cornelia. Petelia fu la sola a sopravvivere anche alla decadenza di Crotone. Tutt’oggi il valore della gloriosa città è dimostrata dai continui ritrovamenti archeologici.

    Monetazione di Petelia


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    Monetazione di Petelia

    La monetazione di Petelia è composta interamente da coniazioni in bronzo, che furono l'espressione, a partire del III secolo a.C., dello status di autonomia che la città seppe garantirsi nei rapporti con la potenza di Roma.

    Egemonia crotoniate e Bruzia
    Nel periodo di massima fioritura della Magna Grecia, Petelia rientrava nella sfera di egemonia di Crotone. Pertanto, come tutte le altre città assoggettate al potere crotoniate, essa non godeva della potestà di battere moneta. È possibile che l'autonomia monetaria di Petelia venisse già raggiunta durante il periodo in cui la città fu assoggettata all'egemonia dei Bruzi, e che quella prerogativa gli venisse in seguito confermata in segno di riconoscenza da Roma, con la quale, a differenza dei Bruzi, gli abitanti di Petelia intrattenevano amichevoli rapporti.

    Contatti con Roma

    I primi contatti tra Petelia e Roma risalgono al 278 a.C. quale conseguenza delle Guerre pirriche che opposero Roma a Pirro. Petelia seguì il destino di Crotone: per mano del console romano Publio Valerio Levino, entrambe caddero sotto l'egemonia romana. Fu allora che Petelia, stretto un patto di amicizia con Roma, iniziò a sperimentare un periodo di autonomia. I legami si rafforzarono in occasione delle guerre puniche quando, dopo la vittoria di Annibale nella battaglia di Canne, Bruzi e Lucani cedettero i loro territori all'espansione del dominio cartaginese, mentre Petelia, rimasta isolata, si dispose a resistere all'assedio portato dai nemici di Roma. Per ben undici mesi, la città resistette strenuamente all'assedio cartaginese e questa prova di fedeltà fu poi ricompensata dopo la vittoria romana: la città fu dichiarata federata e libera e le venne garantito il diritto a battere moneta.

    Emissioni della monetazione di Petelia

    Le prime emissioni di monete di Petelia, tutte in bronzo, vengono fatte risalire a non prima della fine del IV secolo a.C. Si tratta di esemplari molto rari sui quali sono riprodotti, in maniera alquanto rozza, tipi iconografici di chiara origine greca, come l'effigie dello Zeus Keraunos nudo e appiedato, recante in mano gli attributi dello scettro e della saetta, secondo un antico tipo scultoreo bronzeo da Olimpia, un motivo affermatosi a imitazione degli oboli legati alla spedizioni pirriche. Altre monete riprendono il tipo iconografico dell'Apollo laureato con il tripode delfico o riproducono quello dell'Ares barbato, con elmo e cane in corsa, o l'Eracle barbuto con clava, ma anche le figure di Diana, Minerva, Cerere, Marte, Ercole, con legenda ΠΕΤΗΛΙΝΩΝ petelinon o, in forma abbreviata pet. L'abbondanza di questi motivi iconografici, ritrovati nel territorio di Strongoli, attesta la sopravvivenza, nei culti di Petelia, di elementi cultuali della religione greca. Attraverso il mezzo di scambio rappresentata dal tondello monetale, si può ricostruire la storia degli avvenimenti che non conosceremmo. I Petelini consideravano la loro libertà accordata dai romani come una vittoria, infatti per una città greca insediata dalle mire espansionistiche di Roma ed essere lasciati liberi come alleati, era una vittoria che meritava di essere commemorata sulle monete a costo di provocare polemiche e attaccare la suscettibilità dei discendenti di Enea. Ma non successe nulla perché capirono che avevano bisogno di un popolo come i Petelini, coraggioso da preferire la rovina che anziché cedere al nemico. Un primo patrimonio fu rinvenuto a Strongoli nel 1955, che comprendevano 3 Stateri d’argento tutti a tondello medio, uno a doppio rilievo di Caulonia, uno di Taranto e tre Poseidonia. Queste monete si trovano attualmente nel museo di Reggio Calabria.

    Altre trecento monete di bronzo vengono scoperte nel 1965 durante la costruzione di un edificio scolastico, che sono suddivise in diverse serie:
    - Esakalkoi: Testa di Apollo laureato a D. e sul R. tripode con leggenda staccata ai due lati.
    - Emioboli: Con testa barbuta elmata di Ares a D. e sul R. Nike stante con corona.
    - Piccoli bronzi: forse litre con Eracle barbuto a D. e sul R. clava.
    - Dikalkoi: Con la testa di Artemis a D. e sul R. Cane corrente.
    - Dikalkoi: Con la testa radiata di Apollo a D. e sul R. tripode stretto.

    Accanto a questo patrimonio del periodo greco sono presenti anche una serie dell’epoca Romana:
    - D/ Quadranti con testa di Zeus laureato, R/ Zeus Keraunios stante con scettro e fulmine.
    - D/ Sestanti con testa di Apollo, R/ Donna corrente con torcia.
    - D/ Once con la testa elmata e barbuta di Ares, R/ Nike stante.

    Il più interessante patrimonio fu rinvenuto durante alcuni scavi nella località Murge, trattasi di circa 800 monete di bronzo e molti reperti archeologici, dalla seconda metà del VI secolo a.C. alla metà del V secolo a.C. Di cui una statuetta marmorea di epoca ellenistica che rappresenta una donna sdraiata , acefala.

    Nel 1968 nella parte alta della città chiamata località “Vigna du Principe” fu scoperto un ulteriore patrimonio di monete della prima Repubblica Romana divisi in quattro tipi:
    - D/ Quadranti che recano la testa di Eracle con pelle di lupo, R/ Toro galoppante verso destra,sotto serpente ; “In esergo leggenda ROMA”.
    - D/ Quadranti che recano la testa simile al precedente, dietro clava, R/ Toro galoppante verso destra, sotto serpente; “In esergo leggenda ROMA”.
    - D/ Sestanti che hanno la testa di Mercurio con petaso alato, R/ Prua di nave; “In esergo leggenda ROMA”.
    - D/ Trientes che recano la testa di Athena con elmo corinzio, R/ Prua e “leggenda ROMA”.

    Nei pressi di Strongoli Scalo vennero trovati 5 stateri d’elettro Cartaginesi che hanno sul D. la testa di Tanit e sul R. il cavallo stante; 4 dramme e 6 emidramme con la stessa tipologia. La presenza di queste monete puniche a Petelia ipotizza lo scambio tra i Petelini e i Cartaginesi.

    Anfora grezza monoansata con 1474 monete di bronzo scoperta nel 1970 in una località agricola:
    - Oboli: Testa di Demetra velata e coronata di spighe, R/ Zeus Keraunios con fulmine e scettro.
    - Oboli: Simile al precedente con la testa più piccola, R/ simile al precedente.
    - Oboli: Simile al precedente con la testa più fine, R/ Zeus alla gamba sinistra flessa sul ginocchio.
    - Oboli: Simile al precedente con stile differente.
    - Oboli: Simile al precedente con stile diverso.
    - Esakalkoi: Testa laureata di Apollo con i capelli raccolti e cadenti sul collo a destra, R/ Tripode stretto.
    - Esakalkoi: Simile al precedente con stile diverso.
    - Esakalkoi: Testa laureata di Apollo con capelli raccolti alla base del collo, R/ Tripode largo.
    - Esakalkoi: Simile al precedente con stile diverso.
    - Emioboli: Testa barbuta di Ares con elmo Corinzio a destra, R/ Nike stante con corona.
    - Emioboli: Simile al precedente con la testa più piccola.
    - Emioboli: Simile al precedente con la testa piccola.
    - Emioboli: Simile al precedente, R/ Nike stante con corona a destra.
    - Emioboli: Testa di Athena con elmo corinzio a destra, R/ Nike stante con corona.
    - Emioboli: Simile al precedente con stile diverso.
    - Emioboli: Simile al precedente, R/ La leggenda sulla sinistra e senza stacchi e verticale dal basso verso l’alto.
    - Litre: Testa di Eracle barbuto a destra, R/ Clava.

    Intorno a questi bronzi coniati durante l’autonomia greca di Petelia furono trovati 26 esemplari della serie romana. Si tratta di Trientes che hanno la testa elmata a destra e sul R/ Keraunios con scettro e fulmine. Nella zona del “Cimitero Vecchio” durante alcuni scavi con mezzi meccanici, furono rinvenuti da un terriccio circa 250 denari d’argento romani che appartenevano a molte “Gentes” dalla Repubblica fino ad Augusto. Questi denari sono stati considerati rarissimi, alcuni anche unici con pezzi in fior di conio e altri mediocri. Vi erano infatti denari “seghettati”, Vittoriati, Quadrigati e molti quinari. Tutto questo tesoro di monete fa presupporre che la moneta romana era molto attiva a Petelia.

    Sempre nella località “Murge” dell’anno 1974, fu trovato un piccolo tesoro di venti, fra Sestanti e di Oboli, esemplari della zecca di Brettii:
    - Un primo tipo reca la testa elmata di Ares, R/ la dea Bellona che incorona un trofeo d’armi.
    - Diobolo: simile al precedente, R/ La dea Bellona con asta e scudo.
    - Diobolo: testa imberbe di Eracle con leontè a destra, dietro e sotto il collo simbolo scettro o pugnale, R/ La dea Bellona con asta e scudo, simbolo a destra aratro. “Conservazione scarsa”.
    - Obolo in bronzo della zecca di Nouceria del Bruttium.
    - Trikalcos di Crotone in bronzo, che ha la testa di Persefone a destra, R/ Tre mezze lune.
    - Dikalkos di Crotone in bronzo, che ha la testa di Eracle coperto dalla leontè a destra, R/ Granchio.
    - Diobolo in argento di Crotone che ha la testa elmata di Athena a destra, R/ Eracle stante con pelle leonina e clava.
    - Emiobolo in bronzo della zecca di Terina che ha la testa della ninfa, R/ Granchio.
    - Obolo in bronzo di Siracusa che ha la testa di Apollo, R/ Toro cornupeta.
    – Sestante in bronzo di Petelia che ha la testa laureata di Apollo, R/ Donna corrente con fiaccola simbolo nel campo.
    - 1/6 di Statere d’argento di Terina, D/ Testa della ninfa Terina, R/ Nike seduta a sinistra con uccello in mano.
    - Diobolo d’argento di Thurium: D/ Testa di Athena a destra con elmo Corinzio, R/ Toro cornupeta.
    - Emiobolo in bronzo di Petelia, D/ Testa barbuta di Ares a destra con elmo corinzio, R/ Nike con corona stante.
    - Quadrante in bronzo di Petelia: D/ Testa laureata di Zeus a destra, R/ Zeus Keraunios con scettro e fulmine.
    - Obolo in bronzo della zecca dei Lucani: D/ Testa laureata di Zeus a destra, R/ Aquila su fulmine.

    Da questo elenco incompleto, si può trarre una conoscenza della sfera commerciale e politica di Petelia, che a giudicare dai ritrovamenti monetari è notevole l’abbondanza e la generosità dei reperti archeologici che numismatici. Elenchiamo le zone di Strongoli in base ai ritrovamenti avvenuti: “località Murge”- dove sono state ritrovate 829 monete; “Vigna du Principe” – ritrovate 340 pezzi tra ripostigli e sporadiche; “Cimitero vecchio” – 261 monete; “Cento Carroli” – 15 monete; “Chianette” – 6 monete; “Campo sportivo” – 8 monete; “Bivio Strongoli” – 5 monete; “località Manche” -4 monete; “Castello” – 4 monete; “Palazzine” – 4 monete; “Quota Bresacchio” – 1 moneta; “Pizzuta” – 1 moneta; “Località 15” – 1 moneta; “Prigatorio” – 1 moneta;

    le zone archeologiche di Strongoli non si limitano a queste citate, ma ve ne sono altre: Vallone Vergadoro, Vitraro, Miniera, Stazione di Strongoli, quota Guido Guidi, zona limitrofa allo Zuccherificio, Fasano, Torrente Vergaro, etc. Facendo una statistica delle zecche presenti nei ritrovamenti effettuati nel territorio di Petelia, è evidente una quantità di monete peteline seguite da quelle Bruzie, di Siracusa, siculo puniche, dei lucani, dei Marmertini, di Thurium, Crotone, Metaponto, Locri, Neapolis e non ultime quelle romane.

    Luoghi d’interesse
    • Castello
    • Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (XVI sec.)
    • Chiesa di Santa Maria delle Grazie
    • Chiesa S. Maria della Sanità detta dell’Ospedale (1618)
    • Chiesa del già convento dei Francescani
    • Resti del Convento dei Capuccini
    • Sepolcri di età imperiale (I e II sec. d.C.)
    • Pietra del Tesauro o sepolcro di Marcello
    • Pietra della battaglia
    • Torre dell’orologio
    • Palazzo Giunti
    • Santuario della Beata Vergine Maria di Vergadoro
    • Vallata del Fiume Neto

    Ubicazione museale

    Quindici tipi della monetazione di Petelia sono annoverati dalle collezioni del British Museum di Londra, mentre altri ritrovamenti sono custoditi al Museo Nazionale di Vienna.


    Personalità legate a Strongoli
    • Biagio Miraglia (Strongoli, 15 gennaio 1823 – Firenze, 1 aprile 1885) è stato un poeta e patriota italiano.
    • Papa Antero in greco Anteros (Strongoli... – 3 gennaio 236), fu il 19º papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Regnò dal 21 novembre 235 al 3 gennaio 236.
    • Leonardo Vinci (Strongoli, 1690 – 27 maggio 1730) è stato un compositore italiano, uno dei massimi esponenti della scuola operistica napoletana.
    • Nicola : Arcidiacono eletto vescovo di Umbriatico nel 1375
    • Salvatore Gerardi : arcidiacono, eletto vescovo di Venosa nel 1387 dall'antipapa Clemente VII
    • Raimondo di Ugotto : frate, eletto Vescovo di Sant'Agata de' Goti nel 1423 e poi nel 1430 di Boiano, e arcivescovo di Cosenza nel 1439
    • Giovanni Stratiota : canonico della Cattedrale e autore di un saggio su Strongoli - Petelia - 1586
    • Pica Porzia, alla cui munificenza è dovuta l'istituzione del Convento degli Agostiniani
    • Sabbatini Domenico : vescovo di Anglona nel 1702
    • Spartaco: le fonti riportano che il gladiatore Trace condusse nei pressi di Petelia (la moderna Strongoli) i resti della sua fazione di schiavi alla conclusione della Terza guerra servile.
    • Michele Romano:cofondatore delle "Autolinee Romano" insieme con i suoi fratelli, e nominato Cavaliere di Gran Croce. (1902-1996)


    Tutte le chiese

    Tutti i castelli

    Tutte le torri

    Tutte le spiagge



    Edited by Isabel - 31/10/2014, 21:06
     
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