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Tutte le chiese di Lungro

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  1. terryborry
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    Tutte le chiese di Lungro


    Cattedrale San Nicola di Mira

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    - Fonte -

    Eretta nel 1721 su una precedente costruzione medioevale di cui restano tracce di affreschi in una cappella bizantina. In stile romanico-barocco, fu ultimata nel 1825 ed elevata a cattedrale nel 1919. La facciata è stata completata in forme neoclassiche nel 1922, con gruppi di lesene. Al suo interno si ammira la splendida iconostasi, eseguita da Conti nel 1840. Sulla volta sono dipinte scene dell’Antico Testamento, opera di pittori napoletani dell’Ottocento. Pregevole la scultura di San Nicola del Seicento.

    - Fonte -


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    Dettaglio campanile
    Cattedrale di San Nicola di Mira (Qisha e Shën Kollit, XVIII secolo), è la principale chiesa dell'Eparchia di Lungro. La costruzione dell'attuale chiesa è del 1721, dopo che il terremoto della fine del XVII secolo aveva distrutto quella preesistente, dedicata sempre a S. Nicola di Mira. La Cattedrale di S. Nicola di Mira si impone per la sua vastità tra tutte le altre chiese del circondario. E' a pianta basilicale romanico-barocca, a tre navate, con ampia Abside e Cupola centrale. Ricca di mosaici, icone e affreschi bizantini, ha la bellezza delle strutture sacre cristiano-orientali. Il Santuario è separato dal resto della Chiesa dall'Iconostasi, la prima realizzata in una chiesa dopo la creazione dell'Eparchia di Lungro. Il 1825 è l’anno che segna il completamento strutturale della chiesa, per l’allestimento artistico non è possibile fissare una data precisa di ultimazione dei lavori, poiché, ancora oggi, sono in fase di esecuzione le opere musive nonché gli elementi decorativi della navata centrale e di quelle laterali del Tempio. A partire dal 1921, dopo l'erezione della Eparchia di Lungro, nel 1919, da parte del Papa Benedetto XV, la Chiesa di S. Nicola di Mira, elevata a Cattedrale, subisce profonde modifiche, per essere adattata alle esigenze del rito bizantino-greco. L'architettura romanico-barocca della Chiesa, pur non alterando le strutture murarie e il disegno originale dell'edificio sacro, si presta, con i suoi ampi spazi, ad essere uniformata allo spirito ed alle esigenze liturgiche della Chiesa d'Oriente. La Cattedrale dell'Eparchia di Lungro è ricca di mosaici.

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    Il mosaico del Pantocrator copre l'intera superficie della cupola centrale, cioè circa 120 mq, che è interna e non fuoriesce dal tetto, e ha un'altezza di 18 metri. Rilevante è anche il mosaico del vasto catino dell'abside, sormontato dal mosaico della Platitera e circondata dalle figure degli Arcangeli Gabriele e Michele, dal Re Davide e dal Profeta Isaia, e il mosaico della Cappella del Fonte Battesimale, realizzato dal pittore e mosaicista albanese Josif Droboniku, che ha eseguito il grande mosaico della cupola centrale con il Cristo Pantocrator. Dello stesso artista albanese è il mosaico del Giudizio Universale, che sovrasta la navata centrale della Cattedrale. Nella sacrestia della cattedrale vi è una preziosa testimonianza dell’antica chiesa bizantina medioevale di Santa Maria delle Fonti, costituito da un frammento di affresco che raffigura Santa Parasceve (XII secolo), insieme a preziose tele di scuola napoletana e statue lignee di pregevole fattura. Le navate laterali del Tempio, già affrescate da K.Tsitlavidis pittore macedone, sono state recentemente arricchite delle tele degli artisti greci T. Charalambos e T. Gregorio di Salonicco, che rispettano i canoni cromatici della tradizione bizantina. Poste sulla navata laterale sinistra, le sei tele rappresentano la vita di San Nicola di Mira, patrono di Lungro. Degli stessi autori sono le opere della navata laterale destra che rappresentano la vita di Gesù Cristo. Di notevole fattura artistica sono le tre porte in bronzo con altorilievi realizzati con la tecnica a cera persa dallo scultore calabrese Talarico che rappresentano le scene del Vangelo. Le finestre del Tempio e delle due navate laterali che raffigurano i profeti, rendono la cattedrale di Lungro un luogo unico in Italia dove arte bizantina e spiritualita orientale completano il prezioso mosaico del mondo italo-greco albanese.


    Edited by Simona s - 11/10/2013, 14:11
     
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    Chiesa di Sant'Elia

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    Edificata alla fine del XVII secolo la chiesetta di sant’Elia, sorge su un punto che, probabilmente, fungeva da posto di vedetta per gli abitanti del piccolo borgo.Strategicamente la chiesetta dedicata a sant’Elia il profeta, è posta su di una splendida e suggestiva rupe che partendo dalle gole del fiume Tiro, si innalza vertiginosamente sopra la chiesa di Santa Maria dell’Icona e segna uno dei punti più alti dell’agglomerato urbano del paese. In prossimità dell’edificio, sul versante sud è possibile scorgere la grotta di sant’Elia, una profonda insenatura tra le pietre di interessanti peculiarità speleologiche ancora oggi inesplorat Nel periodo del Risorgimento il culto del santo era molto praticato poichè Sant’Elia veniva considerato il liberatore del popolo lungrese dalle repressioni borboniche. Alcuni versi in albanese, i pochi tramandati fino a noi che ancora si cantano dai fedeli nella processione del Santo, furono scritti dal poeta Vincenzo Stratigò nel 1852.Da allora il governo borbonico proibì la processione perché aveva intuito il significato rivoluzionario di quei versi che il popolo di Lungro cantava per inneggiare al santo battagliero invocando da lui la caduta del regime borbonico ed il ritorno alla libertà.


    Edited by Simona s - 11/10/2013, 14:12
     
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    Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli

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    L’edificio, che risale ai primi anni del XVI secolo, sorge su di una rupe in prossimità del fiume Tiro, che a quei tempi segnava il confine naturale del territorio tra Lungro e Saracena. E’ la prima chiesa edificata dai transfughi albanesi in onore della Madonna Odigitria, molto venerata in Oriente. All’interno vi è custodita la prima testimonianza di iconografia bizantina su pietra che raffigura appunto la Madonna con Bambino. Molto interessante é il soffitto ligneo a cassettoni che allestisce la chiesa e che venne realizzato nel 1663 da Angelo La Petra artista calabro. Di notevole fattura era anche il baldacchino, trafugato di recente, che incorniciava la preziosa icona. La sua edificazione posta sul confine nord-est del borgo medievale segna il termine dell’agglomerato urbano del borgo. Osservando la struttura urbana medievale si può notare come gli albanesi, oltre a insediarsi nella parte più alta del casale, ka bregu, vollero edificare le proprie dimore anche in prossimità del borgo. Il tessuto architettonico di quel periodo si apriva, probabilmente, con il monastero di Santa Maria delle Fonti a sud ovest, e terminava a nord-est con la chiesetta di Santa Maria di Costantinopoli. Il proseguimento di tale linea urbana oltre a dare maggiori garanzie di protezione agli albanesi, rendeva più fruibili le risorse idriche e territoriali del vicino fiume Tiro.


    Edited by Simona s - 11/10/2013, 14:13
     
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