Semplicemente Passioni forum

Castelli di Isola Capo Rizzuto

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Isabel
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Castelli di Isola Capo Rizzuto



    Castello aragonese Le Castella

    KFl5nsB

    - Fonte -

    Le Castella è una frazione di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. È situata sulla costa ionica della Calabria, a 10 km da Isola di Capo Rizzuto e domina la baia con l'antico castello aragonese. Nel 1536, il celebre corsaro barbaresco Khayr al-Din Barbarossa vi rapì Giovanni Dionigi Galeni, divenuto famoso come ammiraglio e corsaro con il nome di Uluç Ali Paşa. È stata scelta come set cinematografico per "L'Armata Brancaleone" e "Il Vangelo secondo Matteo". Nel 1999 ospitò tutte le puntate della 30ª e ultima edizione di Giochi senza frontiere. L'economia si basa prevalentemente sul turismo. Inoltre, è stato costruito un porticciolo turistico nei pressi del castello aragonese dove è possibile fare escursioni nell'area marina protetta di Isola Capo Rizzuto.

    La storia

    rOiS1Hn

    - Fonte -
    A cura di Vito Bianchi

    Adagiato in una posizione di enorme spettacolarità, attorniato dall’azzurro del mare e del cielo su un isolotto di roccia che un cordone ombelicale di terra pare legare alla costa, il fortilizio di Le Castella è certamente uno dei castelli più affascinanti non solo del Mezzogiorno d’Italia, ma anche dell’intera Penisola. Il suo nucleo primigenio risale con ogni probabilità all’età angioina, a cui sarebbe riconducibile la massiccia torre cilindrica che svetta sul resto della fortezza, cresciuta per successive aggregazioni struttive fino all’epoca vicereale. L’originario impianto castellare sarebbe pertanto da riferire alla seconda metà del XIII secolo. La sua fondazione rientrava, presumibilmente, nella politica di rafforzamento del litorale attuato dagli Angioini al momento dell’acquisizione del regno meridionale, e serviva principalmente alla protezione del golfo di Capo Rizzuto.

    MbZq6Sp

    In effetti, all’indomani della battaglia di Benevento (che nel 1266 aveva sancito la sconfitta definitiva di Manfredi e la fine della dominazione sveva), una catena di fortilizi, nuovi o ricostruiti, era stata imposta al Meridione, e oltre al territorio interno aveva finito per orlare anche l’arco costiero di Puglia e Calabria, a sostegno dell’espansione angioina verso i Balcani (che condurrà nel 1272 alla fondazione del Regno d’Albania). La rivolta dei Vespri Siciliani del 1282 aveva poi convinto Carlo d’Angiò a intensificare l’erezione di rocche e a ristrutturare i vecchi castelli, nella previsione del sanguinoso e violento conflitto con gli Aragonesi.

    HMDEuo5

    La fortezza di Le Castella passò quindi in mano aragonese sul declinare del Quattrocento. Nel 1496 venne assegnata da Federico d’Aragona ad Andrea Carafa, che la restaurò fra il 1510 e il 1526. Per circa quarant’anni, le difese di Le Castella costituirono un inespugnabile baluardo a guardia della costa calabrese. Nel 1536, però, il castello dovette subire l’assalto e il saccheggio da parte del corsaro algerino Khai-ad-din, soprannominato il «Barbarossa». Nella circostanza, venne catturato Giovanni Dionigi Galeni di Isola. Strana la sua storia: da essere prigioniero dei musulmani passò a potentissimo comandante della flotta ottomana e, col nome turco di Uccilaì, divenne addirittura governatore di Algeri, Tripoli e Tunisi.

    QNYuU0d

    Le traversìe per Le Castella, tuttavia, non si erano concluse: ancora alla metà del Cinquecento, la fortezza fu infatti nuovamente attaccata e depredata, ad opera del pirata turco Dragut. D’altronde, fra XVI e XVII secolo, il litorale suditalico si era munito di un’ininterrotta serie di torri d’avvistamento e castelli marittimi, proprio per fronteggiare le incursioni musulmane, e il fortilizio di Le Castella non poté che rivestire, naturalmente, un simile ruolo, non fosse altro che per la sua dislocazione. La paura dei Turchi era sempre presente, e il tragico massacro perpetrato da Achmet Pascià, detto lo «Sdentato», a Otranto nel 1480, non aveva fatto altro che alimentare il terrore suscitato dai figli di Allah.

    Yk1mnAQ

    Per la verità, non è che sul fronte opposto fossero tutte rose e fiori: le analoghe torri costiere che vennero edificate fra il Marocco e l’Albania raccontano di come anche le popolazioni islamiche fossero terrorizzate dai raid delle marinerie occidentali. Venuta meno la minaccia di scimitarre e mezza luna, il forte di Le Castella perse progressivamente l’importanza strategica e militare. Nel tempo ha così convertito un po’ le sue funzioni, e si è in un certo senso “riciclato”, usando il suo l’innegabile fascino per attirare non più ciurme turchesche, ma enormi torme turistiche.

    La struttura del castello

    e92JiMt

    La scenografica architettura della fortezza di Le Castella si presenta attualmente come un agglomerato di fasi edilizie sovrapposte le une alle altre in epoche diverse. L’elemento che unifica i differenti rimaneggiamenti è comunque dato dall’uso della tipica pietra locale, impiegata in ogni intervento costruttivo del castello. Il fortilizio risulta parzialmente diroccato, ma è pur sempre leggibile nell’insieme delle linee che ne caratterizzano la struttura. Inoltre, un recente restauro ha contribuito a recuperare la bellezza del complesso e a valorizzare gli elementi architettonici che lo compongono.

    ctGjxUq

    Pur fra alterne vicende, l’originario torrione cilindrico della fortezza calabrese dovette rimanere sostanzialmente inalterato per tutta la durata del regno angioino, nonostante alcuni lievi ritocchi alla parte alta. Il dongione è diviso in tre piani, collegati da una scala a chiocciola che si conserva intatta nella grossa parete perimetrale. Alla base della torre, una cavità era destinata alla raccolta e alla conservazione delle acque piovane. Con l’avvento definitivo degli Aragonesi, nella seconda metà del Quattrocento, al castello venne aggiunta un’ulteriore e bassa cortina muraria, di andamento poligonale, destinata a resistere alle bordate delle armi da fuoco, che divenivano di giorno in giorno sempre più sofisticate e potenti.

    Bz9MTIq

    Al Cinquecento, invece, possono essere datati i bastioni angolari di forma pentagonale, appartenenti alla consuetudine costruttiva spagnola, che fecero della fortificazione di Le Castella un vero e proprio forte bastionato. L’apparato difensivo era completato da apprestamenti minori, come una strada d’accesso protetta, che si lascia intuire in vari punti del fortilizio. Le mareggiate hanno poi “mangiato” nei secoli un antico camminamento, che collegava l’isoletta fortificata alla fascia costiera. Tuttavia, nessuna tempesta ha mai potuto intaccare la magnifica imponenza di un castello assolutamente unico e suggestivo.

    HzRsfH5

    8pjsJHS

    MuggZQL

    PrRuF6Y

    nSaMG4L



    Edited by Isabel - 1/11/2014, 18:28
     
    .
  2. *Perla
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Resti del Castello Feudale

    Lo60lYq

    - Info -

    «Nel centro storico vi sono avanzi del complesso fortificato cinquecentesco del Castello Feudale (in via S. Marco), eretto in periodo medievale, ampliato nel 1549, dal feudatario napoletano Giovanni Antonio Ricca; resti di torri quadrilatere angolari speronate; Reliquie delle muraglie della cortina perimetrale con pivellini; " l'Orologio", la Porta del borgo medievale, sormontata da una torretta dell’orologio posteriore, che divide la zona antica da quella più moderna».

    vxsKq1Y



    Edited by Isabel - 1/11/2014, 18:30
     
    .
1 replies since 24/12/2011, 19:04   127 views
  Share  
.