Semplicemente Passioni forum

Votes given by TerryBorry

  1. .
    Ok perfetto allora aggiorno subito con il nuovo banner.

    Si? Mhm forse è il periodo... O magari i mp non li leggono, ci sono molte persone che non lo fanno, più tieni conto quelli che non si connettono quasi mai. (tra l'altro spesso nello staff ci sono pochi che sanno armeggiare con i codici html)
  2. .
    Allora, è una bellissima storia, però mi ha delusa un po'. Non so, secondo me è stato concluso troppo alla svelta. Era iniziato benissimo, lei sull'aereo, lui seduto di lato, l'aereo che ha dei problemi e lei terrorizzata inizia a parlare a raffica e gli racconta tutti i suoi 'piccoli segreti'. Da cosa gli piace e non gli piace mangiare; dalle marachelle che ha combinato; del suo rapporto intimo con il suo fidanzato; insomma segretucci che tutti hanno. Quando si rende conto è troppo tardi, in pratica gli ha rivelato tutto. :hihi: ma comunque non se ne preoccupa più di tanto, tanto non lo rivedrà più.

    Invece nei giorni a seguire lo rivede nell'azienda dove lavora, lui è il fondatore dell'azienda. Lui la stuzzica qua e la, buttandogli frecciatine sulle cose rivelate, ma sempre molto educato. Comunque, lei lascia il fidanzato (finalmente) e accetta un invito di lui ad uscire insieme. Per cause terze l'appuntamento a metà serata si rovina, poi ci ritentano e ci sono altri contrattempi subito dopo.
    Poi lei pensa che lui abbia chissà quale segreto nascosto, visto che parla molto poco di se, alla fine si saprà di cosa si tratta. Per finire, bella storia, intrigante per certi versi, ma alla fine non si sofferma più di tanto su loro due e sull'amore che man mano nasce. Scritto troppo alla svelta. Quindi, in generale è bello, ma se ci si soffermava di più su loro due sarebbe stato ancora più bello.
  3. .
    1° libro - Lachlain/Emma

    Ho letto solo il primo qualche tempo fa, molto carino. Poi a me piacciono queste storie così. Lui all'inizio fa quasi paura, è un vero e proprio animale, anche come tratta lei. Ovviamente poi cambia e si addolcisce di molto.
    Lei al principio è più fifona, vergognosa, e avendo paura di lui lo asseconda. Man mano acquista sicurezza e tira fuori il carattere, quindi gli tiene testa. Lei matura, lui invece deve riacquistare il suo equilibrio, essendo stato per centinai di anni rinchiuso, si era incattivito, ma a poco a poco ritorna a posto.
    Poi c'era anche il fatto che lei è per metà vampira e per metà valchiria, e lui è un Lykae (licantropo), e da sempre le due razze sono nemiche, senza contare che i vampiri hanno ucciso la sua famiglia.
    Comunque, bello il rapporto che si crea tra i due e la storia d'amore.
    :wub:

    Edited by Isabel - 27/9/2013, 19:56
  4. .
    5° libro - Wulf/Cassandra

    Bello anche questo libro. La storia dei due ancora diversa rispetto alle altre, visto che si incontrano nei loro sogni e lì stanno insieme, addirittura lui la mette incinta. :o: Roba da matti!!! :nontisopporto: E poi dicono che i sogni non sono reali... :D
    Inoltre loro dovrebbero essere nemici, visto che lui è un Vichingo/Cacciatore oscuro e combatte gli Apollinei, ossia la razza di cui lei fa parte, ma invece destino vuole, che lui debba proteggerla, essendo l'ultima della sua stirpe. Altrimenti, morendo lei, morirebbe anche il Dio Apollo, e l'equilibrio del mondo verrebbe distrutto. Interessante anche la storia degli Apollinei, mi è spiaciuto per Phobe che alla fine muore, lasciando Urian da solo. :cry: Poi in questo libro spiegano tutta la storia degli Apollinei, da quando nascono fino al compimento della maledizione. Fino a qui invece sapevamo solo la fine, invece viene raccontato anche perché alcuni decidono di diventare dei demoni ecc.





    6° libro - Vane/Bride

    Bellissimissimo questo. Lei una ragazza 'cicciotella' e lui un lupo, che accoppiata! :D Iniziamo con lui e suo fratello che stavano per essere uccisi, come al solito, il fratello non fa che parlare, mentre lui cerca di trovare una soluzione.
    Poi incontra lei - che l'aveva già vista in un precedente libro - e ne era rimasto affascinato. Da subito i due vengono travolti dalla passione, in questo modo lui scopre che è lei la sua 'compagna predestinata', in quanto a entrambi compare un 'marchio' sul palmo della mano, ma c'è un inghippo... lei è umana. Divertente quando lui per starle vicino si tramuta in un lupo, e gli tocca alternarsi da lupo a uomo, poverino. :hihi: Alla fine lei viene a sapere tutto, ma essendosi nel frattempo innamorata, lo accetta come compagno. Se non lo avesse fatto lui sarebbe rimasto impotente fino a che lei non sarebbe morta.
    Divertente Fury - il fratello di lui - quando si trasforma in lupo e prende il posto del fratello. E con la scusa che è un lupo, si struscia sempre addosso a lei, e Vane ringhia! :D




    7° libro - Valerius/Tabitha

    Aaaah, che protagonista super! Non sta un'attimo ferma, non sta un'attimo zitta. Ha sempre la battuta pronta e sembra una pazza. :D Lui? Figlio di un senatore romano - fratello di Zarek - tutto a modo, educato, abituato a mangiare come un signore, di poche parole. Resta completamente scioccato da lei, che è l'opposto di lui, anche abbastanza sfacciata. Divertente quando lui viene ferito - lei lo ha accoltellato per sbaglio - e se lo porta a casa per curarlo. Il giorno dopo entra nella camera dove sta lui, ha solo un'asciugamano in vita - avendo appena fatto la doccia - lei con la bava alla bocca, lui una statua. :hihi: Lei esce, subito ritorna e gli dice: potevi anche fartela cadere l'asciugamano eeeh!!! :hahaha:
    A parte questo, insieme vanno benissimo, lui un Cacciatore oscuro e lei una Cacciatrice (umana). Qui vediamo il ritorno di Desiderius, e rivediamo anche Amanda e Kirian (Amanda e Tabitha sono sorelle) e Desiderius è ritornato per vendicarsi di loro.
    Poi Kirian e Valerius hanno un passato 'insieme', il padre e nonno di lui lo hanno crocifisso e ucciso, quindi Kirian odia Valerius, ma alla fine quest'ultimo riuscirà ad uccidere Desiderius, quindi alla fine si stringono la mano. Divertente quando Valerius doveva riaquistare la sua anima e per farlo doveva essere ucciso, ma Tabitha non ci riusciva, allora Kirian si è offerto volontario :D e lo ha pugnalato, ma non contento, voleva rifarlo haha Amanda se lo è dovuto trascinare via. :hahaha:
    Qui poi ci viene raccontata anche la storia di Valerius e quindi anche di Zarek, i due fratelli alla fine fanno pace. Il libro si conclude con il matrimonio dei due personaggi.


    Edited by Isabel - 14/9/2013, 20:32
  5. .
    4° libro - Zarek/Astrid

    Finito anche il 4 libro della saga. Bellissimo. :wub:
    Zarek è troppo bello come personaggio, ha un carattere direi 'detestabile' :D ma sotto sotto un gran cuore. ** Oddio Simi, una così nella realtà l'avrei retta per meno di 5 min, madò quanto parlaaaa, divertentissima la scena quando assume le sembianze di Artemide e Acheron, per raccontare a Zarek e Astrid cosa avessero detto. Anche qui, molto bella la storia d'amore tra i personaggi principali.

    Adesso sono già a metà del 5 libro, la storia riguarda Wulf e Cassandra. Sti libri vanno giù che una meraviglia, uno più bello dell'altro.


    Edited by Isabel - 29/9/2013, 11:26
  6. .

    Chiese di Calabria: tra storia e bellezza

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    ''Nel toccare il suolo di questa Città, provo una viva emozione al considerare che qui approdò, quasi duemila anni fa, Paolo di Tarso, e che qui l'Apostolo delle Genti accese la prima fiaccola della fede cristiana; da qui il Cristianesimo ha iniziato il suo cammino in terra Calabra, espandendosi in ogni direzione, sia verso la costa ionica sia verso la fascia tirrenica''.
    (Un pezzo dal saluto di Giovanni Paolo II al suo arrivo a Reggio Calabria il 7.10.1984)

    - Fonte -

    La Chiesa Cattolica, in Calabria, ha una lunga e solida tradizione. L’evangelizzazione di questa terra risale, secondo la tradizione, al I secolo d.C. quando San Paolo giunse a Reggio Calabria ed iniziò a diffondere il Cristianesimo. Da allora questa religione non ha conosciuto mai periodi di crisi, radicandosi fortemente nella cultura e nelle tradizioni locali. Un altro momento decisivo in tal senso fu l’insediamento dei monaci basiliani (vale a dire seguenti la regola di San Basilio), che qui si trasferirono dalla Sicilia nell’alto medioevo per sfuggire alle persecuzioni islamiche. Nel Trecento la fede dei calabresi è ulteriormente rafforzata dall’operato di Francesco Martolilla, colui che sarebbe stato canonizzato come San Francesco di Paola, patrono della Regione e delle genti di mare. Le sue gesta ed il suo esempio diedero un grande impulso alla diffusione degli ideali di carità e povertà. Oggi a Paola il Santuario di San Francesco è stato ampliato con una struttura elegante ma non sfarzosa, capace di integrarsi sobriamente con l’antica chiesa, costruita dal Santo insieme a tutti i suoi concittadini. Ogni centro, piccolo o grande, di mare o di alta montagna, è nato attorno ad un edificio religioso. Il ruolo dei sacerdoti e dei monaci nella diffusione ed ancor prima nella conservazione del sapere è noto: in una regione come la Calabria, segnata da vicissitudini sociali e politiche non certo favorevoli nel corso dei secoli, tale funzione risultò determinante. Le dominazioni straniere e i tanti contatti con popolazioni mediorientali portarono anche qui le storie dei santi, che si diffusero agevolmente integrandosi con il culto della Madonna. Oltre alla Vergine, infatti, le chiese calabresi sono spesso dedicate ai santi a cui il paese è legato per devozione: in molti casi l’agiografia si mescola al folklore, dando vita a leggende anche molto intriganti ed elaborate in base alle quali sono stati scelti i santi patroni dei vari posti. Un mito molto frequente è quello del ritrovamento di un’icona o una statua che diviene motivo di edificazione di una chiesa o un santuario. La figura del santo patrono è quasi sempre legata ad eventi miracolosi con cui questi hanno conquistato la “fiducia” del popolo: le grazie ricevute vengono contraccambiate con voti od offerte in preziosi e denaro, che in qualche caso sono posti ai piedi delle statue o appesi ad esse. L’interno delle chiese più piccole è spesso caratterizzato dalla presenza di un’unica statua processionale, posta magari in una teca riccamente decorata o in una nicchia con un suo altare. Anche se non di rado segnate dal tempo e bisognose di interventi di restauro, le chiese calabresi offrono uno spaccato dell’arte tardo-barocca di scuola prevalentemente partenopea: per quanto concerne le opere pittoriche e scultoree, c’è da dire che sono state oggetto di numerosi furti negli ultimi anni, ma quelle che rimangono sono più che sufficienti per apprezzare la maestria degli artisti calabresi del XVII e XVIII secolo. Per quanto riguarda l’architettura sacra, invece, in molti casi le chiese che troverete sono il frutto di importanti lavori di ristrutturazione o di completa ricostruzione nel XIX secolo. Il terremoto del 1783, infatti, distrusse gran parte degli edifici in Calabria, impegnando i cittadini in onerosi interventi a cui però mai si sottrassero. L’abilità delle maestranze locali è visibile negli esterni delle strutture religiose: se i capitelli delle colonne e i fregi delle chiese più importanti e dei duomi sono stati realizzati da abili scultori, molti portali, corredati di scalinate e fregi anche pregevoli, sono opera di anonimi scalpellini, intagliatori del legno e della pietra così come di artigiani di altra natura. Non c’è solo la bellezza maestosa dei duomi cittadini, delle cattedrali o del grande Santuario di Paola: le chiese più piccole, magari nei comuni lontani dal turismo di massa, custodiscono ancora la maestosità della fede e del lavoro di tante generazioni di calabresi.


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    Edited by Isabel - 13/11/2014, 11:06
  7. .
    3° libro - Talon/Sunshine

    Finito il 3° libro. Anche questo non mi ha delusa e mi è piaciuto molto. :wub:
    Il personaggio femminile - Sunshine - mi piace molto, ha un caratterino niente male, finalmente una ragazza con carattere e non le solite 'sottomesse'. Talon anche mi piace, è un misto tra i due personaggi dei primi due libri. Che dire poi di Zarek, è troppo spassoso, per non parlare dei fratelli 'lupi mannari', stanno sempre ad appiccicarsi, infatti in questo libro c'è ancora più ironia rispetto ai precedenti. Molto bella la lotta finale, tra gli Dei e la comparsa di Artemide, con un colpo di scena della Dea della guerra. *_*

    Oggi penso che inizierò il 4° libro incentrato su Zarek.
    :rossa:

    Edited by terryborry - 27/9/2013, 18:02
  8. .
    Si, ma non devi leggerteli tutti in una volta, quindi puoi acquistarli pian pianino, e poi non costano molto.
  9. .
    1° libro - Julian/Grace e 2° libro - Kyrian/Amanda

    Da poco ho iniziato questa saga, devo iniziarmi il 3 libro. Fino ad adesso ho solo commenti positivi, bellissime storie, poi parlano anche di mitologia greca, che ho sempre adorato.

    I primi due libri che ho letto sono bellissimi, la storia non è per nulla noiosa nemmeno per 5 min, i due protagonisti sono descritti benissimo, solitamente il personaggio femminile tende ad essere più bruttino rispetto al maschile, qui invece sono fatti bene entrambi. Storia divertente e romantica.
    Nel primo libro lui è un Dio greco, bellissimo personaggio, mi è piaciuto fin da subito, romantico, audace, sensibile, riflessivo. Nel secondo libro invece lui è un Cavaliere oscuro, ma è molto divertente, ironico, passionale e intrigante.
    Vediamo come sarà il terzo! :rolleyes:


    Edited by terryborry - 27/9/2013, 18:04
  10. .
    Ho letto tutti e 3 i libri. Sono molto meno 'forti' di come li avevano descritti. Ci sono delle scene un po' più 'forti', ma nel complesso è una storia erotica normale, niente di estremo o di cui rimanere scioccati. A parte delle cose che non mi sono piaciute, ma quello è un'altro discorso. :D
    Lei è insopportabile, la classica santarellina che poi diventa una ninfomane.
    Il personaggio di lui invece mi piace molto, misterioso, intrigante, ironico, riflessivo e anche dolce e sensibile. Inoltre è un personaggio che evolve dal primo rispetto all'ultimo libro. Però secondo me, hanno esagerato un po' troppo nelle cose che succedono, a lui tentano di ucciderlo, a lei di rapirla. Insomma alla fine si perde l'argomentazione per la quale è stata scritta la trama, e si passa ad un libro giallo, quasi thriller. Comunque il primo è più carino rispetto agli altri due, che uno li legge solo per sapere come continua e finisce la storia tra i due.


    Edited by Isabel - 27/10/2013, 11:11
  11. .

    Reggio: arriva l’estate e il Lungomare torna a risplendere tra bagni e movida

    Torna a risplendere il Lungomare di Reggio Calabria, mentre la città pare abbia finalmente superato l’emergenza rifiuti che l’ha attanagliata per mesi. Persiste ancora qualche criticità nelle periferie ma la situazione sembra in via di risoluzione un po’ ovunque. Con l’arrivo dell’estate, il Lungomare torna quel chilometro di pulizia, decoro urbano, attività balneari e turistiche che rappresentano il fiore all’occhiello della città. Nelle fotografie, scattate stamattina, possiamo osservare il decoro del “chilometro più bello d’Italia”, in uno scenario naturale unico al mondo per paesaggio e clima. Particolarmente affollata anche la movida notturna, con musica e balli fino a notte fonda nei lidi in spiaggia, che registrano migliaia di presenze dopo già pochi giorni di attività. Buona estate, Reggio!

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    Fonte: strettoweb.com/
  12. .
    La mia libreria

    CITAZIONE
    90 giorni di tentazione di Lucinda Carrington

    A cavallo in Calabria fra antiche rovine di Henry Swinburne. Introduzione di Giorgio Massacra;
    Anch'io ho visto i blindati. La rivolta di Reggio Calabria - Il Romanzo di Giuseppe Criaco;
    Assalto al PM. Storia di un cattivo magistrato di Luigi De Magistris; Prefazione di Marco Travaglio;
    Avamposto, nella Calabria dei giornalisti infami di Roberta Mani & Roberto Rossi;
    Avvelenati - Questa storia deve essere raccontata perché uccide la nostra gente di Giuseppe Baldessarro & Manuela Iatì. Prefazione di Antonio Nicaso;
    Agli ordini di una donna di Margaret Mayo


    Codice rosso. Sanità tra sperperi, politica e 'ndrangheta di Arcangelo Badolati & Attilio Sabato;
    Conversazioni con Dio. Un dialogo fuori del comune [3 libri] di Neale D. Walsch;
    Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire di Melissa P.
    Cinquanta sfumature di grigio/nero/rosso [3 libri] di E. L. James

    Dark Hunters - Saga di Kenyon Sherrilyn
    - 1° libro - Fantasy Lover
    - 2° libro - Notte di piaceri
    - 3° libro - L'abbraccio della notte
    - 4° libro - Danza con il diavolo
    - 5° libro - Il bacio della notte
    - 6° libro - Il gioco della notte
    - 7° libro - L’eternità della notte
    - 8° libro - Le colpe della notte

    Derek Craven - Serie di Kleypas Lisa
    - 1° libro - Infine, tu
    - 2° libro - Sognando te
    - 3° libro - Dov'è il mio eroe? [da leggere]

    Dire e non dire. I dieci comandamenti della 'ndrangheta nelle parole degli affiliati di Nicola Gratteri & Antonio Nicaso;
    Diario di un viaggio a piedi di Edward Lear;
    Fratelli di sangue - Storie, boss e affari della 'ndrangheta, la mafia più potente del mondo di Nicola Gratteri & Antonio Nicaso;

    Gli immortali - Saga di Cole Kesley
    - 1° libro - Dark Love
    - 2° libro - Dark Pleasure
    - 3° libro - Dark Passion
    - 4° libro - Dark Night
    - 5° libro - Dark forever
    - 6° libro - Dark desire
    - 7° libro - Dark dream
    - 8° libro - Dark whisper
    - 9° libro - Dark prince
    - 10° libro - Dark demon
    - 11° libro - Dark warrior

    Gli Agenti di Bow Street - Trilogia di Lisa Kleypas
    - 1° libro - Ti amerò per sempre
    - 2° libro - L'amante di Lady Sophia
    - 3° libro - Amore ad ogni costo

    Giù al Sud. Perché i terroni salveranno l'Italia di Pino Aprile;

    Hathaway - Serie di Lisa Kleypas
    - 1° libro - Fino a mezzanotte
    - 2° libro - All'alba sarò tua
    [Novella] - Un matrimonio degli Hathaway
    - 3° libro - Al calar della sera
    - 4° libro - Sposa del mattino
    - 5° libro - Pomeriggio d'amore


    Il contagio - Come la 'ndrangheta ha infettato l'Italia di Giuseppe Pignatone & Michele Prestipino;
    Ius sanguinis - Rabbia, impotenza e speranza dalla punta dello stivale di Paola Bottero;
    Io Francesco Fonti pentito di 'ndrangheta e la mia nave dei veleni di Francesco Fonti;
    Il museo nazionale di Reggio Calabria - I tesori della Magna Grecia di Elena Lattanzi;
    Il guerriero di pietra di Gena Showalter
    Irresistibile sconosciuto di Lisa Kleypas
    Il miglio verde di Stephen King

    Trilogia di Irene Cao
    - 1° libro - Io ti guardo
    - 2° libro - Io ti sento
    - 3° libro - Io ti voglio


    La serie delle governanti - Lisa Kleypas
    - 1° libro - Cuore a cuore
    - 2° libro - Il principe dei sogni

    Le audaci donne del ton - Serie - Nicola Cornick
    - 1° libro - Scandali a Londra
    - 2° libro - Peccati di una gentildonna
    - 3° libro - Seduzione di mezzanotte
    - 4° libro - La dama dello scandalo
    - 5° libro - Il marito ideale
    - 6° libro - L'educazione di una contessa

    La malapianta di Nicola Gratteri & Antonio Nicaso;
    La Santa - Viaggio nella 'ndrangheta sconosciuta [+ dvd doc-film] di Ruben H. Oliva & Enrico Fierro;
    La mafia fa schifo - Lettere di ragazzi da un paese che non si rassegna di Nicola Gratteri & Antonio Nicaso;
    La giustizia è una cosa seria di Nicola Gratteri & Antonio Nicaso;
    La mala vita. La mia lotta contro la 'ndrangheta di Nino Maressa & Flavia Piccinni;
    La Mia 'ndrangheta di Emanuela Zuccalà, Rosy Canale;
    L'Italia quaggiù. Maria Carmela Lanzetta e le donne contro la 'ndrangheta di Goffredo Buccini;
    Le fondamenta della città. Come il Nord Italia ha aperto le porte alla 'ndrangheta di Giuseppe Gennari;
    Lettere d'amore alla mia città [1977-2007] di Guido Crucitti;
    Le mille e una notte [Edizione integrale] Traduzione di Armando Dominicis;
    L'offerta del milionario di Nora Roberts
    L'uomo di Boston di Debbie Macomber

    Malacarne. Uomini di 'ndrangheta di Andrea Pamparana;
    Mai più terroni. La fine della questione meridionale di Pino Aprile;

    Marriage to a Billionaire - Trilogia di Jennifer Probst
    - 1° libro - Contratto indecente
    - 2° libro - Contratto fatale
    - 3° libro - Contratto di passione [da leggere]

    'Ndrangheta padana di Enzo Ciconte;
    'Ndrangheta - Boss, luoghi e affari della mafia più potente al mondo [La relazione della commissione parlamentare antimafia] di Francesco Forgione;
    Natuzza Evolo. Il miracolo di una vita di Luciano Regolo;

    Organizzare il coraggio - La nostra vita contro la 'ndrangheta di Pino Masciari & Marisa Masciari;

    Porto franco di Francesco Forgione;
    Politici (e) malandrini di Enzo Ciconte;
    Per sempre amore - di Marilena Tringale;
    Parchi, riserve, giardini e sentieri della biodiversità del medio Jonio Catanzarese di Antonio Garcea;
    Qui ho conosciuto purgatorio, inferno e paradiso. La storia del prete che ha sfidato la 'ndrangheta di Giacomo Panizza e Goffredo Fofi. Prefazione di Roberto Saviano;

    Reggio: Dalla Rivolta alla Riconciliazione di Domenico Calabrò;
    Reggio Calabria e la sua provincia - di Luigi Bilotti;

    Rothwell - Serie di Madeline Hunter
    - 1° libro - Le regole della seduzione [da leggere]
    - 2° libro - Lezioni di desiderio [da leggere]
    - 3° libro - Riscatto d’amore


    Schermaglie d'amore - Serie di Nicole Jordan
    - 1° libro - Duello di sguardi
    - 2° libro - Maestro di seduzione
    - 3° libro - Sfida d'amore
    - 4° libro - Il fuoco della passione
    - 5° libro - Fascino segreto
    - 6° libro - Irresistibile seduzione

    Sai tenere un segreto? di Sophie Kinsella
    Sex and the Vatican - Viaggio segreto nel regno dei casti di Carmelo Abbate;
    Storia di un giudice. Nel far west della 'ndrangheta di Francesco Cascini;
    Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI di Gianluigi Nuzzi;
    Scintille a nozze di Susan Mallery

    Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero «meridionali» di Pino Aprile;
    Terra venduta. Così uccidono la Calabria di Claudio Cordova;
    Terre profanate. Viaggio al cuore della mafia di David Lane;
    Tramonto australiano di Maxine Sullivan

    Un popolo in rivolta - I moti di Reggio Calabria del 1970 e la politica di Francesco Scarpino;
    Un Amore Proibito - di Karen Robards

    Vecchia Calabria - di Norman Douglas


    Edited by Isabel - 27/3/2014, 22:15
  13. .

    L’eruzione dell’Etna vista dal Lungomare di Reggio Calabria con i primi bagni nel mare dello Stretto

    Splende il sole a Reggio Calabria, la temperatura massima oggi è arrivata a +21°C con un sole deciso: certo non è caldissimo, nè un valore particolarmente mite per metà aprile (nulla di più che la normalità a livello climatico), ma dopo quattro lunghi mesi di freddo e maltempo basta un po di sole e di aria gradevole per azzardare i primi tuffi nelle acque dello Stretto, lì, all’ombra dell’Etna in eruzione.

    Foto di Peppe Caridi e Roberto Palamà:
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    Fonte: meteoweb.eu/
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    Memorie - 18 febbraio 1475: Reggio, fucina del primo libro in lingua Ebraica del mondo

    - Fonte -
    di Anna Foti


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    « In quest'antica e illustre città di Reggio posta all'estrema punta d'Italia di rimpetto alla Sicilia, vide la sua luce la prima edizione ebraica della Bibbia nel mese di Adar dell'anno 5235 della creazione del mondo, vale a dire tra il febbraio e il marzo dell'era cristiana anno 1475. Fu dessa il Commentario al Pentateuco di Rabbi Salomone Jarco impresso da un tale Abramo Garton figliuolo di Isacco, del quale niun'altra notizia mi è riuscito di raccogliere. E sebbene nell'istesso anno si fosse stampato in Pieve di Sacco, terra nel Padovano, il Rabbi Jacobi Ben Ascer Arba Jurim, ch'è la più antica delle altre edizioni ebraiche conosciute, pure dessa trovandosi impressa colla data del mese Jamuz, per quattro mesi posteriore devesi riputare. »
    (Vito Capialbi, Memorie delle Tipografie Calabresi, 1835)

    di Anna Foti - L’Ebraismo, la sua ricchezza del patrimonio storico e culturale e la sua storia millenaria lasciano anche nella città calabrese dello Stretto una preziosa eredità che si lega alla illustre tradizione della Lingua scritta, anticamente e profondamente radicata nell’area calabro – sicula. Gli scriptoria nel comprensorio reggino furono fucina, infatti, di codici italo-greci oggi conservati nelle più prestigiose biblioteche di tutto il mondo. A suggello di tale legame, la pagina prestigiosa scritta proprio a Reggio Calabria il 18 febbraio 1475, quando fu stampato e pubblicato il primo libro in lingua Ebraica con data certa, il Commentarius in Pentateuchum del rabbino ed esegeta francese di origini ebraiche Rashi (Rabbin Salomon ben Isaac), il più grande commentatore di Torah e Talmud. Fu il tipografo Abrahm Ben Garton ben Isaac, discendente da una famiglia ebreo – tedesca, a dare alla luce a Reggio il libro in lingua ebraica più antico al mondo, come riportato sulla "Storia di Reggio Calabria" di Domenico Spanò Bolani e nelle "Memorie delle Tipografie Calabresi"* da Vito Capialbi. A memoria di questo raro tomo, scritto con caratteri ebraici mobili (senza vocali) e simbolo della tradizione dei primi libri a stampa (incunaboli) risalenti al 1500 di cui anche Reggio fu fucina, una copia anastatica è custodita presso la Biblioteca comunale "Pietro De Nava" di Reggio Calabria, che ne ha fatto richiesta nel 2006 alla Biblioteca Palatina di Parma (fondo di Giovanni Battista De Rossi, ebraista e bibliografo) che invece conserva l’originale. Altra copia è custodita a Gerusalemme.

    Dalle informazioni riportate nel colophon dell’antico tomo si legge: “Nel luogo del mio studio ho scritto libri”. Si potrebbe dedurre che lo stesso Abrahm Ben Garton ben Isaac abbia scritto, e forse anche stampato, a Reggio altre opere poi inviate in Spagna, dove lo stesso risiedeva, ed andate perdute per via dell’espulsione degli Ebrei ad opera dell’Inquisizione. Trecento sarebbero state le copie stampate del solo testo di Rashi a Reggio, come riportato nelle Storia della Tipografia ebraica in Italia. Ciò che è certo è che di queste copie sopravvive solo quella custodita a Parma, di cui vi è copia e Gerusalemme e Reggio Calabria, che è anche l’unica opera sopravvissuta tra quelle stampate dallo stesso Abrahm Ben Garton ben Isaac a Reggio.

    La biblioteca reggina “De Nava” non solo custodisce la copia del prezioso tomo in lingua Ebraica di Rashi stampato da Abrahm Ben Garton ben Isaac a Reggio, ma conserva anche altri libri in lingua ebraica risalenti all’epoca della florida Giudecca, come un antico Lexicon, vocabolario. Ma vi sono anche altre tracce vive dell’Ebraismo in Calabria e nel reggino. A parte la parentesi, per altro in controtendenza rispetto a quanto avveniva in altri campi, dell’internamento a Ferramonti di Tarsia, nel cosentino, durante la seconda Guerra Mondiale, oggi la comunità ebraica in Calabria non si presenta numerosa, anche se comunque attiva e propositiva. Dopo l’espulsione definitiva avvenuta con decreto del 1540 di Carlo V, che diede fine alle altalenanti espulsioni e riammissioni per contrasti con la fede Cristiana, gli ebrei non convertiti (i cosiddetti “Marrani”) andarono via infatti dalla Calabria. L’attuale via Giudecca di Reggio, il cui nome rimanda proprio all’antico quartiere ebraico, da qualche anno ospita una targa che racconta l’espulsione da Reggio degli Ebrei, il 25 luglio 1511, ad opera di Ferdinando il Cattolico con un editto che riguardava tutto il Regno di Napoli. Tra le altre prestigiose vestigia, i resti della seconda sinagoga più antica d’Europa dopo quella di Ostia, oggi custoditi nel parco archeologico ‘Archeo Deri’ inaugurato nel 2010 a Bova Marina, e l’eredità di riti e tradizioni, che in determinati periodi dell’anno si ravvivano, come avvenuto a Cittanova nel reggino nel marzo del 2011 quando sono stati accolti due dei cinque Libri del Pentateuco, ossia i primi cinque libri della Bibbia, scritti a mano su pergamena con i caratteri tradizionali della lingua ebraica. Le tracce di questa tradizione non si esauriscono qui. Esposta anche una bolla della cancelleria Angioina, a firma di Ludovica III d’Angiò e risalente al 1427, sul cui argine superiore è disegnata una Stella di David. Inoltre si narra che fosse calabrese, Chayim Vital, il grande studioso della Kabbalah e che il famoso Donnolo Shabbetai, scrisse proprio in Calabria “Il libro delle polveri”, il primo libro di medicina in lingua ebraica.

    La Calabria è stata anche la nuova fucina della vocazione editoriale della famiglia austriaca di origine ebraica Brenner che da Vienna è approdata a Cosenza. Gustav Brenner, infatti, fu internato a Ferramonti di Tarsia durante la Seconda Guerra Mondiale e dopo la liberazione rimase in Calabria. In una delle uscite per l’acquisto di derrate alimentari, che la direzione benevola del campo consentiva, aveva conosciuto la donna che sarebbe diventata la sua fidanzata e poi sua moglie. Nel 1950, dopo il matrimonio, Gustav Brenner aprì una libreria e poi fondò la casa editrice “Casa del Libro”, le cui redini oggi sono nelle mani del figlio Walter che l’ha rinominata “Edizioni Brenner” in onore del padre. Un’altra testimonianza che lega il destino di molti Ebrei alla tradizione della Lingua scritta in Calabria, è quella del pittore ed incisore ceco di origine ebraica, Michel Fingesten, ritenuto uno dei più importanti artisti di ex libris (etichetta, anche ornata di figure e motti, che si apponeva sui libri per indicarne il proprietario) della storia. Il fatto di essere stato ebreo e dedito a questa arte ‘degenerata’, fu la causa del suo arresto e della sua deportazione nel campo di Ferramonti di Tarsia. Di lui rimangono un ricco patrimonio di opere grafiche ed in Calabria, a Cerisano nel cosentino, le sue spoglie.

    Edited by Isabel - 7/11/2014, 12:50
  15. .

    Diari di viaggio in Calabria e viaggiatori stranieri del passato

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    Antica cartina della Calabria

    Il territorio calabrese quale meta di viaggi alla scoperta della natura e alla ricerca di sé.

    - Fonte -

    La Calabria è stata anche nel passato meta di viaggiatori stranieri che l’hanno raccontata a modo loro nei propri diari di viaggio, offrendo però quasi sempre una visione nuova della Regione, cogliendo sfumature che forse solo un forestiero avrebbe potuto notare. I viaggi in Calabria, un tempo, non erano certo frequenti come oggi, quando ormai diverse zone sono regolarmente prese d’assalto dal turismo di massa: nel passato la Calabria rappresentava i confini del mondo civilizzato, un luogo selvaggio ed incontaminato dove ritrovare un contatto con la natura più autentica.

    Quando si parla di viaggiatori stranieri in Calabria viene in mente subito il nome di Norman Douglas, l’intellettuale britannico che scese sino al Sud Italia nel 1907 e che raccolse la sua esperienza nel libro “Old Calabria”, ritenuto da più parti la più riuscita celebrazione della bellezza del Meridione d’Italia fatta da uno straniero. “Old Calabria”, opera pubblicata nel 1915 in Inghilterra e giunta in Italia, con il titolo di “Vecchia Calabria”, solo nel 1962, rappresenta il diario di viaggio di Douglas tra il 1907 e il 1911, allorché visitò la Basilicata, la Puglia e la Calabria, territorio che egli identificò con gli antichi confini calabresi. Alcune guide turistiche della Calabria contengono molte citazioni dai Diari di Douglas.

    Edward Lear, in Calabria, scelse di visitare l’Aspromonte e le aree collinari di Reggio Calabria. Lear, viaggiatore e paesaggista inglese, intraprese la sua avventura nel Sud della Calabria nel 1847 e percorse molti chilometri a piedi, con la sua fidata guida locale e un asinello deputato a trasportare i bagagli. L’inglese rimase affascinato dalla maestosa bellezza dell’Aspromonte, dalle sue vedute sulla costa e dalla natura ancora incontaminata, da quella che G. Isnardi definisce “architettura naturale”. I suoi dipinti riflettono i magici giochi di luci ed ombre delle montagne calabresi, mentre i suoi diari di viaggio raccontano di una piacevole atmosfera e di una diffusa ospitalità della gente di Calabria. Ancora oggi è possibile ripercorrere le sue orme lungo l’itinerario denominato “il sentiero dell’inglese” che da Pentadattilo arriva a Palazzi passando per San Lorenzo, Amendolara, Gallicianò, Montebello Ionico, Roghudi, Bova e Staiti: presso Pastarà di Masella c’è una stele dedicata proprio a Lear, un passaggio molto frequentato dagli amanti del trekking in Calabria.

    Ma in entrambi i viaggiatori britannici l’impressione della Calabria è quella di un’imminente corruzione di tale bellezza, tanto che, soprattutto Douglas, invitavano i loro lettori a visitarla alla svelta, prima che tutto fosse perduto.

    Norman Douglas e Edward Lear non furono però gli scopritori del turismo in Calabria. I primi viaggiatori avevano cominciato a giungervi già dal XVI secolo ed erano soprattutto francesi. Il primo viandante ad aver raccontato la sua esperienza di viaggio in Calabria fu un anonimo di Orléans del Cinquecento il quale, oltre a raccontare il paesaggio e le testimonianze magnogreche, spiega come Tropea fosse un centro molto frequentato per via di un medico chirurgo particolarmente abile nella rinoplastica: non conosciamo con che strumenti e metodologie riuscisse a ricostruire i nasi dei suoi pazienti, ma a leggere questo resoconto pare avesse clienti in tutta Italia e la sua fama fosse grande anche Oltralpe.

    Questo racconto ci fa dedurre che la Calabria non fosse proprio una landa desolata ed inospitale come taluni lasciavano credere: sarà però questo l’aspetto del territorio calabro ad appassionare maggiormente i viaggiatori. Dopo un secolo e mezzo di abbandono, furono gli illuministi a visitare nuovamente il Sud Italia, dandone spesso resoconti più mitici che naturalistici, quasi come se il viaggio in Calabria fosse prevalentemente un viaggio alla ricerca di sé. Tra loro ricordiamo Jean-Claude Richard abate di Saint-Non, che illustrò nel suo “Voyage Pittoresque” Sibari, Corigliano Calabro, Rocca Imperiale, Catanzaro, Scilla Isola di Capo Rizzuto e Catanzaro, e l’inglese Henry Swinburne, a cui dobbiamo una descrizione più dettagliata delle iniquità sociali ma anche l’intuizione di un utilizzo più efficace delle terre per le colture autoctone e delle spiagge per i bagnanti.

    Nell’Ottocento le condizioni generali della Calabria peggiorarono: le campagne napoleoniche e la miseria che accompagnò la Restaurazione ebbero conseguenze devastanti sull’economia calabrese. E’ per questo che i resoconti di Duret de Tavel hanno spesso un fondo tragico e malinconico, e quelli di Courier presentano in più punti la netta contrapposizione tra la bellezza della natura di questi luoghi e l’indigenza dei popoli che li abitano. Maurel e Lenormant, sulla stessa falsariga, denunciano le terribili condizioni igieniche delle strade, dei luoghi pubblici e delle locande dove alloggiarono presso Cosenza (descritta come la città più sporca che avessero visto), Nicastro e Vibo Valentia.

    Nel Novecento questi problemi andarono attenuandosi ed è per questo che i viaggiatori stranieri tornarono a focalizzare la loro attenzione sulle condizioni sociali e sulle bellezze naturali calabresi. Gissing in “By the Ionian Sea” (1901) scorge un fiero pessimismo nella Calabria del tempo, uno stridente contrasto tra il glorioso passato della Magna Grecia e la povertà dei contadini nel latifondo. Meno pessimista è De Custine, che racconta la Calabria come un “vestito di Arlecchino” per la varietà di popoli ed etnie che la abitano, evidenziando le note di colore che caratterizzavano sin da allora questa terra.

    L’ultimo viaggiatore straniero in Calabria prima dei turisti dei nostri giorni è il belga Jules Destrée nel 1928, un periodo in cui, soprattutto a causa del regime fascista, molti rinunciano a visitare l’Italia. Come i suoi predecessori Destrée rimane d’incanto innanzi ai resti della civiltà greca, come il Tempio di Hera Lacinia, e alle bellezze paesaggistiche, ma per lui hanno maggior rilevanza gli aspetti sociali. Loda infatti la laboriosità dei calabresi e la loro abilità artigianale: a Cosenza, dopo un’entusiastica visita al Castello Svevo, acquista dei tessuti così come fa anche a San Giovanni in Fiore. Le note tristi sono riservate al latifondo, nello specifico nell’agro crotonese, dove la fatica di tanti lavoratori arricchiva un solo, avido padrone. L’intellettuale belga confidava però in un risveglio culturale che avrebbe portato la Calabria a tornare ai fasti di un tempo. Un risveglio che ancora non si è compiuto del tutto…


    Quando fu il giorno della Calabria
    [Leonida Repaci - Palmi ( RC) 1898]

    - Fonte -

    Dio si trovò in pugno 15000 km2 di argilla verde con riflessi viola. Pensò che con quella creta si potesse modellare un paese di due milioni di abitanti al massimo. Era teso in un maschio vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un capolavoro.

    Si mise all’opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della California e delle Hawaii, più bella della Costa Azzurra e degli arcipelaghi giapponesi.

    Diede alla Sila il pino, all’Aspromonte l’ulivo, a Reggio il bergamotto, allo Stretto il pescespada, a Scilla le sirene, a Chianalea le palafitte, a Bagnara i pergolati, a Palmi il fico, alla Pietrosa la rondine marina, a Gioia l’olio, a Cirò il vino, a Rosarno l’arancio, a Nicotera il fico d’India, a Pizzo il tonno, a Vibo il fiore, a Tiriolo le belle donne, al Mesima la quercia, al Busento la tomba del re barbaro, all’Amendolea le cicale, al Crati l’acqua lunga, allo scoglio il lichene, alla roccia l’oleastro, alle montagne il canto del pastore errante da uno stazzo all’altro, al greppo la ginestra, alle piane la vigna, alle spiagge la solitudine, all’onda il riflesso del sole.

    Diede a Cosenza l’Accademia, a Tropea il vescovo, a San Giovanni in Fiore il telaio a mano, a Catanzaro il damasco, ad Antonimina il fango medicante, ad Agnana la lignite, a Bivongi le acque sante, a Pazzano la pirite, a Galatro il solfato, a Villa San Giovanni la seta greggia, a Belmonte il marmo verde. Assegnò Pitagora a Crotone, Orfeo pure a Crotone, Democede pure a Crotone, Almeone pure a Crotone, Aristeo pure a Crotone, Filolao pure a Crotone, Zaleuco a Locri, Ibico a Reggio, Clearco pure a Reggio, Cassiodoro a Squillace, San Nilo a Rossano, Gioacchino da Fiore a Celico, Fra’ Barlaam a Seminara, San Francesco a Paola, Telesio a Cosenza, il Parrasio pure a Cosenza, il Gravina a Roggiano, Campanella a Stilo, Mattia Preti a Taverna, Galluppi a Tropea, Gemelli-Careri a Taurianova, Guerrisi a Cittanova, Manfroce a Palmi, Cilèa pure a Palmi, Alvaro a San Luca, Calogero a Melicuccà, Rito a Dinami.

    Donò a Stilo la Cattolica, a Rossano il Patirion, ancora a Rossano l’Evangeliario Purpureo, a San Marco Argentano la Torre Normanna, a Locri i Pinakes, ancora a Locri il Santuario di Persefone, a Santa Severina il Battistero a Rotonda, a Squillace il Tempio della Roccelletta, a Cosenza la Cattedrale, a Gerace pure la Cattedrale, a Crotone il Tempio di Hera Lacinia, a Mileto la zecca, pure a Mileto la Basilica della Trinità, a Santa Eufemia Lametia l’Abbaziale, a Tropea il Duomo, a San Giovanni in Fiore la Badia Florense, a Vibo la Chiesa di San Michele, a Nicotera il Castello, a Reggio il Tempio di Artemide Facellide, a Spezzano Albanese la necropoli della prima età del ferro.

    Poi distribuì i mesi e le stagioni alla Calabria. Per l’inverno concesse il sole, per la primavera il sole, per l’estate il sole, per l’autunno il sole. A gennaio diede la castagna, a febbraio la pignolata, a marzo la ricotta, ad aprile la focaccia con l’uovo, a maggio il pescespada, a giugno la ciliegia, a luglio il fico melanzano, ad agosto lo zibibbo, a settembre il fico d’India, a ottobre la mostarda, a novembre la noce, a dicembre l’arancia.

    Volle che le madri fossero tenere, le mogli coraggiose, le figlie contegnose, i figli immaginosi, gli uomini autorevoli, i vecchi rispettati, i mendicanti protetti, gl’infelici aiutati, le persone fiere leali socievoli e ospitali, le bestie amate.

    Volle il mare sempre viola, la rosa sbocciante a dicembre, il cielo terso, le campagne fertili, le messi pingui, l’acqua abbondante, il clima mite, il profumo delle erbe inebriante. Operate tutte queste cose nel presente e nel futuro il Signore fu preso da una dolce sonnolenza, in cui entrava il compiacimento del creatore verso il capolavoro raggiunto.

    Del breve sonno divino approfittò il diavolo per assegnare alla Calabria le calamità: le dominazioni, il terremoto, la malaria, il latifondo, le fiumare, le alluvioni, la peronospora, la siccità, la mosca olearia, l’analfabetismo, il punto d’onore, la gelosia, l’Onorata Società, la vendetta, l’omertà, la violenza, la falsa testimonianza, la miseria, l’emigrazione.

    Dopo le calamità, le necessità: la casa, la scuola, la strada, l’acqua, la luce, l’ospedale, il cimitero. Ad esse aggiunse il bisogno della giustizia, il bisogno della libertà, il bisogno della grandezza, il bisogno del nuovo, il bisogno del meglio.

    E, a questo punto, il diavolo si ritenne soddisfatto del suo lavoro, toccò a lui prender sonno mentre si svegliava il Signore.

    Quando, aperti gli occhi, potè abbracciare in tutta la sua vastità la rovina recata alla creatura prediletta , Dio scaraventò con un gesto di collera il Maligno nei profondi abissi del cielo.

    Poi, lentamente rasserenandosi, disse: - Questi mali e questi bisogni sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola.

    Ma essi non impediranno alla Calabria di essere come io l’ho voluta.

    La sua felicità sarà raggiunta con più sudore, ecco tutto. Utta a fa juornu c’a notti è fatta -. Una notte che già contiene l’albore del giorno
    .



    Citazioni
    Il nome di Calabria in se stesso ha non poco di romantico. Nessun'altra provincia del Regno di Napoli offre tale interesse promettente o ispira tanto prima di avervi messo piede ... "Calabria!", appena il nome è pronunziato, un mondo nuovo si presenta alla nostra mente, torrenti, fortezze, tutta la prodigalità dello scenario di montagna, cave, briganti e cappelli a punta, la signora Radcliffe e Salvator Rosa, costumi e caratteri, orrori e magnificenze senza fine!
    [E. Lear, Diario di un viaggio a piedi, 1873]

    Appena giunto sul Massiccio del Pollino, l’inglese ebbe “una visione di pace” perché “queste stupende montagne sembrano fondersi, al tramonto, in una nebbia di ametista”. Quindi si lasciò guidare dal suo “compagno”, il fiume Trionfo, sino alla Sila Greca, dove il “paesaggio assume bruscamente un tono epico”. Qualche ricordo dei suoi luoghi natii accompagna invece la visita di Douglas alla Sila Grande, un “venerando altipiano granitico”, perché “se non fosse per la mancanza dell’erica, qui il viaggiatore potrebbe credere di essere in Iscozia”. Le Serre Vibonesi appaiono a lui come “un tempo non eretto da mani umane” dai paesaggi magici ed incantevoli, ma è la descrizione della Sila Piccola quale “autentico ‘Urwald’, una foresta vergine mai sfiorata da mano umana” a rappresentare il punto di contatto con i tanti viaggiatori del passato.
    [Norman Douglas - “Vecchia Calabria” - tra il 1907 e il 1911]

    Fu un viaggio splendido l'attraversare quegli altipiani, con la vista dello Ionio dall'alto e il panorama dell'ampia vallata del Crati e dell'alta catena del Pollino, avvolta nella bruma del primo autunno, poggiando lo sguardo sui fianchi delle colline coperti di olivi. La strada gira intorno ai precipizi, dove scendono dal monte i ruscelli; sono ricoperti di querce da sughero, lecci e altra vegetazione; tra i rami volano rigogoli, ghiandaie, upupe e coracie garrule. Nell'inverno i gelidi venti dell'Appennino spazzano questi monti, ma in questa stagione è una zona stupenda.
    [N. Douglas,Vecchia Calabria, 1998]

    • “E' un paese stanco e pieno di rimpianti, che guarda al passato; banale nella vita presente ed incapace di sperare veramente nel futuro”.
    [Gissing - “By the Ionian Sea” - 1901]

    • "Poi il sole spunto' dietro di me, e la Sicilia e le Isole Lipari mi apparvero chiare come cristalli.
    Mi sedetti su una pietra, accesi la pipa e contemplai il paesaggio.
    Contai tre vulcani: uno l'Etna, naturalmente. A destra c'era l'isola chiamata Vulcano che eruttava vapori con modestia e ancora oltre a destra l'inconfondibile punto esclamativo di Stromboli.
    “ E cosi sedemmo fumando tutti insieme, i tre vulcani ed io
    ."
    [J. M. Scott ]

    Niente poteva essere più gentile e ben educato dell’ospitale accoglienza dataci da questa famiglia..
    ..Ma la volontà di accoglierci, cosa che abbiamo notato non manca in tutta la Calabria, è stata perfettamente manifestata dalla sorprendente comparsa di maccheroni, uova, olive, burro, formaggio e naturalmente vino e neve, sulla tavola apparecchiata c’era una delle più bianche tovaglie di lino…
    Veramente la residenza…non era delle più ricercate, ma ho avvertito il mio compagno ..che forse avremmo incontrato molta semplicità e molta cordialità
    ..”
    [Edward Lear – diario di un viaggio a piedi - 1847]

    Viaggiare in Calabria significa compiere un gran numero di andirivieni, come se si seguisse il capriccioso tracciato di un labirinto. Rotta da quei torrenti in forte pendenza, non solo è diversa da zona a zona, ma muta con passaggi bruschi, nel paesaggio, nel clima, nella composizione etnica degli abitanti. È certo la più strana tra le nostre regioni. Nelle sue vaste plaghe montane talvolta non sembra d'essere nel Mezzogiorno, ma in Svizzera, nell'Alto Adige, nei paesi scandinavi. Da questo Nord immaginario si salta a foreste d'olivi, lungo coste del classico tipo mediterraneo. Vi si incuneano canyons che ricordano gli Stati Uniti, tratti di deserto africano ed angoli in cui gli edifici conservano qualche ricordo di Bisanzio....
    [G.Piovene, Viaggio in Italia, 1957]

    Il paesaggio calabrese ... é un paesaggio di forme distese e quasi spianate, un paesaggio essenzialmente di lunghezza, in cui la luce gioca fra massa e massa di rilievo, tra solco e solco di fiume e di fiumare, formando successioni di quinte in ombra e in sole, sino alle pareti dei grandi rilievi terminali, mentre il mare continua, con la linea del suo orizzonte, quella delle alture e la congiunge ai profili e ai piani di altre alture, facendo da sfondo a grandi quadri dai cieli altissimi e luminosissimi.
    [G. Isnardi, Del paesaggio calabrese, 1953]

    • "Provavo un gran dispiacere a dover lasciare la Calabria. Le sue bellezze avevano esercitato una specie di magica ascendenza su di me e sentivo che sarebbe stata eterna. Avevo la sensazione che qualsiasi cosa avessi visto in futuro non avrebbe suscitato in me sensazioni altrettanto piacevoli ed indelebili. Di questo non ho dubbi.
    Anzi, ho la presunzione di affermare che in nessun’altra parte d’Europa la natura ha tracciato in modo così magnifico le linee che il genio e l’opera umana devono seguire o gli sforzi dell’arte migliorare
    ."
    [Letterato tedesco Richard Keppel Craven scriveva nel 1821]

    • "Non ritengo affatto illusorio sperare che un governo più sensibile, leggi migliori e una maggiore diffusione della cultura e dell’impegno dell’uomo possano aiutare questa regione ad assurgere a quel ruolo giustamente ambito per i favori che la natura le ha attribuito".
    [Keppel Craven, infatti, scrisse nel suo diario di viaggio - 1821]

    La Calabria sembra essere stata creata da un Dio capriccioso che, dopo aver creato diversi mondi, si è divertito a mescolarli insieme.
    [Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1957]

    I calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini. Amore disperato del loro paese, di cui riconoscono la vita cruda, che hanno fuggito, ma che in loro è rimasta allo stato di ricordo e di leggenda dell'infanzia.
    [Corrado Alvaro, Quasi una vita, 1950]

    Se vai in Calabria sentirai che c'è un odor di Calabria come c'è un odor di neve, come c'è un odor di sole.
    [Anselmo Bucci, Il pittore volante, 1930]

    Facce concentrate hanno tutti i calabresi. Sembrano, pur non pensando, una nazione di filosofi.
    [Guido Ceronetti, Un viaggio in Italia, 1983]

    Nella mia geografia ancora sta scritto che tra Catanzaro e il mare si trovano i Giardini delle Esperidi.
    [George Gissing, Sulle rive dello Jonio, 1901]

    La gente di questi paesi è di un tatto e di una cortesia che hanno una sola spiegazione: qui una volta la civiltà era greca.
    [Cesare Pavese, Lettere, Brancaleone, 1935]

    La Calabria è il paese dei terremoti: ogni città, ogni terricciuola ti presenta vestigie di rovine, e non passa anno che nella stagione di primavera o di autunno la terra non tremi. C'era stato il terremoto grande del 1832, e tutti ne parlavano con terrore, e mi mostravano le rovine in vari luoghi, e narravano fatti dolorosissimi. “Ah,” mi diceva uno, “se non ci fossero i terremoti ed i briganti, la Calabria sarebbe il primo paese del mondo”.
    [Luigi Settembrini, Ricordanze della mia vita, 1879]

    Quando le strade comunali, provinciali, e ferrovie metteranno i Calabresi in facili comunicazioni tra loro e con le altre genti d’Italia, allora si scioglierà quell’antica lotta chiusa in ogni paesello tra il proprietario sempre usuraio lì, e il proletario sempre debitore, si ammansirà quell’odio per oltraggi antichi che è la vera cagione del brigantaggio. Quando quelle genti avranno lavoro, istruzione e giustizia, quelle loro nature sì gagliarde nei delitti saranno gagliarde nel lavoro, nelle industrie, nelle arti, nella guerra santa e nazionale. In nessuna contrada ho veduto più ingegno che in Calabria, lì schizza proprio dalle pietre, ma raramente è congiunto a bontà, spesso è maligna astuzia.
    [Luigi Settembrini, Ricordanze della mia vita, 1879]

    I calabresi vivono una realtà aspra, crudele a volte; ma ritengo sia l'ora di ribellarsi a quel complesso d'inferiorità di cui la maggior parte dei calabresi sono spesso vittime.
    [Gianni Versace, su Calabria, 1992]

    È qui la frontiera della Calabria e quindi l'ultima località della provincia della Basilicata. La padrona di casa ci avverte che domani non saremo più in grado di comprendere la lingua del luogo, tanto è difficile il dialetto calabrese. «Non parlano italiano come noi» - ci dice con sufficienza - pur non essendo, certamente, il suo italiano il più puro toscano. È bene, dopo tutto, aspettarsi il peggio, ed ella ci ha preparato per ogni evento, dicendoci che troveremo «brutta lingua e brutta gente».
    [Arthur John Strutt]

    Il calabrese è curioso di conoscere e di sapere, la sua delizia è ascoltare le persone colte che parlano, anche se a lui non arriva interamente il senso dei grandi e profondi concetti. È come il povero davanti allo spettacolo di una festa apparecchiata, non per lui, ma di cui gli arrivano i suoni, le luci, i colori. Senza invidia. con un cocente rimpianto d'un bene fatto per tutti gli uomini.
    [Corrado Alvaro]

    L'arte che tutti i calabresi sanno benissimo, dal più ricco all'ultimo mendico, è quella di maneggiare il fucile.
    [Luigi Settembrini]

    La Calabria è all'ordine del giorno della Nazione per due ragioni. Per le alluvioni e per il banditismo. Ogni anno leggiamo di abitati che le alluvioni travolgono a valle, di ponti che crollano, di montagne che si spaccano per effetto di erosioni secolari, di fiumare che allagano i còlti, di creature umane e di bestie che galleggiano sulla cresta dei torrenti. È una specie di catastrofe ecologica quella che si prospetta sulla Calabria, alla cui minaccia si deve porre riparo senza indugio se non si vuole che il suolo minato dalla vecchiezza, non protegga contro le frane e contro le piogge, non tenga più la trama come un vestito troppo liso. L'altra ragione è il banditismo. Ora la verità è che ci sono banditi in Calabria come dappertutto. Se il fenomeno in Calabria appare più preoccupante è perché, messo in rapporto con la situazione politica e sociale che ne determina l'esistenza, non si vede come si possa risanare l'albero malato senza bonificargli la terra intorno.
    [Leonida Rèpaci]

    La Calabria è una magnifica regione; d'estate ci si arrostisce come a Tambouctou, d'inverno vi si gela come a San Pietroburgo; inoltre non vi si conta punto ad anni, a lustri o a secoli come negli altri paesi, ma a terremoti.
    [Alexandre Dumas]

    La dignità è al sommo di tutti i pensieri, ed è il lato positivo dei calabresi, come è la difficoltà contro cui si può urtare inconsapevolmente, poiché è qualche volta tutto quanto ha l'uomo.
    [Corrado Alvaro]

    Quasi tutto quello che si legge qui della Calabria, a parte la letteratura dialettale, è rivolto in genere a magnificare una Calabria che non esiste più, e cioè le colonie greche, e Sibari, e Locri. La tendenza è al classico.
    [Corrado Alvaro]

    Per me Calabria significa categoria morale, prima che espressione geografica. Calabrese, nella sua miglior accezione metaforica, vuol dire Rupe, cioè carattere. È la torre che non crolla giammai la cima pel soffiar dei venti.
    [Leonida Rèpaci]

    • «Patisco d'amor patrio, soffro di sentimentalità per il glorioso nostro passato, mi cruccio dell'abbandono in cui siamo caduti e tenuti… e specialmente cerco di far apparire nobile, grande e bella la nostra Calabria, anche quando è giustamente accusata. »
    [Francesco Jerace, 1909]

    • « A voi fieri Calabresi
    che accoglieste ospitali me straniero
    nelle ricerche e indagini
    infaticabilmente cooperando
    alla raccolta di questi materiali
    dedico questo libro che chiude nelle pagine
    il tesoro di vita del vostro nobile linguaggio
    . »
    [Gerhard Rohlfs, Nuovo Dizionario Dialettale della Calabria]

    • «La Calabria è la patria dell'eremitismo occidentale».
    [Jacques Le Goff]

    Calabria: luogo ideale in cui vivere - specie se sei un prete, un brigante o un lupo solitario.
    [Vannuccio Barbaro, Scartafacci (postumo, 2012)]

    • "L'amore della Calabria è un amore passionale dovuto al fatto che noi amiamo una terra che ha molto sofferto. Ha sofferto lei e abbiamo sofferto noi per farci una posizione, per avere un piccolo posto al sole. Abbiamo dovuto superare difficoltà che gli altri non immaginano neppure. C'è perciò un legame fra la sofferenza della terra e la sofferenza nostra, Non soltanto di noi scrittori... "
    [da «Un'ora con Répaci» trasmissione tv del 23-4-1973]

    • "La mia storia dei Rupe finisce con un episodio realmente accaduto. Una madre va in Tribunale perchè ha una causa di alimenti con il figlio. Si presenta tutta vestita di nero, con una lampada in mano, una « lumera » accesa. Il pretore che è calabrese le chiese: « Cos'è questa lumera accesa? ». E lei risponde: « Vinni pè illuminari la giustizia ». Il pretore rimane sbalordito da questa affermazione e capisce di quali lontananze, di quali sofferenze sono frutto quelle parole. E allora dice al figlio: « inginocchiati, chiedi perdono a tua madre ». Il figlio ascolta queste parole, si inginocchia. Allora lei, con un gesto quasi sacro, di cadenza eschilea, spegne la lampada e dice al figlio: « Ora 'ndi potimu iri » (Ora ce ne possiamo andare).

    Questo episodio mi ha fatto impressione perchè c'è in esso la maestà della sofferenza della Calabria e quel senso della giustizia popolare per cui una povera diavola come quella donna può, lei, illuminare la giustizia. Del resto, questo è anche il significato dell'Argirò di Alvaro, del pastorello Argirò, che aspetta il carabiniere per dirgli, lui, il fatto suo alla giustizia. Si ricollega a lui questa immagine antica, questa immagine possente della Calabria affaticata, solenne, dura nella sofferenza, e anche nella speranza, perchè la speranza bisogna coltivarla come la forza principale che noi abbiamo...
    "
    [Da "Leonida Rèpaci" di Antonio Altomonte 1976]

    • "Mi è stato assicurato che la radice del mio nome « Rep » significa in slavo « Rupe »: ecco quindi spiegato il titolo dell'opera maggiore da me scritta, nella quale ho voluto fermare quell'eterna aquila di pietra che si libra solitaria nel cielo greco della Calabria; quel tanto di gigantesco, d'indomabile, di solenne, d'impervio, di corrucciato, di antico, di sofferto, che è del paesaggio fisico e morale dei calabresi."
    [Da "Ritratti su misura" di E.F. Accrocca]

    • "Ho frequentato tutti gli ambienti, da quelli letterari a quelli giornalistici, da quelli mondani a quelli editoriali, da quelli spettacolari a quelli sportivi, da quelli di Partito alle grandi assemblee di popolo, dai caffè ai night clubs, dalle spiagge alle case chiuse, dalle fumerie d'oppio alle bonzerie, dai grandi quartieri proibiti ai teatri di posa. La cosa che ricordo con più commozione è un comizio di contadini a Rosarno, tenutosi a notte alta, al lume delle torce a vento. Una madre mi stava ad ascoltare mentre allattava il suo bambino. Mi vergognavo che le mie parole non potessero tradurre subito in realtà ciò che quella madre si aspettava da me..."
    [Da "Leonida Rèpaci" di Antonio Altomonte, 1976]

    • "Fame, ossessione. Eppure, quando agli amministratori di Melissa, dopo i fatti di Fragalà, fu chiesto di che cosa avessero più urgente bisogno, risposero che avrebbero gradito gli strumenti musicali per ricostituire la banda comunale. Da allora, e son passati quattordici anni, trombe e tamburi a Melissa suonano da soli, e i loro inni li ascoltano solo i morti della gran giornata contadina, per i quali è stato ucciso il sonno della vita e il sonno della bara".
    [Leonida Rèpaci]

    • <<Non sono difficile in fatto di gastronomia e, dovessi fare una scelta, assegnerei a mia sorella Orsa la palma della più saporita cucina del mondo: quella calabrese. Ancora oggi datemi una buona minestra di ceci, quelli che si ammammano, cioè fan da mamma, coi maccheroni, in una saporosa liquescenza; datemi una fetta di pescespada col «sarmuglio», che ci stupiamo di non trovare descritto nei banchetti omerici; datemi, per stimolare l'appetito fino in fondo, un pugnellino di «'mbiscatini», cioè di quei sottaceti che alternano il peperone col cappero, la melanzana con lo zenzero; datemi una ricotta di quelle che il pastorello dell'Aspromonte vi porta fino a casa, facendola colare tiepida dalla fiscella nel piatto; datemi, per consolidare il tutto, un bicchiere di Cirò, un vino che ha il colore rosso cupo delle pupille delle donne malate d'amore e il profumo del vigneto squassato dal vento sulle balze marine: datemi tutto questo e io alzo bandiera ammiraglia sulla mia tavola di calabrese radicato.>>
    [Leonida Rèpaci]

    • "Per conoscere Catanzaro, l'antica Catàsaron, bisogna andarla a cercare nel suo castello arroccato sul piano come un maniero feudale, in faccia al Golfo di Squillace, ed è un castello che abbassa i ponti levatoi dell'ospitalità piena solo se chi sbarca ai suoi piedi sia debitamente informato della grande storia della città, che i bizantini fondarono, Carlo V dichiarò «magnifica e fedelissima», i tessitori di damasco e broccato resero famosa in tutto il mondo, i sanfedisti pugnalarono, e i garibaldini di Bixio liberarono dalla peste borbonica."
    [Leonida Rèpaci]

    • "Se la strada che porta l'aroma dell'Aspromonte allo Jonio è raccomandabile, essa non regge al confronto con quella che da Gioia Tauro sul Tirreno raggiunge Cittanova e Gerace per toccare il mare a Locri. […] e sempre il viaggio mi ha stregato per l'originale bellezza del paesaggio, un paesaggio inventato da un artista di genio nemico dei luoghi comuni e della scenografia oggettiva, allusivo, fantastico, surreale nella presentazione di queste montagne modellate o tagliate in profili che si compongono e scompongono allo sguardo secondo la variazione della luce, il veleggiare della nebbia anche d'estate, i vapori atmosferici. Solennità di silenzi, profumo di selve, mormorio di acque nei botri, sguardi accoglienti nei piccoli casali che costeggiano il cammino".
    [Leonida Rèpaci]

    • «La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile
    [Corrado Alvaro, rivolto alla sua gente di Calabria]

    • « Non è bella la vita dei pastori in Aspromonte, d'inverno, quando i torbidi torrenti corrono al mare, e la terra sembra navigare sulle acque. I pastori stanno nelle case costruite di frasche e di fango, e dormono con gli animali. Vanno in giro coi lunghi cappucci attaccati ad una mantelletta triangolare che protegge le spalle, come si vede talvolta raffigurato qualche dio greco pellegrino e invernale. I torrenti hanno una voce assordante. »
    [Corrado Alvaro - Gente in Aspromonte]


    Fonti:
    pentedattilo.teconio.com/il-territorio/12
    aforismario.it/aforismi-calabria.htm
    it.wikiquote.org/wiki/Calabria
    cristitti.wordpress.com/category/citazioni-sulla-calabria/
    utenti.multimania.it/marcel_2/aforismi.htm


    In aggiornamento...

    Edited by Isabel - 10/10/2014, 12:31
29 replies since 8/12/2007
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