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Musei di Melissa

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  1. Isabel
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    Musei di Melissa



    Museo della civiltà contadina

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    - Fonte -

    Il Museo della Civiltà Contadina è allocato in alcuni locali al piano terra della splendida costruzione della Torre Melissa, definita impropriamente “aragonese”. Dopo una serie di restauri in funzione museale dell’edificio storico, nel 1998 è stata allestita l’esposizione comprendente la raccolta di oggetti appartenenti alla civiltà contadina dell’alto crotonese e la collezione Antonio Rosati. Accanto alle sei sale espositive, l’edificio ospita al piano terra una piccola sala conferenze e proiezioni, mentre tutti gli ambienti del primo piano sono utilizzati come uffici amministrativi del GAL, sale riunioni, uffici polifunzionali (corsi di formazione, etc.). Nonostante il museo sia ancora in divenire, nell’allestimento e nella quantità di oggetti esposti, c’è una attenta cura nella riproposizione degli ambienti cercando di non decontestualizzare mai i reperti. Le sale, infatti, ripropongono le differenti situazioni ambientali, sociali e lavorative analizzando in più parti la realtà contadina locale.

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    La prima sala è relativa alla lavorazione del latte. In essa sono esposte alcune coppe di legno in buone condizioni, sgabelli in legno e secchi per la mungitura, un calderone, la piattaforma in legno o colatoio per la raccolta del siero stillante dalle fiscelle o ‘fiscegghje” di varia foggia, numerosi esemplari di cucchiai in legno, tra cui i cucchiai bucherellati per le attività casearie. Appesi alle pareti sono collari in legno con Campanacci per ovini e per bovini, numerosi finimenti in cuoio e ferro per animali, come redini, cavezze e facciali e quindi anche una sella, un basto, alcuni ferri per marchiare il bestiame, un aratro in legno. Le sale nn. 2-5 sono visitabili entrando dal portone principale nel cortile interno della torre, attraverso la prima porta sulla sinistra (per chi entra). La seconda sala ripropone un tipico ambiente domestico rurale: in un angolo è posto un letto con spalliere in metallo e materasso di paglia, attorniato da un mobile da toeletta, da una cassapanca e da altri mobili di povera fattura. Particolari il seggiolone impagliato con foro e pitale sottostante, nonché una culla e un girello in legno. Nei pressi sono esposti numerosi oggetti legati al ciclo della tessitura: due telai in buone condizioni, pettini da telaio, scardassi o cardi per pettinare la lana o le fibre del lino, ben tre gramole o mangani, una macchina da cucire. La terza sala, leggermente più ampia delle precedenti, propone in sequenza numerosi oggetti da falegnameria, come seghe, pialle e trivelle. Molto numerosi sono gli attrezzi per il lavoro nei campi: aratri in legno e un aratro in metallo, alcuni erpici, alcune zappe e pale, falci e roncole, cannelli per la protezione delle dita, asce ed altro ancora. Nella stessa sala sono esposti elementi propri della bottega del fabbro, con vari tipi di serrature, di chiavi ed altri oggetti realizzati come ferri di cavallo e di asino: la lavorazione dei metalli è rappresentata, oltre che da un numero considerevole di pinze, martelli e tenaglie, anche da un mantice. In un angolo dell’ambiente è allestita la bottega del ciabattino con il tavolo di legno da lavoro, vari esemplari di lesina, di punteruolo, etc., oltre a diverse forme di legno, nonché vecchie calzature. Tra gli altri utensili si possono ricordare ancora alcuni esemplari di mole per arrotino e alcune interessanti trappole per topi in legno. La quinta sala, pur abbastanza angusta presenta una notevole varietà di contenìtori ceramici, tra i quali: alcune pignatte per i legumi, giare, recipienti per la conservazione degli alimenti, anfore, ancore in piombo recuperate nel mare antistante la torre. Tra gli oggetti in terracotta caratteristici, sono gli abbeveratoi per pulcini, “bumbuli” (manufatti cilindrici cavi per uso edilizio, in particolare per la costruzione delle volte) e una tegola forata per l’espulsione dal tetto del fumo accumulatosi all’interno dell’ambiente domestico. Nell’ultima sala, immediatamente a destra (per chi accede alla torre dall’unico ingresso) si apre una porta che immette in un ambiente ove sono esposti oggetti legati al ciclo produttivo legato alla coltivazione della vite. Qui sono numerosi utensili collegati all’uso dello zolfo in agricoltura come anticrittogamico, come alcuni esemplari di zolforatrice o spargizolfo a soffietto, oppure un raro esemplare di macinino ligneo per cristalli di zolfo. Nella sala si può ammirare, inoltre, un piccolo esemplare di torchio, nonché tini in legno, barili e botti.

    Edited by Isabel - 31/10/2014, 20:53
     
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