Semplicemente Passioni forum

Isola di Capo Rizzuto

Provincia di Crotone

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Isabel
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Isola di Capo Rizzuto

    Ol3DD9y

    - Fonte -

    Isola di Capo Rizzuto è un comune di 16.000 abitanti della provincia di Crotone.

    Geografia

    Si trova all'interno dell'Area marina protetta di Capo Rizzuto. Non è un'isola, bensì un lungo promontorio.

    Storia


    9uYo39J

    La fondazione della cittadina pare sia stata voluta da una della sorelle di Priamo, Astiochena, che volle un centro abitato presso il promontorio Capo Rizzuto, vicino al tempio di Hera. Altri fanno derivare il nome “Insula” dalla esistenza di alcune isole prospicienti i tre promontori “Japigi”, identificati in Capo Rizzuto, Capo Cimiti e Punta Le Castella, così denominati dalla presenza del mitico Japyx, figlio di Dedalo, uno degli artisti più valenti dell’antica Grecia. Infatti, secondo quanto riportano alcune testimonianze letterarie antiche (Erodoto, Strabone, etc), Japyx o Japige fuggì da Creta seguendo il padre in una spedizione in Sicilia; ma durante il ritorno, una violenta tempesta lo fece naufragare presso le coste dell'odierna Calabria, ed alla località fu dato il nome di “terra Japigia”. Sul promontorio di Capo Piccolo, compreso tra Capo Rizzuto e Le Castella, nel 1977 l'archeologo Domenico Marino ha scoperto, e successivamente scavato, un insediamento del Bronzo antico 2 e del Bronzo medio 1-2 che ha restituito alcuni frammenti di ceramica minoico-micenea, tra i più antichi rinvenuti nella penisola italiana, testimonianza certa di contatti tra i popoli indigeni enotrio-japygi e il mondo minoico-miceneo. I reperti sono esposti e conservati nel Museo archeologico nazionale di Crotone. Altri studiosi ancora, fanno derivare il nome di Isola al fatto che “Insula” era il luogo dove chi vi viveva godeva di diritto d’asilo. L’imperatore di Costantinopoli, Leone VI (886-911), elevò Isola di Capo Rizzuto a sede vescovile. La diocesi e quindi la cittadina è indicata nei documenti bizantini con il termine greco “Aesylon” che significa “luogo sacro”, dove l’uomo non può essere perseguitato. Con la trasformazione della scrittura greca in quella latina il nome divenne Isola. Con decreto regio del 22 gennaio 1863, assunse definitivamente l’attuale denominazione: Isola Di Capo Rizzuto.

    Principali monumenti


    fnkLqky
    Nel centro storico vi sono avanzi del complesso fortificato cinquecentesco del Castello Feudale (in via S. Marco), eretto in periodo medievale, ampliato nel 1549, dal feudatario napoletano Giovanni Antonio Ricca; resti di torri quadrilatere angolari speronate; Reliquie delle muraglie della cortina perimetrale con pivellini; " l'Orologio", la Porta del borgo medievale, sormontata da una torretta dell’orologio posteriore, che divide la zona antica da quella più moderna. Sulla costa sorge la "Torre Vecchia", una torre cilindrica, con massiccia cordonatura a conci lapidei, eretta nel sec. XVI a guardia costiera contro le incursioni barbariche. La torre era custodita da un caporale e da un milite, che avevano il compito di vigilare giorno e notte e segnalare la presenza di navi sospette con particolari segnali: fumo durante il giorno e falò la notte. L’accesso all’interno della torre avveniva mediante un rustico ponte elevatoio in legno. Il Santuario della Madonna Greca, in località Capo Rizzuto, è dedicato alla Protettrice di Isola di Capo Rizzuto. Semplice e maestoso, è di nuova costruzione: la posa della prima pietra è datata infatti 1991. La superficie del Santuario è di circa 800 m2 e si arricchisce di altri 200 m2 di balconate. Nella frazione di Le Castella, si trova la celebre fortificazione, di origine cinquecentesca, protesa su di una piccola penisola sul mare. Fu costruita per contrastare le frequenti invasioni. Importantissime sono le monumentali cave di blocchi e di rocchi di colonna di età greca (VI-III secolo a.C.) sulla Punta Cannone e nell'area del porto. Da esse sono stati presumibilmente estratti i rocchi delle colonne del Tempio di Hera Lacinia, posto sul Capo Colonna (Crotone).

    Le Castella

    g8wX9jv

    Le Castella è una frazione di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. È situata sulla costa ionica della Calabria, a 10 km da Isola di Capo Rizzuto e domina la baia con l'antico castello aragonese. Nel 1536, il celebre corsaro barbaresco Khayr al-Din Barbarossa vi rapì Giovanni Dionigi Galeni, divenuto famoso come ammiraglio e corsaro con il nome di Uluç Ali Paşa. È stata scelta come set cinematografico per "L'Armata Brancaleone" e "Il Vangelo secondo Matteo". Nel 1999 ospitò tutte le puntate della 30ª e ultima edizione di Giochi senza frontiere. L'economia si basa prevalentemente sul turismo. Inoltre, è stato costruito un porticciolo turistico nei pressi del castello aragonese dove è possibile fare escursioni nell'area marina protetta di Isola Capo Rizzuto.

    Hera

    Nell'antica colonia achea di Kroton insieme al culto di Eracle, fondatore mitologico della città, e di Apollo, ispiratore della fondazione stessa, era molto sentito il culto di Hera Lacinia. Hera, moglie di Zeus, regina degli dei, era venerata come dea protettrice dei pascoli anzitutto, delle donne, della fertilità femminile e del matrimonio. Nel VI° secolo a.C. venne eretto un maestoso tempio dorico a 48 colonne, facente parte del monumentale Santuario di Hera Lacinia, che già prima era esistente e venerato in tutto il mondo greco. Nello stesso periodo il leggendario Milone, eroe pluriolimpionico ritenuto figlio di Eracle, fu nomitano sacerdote del tempio di Hera Lacinia in segno dell'assoluta devozione che la città di Kroton aveva nei confronti del santuario e della dea venerata. Il santuario, uno dei più grandi e certamente più famosi di tutta la Magna Grecia, divenne subito il principale luogo di culto del vesante ionico, meta di viandanti e navigatori provenienti da ogni dove pronti a pagare pegni votivi pur di ingraziarsi la potente dea. Nel IV° secolo a.C. il Santuario di Hera Lacinia divenne la sede sacra della Lega Italiota, voluta da Taranto e Kroton per difendersi dai continui attacchi delle popolazioni brettie. Durante gli scavi archeologici sul promontorio di Capo Colonna, è stato rinvenuta una grossa quantità di ori, gioielli, vasi in terracotta e altri oggetti che i pellegrini portavano al santuario, tra cui il famoso Diadema Aureo e la misteriosa Barchetta Nuragica, che oggi custoditi presso il Museo Archeologico di Crotone, sono esposti col nome di Tesoro di Hera. Hera Lacinia veniva venerata come dea protettrice dei vincoli familiari, e come tale destinataria di offerte di vesti finemente intessute da parte delle giovani donne prima di andare in sposa. Così la poetessa locrese Nosside, ricorda ed accompagna il suo personale dono alla dea lacinia : "Hera onorata, che spesso proveniente dal cielo guardi l'odoroso promontorio Lacinio, accogli la veste di bisso tessuta da teofili di cleoca con Nosside, figlia nobile". Diodoro Siculo racconta anche della consuetudine che avevano le donne crotoniati di piangere ogni anno la morte di Achille, mostrando così la loro partecipazione al dolore della madre Teti, colei che secondo la leggenda aveva donato le terre del sacro promontorio Lacinio proprio alla dea Hera.

    Il Diadema di Hera

    HgeDzlx

    Negli ultimi due decenni di scavi archeologici sul promontorio di Capo Colonna, dove oggi sorge il bellissimo Parco Archeologico, sono stati rinvenuti dei veri e propri gioielli di eccezionale manifattura e di grande rilevanza storica. Questo ricco patrimonio datato tra il VI° ed il IV° secolo a.C. comprende capolavori come la sfinge alata, la gorgone, la sirena, la Barchetta Nuragica ed il più famoso Diadema Aureo. I pellegrini conducevano i loro doni votivi nel Santuario di Hera Lacinia, che gli antichi greci chiamavano Heraion Lakinion, corona costituita da una fascia in lamina d'oro, dove si sviluppa una decorazione a treccia ottenuta a metallo battuto e definita a cesello, pesa 122 grammi, è alto 5 centimetri e lungo 37 centimetri. Scendendo nei dettagli si osserva in alto una linea di ramoscelli di mirto con foglie e bacche sostenute da fili intrecciati in oro. Di difficile interpretazione sono invece le foglie collocate in basso, potrebbero infatti essere sia foglie di acero che foglie di vite. E' certo comunque, che l'orafo aveva dinanzi un preciso riferimento in natura, tant'è che la lavorazione evidenzia una meticolosa attenzione e una particolare metodologia nell'intreccio delle lamine. La corona, la cui qualità artigianale è indiscussa, molto probabilmente incoronava un simulacro della dea Hera Lacinia, di estrema importanza è il fatto che in alcune serie monetali dell'antica Kroton dell'inizio del IV° secolo a.C. è effigiata proprio la testa coronata di Hera Lacinia, che comunque rappresentava il maggior culto votivo della città. La provenienza del Diadema Aureo non è certa, poichè non si trovano allo stato attuale altri gioielli votivi di questo genere conservatisi quasi perfettamente da permettere raffronti. Oggi il Diadema Aureo di Hera Lacinia, insieme alla Barchetta Nuragica, e a tutto il Tesoro di Hera, sono esposti nel Museo Archeologico di Crotone, e certamente ne rappresentano gli oggetti più interessanti sia sotto il profilo storico, che sotto quello artistico e meramente artigianale. L'abbondanza, l'eccezionale qualità dei doni rinvenuti all'interno dell'edificio B costituiscono certamente solo una piccola parte del tesoro in esso racchiuso e non lasciano dubbi sulla sacralità dell'edificio messo in luce tra il 1987 e il 1989. Le offerte (anathemata) coprono un arco cronologico che va dalla metà dell'VIII secolo a.C. fino alla metà del V secolo a.C. La maggior parte di esse era appesa alle pareti o attorno al basamento quadrato. La provenienza degli oggetti spazia dalla Grecia all'Asia Minore, fino al vicino Oriente ed ancora da varie zone della penisola italiana compresa la Sardegna. Molti sono gli oggetti in metallo prezioso, in bronzo ed in terracotta, ritrovati un po' dappertutto all'interno dell'edificio. Tra questi spiccano i bronzetti figurati, le patere ombelicate, i vasi miniaturistici, le terrecotte, una barchetta nuragica e soprattutto lo splendido diadema in lamina d'oro.

    ZASCO8T


    I fedeli, tra cui gli atleti di Crotone, che avevano trionfato nelle gare olimpiche, non avevano esitato a dedicare i migliori e più raffinati manufatti circolanti nel mediterraneo.

    Personalità legate a Isola di Capo Rizzuto
    • San Luca di Melicuccà, al secolo "Luca il Grammatico", (1035/1040 - 10 dicembre 1114), monaco e vescovo.
    • Giovanni Dionigi Galeni (Uluç Ali Paşa), (Isola di Capo Rizzuto, 1519 – Istanbul, 1587), corsaro barbaresco e ammiraglio ottomano.
    • Giovanni Barracco, politico e collezionista d'archeologia, fondatore del Museo Barracco.
    • Maurizio Barracco, di famiglia aristocratica, dipinse paesaggi e figure di pastori della Calabria e della Basilicata. Amico dei Palizzi e di Domenico Morelli, era da costoro apprezzato per il gusto delicato della sua pittura. La sua opera, «Ritratto di pastore», venne esposta alla prima Mostra d'Arte Calabrese di Catanzaro del 1912.
    • Antonio Staglianò (Isola Capo Rizzuto, 1959) è vescovo di Noto.


    Tutte le chiese

    Tutti i castelli

    Tutte le torri

    Tutti i musei

    Area archeologica di Capo Colonna

    Sito archeologico Capo Piccolo

    Area marine protetta

    Tutte le spiagge e villaggi



    Edited by Isabel - 4/11/2014, 11:00
     
    .
  2.     +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Vice-Admin
    Posts
    77,510
    Reputation
    +287
    Location
    Gozzano NOVARA

    Status
    Anonymous
    Sono incantata da questi splendidi luoghi....la calabria e' una delle regioni d'italia piu' belle .... :wub:
     
    .
  3. Isabel
        +1   Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Concordo, poi essendo anche tra le regioni più antiche, ha molte cose che ancora sono da 'scoprire'. E' una continua scoperta di cose meravigliose e affascinanti. :rolleyes:
     
    .
2 replies since 30/10/2009, 13:54   3681 views
  Share  
.